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Document 52017AR0137

Parere del Comitato europeo delle regioni — Il futuro sostenibile dell'Europa: prossime tappe — L'azione europea a favore della sostenibilità

GU C 342 del 12.10.2017, p. 20–26 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

12.10.2017   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 342/20


Parere del Comitato europeo delle regioni — Il futuro sostenibile dell'Europa: prossime tappe — L'azione europea a favore della sostenibilità

(2017/C 342/03)

Relatore:

Franco Iacop (IT/PSE), presidente del consiglio regionale della regione autonoma Friuli Venezia Giulia

Testo di riferimento:

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — il futuro sostenibile dell'Europa: prossime tappe — L'azione europea a favore della sostenibilità

COM(2016) 739 final

RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI (CdR)

Introduzione

1.

accoglie con favore l'impegno della Commissione europea a contribuire in modo attivo e costruttivo agli obiettivi strategici dell'Agenda 2030, gettando le basi per affrontare una serie di sfide fondamentali ed integrate di portata mondiale;

2.

osserva che il documento programmatico, adottato dalla Commissione il 22 novembre 2016 nella forma della Comunicazione, propone una strategia incentrata sullo sviluppo sostenibile molto ambiziosa e di grande respiro;

3.

dà atto alla Commissione dell'impegno di voler integrare l'Agenda alla strategia Europa 2020 e quindi ai Fondi strutturali e d'investimento europei; e sottolinea, data la complessità e la moltitudine dei diversi quadri di riferimento, la necessità di garantire coerenza nelle politiche, assicurare un'integrazione ottimale e sviluppare un quadro di governance coerente;

4.

sottolinea che per raggiungere i risultati è indispensabile coinvolgere nei processi decisionali tutti i livelli di governo, specie quelli regionali e locali (LRA).

Osservazioni generali

5.

osserva che, dovendo le politiche dell'Unione europea (UE) conformarsi al principio di sussidiarietà, gli obiettivi della sostenibilità interessano direttamente la responsabilità, le competenze e le funzioni dei livelli subnazionali di governo;

6.

ribadisce che le istituzioni territoriali — regioni, province, contee e distretti, città metropolitane, piccole città, comuni — sono veri e propri policy-makers, chiamati a definire livelli e metodi di governo più appropriati per collegare gli obiettivi dell'UE e delle Nazioni Unite a quelli delle comunità locali;

7.

ricorda che tra i 17 obiettivi ve ne sono due, per il cui perseguimento i governi locali esercitano funzioni fondamentali: gli OSS n. 10 e n. 11. Il primo è teso a ridurre le disparità tra territori, mentre il secondo esercita funzioni fondamentali sulla pianificazione urbanistica, sul trasporto, sul welfare sociale e sui comportamenti di vita ispirati al modello di sostenibilità;

8.

in tale contesto, evidenzia come la comunicazione non prenda in esame la necessità di misurare i progressi compiuti nella realizzazione degli OSS non solo a livello di Nazioni unite, europeo e nazionale, ma anche a livello subnazionale e chiede pertanto alla Commissione di tener presente questa dimensione nello sviluppare ulteriormente gli indicatori da usare per misurare tali progressi e di coinvolgere le competenze specifiche e le reti esistenti a livello locale;

9.

ribadisce che a ciò si aggiungono priorità che derivano dall'esercizio integrato delle competenze che toccano trasversalmente altri obiettivi strategici, quali l'Agenda urbana, l'inclusione sociale, le politiche dell'Unione per energia e clima, la riduzione delle emissioni, la riduzione del rischio di catastrofi, le politiche ambientali e l'economia circolare, la mobilità, la specializzazione intelligente, le smart cities (smart land) oggetto del vertice di Bratislava e il Patto dei Sindaci sul clima e l'energia;

10.

suggerisce di approfittare della revisione di medio termine del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) per sovrapporre la strategia dell'Agenda 2030 a quella di Europa 2020, rivedendo gli orientamenti chiave per finalizzarli fin da subito ai nuovi OSS;

11.

apprezza lo sforzo compiuto dal documento di lavoro, che accompagna la Comunicazione, Key European action supporting the 2030 Agenda and the Sustainable Development Goals (SWD (2016) 390 final) con il quale si propone di integrare la Strategia «Europa 2020» con gli obiettivi dell'Agenda 2030, valorizzando le relazioni tra i tre pilastri, le 7 iniziative faro e i 5 obiettivi riconducibili alle priorità di Europa 2020 e quelle relative agli 11 obiettivi tematici proposti per i Fondi di coesione (FC);

12.

ricorda che in ogni caso tutti gli obiettivi proposti nella Comunicazione sul futuro sostenibile richiedono, per poter essere realizzati, di essere declinati a livello territoriale; in questo senso raccomanda la localizzazione degli obiettivi dell'Agenda 2030, che rappresenta il solo modo per produrre un impatto concreto e durevole sulla vita delle persone;

13.

concorda sul fatto che la complessità dei diversi livelli di governo necessita di un'azione di comando e controllo, che sappia arricchire il processo decisionale mediante la valutazione delle politiche e delle innovazioni degli assetti istituzionali (misurazione degli effetti);

14.

ritiene che alcuni dei legami tra priorità della Commissione Juncker e OSS si intrecciano su terreni significativi per il sistema delle LRA. Così è innanzitutto per la priorità occupazionale, nella misura in cui si toccano le competenze a cui si riferisce l'OSS 4 (formazione ed educazione), per le quali il sistema delle LRA esercita competenze importanti, soprattutto in relazione ai costi di transizione all'Europa sostenibile;

15.

esprime l'auspicio che il «Piano di investimenti» della Commissione tocchi anche le infrastrutture materiali e immateriali di prerogativa delle LRA (protezione sociale, reti informative, reti per la mobilità, reti energetiche e delle telecomunicazioni, smaltimento rifiuti, gestione integrate delle acque, ecc.) e che in molti casi convergono con diversi OSS (tra questi OSS 8, 9, 12, 13);

16.

ricorda che anche la priorità della Commissione n. 3 Un'Unione dell'energia resiliente con politiche lungimiranti in materia di cambiamenti climatici si interseca con diversi OSS su un terreno di interesse del sistema delle LRA. Così è per gli OSS 5, 7 e 13, ove le LRA sono sia destinatarie sia attrici delle politiche volte al contrasto dei cambiamenti climatici, nonché ad un approvvigionamento energetico sostenibile e aperto a tutti e una tutela dei diritti sociali per la cui garanzia sono essenziali i servizi erogati a livello locale;

17.

rileva che la priorità n. 7, avente l'obiettivo di creare un'area di giustizia e di tutela dei diritti fondamentali basata sulla mutua fiducia, include politiche di perseguimento dell'eguaglianza di genere, per le quali le LRA possono svolgere un ruolo significativo, in piena convergenza con l'OSS 5 e in linea con la necessità di recuperare la fiducia dei cittadini nei confronti delle Istituzioni europee;

18.

ribadisce che la resilienza alle catastrofi costituisce uno degli aspetti fondamentali dello sviluppo sostenibile, e invita le istituzioni dell'UE a fare di questo principio uno dei capisaldi delle future misure per lo sviluppo sostenibile in Europa (1);

19.

rileva che la priorità n. 8 ha l'obiettivo di far fronte al fenomeno di rilevanza epocale e globale delle migrazioni e si pone pienamente in linea con gli OSS 1 e 10, coinvolgendo trasversalmente le competenze del sistema delle LRA, spesso messe sotto forte pressione dalla necessità di gestire flussi di entità straordinaria;

Osservazioni particolari

20.

osserva che le azioni intraprese per perseguire gli OSS rischiano di non essere sempre collocabili in un quadro di politiche integrate, a differenza di quanto avviene per le politiche di coesione; pertanto è fondamentale fissare le priorità che tengano conto delle esigenze più urgenti in una prospettiva dinamica volta al raggiungimento di tutti gli OSS nel lungo termine: è pertanto indispensabile tener conto della proposta del CdR riguardo la necessità di approvare un «codice di condotta» per il coinvolgimento delle LRA;

21.

sottolinea che gli obiettivi richiedono un bilanciamento tra le esigenze attuali e quelle delle generazioni future, oltre ad un equilibrio tra le esigenze dei diversi livelli di governo, essenziale per ridurre gli onerosi «costi di transizione» in capo alle LRA. L'eventuale insostenibilità di tali costi rischierebbe di compromettere l'accettazione delle misure in questione da parte dei cittadini e la corretta attuazione delle stesse, in particolare mettendo a rischio la capacità delle aree più marginali (aree interne) di contribuire alla sostenibilità globale e più in generale alla durata degli OSS;

22.

osserva l'asimmetria temporale tra le azioni europee (2020), a cui la Comunicazione fa riferimento, e l'Agenda 2030 e auspica la predisposizione di strumenti, economici e finanziari di sostegno aggiuntivi oltre alla ridefinizione di obiettivi lungo tutto l'arco temporale di riferimento compatibili con quelli dell'Agenda;

23.

si rammarica che nella comunicazione della Commissione non trovi posto un'analisi dei possibili rischi nella fase di implementazione dei 17 OSS, la quale potrebbe essere di grande supporto per dotare le LRA degli strumenti adeguati a superare i problemi di attuazione delle politiche legate agli obiettivi. Uno strumento indispensabile è localizzare tutti gli indicatori allo scopo di consentire un costante monitoraggio dell'evoluzione delle disparità anche grazie a indicatori alternativi al PIL, quali quelli qualitativi in grado di misurare sia l'equità dello sviluppo che il progresso sociale dei territori;

24.

si sottolinea che il raggiungimento di un sotto-insieme di obiettivi da affidare al sistema delle autonomie regionali e locali deve essere accompagnato dalla dotazione di opportune risorse. Queste risorse possono essere disposte tramite specifici trasferimenti nazionali, ma anche attraverso una maggiore responsabilizzazione finanziaria a livello locale;

25.

ritiene vi sia la necessità di promuovere piattaforme e iniziative che consentano lo scambio di buone pratiche tra le LRA, nonché di utilizzare quelle già predisposte da organismi internazionali come l'UNDP Live — Sustainable Development Knowledge Platform, evitando di utilizzare l'Agenda come un'occasione per riaccentrare le politiche. Allo scopo si attende con interesse anche il varo della «Piattaforma multi-stakeholder» annunciata dalla Commissione per facilitare la declinazione a livello territoriale degli elementi universali contenuti nell'Agenda, ma soprattutto favorire lo scambio di buone pratiche e condividere i progressi fatti dai territori europei più dinamici; e si aspetta di essere associato in maniera adeguata a tale piattaforma, come esige il proprio ruolo istituzionale di assemblea rappresentativa delle LRA;

26.

riconosce che il miglioramento delle prospettive di vita all'interno dell'UE dipende, oltre che dalla capacità di rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale, anche dal benessere e dalla sicurezza nelle aree esterne all'UE. A questo proposito, in linea con i nuovi indirizzi previsti dalla Comunicazione sul tema «il nuovo Consenso sullo sviluppo», esorta a rafforzare le azioni di cooperazione decentrata e allo sviluppo nei Paesi terzi, favorendo l'uso delle piattaforme di informazione e discussione per lo sviluppo a disposizione delle LRA: ARLEM, Corleap, le Assise biennali della cooperazione decentrata e l'Atlante della cooperazione decentrata che consentono ai Paesi partner di incontrarsi, dialogare e scambiare buone pratiche;

27.

concorda con la posizione della Commissione a favore dell'Agenda urbana per l'UE adottata nel 2016 con il Patto di Amsterdam, che sarà implementata insieme alle LRA per coprire tutti gli aspetti dello sviluppo sostenibile nonché per contribuire all'attuazione della «nuova agenda urbana» globale;

28.

sostiene la necessità che le strategie per lo sviluppo urbano sostenibile e per la cooperazione orizzontale e verticale in un sistema di governance partecipata tengano conto della diversità delle città, dell'importanza dell'innovazione sociale e della pianificazione orientata al futuro, mediante un approccio integrato e coordinato, in particolare di fronte alle importanti sfide con l'obiettivo di migliorare la qualità della vita nelle città;

29.

si raccomanda che l'analisi dell'Agenda 2030 e degli obiettivi in essa contenuti siano altresì coerenti con il modello di sviluppo europeo che si struttura attorno a sistemi produttivi locali (cluster) formati in via prevalente da PMI. In questa logica auspica che i modelli di sviluppo pongano particolare attenzione anche ai centri urbani di minori dimensioni, in quanto lo sviluppo territoriale troppo concentrato può essere causa della trappola del sottosviluppo che, a sua volta, può causare ulteriori processi di emarginazione e calo demografico;

30.

valuta positivamente il fatto che il documento indichi le dimensioni dello sviluppo sostenibile (sociale, ambientale ed economico) come i pilastri su cui gli indirizzi politici della Commissione dovranno convergere per dare soluzione agli OSS e alle 13 politiche settoriali adottate con il QF 2014-2020. Ritiene però che di fronte alle nuove sfide globali sia necessario rafforzare lo sviluppo locale aggiungendo la dimensione territoriale;

31.

rimarca la necessità di attribuire alle LRA il ruolo di attori delle policies vista la loro vicinanza ai cittadini e la capacità di contribuire a riaccendere il consenso nei confronti delle istituzioni europee e del progetto di integrazione. La governance multilivello rappresenta la soluzione ottimale per le politiche indirizzate a costruire un futuro sostenibile e focalizzate ad integrare le 10 priorità della Commissione, gli 11 obiettivi tematici dei Fondi di coesione e i 17 OSS dell'Agenda 2030.

Migliorare l'impatto delle politiche sul pilastro dimensione sociale

32.

ribadisce che, per far fronte alla complessità dello sviluppo sostenibile e per combattere «le povertà», le politiche e i programmi calati dall'alto, gestiti a livello centrale, non costituiscono il metodo migliore, ma serve conferire alle LRA la responsabilità e l'autonomia necessarie a dare le corrette risposte ai grandi temi sociali;

33.

ribadisce l'esigenza di rafforzare le politiche sancite dalla Carta dei diritti fondamentali dell'UE con una pianificazione della politica sociale sostenibile che coinvolga tutti i livelli di governo, perché solo in questo modo si potrà garantire l'accesso a tutti ai servizi di base e si potrà porre soluzione alle nuove esigenze poste dal cambiamento demografico con politiche locali finalizzate ad favorire l'invecchiamento attivo e in buona salute;

34.

richiama l'attenzione della Commissione sulla necessità di impegnarsi in politiche che mirino a promuovere la salute delle persone, quale priorità per l'inclusione sociale, migliorando le condizioni di vita nelle aree urbane e periferiche, oltre a garantire l'accesso ai servizi pubblici, alle attività ricreative e allo sport anche ai disabili e promuovendo la prevenzione sanitaria per tutta la popolazione, compresi gli anziani e i migranti e altri gruppi a rischio di povertà e di esclusione sociale nonché incoraggia gli Stati membri e le LRA a fare altrettanto;

35.

reputa che il potenziale dell'economia sociale sta nella creazione di posti di lavoro e nella lotta contro la disoccupazione dei giovani e delle donne e per questo ritiene imprescindibile che l'Agenda solleciti l'attenzione sulla responsabilità sociale delle imprese (CRS) e sulla necessità di creare empatia tra i giovani e l'imprenditorialità. Inoltre, la nuova strategia deve includere, affrontando con un approccio trasversale, le diverse dimensioni della sostenibilità e le nuove prospettive offerte dalla creatività;

36.

ritiene necessario integrare la cultura nell'Agenda 2030, indicando chiaramente il ruolo che essa riveste in una logica di sviluppo sostenibile e nella creazione di nuovi posti di lavoro perseguendo la costruzione di ideali comuni europei per diffondere nel mondo le aspirazioni e i principi della democrazia, della giustizia sociale e della solidarietà. La cultura contribuisce efficacemente alle strategie di sviluppo inclusivo, incidendo profondamente sugli OSS, migliorando i sistemi educativi, contrastando i fenomeni di esclusione sociale e povertà, rimuovendo le cause delle diseguaglianze, agevolando le pari opportunità, rimuovendo le disparità generazionali e demografiche.

Migliorare l'impatto delle politiche sul pilastro dimensione ambientale

37.

rileva come temi apparentemente globali quali i cambiamenti climatici, la riduzione di CO2, il risparmio energetico, la produzione di energia da fonti rinnovabili, la tutela della biodiversità, la riduzione dello sfruttamento delle risorse, il trasporto integrato e l'economia circolare siano in realtà condizionati da politiche ed azioni locali. Per questo raccomanda particolare attenzione alle produzioni eco-compatibili;

38.

ritiene necessario, vista la pluralità di settori coinvolti, adottare un approccio integrato e cooperativo tra multilevel governance e gli stakeholders ambientali interessati. A questo riguardo il concetto di coesione getta dei ponti fra efficienza economica, coesione sociale, sviluppo culturale ed equilibrio ambientale, ponendo lo sviluppo sostenibile al centro dell'elaborazione politica;

39.

condivide il giudizio che le attività umane e i cambiamenti climatici stanno sempre più ponendo una serie di pressioni sugli ecosistemi marini. Allo scopo va richiamata l'attenzione sulle azioni della Commissione per il conseguimento di oceani sicuri, puliti e gestiti in modo sostenibile e continuando a sostenere l'attuazione dell'agenda per la Crescita blu che punta a sfruttare il potenziale degli oceani e dei mari europei per creare lavoro, valore economico e sostenibilità. Inoltre, il Comitato ribadisce che l'innovazione nell'economia blu può contribuire a garantire un uso efficiente e sostenibile di preziose risorse marine (2);

40.

raccomanda un impegno da parte di tutte le istituzioni a minimizzare gli sprechi alimentari e a recuperare i rifiuti dando impulso agli investimenti e all'occupazione nel contesto più ampio della green economy. L'UE deve impegnarsi a sostenere in modo deciso la volontà di abbandonare il modello economico lineare per rafforzare quello dell'economia circolare, come già evidenziato dal Comitato delle regioni nei propri pareri Verso un'economia circolare: riesame della legislazione UE in materia di rifiuti, Proposte legislative che modificano le direttive sui rifiuti e Piano d'azione dell'UE per l'economia circolare.

Migliorare l'impatto delle politiche sul pilastro dimensione economica

41.

ritiene che i modelli di sviluppo, condizionati dai nuovi fattori competitivi, quali fra l'altro le reti che consentono di interconnettere una quantità infinita di dati con un numero illimitato di utenti, segnano una divaricazione netta tra il bisogno delle imprese di comprimere il «time to market» e i tempi di costruzione del consenso e delle procedure burocratiche. Le LRA rappresentano la dimensione adeguata per accelerare la velocità decisionale della politica con i tempi che i mercati impongono;

42.

auspica un reale sostegno ai modelli di sviluppo e, in particolare il supporto alle reti immateriali che condizionano, facilitando l'accesso ad una quantità infinita di dati, i nuovi fattori competitivi locali e il passaggio ai nuovi paradigmi produttivi;

43.

ritiene improrogabile una evoluzione delle strategie che attivano le politiche strutturali al fine di ricomprendere tra i pilastri dello sviluppo il cambio radicale del paradigma produttivo, favorendo anche attraverso l'uso di incentivi le produzioni sostenibili, ciò fino a quando le innovazioni non renderanno economicamente conveniente il passaggio all'economia circolare. Appare evidente che tali politiche, oltre a contribuire a vincere le nuove impegnative sfide determinate dai processi di globalizzazione, rappresentano una chiara risposta al trade off delle domande sociali che contrappongono l'ambiente con il lavoro;

44.

riconosce che la globalizzazione, indotta soprattutto da una miglior mobilità di persone, prodotti e dati, agisce intensificando la competizione internazionale non solo tra imprese, ma anche tra territori. Appare quindi necessario agire in modo incisivo sui fattori che stanno alla base della competitività territoriale, quali il capitale sociale e istituzionale, le infrastrutture, l'innovazione, al fine di ridare slancio alle economie europee;

45.

ribadisce che le LRA rivestono un ruolo cruciale nel rapporto tra i partenariati pubblico-privato, essendo in grado di riconoscere l'eterogeneità delle forme di sviluppo che possono promuovere investimenti mirati a valorizzare le risorse endogene che ogni territorio possiede.

Migliorare l'impatto delle politiche sul pilastro dimensione territoriale

46.

si rammarica che nella Comunicazione adottata dalla Commissione appaia del tutto assente il concetto di «capitale territoriale» così come elaborato dall'OCSE nel 2001 e ripreso dalla Commissione nel 2005. A tal proposito si ricorda che il concetto comprende un insieme di asset localizzati: naturale, umano, artificiale, organizzativo, relazionale e cognitivo che costituiscono il potenziale competitivo di un territorio;

47.

osserva che la crisi e gli effetti della globalizzazione hanno inciso profondamente sulle relazioni che garantivano la coesione all'interno dei territori, provocando fratture (città-campagna; centro-periferia) e modificando le dinamiche di costruzione sociale. In quest'ottica ci si deve assumere l'onere di traghettare i vecchi modelli di politica territoriale, caratterizzati da approcci funzionalisti che considerano il territorio come semplice spazio a quelli di matrice neo-istituzionalista che fanno invece assumere al territorio il ruolo di attore collettivo;

48.

riconosce che il «Patto di Amsterdam» pone al centro di interessi crescenti il ruolo delle politiche «urbane», tese a implementare azioni orientate a favorire la coesione sociale e lo sviluppo economico, nella convinzione che le città possano contribuire positivamente ai processi innovativi.

RACCOMANDAZIONI INDIRIZZATE ALLE AUTORITÀ REGIONALI E LOCALI

49.

pone l'accento sul fatto che le LRA giocano un ruolo fondamentale nella protezione e nello sviluppo del tessuto urbano, dei territori rurali e del patrimonio comune e possono contribuire a quello che nell'Agenda 2030 viene definito «transformed world» attraverso un atteggiamento proattivo e l'impegno a:

a.

migliorare la propria capacità gestionale strategica;

b.

favorire l'emergere di una società civile esigente e consapevole;

c.

sviluppare una pianificazione urbana e territoriale integrata;

d.

favorire le opportunità economiche a livello locale per la creazione di posti di lavoro dignitosi e la coesione sociale;

e.

promuovere «Piani/Strategie» regionali di sviluppo sostenibile, legando gli OSS agli obiettivi politici, ma anche rivedendo e modificando la programmazione, per rispondere alle sfide dello sviluppo sostenibile contribuendo con ciò alla definizione dei Programmi Nazionali di Riforma (PNR);

f.

guidare la transizione verso una economia a basse emissioni di carbonio e verso città e regioni resilienti;

g.

favorire la definizione di piani di mobilità urbana sostenibile;

h.

riconoscere e promuovere il ruolo della cultura nello sviluppo sostenibile e valorizzare il patrimonio locale, la creatività e la diversità;

i.

favorire la partecipazione dei soggetti economico-sociali-culturali, delle Università e dei Centri di Ricerca scientifica e dei singoli cittadini all'elaborazione di piani e iniziative orientate al raggiungimento degli OSS in collaborazione anche con il JRC nell'azione «Science meets Regions»;

j.

promuovere programmi di educazione allo sviluppo sostenibile nelle scuole e le attività culturali sensibili al problema della sostenibilità;

k.

promuovere l'inserimento di «indicatori di benessere equo e sostenibile» nel ciclo di predisposizione delle leggi e dei documenti di bilancio regionali;

l.

costituire partenariati nel contesto della cooperazione decentrata per lo sviluppo;

50.

ribadisce che le LRA sono istituzioni in grado di sviluppare forme di democrazia partecipata con l'inclusione in particolare delle donne, dei giovani, degli anziani e delle minoranze, come base per la progettazione e l'attuazione di strategie integrate per lo sviluppo economico a livello locale.

RACCOMANDAZIONI INDIRIZZATE AI LIVELLI NAZIONALI

51.

raccomanda l'assunzione di un approccio di tipo «bottom-up» e la definizione di un adeguato quadro giuridico con lo stanziamento di sufficienti risorse. Un tale nuovo sistema può essere creato con successo soltanto realizzando un decentramento sempre più profondo nei differenti paesi dell'UE. I governi nazionali dovrebbero:

a.

promuovere una governance condivisa e un decentramento reale che consenta la partecipazione di tutti gli attori coinvolti, non solo nella fase ascendente ma anche in quella discendente;

b.

costruire politiche territoriali coerenti e integrate consultando i governi sub-nazionali in particolare nella costruzione dei PNR;

c.

ripensare i sistemi finanziari sub-nazionali per riconciliare il finanziamento con la sostenibilità;

d.

coinvolgere i livelli regionali e locali nel follow-up degli OSS, supportati da dati territoriali accurati;

52.

ribadisce l'esigenza che i livelli nazionali di governo debbano coinvolgere le LRA, sia pure con un approccio bottom-up, nella predisposizione di piani d'azione territoriali finalizzati al raggiungimento degli OSS, tenendo conto dei punti di forza e di debolezza, sulla base del principio del «no one left behind» e dell'efficienza della spesa.

RACCOMANDAZIONI INDIRIZZATE AI LIVELLI UE E INTERNAZIONALI

53.

è convinto che, affinché le politiche e gli accordi globali sfruttino appieno gli impegni e le esperienze a livello locale, il ruolo delle LRA deve essere una componente del dialogo strutturato e parte integrante della governance e non un semplice stakeholder. Gli sforzi delle LRA per organizzare e produrre input informativi devono essere riconosciuti come parte del processo decisionale, anche attraverso azioni quali:

a.

l'inclusione di reti organizzate di LRA negli organismi di governo delle istituzioni internazionali per lo sviluppo;

b.

il rafforzamento degli strumenti di finanziamento e la revisione delle politiche di sviluppo locale sostenibile;

c.

il supporto alla cooperazione decentrata, anche con Paesi extra UE e la condivisione dell'apprendimento e delle conoscenze per favorire l'innovazione;

54.

chiede che i livelli europeo e nazionale prevedano risorse per la valutazione ex ante ed ex post dell'impatto delle politiche inerenti lo sviluppo sostenibile. Ciò implica uno sforzo teso a migliorare il coordinamento di tutte le politiche attuate sia dall'UE che dagli Stati membri e dalle LRA;

55.

chiede alla Commissione di utilizzare in maniera ancora più strategica e funzionale il PNR, già formalmente inserito nella programmazione dei FC, utilizzando in modo funzionale gli strumenti già adottati nell'azione a supporto dello sviluppo sostenibile. Ciò consentirebbe di rilevare nell'ambito del semestre europeo non solo gli interventi di riforma programmati e rilevati a livello nazionale in favore degli OSS, ma anche quelli relativi alla dimensione regionale e locale;

56.

raccomanda che i livelli di governo europei e internazionali sappiano assumere una regia del complesso sistema delle relazioni mondiali, controllando i focolai regionali di tensione, accompagnando le trasformazioni e le ristrutturazioni degli assetti istituzionali e produttivi ereditati dal secolo scorso, dotando gli attori locali delle competenze necessarie a trasformare le fragilità degli equilibri geo-economici in opportunità di sviluppo che rilancino la competitività dei sistemi produttivi locali sul mercato globale.

Bruxelles, 12 luglio 2017.

Il presidente del Comitato europeo delle regioni

Markku MARKKULA


(1)  CdR 5035/2016; COM(2016) 739 final.

(2)  CdR 2203/2012.


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