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Document 52017DC0071

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO sull'attuazione del regolamento (CE) n. 450/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'indice del costo del lavoro

COM/2017/071 final

Bruxelles, 14.2.2017

COM(2017) 71 final

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

sull'attuazione del regolamento (CE) n. 450/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'indice del costo del lavoro


1.Introduzione

Il regolamento (CE) n. 450/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 febbraio 2003, relativo all'indice del costo del lavoro 1 definisce un quadro comune per l'elaborazione e la trasmissione alla Commissione di indici comparabili da parte degli Stati membri. La Commissione (Eurostat) pubblica sul proprio sito un comunicato stampa trimestrale sull'indice del costo orario del lavoro 2  che contiene una serie completa di dati, ripartiti per attività economica e per componenti del costo del lavoro. Il sito web comprende inoltre i tassi di crescita su base trimestrale e annuale.

Nel luglio 2003 la Commissione ha adottato il regolamento (CE) n. 1216/2003 3 , che descrive in maggior dettaglio le procedure che gli Stati membri sono tenuti a osservare per la trasmissione dei loro indici alla Commissione, la destagionalizzazione cui sottoporre gli indici, nonché il contenuto delle relazioni nazionali sulla qualità. Nel marzo 2007 la Commissione ha adottato il regolamento (CE) n. 224/2007 4 , che modifica il regolamento (CE) n. 1216/2003 ed estende il campo di applicazione dell'indice del costo del lavoro alle attività economiche di cui alle sezioni L, M, N e O della NACE Rev. 1. In seguito a tale estensione l'indice include anche i servizi non destinabili alla vendita, che rappresentano la maggior parte delle attività economiche indicate in tali sezioni e possono avere dinamiche diverse rispetto a quelle che caratterizzano i servizi destinabili alla vendita. Nell'agosto 2007 la Commissione ha adottato il regolamento (CE) n. 973/2007 5 , che ha modificato una serie di regolamenti relativi a settori statistici specifici, incluso l'indice del costo del lavoro, ai fini dell'applicazione della classificazione statistica delle attività economiche di cui alla NACE Rev. 2.

L'articolo 13 del regolamento (CE) n. 450/2003 stabilisce che ogni due anni la Commissione trasmette una relazione al Parlamento europeo e al Consiglio. Poiché le serie precedenti sono state analizzate nelle relazioni precedenti, la presente relazione esamina la qualità dei dati relativi agli indici del costo del lavoro per i trimestri di riferimento dal terzo trimestre del 2014 al secondo trimestre del 2016.

Nell'allegato I del regolamento (CE) n. 1216/2003 la qualità dell'indice del costo del lavoro è definita in base ai seguenti criteri: pertinenza, accuratezza, puntualità di trasmissione dei dati, accessibilità e chiarezza, comparabilità, coerenza e completezza.

La relazione precedente 6 analizzava i progressi compiuti sul piano dell'accessibilità e della chiarezza trovandoli soddisfacenti. La presente relazione fa quindi il punto dei miglioramenti introdotti sul piano della pertinenza, della completezza, della puntualità, dell'accuratezza, della comparabilità e riesamina la coerenza tra i dati relativi all'indice del costo del lavoro e i conti nazionali.

Particolare attenzione è rivolta al problema dei dati non trasmessi dagli Stati membri entro i termini fissati e alla relativa incidenza sulla qualità degli aggregati europei pubblicati.

2.Progressi generali successivi all'ultima relazione

Sul piano legislativo non si sono registrati cambiamenti dalla pubblicazione dell'ultima relazione nel 2015.

Nell'attuale periodo di rendicontazione Eurostat ha lavorato alla semplificazione e all'armonizzazione degli standard relativi ai dati e ai metadati (relazione sulla qualità) trasmessi dagli Stati membri alla Commissione. L'uso dello standard Statistical Data and Metadata eXchange (SDMX) 7 (termine di riferimento mondiale per lo scambio di informazioni statistiche) per le nomenclature e le variabili usate nei dati dell'indice del costo del lavoro è stato esteso a tutti gli Stati membri. Eurostat ha iniziato ad aggiornare la definizione della struttura dei dati SDMX in vista di una nuova versione che consenta la raccolta di un maggior numero di variabili opzionali e l'armonizzazione della raccolta di dati sull'indice del costo del lavoro con altri ambiti statistici. Gli standard aggiornati sono stati testati in dodici Stati membri e per il prossimo trimestre di riferimento (terzo trimestre del 2016) si contempla l'implementazione dell'aggiornamento in corso di produzione successivamente a ulteriori prove. Anche nell'ottica della produzione la trasmissione di dati dell'indice del costo del lavoro in formato SDMX alla Banca centrale europea (BCE) ha superato con successo i test. Entrambe le iniziative hanno contribuito a semplificare il processo di produzione.

Le relazioni sulla qualità presentate dagli Stati membri sono state trasferite a una nuova versione (versione 2.13) del Metadata Handler del sistema statistico europeo, lo strumento informatico che consente a ciascuno Stato membro di caricare le relazioni sulla qualità a distanza e di aggiornare le parti che hanno subito modifiche durante l'anno precedente, senza doverle ritrasmettere in forma integrale. Inoltre, questo strumento informatico consente l'inserimento delle relazioni nazionali sulla qualità nella base dati di riferimento di Eurostat, in modo da renderle disponibili a tutti gli utenti.

Uno dei settori cui si continua a prestare attenzione è la coerenza tra l'indice del costo del lavoro e le altre statistiche relative al costo del lavoro, in particolare i dati relativi ai conti nazionali trimestrali (cfr. § 3.6). La coerenza è stata analizzata sul piano sia teorico che pratico.

Nel maggio 2015 Eurostat ha organizzato un seminario con gli Stati membri per discutere la qualità delle statistiche sul costo del lavoro. Sono state sottoposte a valutazione tematiche come la raccolta dei dati (fonti e tecniche di campionamento), le questioni metodologiche, la plausibilità e la coerenza, i processi statistici (aggiustamento per giorni lavorativi), le esigenze degli utenti e gli sviluppi futuri e si sono concordate proposte di possibili miglioramenti.

Durante la riunione di gennaio 2016 del gruppo di lavoro delle statistiche del mercato del lavoro (LAMAS) Eurostat ha presentato i risultati dei nuovi controlli di plausibilità dei dati relativi all'indice del costo del lavoro. LAMAS ha espresso il proprio pieno sostegno a questi nuovi controlli di qualità e ha dichiarato la propria disponibilità ad attuarli a livello nazionale nei limiti del possibile. I paesi che non usano il metodo indiretto di destagionalizzazione dei dati (salari/non salari e aggregati NACE) si sono dichiarati pronti, in occasione del gruppo di lavoro LAMAS dell'ottobre 2016, ad attuare tale procedura entro i successivi due trimestri.

Eurostat ha anche iniziato a pubblicare stime annuali del costo orario del lavoro con una disaggregazione NACE tramite un comunicato stampa emesso nell'aprile 2016. Queste stime si basano sia sui livelli del costo del lavoro sia sulle tendenze dell'indice del costo del lavoro e sono prodotte già tre mesi dopo la fine del periodo di riferimento. Esse includono una disaggregazione NACE ad eccezione della NACE sezione "L" (attività immobiliari).

Da un lato, gli Stati membri hanno installato e mantenuto operativa l'infrastruttura necessaria alla produzione dell'indice del costo del lavoro, dall'altro, Eurostat migliora continuativamente il sistema di ricezione, verifica, elaborazione, archiviazione e diffusione dei dati. Questi processi, che sono diventati pienamente operativi nel 2005, sono costantemente riveduti e aggiornati.

3.Valutazione della qualità dei dati e della relativa incidenza sugli aggregati europei

3.1Pertinenza

L'indicatore "variazioni del costo del lavoro per ora lavorata" è importante per analizzare l'evoluzione economica a breve e medio termine. Per valutare possibili spinte inflazionistiche dovute all'andamento del mercato del lavoro la Commissione e la BCE utilizzano l'indice del costo del lavoro per ora lavorata, che indica l'evoluzione a breve termine del costo del lavoro. Tale indice deve essere calcolato poco dopo il momento in cui i dati sono disponibili, per ciascuno Stato membro, per l'intera UE e per la zona euro. L'indice del costo del lavoro è inoltre importante per le parti sociali in sede di contrattazione salariale e per la Commissione stessa, ai fini del monitoraggio dell'andamento a breve termine del costo del lavoro. L'indice del costo del lavoro è uno dei "Principali indicatori economici europei" 8 .

Si registra una domanda non solo per quanto concerne le variazioni trimestrali del costo del lavoro, misurate dall'indice del costo del lavoro, ma vi è anche un crescente interesse per i dati relativi al costo del lavoro in valori assoluti (euro all'ora). Nell'aprile 2012 Eurostat aveva pubblicato per la prima volta stime rapide dei costi orari del lavoro espressi in euro e in valute nazionali. Nel suo comunicato stampa annuale dell'aprile 2016 e tramite la base dati online, Eurostat ha aggiunto la disaggregazione NACE.

La pubblicazione delle stime dei costi del lavoro annuali con disaggregazione NACE sulla base dell'indice del costo del lavoro ha aumentato la già forte domanda da parte degli utenti di informazioni rapide ed esaurienti sul livello del costo orario del lavoro. La Commissione ha ricevuto riscontri positivi alla pubblicazione di tali stime e continuerà a produrre i costi del lavoro annuali con una disaggregazione NACE.

3.2Completezza

In generale, la disponibilità e la qualità dell'indice del costo del lavoro hanno continuato a migliorare rispetto al precedente periodo di rendicontazione. Tutti gli Stati membri hanno inviato a Eurostat dati aggiustati per giorno lavorativo e dati destagionalizzati e aggiustati per giorno lavorativo. Tutti gli Stati membri hanno fornito anche dati non destagionalizzati, ad eccezione della Danimarca e della Svezia cui sono state concesse deroghe alla presentazione di dati non destagionalizzati 9 .

Tra gli Stati dello Spazio economico europeo (SEE) 10 l'Islanda non ha inviato dati relativi all'indice del costo del lavoro per il periodo di riferimento, mentre la Norvegia ha inviato dati per tutti i trimestri interessati.

Nonostante la migliorata disponibilità di dati destagionalizzati si è deciso, dopo un'attenta analisi della qualità dei dati e delle esigenze degli utenti, di continuare a pubblicare quali dati principali i dati aggiustati per giorni lavorativi. Ciò assicura in particolare la chiarezza e la coerenza con altre statistiche dei prezzi (ad esempio, l'indice dei prezzi al consumo). Tuttavia tutti i dati, comprese le stime destagionalizzate, sono disponibili online sulla base dati di Eurostat.

Le relazioni nazionali sulla qualità per l'anno di riferimento 2015 sono state fornite da tutti gli Stati membri e sono ora in corso di convalida prima di essere messe a disposizione del pubblico.

3.3 Puntualità

La puntualità degli Stati membri nella trasmissione dei dati è migliorata rispetto alla precedente relazione pubblicata nel 2015. Fatta eccezione per la Grecia e per la Croazia sono stati riscontrati solo ritardi di piccola entità. La trasmissione dei dati entro i termini stabiliti è della massima importanza per l'elaborazione dell'indice del costo del lavoro, poiché i ritardi nella trasmissione obbligano a utilizzare stime per gli aggregati dell'UE e della zona euro. Di conseguenza, possono rendersi necessarie successive revisioni inutilmente ampie. Il grafico 1 mostra la quota del costo totale del lavoro dell'UE in euro per la quale erano disponibili dati per ogni trimestre, alla data del comunicato stampa.

Grafico 1: Dati relativi all'indice del costo del lavoro disponibili alla data di pubblicazione, in percentuale dei costi del lavoro dell'UE in euro

La disponibilità dei dati sull'indice del costo del lavoro è risultata completa ad eccezione dei quattro trimestri in cui la Grecia (1° e 4° trimestre 2015, 1° e 2° trimestre 2016) o la Croazia (1° trimestre 2016) non hanno inviato tempestivamente i loro dati.

In media, la puntualità è migliorata rispetto all'ultimo periodo di rendicontazione ed è assicurata una copertura dell'Unione europea pari o superiore al 99 % per tutti i trimestri tranne uno (1° trimestre 2016).

Per quanto concerne la puntualità, dall'ultimo periodo di rendicontazione la Grecia ha registrato due volte un ritardo di più di due giorni per quanto concerne i dati dell'indice del costo del lavoro. Nonostante tali ritardi, è stato ancora possibile includere i dati della Grecia nel comunicato stampa. Dal 1° trimestre 2016 la Croazia ha ripreso a trasmettere in tempo i dati relativi all'indice del costo del lavoro.

Per quanto concerne gli Stati del SEE, l'Islanda non ha inviato nessun dato relativo all'indice del costo del lavoro per il periodo in esame, mentre la Norvegia ha presentato con puntualità i dati, fatta salva un'unica eccezione (4° trimestre 2015).

3.4 Accuratezza

L'indice del costo del lavoro è costituito da una serie di variabili diverse (ad esempio, costi di manodopera e numero di ore lavorate), che possono provenire da varie fonti. Ciò significa che in qualsiasi momento sono possibili revisioni che possono interessare i dati dell'ultimo trimestre, di più trimestri o di anni interi. Nel caso di correzioni per i dati relativi all'anno di riferimento, va     rivista l'intera serie. Dal 1° trimestre del 2014 le revisioni del dato principale per l'UE 11 (tasso di incremento su base annua) hanno superato in tre occasioni lo 0,2%. Nella maggior parte dei trimestri le stime sono state riviste al rialzo. Contrariamente al precedente periodo di rendicontazione, le revisioni degli aggregati UE non hanno superato 0,3 punti percentuali.

Grafico 2: Modifiche ai dati tra la prima pubblicazione e la diffusione del 2° trimestre del 2016

UE28, sezioni da B a S della NACE Rev. 2, aggregati in punti percentuali

Nell'intero periodo di riferimento soltanto i dati relativi al costo del lavoro forniti dalla Grecia presentavano problemi qualitativi. Nel maggio 2016 Eurostat ha intrattenuto un incontro bilaterale con l'istituto statistico greco nel corso del quale è stata concordata una tabella di marcia per risolvere queste criticità strutturali. Da allora si sono registrati alcuni progressi in vista del miglioramento della qualità e della puntualità dei dati entro i prossimi due cicli di produzione.

3.5Comparabilità

Per pubblicare dati relativi all'indice del costo del lavoro che siano comparabili tra i vari paesi è importante apportare correzioni per tener conto dei fattori di calendario e stagionali.

L'articolo 1 del regolamento (CE) n. 1216/2003 della Commissione stabilisce che i dati relativi all'indice del costo del lavoro devono essere trasmessi non destagionalizzati, aggiustati per i giorni lavorativi e aggiustati per tener conto delle variazioni stagionali e del numero di giorni lavorativi. Sono previste alcune eccezioni: una serie di Stati membri ha ottenuto deroghe alla trasmissione dei dati non destagionalizzati 12 . Il regolamento (CE) n. 450/2003 non stabilisce esplicitamente se gli aggiustamenti per giorni lavorativi e la destagionalizzazione debbano essere effettuati secondo il metodo diretto o indiretto. Mentre con il metodo indiretto le serie di base sono aggiustate e successivamente utilizzate per elaborare aggregati di livello superiore, il metodo diretto comporta la correzione individuale di ogni singola serie, inclusi gli aggregati di livello superiore. Entrambi i metodi presentano vantaggi e svantaggi e sono compatibili con le linee guida del sistema statistico europeo sulla destagionalizzazione 13 . In un numero limitato di casi l'indice aggiustato della componente "costo totale" è risultato superiore o inferiore all'indice aggiustato di entrambe le sotto-componenti (costi salariali; costi del lavoro diversi dai costi salariali). Eurostat ha pertanto verificato sistematicamente i dati forniti da tutti gli Stati membri per garantire che l'indice totale sia coerente con le sue due sotto-componenti per ciascuna sezione NACE. Eurostat ha continuato con la politica di pubblicare esclusivamente l'indice totale, celando le componenti se queste divergono di più dello 0,1 % dal totale.

Si sono registrati alcuni progressi nell'ultimo biennio in cui l'esperienza fatta in corso di produzione ha dimostrato che il metodo indiretto di aggiustamento determina una migliore qualità dei dati. Questa analisi è iniziata nel seminario del maggio 2015 e si è conclusa in seno al gruppo di lavoro LAMAS nell'ottobre 2016 allorché gli Stati membri hanno concordato di passare al metodo indiretto di aggiustamento.

3.6Coerenza con i dati dei conti nazionali

Ai fini della relazione annuale sulla qualità agli Stati membri è chiesto di comparare i tassi di incremento dell'indice del costo del lavoro con quelli della retribuzione oraria dei lavoratori dipendenti figuranti nei conti nazionali (definizione ESA2010) 14 . Non è realistico aspettarsi che i dati corrispondano perfettamente. Anche se le definizioni del costo del lavoro sono pressoché identiche, i trattamenti e le fonti statistiche potrebbero differire. Inoltre, la raccolta dei dati relativi alle ore lavorate è particolarmente difficile, sia per l'indice del costo del lavoro che per i conti nazionali. Nonostante queste differenze di metodologia, l'analisi del livello di discrepanza tra questi due insiemi di dati presenta un valore informativo. Allorché i livelli superano una determinata soglia, ciò può indicare problemi di qualità in uno degli insiemi di dati.

Eurostat ha proceduto a un esercizio di qualità per gli aggregati delle sezioni da B a S della NACE Rev. 2 che ha interessato i singoli Stati, tranne Grecia e Croazia per le quali non erano disponibili dati relativi all'indice del costo del lavoro. Per questo raffronto sono stati usati dati non destagionalizzati relativi all'indice del costo del lavoro, tranne per la Danimarca e la Svezia per cui erano disponibili dati aggiustati per giorni lavorativi. È stata analizzata la differenza media assoluta tra il tasso di incremento dell'indice del costo del lavoro e quello della retribuzione oraria dei lavoratori dipendenti in un arco di dieci trimestri e si è ritenuto che variazioni superiori a due punti percentuali su base annua giustificassero un'ulteriore analisi. Ciò è avvenuto per la Bulgaria, la Danimarca, la Lettonia, la Polonia e la Romania (cfr. il grafico 3).

I risultati dell'analisi di cui sopra verranno discussi con gli Stati membri interessati, in particolare per quanto concerne i dati sulle ore lavorate. L'obiettivo è migliorare la coerenza tra i diversi settori statistici.

Grafico 3: Tasso di incremento della retribuzione oraria dei lavoratori dipendenti rispetto all'indice del costo del lavoro

Differenza in punti percentuali

Nota: non sono disponibili dati per la Grecia e la Croazia

4.Conclusioni

Nel complesso, la qualità degli indici del costo del lavoro degli Stati membri e dell'UE è migliorata ulteriormente rispetto alla precedente relazione pubblicata nel 2014. La puntualità degli Stati membri è rimasta apprezzabile, tranne per la Grecia i cui dati relativi all'indice del costo del lavoro sono ancora in ritardo rispetto alle scadenze fissate.

È stato esteso l'uso dello standard SDMX e sono in corso di implementazione i più recenti miglioramenti del formato SDMX.

Le relazioni sulla qualità presentate dagli Stati membri sono state trasferite a una nuova versione del Metadata Handler del sistema statistico europeo e sono state messe a disposizione di tutti gli utenti.

Si è proceduto a valutare la qualità complessiva delle statistiche dell'indice del costo del lavoro e di certi aspetti tecnici e sono state concordate proposte di miglioramento. La coerenza dei dati relativi all'indice del costo del lavoro dovrebbe migliorare ulteriormente, tra l'altro anche grazie alle azioni di follow up attuate in seguito a un seminario specifico e alle successive riunioni del gruppo LAMAS. In particolare, i paesi che non usano il metodo indiretto di destagionalizzazione (salari/non salari e aggregati NACE) e i cui dati presentavano incoerenze tangibili tra le componenti e il totale, si sono dichiarati d'accordo di attuare il metodo indiretto entro il primo semestre del 2017.

La Commissione (Eurostat) ha anche iniziato la pubblicazione di stime annuali dei livelli del costo orario del lavoro per sezioni NACE, a partire dal 2012, sulla base sia dei livelli emersi dalle indagini sul costo del lavoro sia dell'andamento tendenziale dell'indice del costo del lavoro.

La Commissione continuerà a monitorare le questioni relative alla non conformità e alla qualità dei dati su base regolare, utilizzando i dati forniti e altri documenti nazionali, incluse le relazioni sulla qualità. In mancanza di miglioramenti o qualora questi fossero insufficienti, la Commissione assicurerà un follow-up a stretto contatto con le competenti autorità statistiche nazionali.

(1) GU L 69 del 13.3.2003, pag. 1.
(2) Il comunicato stampa trimestrale è pubblicato alle date indicate nel calendario dei comunicati; entrambi si trovano sul sito di Eurostat ( http://ec.europa.eu/eurostat - disponibile in inglese, francese e tedesco).
(3) Regolamento (CE) n. 1216/2003 della Commissione, del 7 luglio 2003, recante applicazione del regolamento (CE) n. 450/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'indice del costo del lavoro (GU L 169 dell'8.7.2003, pag. 37).
(4) Regolamento (CE) n. 224/2007 della Commissione, del 1° marzo 2007, che modifica il regolamento (CE) n. 1216/2003 per quanto riguarda le attività economiche comprese nell'indice del costo del lavoro (GU L 64 del 2.3.2007, pag. 23).
(5) Regolamento (CE) n. 973/2007 della Commissione, del 20 agosto 2007, che modifica alcuni regolamenti (CE) relativi a settori statistici specifici ai fini dell'applicazione della classificazione statistica delle attività economiche NACE Revisione 2 (GU L 216 del 21.8.2007, pag. 10).
(6)  COM(2015) 42 ( http://ec.europa.eu/transparency/regdoc/rep/1/2015/IT/1-2015-42-IT-F1-1.PDF ).
(7)  http://sdmx.org/(disponibile soltanto in inglese).
(8) COM(2002) 661, Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo ed al Consiglio relativa alle statistiche sulla zona euro, Migliorare le metodologie utilizzate per statistiche ed indicatori della zona euro.
(9)  Regolamento (CE) n. 1216/2003 – la Danimarca, la Germania, la Francia e la Svezia non sono tenute a fornire dati non destagionalizzati.
(10)  Decisione del Comitato misto SEE n. 134/2003 – Il regolamento (CE) n. 450/2003 non si applica al Liechtenstein.
(11) UE-27 fino al 2° trimestre del 2013 compreso, successivamente UE-28.
(12) Regolamento (CE) n. 1216/2003 – la Danimarca, la Germania, la Francia e la Svezia non sono tenute a fornire dati non destagionalizzati.
(13) La versione aggiornata delle linee guida comprende anche una sezione specifica sull'aggiustamento degli indici a catena http://ec.europa.eu/eurostat/documents/3859598/6830795/KS-GQ-15-001-EN-N.pdf (disponibile soltanto in inglese).
(14) Regolamento (UE) n. 549/2013.
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