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Document 52005IE0530

Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Le relazioni UE-India

GU C 267 del 27.10.2005, p. 36–44 (ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, NL, PL, PT, SK, SL, FI, SV)

27.10.2005   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 267/36


Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Le relazioni UE-India

(2005/C 267/06)

Il Comitato economico e sociale europeo, in data 27 gennaio 2004, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 29, paragrafo 2, del proprio Regolamento interno, di elaborare un parere sul tema: Le relazioni UE-India

La sezione specializzata Relazioni esterne, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 14 marzo 2005, sulla base del progetto predisposto dal relatore Sukhdev SHARMA.

Il Comitato economico e sociale europeo, in data 12 maggio 2005, nel corso della 417a sessione plenaria, ha adottato il seguente parere con 145 voti favorevoli e 2 astensioni.

1.   Introduzione

1.1

La sezione specializzata Relazioni esterne ha adottato la prima relazione informativa sul tema «Relazioni UE-India» (CES 947/2000) nel dicembre 2000, alla vigilia della prima riunione della Tavola rotonda UE-India, svoltasi a Nuova Delhi nel gennaio 2001. I membri europei della Tavola rotonda appartengono al CESE, mentre quelli indiani rappresentano uno spaccato della società civile organizzata (cfr. Allegato I).

1.2

Dal momento della sua inaugurazione nel 2001, la Tavola rotonda si è dimostrata un'istituzione importante per lo sviluppo delle relazioni UE-India. Essa ha tenuto la settima riunione nel giugno del 2004 a Srinagar (Kashmir) e l'ottava in dicembre a Londra, dove si è discusso in modo franco e costruttivo di argomenti particolarmente sensibili quali il lavoro minorile e le pari opportunità fra uomini e donne sul posto di lavoro (cfr. punto. 5: Il dialogo tra la società civile dell'UE e quella indiana).

1.3

Il presente parere d'iniziativa è stato predisposto in considerazione della crescente importanza assunta dalle relazioni UE-India a partire dal 2000, che è chiaramente testimoniata da una serie di eventi del 2004.

1.4

Il presente parere d'iniziativa non si limita pertanto ad aggiornare la relazione informativa sulle relazioni UE-India del 2000, ma sottolinea anche l'esigenza che il CESE approfitti pienamente del forte sostegno politico che è stato espresso sia dalle istituzioni dell'Unione europea che dal governo indiano a favore di una più stretta cooperazione fra le società civili europee e indiana. A tal fine, il presente parere d'iniziativa evidenzia il contributo già dato dal CESE per avviare le due parti ad un dialogo concreto, e delinea l'ulteriore apporto che il Comitato potrà fornire soprattutto alla messa a punto del Piano d'azione comune per una partnership strategica UE-India, nella fattispecie tramite la Tavola rotonda.

1.5

Nel giugno del 2004 la Commissione europea ha inviato al Consiglio, al Parlamento europeo e al CESE le sue proposte articolate per una partnership strategica con l'India, reagendo così allo sviluppo, esponenziale per ampiezza e intensità, delle relazioni UE-India. La Commissione ha esortato a predisporre un Piano d'azione da approvare in occasione del sesto vertice UE-India che si terrà nel 2005.

1.6

Nel mese di agosto il governo indiano ha reagito positivamente alla comunicazione della Commissione del 16 giugno proponendo di costituire un comitato a livello ministeriale incaricato di mettere a punto tale Piano d'azione per il sesto vertice.

1.7

Nelle conclusioni adottate in ottobre il Consiglio dell'Unione europea ha accolto con favore la comunicazione «approfondita e completa» della Commissione. In tale occasione esso ha assicurato il suo pieno sostegno agli obiettivi generali della comunicazione impegnandosi a «collaborare con la Commissione per realizzarli».

1.8

Nell'ottobre 2004 il Parlamento europeo, per parte sua, ha raccomandato al Consiglio di «decidere di trasformare le relazioni UE-India in una partnership strategica», e di prendere anche le necessarie misure pratiche in tal senso.

1.9

Il quinto vertice UE-India svoltosi all'Aia nel novembre 2004 ha invitato entrambe le parti a «elaborare congiuntamente un piano d'azione e una nuova dichiarazione politica comune UE-India, basata sulla comunicazione della Commissione, sulle conclusioni del Consiglio e sul documento di risposta indiano, da approvare in occasione del sesto vertice.»

1.10

Durante la riunione svoltasi a Londra nello scorso dicembre, nelle sue raccomandazioni al vertice UE-India del 2005, la Tavola rotonda ha riconosciuto che la partnership strategica UE-India ha consentito di potenziare e ampliare il ruolo della società civile in questo contesto attraverso la tribuna rappresentata dalla stessa Tavola rotonda, ha sottolineato che la società civile deve essere parte integrante di questa nuova partnership e ha dichiarato di voler contribuire attivamente al Piano d'azione comune.

1.11

L'ampiezza del documento della Commissione e la risposta del governo indiano potrebbero far pensare che molto rimanga ancora da fare per consolidare e approfondire le relazioni UE-India. In realtà, entrambe le parti intrattengono già strette relazioni nell'ambito di una partnership che — secondo la dichiarazione del vertice — «è saldamente basata sulla condivisione di valori e convinzioni».

1.12

Visto che sia l'India sia l'Unione europea sono importanti attori sulla scena mondiale, e che entrambe condividono l'idea di un ordine mondiale fondato sul multilateralismo, la loro partnership, inizialmente basata sulla cooperazione economica e sulla cooperazione allo sviluppo, ha acquisito, nel corso degli anni, dimensioni politiche e strategiche più ampie. Il dialogo politico fra le due parti comprende ora un vertice periodico che in questi ultimi anni ha avuto cadenza annuale, incontri ministeriali annuali a livello di «troika» e, in seguito all'adozione della dichiarazione congiunta UE-India sul terrorismo del 2001, due riunioni annuali del gruppo politico di lavoro COTER («Terrorismo — aspetti internazionali») in formazione Troika, che si occupa appunto di lotta al terrorismo. Dal 2000 il meccanismo istituzionale comprende inoltre il gruppo di lavoro per gli affari consolari, due riunioni annuali di alti funzionari europei e indiani, nonché le riunioni biennali della Tavola rotonda UE-India.

1.13

Il commercio e gli investimenti sono la pietra angolare delle relazioni tra India e UE. Quest'ultima è il principale partner commerciale dell'India e la sua principale fonte d'investimenti esteri. Malgrado ciò se il volume degli scambi e degli investimenti è decisamente inferiore rispetto alle reali potenzialità, per cui gli operatori economici indiani ed europei hanno raccomandato d'intraprendere azioni in otto settori nell'ambito di un'iniziativa congiunta volta a promuovere gli scambi e gli investimenti. In base a tali raccomandazioni verrà avviato un programma in tal senso, con finanziamenti pari a 13,4 milioni di euro. Nel frattempo, l'UE e l'India hanno concluso un accordo di cooperazione doganale volto a incrementare i flussi commerciali e stanno negoziando un accordo marittimo al fine di promuovere lo sviluppo delle attività delle imprese di navigazione.

1.14

Nell'ambito delle tecnologie dell'informazione (IT), nel 2003 le esportazioni dell'India verso l'UE hanno superato i 2 miliardi di euro, pari al 20 % del volume complessivo di esportazioni di software del paese. Nel 2004 circa 900 imprese e organizzazioni indiane ed europee hanno partecipato a Euroindia 2004, il forum di cooperazione sulla società dell'informazione che si è svolto a Nuova Delhi a marzo 2004. Nel frattempo è stato avviato un dialogo sulla società dell'informazione basato sulla Dichiarazione congiunta India-Unione europea sul futuro sviluppo della società dell'informazione e delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Tale dichiarazione prevede attività di ricerca in sei settori prioritari e un dialogo approfondito sull'inquadramento normativo nell'ambito della società dell'informazione e delle comunicazioni elettroniche.

1.15

Il settore della scienza e della tecnologia si è rivelato uno degli ambiti più promettenti per la cooperazione UE-India, iniziata a metà degli anni '80. L'accordo del 2002 per la cooperazione scientifica e tecnologica rappresenta il quadro normativo per la partecipazione incrociata di scienziati indiani ed europei ai rispettivi programmi. Al tempo stesso il sesto Programma quadro di ricerca dell'UE prevede l'India tra i paesi destinatari della collaborazione internazionale.

1.16

L'India e l'UE stanno lavorando ad un progetto di accordo di cooperazione nell'ambito del programma europeo di navigazione satellitare Galileo. Considerate le capacità dell'India nel campo delle attività satellitari e della navigazione satellitare, l'accordo promuoverà la cooperazione industriale in molti settori ad alta tecnologia. L'India e l'Unione europea vantano una lunga collaborazione nell'esplorazione e nell'uso pacifici dello spazio, grazie alle rispettive agenzie spaziali (ESA e ISRO). L'UE ha intanto espresso il proprio interesse nei confronti della missione spaziale indiana senza equipaggio di esplorazione lunare, Chandrayaan-1.

1.17

Nell'ambito della cooperazione allo sviluppo si stanno delineando nuove tendenze. L'India sta diventando un attore atipico con una politica di sviluppo in evoluzione, in cui risulta sia come beneficiaria che come donatrice. Questa tendenza è emersa chiaramente nella fase successiva alla devastazione provocata dallo «tsunami», che il 26 dicembre 2004 ha colpito i paesi lambiti dall'Oceano Indiano. In quell'occasione l'India ha rifiutato gli aiuti umanitari provenienti dall'estero, anzi ha prestato assistenza su larga scala allo Sri Lanka. Come beneficiaria l'India accetta ora aiuti allo sviluppo su base bilaterale da un gruppo ristretto di paesi donatori che si è ora esteso all'Unione europea, ai paesi del G-8 e a un piccolo gruppo di piccoli paesi donatori non facenti parte del G-8, il cui sostegno viene accettato se supera i 25 milioni di USD all'anno. Per il periodo 2001-2006 l'UE si è impegnata a destinare all'India un contributo di 225 milioni di euro, di cui quattro quinti diretti alla riduzione della povertà. La cooperazione allo sviluppo si concentrerà negli Stati del Rajasthan e del Chhattisgarh e sarà in larga parte dedicata ai programmi d'istruzione e sanità.

1.18

Il CESE deve reagire efficacemente a questa serie di sviluppi politicamente significativi che si sono susseguiti durante la prima metà del 2005, nell'arco di soli sei mesi. In effetti, nella comunicazione del giugno 2004 la Commissione europea ha proposto di integrare pienamente la Tavola rotonda UE-India nel meccanismo istituzionale che regola i rapporti fra le due parti, esortando i due copresidenti a presentare al vertice alcune raccomandazioni politiche non vincolanti. Il Consiglio ha espresso sostegno per le proposte della Commissione, consistenti dell'approfondire la reciproca comprensione attraverso una maggiore cooperazione fra partiti politici, sindacati, associazioni di imprenditori, università e società civili. A sua volta, il vertice dell'Aia ha convenuto di promuovere la cooperazione fra partiti politici, sindacati, associazioni imprenditoriali, università e società civili.

1.19

Il presente parere d'iniziativa esamina anche in quale modo sia possibile accrescere l'efficacia della Tavola rotonda UE-India e utilizzare il suo sito web, il Forum Internet della società civile, sia per migliorare il funzionamento della Tavola rotonda che per raggiungere un numero sempre più vasto di organizzazioni della società civile indiane ed europee.

2.   Contributo al partenariato strategico UE-India

2.1

Nella riunione svoltasi a Londra nello scorso mese di dicembre, la Tavola rotonda ha accolto con favore l'avvio del partenariato strategico UE-India e si è impegnata a contribuire al piano d'azione comune che sarà elaborato nel 2005 in vista del sesto vertice, dichiarando l'intenzione di avanzare proposte riguardanti ambiti nei quali la società civile può fornire un reale valore aggiunto, in particolare nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio, nella promozione dello sviluppo sostenibile e nella gestione della globalizzazione. La Tavola rotonda UE-India si è pure impegnata ad analizzare in quale modo la società civile possa contribuire ad attuare la dichiarazione comune sulle relazioni culturali.

2.2

Al pari del CESE, la Tavola rotonda è ben attrezzata per contribuire al partenariato strategico UE-India. Dopo la prima riunione svoltasi a Nuova Delhi nel gennaio 2001, essa ha (1) discusso di diversi temi affrontati nella comunicazione della Commissione europea del 16 giugno e (2) formulato raccomandazioni all'indirizzo dei vertici UE-India sugli stessi argomenti. Nel corso della riunione di Londra la Tavola rotonda ha riconosciuto che il nascente partenariato strategico «offriva opportunità per potenziare e ampliare il ruolo della società civile attraverso la tribuna rappresentata dalla stessa Tavola rotonda». Nel corso della seconda riunione, svoltasi a Bruxelles nel luglio 2001, essa ha già discusso e formulato raccomandazioni su vari argomenti, fra cui la globalizzazione, gli scambi e gli investimenti, l'OMC, i diritti di proprietà intellettuale, i mass media e la cultura. Nelle successive riunioni non si è limitata ad approfondire questi argomenti, bensì ne ha ampliato il ventaglio inserendovi l'alimentazione e le attività agroalimentari in genere, i diritti umani sul posto di lavoro, lo sviluppo sostenibile e il turismo. Gli aspetti culturali già affrontati in passato saranno ulteriormente ampliati nel corso della prossima riunione, quando si discuterà anche di pluralismo culturale e religioso nelle società democratiche.

2.3

Nel corso della riunione di Londra la Tavola rotonda ha tuttavia deciso di limitarsi agli ambiti in cui la società civile può offrire un contributo ben specifico, anziché affrontare tutti gli argomenti inseriti dalla Commissione europea nel quadro del partenariato strategico. Pertanto essa concentrerà il proprio apporto negli ambiti elencati qui di seguito, che la Commissione europea considera come componenti di rilievo dell'emergente partenariato strategico.

2.3.1

Prevenzione dei conflitti e ricostruzione postconflitto: come ha sottolineato la Commissione, in questi ambiti l'India ha svolto un ruolo importante, sia attraverso le Nazioni Unite sia a livello bilaterale, per esempio in Afghanistan. Di qui la proposta di studiare in quali modi l'Unione europea e l'India possano formalizzare una cooperazione continuativa in questi ambiti. La Commissione propone anche di copatrocinare una conferenza dell'ONU sulla prevenzione dei conflitti e la gestione postconflitto e di avviare un dialogo sul contributo dell'integrazione regionale alla prevenzione dei conflitti.

2.3.2

Movimenti migratori: la Commissione rileva che la globalizzazione ha accentuato i movimenti migratori a livello internazionale determinando, da un lato, l'aumento delle rimesse degli emigrati e, dall'altro, problemi di immigrazione illegale e traffico di esseri umani. La Commissione è favorevole a un dialogo globale che, anziché limitarsi all'immigrazione legale (compresa quella per motivi di lavoro, la circolazione dei lavoratori e le problematiche dei visti), contempli anche la lotta al contrabbando e ai traffici, il rimpatrio e la riammissione degli immigrati illegali e altri temi legati ai movimenti migratori.

2.3.3

Democrazia e diritti umani: la Commissione auspica che il dialogo in corso venga esteso a temi quali l'abolizione della pena di morte, la discriminazione di genere, il lavoro minorile e i diritti sindacali, la responsabilità sociale delle imprese e la libertà religiosa. Essa è disposta a finanziare progetti in India nell'ambito dell'Iniziativa europea per la democrazia e la protezione dei diritti dell'uomo. Il Comitato giudica necessario affrontare il problema delle discriminazioni basate sul sistema delle caste.

2.3.4

Questioni ambientali: l'India e l'Unione europea dovrebbero promuovere congiuntamente la cooperazione sulle sfide ambientali globali, come le convenzioni delle Nazioni Unite sulla biodiversità, nel cui ambito potrebbe essere sviluppato un dialogo costruttivo sull'accesso equo e sulla condivisione dei benefici (ABS). L'India verrebbe invitata a organizzare un Forum ambientale UE-India con la partecipazione della società civile e delle imprese e destinato a scambi di vedute, al know-how e alle informazioni tecnico-scientifiche. Il Comitato ritiene che a breve termine la Tavola rotonda UE-India dovrebbe affrontare i problemi connessi alla politica energetica e alla sicurezza energetica.

2.3.5

Sviluppo sostenibile: la Commissione auspica che questo venga promosso attraverso il dialogo su aspetti quali l'incentivazione degli scambi di beni prodotti in modo sostenibile, l'etichettatura e la valutazione di impatto sostenibile. Essa giudica inoltre opportuno un maggiore ricorso al Centro per l'innovazione e lo sviluppo sostenibile (STIC).

2.3.6

Cooperazione allo sviluppo: l'India ha ridotto il numero dei donatori bilaterali a sei (Unione europea, Regno Unito, Germania, Stati Uniti, Giappone e Russia). Il paese è infatti diventato al contempo destinatario e donatore di aiuti allo sviluppo. Ciò nondimeno, la Commissione auspica che l'Unione europea aiuti l'India a raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio. La coesione economica e sociale potrebbe diventare una priorità sulla base dell'esperienza raccolta con i programmi di sostegno dell'Unione europea realizzati in India nei settori dell'istruzione primaria e della sanità di base. La Commissione ritiene che la cooperazione allo sviluppo dell'Unione europea debba puntare maggiormente sull'aiuto alle categorie emarginate e sostenere anche l'applicazione delle principali convenzioni dell'OIL. Per parte sua il Comitato è dell'avviso che l'India dovrebbe ratificare le tre convenzioni chiave dell'OIL cui essa non ha ancora aderito.

2.3.7

Cooperazione culturale: la Commissione intende rafforzare la cooperazione soprattutto nel settore cinematografico e musicale, organizzando una settimana culturale in concomitanza con i vertici politici ed economici. Il Comitato rileva che l'anno 2006, proclamato Anno del dialogo fra le culture, offrirebbe alla Tavola rotonda una buona occasione per occuparsi di questi aspetti.

2.3.8

Visibilità: la Commissione ritiene che l'opinione pubblica indiana debba essere informata di tutti gli aspetti dell'Unione europea, e non soltanto delle relazioni commerciali. Essa avvierà quindi un programma di ricerca per identificare i settori del pubblico da raggiungere, i messaggi più importanti da trasmettere, gli strumenti principali e il modo migliore per utilizzarli. Da un lato, gli Stati membri e il Parlamento europeo sono invitati a contribuire alle attività intese ad accrescere il prestigio dell'Unione europea in India e, dall'altra, spetterà a Nuova Delhi definire la propria strategia di comunicazione in questo campo.

2.3.9

Scambi e investimenti: come la Commissione europea sottolinea nella sua comunicazione, gli scambi e gli investimenti costituiscono una «pietra angolare delle relazioni UE-India». Diverse proposte formulate nella comunicazione affrontano pertanto questi due argomenti, a livello sia multilaterale che bilaterale. La Commissione auspica che l'Unione europea raggiunga una maggiore convergenza con l'India sui principali punti all'ordine del giorno della tornata negoziale di Doha riguardante lo sviluppo nell'ambito dei negoziati commerciali in seno all'OMC. Essa è inoltre favorevole al dialogo bilaterale sui diritti di proprietà intellettuale (DPI), ad esempio per raggiungere un'intesa comune sui TRIPS (che costituiscono appunto gli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale).

2.4

Nel capitolo della comunicazione dedicata al potenziamento della cooperazione tra le imprese la Commissione propone che l'Unione europea si adoperi per costituire una Tavola rotonda dei leader economici, e questa proposta ha ottenuto il sostegno del vertice dell'Aia. Nel frattempo, l'iniziativa comune UE-India per promuovere il commercio e gli investimenti ha consentito d'instaurare un dialogo diretto fra le imprese e i politici. Inoltre, le organizzazioni economiche e industriali indiane organizzano già un proprio vertice economico UE-India in concomitanza con il vertice politico, e presentano le conclusioni dei leader industriali ai rispettivi leader politici.

2.5

Dato che la Tavola rotonda è composta anche di esponenti delle organizzazioni imprenditoriali e datoriali, essa potrebbe valutare quale sia il miglior modo per partecipare a queste attività intraprese di concerto dai settori della vita economica indiana ed europea. Oltre a svolgere un chiaro ruolo nel rafforzare il partenariato economico UE-India sostenuto dalla Commissione, la Tavola rotonda dovrebbe incentrare il proprio apporto al piano d'azione comune sulla promozione dello sviluppo sostenibile e sulla gestione della globalizzazione, com'è stato del resto convenuto alla riunione di Londra.

2.6

Dato che fra i suoi membri la Tavola rotonda annovera anche esponenti del mondo accademico, essa potrebbe studiare il contributo più idoneo da dare ai programmi di studi di livello universitario già istituiti dalla Commissione europea, oppure ancora in preparazione, che sono citati nella comunicazione: per esempio il corso di studi europei presso la Jawaharlal Nehru University di Nuova Delhi. Un programma di borse di studio con una dotazione di 33 milioni di euro dovrebbe diventare operativo a partire dall'anno accademico 2005/2006; esso sarà collegato al programma Erasmus Mundus dell'Unione europea e sarà destinato a finanziare la partecipazione di studenti indiani a corsi post laurea nelle università europee.

3.   La società civile in India e in Europa

Che cosa s'intende per «società civile»? Secondo il Comitato si tratta di un concetto che non può comportare «altri vincoli che non siano un'adesione al sistema democratico. La società civile è un concetto che raccoglie tutte le forme d'azione sociale, di individui o di gruppi, che non rappresentano un'emanazione dello stato e che non sono da esso dirette.» (1) I suoi fautori in India concordano sul fatto che l'esistenza di una società civile comporta un'adesione al sistema democratico e può funzionare in modo efficace solo in una democrazia. Nella pratica, alcuni di coloro che sostengono le organizzazioni della società civile in India si sono ispirati ai risultati conseguiti dalla società civile in Europa e negli Stati Uniti, altri invece alla tradizione dell'attivismo sociale e politico avviata dal Mahatma Gandhi.

3.1   La società civile in India

3.1.1

La crescente importanza della società civile indiana è evidenziata dal proliferare di ogni sorta di organizzazioni di volontariato (questa è la terminologia preferita in India; il termine «organizzazioni non governative», o ONG, si è diffuso in India soltanto negli ultimi vent'anni). Una decina di anni fa si stimava che ve ne fossero tra 50 000 e 100 000 e da allora il loro numero è quasi sicuramente cresciuto. Le organizzazioni della società civile sono impegnate in un'ampia gamma di attività nell'intero subcontinente e comprendono anche organizzazioni di categoria economiche o professionali e sindacati.

3.1.2

Le organizzazioni della società civile indiana:

sono impegnate nelle tradizionali attività di sviluppo generalmente svolte dalle ONG: realizzare programmi di alfabetizzazione, gestire dispensari e cliniche, aiutare gli artigiani, ad esempio del settore tessile, a commercializzare i propri prodotti ecc. Dato che generalmente operano a livello locale, esse aiutano anche gli enti di governo ad attuare gli interventi pubblici a livello decentrato,

effettuano ricerche approfondite in modo da far pressione sul governo centrale, sui governi dei singoli stati federati e/o sugli ambienti economici,

cercano di incrementare la coscienza politica di varie categorie sociali, incoraggiandole a rivendicare i propri diritti,

assumono la rappresentanza di gruppi di interesse specifici, come i disabili, gli anziani e i rifugiati,

hanno un ruolo innovatore, in quanto sperimentano nuove strategie per risolvere i problemi sociali,

sono costituite dalle organizzazioni dei datori di lavoro, dai sindacati, dalle società mutue e dalle cooperative,

comprendono le organizzazioni degli agricoltori,

includono le organizzazioni impegnate nella lotta alla diffusione dello HIV e dell'AIDS e, infine,

contano fra le loro file degli attivisti: dagli anni 1970 in poi sono infatti sorti ampi movimenti a carattere sociale, promossi da agricoltori, donne (che richiamano l'attenzione sui loro problemi e si mobilitano per risolverli), ambientalisti (che cercano appunto d'indurre il governo ad occuparsi maggiormente delle questioni ambientali), nonché movimenti impegnati nella tutela dei diritti dei consumatori, ecc.

3.1.3

Sia le ONG che il governo sentono la necessità di operare in collaborazione soprattutto per risolvere i problemi dello sviluppo. In effetti, la commissione nazionale per la pianificazione ha più volte finanziato le organizzazioni volontarie. Il decimo (e ultimo) piano quinquennale prevede:

«I programmi devono riflettere le reali esigenze della popolazione e quindi tener conto, sul piano economico e sociale, della mentalità delle persone cui sono destinati. I cittadini devono sentire tali programmi come propri e parteciparvi attivamente. La tendenza ad aspettarsi tutto dal governo deve finire: si è in effetti constatato che i programmi che coinvolgono i cittadini sono molto più efficaci.»

3.1.4

Stando a Sayeeda Hameed, membro della commissione nazionale per la pianificazione, quest'ultima dispone anche di una «cellula» che costituisce la sua interfaccia con il settore del volontariato. Tale commissione ha ora deciso di «costituire alcuni gruppi consultivi … formati da persone provenienti da varie parti del paese che conoscono le realtà sul terreno e possono suggerire che cosa occorra cambiare e in che modo» (2).

3.1.5

Il partito del Congresso ha sempre sostenuto la società civile e probabilmente il governo di Nuova Delhi, retto da una coalizione da esso guidata, annetterà alle sue attività un'importanza maggiore di quanto non abbiano fatto i governi precedenti. Poco dopo la sua formazione, il nuovo governo ha indetto consultazioni con le organizzazioni della società civile per conoscere la loro posizione in merito al suo Programma minimo comune (CMP). In quest'ordine d'idee s'inquadra anche la costituzione del Consiglio consultivo nazionale (NAC), presieduto da Sonia Gandhi, leader del partito del Congresso. Un esponente di spicco del partito del Congresso che ha partecipato alla creazione del NAC ha affermato che «esso costituirà l'interfaccia tra il governo dell'Alleanza progressista unita (UPA) e la società civile e apporterà al processo di pianificazione nuove idee altrimenti estranee al governo» (3). Il compito del NAC, i cui 12 membri sono stati nominati dal Primo ministro Manmohan Singh, sarà quello di consigliare quest'ultimo sulle modalità di attuazione del Programma minimo comune dell'Alleanza (UPA). A differenza dei consulenti dei governi, che sono spesso funzionari o diplomatici in pensione, metà dei membri del NAC operano sul terreno nel settore non governativo (4). Per prima cosa Sonia Gandhi intende dare priorità all'agricoltura, all'istruzione, alla sanità e all'occupazione.

3.2   La società civile nell'Unione europea (5)

3.2.1

La società civile europea, rappresentata da numerose organizzazioni attive a livello locale e nazionale come anche al livello dell'UE, è dinamica quanto quella indiana, ma ha un importante vantaggio: in Europa, infatti, la società civile organizzata fa capo al Comitato economico e sociale europeo (CESE) di Bruxelles, il quale in India verrebbe definito come apex body, ossia un organo consultivo di riferimento e coordinamento. Per di più il Comitato è una delle istituzioni create con il Trattato di Roma del 1957 che ha istituito la Comunità economica europea a 6 Stati membri, oggi diventata l'Unione europea dei Venticinque (6). Attualmente il Comitato conta 317 consiglieri che provengono dai 25 Stati membri e sono nominati dal Consiglio dell'Unione europea su proposta dei rispettivi paesi. I consiglieri appartengono a uno dei tre Gruppi seguenti: Datori di lavoro, Lavoratori e Attività diverse. A norma del Trattato di Roma i membri del III Gruppo rappresentano gli agricoltori, le piccole e medie imprese, gli artigiani, i liberi professionisti, le cooperative, le organizzazioni dei consumatori, i gruppi ambientalisti, le associazioni familiari e le organizzazioni femminili, il mondo scientifico e gli insegnanti, le organizzazioni non governative (ONG), ecc.

3.2.2

Il Comitato è un organo non politico con funzione consultiva, che ha il compito di comunicare la posizione dei suoi membri alle istituzioni comunitarie dotate di poteri decisionali. In circa 14 settori il Consiglio dell'UE e la Commissione europea possono prendere decisioni solo dopo averlo consultato. Tali settori comprendono: agricoltura, libera circolazione delle persone e dei servizi, politica sociale, istruzione, formazione professionale e gioventù, sanità pubblica, protezione dei consumatori, politica industriale, ricerca e sviluppo tecnologico e ambiente. Qualora lo ritengano opportuno, il Consiglio, la Commissione e il Parlamento europeo possono consultare il Comitato anche su qualsiasi altro tema. Da parte sua, il Comitato può anche esprimere un parere su temi che ritiene importante affrontare, donde il presente «parere di iniziativa» sulle relazioni UE-India.

3.2.3

Il CESE facilita il dialogo con la società civile ben al di là delle frontiere dell'Unione europea a Venticinque. Infatti, esso partecipa attivamente al dialogo permanente con i paesi del partenariato Euromed e con i paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), cui è legato dall'Accordo di Cotonou. Il Comitato promuove anche il dialogo con la società civile dei paesi dell'America Latina, nonché dell'India (tramite la Tavola rotonda UE-India) e della Cina.

4.   Recenti sviluppi in India e nell'UE

4.1

Presentare tutti i profondi cambiamenti in corso nell'UE e in India richiederebbe diverse centinaia di pagine. Il presente documento si concentra invece sui principali sviluppi che consentiranno al Comitato di dare un contributo concreto al rafforzamento delle relazioni tra l'UE e l'India. Per quanto riguarda l'UE, i principali sviluppi sono: l'allargamento a 25 Stati membri, le misure intese a creare un'Europa più ampia mediante la politica europea di vicinato e l'attuazione della «Strategia di Lisbona», che è stata adottata dal Consiglio europeo di Lisbona nel marzo del 2000. Questa strategia, che è imperniata sullo sviluppo sostenibile, si propone di fare dell'Unione europea, entro il 2010, l'economia basata sulla conoscenza più dinamica del mondo. Un altro evento capitale è stato l'accordo sulla Costituzione europea, che dovrà essere ora ratificata dai 25 Stati membri.

4.2

L'allargamento dell'Unione europea del 1o maggio 2004 ha profondamente modificato il panorama politico ed economico europeo. Le sue conseguenze politiche saranno probabilmente maggiori di quelle economiche, se non altro perché il processo di integrazione delle economie dei 10 nuovi Stati membri è iniziato molto prima della loro adesione ufficiale nell'Unione europea il 1o maggio 2004. Con l'allargamento la popolazione dell'UE è passata da 380 a 455 milioni di abitanti: attualmente è quindi pari al 7,3 % della popolazione mondiale. Il prodotto interno lordo (PIL) è passato da 9 300 miliardi di euro a 9 700 miliardi di euro, facendo così salire il PIL dell'UE al 28,7 % del PIL mondiale. L'allargamento ha però comportato anche una diminuzione del PIL pro capite, che è sceso da 24 100 euro a 21 000 euro, e un calo degli scambi commerciali con i paesi extracomunitari, che sono passati da 2 000 miliardi a 1 800 miliardi di euro. Questo è dovuto al fatto che adesso gli scambi tra i paesi dell'UE a 15 e i 10 paesi candidati rientrano nel commercio interno dell'UE dei Venticinque.

4.3

Con l'allargamento si sono ingranditi anche i confini dell'UE. Questa aveva però iniziato a definire politiche intese a creare «una cerchia di amici» già prima dell'ampliamento. A tal fine ha ideato la politica europea di vicinato, che interessa sei paesi dell'Europa orientale (Ucraina, Moldova, Georgia, Armenia, Azerbaigian e Bielorussia), nove paesi del bacino meridionale del Mediterraneo (Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Libia, Marocco, Siria e Tunisia) e l'Autorità palestinese. Come ha ribadito il Consiglio dell'Unione europea nel giugno 2004, tale politica «si prefigge di condividere i vantaggi di un'Europa allargata con i paesi limitrofi per contribuire ad aumentare la stabilità, la sicurezza e la prosperità dell'Unione europea e dei suoi vicini» (7). A parere del Consiglio, la politica europea di vicinato comporta «un considerevole grado di integrazione economica ed una cooperazione politica via via più profonda, allo scopo di prevenire l'emergere di nuove linee di divisione tra l'Europa allargata e i suoi vicini».

4.4

Per quanto riguarda l'India, l'evento più saliente sono stati i risultati, abbastanza inattesi, delle elezioni generali di maggio, che hanno portato alla costituzione di una coalizione guidata dal partito del Congresso e retta dal premier Manmohan Singh, succeduta a quella guidata dal partito nazionale indiano (Bharatiya Janata Party, BJP) del primo ministro Atal Behari Vajpayee. L'alto tasso di partecipazione alle urne, il fatto che i dispositivi di voto elettronico siano stati utilizzati con successo in tutto il paese e il passaggio di potere a Nuova Delhi, avvenuto tranquillamente nonostante lo sconvolgimento politico causato dall'esito delle elezioni, giustificano la pretesa dell'India di essere la più grande democrazia del mondo.

4.5

La vittoria a sorpresa del partito del Congresso ha dato adito a ipotesi secondo cui qualsiasi coalizione di governo guidata dal Congresso non potrebbe durare a lungo o verrebbe obbligata dai suoi sostenitori «esterni», e in particolare dal partito comunista, a congelare le riforme. Va ricordato però che tali riforme, tra cui la soppressione dei controlli all'importazione e l'apertura dei mercati dei capitali, sono state avviate nel 1991 proprio da un governo composto dal partito del Congresso e che i loro principali artefici sono stati il nuovo Primo ministro Manmohan Singh e il nuovo ministro delle Finanze Palaniappan Chidambaram. Quest'ultimo si considera in effetti come il «ministro per gli investimenti» della coalizione guidata dal Congresso. In altri termini, le organizzazioni della società civile che rappresentano il mondo economico e finanziario, come quelle presenti alla Tavola rotonda UE-India, collaboreranno con lui per sviluppare i settori economici del paese basati sulla conoscenza.

4.6

Ciò nondimeno il governo intende dare un «volto umano» alla propria strategia economica per far uscire dalla povertà i circa 300 milioni di indiani che sopravvivono con meno di 0,75 euro (1 dollaro) al giorno: di qui i suoi sforzi per raggiungere tassi di crescita annui compresi tra il 7 e l'8 %, per aiutare i contadini, promuovere l'emancipazione, giuridica ed economica, delle donne e aumentare gli stanziamenti per la sanità e l'istruzione.

4.7

Le sfide cui deve far fronte la società civile indiana offriranno alle organizzazioni della società civile europea l'opportunità di cooperare con le loro omologhe indiane, a beneficio di entrambe le parti. Inizialmente questo avverrà tramite la Tavola rotonda UE-India, ma ben presto potrebbero essere coinvolte anche organizzazioni che intrattengono relazioni strette con i membri europei e indiani della Tavola rotonda, nonché altri membri del CESE esperti, ad esempio, in materia di sviluppo rurale, sanità e istruzione. Questa collaborazione per così dire sul terreno tra le società civili europea e indiana consentirà alla Tavola rotonda di presentare ai vertici annuali UE-India raccomandazioni di natura pratica, appunto perché basate sull'esperienza concreta.

5.   Il dialogo in atto tra la società civile dell'UE e quella indiana

5.1

Indicare il cammino da percorrere presuppone prima sapere da dove si viene. Per promuovere il dialogo con la società civile occorre anzitutto accertare qual è l'apparato istituzionale a disposizione per realizzarlo e quali sono i risultati finora ottenuti. Per il Comitato questo significa valutare il lavoro svolto finora dalla Tavola rotonda UE-India e stabilire come meglio continuare a realizzarne gli obiettivi, sempre tenendo presenti i fattori correlati, come la decisione del vertice dell'Aia di promuovere la cooperazione non soltanto fra le società civili ma anche fra partiti politici, sindacati, organizzazioni datoriali e università.

5.2

I temi discussi nelle varie riunioni della Tavola rotonda fin dal suo avvio nel 2001 sono stati elencati per dimostrare la sua credibilità come partner determinante nella messa a punto del Piano d'azione comune. Uno sguardo ai risultati delle ultime riunioni può dare un'idea della continuità dei lavori svolti dalla Tavola rotonda, della portata dei temi discussi e dell'atmosfera di fiducia in cui si svolgono i dibattiti.

5.3

Basta ricordare che nella sua sesta riunione, svoltasi a Roma, la Tavola rotonda ha formulato una serie di raccomandazioni che vanno dalle iniziative per promuovere la responsabilità sociale delle imprese, agli aiuti specifici per le PMI, alla razionalizzazione delle norme in materia di trasferimento temporaneo, all'interno dell'UE, dei cosiddetti «lavoratori della conoscenza» provenienti dall'India, al sostegno accordato dall'UE ai raggruppamenti di industrie (cluster) in alcuni settori specifici che hanno un potenziale di esportazione e promuovono lo sviluppo. Al contempo la Tavola rotonda ha nominato due relatori per valutare come meglio tener conto del punto di vista delle organizzazioni della società civile nella promozione degli scambi e dello sviluppo sostenibile.

5.4

Questo aspetto è stato discusso durante la 7a riunione della Tavola rotonda, svoltasi a Srinagar nel giugno 2004, nella quale si è convenuto che, per meglio definire la nozione di sviluppo sostenibile, la relazione finale da presentare alla 9a riunione della Tavola rotonda dovrà basarsi su esempi pratici raccolti in India e nell'UE. Nella riunione di Srinagar si è discusso anche della cooperazione tra India e UE per sviluppare il turismo, partendo dalle presentazioni del CESE e di alcuni delegati indiani della Tavola rotonda. Quest'ultima ha convenuto che le organizzazioni della società civile hanno un ruolo importante da svolgere per incoraggiare un tipo di turismo che sia sostenibile, nonché capace di favorire lo sviluppo economico e sociale e di andare a vantaggio dell'intera popolazione.

5.5

Nelle riunioni di Roma, di Srinagar e di Londra si è discusso della creazione di un Forum Internet della società civile, come raccomandato durante la riunione di Bangalore del marzo 2003. Nelle riunioni è stato sottolineato il potenziale di tale Forum quale piattaforma di discussione tra i membri indiani ed europei della Tavola rotonda e come strumento per promuovere il dialogo tra le organizzazioni della società civile in generale.

5.6

Nell'incontro di Roma si sono passati in rassegna i principali risultati finora ottenuti riconoscendo che la loro valutazione non può limitarsi a un'analisi quantitativa del numero di raccomandazioni cui è stato dato seguito, non da ultimo perché non spetta alle società civili europea e indiana applicare talune di esse. Resta il fatto che la Tavola rotonda ha effettivamente adottato raccomandazioni e strategie comuni su vari argomenti, alcuni dei quali possono essere considerati delicati, per non dire controversi. Essa ha anche messo in risalto forme di cooperazione specifiche, quali la creazione del Forum Internet, organizzato audizioni delle organizzazioni della società civile nel corso delle riunioni semestrali e promosso la cooperazione ad hoc tra il CESE e l'India, che si è manifestata ad esempio sotto forma dell'aiuto prestato dalla delegazione indiana al CESE nei suoi lavori sul sistema di preferenze generalizzate.

5.7

Dato che il 60-70 % della popolazione indiana esercita un'attività agricola, a carattere formale o informale, gli scambi di vedute alla Tavola rotonda UE-India sui temi inerenti allo sviluppo agricolo e rurale sono stati ostacolati dall'assenza di rappresentanti degli agricoltori nella delegazione indiana.

5.8

La Tavola rotonda ha esaminato i meccanismi che governano le relazioni fra datori di lavoro e lavoratori e il dialogo sociale nell'Unione europea e ha preso atto delle prassi invalse nell'Unione per quanto riguarda le parti che intervengono nel dialogo sociale, dei problemi legati alla designazione e alla rappresentatività di questi soggetti, come pure delle diverse sedi in cui tale dialogo si svolge. La Tavola rotonda ha pure esaminato l'attuale situazione per quanto riguarda i datori di lavoro e i lavoratori in India: fra l'altro, la struttura e la composizione dei sindacati, le modalità delle contrattazioni collettive, le forme giuridiche del diritto del lavoro e la posizione assunta dall'India circa le proposte volte a contemperare le norme del diritto del lavoro con il commercio internazionale. In proposito si è constatato che gran parte dei lavoratori indiani sono occupati nel cosiddetto «settore informale» (piccole imprese, lavoro autonomo, lavori occasionali) e che occorrono serie iniziative per migliorare le loro condizioni. Si è inoltre sottolineata la necessità d'impegnarsi maggiormente per assicurare la ratifica delle norme basilari dell'OIL, garantirne il recepimento nelle legislazioni e l'effettiva applicazione pratica.

6.   Un dialogo rafforzato con la società civile: il cammino da percorrere

6.1

I tempi sono ormai maturi per intensificare decisamente la cooperazione tra la società civile organizzata dell'UE dei Venticinque e quella indiana. Il vertice UE-India ha già riconosciuto l'importanza dei lavori svolti dalla Tavola rotonda. Per parte sua il governo indiano ha adottato varie decisioni intese a rafforzare la cooperazione con la società civile indiana. Nella sua comunicazione del 16 giugno la Commissione europea ha esortato a integrare pienamente la Tavola rotonda nell'architettura istituzionale e a invitare i suoi due copresidenti a partecipare alle riunioni al vertice fra l'India e l'Unione europea.

6.2

Nella sua risposta preliminare alla comunicazione della Commissione del 16 giugno il governo indiano ha segnalato che, nonostante gli sforzi profusi «a livello ufficiale per tenere il passo con i cambiamenti avvenuti in India e nell'UE, (…) resta ancora la necessità d'intensificare i contatti ad altri livelli, ad esempio fra le rispettive società civili».

6.3

È inevitabile chiedersi in quale modo la Tavola rotonda possa contribuire più efficacemente al processo di elaborazione e adozione delle decisioni, soprattutto perché i suoi membri hanno il raro privilegio d'incontrare direttamente le massime autorità politicheil primo ministro indiano e il premier dello Stato membro che ha la presidenza di turno dell'UEdurante i vertici annuali. La seconda parte del presente parere di iniziativa, intitolata «Contribuire al partenariato strategico UE-India», mostra come la Tavola rotonda possa dare un reale contributo all'elaborazione del Piano d'azione comune per un partenariato strategico. Quest'attività durerà però soltanto fino al sesto vertice UE-India, che dovrà approvare il Piano durante la propria riunione della seconda metà del 2005.

6.4

Molte raccomandazioni della Tavola rotonda ai vertici UE-India comporteranno un impegno a medio-lungo termine. L'esperienza insegna che le raccomandazioni devono anche riguardare progetti da realizzare congiuntamente fra le organizzazioni europee e indiane della società civile. L'appoggio politico agevolerebbe l'ottenimento dei finanziamenti eventualmente necessari e consentirebbe alle società civili organizzate indiana ed europea di collaborare su uno spettro più ampio di progetti (8).

6.5

Se vogliamo che la Tavola rotonda possa incidere concretamente sul processo di elaborazione e adozione delle decisioni, essa deve chiaramente inserire nel suo programma temi sul tavolo delle discussioni a livello politico, come quelli riguardanti l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e la tornata negoziale di Doha sullo sviluppo. La Tavola rotonda potrebbe conseguire maggiori risultati collaborando con il vertice economico UE-India, che è stato organizzato da due dei suoi membri (la Federazione indiana delle camere di commercio e dell'industria — FICCI — e la Confederazione delle industrie indiane — CII). Essa dovrebbe anche chiedere di essere associata alla tavola rotonda in programma fra i leader economici, che è stata proposta dalla Commissione europea.

6.6

Dato che tra i suoi membri annovera anche rappresentanti del mondo accademico, la Tavola rotonda potrebbe fornire un utile contributo al successo del programma di borse di studio a favore dell'India, con una dotazione di 33 milioni di euro, che è stato varato dalla Commissione europea nel 2005. Per parte sua il CESE potrebbe estendere le proprie iniziative riguardanti l'India, come la precedente decisione di invitare il copresidente indiano della Tavola rotonda a partecipare al seminario sull'OMC dopo Cancún.

6.7

Il moltiplicarsi dei canali di comunicazione tra funzionari e dirigenti di impresa sui temi economici non significa che i dibattiti della Tavola rotonda debbano limitarsi a questo ambito, anzi! Invece di concentrarsi sugli aspetti puramente economici, essa dovrebbe guardare anche alle implicazioni non economiche e soprattutto sociali. Questo è appunto ciò che la Tavola rotonda ha convenuto di fare in merito allo sviluppo sostenibile a Srinagar: ossia occuparsi di questo tema tenendo conto non solo degli aspetti economici della strategia di sviluppo, ma anche di quelli sociali e ambientali. Anche l'esternalizzazione dei processi industriali è un tema che si presta a tale approccio. I problemi causati dall'esternalizzazione nell'UE sono molto diversi da quelli sorti in India, ma hanno una cosa in comune: in entrambi i casi i problemi più difficili da risolvere sono quelli di carattere sociale. In altri termini, adottando un approccio olistico la Tavola rotonda potrà attribuire lo stesso peso anche ai risvolti non economici di quelle che sono considerate questioni essenzialmente economiche.

6.8

Quest'approccio modificato consentirà alla Tavola rotonda di organizzare convegni su temi sociali come complemento dei vertici economico e politico. Gli argomenti di tali convegni potranno essere scelti fra quelli già affrontati dalla Tavola rotonda, come la parità fra i generi. Altri temi potrebbero essere le implicazioni sociali dell'esternalizzazione e dell'emigrazione. I convegni in parola saranno estremamente utili allo sviluppo equilibrato della società indiana e di quelle europee.

6.9

La Tavola rotonda dovrà prestare maggiore attenzione alle questioni culturali. Potrebbe contribuire alla realizzazione della Dichiarazione congiunta UE-India sulle relazioni culturali cogliendo anche lo spirito della raccomandazione che è stata formulata da alcuni rappresentanti della società civile asiatica in occasione del vertice Asia-Europa (noto come vertice ASEM), svoltosi nel giugno del 2004 (9) a Barcellona, e che invita ad un dialogo tra le civiltà, ad un dialogo interconfessionale e tra culture. I leader dell'ASEM hanno già avviato un dialogo tra le civiltà al quale hanno partecipato i capi di Stato e di governo dell'Unione europea, ma non l'India, poiché non è un membro dell'ASEM. Nella sua risposta alla comunicazione della Commissione l'India ha dichiarato la propria disponibilità ad avviare un dialogo con l'UE sui problemi posti dall'estremismo e dal fondamentalismo religioso.

6.10

Per condurre in porto queste iniziative la Tavola rotonda dovrà instaurare contatti con un numero di organizzazioni della società civile di gran lunga superiore a quello che può essere fisicamente presente alle sue riunioni. Essa possiede comunque già lo strumento ideale a tal fine, ossia l'Internet Forum. Aprendolo ad altre organizzazioni della società civile dell'UE e dell'India, la Tavola rotonda potrà coinvolgere anche queste nei suoi dibattiti. Dato che esse sono molto numerose, inizialmente l'accesso potrà essere limitato a quelle note ai membri della Tavola rotonda. A integrazione di questi scambi sullo spazio virtuale, la Tavola rotonda continuerà a invitare le organizzazioni della società civile ai suoi incontri periodici.

6.11

L'Internet Forum consente anche ai membri della Tavola rotonda di comunicare rapidamente negli intervalli fra le riunioni semestrali, visto che i membri indiani provengono da tutti gli angoli del loro grande paese. Il Forum può servire per render note bozze di documenti, in modo da permettere ai membri di presentare le proprie osservazioni prima delle riunioni. In tal modo si favorirebbero dibattiti molto più vivaci durante gli incontri, e raccomandazioni più mirate ed efficaci da presentare ai vertici UE-India. I membri possono tenersi informati a vicenda sulle rispettive attività, migliorando così la conoscenza reciproca, se non altro a livello professionale. Con l'aumentare delle organizzazioni europee e indiane che accedono al Forum, le organizzazioni che hanno interessi comuni potrebbero utilizzare questa piattaforma per iniziare a collaborare in modo più stretto, all'inizio condividendo le esperienze, e in seguito elaborando progetti comuni.

6.12

Due altri temi ampiamente dibattuti dalla Tavola rotonda sono stati il ruolo dei media nel rafforzamento della società civile e nell'intensificazione della cooperazione culturale. La Tavola rotonda può dunque contribuire utilmente (1) agli sforzi degli Stati membri, del Parlamento europeo e della Commissione europea per migliorare l'immagine e accrescere il prestigio dell'UE in India, soprattutto fra le organizzazioni della società civile, e (2) all'inserimento, nel Piano d'azione per una partnership strategica, di un capitolo specifico sulla cooperazione culturale sulla base della Dichiarazione congiunta UE-India dell'8 novembre 2004 sulla cooperazione culturale.

7.   Conclusioni

7.1

Sia l'UE che l'India sono più che mai decise ad ampliare e approfondire la loro cooperazione. La prova più recente in tal senso è rappresentata dalla rapidità con cui la Commissione europea e la missione diplomatica indiana presso l'UE hanno iniziato a lavorare sul Piano di azione per una partnership strategica UE-India. Entrambe le parti vogliono che le rispettive società civili contribuiscano a questo processo. Il Comitato contribuisce già ad avvicinare le società civili europea ed indiana con la sua partecipazione alla Tavola rotonda UE-India, il suo sostegno finanziario al Forum UE-India su Internet e gli inviti che ha rivolto al copresidente indiano della Tavola rotonda, N.N. Vohra, affinché partecipi ad alcune attività che riguardano le relazioni UE-India.

7.2

Avendo accolto con favore la Comunicazione della Commissione europea sulla partnership strategica UE-India, il CESE deve ora contribuire attivamente alla messa a punto del relativo piano d'azione. Dalla riunione di Londra della Tavola rotonda è emerso l'impegno di «avanzare proposte riguardanti ambiti nei quali la società civile può fornire un reale valore aggiunto, in particolare nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio, nella promozione dello sviluppo sostenibile e nella gestione della globalizzazione.»

7.3

Il governo indiano ha accolto con favore l'allargamento dell'UE. Nel comunicato stampa congiunto reso noto al termine del vertice dell'Aia dell'8 novembre 2004 l'India ha manifestato la convinzione che l'approfondimento e l'ampliamento dell'UE contribuirà ad un ulteriore rafforzamento delle relazioni fra le due parti. In quanto organo consultivo che rappresenta la società civile, il CESE deve pertanto assicurare un'adeguata rappresentanza dell'UE a 25 alla Tavola rotonda, e al tempo stesso prestare maggiore attenzione alle relazioni UE-India nel quadro delle proprie attività. La Tavola rotonda UE-India può quindi diventare il modello delle relazioni del CESE con altri paesi e regioni in via di sviluppo del mondo.

Bruxelles, 12 maggio 2005

La Presidente

del Comitato economico e sociale europeo

Anne-Marie SIGMUND


(1)  Cfr. il punto 5.1 del parere del Comitato economico e sociale sul tema «Il ruolo e il contributo della società civile organizzata nella costruzione europea» (CES 851/99), adottato il 22 settembre 1999 (GU C 329 del 17.11.1999).

(2)  «Opening the Planning Commission to the people: Sayeeda Hameed», di Rajashri Dasgupta. InfoChange News and Features, settembre 2004.

(3)  «The Hindu», 26 giugno 2004. Posizioni molto simili sono state espresse nel 2001 da Jaswant Singh, ministro degli Affari esteri nel governo della coalizione guidata dal BJP, in occasione dell'inaugurazione della Tavola rotonda UE-India con Chris Patten.

(4)  Ad esempio, il professor Jean Dreze, un cittadino indiano di origine belga che ha rapporti con il dottor Amartya Sen, e due ex membri della commissione per la pianificazione: C.H. Hanumantha Rao e D. Swaminathan. Fra i membri delle organizzazioni della società civile vi sono Aruna Roy, attivista impegnata nel sociale, Jayaprakash Narayan (sanità e ambiente), Mirai Chatterjee (SEWA) e Madhav Chavan (istruzione primaria).

(5)  Un riferimento alla società civile europea può sembrare superfluo, soprattutto se limitato al Comitato economico e sociale europeo, ma per la società civile indiana è interessante sapere che i suoi partner dell'UE dispongono di un «organismo superiore cui fanno capo le organizzazioni della società civile europea.»

(6)  L'articolo 193 del Trattato di Roma, nella versione del 1957, recita: «Il Comitato è composto di rappresentanti delle varie categorie della vita economica e sociale, in particolare dei produttori, agricoltori, vettori, lavoratori, commercianti e artigiani, nonché delle libere professioni e degli interessi generali.»

(7)  Consiglio Affari generali del 14 giugno 2004: Politica europea di vicinato - Conclusioni del Consiglio.

(8)  Ne è una prova la decisione del ministro degli Affari esteri di Nuova Delhi di erogare i fondi necessari per coprire i costi operativi che l'India deve sostenere per il Forum Internet UE-India creato dalla Tavola rotonda.

(9)  The Barcelona Report. Raccomandazioni della società civile sulle relazioni Asia-Europa rivolte ai leader dell'ASEM. Instaurare relazioni fra le società civili asiatiche ed europee: consultazione informale, 16-18 giugno 2004, Barcellona, Spagna.


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