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Document 52015IP0225

Risoluzione del Parlamento europeo del 10 giugno 2015 sullo stato delle relazioni UE-Russia (2015/2001(INI))

GU C 407 del 4.11.2016, p. 35–41 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

4.11.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 407/35


P8_TA(2015)0225

Stato delle relazioni UE-Russia

Risoluzione del Parlamento europeo del 10 giugno 2015 sullo stato delle relazioni UE-Russia (2015/2001(INI))

(2016/C 407/04)

Il Parlamento europeo,

viste le sue risoluzioni del 13 dicembre 2012 recante le raccomandazioni del Parlamento europeo al Consiglio, alla Commissione e al Servizio europeo per l'azione esterna sui negoziati per il nuovo accordo UE-Russia (1), del 12 settembre 2013 sulle pressioni esercitate dalla Russia sui paesi del partenariato orientale (nel contesto del prossimo vertice del partenariato orientale a Vilnius) (2), del 6 febbraio 2014 sul vertice UE-Russia (3), del 18 settembre 2014 sulla situazione in Ucraina e lo stato delle relazioni UE-Russia (4) e del 12 marzo 2015 sull'assassinio del leader di opposizione russo Boris Nemcov e sullo stato della democrazia in Russia (5),

viste le conclusioni e le dichiarazioni del Consiglio europeo, del Consiglio «Affari esteri» e dei leader del G7, rilasciate nel corso degli ultimi 18 mesi, sulla situazione in Ucraina e le relazioni con la Russia,

visti gli accordi raggiunti a Minsk il 5 e il 19 settembre 2014 e il 12 febbraio 2015 (6),

vista la dichiarazione del vertice Nato in Galles del 5 settembre 2014,

viste le risoluzioni adottate dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 27 marzo 2014 (7) e dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 17 febbraio 2015 (8),

visto l'articolo 52 del suo regolamento,

vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A8-0162/2015),

A.

considerando che l'Unione europea si è adoperata per molti anni per costruire un partenariato strategico di mutuo beneficio con la Russia, fondato su valori e principi condivisi, quali la democrazia e lo Stato di diritto, e su interessi comuni; che l'Unione europea continua ad essere disponibile nei confronti di tale partenariato e del dialogo che a esso conduce e auspica una ripresa di relazioni di cooperazione con la Russia qualora le autorità russe si conformino ai loro obblighi internazionali e giuridici;

B.

considerando che, malgrado la violazione dell'integrità territoriale della Georgia da parte della Russia nel 2008, la continua occupazione delle regioni georgiane dell'Abkhazia e di Tskhinvali/Ossezia meridionale e il mancato rispetto da parte della Russia di tutti gli obblighi assunti in base all'accordo di cessate il fuoco del 2008, e in risposta a tutto ciò, l'Unione europea ha scelto un modello di cooperazione rafforzata quale strumento per mantenere l'impegno con la Russia a beneficio di entrambe le parti; che, anziché adottare misure restrittive, sono state lanciate o approfondite una serie di iniziative per una cooperazione rafforzata, quali gli spazi comuni, il partenariato per la modernizzazione, i negoziati su un nuovo accordo UE-Russia e il dialogo sui diritti umani;

C.

considerando che la Russia, annettendo illegalmente la Crimea — un'azione che l'Unione europea ha condannato fermamente e non riconoscerà — e conducendo un conflitto armato contro l'Ucraina, con la partecipazione diretta e indiretta dei servizi militari e di sicurezza, nonché destabilizzando deliberatamente questo paese confinante sovrano e indipendente, ha danneggiato profondamente le sue relazioni con l'Unione europea, mettendo a repentaglio i principi di base della sicurezza europea, non rispettando le frontiere e violando i suoi impegni internazionali, segnatamente la Carta delle Nazioni Unite, l'Atto finale di Helsinki, il Memorandum di Budapest, la Carta di Parigi per una nuova Europa del 1990 e il trattato bilaterale di amicizia, cooperazione e partenariato; considerando altresì che la situazione umanitaria in Crimea e nell'Ucraina orientale si è notevolmente deteriorata, causando varie migliaia di vittime;

D.

considerando che la Russia è coinvolta direttamente o indirettamente in una serie di «conflitti congelati» nelle regioni vicine — Transnistria, Ossezia meridionale, Abkhazia e Nagorno Karabakh — che ostacolano seriamente lo sviluppo e la stabilità dei paesi vicini interessati nonché il loro avvicinamento all'Unione europea;

E.

considerando che la Federazione russa ha elaborato una lista nera comprendente 89 funzionari e politici dell'UE, tra i quali anche deputati ed ex deputati al Parlamento europeo, cui nega l'ingresso in Russia;

F.

considerando che la Russia, contrariamente allo spirito di relazioni di buon vicinato e in violazione del diritto, delle regole e delle norme internazionali, e sulla base di una dottrina secondo la quale ritiene di avere il diritto di proteggere i compatrioti russi che vivono all'estero, ha compiuto azioni deliberate finalizzate a destabilizzare i paesi vicini attraverso embarghi commerciali illegali o la conclusione di trattati di integrazione con regioni separatiste;

G.

considerando che, in risposta all'annessione illegale della Crimea e alla guerra ibrida condotta dalla Russia contro Ucraina, l'Unione europea ha adottato una serie progressiva di misure restrittive; che sanzioni simili sono state imposte da altri paesi in risposta all'aggressione della Russia;

H.

considerando che a lungo termine occorre perseguire una relazione costruttiva tra l'Unione europea e la Russia, nell'interesse di entrambe le parti e nell'ottica di far fronte alle sfide globali comuni, quali i cambiamenti climatici, i nuovi sviluppi tecnologici, nonché la lotta terrorismo, all'estremismo e alla criminalità organizzata; che la cooperazione UE-Russia ha ripercussioni positive in alcuni settori quali la dimensione settentrionale e la cooperazione transfrontaliera; che la Russia ha avuto un atteggiamento costruttivo nei recenti negoziati con l'Iran;

I.

considerando che queste misure restrittive mirate non sono rivolte contro la popolazione russa, bensì contro determinate persone e imprese legate alla dirigenza russa, che approfittano dell'attuale situazione di stallo con l'Ucraina nei settori economico e della difesa, e mirano a stimolare un cambiamento delle politiche del governo russo e degli interventi russi nel vicinato comune; che le sanzioni relative alla destabilizzazione nell'Ucraina orientale dovrebbero essere revocate non appena la Russia avrà pienamente attuato le disposizioni degli accordi di Minsk; che tali sanzioni dovrebbero essere inasprite qualora la Russia decidesse di continuare a destabilizzare l'Ucraina direttamente o indirettamente e di lederne l'integrità territoriale; che le sanzioni relative all'annessione della Crimea rimarranno in vigore fino a quando la penisola sarà restituita all'Ucraina;

J.

considerando che la Federazione russa, in quanto membro a pieno titolo del Consiglio d'Europa e dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e quale firmataria della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, si è impegnata a rispettare i principi della democrazia, lo Stato di diritto e i diritti umani; che l'Unione europea ha appoggiato fermamente l'adesione e la partecipazione della Russia a diverse organizzazioni e consessi internazionali quali il G8, il G20 e l'OMC; che l'inclusione della Russia in tali organismi ha creato tensioni a causa della sua ripetuta violazione delle regole, ad esempio l'inosservanza delle norme e degli obblighi dell'OMC (con l'introduzione di una serie di misure discriminatorie nei confronti di singoli Stati membri dell'UE e di altri paesi vicini), la mancata attuazione di oltre un migliaio di sentenze della Corte europea per i diritti dell'uomo e l'assenza di garanzie per i diritti umani fondamentali; che le consultazioni tra l'UE e la Russia in materia di diritti umani non sono state risolutive né hanno prodotto risultati concreti;

K.

considerando che lo Stato di diritto, come uno dei principi fondamentali dell'Unione europea, implica non solo il rispetto della democrazia e dei diritti umani ma anche l'osservanza del diritto internazionale, la garanzia di un'equa applicazione della legge, nonché l'indipendenza e l'imparzialità del sistema giudiziario; che tali condizioni non sono soddisfatte in Russia, dove le autorità non rispettano lo Stato di diritto e i diritti fondamentali e dove negli ultimi anni si è registrato un peggioramento della situazione dei diritti politici, delle libertà civili e della libertà di media; che recentemente sono state adottate una serie di leggi contenenti disposizioni ambigue, utilizzate per imporre ulteriori restrizioni ai membri dell'opposizione e agli attori della società civile; che la recente adozione della legge che criminalizza la cosiddetta «propaganda omosessuale» ha causato un aumento della violenza e dell'incitamento all'odio omofobi e anti-LGBTI, che le autorità non hanno affrontato; che, in seguito all'illegale annessione della Crimea, il rispetto dei diritti umani, compresa la libertà di espressione, di riunione e di associazione, ha subito un grave deterioramento nella penisola, e che la comunità tartara di Crimea ne è particolarmente colpita;

L.

considerando che Alexey Navalny, uno dei leader di spicco dell'opposizione, è stato accusato e condannato sulla base di prove falsificate ed è vittima di continue intimidazioni e vessazioni, tra cui anche l'incarcerazione di suo fratello; che il Partito del progresso di cui è presidente non potrà partecipare alla prossime elezioni legislative; che Nadia Savchenko, membro del Parlamento ucraino, è detenuta illegalmente in Russia, in violazione del diritto internazionale;

M.

considerando che l'indice di percezione della corruzione classifica la Federazione russa al 136o su 175 posti, per cui la Russia rappresenta una seria preoccupazione per quanto riguarda la corruzione internazionale e il riciclaggio di denaro, che è una minaccia per le economie europee e la loro integrità;

N.

considerando che la Russia utilizza attivamente una tipologia bellica ibrida, che deliberatamente sfuma le linee di demarcazione tra attività militari e paramilitari e l'attivismo politico;

O.

considerando che l'indice mondiale della libertà dei media classifica la Federazione russa al 148o posto su 180; che il finanziamento degli organi di informazione controllati dallo Stato è stato ampliato e potenziato; che le iniziative e le attività dei difensori dei diritti umani, delle organizzazioni indipendenti della società civile, degli oppositori politici, dei media indipendenti e di semplici cittadini sono spesso limitate od ostacolate; che lo spazio di espressione di opinioni indipendenti e pluralistiche è ristretto ed è sotto costante minaccia; che il Fondo europeo per la democrazia si sta occupando della questione della pluralità dei mezzi d'informazione russi e che è invitato, insieme ai suoi partner, a mettere a punto nuove iniziative in questo ambito;

P.

considerando che le azioni irresponsabili di aviogetti da combattimento russi nei pressi dello spazio aereo di Stati membri dell'Unione europea e della NATO pregiudicano la sicurezza dei voli civili e potrebbero costituire una minaccia per la sicurezza dello spazio aereo europeo; che la Russia ha condotto manovre militari su ampia scala provocatorie nelle immediate vicinanze dell'Unione europea e che sono stati resi pubblici minacce dell'esercito russo e perfino attacchi nucleari; che la Russia ha sospeso la sua partecipazione ai negoziati relativi al trattato sulle forze armate convenzionali in Europa e ha violato il trattato sulle forze nucleari a medio raggio;

Q.

considerando che l'energia, che svolge un ruolo centrale e strategico nelle relazioni UE-Russia, è uno strumento chiave della politica estera russa; che la resilienza dell'Unione europea alle pressioni esterne può essere conseguita attraverso la diversificazione dell'approvvigionamento energetico e la diminuzione della dipendenza dalla Russia; che per quanto riguarda la sua sicurezza energetica l'Unione europea deve esprimersi all'unisono e mostrare una forte solidarietà interna;

R.

considerando che la Federazione russa ha attivamente promosso l'Unione economica eurasiatica; che tale progetto di integrazione economica non dovrebbe essere considerato in concorrenza con l'Unione europea;

1.

ribadisce che il coinvolgimento diretto e indiretto della Russia nel conflitto armato in Ucraina e la sua annessione illegale della Crimea, assieme alla violazione dell'integrità territoriale della Georgia nonché al ricatto economico e alla destabilizzazione politica dei paesi vicini europei, costituiscono una violazione deliberata dei principi e dei valori democratici fondamentali e del diritto internazionale; ritiene che nelle attuali circostanze l'UE non possa considerare un ritorno al «business as usual» e non possa che procedere a un riesame critico delle sue relazioni con la Russia, che includa l'elaborazione al più presto possibile di un piano di persuasione («soft-power») d'emergenza per contrastare le politiche aggressive e divisorie condotte dalla Russia e di un piano globale sulle sue relazioni future con tale paese e con i suoi partner nell'Europa orientale; sottolinea che il conflitto in Ucraina può avere soltanto una soluzione politica;

2.

sottolinea che a questo punto la Russia, alla luce del suo operato in Crimea e nell'Ucraina orientale, non può più essere trattata o considerata come un «partner strategico»; evidenzia che il partenariato strategico deve essere basato sulla fiducia reciproca e sul rispetto del diritto internazionale, che si fonda sulla democrazia, la sovranità nazionale e la libertà di scegliere l'ordinamento costituzionale interno e gli orientamenti di politica estera, l'integrità territoriale dello Stato, nonché il rispetto dello Stato di diritto, dei diritti umani e dei principi della diplomazia e del commercio internazionali;

3.

esprime profonda preoccupazione per il fatto che ora la Russia si posiziona e agisce apertamente come un rivale della comunità democratica internazionale e sfida il suo ordinamento fondato su norme, non da ultimo nel tentativo di ridisegnare con la forza i confini in Europa; è allarmato per la crescente atmosfera di odio nei confronti degli attivisti dell'opposizione, dei difensori dei diritti umani, delle minoranze e delle nazioni limitrofe, come pure per il deterioramento della situazione dei diritti umani e dello Stato di diritto in Russia; condanna le intimidazioni nei confronti delle voci critiche mediante violenze, processi, incarcerazioni e altre misure usate dallo Stato;

4.

condanna l'arbitrario provvedimento che impedisce l'accesso di politici e funzionari dell'UE al territorio della Russia e sottolinea che la dirigenza russa sta violando a più riprese il diritto internazionale e le regole universali e impedendo la trasparenza; considera questo atto controproducente e dannoso per i già fragili canali di comunicazione tra l'Unione europea e la Russia; sottolinea che i politici e i funzionari dell'UE colpiti dal provvedimento dovrebbero essere informati delle ragioni per le quali è loro rifiutato l'accesso al territorio russo e dovrebbero avere il diritto di ricorrere contro tale decisione dinanzi a un tribunale indipendente;

5.

è del parere che nel lungo termine siano possibili e auspicabili rapporti costruttivi e prevedibili tra l'UE e la Russia, a vantaggio di entrambe le parti, soprattutto alla luce delle relazioni esistenti in materia di politica, commercio, trasporti ed energia, contatti interpersonali, anche attraverso Erasmus+ e le misure comuni (9), cooperazione transfrontaliera, cambiamenti climatici, ambiente e cooperazione settoriale, tenendo conto del fatto che le sanzioni reciproche sono nocive per entrambe le economie, che le sfide e gli interessi comuni sulla scena mondiale devono essere affrontati e che la natura frammentaria della percezione della sicurezza in Europa può essere superata attraverso un dialogo rafforzato; accoglie con favore, a tale riguardo, l'esito positivo della cooperazione tra l'Unione europea e la Russia in vari ambiti quali la lotta al terrorismo, all'estremismo e alla criminalità organizzata, il partenariato della dimensione settentrionale, i negoziati nucleari con l'Iran e il processo di pace in Medio Oriente; invita la Russia a partecipare in modo costruttivo alla ricerca di una soluzione per il conflitto in Siria;

6.

sottolinea che le relazioni UE-Russia dovranno essere d'ora in poi basate sul rispetto del diritto internazionale e su un dialogo in base al quale l'Unione europea sia disposta a impegnarsi nuovamente e a rilanciare la cooperazione con le autorità di Mosca in una serie di ambiti specifici di interesse comune; sottolinea che la ripresa della cooperazione potrà essere presa in considerazione a condizione che la Russia rispetti l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina, inclusa la Crimea, attui pienamente gli accordi di Minsk (che includono il pieno controllo della frontiera da parte delle autorità ucraine, il ritiro incondizionato delle truppe e degli armamenti russi e l'immediata sospensione della prestazione di assistenza ai gruppi ribelli) e metta fine alla destabilizzazione delle attività militari e di sicurezza alle frontiere degli Stati membri dell'Unione europea; sottolinea che l'OSCE ha dimostrato di essere una struttura in grado di apportare un contributo alla risoluzione della crisi; sottolinea che tale cooperazione, se sarà rilanciata, non deve avvenire a scapito dei principi internazionali, dei valori europei e delle norme e degli impegni internazionali; sottolinea che l'Unione europea deve definire chiaramente sia le sue aspettative nei confronti della Russia, in particolare per quanto riguarda il rispetto del diritto internazionale e degli obblighi contrattuali e il suo comportamento come un partner prevedibile, sia le misure che adotterà dopo il 31 dicembre 2015, qualora la Russia non onorasse i propri impegni (o prima di tale data in caso di gravi sviluppi sul terreno), e il riavvio della cooperazione che sarebbe disposta a offrire in caso di rispetto degli impegni; sottolinea che tale cooperazione dovrebbe rispettare pienamente le norme internazionali in materia di diritti umani;

7.

loda la solidarietà e l'unità dimostrate dagli Stati membri nel contesto dell'annessione illegale della Crimea da parte della Russia e del suo coinvolgimento diretto nella guerra in Ucraina, che hanno consentito l'adozione e l'ulteriore estensione delle misure di risposta subordinandole alla piena attuazione degli accordi di Minsk; esorta gli Stati membri a considerare il mantenimento di questa unità come una priorità assoluta e ad astenersi da relazioni e accordi bilaterali che potrebbero nuocere, o essere interpretati come nocivi, a tale unità; ribadisce che l'unità dell'azione e la solidarietà tra gli Stati membri e con i paesi candidati sono essenziali per assicurare la credibilità, la legittimità e l'efficacia delle politiche dell'UE e la sua capacità di contrastare le sfide e le pressioni esterne, oltre a favorire nel contempo una relazione più profonda e all'insegna della cooperazione con i paesi del vicinato orientale;

8.

sottolinea a questo proposito che una più profonda integrazione dell'UE, unitamente alla coerenza fra le sue politiche interne ed esterne, è la chiave per la riuscita di una politica estera e di sicurezza dell'Unione europea più coerente ed efficace anche nei confronti della Russia; esorta pertanto gli Stati membri a portare avanti e intensificare i propri sforzi volti a eliminare concretamente le strozzature dei processi decisionali e ad adoperarsi congiuntamente ai paesi candidati per consolidare le politiche comuni, in particolare nei settori del commercio, dei servizi e delle transazioni finanziari, della migrazione, dell'energia, della gestione delle frontiere esterne, dell'informazione e della sicurezza informatica;

9.

ribadisce il proprio invito all'Unione europea e ai suoi Stati membri ad avvalersi appieno delle disposizioni e degli strumenti previsti dal trattato di Lisbona, allo scopo di rafforzare la natura lungimirante e strategica della politica estera e di sicurezza comune europea; è inoltre fermamente convinto che il ruolo centrale dei diritti umani in ogni aspetto dell'azione esterna dell'Unione europea sia un requisito essenziale per garantire il suo ruolo rispettato e credibile di attore globale;

10.

ribadisce la sua convinzione che la politica energetica costituisca un elemento significativo della politica esterna dell'Unione europea; sostiene pertanto pienamente la rapida creazione di una solida Unione europea dell'energia, in modo specifico l'interconnessione delle reti energetiche nazionali, al fine di ridurre considerevolmente la dipendenza di singoli Stati membri da fornitori energetici esterni, in particolare la Russia; esprime la propria ferma convinzione che le sfide alla solidarietà europea e le vulnerabilità di quest'ultima, così come l'esposizione di alcuni singoli Stati membri e paesi candidati al ricorso all'energia quale moneta di scambio politica e diplomatica, possano essere combattute in modo efficace solo attuando integralmente la legislazione dell'Unione europea in materia di energia, in particolare del terzo pacchetto sull'energia, e completando un mercato interno europeo dell'energia che sia libero, trasparente, integrato, sincronizzato, efficiente sul piano energetico — con una proporzione adeguata di energie rinnovabili — e resiliente, con un approvvigionamento diversificato, e al quale si debba applicare inequivocabilmente la legislazione in materia di concorrenza; invita l'Unione europea a prestare un adeguato sostegno alle parti contraenti della Comunità dell'energia che si sono impegnate ad applicare l'acquis dell'UE in materia di energia, al fine di migliorare la propria posizione negoziale nei confronti dei fornitori esterni di energia;

11.

sottolinea la necessità e la rilevanza della sospensione della cooperazione con la Russia nel settore della difesa alla luce dell'atteggiamento aggressivo del paese; esorta gli Stati membri e i paesi candidati a evitare di prendere decisioni che possano mettere a repentaglio questa posizione unitaria; ritiene pertanto che, nonostante il loro carattere bilaterale, gli accordi nel settore della cooperazione di difesa con la Russia dovrebbero essere valutati attentamente a livello di UE allo scopo di definire un approccio appropriato e coerente; rileva l'importanza della cooperazione tra l'UE e la NATO a tale riguardo;

12.

esprime profonda preoccupazione per le crescenti restrizioni imposte alla libertà dei media e di Internet, il rafforzamento dei controlli nei confronti dei media online, il ricorso alla coercizione per mettere un freno al giornalismo imparziale e l'erosione degli standard del giornalismo in Russia, nonché per il crescente monopolio degli organi di informazione di proprietà statale sull'informazione disponibile per il pubblico russofono all'estero; condanna il divieto di trasmissione dei canali televisivi ucraini e tatari in Crimea;

13.

rinnova la sua richiesta di potenziare le capacità di analisi e di monitoraggio della propaganda russa, soprattutto in russo, al fine di poter identificare tempestivamente le informazioni deliberatamente faziose diffuse in varie lingue dell'Unione europea e rispondervi celermente e in modo appropriato; invita la Commissione a prevedere senza indugi finanziamenti adeguati per progetti concreti volti a contrastare la propaganda russa e la disinformazione russa all'interno e all'esterno dell'Unione europea, a fornire informazioni obiettive al grande pubblico nei paesi del partenariato orientale e a sviluppare strumenti adeguati di comunicazione strategica; accoglie favorevolmente, in tale contesto, le conclusioni del Consiglio europeo del 20 marzo 2015 su un piano d'azione al fine di contrastare le campagne di disinformazione; invita la Commissione e gli Stati membri a definire inoltre un meccanismo coordinato per la trasparenza e per la raccolta, il monitoraggio e la pubblicazione di dati sull'assistenza finanziaria, politica o tecnica fornita dalla Russia a partiti politici e altre organizzazioni all'interno dell'UE, al fine di valutarne la partecipazione e l'influenza a livello della vita politica e dell'opinione pubblica nell'Unione e nel suo vicinato orientale, e ad adottare misure adeguate;

14.

è estremamente preoccupato per la recente tendenza dei media russi, controllati dallo Stato, di riscrivere e reinterpretare eventi storici del XX secolo, quali la firma del patto Molotov-Ribbentrop e i relativi protocolli segreti, nonché per il ricorso alla narrativa storica selettiva a fini di propaganda politica attuale;

15.

è profondamente preoccupato per i contatti e la cooperazione sempre più intensi, tollerati dalla dirigenza russa, tra partiti europei populisti, fascisti e di estrema destra, da un lato, e gruppi nazionalisti russi, dall'altro; riconosce che ciò rappresenta un pericolo per i valori democratici e per lo Stato di diritto nell'UE; invita a tale proposito le istituzioni e gli Stati membri dell'Unione a prendere provvedimenti contro tale minaccia rappresentata dall'emergere di un'«Internazionale nazionalista»;

16.

esprime profonda preoccupazione per il sostegno e i finanziamenti accordati dalla Russia a partiti radicali ed estremisti negli Stati membri dell'UE; ritiene che il recente incontro, a San Pietroburgo, dei partiti di estrema destra sia un insulto alla memoria dei milioni di russi che hanno sacrificato le loro vite per salvare il mondo dal nazismo;

17.

invita l'UE a sostenere progetti volti a promuovere e sviluppare elevati standard giornalistici, la libertà dei media e un'informazione imparziale e affidabile in Russia, nonché a smantellare la propaganda nell'UE e nei paesi del partenariato orientale; invita la Commissione a rendere disponibili finanziamenti sufficienti per le iniziative intese a sviluppare alternative mediatiche in lingua russa ai media russi controllati dallo Stato, al fine di fornire al pubblico russofono fonti d'informazioni credibili e indipendenti;

18.

ribadisce che il rispetto incondizionato dello Stato di diritto è un principio essenziale e fondante dell'Unione europea e chiede una sua applicazione rigorosa, rapida e incondizionata in qualsiasi caso di violazione delle regole; invita la Commissione ad applicare con la stessa determinazione il principio della concorrenza libera ed equa nel mercato unico, anche nel procedimento contro Gazprom; è del parere che l'Unione europea e i suoi Stati membri debbano porre maggiore enfasi sulla necessità che la Russia si ponga in modo costruttivo rispetto alla sua partecipazione all'OMC e rispetti pienamente gli obblighi che ne derivano, segnatamente mettendo fine a tutte le misure ingiustificate di restrizioni commerciali e garantendo un accesso non discriminatorio al suo mercato;

19.

invita la Russia a cooperare pienamente con la comunità internazionale nell'inchiesta sull'abbattimento del volo MH17 e condanna qualsiasi tentativo o decisione di concedere l'amnistia o di ritardare il processo nei confronti di coloro che sono identificati come responsabili; rinnova l'appello rivolto alla Russia affinché restituisca immediatamente i resti e tutte le scatole nere dell'aereo del governo polacco che si è schiantato a Smolensk; invita tutte le istituzioni dell'Unione europea a sollevare tali richieste in ogni contatto bilaterale con le autorità russe;

20.

invita il governo della Federazione russa a riconoscere le dimensioni e la gravità del problema della violenza e delle vessazioni nei confronti delle persone LGBTI in Russia e a impegnarsi a prendere provvedimenti per porre fine a tali abusi e ad abrogare le disposizioni della legge n. 135-FZ (la cosiddetta legge contro la «propaganda gay»), del 29 giugno 2013, che vietano la diffusione di informazioni sulle relazioni LGBTI; invita il SEAE, la Commissione e gli Stati membri dell'UE a sollevare il tema dell'omofobia e della violenza nei confronti delle persone e degli attivisti LGBTI negli incontri con i funzionari russi competenti, anche ai massimi livelli; invita il SEAE, la Commissione e gli Stati membri dell'UE, in conformità con gli orientamenti adottati dall'UE nel giugno 2013, a promuovere e proteggere l'esercizio di tutti i diritti umani da parte delle persone LGBTI, a contribuire a combattere qualsiasi forma di violenza anti-LGBTI chiedendo assistenza e indennizzi per le vittime di tale violenza, sostenendo le iniziative della società civile e del governo volte a monitorare i casi di violenza e formando il personale preposto all'applicazione della legge;

21.

in considerazione del fatto che lo sviluppo di una società civile autentica e indipendente rappresenta un arricchimento per la società, esprime profonda preoccupazione per il deterioramento della situazione dei diritti umani, inclusi i diritti di libertà di espressione, associazione e riunione e i diritti delle persone LGBTI, e dello Stato di diritto in Russia e in Crimea dopo la sua annessione illegale; condanna fermamente la continua repressione del dissenso da parte del governo, che colpisce le ONG indipendenti con la cosiddetta «legge sugli agenti stranieri», e la persistente e multiforme repressione di attivisti, oppositori politici e critici del regime; richiama in particolare l'attenzione sull'assassinio di Anna Politkovskaya, Natalya Estemirova, Boris Nemtsov, Sergey Magnitsky, Alexander Litvinenko e altri; chiede che tutti gli assassinii di attivisti politici, giornalisti e denuncianti siano indagati adeguatamente e in piena indipendenza, che i responsabili siano consegnati alla giustizia in segno di lotta incondizionata contro l'impunità e che si prendano in considerazione misure restrittive mirate qualora le indagini non siano condotte in conformità delle norme internazionali; ribadisce la sua esortazione al Consiglio di mantenere l'impegno che ha assunto di difendere questi principi e di adottare, sulla base di una proposta che dovrebbe essere presentata in tempi brevi dal Vicepresidente/Alto rappresentante, misure restrittive nei confronti dei funzionari coinvolti nel caso Magnitsky, che è ben documentato; sottolinea che l'obbligo della Russia di rispettare i diritti umani e lo Stato di diritto deriva direttamente dal suo status di membro delle Nazioni Unite, del Consiglio d'Europa e dell'OSCE;

22.

sottolinea l'importanza di continuare a fornire sostegno politico e finanziario agli attivisti indipendenti della società civile, ai difensori dei diritti umani, ai blogger, ai media indipendenti, agli accademici e alle personalità pubbliche apertamente critici e alle ONG, al fine di promuovere i valori democratici, le libertà fondamentali e i diritti umani in Russia e nella Crimea occupata; invita la Commissione a programmare un'assistenza finanziaria più ambiziosa a favore della società civile russa a titolo degli strumenti di finanziamento esterni esistenti; esorta l'Unione europea a incoraggiare i funzionari e le organizzazioni della società civile russi che abbiano tendenza a sviluppare una visione alternativa delle relazioni politiche e diplomatiche con l'UE basata sul partenariato e la cooperazione; sottolinea la necessità di promuovere, quanto più possibile, i contatti tra i popoli e mantenere, nonostante l'attuale stato delle relazioni, un dialogo e una cooperazione forti tra gli studenti e i ricercatori dell'Unione europea e della Russia, tra le società civili e le autorità locali, al fine di allentare le tensioni e di migliorare la comprensione reciproca;

23.

invita la Commissione a presentare una legislazione che assicuri la piena trasparenza del finanziamento politico e che il finanziamento dei partiti politici nell'UE sia in linea con le raccomandazioni del Consiglio d'Europa relative, in particolare, ai soggetti politici o economici al di fuori dell'UE;

24.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Servizio europeo per l'azione esterna, al governo e al parlamento della Federazione russa, nonché ai governi e ai parlamenti dei paesi del partenariato orientale.


(1)  Testi approvati, P7_TA(2012)0505.

(2)  Testi approvati, P7_TA(2013)0383.

(3)  Testi approvati, P7_TA(2014)0101.

(4)  Testi approvati, P8_TA(2014)0025.

(5)  Testi approvati, P8_TA(2015)0074.

(6)  «Protocollo sui risultati delle consultazioni del gruppo di contatto tripartito», firmato il 5 settembre 2014, e «Pacchetto di misure per l'attuazione degli accordi di Minsk», adottato il 12 febbraio 2015.

(7)  Risoluzione UNGA A/RES/68/262 sull'integrità territoriale dell'Ucraina.

(8)  Risoluzione UNSC S/RES/2202(2015).

(9)  Misure comuni verso l'abolizione del visto per i viaggi di breve durata dei cittadini russi e dell'Unione europea.


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