COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles, 9.9.2020
COM(2020) 493 final
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO
Relazione 2020 in materia di previsione
PREVISIONE STRATEGICA: TRACCIARE LA ROTTA VERSO UN'EUROPA
PIÙ RESILIENTE
Indice
Sintesi
1.Integrare la previsione strategica nella definizione delle politiche dell'UE
2.La resilienza, nuovo punto di riferimento delle politiche dell'UE
3.Analisi quadridimensionale della resilienza
3.1.La dimensione sociale ed economica
3.2.La dimensione geopolitica
3.3.La dimensione verde
3.4.La dimensione digitale
4. L'agenda della previsione strategica
4.1 Monitorare la resilienza
4.1.1 Prototipi di quadri operativi della resilienza
4.1.2 Attività future per il monitoraggio della resilienza
4.2 Attività orizzontali di previsione per promuovere efficaci politiche dell'UE orientate alla transizione
4.3 Agenda tematica della previsione strategica
Sintesi
Gli orientamenti politici della Presidente von der Leyen stabiliscono l'indirizzo strategico a lungo termine per completare la transizione verso un'Europa verde, digitale e giusta
. Definiscono il percorso grazie al quale l'Europa diventerà il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, sarà pronta per l'era digitale e curerà l'economia sociale di mercato e l'ordinamento democratico che la rendono unica.
La crisi della COVID-19 è uno shock a livello mondiale che ha esposto le vulnerabilità dell'UE ma anche messo in luce le sue capacità. La pandemia ha già spento le vite di circa un milione di persone nel mondo e ha causato difficoltà economiche, sociali e psicologiche. Nell'UE, essa ha esacerbato le disuguaglianze sociali ed economiche: nel 2020, nonostante le diverse reti di sicurezza, secondo le proiezioni la disoccupazione supererà il 9 % e il reddito reale disponibile diminuirà dell'1 %, colpendo in misura sproporzionata le donne e le famiglie più povere
. Gli scambi fortemente diversificati dell'UE si sono dimostrati un punto di forza, anche se la dipendenza da un numero limitato di fornitori extra-UE per l'approvvigionamento di determinati beni e servizi critici si è rivelata una vulnerabilità. L'UE e i suoi Stati membri hanno potuto contare anche sulle loro economie sociali di mercato, sui loro ecosistemi sostenibili e sistemi finanziari solidi e su un quadro di governance efficace. Il percorso da intraprendere è ora indicato dal piano di ripresa per l'Europa
: Next Generation EU è finalizzato a costruire un'Europa più sostenibile, più resiliente e più giusta mediante un sostegno finanziario su vasta scala a investimenti e riforme.
La previsione strategica svolgerà un importante ruolo ausiliare nell'adeguare la definizione delle politiche dell'UE alle esigenze future, garantendo che le iniziative a breve termine siano fondate su una prospettiva a lungo termine. Per avvalersi al massimo del potenziale di tale disciplina, questa Commissione detiene un solido mandato per porre la previsione strategica al centro della definizione delle politiche dell'UE
. La previsione strategica può contribuire a costruire l'intelligenza collettiva in maniera strutturata per tracciare meglio il percorso da compiere nella duplice transizione verde e digitale e per la ripresa dopo eventi critici. Con la presente comunicazione la Commissione espone in che modo intende integrare la previsione strategica nella definizione delle politiche dell'UE e delinea le priorità corrispondenti. Tale processo è di vitale importanza perché siamo alla soglia di una nuova era, nella quale la previsione orientata all'azione stimolerà il pensiero strategico e darà forma alle politiche ed iniziative dell'UE, tra cui i programmi di lavoro futuri della Commissione.
Il tema centrale della presente prima relazione è la resilienza, che è divenuta il nuovo punto di riferimento per le politiche dell'UE con la crisi della COVID-19. La resilienza è la capacità non solo di resistere alle sfide e farvi fronte, ma anche di attraversare le transizioni in modo sostenibile, giusto e democratico. La resilienza è necessaria in tutte le are di intervento per compiere la transizione verde e digitale salvaguardando lo scopo fondamentale dell'UE e la sua integrità in un ambiente dinamico e a tratti turbolento. Un'Europa più resiliente si riprenderà più rapidamente, emergerà più forte dalle crisi attuali e future e realizzerà meglio gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite.
La presente prima relazione annuale in materia di previsione strategica delinea in quali modi la previsione orienterà le politiche nell'obiettivo di rafforzare la resilienza dell'UE in quattro dimensioni interconnesse: sociale ed economica, geopolitica, ecologica e digitale. La relazione analizza la resilienza dell'UE in risposta alla crisi della COVID-19 nel contesto dell'accelerazione o del rallentamento delle megatendenze corrispondenti, forze trainanti di lungo periodo che eserciteranno probabilmente una grande influenza sul futuro. La presente comunicazione mostra in quali modi le politiche tese a migliorare la resilienza mediante l'attenuazione delle vulnerabilità e il rafforzamento delle capacità possono schiudere nuove opportunità in ciascuna delle quattro dimensioni. Ciò significa anche ripensare il futuro del benessere, del lavoro, dei mercati del lavoro e delle competenze professionali, riconfigurare le catene del valore globali, sostenere la democrazia, riformare il nostro sistema di scambi basato sulle regole, costruire alleanze nelle tecnologie emergenti e investire nelle transizioni verde e digitale.
La nuova attenzione per la resilienza impone un attento monitoraggio. La comunicazione propone l'adozione di quadri operativi della resilienza che, una volta sviluppati compiutamente in collaborazione con gli Stati membri e gli altri principali soggetti interessati, saranno utilizzati per valutare le vulnerabilità e le capacità dell'UE e degli Stati membri in ciascuna delle quattro dimensioni. Tale analisi può contribuire a rispondere a questa domanda: con le nostre politiche e la nostra strategia di ripresa, stiamo aumentando efficacemente la resilienza dell'UE?
L'agenda della previsione strategica comprenderà attività di previsione orizzontali ed esercizi tematici di ricerca sul futuro. Per l'anno prossimo vi sono compresi: autonomia strategica aperta, il futuro dell'occupazione e delle competenze per la transizione verde e, nel suo contesto, l'approfondimento della duplice transizione verde e digitale. Tale agenda apporterà una prospettiva dinamica di sinergie e scelte di compromesso tra gli obiettivi politici dell'UE, contribuendo in tal modo alla coerenza delle politiche unionali.
1.Integrare la previsione strategica nella definizione delle politiche dell'UE
La Commissione si avvale della previsione da molti anni, ma ora intende integrarla nella definizione delle politiche in tutti i settori. La previsione, la disciplina che esplora, prevede e orienta il futuro, contribuisce a costruire e utilizzare l'intelligenza collettiva in maniera strutturata e sistematica per pronosticare gli sviluppi futuri e prepararsi meglio ai cambiamenti. L'individuazione delle tendenze emergenti (horizon scanning), la valutazione delle megatendenze, delle questioni emergenti e delle loro implicazioni per le politiche, ma anche l'esplorazione di futuri alternativi grazie alla prefigurazione di scenari futuri e alla pianificazione per scenari, sono strumenti fondamentali per orientare le scelte strategiche in politica. La previsione strategica al servizio della definizione delle politiche dell'UE è stata elaborata inizialmente con la Cellule de Prospective del Presidente Delors. Da allora, insieme alla modellizzazione a lungo termine, tale disciplina orienta la definizione di molte politiche, tra cui l'azione per il clima. In ausilio all'ambizioso obiettivo a lungo termine di un continente climaticamente neutro pronto per l'era digitale, la Commissione von der Leyen mira a integrare la previsione strategica nella preparazione delle iniziative principali. Tale processo è già in corso: per esempio, la comunicazione sulle materie prime critiche, di recente adozione, si avvale in misura significativa della previsione
. Negli anni a venire, formare una cultura orientata al futuro nella definizione delle politiche sarà cruciale affinché l'UE rafforzi la propria capacità di operare in un mondo sempre più volatile e complesso e realizzi la propria agenda politica rivolta al futuro. Ciò garantirà che le azioni a breve termine siano motivate da obiettivi a lungo termine e permettano all'UE di essere all'avanguardia nel tracciare il proprio percorso e nel dare forma al mondo che la circonda.
La previsione strategica dovrebbe orientare le principali iniziative politiche. A tale titolo essa diventerà parte integrante del ventaglio di strumenti per legiferare meglio della Commissione, per esempio nelle valutazioni d'impatto ex ante. Ciò garantirà che le politiche dell'UE si basino su una chiara comprensione delle tendenze, degli scenari e delle sfide possibili del futuro, in particolare in aree di intervento soggette a rapidi cambiamenti strutturali. La previsione strategica sarà inoltre d'aiuto per il programma di controllo dell'adeguatezza e dell'efficacia della regolamentazione
, che individua le possibilità di ridurre l'onere normativo dell'Europa e contribuisce a valutare se la normativa esistente dell'UE è ancora "adeguata al futuro".
Un flusso regolare di attività di previsione strategica sarà di aiuto per la definizione delle politiche dell'UE. Le relazioni annuali in materia di previsione strategica contribuiranno a una riflessione inclusiva su questioni di importanza strategica per il futuro dell'Europa, analizzando le tendenze principali, definendo i temi di interesse cruciale per l'UE ed esplorando le modalità per realizzare le nostre aspirazioni (sezione 4). La redazione delle future relazioni sarà basata su cicli completi di previsione
che comprenderanno esercizi di previsione approfonditi e partecipativi riguardanti le iniziative principali e saranno finalizzati a confluire nell'annuale discorso sullo stato dell'Unione, nei programmi di lavoro della Commissione e negli esercizi di programmazione pluriennale. Avvalendosi delle risorse interne
, di esperti esterni e della collaborazione con gli Stati membri, gli altri importanti soggetti interessati e i cittadini, la Commissione amplierà le proprie capacità di previsione strategica per valutare i rischi e le opportunità, contribuire all'allarme preventivo e alla consapevolezza situazionale
ed esplorare futuri alternativi.
La previsione strategica agevolerà la governance partecipativa e orientata al futuro in Europa e altrove. La Commissione formerà una stretta collaborazione e solide alleanze in materia di previsione con le altre istituzioni dell'UE, in particolare nel contesto del Sistema europeo di analisi strategica e politica (ESPAS)
, contattando partner internazionali e istituendo una rete di previsione di portata unionale per lo sviluppo di partenariati che attingeranno alle capacità pubbliche in materia di previsione, ai gruppi di riflessione, al mondo accademico e alla società civile degli Stati membri. L'integrazione della previsione nella definizione delle politiche dell'UE deve avvenire in maniera iterativa e sistematica, sulla scorta degli approcci che si sono già dimostrati efficaci. Contribuirà a sviluppare una visione condivisa della definizione delle politiche al massimo livello politico, consentendo al tempo stesso gli incrementi di scala delle migliori prassi e mantenendo l'apertura alla sperimentazione.
2.La resilienza, nuovo punto di riferimento delle politiche dell'UE
La crisi della COVID-19 ha esposto diverse vulnerabilità nell'UE e negli Stati membri. Un'analisi degli impatti della crisi rivela, oltre al terribile numero di vittime, i gravi danni subiti dall'economia e dalla società europee. La preparazione e la prevenzione, i sistemi di allarme rapido e le strutture di coordinamento sono stati chiaramente messi a dura prova, a riprova della necessità di una gestione più ambiziosa delle crisi in caso di emergenze su vasta scala a livello dell'UE. Nei primi mesi della pandemia molti ospedali sono stati sopraffatti dagli eventi, la libera circolazione delle persone e delle merci ha subito forti restrizioni e vi sono state carenze nell'approvvigionamento di farmaci e dispositivi essenziali. La necessità di prestare cure ai pazienti affetti da COVID-19 ha ridotto la capacità del sistema di occuparsi dei pazienti non COVID-19; hanno affrontato particolari difficoltà le strutture di assistenza residenziale e i servizi di sostegno essenziale per le persone anziane e con disabilità. Scuole e università hanno dovuto chiudere in quanto molte di loro erano impreparate ad offrire alternative digitali all'apprendimento nelle aule, in particolare ai minori provenienti da contesti svantaggiati o a quelli con una disabilità. Le misure di confinamento hanno avuto un effetto sull'economia complessivamente molto più grave di quello della crisi finanziaria del 2008.
Dopo un avvio difficile, l'UE e gli Stati membri hanno unito le loro forze per affrontare la crisi. L'agilità e la leadership a tutti i livelli di governance hanno svolto un ruolo fondamentale nella nostra risposta. L'iniziale reazione automatica — competizione per le scarse risorse mediche e azioni unilaterali degli Stati membri nel mercato unico e nello spazio Schengen — si è trasmutata velocemente in una migliore collaborazione e un migliore coordinamento, facilitati dalla Commissione. L'UE ha elaborato soluzioni innovative e dimostrato le sue doti di resilienza. I produttori e le imprese dell'UE attivi nella stampa 3D
hanno rapidamente adattato le proprie linee di produzione per produrre mascherine facciali, ventilatori e igienizzante per le mani
. La Commissione ha costituito per la prima volta una riserva strategica comune di attrezzature mediche nell'ambito di rescEU e ha contribuito a rendere possibili oltre 350 voli per riportare in patria cittadini dell'UE bloccati all'estero. Dopo le iniziali restrizioni alle frontiere, che avevano causato strozzature nell'approvvigionamento, la Commissione ha attuato e coordinato le corsie verdi, che hanno consentito ai trasporti di merci di essere effettuati senza ostacoli
. L'introduzione dell'apprendimento a distanza ha compensato la chiusura delle scuole e delle università. Le società e le amministrazioni sono passate quando possibile al telelavoro. I consumatori hanno fatto maggior uso del commercio elettronico e delle consegne a domicilio. Gli Stati membri hanno disposto reti di sicurezza per proteggere le imprese e i lavoratori mentre erano in vigore le misure di confinamento. Tra aprile e maggio 2020 la Commissione ha adottato un pacchetto per una rete di sicurezza e ha emanato raccomandazioni specifiche per paese nel contesto del semestre europeo, che hanno applicato la massima flessibilità in considerazione della situazione straordinaria. Ha pubblicato anche una strategia coordinata per l'abrogazione delle misure di confinamento e un ampio piano per la ripresa
. La pandemia ha quindi anche posto in evidenza la capacità dell'Europa di agire per rispondere alle avversità.
La resilienza indica la capacità non solo di resistere alle sfide e farvi fronte, ma anche di trasformarsi in modo giusto, sostenibile e inclusivo. Alla luce della crisi della COVID-19 e dell'agenda politica orientata alle transizioni è chiaro che l'Europa deve rafforzare ulteriormente la sua resilienza e compiere un grande passo in avanti, vale a dire non solo riprendersi ma emergere rafforzata intensificando tali transizioni. L'UE deve trarre insegnamenti dalla pandemia, pronosticare gli sviluppi futuri e trovare il giusto equilibrio tra il benessere delle generazioni attuali e di quelle future
.
Le vulnerabilità e le capacità di resilienza dell'UE sono analizzate alla luce delle megatendenze pertinenti, forze trainanti di lungo periodo che molto probabilmente avranno un'influenza significativa sul futuro. Quattordici megatendenze globali sono state individuate nel Polo delle megatendenze (Megatrends Hub)
della Commissione. La sezione 3 presenta un'analisi sistematica preliminare delle vulnerabilità e delle capacità rivelate dalla crisi nell'UE e negli Stati membri, alla luce della possibile accelerazione o del possibile rallentamento di tali megatendenze a causa della crisi, come illustrato nella figura 2.1. Per esempio, la COVID-19 ha aggravato le disuguaglianze, oltre che accelerato gli squilibri in materia di iperconnettività e per quanto riguarda la demografia. L'analisi individua anche le principali opportunità per rafforzare la resilienza dell'Europa mediante interventi pertinenti.
Figura 2.1 - Impatto potenziale della COVID-19 sulle megatendenze
Le politiche orientate al futuro rafforzeranno la resilienza dell'UE con il sostegno della previsione strategica. La previsione può contribuire a pronosticare gli eventi con probabili impatti negativi al fine di rafforzare la resilienza mediante cambiamenti strutturali. La figura 2.2 rappresenta un ciclo nel corso del quale la previsione strategica può orientare le politiche tese al miglioramento della resilienza nelle dimensioni sociale ed economica, geopolitica, ecologica e digitale, tenendo conto dell'impatto della crisi sulle megatendenze pertinenti. Le politiche che si avvalgono della previsione strategica riescono in maggior misura ad attenuare le vulnerabilità e a rafforzare le capacità rivelate dalla crisi, aprendo a nuove opportunità e rendendo l'Europa più resiliente. Si tratta di un processo continuo con costanti iterazioni delle valutazioni e circuiti di feedback.
Figura 2.2 - Rapporto tra la previsione strategica e la resilienza
3.Analisi quadridimensionale della resilienza
3.1.La dimensione sociale ed economica
La dimensione sociale ed economica della resilienza si riferisce alla capacità di affrontare gli shock economici e conseguire cambiamenti strutturali a lungo termine in modo giusto e inclusivo. Significa costruire le condizioni sociali ed economiche per una ripresa orientata alle transizioni, promuovere la coesione sociale e regionale e sostenere i membri più vulnerabili della società, senza trascurare le tendenze demografiche e coerentemente con il pilastro europeo dei diritti sociali.
Capacità
La resilienza sociale ed economica dell'Europa si fonda sulla sua popolazione e sulla sua impareggiata economia sociale di mercato. Associa una forza lavoro altamente qualificata e un'economia competitiva con sistemi sociali che mirano a proteggere le persone dagli avvenimenti negativi e aiutarle ad affrontare il cambiamento. Mediante il dialogo sociale le parti sociali contribuiscono alla crescita sostenibile e inclusiva. In tutta l'Unione è garantito l'accesso all'istruzione e a misure di protezione sociale, quali le prestazioni di malattia e disoccupazione, i congedi per motivi familiari e l'organizzazione flessibile del lavoro. Tale modello, per quanto sottoposto a dura prova, ha svolto un ruolo fondamentale nell'attenuare gli effetti della crisi, per esempio salvando posti di lavoro e mantenendo aperte le imprese
. Alcuni Stati membri sono stati colpiti più duramente di altri dalla crisi, prevalentemente per la diversità delle strutture economiche e dei margini di bilancio. Gli Stati membri con i livelli più elevati di debito pubblico potrebbero, in linea generale, essere soggetti a maggiori vincoli negli interventi per attutire l'impatto della crisi. Le misure nazionali sono però state integrate da quelle a livello UE, in particolare dalle tre grandi reti di sicurezza per i lavoratori, le imprese e i governi, del valore di 540 miliardi di EUR, approvate nell'aprile 2020 dal Consiglio europeo
. Rivolto al futuro, il solido sistema di istruzione pubblica dell'UE aiuta ad acquisire le competenze necessarie a prepararsi per i lavori di domani: si tratta di un elemento fondamentale per garantire una transizione giusta verso l'economia verde e digitale.
L'Europa può contare anche sulla forza del suo mercato unico. Il mercato unico migliora la mobilità, assicura le condizioni per la prosperità dei modelli di business innovativi, semplifica le attività dei dettaglianti nelle transazioni oltre frontiera e promuove l'accesso ai beni e servizi in tutta l'UE. Le infrastrutture di trasporto, la moneta unica e la diversificazione dei settori economici sono alcuni dei fattori principali che favoriscono la resilienza economica. In tutto il mercato unico la diversità economica, regionale e sociale dota l'Unione di un vantaggio competitivo senza pari su scala mondiale e pone le basi della sua resilienza collettiva.
I forti legami dell'Europa a livello di commercio e di investimenti contribuiranno a rimettere in sesto l'economia. Secondo le proiezioni, l'85 % della crescita futura si verificherà all'esterno dell'UE; con 35 milioni di posti di lavoro in Europa che dipendono dalle esportazioni e 16 milioni dagli investimenti esteri, il commercio e gli investimenti saranno fondamentali per collegare l'Europa alle fonti di crescita esterne. Ciò è tanto più vero in quanto è probabile che la domanda si riprenda in modo asimmetrico dopo la crisi.
Il sistema finanziario dell'UE ha tratto importanti lezioni dalla crisi finanziaria del 2008. Si è dimostrato resiliente nei primi tempi della pandemia, anche grazie all'agenda di riforme finanziarie dell'UE, in particolare alla creazione dell'unione bancaria. Ora è molto più robusto con banche maggiormente capitalizzate, che possono concentrarsi sui prestiti alle famiglie e alle imprese più che nel 2008. Sono migliorate anche le possibilità di raccogliere finanziamenti sui mercati dei capitali.
Le organizzazioni collaborative e non profit rafforzano la resilienza sociale ed economica. Cooperative, mutue, associazioni non profit, fondazioni e imprese sociali hanno aiutato i servizi pubblici a far fronte alla crisi. Hanno dimostrato la propria capacità di fornire un'ampia gamma di prodotti e servizi in tutto il mercato unico in circostanze nelle quali le imprese lucrative non sarebbero riuscite a generare un'adeguata remunerazione del capitale e hanno così creato e mantenuto milioni di posti di lavoro
. Costituiscono inoltre un'importante forza motrice dell'innovazione sociale.
La solidarietà europea è fondamentale per superare le sfide collettive come la COVID‑19. La politica di coesione e il Fondo di solidarietà dell'UE svolgono un ruolo fondamentale nell'Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus, aiutando settori esposti quali l'assistenza sanitaria, le PMI e i mercati del lavoro negli Stati membri e nelle regioni più colpiti
. Lo strumento per il sostegno di emergenza, che si occupa dei finanziamenti nel contesto della tabella di marcia comune europea verso la revoca delle misure di contenimento della COVID-19, permette di attenuare le conseguenze della pandemia in modo coordinato a livello di UE.
Vulnerabilità
La crisi ha esposto le vulnerabilità sanitarie e sociali in Europa. Le strutture di assistenza residenziale e i servizi di sostegno per le persone anziane e con disabilità presentavano vulnerabilità strutturali e non erano pronti a far fronte alla diffusione del coronavirus o a combatterla. Ne hanno risentito in particolare le persone affette da malattie croniche, specialmente chi presentava un sistema immunitario indebolito o problemi respiratori. In diversi Stati membri i sistemi sanitari e l'industria farmaceutica non erano ben preparati e hanno incontrato difficoltà, tra cui carenze di dispositivi di protezione individuale e di sostanze chimiche necessarie alla produzione di medicinali. Segnatamente, l'Europa ha fatto fatica a prepararsi e coordinarsi quando sono cominciati ad apparire i primi segnali di allarme dalla Cina. È necessario pronosticare meglio i rischi sanitari e impedire la diffusione di nuove malattie infettive e delle patologie conseguenti. La COVID-19 ha distratto l'attenzione da importanti criticità sanitarie quali le malattie non trasmissibili, in particolare il cancro e l'obesità.
Le misure di confinamento hanno colpito il benessere generale. Il suo livello è sceso al valore più basso registrato in oltre 40 anni, insieme alla soddisfazione della propria vita. Nei primi sei mesi del 2020 il sentimento di solitudine in Europa si è quasi triplicato, in particolare tra i giovani e le persone anziane, e sono aumentati i problemi di salute mentale.
Sono peggiorate le disuguaglianze economiche, di genere, nelle competenze, regionali ed etniche. La COVID-19 ha aumentato il numero delle persone in stato di povertà o a rischio di povertà in Europa
. Tra coloro che hanno subito l'impatto economico della pandemia, alcuni hanno avuto difficoltà anche a procurarsi il cibo. Le minoranze razziali ed etniche presentano un rischio statisticamente superiore di contrarre il virus e di trovarsi in condizioni di insicurezza finanziaria. La crisi ha messo a nudo anche le disuguaglianze nell'accesso alle infrastrutture e ai servizi digitali, con l'allargamento del divario digitale. Gli studenti provenienti da contesti svantaggiati avevano minori possibilità di avvalersi dell'apprendimento online e i lavoratori meno qualificati erano più spesso occupati in "lavori a contatto con le persone", con un maggiore rischio di esposizione alla malattia e minori possibilità di accesso all'assistenza sanitaria. I genitori lavoratori e in telelavoro (in particolare le madri) hanno sopportato oneri aggiuntivi senza poter accedere a personale e strutture di cura dell'infanzia. I lavoratori in prima linea comprendevano una proporzione eccessiva di donne, che costituiscono il 70 % di tutto il personale sanitario e dei servizi sociali. La violenza domestica è aumentata in misura significativa
. La crisi ha anche posto in evidenza la vulnerabilità sociale ed economica dei lavoratori non cittadini dell'UE e il loro contributo cruciale alla risposta dell'Europa al coronavirus. Le difficoltà economiche e la recessione possono anche causare una maggiore esposizione alla criminalità organizzata e un aumento della corruzione.
I settori economici e le imprese sono stati colpiti duramente dalla crisi. Nel secondo trimestre del 2020, caratterizzato da misure di confinamento dovute alla COVID-19 ancora in vigore nella maggioranza degli Stati membri, il PIL destagionalizzato è diminuito del 12,1 % nella zona euro e dell'11,7 % nell'UE rispetto al trimestre precedente
. La perdita netta cumulativa di fatturato delle società dell'UE è stimata tra il 13 e il 24 % del PIL dell'UE. Un settore imprenditoriale fragile può tradursi in fallimenti di società, che possono causare danni economici duraturi tramite l'aumento della disoccupazione, la perdita di capitali e la svalutazione completa dei titoli di proprietà. I fallimenti di imprese inoltre danneggiano le reti economiche e causano arresti nelle catene di approvvigionamento internazionali. Anche le società che sopravvivono vedranno ridursi la loro capacità di investire. La crisi ha inoltre aggravato ulteriormente i ritardi di pagamento nelle operazioni commerciali
. Per le piccole imprese i ritardi di pagamento possono fare la differenza tra la sopravvivenza e il fallimento e compromettere la loro capacità di pagare i dipendenti e i fornitori, rimanere operative, produrre e crescere. Date le loro risorse limitate e la difficoltà di accesso ai capitali, le PMI possono presentare una resilienza inferiore e disporre di minore flessibilità nel gestire i costi associati a crisi quali quella della COVID-19. Gli amministratori pubblici sono stati messi a dura prova nell'erogazione dei servizi alle imprese e ai cittadini.
Il funzionamento dei mercati del lavoro ha subito interruzioni
, con imponenti perdite di posti di lavoro che potrebbero causare effetti a cascata a lungo termine. Gli Stati membri hanno capacità di intervento diverse quando si tratta di finanziare le reti di sicurezza per aiutare le persone e le imprese ad assorbire l'impatto della crisi: da ciò derivano asimmetrie che minacciano la coesione regionale e sociale. A differenza delle crisi precedenti, è stata colpita più duramente l'occupazione nel settore dei servizi, che nell'ultimo decennio è stato il motore della creazione di posti di lavoro
. Si prevede che nel 2020 andrà perso l'8 % dei posti di lavoro in Europa
, equivalente a 12 milioni di posti di lavoro a tempo pieno, senza contare gli effetti devastanti sulle forme di lavoro atipiche e sul lavoro a progetto. Aumenta così il rischio della disoccupazione strutturale e di lunga durata, che comporta la perdita di competenze della forza lavoro proprio in un frangente nel quale le competenze digitali e le altre competenze specialistiche sono cruciali per l'occupazione futura, mentre 2 europei su 5 sono carenti in alfabetizzazione digitale
. Anche per i giovani che entrano ora sul mercato del lavoro sarà più difficile trovare la prima occupazione. La pandemia ha poi colpito quando il 21 % delle persone residenti nell'UE era già a rischio di sovraindebitamento
.
L'unione bancaria è stata cruciale per resistere alle difficoltà nel breve termine, ma l'Unione economica e monetaria rimane incompleta L'importanza a lungo termine dell'Unione dei mercati dei capitali è sempre più evidente ora che si conferma imprescindibile il ruolo del finanziamento sui mercati per l'economia reale. Se le imprese hanno in generale migliori possibilità di finanziarsi sui mercati, la loro resilienza migliorerebbe con l'adozione di misure per agevolare l'accesso ai finanziamenti tramite capitale di rischio. Per costruire un futuro sostenibile l'UE ha quindi bisogno di infrastrutture dei mercati finanziari più resilienti, con mercati dei capitali di grande capacità e a largo raggio ai quali attingere in un mondo di competizione strategica.
La COVID-19 probabilmente intensificherà la tendenza in atto alla riduzione della popolazione europea. I demografi prevedono tassi di natalità ancora più bassi in Europa a causa dell'incertezza suscitata dalla pandemia e dalla recessione che le farà seguito
. Mentre la popolazione dell'Europa invecchia, le persone anziane e con disabilità sono anche le più minacciate dalla povertà e dalla COVID-19
, oltre ad essere i gruppi più isolati dalle misure di distanziamento
. Per di più le tendenze demografiche si ripercuotono sulla resilienza sociale ed economica complessiva.
Opportunità
Gli investimenti pubblici e privati sono cruciali per la resilienza sociale ed economica e per la ripresa. Devono essere coerenti con gli obiettivi dell'UE di inclusività, digitalizzazione, decarbonizzazione e sostenibilità e la previsione servirà ad elaborare una prospettiva tale da garantire il soddisfacimento di queste condizioni. Il quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e Next Generation EU promuoveranno investimenti ingenti, innovazione e convergenza economica tra gli Stati membri, con garanzie per lo Stato di diritto e assicurando il buon funzionamento del mercato unico. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza migliorerà la resilienza sociale ed economica mediante il sostegno offerto da pacchetti di investimenti e riforme.
I finanziamenti per le società, in particolare le PMI, devono soddisfare le loro esigenze attuali e quelle causate dalle transizioni di lungo termine. Per intensificare la resilienza dell'UE sarà importante agire in modo da rafforzare il settore bancario, i mercati dei capitali e i finanziamenti con capitale di rischio, anche promuovendo l'Unione dei mercati di capitali e completando l'unione bancaria. I lavoratori trarranno beneficio da tali riforme, che aumenteranno la capacità delle imprese di mantenere e creare posti di lavoro. Adattare i sistemi di protezione sociale ai mercati del lavoro, caratterizzati da spostamenti dei lavoratori tra professioni e paesi, sarà importante per mantenere l'occupazione. Saranno cruciali gli investimenti in capitale umano e innovazione, istituzioni ben funzionanti e un contesto imprenditoriale attraente.
La COVID-19 ha causato rapidi cambiamenti nei mercati del lavoro. A causa della pandemia, cambiamenti che presumibilmente avrebbero richiesto decenni, quali il telelavoro in intere organizzazioni, amministrazioni nazionali e società, o la sostituzione delle riunioni in presenza fisica con conferenze ed eventi virtuali, si sono realizzati nel giro di settimane
. Anche se parte di tali cambiamenti sarà probabilmente temporanea, essi apriranno le porte a nuove opportunità occupazionali e rafforzeranno l'integrazione del mercato del lavoro europeo. Si presenta inoltre un'occasione di ripensare e adattare le forme di occupazione e i modelli di carriera.
Scuole ed università hanno dovuto diventare virtuali quasi da un giorno all'altro, con l'apparizione di nuove possibilità di erogazione dell'istruzione e dell'apprendimento. L'iperconnettività e la cooperazione transfrontaliera tra istituti di istruzione, i nuovi approcci pedagogici e le nuove modalità di erogazione (per esempio, virtuale o mista), i progressi nelle scienze cognitive, la disponibilità delle informazioni e la maggiore attenzione per l'apprendimento continuo sono tutti fattori che contribuiscono ai mutamenti dei modelli di apprendimento e dell'accesso all'istruzione.
Lo sconvolgimento di stili di vita affermati ha intensificato il dibattito su come misuriamo il progresso e intendiamo il "benessere". Come sottolineato nella strategia annuale di crescita sostenibile 2020
, la crescita economica non è fine a se stessa. Nel dicembre 2019 la Commissione ha presentato il Green Deal europeo, la nuova strategia di crescita dell'UE tesa a trasformare l'Unione in un'economia moderna, efficiente nell'uso delle risorse e competitiva nella quale le sfide climatiche e ambientali sono convertite in opportunità. La crisi ha riacceso il dibattito su quale tipo di crescita economica sia desiderabile, su quali siano gli elementi davvero importanti per il benessere dell'umanità in un mondo di risorse finite e sulla necessità di nuovi modi di misurare il progresso, superando il concetto di crescita del PIL. L'UE è in ottima posizione per assumere un ruolo di leadership internazionale e promuovere la crescita inclusiva e l'uguaglianza, con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'ONU al centro della politica economica. Tali obiettivi possono essere considerati strumenti per aumentare la resilienza. La previsione strategica, a sua volta, contribuisce a individuare i modi migliori per conseguire tali obiettivi.
La previsione strategica può aiutare a individuare ulteriori opportunità sociali ed economiche e percorsi per portare a termine la transizione verde, digitale e giusta. Ciò comprende l'elaborazione di nuove riforme sociali e di bilancio e la verifica della loro sostenibilità sociale a lungo termine, per rinvigorire il modello dell'economia sociale di mercato dell'Europa salvaguardando il ruolo di punta dell'UE nell'economia mondiale. La previsione strategica è pertinente anche per orientare le occupazioni del futuro, individuare le nuove competenze richieste dall'economia verde e digitale e i modelli di apprendimento e di partenariato e anche comprendere la corrispondente interazione tra le nuove tecnologie, i posti di lavoro, l'istruzione e i principali soggetti interessati. Alla luce delle più ampie tendenze demografiche di alcune zone rurali, delle sfide esacerbate dalle disuguaglianze regionali e locali, della geografia del malcontento, sarà indispensabile anche una visione a lungo termine per le zone rurali che tenga presente lo sviluppo sociale ed economico, la necessità di infrastrutture, l'accesso ai servizi di base e la coesione territoriale; tale visione a lungo termine dovrebbe comprendere diverse aree di intervento e imporre un approccio integrato e coordinato a livello europeo, nazionale e regionale. Da ultimo, la previsione strategica potrebbe essere di aiuto alla riflessione su un nuovo significato dei termini progresso e benessere e sugli indicatori eventualmente più utili per misurare tali aspirazioni (sezione 4).
3.2.La dimensione geopolitica
La resilienza geopolitica è legata al rafforzamento dell'"autonomia strategica aperta" dell'Europa e del suo ruolo di leadership a livello mondiale. Essa si fonda sull'espressione dei valori dell'UE in un mondo caratterizzato da una notevole interdipendenza tra potenze concorrenti, in cui la COVID-19 ha influito sulle tendenze geopolitiche e sugli equilibri di potere. Il progressivo ripiegamento degli Stati Uniti lascia sulla scena mondiale un vuoto che altri paesi, come la Cina, sono pronti a colmare. L'UE svolge attualmente un ruolo guida nel mobilitare risorse strategiche per fornire aiuti umanitari e allo sviluppo e nel cercare di mettere a disposizione in tutto il mondo vaccini e farmaci contro la COVID-19 attraverso l'approccio "Team Europa"
.
Capacità
L'UE è considerata un partner affidabile e un leader responsabile. A fronte dei rischi di erosione e frammentazione dell'ordine mondiale, l'UE può costituire un'ancora di stabilità e un garante della pace. L'UE funge da mediatore nelle situazioni di crisi e nei negoziati sugli accordi internazionali e si avvale della sua capacità di mobilitazione per definire soluzioni globali a problemi globali. La pandemia dimostra che le sfide mondiali richiedono una cooperazione agile ed efficace a livello internazionale e soluzioni comuni. L'UE orienta attivamente la cooperazione nelle strutture di governance mondiali e la sua politica estera e di sicurezza è sostenuta da partenariati diplomatici e strategici pluridimensionali con gli attori e le regioni principali. Le priorità della politica estera e di sicurezza dell'UE sono improntate alla sua strategia globale. Consapevole dell'importanza della cooperazione in materia di sicurezza e difesa, l'UE ha istituito, tra l'altro, un Fondo europeo per la difesa e una cooperazione strutturata permanente (PESCO) e ha varato un progetto sulla mobilità militare.
La grande capacità commerciale globale dell'Europa ne rafforza il potere geopolitico e la resilienza. Da un'analisi della dipendenza commerciale per i prodotti che provengono da un numero limitato di fornitori si evince che, per quasi tutti i prodotti importati nell'UE, esistono fonti di approvvigionamento alternative. Solo l'1 % del valore complessivo delle importazioni dell'UE proviene da un unico fornitore, mentre il 10 % proviene da ben 67 fornitori alternativi, e la metà di tutti i prodotti proviene da oltre 25 fornitori di tutto il mondo. Due terzi delle importazioni dell'UE consistono inoltre in input intermedi utilizzati nei processi di produzione. L'UE è quindi in grado di utilizzare costantemente il suo peso economico e il suo potere contrattuale per promuovere accordi internazionali che tutelino i suoi cittadini.
L'UE è una potenza nel settore spaziale. La capacità critiche che ha sviluppato nel settore le offrono uno strumento geopolitico per rafforzare il proprio ruolo mondiale a livello di sviluppo tecnologico e di sorveglianza. Diversi settori economici critici si avvalgono dei servizi forniti da sistemi spaziali europei.
L'UE sviluppa la resilienza nei paesi del vicinato e nel resto del mondo. È il principale donatore mondiale di aiuti umanitari e allo sviluppo, destinati in particolare ai paesi del vicinato e dell'Africa. L'Europa sostiene i paesi partner mediante finanziamenti, formazione e miglioramenti strutturali volti a promuoverne lo sviluppo e la resilienza, contribuendo inoltre alla realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS). Attraverso il partenariato orientale, l'UE contribuisce inoltre a rafforzare la stabilità, la prosperità e la resilienza dei paesi vicini, aiutandoli a progredire nelle transizioni verde e digitale.
L'UE vanta una capacità e una tradizione di lunga data nella definizione di standard e norme internazionali. Ora deve consolidare le alleanze orientate al futuro per continuare a influire sulla definizione delle norme e degli standard internazionali affinché rispecchino i valori e gli interessi europei. Fermo restando l'impegno proattivo nei confronti delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni internazionali già dimostrato dall'UE in diverse sedi, queste alleanze assumono particolare rilievo a fronte delle pressioni crescenti esercitate da attori influenti a livello mondiale.
L'UE può utilizzare le sue capacità geopolitiche e il suo peso internazionale in modo coerente ed efficace, adesso e in futuro. L'Europa dovrà continuare a sviluppare una rete strategica di partenariati e alleanze per ridurre le dipendenze nelle catene del valore critiche, contribuire alla pace e alla stabilità nel vicinato, cercare soluzioni efficaci ai problemi mondiali e rilanciare un ordine multilaterale mondiale basato su regole, mobilitando inoltre le risorse finanziarie di cui dispone per sostenere i suoi obiettivi politici. L'UE è in una posizione di forza per orientare il sistema multilaterale di governance economica globale e sviluppare relazioni reciprocamente vantaggiose per rafforzare la sua competitività, nonché per promuovere e definire standard mondiali per le transizioni verde e digitale. Nel far questo deve promuovere i propri valori democratici e garantire la coerenza con le priorità generali in termini di sostenibilità, cambiamenti climatici, economia digitale e sicurezza.
Vulnerabilità
Il multilateralismo e il sistema finanziario mondiale subiscono pressioni sempre più forti da parte di interessi prettamente nazionali. Ai fini della resilienza geopolitica, è di fondamentale importanza preservare uno spazio per la costruzione di un consenso e un'azione comune volti ad affrontare le sfide mondiali e a tutelare i ben pubblici comuni.
Lo spostamento del potere a est e a sud è una megatendenza mondiale. Nonostante il rallentamento temporaneo dovuto alla crisi della COVID-19, è probabile che questa tendenza continuerà ad essere alimentata dal peso economico e politico crescente degli attori emergenti, sostenuto dal loro peso demografico. La graduale diminuzione della quota dell'UE nella popolazione mondiale e nel PIL globale potrebbe avere un'ulteriore incidenza sul suo peso in molti settori critici.
Il contesto della sicurezza è in costante evoluzione. Lo caratterizzano il mutamento dell'equilibrio di poteri, il maggiore ricorso alle minacce ibride, la guerra spaziale e informatica e il rafforzamento del ruolo degli attori non statali. La crisi ha inoltre accentuato ulteriormente pressioni che potrebbero portare a un conflitto. L'impatto delle misure economiche adottate in base a considerazioni politiche, come gli effetti extraterritoriali delle sanzioni o le misure protezionistiche, pone sfide supplementari per l'UE. La pandemia di COVID-19 ha evidenziato la fragilità delle infrastrutture fondamentali e la necessità di proteggerle dalle minacce fisiche e digitali. La crisi ha inoltre accentuato le vulnerabilità e le disuguaglianze nei paesi fragili e in quelli teatro di conflitti. Per promuovere una visione strategica coerente, l'UE ha bisogno di una comprensione comune del contesto di sicurezza e di obiettivi comuni. Entro la fine del 2020 l'Alto rappresentante presenterà un'analisi delle minacce e delle sfide, su cui si baserà l'elaborazione di una "bussola strategica" (Strategic Compass) sulla sicurezza e la difesa da porre in essere entro il 2022. Questo darà un contributo determinante allo sviluppo di una cultura europea comune in materia di sicurezza e di difesa, imprimerà nuovo slancio alle diverse iniziative nel campo della difesa e ne rafforzerà la coerenza.
Una gestione ordinata della migrazione continuerà a far parte delle priorità. Le cause profonde della migrazione (conflitti locali, povertà e disuguaglianze accentuate dalla crisi della COVID-19 e cambiamenti climatici) non scompariranno
,
. Affrontare queste sfide
richiederà maggiore attenzione, agilità, risorse e sforzi diplomatici integrati dall'assistenza, oltre a partenariati strategici equilibrati e "su misura" con i principali paesi terzi per trovare soluzioni sostenibili ed efficaci che consentano di gestire la migrazione.
La mancanza di unità in settori specifici della politica estera e di sicurezza è una fonte di fragilità. La forza e la credibilità dell'UE nei confronti del resto del mondo sono direttamente connesse alla sua unità e alla sua coesione interne, che derivano dalla sua diversità. In certi casi, la mancanza di unità e di coordinamento fra gli Stati membri può limitare l'efficacia e l'agilità dell'azione a livello dell'UE, consentendo alle potenze straniere di applicare strategie "divide et impera".
La crisi della COVID-19 ha messo in luce l'eccessiva dipendenza dell'Europa dai fornitori di paesi terzi di materie prime critiche
e il modo in cui le interruzioni dell'approvvigionamento possono nuocere agli ecosistemi industriali e ad altri settori produttivi. Sebbene per la maggior parte dei prodotti esistano fonti di approvvigionamento alternative, l'Europa è sempre più dipendente da un numero limitato di fornitori esterni per alcuni prodotti, componenti e materie prime critici (riquadro 3.1) e per i prodotti agricoli. Le chiusure delle fabbriche nelle zone rosse COVID-19 in Cina e nell'Italia settentrionale hanno causato l'interruzione dell'attività di stabilimenti automobilistici di tutta Europa, che hanno subito perdite equivalenti al 12,5 % della produzione totale per il 2019
. Una situazione analoga per i prodotti farmaceutici provenienti dall'India è all'origine di una carenza di medicinali generici
. Nell'aprile 2020 la produzione industriale europea era diminuita del 27 % su un periodo di 12 mesi
. L'Europa è inoltre fortemente dipendente dai paesi terzi per i componenti informatici avanzati, in particolare i microprocessori, la cui produzione nell'UE rappresenta solo il 10 % circa della produzione mondiale
. L'escalation delle tensioni mondiali rende sempre più vulnerabili le catene di approvvigionamento europee.
Riquadro 3.1: STUDIO DI CASO - Materie prime critiche
A prescindere dalle interruzioni dell'approvvigionamento durante la crisi della COVID-19, l'UE dipende in larga misura dai paesi terzi per le materie prime critiche, che sono essenziali per rimanere competitivi a livello mondiale, sia in termini economici che a livello di difesa (figura 3.1). Ridurre la dipendenza eccessiva dai paesi terzi per le materie prime critiche, come la grafite, il cobalto, il litio e le terre rare, è quindi uno degli elementi indispensabili per promuovere l'autonomia strategica aperta dell'Europa nelle tecnologie fondamentali necessarie per conseguire una società digitale e neutra in termini di emissioni di carbonio. Batterie, celle a combustibile, energia solare ed eolica e idrogeno. Con la progressiva diffusione di queste tecnologie, l'UE rischia di sostituire la sua dipendenza dai combustibili fossili con una dipendenza da una serie di materie prime, molte delle quali provengono da altri paesi. In uno scenario di forte domanda, il fabbisogno di litio dell'UE sarebbe moltiplicato per 18 entro il 2030 e per 60 entro il 2050. La figura 3.2 indica che l'estrazione globale di materie prime, comprese quelle critiche, sarà più che raddoppiata entro il 2050.
L'elevata dipendenza impone di aumentare la resilienza e la diversificazione dell'approvvigionamento, in particolare attraverso un uso migliore delle fonti interne dell'UE, la circolarità delle materie prime o l'allungamento della durata di vita dei prodotti, concentrandosi sul riutilizzo, sulla riparazione e sul riciclaggio, nonché attraverso la nostra politica commerciale strategica e la diplomazia.
Lo sfruttamento delle miniere urbane, cioè il recupero delle materie prime dai rifiuti urbani mediante il riciclaggio, potrebbe soddisfare, a termine, una parte considerevole della domanda di materie prime critiche nell'UE
. L'Europa è un leader mondiale nel campo delle infrastrutture per il riciciclaggio dei metalli e l'industria europea produce più della metà dei suoi metalli di base da fonti riciclate, contro il 19 % nel resto del mondo. Tuttavia, bisogna fare di più per garantire all'UE le risorse di cui ha bisogno per realizzare le transizioni verde e digitale.
Le stesse risorse minerarie dell'Europa sono sottosfruttate e l'UE risente di vulnerabilità in termini di trattamento, riciclaggio, raffinazione e separazione
. Ciò è dovuto al fatto che i costi di produzione sono alti rispetto ai prezzi del mercato mondiale, agli elevati standard ambientali e ai livelli attualmente bassi di accettazione da parte dei cittadini. Gli investimenti nella produzione di materie prime primarie e secondarie avrebbero effetti positivi sull'occupazione in tutte le industrie manifatturiere. Il settore dell'estrazione e della raffinazione dell'UE occupa già 3,4 milioni di lavoratori, mentre l'attività produttiva connessa rappresenta altri 25 milioni di posti di lavoro. Le riparazioni e il recupero dei materiali forniscono 2,2 milioni di posti di lavoro, una cifra in aumento. Questi investimenti potrebbero contribuire a mantenere le attuali competenze geologiche e metallurgiche di alta tecnologia e a svilupparne di nuove per promuovere la competitività mondiale dell'UE in un settore che ha un solido potenziale di crescita nel XXI secolo. Tuttavia, gli investimenti nelle capacità estrattive dell'UE non dovrebbero essere realizzati a scapito degli standard ambientali.
Figura 3.1 Rischi di approvvigionamento delle materie prime per le tecnologie fondamentali
Figura 3.2. Estrazione globale di materie prime per tipo di risorsa
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Il crollo del commercio e degli investimenti ha messo a repentaglio la prosperità e la stabilità nel mondo. Le stime prevedono una diminuzione del volume degli scambi mondiali pari al 9 % (FMI) e al 32 % (OMC) nel 2020, mentre gli investimenti esteri diretti hanno registrato nella prima metà del 2020 una contrazione del 28,2 % rispetto allo stesso periodo del 2019.
È in gioco la sovranità economica dell'Europa. Le altre potenze mondiali stanno combinando gli interessi geopolitici ed economici per accrescere la propria influenza a livello internazionale. Questo comprende il protezionismo, il controllo delle esportazioni e il ruolo internazionale delle monete. Il ruolo internazionale dell'euro si sta rafforzando, ma è ancora ben lungi dal competere con quello del dollaro statunitense. La COVID-19 ha messo in pericolo il patrimonio industriale e societario dell'Europa, creando l'esigenza di proteggere la sua sovranità economica attraverso una strategia integrata. Le insolvenze dovute alla pandemia espongono le industrie strategiche dell'UE ad acquisizioni straniere ostili, aumentando le opportunità per gli investitori esteri di acquisire attività europee strategiche, in particolare quelle connesse alle catene di approvvigionamento nei settori della sanità, della difesa e dello spazio, e infrastrutture critiche. Per tutelare le imprese e le attività critiche dell'UE, l'apertura dell'UE agli investimenti esteri deve essere bilanciata da strumenti adeguati
. Il regolamento sul controllo degli investimenti esteri diretti contribuirà a salvaguardare la sicurezza e l'ordine pubblico in Europa attraverso un meccanismo di cooperazione tra la Commissione e gli Stati membri per affrontare i problemi connessi all'afflusso di investimenti esteri diretti. Occorre inoltre affrontare la questione delle sovvenzioni estere, perché potrebbero provocare distorsioni nel mercato interno dell'UE e compromettere la parità di condizioni di concorrenza
.
La crisi ha accelerato gli attacchi dei regimi autoritari contro i sistemi democratici attraverso discorsi fuorvianti. La diffusione di informazioni false e fuorvianti e di teorie complottiste rappresenta una minaccia per la democrazia
. Le teorie complottiste riguardo alla COVID-19 e la riluttanza generale nei confronti dei vaccini continuano a mettere in pericolo la vita delle persone
. L'infodemia
è al tempo stesso la causa e la conseguenza della sempre maggiore sfiducia nei governi e nei media
e questo impone all'UE di tutelare più energicamente i valori su cui si fonda e di moltiplicare gli sforzi per difendere la democrazia e lo Stato di diritto. Le istituzioni dell'UE contribuiscono alla lotta contro le informazioni false e fuorvianti
, rafforzando quindi la resilienza democratica, elemento centrale del prossimo piano d'azione europeo per la democrazia.
Opportunità
L'evoluzione verso un mondo sempre più multipolare offre all'Europa una nuova opportunità di rafforzare il proprio ruolo nell'ordine mondiale e di guidare il rilancio delle strutture di governance multilaterali. Il processo di globalizzazione, che ha segnato temporaneamente una battuta d'arresto, ripartirà probabilmente una volta superata la crisi. Al tempo stesso, la glocalizzazione, che combina i modelli di business mondiali con una maggiore attenzione alla localizzazione della produzione, al consumo e alla tassazione, offre all'UE nuove opportunità di posizionarsi quale precursore e modello di riferimento per il resto del mondo, purché vi siano i necessari presupposti (tassazione, disponibilità di finanziamenti, standard, ecc.).
È sempre più importante instaurare una stretta cooperazione con le democrazie che condividono gli stessi principi. L'UE deve preservare l'apertura e la natura democratica del suo modello e associare i suoi partner a questi sforzi, difendendo i suoi valori fondamentali dalle ingerenze straniere. La promozione della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto deve iniziare all'interno dei nostri confini e rimanere il principio guida delle relazioni esterne dell'UE, anche per quanto riguarda le tecnologie digitali. La cooperazione e i partenariati tematici con i paesi che condividono gli stessi principi e, possibilmente, con altri paesi è un investimento nella governance e nelle iniziative multilaterali. La capacità di mobilitazione dell'UE può renderla un partner privilegiato per i paesi di tutto il mondo.
Rafforzare l'autonomia strategica aperta dell'Europa è una priorità assoluta. La crisi è un'occasione economica, sociale ed ecologica di rafforzare la resilienza dell'UE agli shock futuri e di mantenere il suo ruolo nella prossima generazione di catene del valore globali. Come indicato nel piano europeo di ripresa, si tratta di orientare la governance economica globale e di sviluppare relazioni bilaterali reciprocamente vantaggiose, proteggendoci al tempo stesso da pratiche sleali e abusive. Questo è essenziale per aiutare l'UE a diversificare e consolidare le catene di approvvigionamento mondiali nei settori critici, intensificare i rapporti con i partner, anche in Africa, rilocalizzare, se del caso, la produzione, sviluppare prodotti di sostituzione attraverso l'innovazione e aumentare le sue riserve strategiche
.
Deve inoltre essere garantito un approvvigionamento affidabile di prodotti alimentari in tutta l'UE. La Commissione continuerà quindi a monitorare la sicurezza e la competitività nel settore alimentare, valutando inoltre la resilienza del sistema alimentare e intensificando il coordinamento di una risposta europea comune alle crisi. In quanto principale importatore ed esportatore di prodotti agroalimentari, l'UE promuoverà ulteriormente la transizione globale verso sistemi alimentari sostenibili.
È di fondamentale importanza migliorare la strategia per quanto riguarda le materie prime. L'UE deve garantire un approvvigionamento sostenibile di materie prime critiche. Questo significa diversificare le catene del valore, ridurre la dipendenza, aumentare la circolarità, sostenere l'innovazione per trovare alternative e garantire condizioni di parità più verdi e socialmente responsabili all'interno e al di fuori del mercato unico. Opportunità fondamentali come l'annunciata alleanza europea per le materie prime
e la capacità di intelligence europea sulle materie prime
permetteranno di sviscerare tali questioni con l'industria e gli altri principali soggetti interessati.
Un sistema commerciale stabile e basato su regole e sulla parità di condizioni sono obiettivi fondamentali dell'UE. Solo una politica commerciale e di investimento forte è in grado di sostenere la ripresa economica post-COVID-19, creare posti di lavoro, difendere le imprese dell'UE dalle pratiche sleali all'interno e al di fuori del suo territorio e assicurare la coerenza con le priorità più ampie a livello di sostenibilità, cambiamenti climatici, economia digitale e sicurezza. La crisi attuale può essere un'occasione per guidare riforme significative dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e per costruire economie più competitive, sostenibili e resilienti. L'UE ha già varato un'iniziativa sanitaria in sede di OMS per migliorare la disponibilità e l'approvvigionamento globali dei prodotti sanitari essenziali. Ora l'UE sta riesaminando la sua politica commerciale per rafforzare la propria autonomia strategica aperta.
Le alleanze industriali possono svolgere un ruolo di primo piano in questa trasformazione, facendo in modo che gli investitori, gli enti pubblici e i partner industriali collaborino per sviluppare tecnologie strategiche. Questo approccio sta già dando risultati per quanto riguarda le batterie e l'idrogeno. In tale contesto, una serie di alleanze già esistenti o annunciate aiuterà l'Europa a guidare le transizioni verde e digitale, a mantenere la leadership industriale e a sostenere le imprese e la società europee, rafforzando nel contempo la propria resilienza.
La previsione strategica può essere utilizzata per individuare i possibili scenari relativi al ruolo dell'UE nel futuro ordine mondiale e tracciare la via migliore verso il futuro auspicato. Può agevolare un'analisi prospettica del modo in cui l'UE può avvalersi della propria influenza per sostenere le sue strategie di cooperazione e partenariato, permettendo inoltre di identificare le possibili alleanze, analizzare i vari ecosistemi e valutare i rischi, le opportunità e le future necessità delle industrie strategiche. La previsione aiuta anche a definire opzioni strategiche per combinare al meglio gli approcci all'autonomia strategica aperta, dalla diversificazione dei partner commerciali al rafforzamento delle capacità della stessa UE.
3.3.La dimensione verde
La resilienza verde consiste nel conseguire la neutralità climatica entro il 2050, contestualmente all'adattamento ai cambiamenti climatici e alla mitigazione dei loro effetti, alla riduzione dell'inquinamento e al ripristino della capacità dei sistemi ecologici di aiutarci a vivere bene entro i limiti del nostro pianeta. Questo presuppone di porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili, ridurre il nostro impatto sulle risorse naturali, preservare la biodiversità, sviluppare un'economia pulita e circolare, eliminare le sostanze tossiche dall'ambiente, modificare gli stili di vita e i modelli di produzione e consumo, realizzare infrastrutture in grado di resistere ai cambiamenti climatici, offrire nuove opportunità di vivere in modo sano, creare imprese e posti di lavoro verdi, proseguire attivamente il ripristino degli ecosistemi e salvare i nostri mari e i nostri oceani.
Capacità
Il Green Deal europeo mira a conseguire una società europea climaticamente neutra entro il 2050, rafforzando nel contempo la resilienza per adattarsi ai cambiamenti climatici, al degrado ambientale e alla perdita di biodiversità e per attenuarne l'impatto. Questi obiettivi fanno parte integrante della strategia della Commissione per l'attuazione dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e degli OSS, che implica la completa decarbonizzazione del settore dell'energia elettrica e un'elettrificazione sostanziale della domanda di energia. Occorre azzerare le emissioni legate all'uso del suolo e potenziare l'uso del suolo come pozzo di assorbimento attraverso il ripristino dell'ambiente e l'adeguamento del settore agricolo, garantendo al tempo stesso a tutti una qualità migliore della vita nell'UE in modo efficiente sotto il profilo dei costi, per promuovere un'ulteriore crescita economica e consentire all'Europa di costituire un modello di trasformazione per il resto del mondo. Per proseguire su questa via è necessario rafforzare la capacità dell'UE di sormontare la crisi e investire nella sostenibilità a lungo termine (riquadro 3.2).
Riquadro 3.2: Scenari previsionali per la strategia climatica 2050 dell'UE e pertinenza per il Green Deal
Nell'ultimo ventennio abbiamo conosciuto i diciotto anni più caldi mai registrati. Se le temperature continueranno ad aumentare anche solo al ritmo di 0,2 ºC per decennio, i danni causati ogni anno dallo straripamento dei fiumi in Europa potrebbero passare da 5 a 112 miliardi di EUR e il 16 % della zona climatica di tipo mediterraneo potrebbe diventare arido e non produttivo entro la fine del secolo. Entro il 2050 i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e l'allagamento delle zone costiere potrebbero costringere più di 140 milioni di persone a diventare migranti interni in Africa, Asia meridionale e America latina
.
La strategia dell'UE per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra presentata alla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) si basa su otto scenari con dimensioni prospettiche. I primi cinque scenari riguardano l'ambizione di mantenere l'innalzamento della temperatura ben al di sotto di 2 ºC, con l'obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell'80 % circa nel 2050 rispetto al 1990. Nel loro ambito viene esaminato un ventaglio differenziato di opzioni per la decarbonizzazione e vengono individuati i possibili compromessi: ad esempio, i percorsi il cui perno è l'elettrificazione per l'uso finale hanno bisogno anche di maggiori capacità di stoccaggio (sei volte i livelli attuali) per far fronte alla variabilità della produzione di energia elettrica, mentre in quelli che puntano maggiormente sull'idrogeno il fabbisogno di energia elettrica è più elevato perché serve anzitutto a produrre l'idrogeno. Le azioni e le tecnologie contenute nei cinque scenari della prima categoria sono state raggruppate in un sesto scenario (COMBO). Si ottiene così una riduzione netta delle emissioni di gas a effetto serra di quasi il 90 % nel 2050 rispetto al 1990, facendo un uso limitato delle tecnologie a emissioni negative e senza modificare le preferenze dei consumatori.
Gli ultimi due scenari esaminano ciò di cui l'UE ha bisogno per azzerare le emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050, dando così il suo contributo agli sforzi profusi a livello mondiale al fine di conseguire l'obiettivo dell'accordo di Parigi di limitare l'aumento della temperatura a 1,5° 00C rispetto ai livelli preindustriali. Il settimo scenario riguarda la cattura e lo stoccaggio del carbonio, mentre l'ottavo scenario presuppone che i modelli di business e di consumo dell'UE diano un impulso a un'economia più circolare. Quest'ultimo scenario comprende il proseguimento della tendenza verso diete a minore intensità di carbonio, l'economia della condivisione nel settore dei trasporti, il ricorso a modi di trasporto più sostenibili e un uso più razionale della domanda di energia per il riscaldamento e il raffreddamento.
Gli scenari illustrano il ventaglio di opzioni per mobilitare le tecnologie esistenti e nuove in tutti i settori economici affinché l'Europa diventi climaticamente neutra entro il 2050. Mentre prosegue il lavoro sugli scenari per contribuire all'elaborazione della politica climatica, la transizione verde richiede la partecipazione di tutti. Il Green Deal europeo ha definito un'agenda trasformativa che sancisce l'impegno a integrare la sostenibilità in tutte le politiche dell'UE e a garantire una transizione giusta ed è imperniata sui seguenti elementi:
1.rendere più ambiziosi gli obiettivi dell'UE in materia di clima per il 2030 e il 2050,
2.garantire l'approvvigionamento di energia pulita, economica e sicura,
3.mobilitare l'industria per un'economia pulita e circolare,
4.costruire e ristrutturare in modo efficiente sotto il profilo energetico e delle risorse,
5.accelerare la transizione verso una mobilità sostenibile e intelligente,
6.dal produttore al consumatore: un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell'ambiente,
7.preservare e ripristinare gli ecosistemi e la biodiversità,
8."inquinamento zero" per un ambiente privo di sostanze tossiche.
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L'UE può sfruttare il suo potere normativo, specialmente in campo ambientale, per promuovere l'applicazione degli standard più elevati favorendo così la sostenibilità competitiva. Negli ultimi decenni l'azione dell'UE ha migliorato notevolmente non solo la qualità dell'ambiente in Europa, ma anche le condizioni di vita dei cittadini. Altri paesi si sono ispirati agli standard ambientali dell'UE in un gran numero di settori. L'UE è stata la prima regione del mondo ad adottare una normativa vincolante per sancire gli obiettivi in materia di clima ed energia e diventare un'economia altamente efficiente dal punto di vista energetico e climaticamente neutra.
L'UE è un leader mondiale nella transizione verso un'economia pulita e circolare. I consumatori europei sono chiamati a dare un contributo importante a tal fine. Stando al piano d'azione per l'economia circolare
, il sostegno dell'UE dovrebbe essere destinato alle catene del valore prioritarie, tenendo conto dei settori e dei modelli di business che possono creare posti di lavoro
. Gli investimenti nell'economia circolare e i relativi strumenti strategici (progettazione ecocompatibile, etichettatura energetica, appalti pubblici verdi, modelli di business circolari basati sulle tecnologie digitali, sistema di ecogestione e audit, ecc.) contribuiranno a ridurre l'impronta ambientale e climatica complessiva.
Le industrie all'avanguardia dell'UE stanno dimostrando l'importanza della produzione e dei servizi puliti, biologici e circolari quali fattori di competitività e crescita. Molte industrie europee stanno diventando leader mondiali grazie ai miglioramenti dell'efficienza delle risorse, all'adozione di nuovi modelli di business circolari, a una produzione più pulita, all'ecoinnovazione e allo sviluppo di mercati verdi. L'obiettivo della Commissione è garantire la massima coerenza e sinergia tra le politiche in materia di clima, energia e industria
. Al di là dei provvedimenti adottati per punire chi inquina, questo richiede la definizione di un quadro che permetta di evitare l'inquinamento e di migliorare l'efficienza dell'energia e dei materiali. Il sostegno dell'UE a una bioeconomia sostenibile mira inoltre a trasformare la base agricola e industriale dell'Europa mediante la creazione di nuove catene del valore a base biologica e processi industriali più ecologici e più efficaci dal punto di vista dei costi, migliorando al contempo lo stato complessivo delle nostre risorse naturali e dei nostri ecosistemi. Le bioindustrie potrebbero creare un milione di nuovi posti di lavoro entro il 2030.
Investendo massicciamente a sostegno della ripresa si promuoverà la transizione verde. Per progredire verso una società climaticamente neutra e un'economia sostenibile in termini ambientali bisogna mettere insieme le fonti di finanziamento a tutti i livelli. Il bilancio e il pacchetto per la ripresa dell'UE, che comprendono anche strumenti specifici come il piano di investimenti per un'Europa sostenibile
e il Fondo per l'innovazione, intendono mobilitare nel prossimo decennio risorse private e pubbliche per realizzare gli investimenti ambientali e sociali connessi alla transizione sostenibile
. La Commissione sta inoltre preparando una strategia rinnovata in materia di finanza sostenibile per creare opportunità di investimento sostenibili e migliorare la gestione dei rischi legati alla sostenibilità. Come annunciato dal Consiglio europeo, il 30 % dei 1 820 miliardi di EUR concordati nell'ambito del quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e di Next Generation EU sarà destinato alla spesa connessa al clima. I finanziamenti devono basarsi, in tutti i settori, sul principio del "non nuocere". Il meccanismo per una transizione giusta, compreso il Fondo per una transizione giusta, sosterrà gli Stati membri e le regioni maggiormente interessati dalla transizione verso la neutralità climatica.
L'economia blu dell'Europa dà un contributo considerevole alla resilienza. Preservare gli ecosistemi marini è essenziale per il futuro dei settori economici marittimi. Oltre ad essere una fonte di risorse naturali per l'economia, gli oceani e i mari europei forniscono habitat per la vita marina, sequestro del carbonio, energia rinnovabile e protezione delle coste contro i cambiamenti climatici.
Vulnerabilità
I cambiamenti climatici stanno aumentando, anche in Europa, la frequenza e l'intensità dei fenomeni meteorologici estremi. L'aumento della temperatura media mondiale cela effetti ancora più estremi a livello regionale, che vanno da incendi boschivi senza precedenti a ondate di calore sopra il Circolo polare artico fino a periodi di siccità sempre più devastanti nella regione del Mediterraneo, e dall'accelerazione dell'erosione costiera sulla costa atlantica a inondazioni più gravi e foreste decimate nell'Europa centrale e orientale. Lo scotto da pagare è terribile: dalle recenti proiezioni emerge che l'esposizione dell'economia dell'UE a un riscaldamento globale di 3°C provocherebbe una perdita annua supplementare di almeno170 miliardi di EUR (1,36 % del PIL) e costerebbe decine di migliaia di vite umane.
A causa dei nostri modelli attuali di produzione e consumo, le persone e l'ambiente sono sempre più esposti all'impatto di sostanze pericolose. L'inquinamento chimico incide sulla salute e sulla risposta anticorpale ai vaccini, aumentando la morbilità e la mortalità legate alle malattie trasmissibili. Il mondo non è sulla buona strada per conseguire l'obiettivo concordato di una sana gestione dei prodotti chimici e dei rifiuti, la produzione chimica mondiale è destinata a raddoppiare entro il 2030 e, in assenza di misure ad hoc, le ripercussioni sulle persone e sull'ambiente saranno accentuate. Nel Green Deal europeo la Commissione si è impegnata a progredire verso un ambiente privo di sostanze tossiche. Questo ambizioso obiettivo richiederà tuttavia uno sforzo comune da parte di tutti gli attori della società per promuovere un'effettiva transizione verso prodotti chimici sicuri e sostenibili, così come un rinnovato impegno a livello mondiale.
Il livello meno elevato degli standard di protezione ambientale e dei costi connessi nei paesi terzi potrebbe causare lo spostamento di un certo numero di attività e rifiuti inquinanti al di fuori dell'UE, aumentando i rischi di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio. Inoltre, non sempre vengono adottate misure efficaci per impedire le esportazioni di rifiuti tossici e inquinanti nei paesi terzi. Al tempo stesso, con la crisi economica causata dalla COVID-19 queste pratiche rischiano di intensificarsi, perché i paesi cercano di stimolare la crescita a tutti i costi. L'UE dovrebbe promuovere i propri valori e standard a livello internazionale, un aspetto di fondamentale importanza per tutelare le sue norme ambientali, le sue industrie, i suoi lavoratori e i suoi consumatori. Se non lo farà, l'UE subirà probabilmente un'ulteriore perdita di competitività accompagnata da una mancata riduzione delle esportazioni commerciali nei settori inquinanti, ottenendo invece vantaggi comparativi nei settori industriali meno inquinanti.
Il sempre maggiore sfruttamento delle risorse naturali, rinnovabili e non, non può continuare a lungo termine, perché mette a repentaglio le prospettive di un futuro sviluppo sostenibile. La perdita di biodiversità sulla terraferma e in mare, l'aumento dei costi di estrazione dei minerali, l'inquinamento del suolo, dell'acqua e dell'aria
e le emissioni costanti di gas a effetto serra dovute a livelli non sostenibili di consumo di materie prime, energia, acqua e prodotti alimentari e di uso del suolo minacciano la sussistenza a lungo termine di milioni di persone, anche in Europa. Malgrado l'allentamento temporaneo della pressione sulla natura conseguente alla recessione economica dovuta alle misure di confinamento, in futuro la sfida consisterà nel dissociare la crescita e il benessere dal consumo di risorse naturali e dal relativo impatto ambientale a lungo termine.
A quanto pare la COVID-19 si è diffusa più rapidamente nelle zone urbane più densamente popolate e nei quartieri poveri. Oltre il 70 % della popolazione europea vive nelle città, una percentuale che, secondo le previsioni, supererà l'80 % entro il 2050
. I 36 milioni di nuovi abitanti delle città avranno bisogno di alloggi, posti di lavoro e cure mediche, aumentando quindi la pressione sulle infrastrutture urbane. Da un lato, la densità di popolazione facilita la diffusione delle malattie; dall'altro, nelle zone urbane esistono capacità che mancano ancora in alcune delle loro controparti rurali, come la vicinanza alle strutture sanitarie e le infrastrutture digitali.
La COVID-19 illustra particolarmente bene il nesso tra sviluppo umano e ambiente. Le pandemie contemporanee come la COVID-19 e quelle precedenti, come l'AIDS o Ebola, trovano origine nell'usurpazione degli habitat naturali da parte dell'uomo e nella distruzione degli ecosistemi. Questo è dovuto alla criminalità ambientale (disboscamento, commercio di specie esotiche, ecc.), ad alcune forme di agricoltura, all'estrazione mineraria e all'urbanizzazione, conseguenza di stili di vita ad alta intensità di risorse.
Opportunità
Il rapido miglioramento di alcuni parametri ambientali a seguito del confinamento ha dimostrato quanto la natura possa essere resiliente. Le soluzioni basate sulla natura
, come le iniziative per gli spazi verdi e i piani di ripristino della natura, possono contribuire alle riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra efficaci sotto il profilo dei costi che dovranno essere attuate entro il 2030, oltre a produrre numerosi vantaggi collaterali quali la protezione dalle inondazioni, il rinfrescamento durante le ondate di calore e l'uso a scopo ricreativo. Inoltre, la riduzione dell'inquinamento migliora notevolmente la salute umana
. Per la prima volta dagli anni '70 è slittata la data in cui avremo consumato le risorse del pianeta al di là del tasso di sostenibilità globale. Pur essendo in gran parte destinate ad avere breve durata, le riduzioni dell'inquinamento legate al confinamento consentono di guidare transizioni verdi economicamente sostenibili a più lungo termine e di promuovere modelli di consumo più sostenibili per garantire salute e prosperità.
Un uso più limitato delle risorse primarie nell'ambito di un'economia circolare produce effetti positivi per l'ambiente e l'economia. Questo comprende le misure per l'uso efficiente delle risorse, l'uso sostenibile delle risorse rinnovabili, i modelli di business circolari e la strategia per i prodotti. Il nuovo piano d'azione per l'economia circolare ribadisce l'importanza di questi fattori per la realizzazione dei nostri obiettivi in materia di clima attraverso la riduzione dell'impronta ambientale, delle emissioni di gas a effetto serra e di altre sostanze nocive e della perdita di biodiversità. Tali fattori sono inoltre essenziali per offrire opportunità commerciali all'UE, agevolare l'accesso al mercato e ridurre la nostra dipendenza dai paesi terzi per le materie prime.
La COVID-19 ha dimostrato quanto sia fondamentale rafforzare la resilienza delle zone urbane. Queste costituiscono poli di innovazione importanti e sono indispensabili per sfruttare al meglio la transizione verde, il che richiede una governance più partecipativa e un impegno collettivo per garantire un futuro più equo e sostenibile. La cooperazione fra le istituzioni e le città dell'UE e fra le città partner di tutto il mondo può contribuire in misura considerevole a rendere l'Europa un punto di riferimento a livello internazionale per individuare, sperimentare e mettere in atto soluzioni alle sfide attuali e future delle città, comprese quelle connesse ai cambiamenti climatici. Ad esempio, la riconversione per altri usi di spazi quali gli uffici o i siti dismessi offre ampie opportunità di riportare la natura nelle città e migliorare il benessere delle persone in ambiente urbano, anche ripensando i comportamenti in termini di mobilità e consumo. La previsione strategica può essere utilizzata per analizzare e individuare gli ambiti che possono prestarsi a innovazioni dal basso e soluzioni ai problemi delle città, mettendo quindi i diretti interessati in contatto con gli innovatori, gli investitori e le start-up.
Riquadro 3.3: STUDIO DI CASO - Posti di lavoro verdi
La preservazione e il ripristino della qualità ambientale sono aspetti centrali di molti mestieri del futuro. Si tratta di impieghi nei settori dell'agricoltura, della (ri)fabbricazione, della costruzione, della ricerca e sviluppo, dell'amministrazione e dei servizi che comprendono, ad esempio, la produzione e la distribuzione sostenibili di generi alimentari, l'edilizia verde ed efficiente, la qualità e la rigenerazione dell'acqua, la progettazione ecocompatibile, la silvicoltura, l'estrazione mineraria urbana e dalle discariche, la riparazione e il riciclaggio delle materie prime, i prodotti farmaceutici, la mobilità e i trasporti a basse emissioni, l'energia rinnovabile, l'acidità degli oceani e la gestione dell'impronta ambientale. La natura limitata delle risorse e la necessità di migliorare l'efficienza trasformeranno molte professioni, introducendo nuovi modelli di business e rendendo necessarie nuove competenze.
Le nostre politiche ambientali contribuiscono a una trasformazione strutturale del mercato del lavoro. Secondo alcune analisi, una parte consistente dei posti di lavoro nell'UE potrebbe evolversi in modo tale da contribuire a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e da contrastare il degrado ambientale. I posti di lavoro nelle industrie altamente inquinanti rappresentano solo una piccola percentuale dell'occupazione nell'UE ed esistono numerose possibilità di impiego connesse alla riduzione dell'impatto di queste industrie La stessa ecoindustria, che contribuisce direttamente ad attenuare il danno ambientale, sta diventando una fonte considerevole di nuovi posti di lavoro
. L'incremento della produttività dei materiali (cioè l'uso efficiente delle risorse) promuove inoltre l'intensità del lavoro e i prodotti con un valore aggiunto, aumentando quindi le opportunità occupazionali. L'Europa svolge già un ruolo guida nell'innovazione volta a migliorare la produttività dei materiali, ma permangono inefficienze sistemiche e a livello delle singole imprese.
Il settore verde può creare milioni di posti di lavoro. L'ecoindustria, che ha registrato dal 2000 una crescita del 20 %, fornisce circa 4,2 milioni di posti di lavoro in Europa, con un fatturato di oltre 700 miliardi di EUR. In presenza di politiche appropriate, il passaggio a un'economia più verde potrebbe creare nel mondo 24 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2030 secondo l'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO)
, che prevede anche la perdita di 72 milioni di posti di lavoro a tempo pieno entro il 2030 a causa dello stress da calore e degli aumenti delle temperature.
La ripresa dalla crisi della COVID-19 suggerisce che l'impatto delle politiche occupazionali "verdi" potrebbe essere nettamente superiore. Visto il numero di persone senza lavoro, orientando i piani di ripresa verso la transizione verde si potrebbero creare molti più posti di lavoro verdi del previsto.
La creazione di posti di lavoro legati alle politiche sui cambiamenti climatici contribuirà ad un aumento più inclusivo dell'occupazione, contrastando le tendenze che possono accentuare le disuguaglianze sul mercato occupazionale, come l'automazione, la robotica e l'intelligenza artificiale. Si prevede che, con la progressiva elettrificazione dell'industria, dei trasporti e di altri servizi, l'occupazione nel settore dell'energia elettrica crescerà del 25 % entro il 2050. Sempre secondo le stime, i posti di lavoro legati all'energia rinnovabile nell'UE saliranno a 2,7 milioni, pari all'1,3 % dell'occupazione nell'UE, entro il 2050.
Un'effettiva riqualificazione "verde", specialmente per l'ambiente edificato e i servizi, può proteggere i posti di lavoro del ceto medio. Ciò vale anche per la rifabbricazione, il riutilizzo, la riparazione e il riciclaggio. La produzione di energia e i settori ad alta intensità energetica, come l'acciaio, il cemento, la costruzione automobilistica, i macchinari e i prodotti chimici, dovranno inoltre passare, nell'ambito della transizione, a nuovi processi di produzione, che richiederanno anch'essi nuove competenze.
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La previsione strategica può contribuire a una riflessione partecipativa sui fattori di cambiamento, sui comportamenti individuali e collettivi e sulle ipotesi in merito al futuro. Nell'immediato, può aiutarci a capire i futuri cambiamenti strutturali del mercato occupazionale nell'ambito della transizione verso una società climaticamente neutra entro il 2050. Questo contribuirà a orientare la riqualificazione delle persone che hanno perso il lavoro durante la crisi della COVID-19, o che potrebbero perderlo a causa dell'accelerazione dell'evoluzione tecnologica e dell'automazione. La previsione permette inoltre di individuare i possibili nuovi sviluppi, comprese le tecnologie emergenti che potrebbero accelerare o ostacolare la transizione verde. Il Green Deal europeo e la transizione giusta richiederanno un contributo attivo e coordinato da parte dell'intera società.
3.4.La dimensione digitale
La resilienza digitale consiste nel garantire che il nostro modo di vivere, lavorare, imparare, interagire e pensare nell'attuale era digitale preservi e rafforzi la dignità umana, la libertà, l'uguaglianza, la sicurezza, la democrazia e gli altri diritti e valori fondamentali europei. Ciò è sempre più importante in quanto l'iperconnettività subisce una continua accelerazione con l'integrazione tra fisico e digitale, l'Internet delle cose, la tecnologia domestica intelligente, l'uso dei big data, la realtà aumentata e virtuale, l'apprendimento automatico e altre tecnologie di intelligenza artificiale sempre più capaci. Le tecnologie digitali attenuano la distinzione tra il mondo fisico e quello virtuale e tra gli esseri umani, le macchine e la natura, con conseguenze per noi stessi e per l'assetto delle politiche
. Tali tecnologie hanno contribuito in maniera determinante a mantenere in funzione le nostre economie e le nostre società durante la pandemia.
Capacità
L'Europa vanta una storia lunga e positiva di innovazione e cooperazione in campo tecnologico e sociale. L'UE è più forte quando collabora con i suoi Stati membri coinvolgendo le regioni e i comuni, il mondo accademico, la società civile, le istituzioni finanziarie e le imprese, comprese quelle dell'economia sociale. I recenti accordi in settori quali il calcolo ad alte prestazioni e la microelettronica hanno ribadito tale capacità. Per sostenere tale processo è essenziale anche continuare a promuovere la trasformazione digitale delle amministrazioni pubbliche e dei sistemi giudiziari in tutta Europa
.
L'Europa dispone di capacità uniche per definire le norme internazionali sulla privacy e sui flussi di dati. Il regolamento generale europeo sulla protezione dei dati (GDPR) ha stabilito norme in materia di protezione dei dati per tutte le imprese e tutti i soggetti che trattano i dati delle persone fisiche nell'UE, offrendo alle persone un maggiore controllo sui propri dati personali e garantendo alle imprese i benefici legati all'esistenza di condizioni di parità. Il ruolo dell'UE in quanto organo normativo nel settore digitale è rafforzato dal dialogo con i paesi terzi che stanno adottando o modernizzando la legislazione in materia di protezione dei dati. L'India ha seguito l'esempio del GDPR dell'UE elaborando un piano per un progetto di legge sulla protezione dei dati personali
. Il California Consumer Privacy Act (legge californiana sulla privacy del consumatore) ha seguito un orientamento analogo. Ora l'Europa deve continuare a costruire alleanze e a sfruttare al massimo il proprio potere normativo, il proprio sostegno al risanamento strutturale, la diplomazia e gli strumenti finanziari di cui dispone al fine di promuovere il modello digitale europeo
.
Vulnerabilità
Attacchi ibridi sofisticati da parte di attori statali e non statali minacciano la nostra cibersicurezza e la nostra democrazia. Le vulnerabilità esistenti all'interno dell'UE sono state sfruttate attraverso una combinazione di cibercriminalità e di attacchi informatici che hanno danneggiato infrastrutture critiche
. Si è registrato un aumento significativo degli attacchi informatici segnalati contro supercomputer, sistemi sanitari e sistemi finanziari
, ad esempio l'accesso abusivo a ricerche sensibili di organizzazioni mediche e aziende farmaceutiche
. Le minacce relative alle TIC sono inoltre considerate uno dei principali fattori di rischio sistemico per i processi elettorali e il sistema finanziario dell'UE
. Questi eventi mostrano una preoccupante accelerazione verso una criminalità virtuale asimmetrica. Anche la criminalità informatica, ad esempio la diffusione online di materiale pedopornografico, ha raggiunto livelli record
.
Il rapido acuirsi dello scontro tecnologico tra gli USA e la Cina sta perturbando le catene di approvvigionamento digitali mondiali. Esso avrà un impatto diretto sul mercato unico e renderà più impellente per l'UE l'esigenza di perseguire la propria agenda di sovranità tecnologica e di rafforzare le proprie capacità digitali chiave.
Il divario digitale tra le zone urbane e quelle rurali è preoccupante. Nel 2019 la copertura delle reti di accesso di nuova generazione (NGA), in grado di garantire velocità di download di almeno 30 Mbps, raggiungeva l'86 % dei nuclei familiari; le reti fisse ad altissima capacità (VHCN), in grado di fornire almeno la connettività Gigabit, erano disponibili per il 44 % dei nuclei familiari. Nelle zone rurali, tuttavia, la copertura NGA arrivava appena al 59 % nel 2019, mentre solo il 20 % delle famiglie disponeva di una copertura VHCN: ciò conferma la necessità di maggiori investimenti nelle zone rurali per colmare il divario. Lo sviluppo delle capacità digitali nelle zone rurali aumenterà notevolmente l'attrattiva di tali zone.
La crisi ha evidenziato una mancanza di prontezza nell'economia dei dati. Si è registrata una significativa carenza di quasi tutti i tipi di dati su cui si basano i modelli (ad esempio i dati sull'occupazione, sulla fiducia dei consumatori e sulla produzione), unitamente a ritardi nella presentazione dei dati
. Mancavano i dati sulle scorte, sulla capacità di produzione e sulla domanda di forniture chiave come i dispositivi di protezione individuale; inoltre, i dati sui casi di infezione da COVID-19 sono stati raccolti in modo diverso nei diversi paesi europei. Ciò ha dimostrato che abbiamo ancora bisogno di compiere notevoli progressi nella raccolta dei dati, come pure nella governance di questi ultimi a beneficio dell'economia e della società. A sua volta, ciò richiede un "modo europeo" di disciplinare l'uso dei dati, anche per evitare situazioni di monopolio di dati.
Le tecnologie digitali e i modelli di business a esse collegati, comprese l'intelligenza artificiale (IA) e l'economia delle piattaforme, avranno un impatto sul mercato del lavoro. Sebbene sia ancora poco chiara l'interazione tra la potenziale obsolescenza dei posti di lavoro e la creazione di nuovi impieghi determinate dall'IA e dalla robotica, è evidente che queste e altre tecnologie digitali, nonché i relativi modelli di business, cambieranno il nostro modo di lavorare. Ci saranno ripercussioni su aspetti quali la salute, l'equilibrio tra vita professionale e vita privata e la sicurezza sul luogo di lavoro. La domanda di competenze nelle tecnologie emergenti come l'IA, il calcolo ad alte prestazioni e la cibersicurezza dell'intera società è molto forte e il problema tende ad aggravarsi in quanto l'offerta è in ritardo rispetto alla domanda del mercato. Anche il livello di preparazione e di consapevolezza riguardo a queste questioni è disomogeneo nei diversi paesi dell'UE.
Opportunità
La pandemia di COVID-19 ha accelerato l'iperconnettività. Abbiamo l'opportunità di imparare da questa esperienza in tempo reale per raggiungere in futuro un equilibrio tra interazioni fisiche e digitali in grado di soddisfare le aspettative dei cittadini. Durante la crisi della COVID-19 oltre un terzo della forza lavoro dell'UE ha adottato soluzioni temporanee per lavorare a distanza
. La connettività è aumentata in tutte le zone
e l'aumento spettacolare del traffico Internet, stimato tra il 10 % e il 30 % a livello mondiale, si è confermato anche dopo che i paesi hanno allentato le misure di confinamento. In base alle stime, la quantità totale di dati generati a livello mondiale aumenterà fino a raggiungere circa 175 miliardi di terabyte entro il 2025.
Le tecnologie digitali potrebbero contribuire alla realizzazione di ulteriori progressi nel campo delle cure sanitarie. L'IA e il calcolo ad alte prestazioni possono accelerare lo sviluppo di terapie, vaccini e diagnostica, prevedere la diffusione delle malattie e pianificare la distribuzione delle risorse mediche
. Tali innovazioni potrebbero essere utilizzate anche nell'ambito della medicina preventiva, per analizzare i rischi sanitari individuali. L'IA offre inoltre l'opportunità di rafforzare le nostre difese contro gli attacchi informatici, in particolare quelli rivolti a infrastrutture critiche come gli ospedali.
Le tecnologie digitali hanno reso possibile una certa continuità nella formazione e nell'istruzione durante la chiusura delle scuole imposta dalla crisi. Se utilizzate correttamente, le tecnologie digitali possono aumentare l'efficacia, l'efficienza e l'inclusività dei nostri sistemi di istruzione e di formazione. È fondamentale rafforzare le capacità digitali dei sistemi di istruzione e di formazione e colmare le lacune digitali in termini di attrezzature e connettività.
Affrontare le sfide associate all'attuazione della strategia dell'UE in materia di dati aprirà ampie opportunità per l'Europa. Fanno parte di tali opportunità la promozione del modello di protezione dei dati dell'UE, la possibilità di migliorare la disponibilità, il riutilizzo, l'interoperabilità e la governance dei dati nonché la capacità di evitare infrastrutture di dati inadeguate e di basarsi su strumenti adeguati, che consentano alle persone di esercitare i propri diritti.
L'autonomia strategica aperta è fondamentale per lo sviluppo dell'economia digitale europea. La connettività 5G in combinazione con l'Internet delle cose potrebbe incentivare la digitalizzazione dei servizi (ad esempio energia, trasporti, servizi bancari e sanità) e dei processi, ridurre i costi e aumentare l'efficienza. La creazione di un'infrastruttura cloud rappresenterebbe il primo passo per sfruttare al meglio i dati generati in Europa
. Un sostegno legislativo e finanziario concertato per la creazione di un mercato unico dei dati, basato sulla realizzazione di spazi comuni europei di dati, garantirà un migliore accesso ai dati, con benefici per i cittadini e per la crescita dell'economia europea dei dati.
Le tecnologie digitali possono contribuire a rendere più verde l'economia. Possono infatti ottimizzare il funzionamento dei servizi pubblici, della mobilità e dei trasporti, dei prodotti, dei processi industriali, degli edifici e di altre risorse determinando risparmi energetici, una riduzione dell'inquinamento e un uso più efficiente delle risorse e rendendo possibile la transizione verso un'economia circolare. Le tecnologie digitali possono inoltre migliorare la gestione ambientale e la gestione dei rischi attraverso sistemi di allarme preventivo per i fenomeni meteorologici estremi sulla base, ad esempio, di dati di osservazione della Terra e delle tecnologie dei big data. Occorre tuttavia prestare attenzione al consumo energetico delle tecnologie dei dati e alla breve durata di vita dei dispositivi digitali, che fa dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, comprese le materie prime critiche, la categoria di rifiuti in più rapida crescita. È in atto un passaggio fondamentale verso sistemi di dati decentrati, reso possibile dall'edge computing e dal fog computing associati all'introduzione e alla diffusione di tecnologie mobili di nuova generazione (ad esempio la 5G e la futura 6G) e di processori a bassa energia in grado di frenare il crescente consumo energetico delle tecnologie digitali mediante il trattamento dei dati più vicino agli utenti, attraverso applicazioni connesse all'Internet delle cose e la riduzione della latenza di rete.
La previsione strategica può incoraggiare un approccio antropocentrico alla concezione e all'utilizzo delle tecnologie digitali e accrescere l'efficacia di tali tecnologie nel promuovere la sostenibilità generale. Questo significa anche prevedere come potrebbero svilupparsi le tecnologie e come coglierne le opportunità di fondo e quelle che si presenteranno in futuro. Significa inoltre esaminare quali ripercussioni abbiano le tecnologie digitali in ogni contesto sociale e quali sfide comportino, ad esempio la gestione di un flusso crescente di informazioni e la sollecitazione dell'attenzione umana da parte dei dispositivi. La previsione strategica può contribuire a individuare le modalità secondo le quali l'UE può definire le regole e le norme digitali mondiali a vantaggio dei cittadini e delle imprese, rendendo nel contempo più verde l'economia. Per rispettare i diritti fondamentali e i valori dell'UE e creare il clima di fiducia necessario affinché i cittadini adottino le tecnologie di IA, è necessario un quadro orizzontale sull'IA. La previsione e l'anticipazione permettono di studiare in che modo le tecnologie digitali possano consentire efficacemente ai governi di fornire un accesso universale a servizi di base di qualità e in che modo far sì che istituzioni rendano pienamente conto del proprio operato. La previsione strategica può esplorare le modalità per realizzare infrastrutture digitali sicure (reti ad alta velocità, compresa la futura 6G, il cloud e i dati) per evitare un divario digitale tra le regioni e tra le persone.
Riquadro 3.4: STUDIO DI CASO - TIC verdi
Le ambizioni ecologiche e digitali dell'UE sono sempre complementari? Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) possono incentivare consumi non sostenibili ma, se inquadrate in una strategia corretta, possono contribuire notevolmente a ridurre il consumo energetico e a ottimizzare l'uso di risorse, prodotti e beni. Le tecnologie digitali potrebbero contribuire a ridurre fino a un massimo del 15 % le emissioni mondiali mediante soluzioni innovative in settori quali l'energia, l'industria manifatturiera, l'agricoltura e l'uso del suolo, l'edilizia, i servizi, i trasporti e la gestione del traffico
. Ad esempio, per trasferire e memorizzare un gigabyte di dati su Internet occorrono da 3,1 a 7 kWh, mentre per farlo localmente sono sufficienti 0,000005 kWh
. Ciò richiede la creazione di infrastrutture europee interoperabili per il cloud e l'edge computing in grado di ospitare soluzioni digitali su larga scala in Europa, garantendo nel contempo la sovranità tecnologica dell'UE.
Tuttavia, la digitalizzazione potrebbe incidere negativamente sull'ambiente, sul clima e sulla salute umana in quanto determina un aumento della produzione, dell'uso e dello smaltimento delle apparecchiature elettroniche e il ricorso a centri dati
. Secondo le stime, ad esempio, il consumo energetico necessario per l'estrazione di bitcoin sarebbe responsabile dello 0,3 % del consumo energetico mondiale. Anche se sembra poco, un consumo di 68,11 TWh l'anno è superiore al consumo energetico annuo dell'Austria (64,60 TWh) e della Repubblica ceca (62,34 TWh)
.
L'efficienza dei materiali è un problema importante da affrontare. Ogni anno, nella montagna in continua crescita dei rifiuti elettronici vengono scaricati oro, platino e altri metalli preziosi per un valore di 10 miliardi di dollari. L'efficienza dei materiali delle tecnologie digitali potrebbe avere un impatto ambientale addirittura maggiore dell'efficienza energetica.
Il consumo energetico del settore informatico sta crescendo a un ritmo insostenibile. Le tecnologie senza fili più recenti consumano meno energia delle precedenti (ad esempio le antenne 5G dovrebbero consumare meno delle antenne 4G
). Tuttavia, il fatto che le antenne 5G avranno reti più dense e l'aumentare del numero di dispositivi connessi tramite 5G (basti pensare alla guida connessa e autonoma)
potrebbero determinare una crescita complessiva del consumo energetico, per lo meno nei primi anni di diffusione. L'impronta mondiale stimata del settore tecnologico nel 2020 è paragonabile a quella del settore dell'aviazione
.
Ciò evidenzia la crescente necessità di fare il possibile per rendere verdi le TIC. È pertanto necessario esaminare ulteriormente le modalità per ribaltare rapidamente la tendenza al crescente consumo di energia e di risorse materiali delle tecnologie e delle infrastrutture digitali europee, garantendo nel contempo che esse siano disponibili per le applicazioni necessarie all'azione per il clima, alla salute, alla sostenibilità e alla resilienza.
L'inverdimento delle TIC dovrebbe avvenire nel quadro dell'economia circolare, includendo la costruzione di ecosistemi materiali e digitali locali che rendano possibili la progettazione di prodotti e modelli di business innovativi.
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4. L'agenda della previsione strategica
4.1 Monitorare la resilienza
Sono necessari adeguati strumenti per il monitoraggio della resilienza, che sta diventando il nuovo punto di riferimento per la definizione delle politiche dell'UE. La presente comunicazione suggerisce di utilizzare quadri operativi della resilienza, da creare congiuntamente attraverso discussioni esplorative con gli Stati membri e i principali soggetti interessati. In questa sede ne sono presentati i prototipi allo scopo di evidenziare, in vista di un'analisi più dettagliata, le vulnerabilità e le capacità di resilienza dell'UE e dei suoi Stati membri. Tali quadri operativi dovranno poi essere rielaborati sulla base dei filoni e dell'intelligenza collettiva esistenti. L'elenco degli indicatori dei quadri operativi sarà dinamico e sarà scelto mediante un processo partecipativo che coinvolgerà gli Stati membri e i principali soggetti interessati e che si basa su dati di qualità e comparabili tra gli Stati membri e nel tempo.
I quadri operativi della resilienza saranno complementari ad altri strumenti di monitoraggio, ai quali apporteranno valore aggiunto. Si baseranno sugli indicatori settoriali e sugli strumenti di monitoraggio esistenti, quali il quadro di valutazione della situazione sociale e la relazione di monitoraggio sui progressi verso la realizzazione degli OSS nel contesto dell'UE
. Apporteranno un chiaro valore aggiunto grazie alle seguenti specificità: i) i quadri operativi saranno basati sulla previsione strategica e contribuiranno all'individuazione delle problematiche e delle sfide emergenti e alla formulazione di proposte relative a nuovi indicatori prospettici delle vulnerabilità o delle capacità di resilienza; ii) mentre gli strumenti esistenti mirano a valutare i progressi compiuti nell'UE e nei suoi Stati membri, ad esempio durante momenti di transizione o in specifiche politiche settoriali, i quadri operativi valuteranno la resilienza, vale a dire la capacità di compiere progressi e di conseguire gli obiettivi strategici; iii) mentre molti degli strumenti esistenti tendono ad avere portata settoriale o a essere incentrati su singoli temi o politiche, i quadri operativi si concentreranno su molteplici dimensioni della resilienza e sulle loro interconnessioni, fornendo un quadro olistico.
4.1.1 Prototipi di quadri operativi della resilienza
La presente comunicazione propone di sviluppare i prototipi di quadri operativi per le dimensioni sociale ed economica, geopolitica, ecologica e digitale della resilienza. A titolo di esempio, di seguito è presentata una serie preliminare, ancora da finalizzare, di indicatori di vulnerabilità e capacità di resilienza a livello dell'UE e degli Stati membri, elaborata sulla base di dati di pubblico dominio
. I prototipi illustrativi forniscono un esempio di come potrebbe presentarsi tale quadro operativo. Per ciascuna variabile, una scala di tre colori indica la situazione relativa dei paesi nell'ultimo anno per il quale sono disponibili dati rispetto ai valori aggregati dei dati disponibili dal 2007 in poi
. I colori sono assegnati in base alla distanza dalla media aritmetica della distribuzione sottostante
.
Il prototipo illustrativo del quadro operativo per la resilienza sociale ed economica esamina le questioni sociali, economiche e sanitarie connesse alla COVID-19. La figura 4.1
dà un'idea delle relative vulnerabilità e capacità di resilienza nonché delle dinamiche comuni nell'UE e nei suoi Stati membri. Ad esempio, in questo lavoro preliminare, l'invecchiamento demografico e l'aumento dei viaggi nel periodo precedente la crisi appaiono come vulnerabilità comuni.
Figura 4.1 – Prototipo del quadro operativo per la resilienza sociale ed economica connessa
alla crisi COVID-19
Il prototipo illustrativo del quadro operativo per la dimensione geopolitica della resilienza si concentra sulle materie prime. Un approvvigionamento sicuro di materie prime è un presupposto essenziale per un'economia resiliente. Il prototipo del quadro operativo presentato nel riquadro superiore della figura 4.2
è stato preparato per dare un'idea delle vulnerabilità e delle capacità degli Stati membri in relazione all'approvvigionamento di materie prime. In questa fase non è possibile rispecchiare nel prototipo la struttura economica dei singoli Stati membri, il che rappresenta una limitazione significativa. Tuttavia, a titolo di esempio, il quadro operativo indica per molti paesi un buon risultato, in termini relativi, per quanto riguarda la dipendenza dalle importazioni di metalli di base, ma meno buono in relazione alla dipendenza dalle importazioni di minerali non metallici per la costruzione
. Tra le capacità, la spesa per l'innovazione relativa ai materiali è un punto di forza in molti paesi.
Figura 4.2 – Prototipi dei quadri operativi per le dimensioni geopolitica, ecologica e digitale
della resilienza
Il prototipo illustrativo del quadro operativo per la dimensione ecologica della resilienza si concentra sui cambiamenti climatici e sull'ambiente. È presentato nel riquadro centrale della figura 4.2
. In questo esempio illustrativo, indicatori quali la percentuale di popolazione coperta dal Patto dei sindaci e le dimensioni delle aree protette Natura 2000 tracciano un quadro relativamente positivo per molti paesi. Al contrario, lo sfruttamento delle risorse idriche, la perdita di biodiversità, l'assorbimento dei gas a effetto serra da parte degli ecosistemi, la spesa pubblica per la tutela dell'ambiente e la frequenza di inondazioni, tempeste e incendi boschivi nonché il numero di vittime provocato da tali catastrofi evidenziano potenziali carenze.
Un quadro operativo della resilienza digitale potrebbe essere ulteriormente sviluppato a partire dall'indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI). Il riquadro in fondo alla figura 4.2 presenta una serie di indicatori DESI relativi alle capacità di resilienza digitale, come l'e-governance e le competenze digitali; sono integrati da altri indicatori la cui importanza è stata messa in evidenza dalla crisi della COVID-19, come il telelavoro e la sanità elettronica. In base a tali indicatori, molti paesi mostrano forti capacità nel campo dell'e‑government e dell'economia digitale nel suo complesso, il che rispecchia una maggiore penetrazione e adozione delle nuove tecnologie. Al tempo stesso, le competenze digitali, le capacità di telelavoro e il ricorso alla sanità elettronica delineano un quadro più contrastato.
4.1.2 Attività future per il monitoraggio della resilienza
I prototipi dei quadri operativi sono presentati a titolo di esempio. In cooperazione con gli Stati membri e gli altri principali soggetti interessati, la Commissione svilupperà ulteriormente i quadri operativi della resilienza in una prospettiva rivolta al futuro. I quadri operativi saranno basati sulla previsione strategica, che può contribuire a individuare le sfide emergenti e a proporre nuovi indicatori prospettici per valutare le vulnerabilità e le capacità. Poiché la resilienza è una caratteristica che deve essere rafforzata nel tempo, questo lavoro sarà incentrato sul medio-lungo termine al fine di creare le condizioni ottimali per politiche basate sulla previsione strategica onde ridurre le vulnerabilità e rafforzare le capacità. Ciò terrà conto dell'impatto delle megatendenze e dei rischi previsti. Ad esempio, il quadro operativo per la resilienza sociale ed economica sarebbe ampliato al di là del contesto della COVID-19 in stretto collegamento con il quadro di valutazione della situazione sociale. Inoltre, per un quadro operativo geopolitico più completo, potrebbero essere prese in considerazione questioni più ampie quali il commercio, comprese le catene del valore, la sicurezza e altri aspetti della politica estera, come la cooperazione internazionale. Per quanto riguarda il quadro operativo della resilienza ecologica si potrebbero considerare anche questioni che vanno al di là dei cambiamenti climatici, quali la conservazione delle risorse naturali, l'impatto dell'inquinamento, la qualità delle acque e del suolo, il ruolo dei servizi ecosistemici o la ridistribuzione dei posti di lavoro e l'innovazione indotta dalla transizione verde. Si farà di tutto per garantire la coerenza con gli attuali sistemi unionali di monitoraggio che vengono messi a punto nel contesto del Green Deal europeo. Un quadro operativo della resilienza digitale dovrebbe essere utilizzato per individuare le aree della tecnologia digitale in cui l'autonomia strategica dell'UE è a rischio e nelle quali dovrebbero essere indirizzati gli investimenti. Inoltre la previsione strategica potrebbe essere usata per adeguare l'elenco degli indicatori al fine di includervi, ad esempio, le competenze necessarie o le vulnerabilità legate all'uso diffuso di tecnologie future quali l'IA
, il numero di posti di lavoro a rischio a seguito dell'aumento dell'automazione o i nuovi posti di lavoro che potrebbero essere creati con il conseguente passaggio ai servizi alla persona.
Potrebbero essere inoltre contemplati indicatori aggregati a livello dell'UE e un indice sintetico di resilienza. Le future discussioni con i principali soggetti interessati si baseranno sui quadri operativi della resilienza nonché sulle conoscenze e sugli indicatori esistenti e mireranno a sviluppare tali indicatori a livello dell'UE e a esplorare la fattibilità di un indice sintetico di resilienza; quest'ultimo risponderebbe a una logica simile a quella che sottende l'attività per predisporre il futuro indice di andamento della transizione (Transition Performance Index). Tale attività esplorativa potrebbe fare seguito a un processo partecipativo. Un approccio a livello dell'UE, combinato con la panoramica fornita dall'indice, integrerebbe la visione più completa emersa dai quadri operativi della resilienza sottostanti.
Questo approccio di ampio respiro alla misurazione e al monitoraggio della resilienza dovrebbe confluire in un approccio integrato alla misurazione del benessere delle persone. La crisi della COVID-19 ha messo in discussione le nostre priorità e ha rilanciato il dibattito pubblico sull'importanza di molti aspetti della qualità e della sostenibilità della vita umana, quali l'istruzione, il reddito, l'occupazione e la salute. Dalla dichiarazione di Istanbul del 2007 sulla misurazione del progresso delle società e dal rapporto della commissione Stiglitz-Sen-Fitoussi, pubblicato nel 2009, la comunità internazionale ha espresso un forte consenso sulla necessità di andare al di là delle misurazioni economiche convenzionali come il prodotto interno lordo (PIL) per fare del benessere un obiettivo politico per le generazioni di oggi e di domani
,. Grazie all'iniziativa "Al di là del PIL" sono stati creati importanti quadri di misurazione internazionali
e vari paesi si sono adoperati per sviluppare sistemi simili, talvolta molto elaborati, comprendenti obiettivi, traguardi e metodi di misurazione nazionali. La Commissione appoggia tale cambiamento di paradigma e adotta un analogo approccio di vasta portata, riconoscendo la complessità dell'interazione tra i sistemi sociali, economici e ambientali che influenzano la resilienza e l'importanza di quest'ultima ai fini della misurazione del benessere e della sostenibilità
.
4.2 Attività orizzontali di previsione per promuovere efficaci politiche dell'UE orientate alla transizione
La previsione strategica sarà usata per creare una prospettiva dinamica e orientata al futuro delle sinergie e dei compromessi tra i vari obiettivi politici e tra le varie politiche dell'UE, al fine di conseguire un approccio strategico coerente. Tale attività può fornire contributi pertinenti per i processi di sorveglianza e di governance, in particolare quelli multidisciplinari e periodici come il semestre europeo e il monitoraggio degli OSS. Favorendo una comprensione sistemica degli obiettivi strategici in tutti i settori, la previsione strategica può essere utilizzata per tratteggiare un'analisi dinamica delle sinergie e dei compromessi tra tali obiettivi, anche su orizzonti temporali diversi. La previsione strategica dovrebbe contribuire a sperimentare e a rafforzare la coerenza delle capacità di monitoraggio, previsione e modellizzazione della Commissione. Attualmente i diversi servizi della Commissione utilizzano indicatori e quadri di valutazione diversi per conseguire vari obiettivi strategici. La Commissione si affida inoltre a previsioni formulate da esperti e utilizza un'ampia gamma di modelli. Un riesame degli strumenti di monitoraggio esistenti, associato alla loro valutazione, potrebbe individuare dove e come se ne possa migliorarne la coerenza.
La previsione strategica contribuirà a rafforzare la resilienza. La presente comunicazione è il punto di partenza per mostrare come l'impatto della COVID-19 sulle megatendenze in atto possa aiutare a delineare nuove soluzioni dinamiche capaci di far luce sull'evolversi della resilienza dell'Europa. I lavori su questo obiettivo rivolto al futuro proseguiranno. In tale contesto la Commissione propone di sviluppare una serie di scenari di riferimento per la previsione condivisi per disporre di un quadro di riferimento solido e orientato al futuro. Tali scenari contribuiranno a individuare i potenziali percorsi per la duplice transizione. Essi: i) costituiranno un quadro di riferimento per permettere ai leader di discutere visioni condivise o alternative di scenari futuri; ii) aiuteranno a garantire la coerenza tra le politiche; e iii) costituiranno un quadro prospettico comune per mettere alla prova le proposte politiche o per avviare valutazioni d'impatto ex ante. Tale esercizio potrà inoltre dare un contributo alla conferenza sul futuro dell'Europa.
4.3 Agenda tematica della previsione strategica
L'agenda della previsione strategica dell'UE affronterà temi trasversali in relazione ai quali la previsione strategica può approfondire la nostra comprensione delle dinamiche in atto nelle varie traiettorie delle politiche. Tra i temi a forte impatto individuati, la Commissione esaminerà:
-un'autonomia strategica aperta: per garantire in futuro la competitività e la leadership mondiale dell'Europa e rafforzarne la resilienza, la previsione strategica potrebbe contribuire a esplorare scenari per quanto riguarda un nuovo ordine mondiale e il posto che l'UE vi occuperebbe, nonché le capacità necessarie per soddisfare le sue ambizioni. Potrebbero rientrare in tale esame la definizione dei percorsi per realizzare la duplice transizione e del ritmo al quale la transizione può essere conseguita, la mappatura delle tecnologie, dei settori e dei prodotti critici emergenti e le opzioni per nuove alleanze industriali e per la diversificazione dei partner commerciali. In tale contesto la previsione potrebbe tra l'altro consentire all'UE di utilizzare come leva strategica l'individuazione delle tendenze emergenti, anche per quanto riguarda la normazione internazionale. Eventuali future attività su questo tema dovranno inoltre essere considerate alla luce dell'imminente revisione della politica commerciale dell'UE, che individuerà il contributo di tale politica all'autonomia strategica aperta.
-Il futuro dei posti di lavoro e le competenze per favorire e concretizzare la transizione verde: Come riconosciuto nella nuova agenda per le competenze per l'Europa, la transizione verde richiede un cambiamento radicale e una ridistribuzione dei posti di lavoro e delle competenze in un'ampia gamma di settori e di servizi pubblici. Manca tuttora una visione sistemica dei cambiamenti nel mercato del lavoro indotti dalla transizione verde. La previsione strategica potrebbe esplorare i mezzi per sviluppare tale visione sistemica, integrando inoltre gli insegnamenti che possono essere tratti dalle precedenti transizioni industriali. A tale visione saranno improntate le strategie di riqualificazione e accompagnamento di coloro che, a causa della transizione industriale, hanno perso il lavoro o devono imparare a lavorare in modo diverso dal passato. Ciò è importante anche per orientare le future priorità dell'UE in materia di istruzione, apprendimento permanente e percorsi di migrazione legale nonché per garantire una transizione giusta.
-Approfondire il nesso tra la transizione digitale e quella verde: la digitalizzazione della nostra società e la transizione verde stanno avvenendo contemporaneamente e sono strettamente correlate; tuttavia, le interazioni tra loro devono essere comprese e sfruttate meglio. La previsione strategica esaminerà in che modo le tecnologie emergenti possano trarre il massimo vantaggio da entrambe le transizioni, in che modo esse si relazionino tra loro e, ad esempio, in che modo si possa ridurre l'impatto ambientale della transizione digitale; esaminerà inoltre le competenze necessarie per sfruttare le tecnologie del futuro, le modalità secondo le quali l'IA può essere impiegata per trasformare la nostra economia digitale e facilitare la transizione verde nonché i relativi impatti sugli attori e sulle catene del valore europei. Analizzerà altresì in che modo gli investimenti in progetti strategici, anche nell'ambito della ripresa, possano giovare sia alla transizione verde che alla transizione digitale.