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Document 52020DC0380

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030 Riportare la natura nella nostra vita

    COM/2020/380 final

    Bruxelles, 20.5.2020

    COM(2020) 380 final

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

    Strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030














    Riportare la natura nella nostra vita


    1.Biodiversità - Perché non possiamo più indugiare

    Dalle grandi foreste pluviali ai piccoli parchi e giardini, dalla balena azzurra ai funghi microscopici, la biodiversità è la straordinaria varietà della vita sulla Terra. Noi esseri umani siamo una maglia di questa rete di vita, da cui dipendiamo per tutto: per il cibo di cui ci nutriamo, per l'acqua che beviamo, per l'aria che respiriamo. La natura è importante non solo per il nostro benessere fisico e mentale, ma anche per la capacità della nostra società di far fronte ai cambiamenti globali, alle minacce per la salute e alle catastrofi. La natura ci è indispensabile.

    Per essere sana e resiliente una società deve dare alla natura lo spazio di cui ha bisogno. La recente pandemia di Covid-19 ci insegna quanto mai sia urgente intervenire per proteggere e ripristinare la natura: ci sta facendo prendere coscienza dei legami che esistono tra la nostra salute e la salute degli ecosistemi, oltre a dimostrare la necessità di adottare catene di approvvigionamento e modi di consumo sostenibili che non forzino i limiti del pianeta. Tutti questi aspetti evidenziano che il rischio di insorgenza e diffusione delle malattie infettive aumenta con la distruzione della natura 1 . Per rafforzare la nostra resilienza e prevenire la comparsa e diffusione di malattie future è perciò fondamentale proteggere e ripristinare la biodiversità e il buon funzionamento degli ecosistemi.

    Investire nella protezione e nel ripristino della natura sarà di cruciale importanza anche per la ripresa economica dell'Europa dalla crisi Covid-19. Al riavvio dell'economia dovremo evitare di ricadere e rinchiuderci nelle vecchie cattive abitudini. Il Green Deal europeo, la strategia di crescita dell'UE, sarà la bussola per la nostra ripresa, assicurando che l'economia sia al servizio delle persone e della società e restituisca alla natura più di quanto le sottrae. La protezione della biodiversità ha giustificazioni economiche ineludibili. I geni, le specie e i servizi ecosistemici sono fattori di produzione indispensabili per l'industria e le imprese, soprattutto per la produzione di medicinali. Oltre la metà del PIL mondiale dipende dalla natura e dai servizi che fornisce; in particolare tre dei settori economici più importanti — edilizia, agricoltura, settore alimentare e delle bevande — ne sono fortemente dipendenti 2 .

    La conservazione della biodiversità può apportare benefici economici diretti a molti settori dell'economia: ad esempio, la conservazione degli stock marini potrebbe incrementare gli utili annuali dell'industria dei prodotti ittici di oltre 49 miliardi di EUR, mentre la protezione delle zone umide costiere, con la riduzione dei danni causati dalle inondazioni, potrebbe evitare perdite per circa 50 miliardi di EUR all'anno all'industria delle assicurazioni 3 . Il rapporto benefici/costi complessivi di un programma mondiale efficace per la conservazione della natura ancora allo stato selvatico è stimato ad almeno 100 a 1 4 . Gli investimenti nel capitale naturale, ad esempio nel ripristino di habitat ricchi di carbonio e nell'agricoltura rispettosa del clima, sono considerati tra le cinque politiche più importanti di risanamento del bilancio in quanto offrono moltiplicatori economici elevati e un impatto positivo sul clima 5 . Sarà importante che l'UE sfrutti questo potenziale per far sì che la ripresa avvenga all'insegna della prosperità, della sostenibilità e della resilienza.

    La biodiversità è altresì fondamentale per salvaguardare la sicurezza alimentare dell'UE e dell'intero pianeta e il suo depauperamento rappresenta una minaccia per i sistemi alimentari 6 , mettendo a repentaglio la nostra sicurezza alimentare oltre che la nostra nutrizione. La biodiversità è anche alla base di diete sane e nutrienti e migliora sia i mezzi di sussistenza delle zone rurali sia la produttività agricola 7 : basti pensare che più del 75 % dei tipi di colture alimentari nel mondo dipendono dall'impollinazione animale 8 .

    Nonostante l'urgenza di questo imperativo morale, economico e ambientale, la natura versa in uno stato critico. Le cinque principali cause dirette della perdita di biodiversità 9 (cambiamenti dell'uso del suolo e del mare, sfruttamento eccessivo delle risorse, cambiamenti climatici, inquinamento e specie esotiche invasive) stanno facendo rapidamente scomparire l'ambiente naturale. È un fenomeno che tocchiamo con mano: gli spazi verdi sono cancellati da colate di cemento, le riserve naturali scompaiono sotto i nostri occhi e il numero di specie a rischio di estinzione non è mai stato così alto nella storia dell'umanità. Negli ultimi 40 anni la fauna selvatica del pianeta si è ridotta del 60 % a causa delle attività umane 10 e quasi tre quarti della superficie terrestre ha subito alterazioni 11 che hanno relegato la natura in un angolo sempre più ristretto. 

    La crisi della biodiversità e la crisi climatica sono intrinsecamente legate. I cambiamenti climatici, attraverso siccità, inondazioni e incendi boschivi, accelerano la distruzione dell'ambiente naturale, che a sua volta, insieme all'uso non sostenibile della natura, è uno dei fattori alla base dei cambiamenti climatici. Tuttavia, se le crisi sono legate, lo sono anche le soluzioni. È la natura, alleato vitale nella lotta ai cambiamenti climatici 12 , che regola il clima, e le soluzioni basate su di essa 13 - come la protezione e il ripristino delle zone umide, delle torbiere e degli ecosistemi costieri, o la gestione sostenibile di zone marine, foreste, pascoli e terreni agricoli - saranno determinanti per la riduzione delle emissioni e l'adattamento ai cambiamenti climatici. L'impianto di alberi e la creazione di infrastrutture verdi ci aiuteranno ad attenuare il calore in città e mitigare gli effetti delle catastrofi naturali.

    La perdita di biodiversità e il collasso degli ecosistemi sono tra le minacce principali che l'umanità dovrà affrontare nel prossimo decennio 14 ; sono una minaccia anche per le fondamenta della nostra economia e si prevede che i costi dell'inazione, già alti, aumenteranno 15 . Si stima che dal 1997 al 2011 i cambiamenti nella copertura del suolo abbiano causato perdite pari a 3 500-18 500 miliardi di EUR l'anno in servizi ecosistemici a livello mondiale e che il degrado del suolo sia costato 5 500-10 500 miliardi di EUR l'anno: più precisamente, la perdita di biodiversità riduce le rese agricole e le catture ittiche, aumenta le perdite economiche dovute alle inondazioni e altre catastrofi, e ci priva di potenziali nuove fonti di medicinali 16 .

    L'UE è pronta a dar prova di ambizione per invertire la perdita di biodiversità, assumendo un ruolo di guida per il resto del mondo, non solo con l'esempio ma anche tramite azioni concrete, e adoperandosi per concordare e adottare un quadro mondiale di trasformazione post 2020 in occasione della 15a conferenza delle parti della Convenzione sulla diversità biologica. A guidarla dovrebbe essere l'ambizione ultima di garantire che entro il 2050 tutti gli ecosistemi del pianeta siano ripristinati, resilienti e adeguatamente protetti. Il mondo intero dovrebbe abbracciare il principio del "guadagno netto" per restituire alla natura più di quanto le sottrae e, in quest'ottica, impegnarsi a scongiurare, nei limiti del possibile, estinzioni indotte dall'uomo.

    La presente strategia definisce il modo in cui l'Europa può contribuire a realizzare questo obiettivo. Come primo traguardo si prefigge di riportare la biodiversità in Europa sulla via della ripresa entro il 2030 a beneficio delle persone, del pianeta, del clima e dell'economia, in linea con l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e con gli obiettivi dell'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Oltre ad affrontare le cinque cause principali della perdita di biodiversità, delinea un quadro di governance rafforzato inteso a colmare le restanti lacune, assicura l'attuazione completa della legislazione dell'UE e concentra tutti gli sforzi in corso. Riconoscendo che per proteggere e ripristinare la natura le regole da sole non bastano, la strategia è all'insegna dell'iniziativa e dell'incentivo, nello spirito e nelle azioni che prospetta; in quanto tale richiederà la partecipazione fattiva dei cittadini, delle imprese, delle parti sociali e della comunità della ricerca e della conoscenza, come pure forti partenariati tra il livello locale, regionale, nazionale ed europeo. Il suo contenuto è in linea con le ambizioni e l'impegno espressi negli orientamenti politici della presidente von der Leyen e nel Green Deal europeo. 

    Adottata durante la fase acuta della pandemia di Covid-19, la strategia sarà anche un elemento centrale del piano di ripresa dell'UE, determinante sia per prevenire la nuova insorgenza di zoonosi e rafforzare la nostra resilienza sia per offrire opportunità commerciali e di investimento immediate che rilancino l'economia dell'UE.

    Tutte le nuove iniziative legislative saranno fondate sugli strumenti per legiferare meglio della Commissione. Le valutazioni d'impatto, basate su consultazioni pubbliche e sulle previsioni degli effetti ambientali, sociali ed economici, aiuteranno a garantire che tutte le iniziative centrino i propri obiettivi nel modo più efficace e meno oneroso possibile e rispettino l'impegno di non nuocere all'ambiente.

    2.Proteggere e ripristinare la natura nell'Unione europea

    L'Unione dispone di quadri giuridici, strategie e piani d'azione per proteggere la natura e ripristinare habitat e specie, ma nonostante ciò la protezione è incompleta, il ripristino è stato effettuato su piccola scala e l'attuazione e il rispetto della legislazione sono insufficienti 17 .

    Per poter riportare la biodiversità sulla via della ripresa entro il 2030 dobbiamo intensificare la protezione e il ripristino della natura. A tal fine è opportuno che l'UE migliori ed estenda la propria rete di zone protette ed elabori un piano ambizioso di ripristino della natura.

    2.1.Una rete coerente di zone protette

    La biodiversità prospera nelle zone protette. L'attuale rete di zone giuridicamente protette, comprese quelle sottoposte a protezione rigorosa, non è però abbastanza ampia da salvaguardarla. È ormai assodato che gli obiettivi definiti nella convenzione sulla diversità biologica sono insufficienti a proteggere e ripristinare adeguatamente la natura 18 . Occorrono sforzi a livello mondiale, e l'UE stessa deve fare di più e meglio per la natura costruendo una rete naturalistica transeuropea che sia davvero coerente.

    L'ampliamento delle zone protette è anche un imperativo economico: secondo le stime degli studi sui sistemi marini per ogni euro investito nelle zone marine protette se ne generano almeno tre 19 ; analogamente, il controllo dell'adeguatezza delle direttive Natura 20 ha dimostrato che i benefici di Natura 2000 sono valutati tra i 200 e i 300 miliardi di EUR all'anno. Si prevede che il fabbisogno di investimenti della rete generi fino a 500 000 nuovi posti di lavoro 21 .

    Per il bene dell'ambiente che ci circonda e della nostra economia, così come per sostenere la ripresa dell'UE dalla crisi Covid-19, dobbiamo proteggere di più la natura. In questo spirito, nell'UE dovrebbe essere protetto almeno il 30 % della superficie terrestre e il 30 % del mare, vale a dire almeno il 4 % in più della terra e il 19 % in più del mare rispetto a oggi 22 . Questo obiettivo è pienamente in linea con quanto proposto 23 nell'ambito del quadro mondiale per la biodiversità post 2020 (cfr. sezione 4).

    In tale contesto s'impone un'attenzione particolare alle zone ad alto valore o potenziale di biodiversità: in quanto più vulnerabili ai cambiamenti climatici, dovrebbero essere oggetto di trattamento particolare, sotto forma di protezione rigorosa 24 . Attualmente solo il 3 % della superficie terrestre e meno dell'1 % del mare sono protetti in maniera rigorosa nell'UE. Non basta, dobbiamo fare di più: almeno un terzo delle zone protette dovrebbe esserlo rigorosamente, vale a dire il 10 % della superficie terrestre dell'UE e il 10 % dei suoi mari; anche questo obiettivo è conforme all'ambizione mondiale proposta. 

    Nell'ambito di questo approccio, sarà fondamentale definire, mappare, monitorare e proteggere rigorosamente tutte le foreste primarie e antiche ancora esistenti nell'UE 25 . Sarà inoltre importante difendere lo stesso obiettivo a livello mondiale e assicurare che le azioni adottate dall'UE non comportino la deforestazione in altre regioni del mondo. Le foreste primarie e antiche sono gli ecosistemi forestali più ricchi, in grado di eliminare il carbonio dall'atmosfera assorbendone notevoli quantità. Occorre proteggere in modo rigoroso anche vaste superfici ospitanti altri ecosistemi ricchi di carbonio, come le torbiere, i pascoli, le zone umide, le mangrovie e le praterie oceaniche, tenendo conto dei cambiamenti previsti nelle zone di vegetazione.

    Spetterà agli Stati membri designare le zone supplementari protette e rigorosamente protette 26 , che andranno a integrare la rete Natura 2000 oppure rientreranno in un regime nazionale di protezione. Per tutte le zone protette dovranno essere stabiliti misure e obiettivi chiari di conservazione. La Commissione, in collaborazione con gli Stati membri e l'Agenzia europea dell'ambiente, presenterà nel 2020 criteri e orientamenti per individuare e designare zone supplementari, compresa la definizione di "protezione rigorosa", nonché per pianificare adeguatamente la gestione delle zone protette. Contestualmente indicherà in che modo è possibile contribuire al perseguimento degli obiettivi con altre misure efficaci di conservazione basate sul territorio e con misure d'inverdimento delle città.

    Gli obiettivi si riferiscono all'Unione nel suo insieme e potrebbero essere suddivisi in base alle regioni biogeografiche e ai bacini marini dell'Unione o a un livello più locale. Il contributo richiesto a ogni Stato membro dovrà essere equo e basarsi, oltre che su criteri ecologici obiettivi, sul riconoscimento che i paesi non hanno lo stesso livello di biodiversità dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Particolare attenzione sarà rivolta alla protezione e al ripristino degli ecosistemi marini e terrestri tropicali e sub-tropicali situati nelle regioni ultraperiferiche dell'UE, per via del loro valore eccezionale sotto il profilo della biodiversità.

    A fine di disporre di una rete naturalistica transeuropea che sia davvero coerente e resiliente, sarà inoltre importante creare corridoi ecologici che impediscano l'isolamento genetico, consentano la migrazione delle specie e preservino e rafforzino l'integrità degli ecosistemi. In tale contesto, è opportuno promuovere e sostenere gli investimenti nelle infrastrutture verdi e blu 27 e la cooperazione transfrontaliera tra gli Stati membri, anche attraverso la cooperazione territoriale europea.

    La Commissione si prefigge di concordare con gli Stati membri i criteri e gli orientamenti per la designazione delle zone supplementari entro la fine del 2021. Gli Stati membri avranno quindi tempo fino alla fine del 2023 per dimostrare di aver compiuto progressi significativi nella designazione legale di nuove zone protette e nell'integrazione dei corridoi ecologici. Su tale base, entro il 2024 la Commissione valuterà se l'Unione è sulla buona strada per conseguire i traguardi che si è data per il 2030 o se sono necessarie azioni più incisive, ivi compresa l'adozione di atti normativi dell'UE.

    Anche i paesi e territori d'oltremare dell'UE, infine, ospitano importanti punti critici per la biodiversità, che non sono soggetti alle norme ambientali dell'UE. La Commissione invita gli Stati membri interessati a considerare la possibilità di promuovere in questi paesi e territori norme analoghe o equivalenti.

    Protezione della natura: impegni principali entro il 2030

    1.Proteggere legalmente almeno il 30 % della superficie terrestre dell'UE e il 30 % dei suoi mari e integrare i corridoi ecologici in una vera e propria rete naturalistica transeuropea.

    2.Proteggere rigorosamente almeno un terzo delle zone protette dell'UE, comprese tutte le foreste primarie e antiche ancora esistenti sul suo territorio.

    3.Gestire efficacemente tutte le zone protette, definendo obiettivi e misure di conservazione chiari e sottoponendoli a un monitoraggio adeguato.

    2.2.Piano dell'UE di ripristino della natura: ripristinare gli ecosistemi terrestri e marini

    Proteggere la natura mantenendola allo stato in cui si trova oggi non sarà sufficiente a farla ritornare parte della nostra vita. Per invertire la perdita di biodiversità il mondo deve coltivare una maggiore ambizione riguardo al ripristino della natura. Con un nuovo piano di ripristino della natura, l'Unione europea farà da apripista.

    Il piano contribuirà a migliorare lo stato di salute delle zone protette esistenti e nuove e riporterà una natura variegata e resiliente in tutti i paesaggi e gli ecosistemi: per far ciò occorre ridurre le pressioni sugli habitat e le specie e assicurare che gli ecosistemi siano sempre usati in modo sostenibile; occorre anche sostenere il risanamento della natura, limitare l'impermeabilizzazione del suolo e l'espansione urbana e contrastare l'inquinamento e le specie esotiche invasive. Il piano creerà posti di lavoro, concilierà le attività economiche con la crescita della natura e contribuirà a garantire la produttività nel lungo termine e il valore del nostro capitale naturale.

    2.2.1.Rafforzare il quadro giuridico dell'UE per il ripristino della natura

    Il ripristino della natura figura già in parte tra gli obblighi imposti agli Stati membri dalla legislazione vigente dell'UE 28 , ma è ostacolato da lacune attuative e regolamentari vistose: ad esempio, gli Stati membri non hanno l'obbligo di avere piani di ripristino; non sempre esistono obiettivi e tempi chiari o vincolanti, né definizioni o criteri sul ripristino o sull'uso sostenibile degli ecosistemi; manca anche l'obbligo di mappare, monitorare o valutare in modo esauriente i servizi ecosistemici, il loro stato di salute o gli sforzi di ripristino. Queste carenze regolamentari sono acuite da un'attuazione lacunosa che impedisce alla legislazione vigente di conseguire i suoi obiettivi 29 . Occorre rafforzare il sostegno all'attuazione della legislazione e sono necessarie misure più incisive a garanzia della sua applicazione. Affinché il ripristino della natura su terra e in mare acceleri il passo, accresca la resilienza dell'UE e contribuisca, in quanto soluzione naturale determinante, a mitigare i cambiamenti climatici e ad adattarvisi, la presente strategia propone due filoni di azione:

    ·in primo luogo, e previa valutazione d'impatto, la Commissione proporrà nel 2021 l'introduzione nell'UE di obiettivi di ripristino della natura giuridicamente vincolanti al fine di ripristinare gli ecosistemi degradati, in particolare quelli potenzialmente più in grado di catturare e stoccare il carbonio nonché di prevenire e ridurre l'impatto delle catastrofi naturali. La proposta individuerà le condizioni da associare agli obiettivi e le misure più efficaci per raggiungerli. La valutazione d'impatto esaminerà inoltre la possibilità di adottare una metodologia a livello di Unione per mappare gli ecosistemi, valutarli e riportarli a un buono stato ecologico, quello cioè da cui si ricavano benefici quali la regolazione del clima, la regolazione delle acque, l'integrità del suolo, l'impollinazione e la prevenzione e protezione dalle catastrofi;

    ·in tale contesto, la Commissione imporrà agli Stati membri di innalzare il livello di attuazione della legislazione vigente entro tempi precisi, e li sosterrà in questo compito; in particolare, prescriverà loro di evitare il deterioramento delle tendenze e dello stato di conservazione di tutti gli habitat e le specie protetti entro il 2030 30 . Gli Stati membri dovranno inoltre assicurare che almeno il 30 % delle specie e degli habitat il cui attuale stato di conservazione non è soddisfacente lo diventi o mostri una netta tendenza positiva. Nel 2020 la Commissione e l'Agenzia europea dell'ambiente forniranno orientamenti agli Stati membri su come selezionare le specie e gli habitat e stabilirne l'ordine di priorità.

    2.2.2.Riportare la natura nei terreni agricoli

    Gli agricoltori sono i custodi delle nostre terre e, in quanto tali, svolgono un ruolo essenziale nel preservare la biodiversità: sono tra i primi a risentire delle conseguenze della sua perdita, ma anche tra i primi a beneficiare del suo ripristino. È grazie alla biodiversità che possono fornirci alimenti sicuri, sostenibili, nutrienti e a prezzi accessibili nonché assicurarsi il reddito necessario per sviluppare e far prosperare la loro attività. Il futuro dell'Unione non può prescindere dagli agricoltori europei, che devono continuare a essere il polo sociale ed economico di molte nostre comunità.

    Al tempo stesso certe pratiche agricole sono tra le prime cause del declino della biodiversità. Ecco perché è importante lavorare di concerto con gli agricoltori per sostenere e incentivare la transizione verso pratiche completamente sostenibili. Il miglioramento delle condizioni e della diversità degli agroecosistemi renderà il settore più resiliente ai cambiamenti climatici, ai rischi ambientali e alle crisi socioeconomiche, creando nel contempo nuovi posti di lavoro, ad esempio nell'agricoltura biologica, nel turismo rurale o in attività ricreative.

    Per favorire la sostenibilità a lungo termine sia della natura che dell'agricoltura, la presente strategia procederà di pari passo con la nuova strategia "Dal produttore al consumatore" e con la nuova politica agricola comune (PAC), anche attraverso la promozione di regimi ecologici e regimi di pagamento basati sui risultati. La Commissione intende attuare la strategia sulla biodiversità e quella "Dal produttore al consumatore" seguendo da vicino i progressi e i miglioramenti conseguiti in termini di sicurezza alimentare e reddito degli agricoltori. La Commissione farà sì che i piani strategici della PAC siano valutati in base a solidi criteri climatici e ambientali e che gli Stati membri stabiliscano valori nazionali espliciti per gli obiettivi definiti nella presente strategia e nella strategia "Dal produttore al consumatore". Tali piani dovrebbero favorire lo sviluppo di pratiche sostenibili quali l'agricoltura di precisione, l'agricoltura biologica, l'agroecologia, l'agrosilvicoltura, il prato permanente a bassa intensità e norme più rigorose in materia di benessere degli animali.

    Indicatori essenziali della salute dei sistemi agroecologici, gli uccelli e gli insetti presenti sui terreni agricoli, in particolare gli impollinatori, sono di vitale importanza per la produzione agricola e per la sicurezza alimentare. È imperativo invertirne l'allarmante tendenza alla diminuzione. Come illustrato nella strategia "Dal produttore al consumatore", la Commissione adotterà provvedimenti per ridurre entro il 2030 del 50 % l'uso dei pesticidi chimici in genere, e dei rischi derivanti, e del 50 % l'uso dei pesticidi più pericolosi. Questi obiettivi devono essere sostenuti dall'attuazione completa dell'iniziativa dell'UE sugli impollinatori 31 , che la Commissione intende riesaminare entro la fine del 2020 e completare con proposte di misure supplementari se necessario. Per lasciare agli animali selvatici, alle piante, agli impollinatori e ai regolatori naturali dei parassiti lo spazio di cui hanno bisogno, è urgente destinare almeno il 10 % delle superfici agricole ad elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità, ad esempio fasce tampone, maggese completo o con rotazione, siepi, alberi non produttivi, terrazzamenti e stagni, tutti elementi che concorrono a intensificare il sequestro del carbonio, prevenire l'erosione e l'impoverimento del suolo, filtrare l'aria e l'acqua e sostenere l'adattamento al clima. Si constata inoltre che i terreni più ricchi di biodiversità sono spesso quelli più produttivi. Gli Stati membri dovranno tradurre l'obiettivo UE del 10 % a una scala geografica inferiore per garantire la connessione tra gli habitat, in particolare utilizzando gli strumenti e i piani strategici della PAC, in conformità con la strategia "Dal produttore al consumatore", e attuando la direttiva Habitat. I progressi verso l'obiettivo saranno costantemente monitorati e, se necessario, ricalibrati per attenuare le ripercussioni negative sulla biodiversità, la sicurezza alimentare e la competitività degli agricoltori.

    L'agroecologia è in grado sia di fornire alimenti sani senza alterare la produttività, sia di aumentare la biodiversità e la fertilità del suolo e ridurre l'impronta della produzione alimentare. L' agricoltura biologica, in particolare, offre un grande potenziale sia per gli agricoltori che per i consumatori: è un settore che non solo crea posti di lavoro e attrae i giovani agricoltori, ma offre anche il 10-20 % di posti di lavoro in più per ettaro rispetto alle aziende agricole tradizionali e crea valore aggiunto per i prodotti agricoli 32 . Per sfruttare al massimo questo potenziale, entro il 2030 almeno il 25 % dei terreni agricoli dell'UE devono essere adibiti all'agricoltura biologica. Oltre alle misure della PAC, la Commissione presenterà un piano d'azione per l'agricoltura biologica, che aiuterà gli Stati membri a stimolare l'offerta e la domanda di prodotti biologici; alimenterà inoltre la fiducia dei consumatori per mezzo di campagne promozionali e appalti pubblici verdi. Nell'attuazione degli obiettivi agroecologici stabiliti per l'insieme dell'UE nella presente strategia e nella strategia "Dal produttore al consumatore", si terrà conto del fatto che gli Stati membri partono da situazioni diverse e che i progressi compiuti finora sono d'intensità diversa.

    Occorre aumentare il ricorso alle misure di sostegno all'agroforestazione nell'ambito dello sviluppo rurale, per sfruttare le grandi potenzialità offerte da questa pratica a beneficio della biodiversità, le persone e il clima.

    È altresì necessario invertire la tendenza all'erosione della varietà genetica, ad esempio facilitando l'uso di colture e razze tradizionali: ne deriverebbero benefici anche per la salute grazie a un'alimentazione più variata e nutriente. La Commissione sta valutando l'opportunità di rivedere le norme di commercializzazione delle varietà tradizionali al fine di contribuire alla loro conservazione e al loro uso sostenibile; intende inoltre adottare misure volte a facilitare la registrazione delle varietà di sementi, anche per quanto riguarda l'agricoltura biologica, e ad agevolare l'accesso al mercato per le varietà tradizionali e adattate alle condizioni locali.

    2.2.3.Arginare il consumo di suolo e ripristinare gli ecosistemi del suolo

    Il suolo, uno degli ecosistemi più complessi e diversificati, è un habitat a tutti gli effetti, dimora di una varietà straordinaria di organismi che regolano e controllano servizi ecosistemici essenziali quali la fertilità, il ciclo dei nutrienti e la regolazione del clima. Il suolo è una risorsa non rinnovabile estremamente importante, vitale per la nostra salute e quella dell'economia, così come per la produzione di alimenti e nuovi farmaci.

    L'Unione subisce conseguenze ambientali ed economiche ingenti dal degrado del suolo, che ha tra le sue cause principali una cattiva gestione delle terre, ad esempio a ragione della deforestazione, il pascolo eccessivo, le pratiche agricole e forestali non sostenibili, le attività di costruzione e l'impermeabilizzazione del suolo 33 . Nonostante il recente rallentamento dell'impermeabilizzazione, la perdita di terreni fertili a causa del consumo di suolo e dell'espansione urbana non si arresta 34 . Se associati ai cambiamenti climatici, gli effetti dell'erosione e delle perdite di carbonio organico immagazzinato nel suolo diventano sempre più evidenti. Anche la desertificazione è una minaccia sempre più concreta nell'UE 35 .

    È quindi indispensabile intensificare gli sforzi per proteggere la fertilità del suolo, ridurne l'erosione e aumentare la materia organica che vi è contenuta, ed è auspicabile farlo adottando pratiche sostenibili di gestione del suolo, anche nell'ambito della PAC. Servono passi avanti sostanziali anche su altri fronti: il censimento dei siti contaminati, il ripristino dei suoli degradati, la definizione delle condizioni che ne determinano il buono stato ecologico, l'introduzione di obiettivi di ripristino e il miglioramento del monitoraggio della qualità del suolo.

    Per affrontare tali questioni in modo organico e contribuire a onorare gli impegni unionali e internazionali intesi a raggiungere la neutralità in termini di degrado del suolo, nel 2021 la Commissione aggiornerà la strategia tematica dell'UE per il suolo 36 . Anche il piano d'azione per l'inquinamento zero di aria, acqua e suolo, che la Commissione adotterà nel 2021, verterà sulle questioni citate. L'impermeabilizzazione del suolo e la riqualificazione dei siti dismessi contaminati saranno trattati nell'ambito dell'imminente strategia per un ambiente edificato sostenibile. Nell'ambito di Orizzonte Europa è prevista una missione nel settore "Prodotti alimentari e salute del suolo" 37 intesa a sviluppare soluzioni per ripristinare l'integrità e le funzioni del suolo.

    2.2.4.Foreste più estese, più sane e più resilienti

    Le foreste sono estremamente importanti per la biodiversità, la regolazione del clima e dell'acqua, l'approvvigionamento di cibo, medicinali e materie, la cattura e lo stoccaggio del carbonio, la stabilità del suolo e la depurazione dell'aria e dell'acqua; sono anche la cornice naturale per attività ricreative e didattiche in tema di natura. I silvicoltori svolgono un ruolo fondamentale nel garantire una gestione sostenibile delle foreste e nel ripristinare e mantenere la biodiversità nelle foreste.

    Oltre a proteggere rigorosamente tutte le foreste primarie e antiche ancora presenti sul suo territorio, l'Unione deve aumentare l'estensione delle sue foreste, migliorarne la qualità e renderle più resilienti, in particolare contro gli incendi, la siccità, gli organismi nocivi, le malattie e altre minacce che si fanno più incombenti con i cambiamenti climatici. Perché possano continuare a svolgere la propria funzione rispetto alla biodiversità e al clima, tutte le foreste devono essere mantenute in buona salute: foreste più resilienti sono in grado di sostenere un'economia più resiliente. Le foreste svolgono anche un ruolo importante nell'approvvigionamento di materie, prodotti e servizi che sono indispensabili per la bioeconomia circolare.

    Alla luce di queste constatazioni la Commissione proporrà nel 2021 una specifica strategia forestale dell'UE in linea con le nostre ambizioni più vaste in materia di biodiversità e neutralità climatica. La proposta includerà una tabella di marcia per l'impianto di almeno 3 miliardi di alberi supplementari nell'UE entro il 2030, nel pieno rispetto dei principi ecologici: quest'obiettivo creerà notevoli opportunità di lavoro collegate alla raccolta e coltivazione delle sementi, alla messa a dimora delle piantine e alla cura del loro sviluppo; piantare alberi è particolarmente vantaggioso per le città, e anche in campagna può coniugarsi perfettamente con l'agroforestazione, gli elementi caratteristici del paesaggio e l'intensificazione della cattura del carbonio. Al tempo stesso, la Commissione continuerà a collaborare con gli Stati membri per garantire che l'Unione sia sufficientemente attrezzata per prevenire e spegnere i grandi incendi boschivi, che possono causare danni ingenti alla biodiversità forestale.

    L'imboschimento, il rimboschimento e l'impianto di alberi a sostegno della biodiversità e del ripristino degli ecosistemi saranno pratiche promosse attraverso i piani strategici della PAC e i fondi della politica di coesione; l'impianto di alberi sarà facilitato anche dalla nuova piattaforma europea per l'inverdimento urbano 38 che attingerà dal programma LIFE.

    La superficie forestale coperta dai piani di gestione dovrebbe includere tutte le foreste gestite di proprietà pubblica e un numero maggiore di foreste private, ed è auspicabile mantenere e sviluppare ulteriormente le pratiche rispettose della biodiversità, come ad esempio la silvicoltura vicina alla natura. La Commissione elaborerà a tal fine, in parallelo alla nuova strategia forestale dell'UE, linee guida sull'imboschimento e il rimboschimento rispettosi della biodiversità e su pratiche di silvicoltura più vicine alla natura.

    Per disporre di un quadro migliore dello stato di salute delle foreste europee, la Commissione collaborerà con altri fornitori di dati per sviluppare ulteriormente il sistema d'informazione forestale europeo, che aiuterà a effettuare valutazioni aggiornate delle condizioni delle foreste del nostro continente e a collegare tutte le piattaforme web contenenti dati sulle foreste dell'Unione. Anche questa iniziativa sarà presentata nell'ambito della strategia forestale dell'UE.

    2.2.5.Soluzioni a somma positiva per la produzione di energia 

    Per raggiungere la neutralità climatica, così come per assicurare la ripresa dell'Unione dalla crisi Covid-19 e la sua prosperità a lungo termine, è indispensabile decarbonizzare il sistema energetico: la lotta ai cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità passa per l'aumento dell'energia rinnovabile proveniente da fonti sostenibili. L'UE darà la preminenza a soluzioni a somma positiva quali l'energia marina, l'eolico in mare che consente anche la rigenerazione degli stock ittici, i parchi solari con una copertura del suolo rispettosa della biodiversità, e la bioenergia sostenibile.

    Per attenuare i rischi climatici e ambientali derivanti dall'uso sempre più diffuso di determinate fonti di bioenergia, la direttiva modificata sulle energie rinnovabili 39 contiene ora criteri più rigorosi di sostenibilità e promuove il passaggio a biocarburanti avanzati a base di residui e di rifiuti non riutilizzabili e non riciclabili. Questo approccio dovrebbe essere applicato a tutte le forme di bioenergia, insieme all'uso minimo, nella produzione di energia, di alberi interi e colture alimentari e foraggere, prodotti nell'UE o importati. 

    Per capire e monitorare meglio i potenziali rischi per il clima e la biodiversità, la Commissione sta valutando la domanda e l'offerta di biomassa nell'UE e nel mondo e la relativa sostenibilità 40 ; entro la fine del 2020, in accordo con i suoi obiettivi più ambiziosi di protezione e ripristino degli ecosistemi forestali, intende pubblicare i risultati della valutazione sull'uso della biomassa forestale per la produzione di energia, che serviranno a informare l'elaborazione delle politiche, incluso il riesame e l'eventuale revisione, previsti per il 2021, del livello di ambizione della direttiva Rinnovabili, del sistema per lo scambio di quote di emissioni e del regolamento sull'uso del suolo, cambiamento di uso del suolo e silvicoltura (LULUCF).

    In linea con la direttiva Rinnovabili, nel 2021 la Commissione elaborerà anche le linee guida operative sui nuovi criteri di sostenibilità della biomassa forestale usata per la produzione di energia 41 . Sempre nel 2021 riesaminerà i dati sui biocarburanti ad alto rischio di cambiamento indiretto della destinazione d'uso dei terreni e introdurrà una traiettoria per la loro graduale eliminazione entro il 2030.

    L'obiettivo generale consiste nel garantire che il quadro regolamentare dell'UE in materia di bioenergia sia conforme con il livello più alto di ambizione espresso nel Green Deal europeo.

    2.2.6.Ripristinare il buono stato ecologico degli ecosistemi marini

    L'esistenza di ecosistemi marini ripristinati e protetti adeguatamente è sinonimo di benefici sanitari, sociali ed economici sostanziali per le comunità costiere e l'Unione nel suo insieme. In presenza di ecosistemi marini e costieri in cui la perdita di biodiversità è fortemente acuita dal riscaldamento globale 42 , è quanto mai urgente intervenire con più determinazione.

    Per riportare gli ecosistemi marini a un "buono stato ecologico", anche attraverso zone protette rigorosamente, è imprescindibile ricostituire ecosistemi ricchi di carbonio nonché zone importanti di riproduzione e crescita del novellame. Alcuni dei modi in cui oggi sfruttiamo i nostri mari mettono a repentaglio la sicurezza alimentare, i mezzi di sussistenza dei pescatori e i settori della pesca e dei prodotti ittici. Lo sfruttamento delle risorse marine deve avvenire in maniera sostenibile e in un contesto di tolleranza zero nei confronti delle pratiche illecite: perché la realtà rispecchi questo principio è indispensabile attuare integralmente la politica comune della pesca, la direttiva quadro sulla strategia marina e le direttive Habitat e Uccelli.

    L'applicazione di un approccio di gestione ecosistemico ai sensi della legislazione dell'UE 43 ridurrà gli effetti negativi della pesca, delle attività estrattive e di altre attività umane, in particolare sulle specie sensibili e sugli habitat dei fondali. A tal fine, i piani nazionali di gestione dello spazio marittimo, che gli Stati membri sono tenuti a presentare nel 2021, dovrebbero mirare a coprire tutte le attività e i settori marittimi, nonché le misure di gestione-conservazione per zona 44 . La Commissione intende anche proporre un nuovo piano d'azione per conservare le risorse della pesca e proteggere gli ecosistemi marini. Se necessario, introdurrà misure per limitare l'uso degli attrezzi da pesca più dannosi per la biodiversità, anche per i fondali, ed esaminerà il modo in cui conciliare gli obiettivi per la biodiversità e le attività che usano attrezzi di fondo, attualmente le più dannose per questo ambiente. Sarà d'obbligo intervenire su questo fronte in maniera equa e giusta. La transizione verso tecniche di pesca più selettive e meno dannose dovrà avere anche il sostegno del Fondo europeo per gli affari marittimi.

    La buona salute degli stock ittici è determinante per la prosperità a lungo termine dei pescatori e per la salute dei nostri oceani e della biodiversità. È perciò quanto mai importante mantenere o ridurre la mortalità per pesca a livelli uguali o inferiori a quelli del rendimento massimo sostenibile, così da pervenire a una distribuzione della popolazione per età e dimensioni indicativa della buona salute di tutti gli stock ittici.

    Occorre anche eliminare le catture accessorie delle specie in via di estinzione, oppure ridurle a un livello che ne consenta la completa ricostituzione; ciò vale anche per le specie in cattivo stato di ecologico o di conservazione. Non devono nemmeno essere tollerate le catture accessorie di altre specie 45 o, se non è possibile eliminarle completamente, bisogna contenerle a livelli minimi che non ne minaccino lo stato di conservazione. A sostegno di questi obiettivi occorre intensificare la raccolta di dati sulle catture accessorie di tutte le specie sensibili.

    Per tutte le aree marine protette occorre infine stabilire misure di gestione della pesca secondo obiettivi di conservazione chiaramente definiti avvalendosi dei migliori pareri scientifici disponibili.

    2.2.7.Ripristinare gli ecosistemi di acqua dolce

    Il quadro giuridico dell'UE in materia di acque è ambizioso ma l'attuazione è in ritardo e il controllo dell'applicazione deve essere rafforzato 46 . Al fine di conseguire gli obiettivi della direttiva quadro sulle acque occorre adoperarsi di più per ristabilire gli ecosistemi di acqua dolce e le funzioni naturali dei fiumi. Uno dei modi per farlo consiste nell'eliminare o adeguare le barriere che impediscono il passaggio dei pesci migratori e nel migliorare il flusso libero dei sedimenti: s'intende così ristabilire lo scorrimento libero di almeno 25 000 km di fiumi entro il 2030 47 eliminando principalmente le barriere obsolete e ripristinando le pianure alluvionali. Nel 2021 la Commissione, in consultazione con le autorità competenti, fornirà agli Stati membri orientamenti tecnici e sostegno per aiutarli a individuare i siti e a mobilitare i finanziamenti 48 . Le autorità degli Stati membri dovrebbero riesaminare i permessi di estrazione e arginamento delle acque per ristabilire i flussi ecologici in modo da raggiungere entro il 2027 un buono stato o un buon potenziale ecologico di tutte le acque superficiali e un buono stato di tutte le acque sotterranee, come previsto dalla direttiva quadro Acque 49 . A tal fine, entro il 2023 la Commissione fornirà agli Stati membri supporto tecnico per le loro misure.

    Gli investimenti su larga scala nel ripristino dei fiumi e delle pianure alluvionali 50 possono, nel complesso, dare un forte impulso al settore del ripristino e alle attività socioeconomiche locali, come il turismo e le attività ricreative, migliorando al tempo stesso la regolazione delle acque, la protezione dalle inondazioni, gli habitat ittici di crescita del novellame e l'abbattimento dell'inquinamento da nutrienti.

    2.2.8.Inverdire le zone urbane e periurbane

    Parchi e giardini, tetti verdi e orti sono tutti spazi verdi urbani che offrono non solo molteplici benefici agli abitanti delle città, ma anche opportunità per le imprese e un rifugio per la flora e la fauna. Riducono l'inquinamento atmosferico, idrico e acustico, proteggono da inondazioni, siccità e ondate di calore e conservano il legame tra l'uomo e la natura 51 .

    Le recenti misure restrittive dovute alla pandemia di Covid-19 ci hanno mostrato il valore degli spazi verdi urbani per il nostro benessere fisico e mentale. Se è vero che la protezione di alcuni spazi verdi urbani è aumentata 52 , è pur vero che gli spazi verdi spesso escono perdenti dalla competizione per il suolo, che va di pari passo con l'aumento costante della popolazione che vive nelle aree urbane.

    La presente strategia mira a invertire queste tendenze e ad arrestare la perdita di ecosistemi verdi urbani. La promozione di ecosistemi integri, infrastrutture verdi e soluzioni basate sulla natura dovrebbe essere sistematicamente integrata nella pianificazione urbana, compreso di spazi pubblici e infrastrutture, così come nella progettazione degli edifici e delle loro pertinenze.

    Per riportare la natura nelle città e ricompensare l'azione delle comunità, la Commissione invita le città europee di almeno 20 000 abitanti a elaborare entro la fine del 2021 piani ambiziosi di inverdimento urbano, che includano misure intese a creare in città boschi, parchi e giardini accessibili e ricchi di biodiversità, orti, tetti e pareti verdi, strade alberate, prati e siepi, e che contribuiscano anche a migliorare i collegamenti tra gli spazi verdi, eliminare l'uso di pesticidi, limitare la falciatura eccessiva degli spazi verdi urbani e altre pratiche dannose per la biodiversità. La realizzazione di questi piani potrebbe mobilitare strumenti politici, regolamentari e finanziari.

    Per facilitare il lavoro alle città, la Commissione intende creare nel 2021 una piattaforma UE per l'inverdimento urbano, nell'ambito di un nuovo "Green City Accord" 53 con le città e i sindaci e in stretto coordinamento con il Patto europeo dei sindaci. I piani per l'inverdimento urbano avranno un ruolo centrale nella scelta della Capitale verde europea 2023 e nell'assegnazione del premio Foglia verde europea" 2022.

    La Commissione sosterrà gli Stati membri e le autorità locali e regionali con orientamenti tecnici e li aiuterà a mobilitare finanziamenti e sviluppare capacità; terrà inoltre conto di questi obiettivi nel patto europeo per il clima.

    2.2.9.Ridurre l'inquinamento

    L'inquinamento è una delle principali cause della perdita di biodiversità ed è dannoso per la nostra salute e l'ambiente Sebbene l'UE disponga di un quadro giuridico solido per ridurre l'inquinamento, sono ancora necessari maggiori sforzi. La biodiversità è in sofferenza: il rilascio di nutrienti, pesticidi, prodotti farmaceutici, sostanze chimiche pericolose, acque reflue urbane e industriali e altri rifiuti, tra cui quelli dispersi nell'ambiente e le materie plastiche, sono tutte pressioni che occorre decisamente ridurre.

    L'ambizione di azzerare l'inquinamento, eliminando le sostanze tossiche dall'ambiente, muoverà la Commissione a presentare una nuova strategia dell'UE in materia di sostanze chimiche per la sostenibilità, insieme a un piano d'azione per l'inquinamento zero di aria, acqua e suolo. 

    La Commissione promuoverà anche l'"inquinamento zero" causato dai flussi di azoto e fosforo contenuti nei fertilizzanti come minimo dimezzando le perdite di nutrienti, senza però compromettere la fertilità del suolo, e ottenendo così una riduzione dell'uso dei fertilizzanti di almeno il 20 %: questi obiettivi saranno raggiunti attuando integralmente la legislazione pertinente in materia di clima e ambiente e garantendone il pieno rispetto, individuando, in collaborazione con gli Stati membri, le riduzioni del carico di nutrienti necessarie per raggiungere i risultati desiderati, applicando una fertilizzazione equilibrata e una gestione sostenibile dei nutrienti e gestendo meglio l'azoto e il fosforo in tutto il loro ciclo di vita. A tal fine nel 2022 la Commissione elaborerà con gli Stati membri un piano d'azione integrato di gestione dei nutrienti. La nuova strategia "Dal produttore al consumatore" affronterà la riduzione dell'uso dei pesticidi e dei rischi derivanti e sosterrà la diffusione della difesa fitosanitaria integrata 54 ; in quest'ottica sarà rafforzata la valutazione del rischio ambientale associato ai pesticidi. I problemi posti dalla plastica sono affrontati principalmente nell'ambito dell'attuazione della strategia europea per la plastica 55 e del nuovo piano d'azione per l'economia circolare 56 .

    La Commissione elaborerà una serie di indicatori per la riduzione progressiva dell'inquinamento e definirà valori di riferimento per aiutare a monitorare i progressi compiuti. La pressione esercitata dai rifiuti marini e dal rumore subacqueo è già disciplinata dalla direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino.

    2.2.10.Specie esotiche invasive

    Le specie esotiche invasive possono minare seriamente gli sforzi di protezione e ripristino della natura. Oltre a causare danni ingenti alla natura e all'economia, molte specie esotiche invasive favoriscono l'insorgenza e la diffusione di malattie infettive e costituiscono così una minaccia per l'uomo e la flora e la fauna selvatiche 57 . Il loro tasso di rilascio è aumentato negli ultimi anni al punto che, delle 1 872 specie oggi considerate in via di estinzione in Europa, 354 sono minacciate da specie esotiche invasive. In assenza di misure efficaci di controllo, il tasso di invasione continuerà a crescere e, con esso, i rischi per la natura e l'economia.

    È anche necessario dare impulso all'attuazione del regolamento dell'Unione sulle specie esotiche invasive 58 e di altre disposizioni legislative e accordi internazionali in materia allo scopo di ridurre al minimo e, ove possibile, eliminare, l'introduzione e l'insediamento di specie esotiche nell'ambiente europeo. Quel che ci si prefigge è di gestire le specie esotiche invasive insediate e ridurre del 50 % il numero di specie della lista rossa da queste minacciate 59 .

    Piano dell'UE di ripristino della natura: impegni principali entro il 2030

    1.Proporre obiettivi unionali vincolanti di ripristino della natura nel 2021, previa valutazione d'impatto. Entro il 2030: sono ripristinate vaste superfici di ecosistemi degradati e ricchi di carbonio; le tendenze e lo stato di conservazione degli habitat e delle specie non presentano alcun deterioramento; e almeno il 30 % degli habitat e delle specie presentano uno stato di conservazione soddisfacente o una tendenza positiva.

    2.Invertire la tendenza alla diminuzione degli impollinatori.

    3.Ridurre del 50 % i rischi e l'uso dei pesticidi chimici e fare altrettanto riguardo all'uso dei pesticidi più pericolosi.

    4.Destinare almeno il 10 % delle superfici agricole ad elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità.

    5.Adibire almeno il 25 % dei terreni agricoli all'agricoltura biologica e aumentare in modo significativo la diffusione delle pratiche agroecologiche.

    6.Piantare tre miliardi di nuovi alberi nell'Unione, nel pieno rispetto dei principi ecologici.

    7.Realizzare progressi significativi nella bonifica dei suoli contaminati.

    8.Riportare almeno 25 000 km di fiumi a scorrimento libero.

    9.Ridurre del 50 % il numero di specie della lista rossa minacciate dalle specie esotiche invasive.

    10.Ridurre le perdite dei nutrienti contenuti nei fertilizzanti di almeno il 50 % ottenendo una riduzione di almeno il 20 % nell'uso dei fertilizzanti.

    11.Dotare le città con almeno 20 000 abitanti di un piano ambizioso di inverdimento urbano.

    12.Eliminare l'uso dei pesticidi chimici nelle zone sensibili, come le aree verdi urbane dell'UE.

    13.Ridurre sostanzialmente gli effetti negativi della pesca e delle attività estrattive sulle specie e sugli habitat sensibili, compresi i fondali marini, al fine di riportarli a un buono stato ecologico.

    14.Eliminare le catture accessorie o ridurle a un livello che consenta il ripristino e la conservazione delle specie. 

    3.Creare le condizioni per un cambiamento profondo

    3.1.Un nuovo quadro di governance

    Nell'UE non esiste un quadro generale di governance per orientare l'attuazione degli impegni in materia di biodiversità concordati a livello nazionale, europeo o internazionale. Per colmare questa lacuna, la Commissione introdurrà un nuovo quadro europeo per la governance della biodiversità, che aiuterà a mappare gli obblighi e gli impegni e stabilire una tabella di marcia che ne guidi l'attuazione.

    Il nuovo quadro includerà un meccanismo di riesame e monitoraggio che, grazie a un insieme chiaro di indicatori concordati, consentirà di valutare l'andamento dell'attuazione e stabilirà le eventuali azioni correttive da adottare. Questo meccanismo sarà uno degli strumenti per il riesame dell'attuazione delle politiche ambientali e servirà al semestre europeo.

    Il nuovo quadro di governance consentirà di infondere in tutti i soggetti interessati un senso di coresponsabilità e identificazione nei confronti degli impegni assunti dall'UE in materia di biodiversità, e sosterrà lo sviluppo della capacità amministrativa, la trasparenza, il dialogo con i portatori di interessi e la governance partecipativa a vari livelli.

    Nel 2023 la Commissione valuterà i progressi compiuti e l'adeguatezza di questo approccio alla governance, vagliando la necessità di adottare un approccio vincolante.

    3.2.Attuare e far rispettare con più rigore la legislazione ambientale dell'UE

    La legislazione ambientale è efficace solo se attuata e fatta rispettare correttamente. Per proteggere e ripristinare il suo capitale naturale, negli ultimi 30 anni l'Unione ha istituito un quadro legislativo solido, che però secondo le ultime valutazioni, sebbene adatto allo scopo, tarda ad essere applicato sul terreno 60 . Questo ritardo ha conseguenze drammatiche per la biodiversità e costi economici elevati 61 . L'attuazione integrale della legislazione ambientale dell'UE e la garanzia del suo rispetto sono pertanto al centro della presente strategia, a cui sarà necessario fornire in via prioritaria sostegno politico e risorse umane e finanziarie.

    Per quanto riguarda le direttive Uccelli e Habitat, la strategia punta in particolare a che siano garantiti il completamento della rete Natura 2000, la gestione efficace di tutti i siti, il rispetto delle disposizioni sulla protezione delle specie e di quelle sulle specie e sugli habitat che mostrano tendenze alla diminuzione. La Commissione provvederà inoltre a far attuare e rispettare meglio la legislazione ambientale avente un impatto sulla biodiversità 62 e, se necessario, la sottoporrà a riesame e revisione.

    In stretta collaborazione con gli Stati membri e con le reti europee di agenzie ambientali, ispettori, revisori dei conti, corpi di polizia, pubblici ministeri e magistrati, la Commissione si adopererà per migliorare la garanzia della conformità.

    In aggiunta intende sostenere la società civile nel suo ruolo di controllore della conformità e dialogare con gli Stati membri per migliorare l'accesso alla giustizia nazionale in materia di ambiente per le persone fisiche e le ONG. Proporrà infine la revisione del regolamento di Aarhus 63 per ampliare le possibilità delle ONG di agire in giudizio.

    3.3.Scegliere un approccio integrato e che coinvolga tutta la società

    3.3.1.Imprese a favore della biodiversità 

    In linea con lo spirito di partenariato cui è improntata la presente strategia, tutti i settori dell'economia e della società saranno chiamati a dare il proprio contributo; tra questi vi sono l'industria e le imprese, che, pure incidendo sulla natura, sono anche culla di innovazioni, partenariati e competenze in grado di aiutare a contrastare la perdita di biodiversità.

    Affinché gli interessi ambientali e sociali siano pienamente integrati nelle strategie aziendali, nel 2021 la Commissione presenterà una nuova iniziativa sulla governance societaria sostenibile. L'iniziativa, che potrebbe essere presentata sotto forma di proposta legislativa, affronterà, in modo proporzionato in funzione delle diverse dimensioni delle imprese, i diritti umani, l'obbligo di diligenza e il dovere di sollecitudine in materia di ambiente nelle catene del valore economico 64 : in tal modo contribuirà a garantire che gli interessi degli azionisti e dei portatori di interessi siano pienamente allineati agli obiettivi stabiliti nella presente strategia. Nel 2020 la Commissione ha inoltre avviato un riesame degli obblighi d'informativa delle imprese a norma della direttiva sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario 65 , al fine di migliorare la qualità e la portata di questo tipo di informative, in cui rientrano gli aspetti ambientali quali la biodiversità.

    Avvalendosi delle proprie piattaforme 66 e ispirandosi a iniziative recenti 67 , la Commissione aiuterà a creare un movimento di imprese europee a favore della biodiversità e lo renderà parte integrante del patto europeo per il clima. Considerato che le soluzioni basate sulla natura possono offrire importanti sbocchi commerciali e occupazionali in vari settori 68 e sono fondamentali per l'innovazione sul piano dei bisogni economici o sociali che dipendono dalla natura, si presterà particolare attenzione a incentivarle e a eliminare gli ostacoli alla loro adozione.

    3.3.2.Investimenti, prezzi e tassazione 

    Per affrontare la perdita di biodiversità e ripristinare gli ecosistemi saranno necessari ingenti investimenti pubblici e privati a livello nazionale ed europeo; occorrerà pertanto sfruttare al meglio tutti i programmi e strumenti di finanziamento dell'UE che fanno al caso. La Commissione rafforzerà il proprio quadro di verifica degli effetti dei finanziamenti sulla biodiversità 69 , anche usando opportunamente i criteri stabiliti dalla tassonomia dell'UE, affinché il sostegno unionale vada a investimenti rispettosi della biodiversità.

    Per rispondere al fabbisogno di investimenti della presente strategia, compresi gli investimenti prioritari per Natura 2000 e le infrastrutture verdi, occorre sbloccare almeno 20 miliardi di EUR all'anno 70 da destinare alla natura: a tal fine occorre mobilitare fondi pubblici e privati a livello nazionale e dell'Unione 71 , anche attingendo a vari programmi nell'ambito del prossimo bilancio a lungo termine dell'UE; in aggiunta, data l'importanza del ripristino della natura per il conseguimento degli obiettivi climatici, una parte significativa del 25 % del bilancio dell'UE destinato all'azione per il clima sarà investita nella biodiversità e nelle soluzioni basate sulla natura.

    Nell'ambito di InvestEU sarà avviata un'iniziativa ad hoc per il capitale naturale e l'economia circolare, con cui si intende mobilitare almeno 10 miliardi di EUR nei prossimi dieci anni, sulla base di finanziamenti misti pubblici/privati. La protezione della natura e della biodiversità costituisce anche una priorità del piano di investimenti del Green Deal europeo. Per sbloccare gli investimenti necessari l'UE deve fornire agli investitori certezza a lungo termine e aiutare a integrare la sostenibilità nel sistema finanziario. La tassonomia UE della finanza sostenibile contribuirà a orientare gli investimenti verso la ripresa verde e l'adozione di soluzioni basate sulla natura. Nel 2021 la Commissione emanerà un atto delegato nel quadro del regolamento sulla tassonomia 72 per stabilire un sistema di classificazione comune delle attività economiche che contribuisca in modo sostanziale alla protezione e al ripristino della biodiversità e degli ecosistemi. Questo provvedimento sarà affiancato entro la fine del 2020 da una strategia rinnovata in materia di finanza sostenibile intesa ad assicurare che il sistema finanziario contribuisca a mitigare i rischi attuali e futuri per la biodiversità e dia indicazioni più chiare in merito a come la perdita di biodiversità si ripercuote sulla redditività e sulle prospettive a lungo termine delle imprese 73 .

    La Commissione continuerà a promuovere regimi fiscali e prezzi che rispecchino i costi ambientali, compreso il costo della perdita di biodiversità; così facendo dovrebbe incoraggiare gli Stati membri a modificare i regimi fiscali per trasferire l'onere fiscale dal lavoro all'inquinamento, alle risorse a prezzi eccessivamente bassi e ad altre esternalità ambientali. Per prevenire e correggere situazioni di degrado ambientale occorre applicare i principi del "chi usa paga" e del "chi inquina paga".

    Il potere d'acquisto delle autorità pubbliche rappresenta il 14 % del PIL dell'UE e può trainare fortemente la domanda di prodotti e servizi offerti dalle imprese che investono in soluzioni basate sulla natura o contribuiscono al loro sviluppo. Per sfruttare tale potenziale la Commissione integrerà nelle prossime proposte di norme e orientamenti in materia di appalti pubblici verdi criteri e elementi di monitoraggio che incentivino le soluzioni basate sulla natura.

    3.3.3.Misurare e integrare il valore della natura

    Occorre integrare meglio la dimensione della biodiversità nel processo decisionale pubblico e delle aziende, a tutti i livelli. Basandosi sui lavori esistenti 74 , nel 2021 la Commissione elaborerà metodi, criteri e norme tecniche per definire le caratteristiche essenziali della biodiversità, i servizi che fornisce, i valori che racchiude e il suo uso sostenibile.

    Nell'ambito di questa attività misurerà l'impronta ambientale dei prodotti e delle organizzazioni, usando metodi basati sul ciclo di vita e pratiche contabili per il capitale naturale. In questo contesto la Commissione sosterrà la creazione di un'iniziativa internazionale in materia di pratiche contabili del capitale naturale.

    3.3.4.Migliorare le conoscenze, l'educazione e le competenze

    La lotta alla perdita di biodiversità deve poggiare su una solida base scientifica: per raccogliere i dati migliori e sviluppare soluzioni ottimali basate sulla natura sarà determinante investire nella ricerca, nell'innovazione e nello scambio di conoscenze. Grazie alla ricerca e all'innovazione è possibile sperimentare e sviluppare modi per far prevalere le soluzioni "verdi" su quelle "grigie" e aiutare la Commissione a sostenere investimenti in soluzioni basate sulla natura, ad esempio per vecchi bacini industriali, zone a basso reddito o colpite da catastrofi.

    Imperniata sulla formazione e sulla riqualificazione della forza lavoro in molteplici settori, la nuova agenda per le competenze avrà un ruolo centrale nella transizione verso un'economia verde e nella lotta contro la perdita di biodiversità.

    Il futuro programma Orizzonte Europa includerà un programma di ricerca strategica a lungo termine per la biodiversità che, dotato di maggiori finanziamenti e di un meccanismo-ponte tra mondo scientifico e decisori politici, ricercherà alternative per accelerare l'attuazione degli impegni in materia di biodiversità. Le missioni di Orizzonte Europa 75 contribuiranno in modo significativo a colmare le lacune nelle conoscenze e a trovare soluzioni per migliorare la salute degli ecosistemi e ottimizzare il loro contributo alla salute umana.

    Parallelamente la Commissione promuoverà e agevolerà i partenariati, compreso quello dedicato alla biodiversità, per dare corpo al legame tra scienza, politica e pratica e fare delle soluzioni naturali una realtà concreta. Nel 2020, in stretta cooperazione con l'Agenza europea dell'ambiente, la Commissione intende anche istituire un nuovo Centro di conoscenze per la biodiversità, assegnandogli le seguenti funzioni: i) seguire e valutare i progressi compiuti dall'UE e dai suoi partner riguardo all'attuazione degli strumenti internazionali connessi alla biodiversità; ii) favorire la cooperazione e il partenariato, anche tra gli specialisti in materia di clima e biodiversità; e iii) sostenere l'elaborazione delle politiche. La Commissione intende inoltre aumentare il proprio sostegno alla piattaforma intergovernativa di politica scientifica per la biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES, Intergovernmental science-policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services).

    Perché la biodiversità e gli ecosistemi diventino parte integrante dei programmi d'istruzione scolastica, superiore e professionale, la Commissione proporrà nel 2021 una raccomandazione del Consiglio per incoraggiare la cooperazione in materia di educazione all'ecosostenibilità; la raccomandazione offrirà alle scuole e ai docenti linee guida su come cooperare tra Stati membri e scambiarsi esperienze sull'insegnamento della biodiversità. La Commissione fornirà inoltre materiali complementari e agevolerà lo scambio di buone pratiche grazie alle reti unionali di programmi di formazione per gli insegnanti.

    4.L'azione dell'Unione europea a favore di un'agenda mondiale ambiziosa sulla biodiversità

    Priorità dell'azione esterna dell'UE e parte integrante degli sforzi volti a conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, la biodiversità figurerà in tutti gli impegni bi e multilaterali, nella diplomazia del Green Deal europeo e nelle alleanze verdi di prossima formazione 76 . La Commissione lavorerà in stretta collaborazione con il Parlamento europeo e gli Stati membri per garantire un elevato livello di ambizione dell'UE e mobilitare tutti gli sforzi a tutela della biodiversità mondiale.

    4.1.Più ambizione e impegno su scala planetaria

    La protezione della biodiversità è una sfida per il mondo intero e il prossimo decennio sarà decisivo, poiché gli sforzi compiuti a livello mondiale nel quadro della Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica sono stati nettamente insufficienti: la natura non può accontentarsi di mezze misure o scarsa ambizione.

    In questo spirito e lavorando con i partner che condividono gli stessi valori in una coalizione mossa da grande ambizione per la biodiversità, l'Unione è pronta a guidare tutti gli sforzi necessari a concordare un nuovo quadro mondiale ambizioso post 2020 in occasione della prossima 15a conferenza delle parti della Convenzione sulla diversità biologica.

    Con la presente strategia la Commissione propone gli impegni ambiziosi che l'Unione negozierà,e che dovrà accompagnare con un sostegno ai governi e ai portatori di interessi in tutto il mondo affinché innalzino i rispettivi livelli di ambizione e intensifichino l'azione.

    La Commissione propone che l'Unione assicuri l'inclusione nel quadro mondiale post 2020 di almeno i seguenti elementi:

    ·obiettivi mondiali per la biodiversità di portata generale a orizzonte 2050, in linea con l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile e la visione "Vivere in armonia con la natura":si dovrebbe ambire a ripristinare, rendere resilienti e proteggere adeguatamente tutti gli ecosistemi del pianeta entro il 2050. Il mondo intero dovrebbe impegnarsi ad adottare il principio del "guadagno netto", ossia restituire alla natura più di quanto le sottrae, e impegnarsi a scongiurare, nei limiti del possibile, estinzioni indotte dall'uomo;

    ·traguardi mondiali ambiziosi per il 2030 in linea con gli impegni dell'UE proposti nella presente strategia, diretti chiaramente a rimuovere le cause della perdita di biodiversità nonché specifici, misurabili, attuabili, pertinenti e con scadenze prestabilite;

    ·un processo di attuazione, monitoraggio e riesame molto più rigoroso, in cui le parti dovrebbero rivedere le rispettive strategie e piani d'azione nazionali sulla biodiversità entro la fine del 2021 o presentare almeno degli impegni nazionali sui traguardi più importanti. Dovrebbe essere previsto un ciclo di riesame periodico per esaminare i progressi compiuti verso il conseguimento degli obiettivi, con la possibilità di intensificare gli interventi, se necessario. Il riesame dovrebbe poggiare su un'analisi scientifica indipendente delle lacune e su un'analisi previsionale, basate su dati scientifici, con indicatori principali comuni per tutte le parti;

    ·un quadro che favorisca il concretarsi dell'ambizione in tutti i settori, quali il finanziamento, la capacità, la ricerca, l'innovazione e la tecnologia;

    ·una condivisione giusta ed equa dei benefici derivanti dall'uso delle risorse genetiche connesse alla biodiversità;

    ·il principio di parità, che si riferisce anche al rispetto dei diritti e della piena ed effettiva partecipazione delle popolazioni indigene e delle comunità locali. Si dovrebbe adottare un approccio inclusivo che assicuri la partecipazione di tutti i portatori di interessi, comprese le donne, i giovani, la società civile, le autorità locali, il settore privato, il mondo accademico e le istituzioni scientifiche.

    4.2.Uso dell'azione esterna per promuovere l'ambizione dell'UE

    4.2.1.Governance internazionale degli oceani

    In linea con l'agenda sulla governance internazionale degli oceani 77 , l'UE intende sostenere la conclusione entro il 2020 di un accordo internazionale ambizioso giuridicamente vincolante sulla diversità biologica marina nelle zone non soggette a giurisdizione nazionale. Questo strumento, che si vorrebbe ratificato e attuato quanto prima, deve stabilire procedure internazionali chiare per individuare, designare e gestire efficacemente le zone marine protette nelle acque d'altura rappresentative dal punto di vista ecologico.

    L'Unione dovrebbe inoltre far leva sulla propria influenza diplomatica e sulle proprie capacità di mobilitazione per favorire la conclusione di un accordo sulla designazione di tre zone marine protette nell'Oceano Antartico 78 , due delle quali da essa co-proposte nell'Antartico orientale e nel mare di Weddel. Riuscire a stringere questo accordo costituirebbe il più grande atto di tutela ambientale della storia.

    Proseguiranno i lavori con i paesi partner e in seno alle organizzazioni regionali per introdurre misure di tutela e d'uso sostenibile delle specie e degli ecosistemi marini sensibili, anche nelle zone non soggette a giurisdizione nazionale e soffermandosi in particolare sui punti critici per la biodiversità marina. L'Unione dovrebbe continuare a sostenere i piccoli Stati insulari in via di sviluppo e gli altri paesi partner pertinenti affinché partecipino alle riunioni delle organizzazioni e degli organismi regionali e internazionali e attuino gli impegni e le regole internazionali.

    L'Unione applicherà una politica di tolleranza zero nei confronti della pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata e combatterà la pesca eccessiva anche nei negoziati in sede di Organizzazione mondiale del commercio (OMC) per la conclusione di un accordo mondiale inteso a vietare le sovvenzioni dannose per la pesca.

    Nei negoziati internazionali l'Unione dovrebbe assumere una posizione che sia in linea con il principio di precauzione 79 e tenga conto dell'appello del Parlamento europeo 80 , ossia non acconsentire allo sfruttamento dei minerali marini presenti nella zona internazionale dei fondali marini finché gli effetti dell'estrazione mineraria in alto mare sull'ambiente marino, sulla biodiversità e sulle attività umane in mare non saranno stati oggetto di sufficienti ricerche, i rischi non saranno stati compresi e sia stato dimostrato che le tecnologie e le pratiche operative non comportano danni gravi per l'ambiente. Parallelamente l'UE continuerà a finanziare la ricerca sull'impatto delle attività di estrazione mineraria in alto mare e sulle tecnologie rispettose dell'ambiente. L'UE dovrebbe inoltre perorare la causa di una maggiore trasparenza in seno agli organismi internazionali quali l'Autorità internazionale dei fondi marini.

    4.2.2.Politica commerciale

    La politica commerciale sosterrà attivamente la transizione ecologica e ne sarà parte integrante. In questo spirito, la Commissione farà in modo che le disposizioni degli accordi commerciali relative allo sviluppo sostenibile siano attuate e fatte rispettare integralmente, anche per mano del responsabile dell'esecuzione degli accordi commerciali dell'UE. La Commissione valuterà meglio l'impatto degli accordi commerciali sulla biodiversità, dandovi seguito con le misure eventualmente necessarie per rafforzare le disposizioni in materia di biodiversità contenute negli accordi esistenti e in quelli nuovi. La Commissione presenterà inoltre nel 2021 una proposta legislativa e altre misure per evitare o ridurre al minimo l'immissione sul mercato dell'UE di prodotti associati alla deforestazione o al degrado delle foreste 81 e per promuovere importazioni e catene del valore rispettose delle foreste. La Commissione intende dare un giro di vite al commercio illecito di specie selvatiche. Questa pratica concorre alla decimazione o estinzione di intere specie, è il quarto mercato nero più lucrativo al mondo ed è verosimilmente una delle cause dell'insorgenza delle zoonosi: sul piano umano, economico e ambientale è un dovere smantellarla.

    In quest'ottica nel 2021 la Commissione riesaminerà il piano d'azione dell'Unione europea contro il traffico illegale di specie selvatiche e nel corso di quest'anno proporrà un ulteriore inasprimento delle norme sul commercio dell'avorio nell'UE. Vaglierà la possibilità di rivedere la direttiva sulla tutela penale dell'ambiente, anche ampliandone il campo di applicazione e introducendo disposizioni specifiche per i tipi e i livelli delle sanzioni penali. Valuterà inoltre l'opportunità di rafforzare le capacità di coordinamento e d'indagine dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) così da consentire a quest'organo di collaborare con gli Stati membri e i paesi terzi per prevenire il commercio illecito e l'ingresso di prodotti illeciti nel mercato unico.

    Perché la transizione avvenga in modo fluido ed equo la Commissione proseguirà il dialogo con i paesi partner, mobilitando in particolare l'aiuto per il commercio onde assicurare che i partner raccolgano i benefici del commercio rispettoso della biodiversità.

    4.2.3.Cooperazione internazionale, politica di vicinato e mobilitazione delle risorse

    La realizzazione di un ambizioso quadro mondiale per la biodiversità post-2020 richiederà una cooperazione più intensa con i partner, un aumento del sostegno e dei finanziamenti, così come l'eliminazione progressiva delle sovvenzioni dannose per la biodiversità. Nell'ultimo decennio l'UE e i suoi Stati membri hanno onorato collettivamente l'impegno di raddoppiare i flussi finanziari verso i paesi in via di sviluppo destinati alla biodiversità 82 . L'UE è disposta a continuare a collaborare con i propri partner e ad aumentare ulteriormente il proprio sostegno dopo il 2020: è questa una linea d'azione che s'iscriverà nelle attività dirette a conservare, ripristinare, conservare e usare in modo sostenibile la biodiversità e a integrarla in tutte le politiche di sviluppo e partenariato. Inoltre, facendo dello sviluppo sostenibile il filo conduttore di tutte le sue politiche, l'UE ridurrà la pressione sulla biodiversità in tutto il mondo. Sul fronte della cooperazione internazionale, l'UE dovrebbe promuovere pratiche agricole e di pesca sostenibili e azioni di tutela e ripristino delle foreste del pianeta. Un'attenzione particolare sarà rivolta anche alla gestione sostenibile delle risorse idriche, al ripristino dei terreni degradati e alla protezione e al ripristino delle zone ricche di biodiversità che offrono molti servizi ecosistemici e presentano un potenziale di mitigazione climatica. Una migliore protezione degli ecosistemi naturali, unita agli sforzi per ridurre il commercio e il consumo di specie selvatiche, contribuirà anche a prevenire l'insorgere di malattie e pandemie e rafforzare la resilienza alle stesse. L'UE aumenterà il sostegno agli sforzi da compiere a livello mondiale per applicare l'approccio "One Health" 83 , che riconosce il nesso intrinseco tra la salute umana, la salute degli animali e una natura integra e resiliente.

    L'UE intensificherà il sostegno ai paesi partner di tutto il mondo per conseguire i nuovi obiettivi globali, combattere i crimini ambientali e affrontare i fattori alla base della perdita di biodiversità. In Africa l'Unione avvierà l'iniziativa NaturAfrica intesa a proteggere la fauna e la flora selvatiche e gli ecosistemi fondamentali nonché offrire alle popolazioni locali opportunità lavorative nei settori verdi. Progetti analoghi saranno sviluppati in altre regioni. Sosterrà inoltre i paesi dei Balcani occidentali e i paesi del vicinato dell'UE nei loro sforzi per proteggere la biodiversità.

    In tutta la sua attività, l'Unione intende rafforzare i legami tra la protezione della biodiversità e i diritti umani, le questioni di genere, la salute, l'istruzione, l'attenzione alle situazioni di conflitto, l'approccio basato sui diritti, i diritti fondiari e il ruolo delle popolazioni indigene e delle comunità locali.

    Nel quadro degli sforzi condotti a livello internazionale, l'Unione promuoverà la creazione di coalizioni a favore della biodiversità con i partner e la società civile in tutto il mondo: ad esempio, per sensibilizzare altre parti del mondo alla necessità di proteggere e coltivare la biodiversità, nel marzo 2020 la Commissione ha varato la coalizione mondiale per la biodiversità, che riunisce parchi nazionali, acquari, giardini botanici, zoo, musei delle scienze e di storia naturale. Per contribuire a elaborare il quadro post 2020 la Commissione considererà la possibilità di dar vita o aderire ad altre coalizioni mosse da grande ambizione.

    5.Conclusioni

    Il solo modo per preservare la qualità e la continuità della vita umana sulla Terra è proteggere e ripristinare la biodiversità. Gli impegni proposti nella presente strategia creano le premesse per cambiamenti ambiziosi e necessari, che assicureranno il benessere e la prosperità economica delle generazioni presenti e future in un ambiente integro. L'attuazione di questi impegni terrà conto della diversità delle sfide cui sono confrontati i settori, le regioni e gli Stati membri, riconosce la necessità di garantire la giustizia sociale, l'equità e l'inclusività in linea con il pilastro europeo dei diritti sociali e richiederà un senso di responsabilità e un forte sforzo comune da parte dell'Unione, dei suoi Stati membri, dei portatori di interessi e dei cittadini.

    La Commissione invita il Parlamento europeo e il Consiglio ad approvare la presente strategia in vista della 15a conferenza delle parti della Convenzione sulla diversità biologica. Per garantire la piena titolarità politica della strategia, la Commissione intende proporre di far figurare sistematicamente all'ordine del giorno dei lavori del Consiglio e del Parlamento europeo il seguito dei progressi realizzati. Riesaminerà la strategia entro il 2024 per valutare i progressi compiuti e verificare la necessità di adottare ulteriori provvedimenti per conseguire gli obiettivi prestabiliti.

    (1)    Intergovernmental science-policy Plaform for Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES), Summary for policymakers of the global assessment report on biodiversity and ecosystem services of the Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services , 2019, pagg. 12-13, A.2.
    (2)    Forum economico mondiale, Nature Risk Rising: Why the Crisis Engulfing Nature Matters for Business and the Economy , 2020.
    (3)    Barbier et al., How to pay for saving biodiversity , 2018.
    (4)    Balmford et al., Economic reasons for conserving wild nature , 2002.
    (5)      Hepburn et al., Will COVID-19 fiscal recovery packages accelerate or retard progress on climate change? , Smith School Working Paper, 2020, 20-02.
    (6)      Forum economico mondiale, The Global Risks Report 2020 , 2020.
    (7)      Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, State of the World’s Biodiversity for Food and Agriculture , 2019.
    (8)      IPBES, Summary for policymakers , 2019, pag. 3, A1.
    (9)      IPBES, Summary for policymakers , 2019, pag. 17, B.10-B.14; Agenzia europea dell'ambiente, The European environment – state and outlook 2020 , 2019
    (10)      Fondo mondiale per la natura (WWF), Living Planet Report - 2018: Aiming Higher , 2018.
    (11)      IPBES, Summary for policymakers , 2019, pag. 4, A4.
    (12)      Ibidem.
    (13)       https://ec.europa.eu/research/environment/index.cfm?pg=nbs
    (14)      Forum economico mondiale, The Global Risks Report 2020 , 2020.
    (15)      Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), Biodiversity: Finance and the Economic and Business Case for Action , 2019.
    (16)      Ibidem.
    (17)       Revisione intermedia della strategia dell'UE sulla biodiversità fino al 2020 , COM(2015) 478 final e SWD(2015) 187 final; Fitness Check of the EU Nature Legislation (Birds and Habitats Directives ) , SWD(2016) 472; Fitness Check of the EU Water Legislation , SWD(2019) 439.
    (18)      Gli obiettivi di Aichi per la biodiversità prevedono che le zone protette coprano il 17% della superficie terrestre e il 10% del mare, mentre gli studi scientifici indicano cifre che vanno dal 30% al 70%. Cfr., ad esempio, relazione dell'IPBES 2019 ;
    (19)      Brander et al., The benefits to people of expanding Marine Protected Areas , 2015.
    (20)       Fitness Check of the EU Nature Legislation , SWD(2016) 472.
    (21)      Quadri di azioni prioritarie degli Stati membri 2020; Mutafoglu et al., Natura 2000 and Jobs: Scoping Study , 2017.
    (22)      Ultime statistiche UE-27 ( base di dati europea delle zone protette designate a livello nazionale ) v. 2019, e insieme di dati Natura 2000 ‘fine 2018’ . Oggi il 26 % della superficie terrestre dell'UE è già protetto, di cui il 18 % nel quadro di Natura 2000 e l'8 % da regimi nazionali; per quanto riguarda il mare, è protetto l'11 %, di cui l'8 % nel quadro di Natura 2000 e il 3 % nell'ambito di misure nazionali supplementari. Si fa presente che i progetti eolici in mare saranno ammessi se conformi alla legislazione in materia di ambiente e protezione della natura.
    (23)      Progetto preliminare del quadro mondiale per la biodiversità post 2020 (CBD/WG2020/2/3), disponibile all'indirizzo https://www.cbd.int/conferences/post2020/wg2020-02/documents .
    (24)      Una protezione rigorosa non comporta necessariamente il divieto d'accesso per le persone, ma è intesa a lasciare sostanzialmente intatti i processi naturali per rispettare i bisogni ecologici della zona.
    (25)      https://www.cbd.int/forest/definitions.shtml
    (26)      La designazione delle zone Natura 2000 supplementari sarà effettuata con il sostegno dei fondi UE e misure a garanzia dell'applicazione, se del caso.
    (27)       Guidance on a strategic framework for further supporting the deployment of EU-level green and blue infrastructure , SWD(2019) 193.
    (28)      Segnatamente le direttive dell'UE Uccelli (2009/147/CE) e Habitat (92/43/CEE), la direttiva quadro Acque (2000/60/CE), la direttiva Alluvioni (2007/60/CE) e la direttiva quadro Strategia marina (2008/56/CE).
    (29)      Cfr. Fitness Check of the EU Nature Legislation , SWD(2016) 472 e Fitness Check of the EU Water Legislation , SWD(2019) 439. Cfr. anche infra, sezione 3.2.
    (30)      Habitat e specie di cui alle direttive Uccelli e Habitat.
    (31)       L'iniziativa dell'UE a favore degli impollinatori , COM(2018) 395.
    (32)      OCSE, Farm Management Practices to Foster Green Growth , 2016.
    (33)      Agenzia europea dell'ambiente, EEA Signals 2019: Land and Soil in Europe , 2019.
    (34)      Agenzia europea dell'ambiente e Ufficio federale svizzero per l'ambiente, Urban sprawl in Europe , 2016.
    (35)      Corte dei conti europea, Combattere la desertificazione nell'UE : di fronte a una minaccia crescente occorre rafforzare le misure , relazione speciale n. 33/2018.
    (36)       Strategia tematica per la protezione del suolo , COM(2006) 231 definitivo.
    (37)      Missione di Orizzonte Europa nel settore Prodotti alimentari e salute del suolo .
    (38)      Cfr. sezione 2.2.8.
    (39)       Direttiva (UE) 2018/2001 sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili .
    (40)       JRC Biomass Assessment Study .
    (41)      Articolo 29 della direttiva (UE) 2018/2001 sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili.
    (42)      Cfr., ad esempio, Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico, Special Report on the Ocean and the Cryosphere in a Changing Climate , 2019.
    (43)      La politica comune della pesca, la direttiva quadro sulla strategia marina (2008/56/CE) e la direttiva sulla pianificazione dello spazio marittimo (2014/89/UE).
    (44)      La Commissione riferirà in merito alla direttiva sulla pianificazione dello spazio marittimo entro marzo 2022, riferendo anche sull'applicazione della gestione ecosistemica.
    (45)      Protette dal diritto internazionale e dal diritto europeo.
    (46)       Fitness Check of the EU Water Legislation , SWD(2019) 439; Evaluation of the Urban Waste Water Treatment Directive , SWD(2019) 700.
    (47)      L'obiettivo di 25 000 km si basa sulla valutazione della Commissione su quanto è raggiungibile nell'UE entro il 2030.
    (48)      Gli orientamenti terranno conto di un'ampia gamma di questioni, tra cui la generazione di energia idroelettrica, la gestione delle alluvioni, l'approvvigionamento idrico, l'agricoltura e la navigabilità.
    (49)      Queste misure dovrebbero figurare nel 3º piano di gestione dei bacini idrografici che gli Stati membri sono tenuti ad adottare nel 2021, ai sensi della direttiva quadro Acque.
    (50)       Fitness Check of the EU Water Legislation , SWD(2019) 439.
    (51)       Progetto EnRoute .
    (52)      I siti Natura 2000 interamente o parzialmente ubicati in contesti urbani sono 11 000, pari al 15 % della superficie totale della rete Natura 2000.
    (53)       "Green City Accord" .
    (54)       Direttiva sull'utilizzo sostenibile dei pesticidi (2009/128/CE).
    (55)       Strategia europea per la plastica nell'economia circolare , COM(2018) 28.
    (56)       Un nuovo piano d'azione per l'economia circolare - Per un'Europa più pulita e più competitiva , COM(2020) 98.
    (57)      Cfr., ad esempio, P. Hulme, «Invasive species challenge the global response to emerging diseases» , in Trends in parasitology, 2014, vol. 30, n. 6; Duscher et al., 2017.
    (58)       Regolamento (UE) n. 1143/2014 sulle specie esotiche invasive .
    (59)       Lista rossa dell'Unione internazionale per la conservazione della natura .
    (60)      Cfr. relazione 2015 sullo stato della natura nell'Unione europea , COM(2015) 219.
    (61)       I costi della mancata attuazione sono stimati a 50 miliardi EUR all'anno.
    (62)      Ad esempio le direttive sulla valutazione d'impatto ambientale (2014/52/UE), sulla valutazione d'impatto strategico (2001/42/CE), sulla responsabilità ambientale (2004/35/CE) e sulla tutela penale dell'ambiente (2008/99/CE).
    (63)     https://ec.europa.eu/environment/aarhus/ .
    (64)       Study on due diligence requirements through the supply chain – Final Report .
    (65)       Direttiva 2014/95/UE recante modifica della direttiva 2013/34/UE per quanto riguarda la comunicazione di informazioni di carattere non finanziario e di informazioni sulla diversità da parte di talune imprese e di taluni gruppi di grandi dimensioni .
    (66)    Come la piattaforma EU Business @ Biodiversity (B@B).
    (67)      Cfr. ad esempio Business for Nature o One Planet Business for Biodiversity .
    (68)      BenDor T. et al., Estimating the Size and Impact of the Ecological Restoration Economy , 2015.
    (69)      Cfr. Quadro comune e documenti di orientamento per la verifica della biodiversità del bilancio dell'UE .
    (70)      Questa stima dei costi si basa sulla valutazione d'impatto del regolamento LIFE del 2018 (SWD(2018) 292), su uno studio dei costi di attuazione dell'obiettivo 2 della strategia dell'UE sulla biodiversità fino al 2020 e sui dati trasmessi da16 Stati membri a norma dell'articolo 8, paragrafo 1, della direttiva Habitat. La Commissione aggiornerà la stima basandosi in particolare sui quadri nazionali di azioni elencate per priorità a norma della direttiva Habitat.
    (71)      Rientrano qui anche la politica agricola comune, i fondi della politica di coesione, Orizzonte Europa, il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, il programma LIFE e i fondi per l'azione esterna.
    (72)      Cfr. EU taxonomy for sustainable activities .
    (73)      WWF, The Nature of Risk - A Framework for Understanding Nature-Related Risk to Business , 2019.
    (74)       SWD(2019) 305 .
    (75)      Missioni su: adattamento ai cambiamenti climatici, compresa le trasformazioni sociali ;   salute degli oceani, dei mari e delle acque costiere e interne ; città intelligenti e climaticamente neutre ; e salute del suole e alimentazione .
    (76)      Le alleanze verdi sono imperniate sull'attuazione del Green Deal europeo in cooperazione con l'Africa e altri paesi partner.
    (77)       Governance internazionale degli oceani: un'agenda per il futuro dei nostri oceani , JOIN(2016) 49.
    (78)      Nel quadro della Commissione per la conservazione delle risorse biologiche dell'Antartico (CCAMLR)
    (79)      Ai sensi dell'articolo 191, paragrafo 2, del TFUE, la politica dell'Unione in materia ambientale mira a un elevato livello di tutela ed è fondata sul principio della precauzione.
    (80)       Risoluzione del Parlamento europeo sulla governance internazionale degli oceani: , 2017/2055(INI).
    (81)      In linea con la comunicazione della Commissione Intensificare l'azione dell'UE per proteggere e ripristinare le foreste del pianeta , COM(2019) 352.
    (82)      Compresi i finanziamenti internazionali nei quali la biodiversità è l'obiettivo principale e quelli in cui è un obiettivo secondario importante, in linea con la decisione XI/4 dell'11a conferenza delle parti della Convenzione sulla diversità biologica e le relazioni finanziarie dell'UE e degli Stati membri presentate alla Convenzione sulla diversità biologica nel 2015 e nel 2018.
    (83)       https://www.who.int/features/qa/one-health/en/ .
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    Bruxelles, 20.5.2020

    COM(2020) 380 final

    ALLEGATO

    della

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

    Strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030

















    Riportare la natura nella nostra vita


    ALLEGATO

    Le misure presentate nel presente piano d'azione sono o saranno portate avanti secondo i principi del legiferare meglio, comprese le valutazioni e le valutazioni d'impatto se opportuno

    Principali interventi della Commissione

    Calendario indicativo

    UNA RETE COERENTE DI ZONE PROTETTE

    Criteri e orientamenti per l'individuazione e designazione di zone e corridoi ecologici supplementari, sulla pianificazione adeguata della gestione, e su come altre misure efficaci di conservazione basate sul territorio e l'inverdimento urbano possono contribuire a perseguire gli obiettivi di protezione della natura dell'UE per il 2030

    2020

    Valutazione dei progressi compiuti dall'UE nel conseguire gli obiettivi per il 2030 in materia di zone protette e dell'eventuale necessità di ulteriori azioni, legislative o di altro tipo.

    entro il 2024

    UN PIANO UE DI RIPRISTINO DELLA NATURA

    Proposta di obiettivi UE di ripristino della natura

    2021

    Orientamenti per la scelta delle specie e degli habitat, per assicurare che almeno il 30 % delle specie e degli habitat protetti il cui attuale stato di conservazione non è soddisfacente lo diventi entro il 2030 o mostri una netta tendenza positiva

    2020

    Revisione della direttiva sull'utilizzo sostenibile dei pesticidi e rafforzamento delle disposizioni in materia di difesa integrata

    2022

    Riesame ed eventuale revisione dell'iniziativa UE a favore degli impollinatori

    2020

    Misure intese ad assicurare che i piani strategici della PAC degli Stati membri fissino valori nazionali espliciti per gli obiettivi pertinenti della strategia sulla biodiversità e della strategia "Dal produttore al consumatore" - sostenute, tra l'altro, dagli strumenti della PAC e dall'attuazione della direttiva Habitat

    a partire dal 2020

    Piano d'azione per l'agricoltura biologica per il periodo 2021-2026

    2020

    Revisione della strategia tematica per la protezione del suolo

    2021

    Nuova strategia forestale UE, con una tabella di marcia per l'impianto di almeno 3 miliardi di alberi supplementari nell'UE entro il 2030

    2021

    Sviluppare ulteriormente il sistema d'informazione forestale europeo

    a partire dal 2020

    Linee guida sull'imboschimento e il rimboschimento rispettosi della biodiversità e sulle pratiche di silvicoltura più vicine alla natura

    2021

    Valutazione dell'offerta e della domanda di biomassa nell'UE e nel mondo e relativa sostenibilità

    in corso

    Studio sulla sostenibilità dell'uso della biomassa forestale per la produzione di energia

    2020

    Linee guida operative sui nuovi criteri di sostenibilità della biomassa forestale usata per la produzione di energia.

    2021

    Riesame dei dati sui biocarburanti ad alto rischio di cambiamento indiretto della destinazione d'uso dei terreni e introduzione di una traiettoria per la loro graduale eliminazione entro il 2030.

    2021

    Nuovo piano d'azione per conservare le risorse della pesca e tutelare gli ecosistemi marini

    2021

    Orientamenti e sostegno agli Stati membri per individuare i siti e mobilitare i finanziamenti per ristabilire almeno 25 000 km di fiumi a scorrimento libero

    2021

    Orientamenti tecnici per gli Stati membri sulle misure nazionali di riesame dei permessi di estrazione e arginamento delle acque, e di ripristino dei flussi ecologici nei piani di gestione dei bacini idrografici riveduti

    2023

    Creazione della piattaforma UE per l'inverdimento urbano nell'ambito di un nuovo "Green City Accord" con le città e i sindaci

    2021

    Orientamenti tecnici sull'inverdimento urbano e assistenza agli Stati membri e alle autorità locali e regionali per mobilitare i finanziamenti e lo sviluppo di capacità, anche per lo sviluppo di piani per l'inverdimento urbano

    2021

    Piano d'azione integrato di gestione dei nutrienti

    2022

    CREARE LE CONDIZIONI PER UN CAMBIAMENTO PROFONDO

    Valutazione sia dell'efficacia del nuovo quadro per una governance cooperativa della biodiversità, sia della necessità di un approccio rafforzato alla governance della biodiversità, giuricamente vincolante o sotto altra forma

    2023

    Riesame ed eventuale revisione della direttiva sulla tutela penale dell'ambiente

    2021

    Nuova iniziativa per una governance societaria sostenibile che affronti sia i diritti umani sia il dovere di sollecitudine e l'obbligo di diligenza vincolante in materia ambientale nelle diverse catene del valore economico

    2021

    Contributo alla costruzione di un movimento di imprese UE a favore della biodiversità

    a partire dal 2020

    Strategia rinnovata in materia di finanza sostenibile

    2020

    Atto delegato nel quadro del regolamento sulla tassonomia per stabilire un sistema di classificazione comune delle attività economiche che contribuisca in modo sostanziale alla protezione e al ripristino della biodiversità e degli ecosistemi

    2021

    Metodi, criteri e norme tecniche per una migliore integrazione della dimensione della biodiversità nei processi decisionali pubblici e aziendali a tutti i livelli, e per misurare l'impronta ambientale dei prodotti e delle organizzazioni

    2021

    Promozione di un'iniziativa internazionale in materia di pratiche contabili del capitale naturale

    2021

    Creazione di un nuovo centro di conoscenze sulla biodiversità

    2020

    Proposta di raccomandazione del Consiglio per incoraggiare la cooperazione in materia di educazione all'ecosostenibilità, compresa l'educazione alla biodiversità

    2021

    L'AZIONE DELL'UNIONE EUROPEA A FAVORE DI UN'AGENDA MONDIALE AMBIZIOSA SULLA BIODIVERSITÀ

    Conclusione di un accordo per un ambizioso quadro post 2020 sulla biodiversità nell'ambito della 15a conferenza delle parti della Convenzione sulla diversità biologica (CBD COP 15)

    2020-2021

    Conclusione di un accordo ambizioso sulla diversità biologica marina nelle zone non soggette a giurisdizione nazionale e su tre vaste zone marine protette nell'Oceano Antartico

    a partire dal 2020

    Valutazione dell'impatto degli accordi commerciali sulla biodiversità, con eventuali misure di follow up

    a partire dal 2020

    Misure per evitare o ridurre al minimo l'immissione sul mercato dell'UE di prodotti associati alla deforestazione o al degrado delle foreste

    2021

    Revisione del piano d'azione UE contro il traffico illegale di specie selvatiche

    2021

    Proposta di ulteriore inasprimento delle norme sul commercio dell'avorio nell'UE

    2020

    Iniziativa NaturAfrica per proteggere flora e fauna selvatiche e gli ecosistemi fondamentali

    dal 2021

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