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Document 52016XR5222

    Risoluzione del Comitato europeo delle regioni in merito alla revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale

    GU C 88 del 21.3.2017, p. 1–3 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    21.3.2017   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 88/1


    Risoluzione del Comitato europeo delle regioni in merito alla revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale

    (2017/C 088/01)

    IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI,

    vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio intitolata Riesame/revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020 — Un bilancio dell’UE incentrato sui risultati [COM(2016) 603 final] (1) e il documento di lavoro dei servizi della Commissione che la accompagna;

    visto il proprio parere in merito alla Revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale (QFP)  (2);

    1.

    prende atto della proposta dettagliata di riesame/revisione intermedia del QFP presentata dalla Commissione europea il 14 settembre 2016;

    2.

    è favorevole a stabilire un collegamento tra i negoziati sul riesame/revisione intermedia e la procedura di bilancio relativa al bilancio dell’UE per il 2017; definire un tale calendario consentirà una tempestiva adozione del riesame/revisione intermedia e lascerà margini per discutere del prossimo QFP per il periodo successivo al 2020;

    3.

    deplora la mancanza di ambizione dimostrata dalla Commissione europea nel presentare solamente un riesame/revisione del QFP, il quale ha già raggiunto i propri limiti, invece di una revisione a tutto campo che consenta all’Unione europea di trovare soluzioni alle sfide alle quali è confrontata e di garantire che il bilancio dell’UE concentri gli interventi nei settori portatori di crescita sostenibile e di creazione di posti di lavoro, con un forte valore aggiunto europeo; si aspetta che il prossimo QFP compia un significativo passo avanti in direzione della modernizzazione del bilancio dell’UE e al fine di consentire all’Unione di affrontare le sfide future nonché le nuove priorità profilatesi all’orizzonte;

    4.

    osserva che il riesame/revisione intermedia rispecchia l’approccio della Commissione relativo ad «un bilancio dell’UE incentrato sui risultati», ma teme che il criterio principale alla base delle modifiche proposte per gli stanziamenti sia apparentemente quello del tasso di assorbimento dei programmi UE; ribadisce quindi la propria offerta alle istituzioni europee di svolgere un ruolo attivo nel processo di valutazione dell’efficacia ed efficienza dell’insieme dei programmi dell’Unione;

    5.

    respinge con forza l’impressione, che traspare dalla comunicazione sul QFP, di un cattivo funzionamento dei programmi in gestione concorrente, e sottolinea che, nonostante i ritardi registrati nell’adozione dei nuovi regolamenti sui fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE) e la procedura di programmazione estremamente complessa, sono già stati avviati più di 200 000 progetti e impegnate risorse finanziarie dei fondi SIE per 46 miliardi di euro per il cofinanziamento di progetti per un valore di 68 miliardi di euro;

    6.

    a tale proposito, mette in guardia quanto al fatto che un’eventuale sospensione dei pagamenti dei fondi strutturali e di investimento europei a favore della Spagna, del Portogallo o di qualsiasi altro Stato membro andrebbe a danno dell’attuazione dei programmi. Sottolinea che a) il CdR si oppone alla condizionalità macroeconomica, la quale penalizza le città e le regioni; b) una misura del genere sarebbe in contraddizione con l’annullamento, già applicato, di una serie di sanzioni, conformemente a quanto disposto dal regolamento (UE) n. 1173/2011 relativo all’effettiva esecuzione della sorveglianza di bilancio nella zona euro, e c) la misura viola il principio di proporzionalità sancito dall’articolo 5 del TUE e dal relativo Protocollo n. 2. Chiede pertanto che, qualora venga applicata una sospensione, questa sia pari a zero, tenuto conto della situazione socioeconomica, dei tassi di disoccupazione e dell’impatto della sospensione sulle economie dei succitati paesi, come previsto dall’articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 (regolamento recante disposizioni comuni);

    7.

    esprime anzi la propria preoccupazione per la tendenza a «centralizzare» il bilancio dell’UE, che sarebbe chiaramente in contrasto con l’idea di trovare soluzioni «su misura» alle sfide in ambito locale e regionale; la riduzione della gestione concorrente dei programmi avrebbe ripercussioni negative sull’obbligo, sancito dal trattato UE, di garantire la coesione economica, sociale e territoriale, come pure sul rispetto dei principi di sussidiarietà, di partenariato e di governance multilivello;

    8.

    si rammarica che gli adeguamenti alle dotazioni della politica di coesione figurino nel riesame/revisione intermedia del QFP; inoltre, mentre sono obbligatori ai sensi dell’articolo 7 del regolamento sul QFP, tali adeguamenti non dovrebbero essere oggetto di ulteriori negoziati;

    9.

    approva, in linea di massima, la proposta di estendere e rafforzare il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), che verrà esaminata in un parere del CdR a parte; si attende ulteriori miglioramenti in materia di addizionalità, di copertura geografica e settoriale, oltre che di trasparenza; ribadisce la richiesta di un’adeguata valutazione dei risultati del FEIS, soprattutto per quanto riguarda le sinergie di quest’ultimo con i fondi SIE e il contributo apportato finora da entrambi i fondi alla coesione territoriale, e guarda con grande interesse all’avvio di una stretta cooperazione con il Parlamento europeo per esaminare l’attuazione del FEIS, con l’auspicio che le regioni siano maggiormente associate alla governance al fine di garantire integrazioni funzionali con la politica di coesione;

    10.

    accoglie con favore l’aumento delle dotazioni finanziarie dei programmi Orizzonte 2020 e Meccanismo per collegare l’Europa (CEF), pur facendo presente che tali incrementi non sono sufficienti a compensare i tagli di bilancio iniziali attuati per questi due programmi al momento dell’istituzione del FEIS;

    11.

    prende atto della proposta della Commissione europea di rivedere il regolamento finanziario e della sua intenzione di semplificare le regole per trovare una soluzione a problemi di complessità amministrativa e ad errori nel campo della politica di coesione, segnatamente per quanto riguarda l’attuazione di programmi in gestione concorrente e le sinergie rafforzate tra sovvenzioni e strumenti finanziari; esaminerà in dettaglio tale proposta di revisione in un parere a parte;

    12.

    accoglie con favore l’aumento degli stanziamenti di bilancio destinati all’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile (Youth Employment Initiative — YEI) e al programma Erasmus+, ma esprime rammarico per la mancanza di iniziative per far fronte alla disoccupazione di lunga durata;

    13.

    prende atto delle misure di flessibilità proposte dalla Commissione, con particolare riguardo alla creazione di una riserva di crisi dell’Unione europea alimentata riutilizzando gli stanziamenti disimpegnati, all’abolizione dei limiti annuali fissati per i margini globali per i pagamenti e all’impiego mirato dell’adeguamento tecnico delle dotazioni per la politica di coesione; riconosce che tali provvedimenti costituiscono passi avanti positivi per affrontare le crisi in atto dotandosi di un bilancio dell’UE più flessibile;

    14.

    deplora che nel riesame/revisione intermedia la Commissione europea non proponga misure supplementari per trovare soluzioni alle varie crisi nell’UE legate alla politica agricola comune, tra le quali la concentrazione della produzione, l’aumentata concorrenza globale, la riduzione della manodopera e il sempre più marcato declino rurale — crisi cui gli agricoltori, i consumatori e gli enti locali e regionali dell’UE saranno confrontati da qui sino alla fine dell’attuale periodo di programmazione;

    15.

    alla luce dell’ambizioso accordo globale sul clima adottato a Parigi nel 2015, rammenta l’obiettivo di destinare il 20 % della spesa dell’UE a progetti e politiche per il clima, ma sottolinea che tale quota rappresenta il minimo e che probabilmente saranno necessari ulteriori sforzi per garantire che sia mantenuta fino al 2020;

    16.

    accoglie con favore le previsioni dettagliate a medio termine relative ai pagamenti, poiché rispondono ad alcuni timori circa l’arretrato dei pagamenti nell’attuale QFP; esprime tuttavia la propria preoccupazione quanto ai pagamenti futuri, considerati i persistenti ritardi accumulati nell’attuare programmi in gestione concorrente; sottolinea che gli Stati membri e il Consiglio hanno la responsabilità di mettere a disposizione nei bilanci annuali stanziamenti di pagamento sufficienti affinché l’UE abbia i mezzi per affrontare le sfide attuali;

    17.

    teme che, malgrado gli incrementi nell’ambito delle rubriche 3 e 4 per affrontare la crisi dei profughi/rifugiati e migratoria, e nonostante la creazione della riserva di crisi dell’Unione europea e di una «riserva di flessibilità», le risorse disponibili nell’attuale QFP non siano sufficienti per soddisfare le crescenti richieste poste al bilancio dell’UE in termini di accoglienza, ripartizione e integrazione dei profughi/rifugiati e dei migranti né per assicurarne la protezione nelle regioni di origine; rammenta, in tale contesto, che agli enti locali e regionali incombono responsabilità fondamentali in materia di accoglienza e integrazione dei migranti e che, quindi, un loro accesso diretto alle relative opportunità di finanziamento dell’UE sarebbe di grande aiuto per consentire a tali enti di affrontare queste sfide; avverte che una maggiore flessibilità non è la soluzione alla mancanza di risorse finanziarie sufficienti;

    18.

    prende atto della proposta di creare un Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile, proposta che esaminerà più dettagliatamente in un parere a parte;

    19.

    prende atto che l’eventuale ritiro del Regno Unito dall’Unione europea potrebbe avere un impatto sull’attuale quadro finanziario pluriennale; esprime preoccupazione circa le conseguenze sull’esecuzione in corso di numerosi programmi dell’UE e chiede di essere coinvolto fin dall’inizio in ulteriori discussioni sulla revisione dell’attuale QFP;

    20.

    esprime apprezzamento per il capitolo del documento della Commissione intitolato «Verso il prossimo quadro finanziario pluriennale» quale primo contributo ad un più ampio dibattito sul futuro del bilancio dell’UE; invita le istituzioni dell’UE ad avviare per tempo un dialogo con le città e le regioni europee sulla portata, la struttura e gli strumenti del prossimo QFP, e formulerà a tempo debito le sue proposte al riguardo;

    21.

    incarica il suo presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione europea, al Parlamento europeo, al Consiglio e al presidente del Consiglio europeo.

    Bruxelles, 12 ottobre 2016

    Il presidente del Comitato europeo delle regioni

    Markku MARKKULA


    (1)  http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:52016DC0603.

    (2)  Parere CdR 9/2016.


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