Choose the experimental features you want to try

This document is an excerpt from the EUR-Lex website

Document 31998D0715

    98/715/CE: Decisione della Commissione del 30 novembre 1998 che chiarifica l'allegato A del regolamento (CE) n. 2223/96 del Consiglio relativo al Sistema europeo dei conti nazionali e regionali nella Comunità per quanto riguarda i principi delle misure di prezzo e di volume [notificata con il numero C(1998) 3685] (Testo rilevante ai fini del SEE)

    GU L 340 del 16.12.1998, p. 33–49 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

    Questo documento è stato pubblicato in edizioni speciali (CS, ET, LV, LT, HU, MT, PL, SK, SL, BG, RO, HR)

    Legal status of the document No longer in force, Date of end of validity: 31/08/2024; abrogato da 32023R0734

    ELI: http://data.europa.eu/eli/dec/1998/715/oj

    31998D0715

    98/715/CE: Decisione della Commissione del 30 novembre 1998 che chiarifica l'allegato A del regolamento (CE) n. 2223/96 del Consiglio relativo al Sistema europeo dei conti nazionali e regionali nella Comunità per quanto riguarda i principi delle misure di prezzo e di volume [notificata con il numero C(1998) 3685] (Testo rilevante ai fini del SEE)

    Gazzetta ufficiale n. L 340 del 16/12/1998 pag. 0033 - 0049


    DECISIONE DELLA COMMISSIONE del 30 novembre 1998 che chiarifica l'allegato A del regolamento (CE) n. 2223/96 del Consiglio relativo al Sistema europeo dei conti nazionali e regionali nella Comunità per quanto riguarda i principi delle misure di prezzo e di volume [notificata con il numero C(1998) 3685] (Testo rilevante ai fini del SEE) (98/715/CE)

    LA COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE,

    visto il trattato che istituisce la Comunità europea,

    visto il regolamento (CE) n. 2223/96 del Consiglio, del 25 giugno 1996, relativo al Sistema europeo dei conti nazionali e regionali nella Comunità (1), modificato da ultimo dal regolamento (CE) n. 448/98 (2), in particolare l'articolo 2, paragrafo 2,

    (1) considerando che è necessario migliorare la comparabilità tra gli Stati membri dei dati relativi alle variazioni del prodotto interno lordo (PIL) reale, sia ai fini dell'applicazione dell'articolo 2 del regolamento (CE) n. 1467/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per l'accelerazione e il chiarimento delle modalità di attuazione della procedura per i disavanzi eccessivi (3) e della risoluzione del Consiglio europeo relativa al patto di stabilità e di crescita (Amsterdam, 17 giugno 1997) (4) che, più in generale, ai fini di una sorveglianza multilaterale;

    (2) considerando che la realizzazione e la supervisione dell'Unione economica e monetaria richiedono informazioni comparabili, aggiornate ed affidabili sulla struttura e l'evoluzione economica di ciascuno Stato membro;

    (3) considerando che la Commissione deve contribuire alla gestione dell'Unione economica e monetaria e, in particolare, riferire al Consiglio sulla situazione di bilancio e sull'ammontare del debito nazionale negli Stati membri;

    (4) considerando che i conti economici in termini reali, ossia rettificati per tener conto delle variazioni di prezzo, rappresentano uno strumento fondamentale per analizzare la situazione economica e di bilancio di un paese, purché siano elaborati sulla base di principi univoci e che non si prestino a interpretazioni diverse; considerando che, a tal fine, è opportuno approfondire e rafforzare le raccomandazioni relative al calcolo dei dati a prezzi costanti contenute nel regolamento (CE) n. 2223/96;

    (5) considerando che la Commissione deve utilizzare aggregati di contabilità nazionale in termini reali ai fini della politica comunitaria e, in particolare, per la supervisione del patto di stabilità e di crescita;

    (6) considerando che per valutare la gravità della recessione economica gli Stati membri devono in linea di massima prendere come riferimento un'eventuale diminuzione annuale del PIL reale almeno dello 0,75 % e che un superamento del valore di riferimento in seguito ad una grave recessione economica è eccezionale solo nella misura in cui il PIL in termini reali registra una diminuzione annuale almeno del 2 %;

    (7) considerando che la Commissione deve mettere a disposizione degli utilizzatori a scadenze precise i risultati dei conti in termini reali di tutti gli Stati membri elaborati in base alle disposizioni della presente decisione, in particolare per quanto riguarda la supervisione della convergenza economica e monetaria;

    (8) considerando che le disposizioni della presente decisione rappresentano il primo passo verso un insieme di regole contabili comuni applicabili ai conti in termini reali degli Stati membri per le esigenze della Comunità, consentendo così di ottenere risultati che siano comparabili tra gli Stati membri e presentino una qualità sufficiente;

    (9) considerando che i risultati dei conti in termini reali per le esigenze della Comunità devono essere oggetto di trattamenti statistici e di comunicazioni alla Commissione alle date previste dal succitato regolamento (CE) n. 2223/96 e dal regolamento (CE) n. 3605/93 del Consiglio, del 22 novembre 1993, relativo all'applicazione del protocollo sulla procedura per i disavanzi eccessivi (5);

    (10) considerando che tuttavia, tenuto conto dell'importanza dei conti in questione e del livello di dettaglio, nonché della situazione degli Stati membri per quanto riguarda le statistiche, devono essere concesse, in via eccezionale e temporanea, deroghe alle scadenze per la messa in opera delle presenti disposizioni agli Stati membri che, oggettivamente, non sono in posizione tale da potersi conformare alle regole previste dalla presente decisione al momento dell'applicazione del regolamento (CE) n. 2223/96;

    (11) considerando che le misure previste dalla presente decisione sono conformi al parere del Comitato del programma statistico della Comunità europea, istituito dalla decisione 89/382/CEE, Euratom del Consiglio (6) e del comitato delle statistiche monetarie, finanziarie e della bilancia dei pagamenti, istituito con la decisione 91/115/CEE (7),

    HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

    Articolo 1

    Finalità

    La presente decisione si prefigge il fine di chiarire i principi delle misure di prezzo e di volume contenuti nel capitolo 10 dell'allegato A del regolamento (CE) n. 2223/96, in considerazione della necessità di armonizzare ulteriormente tali misure.

    I chiarimenti forniti nella presente decisione dovranno essere presi in considerazione per la compilazione dei dati da comunicare a Eurostat a iniziare dalla prima trasmissione di dati di cui al regolamento (CE) n. 2223/96, per lo meno per i dati riferiti al 1995 e agli anni seguenti.

    Articolo 2

    Chiarimenti ai principi generali delle misure di prezzo e di volume

    La parte I dell'allegato I della presente decisione espone i chiarimenti apportati ai principi generali da applicare per le misure di prezzo e di volume di cui al capitolo 10 dell'allegato A del regolamento (CE) n. 2223/96, in particolare per quanto riguarda il livello elementare di aggregazione, la scelta della formula dell'indice e la scelta dell'anno base.

    Articolo 3

    Classificazione dei metodi per prodotto

    Le parti II e III dell'allegato I alla presente decisione definiscono, per taluni tipi di prodotti, una classificazione dei metodi, che vengono suddivisi in metodi più adeguati, metodi alternativi che possono essere utilizzati qualora i metodi più adeguati non possano essere applicati e metodi da non applicare a decorrere dalla prima trasmissione di dati a Eurostat ai sensi del regolamento (CE) n. 2223/96.

    Articolo 4

    Programma di ricerca

    Qualora, se taluni prodotti, l'allegato I alla presente decisione non indichi la classificazione dei metodi di cui all'articolo 3, essa sarà definita tenendo conto dei risultati di un programma di ricerca che sarà ultimato entro la fine dell'anno 2000 e della decisione del Comitato del programma statistico della Comunità europea.

    Articolo 5

    Periodi transitori

    L'allegato II alla presente decisione fissa, per ciascuno Stato membro, periodi transitori per quanto riguarda l'applicazione dei principi di cui all'articolo 2.

    Gli Stati membri possono inoltre chiedere che periodi transitori siano loro accordati per quanto riguarda l'applicazione dei metodi di cui all'articolo 3; una decisione in materia sarà presa al più tardi entro la fine dell'anno 1998.

    Qualora uno Stato membro cui è stato accordato un periodo transitorio presenti, per un anno determinato, una diminuzione del PIL in termini reali calcolato secondo i metodi nazionali in vigore, esso assisterà per quanto possibile Eurostat nella valutazione dell'impatto dell'effetto di ogni eventuale deviazione dai principi enunciati nella presente decisione.

    Articolo 6

    Inventario

    Gli Stati membri trasmettono a Eurostat, al più tardi entro la fine dell'anno 2002, un inventario completo delle procedure e delle statistiche di base utilizzate per misurare il PIL in termini reali e i suoi componenti. L'inventario dovrà coprire almeno i metodi utilizzati nei conti definitivi.

    Articolo 7

    Destinatari

    Gli Stati membri sono destinatari della presente decisione.

    Fatto a Bruxelles, il 30 novembre 1998.

    Per la Commissione

    Yves-Thibault DE SILGUY

    Membro della Commissione

    (1) GU L 310 del 30. 11. 1996, pag. 1.

    (2) GU L 58 del 27. 2. 1998, pag. 1.

    (3) GU L 209 del 2. 8. 1997, pag. 6.

    (4) GU L 236 del 2. 8. 1997, pag. 1.

    (5) GU L 332 del 31. 12. 1993, pag. 7.

    (6) GU L 181 del 28. 6. 1989, pag. 47.

    (7) GU L 59 del 6. 3. 1991, pag. 19.

    ALLEGATO I

    PARTE I

    PRINCIPI GENERALI DI MISURAZIONE DEGLI INDICI DI PREZZO E DI VOLUME

    I.1. Introduzione

    Le stime a prezzi costanti e a prezzi correnti sono di natura diversa per quanto riguarda taluni aspetti essenziali. Semplificando, si può affermare che i conti a prezzi correnti possono essere considerati come l'aggregazione, all'interno di un quadro contabile, di operazioni che hanno avuto luogo e che possono essere dimostrate. I conti a prezzi costanti descrivono, invece, la situazione economica di un anno determinato espressa con i prezzi di un altro anno. Nella realtà, le operazioni dell'anno corrente non avrebbero avuto luogo nella stessa maniera ai prezzi dell'altro anno.

    I valori delle operazioni devono essere suddivisi nelle loro componenti di prezzo e di volume. In linea di massima, le componenti di prezzo devono includere gli scarti che traducono semplici variazioni di prezzo, mentre tutti gli altri cambiamenti devono essere compresi nella componente di volume (SEC 1995, punto 10.01). Per molti prodotti, tuttavia, l'applicazione pratica di questa scomposizione è tutt'altro che semplice (SEC 1995, punto 10.06). È pertanto opportuno adottare tutta una serie di regole per le misure di prezzo e di volume, che dovrebbero consentire di avvicinarsi alla scomposizione teorica ideale prezzo/volume ed essere applicabili in modo comparabile in tutti gli Stati membri.

    La parte I espone i principi generali di questo quadro di riferimento, mentre le parti II e III esaminano in modo più dettagliato le procedure di valutazione, rispettivamente secondo l'ottica della produzione e quella della spesa.

    I principi enunciati nella presente decisione si applicano ai dati annuali. È evidente che un principio fondamentale dovrebbe essere quello di fare in modo che i conti trimestrali siano coerenti con i conti annuali, affinché i conti trimestrali possano consentire di prevedere i risultati definitivi nel modo più preciso possibile. Le questioni specifiche relative ai conti trimestrali a prezzi costanti saranno trattate nel futuro manuale dedicato a questi conti.

    Il capitolo 10 del SEC 1995 esprime una netta preferenza per un'impostazione contabile integrata ai calcoli a prezzi costanti (SEC 1995, punti 10.04 e 10.08). Nell'impostazione contabile, i lati della produzione e della spesa del PIL a prezzi costanti possono essere bilanciati ad un livello di prodotto dettagliato tramite le tavole delle risorse e degli impieghi. L'uso di tavole dettagliate di questo tipo consente di garantire la coerenza degli indici. Inoltre, i deflatori tratti da fonti diverse, quali gli IPC e gli IPP elaborati separatamente, possono essere messi a raffronto e verificati gli uni rispetto agli altri. Un sistema basato sulle tavole delle risorse e degli impieghi può combinare i migliori risultati delle due impostazioni (ossia l'approccio della produzione e quello della spesa) sia per i prezzi correnti che per i prezzi costanti.

    I punti da 10.12 a 10.23 del SEC 1995 definiscono gli elementi da includere nelle componenti di prezzo e di volume. La componente volume deve comprendere gli effetti delle variazioni di qualità dei prodotti; ciò significa che gli indicatori di prezzo e di volume usati per calcolare i dati di contabilità nazionale dovrebbero essere corretti per tener conto di tali variazioni della qualità.

    La coerenza delle correzioni della qualità apportate ai diversi indicatori deve essere sorvegliata con attenzione: diverse procedure di correzione della qualità possono portare a considerevoli differenze tra diversi indici dei prezzi per lo stesso prodotto.

    Gli indicatori di volume saranno calcolati a un livello di ripartizione sufficientemente dettagliato, al fine di prendere in considerazione i cambiamenti strutturali. Ad esempio, nel trasporto ferroviario, il numero di passeggeri/chilometri dovrebbe essere ripartito per lo meno tra i viaggiatori di prima e di seconda classe; questo deve permettere di integrare nella componente volume, piuttosto che nella componente prezzo, gli effetti dovuti alle variazioni delle rispettive quote di biglietti di prima e di seconda classe.

    In generale è preferibile procedere alla deflazione dei valori dell'anno corrente utilizzando un indice di prezzo adeguato piuttosto che procedere all'estrapolazione dei valori dell'anno base utilizzando un indice di quantità o di volume (SEC 1995, punto 10.32). Ciò consente di meglio prendere in considerazione gli effetti delle variazioni di qualità. I prezzi relativi, inoltre, hanno in genere una varianza inferiore a quella delle quantità relative e generano un errore di campionamento inferiore per quanto riguarda gli indici dei prezzi.

    Se si calcolano i valori secondo l'impostazione prezzo quantità, le informazioni relative a questi due elementi possono servire a calcolare i dati a prezzi costanti (SEC 1995, punto 10.33). In questo caso, sarà opportuno effettuare correzioni esplicite per tener conto delle variazioni di qualità.

    Il resto della parte I esamina i principi del SEC 1995 che richiedono chiarimenti.

    I.2. Livello elementare di aggregazione

    La misura di prezzo e di volume deve partire dalla ripartizione dettagliata dei prodotti appartenenti alle diverse categorie di operazioni. Per ogni prodotto di ciascuna categoria si deve determinare un indice di prezzo che consenta di procedere alla deflazione del valore a prezzi correnti, o un indicatore di volume che serva a estrapolare il valore dell'anno base. Idealmente, ogni prodotto dovrebbe poter essere analizzato separatamente e dovrebbe essere possibile stimare le sue variazioni pure di prezzo e di volume.

    Nella pratica statistica, tuttavia, è necessario aggregare dei prodotti, il che implica che le variazioni di prezzo e di volume di prodotti differenti devono essere ponderate insieme. Le fonti statistiche da cui sono derivati gli indici dei prezzi e gli indicatori di volume possono seguire metodologie di ponderazione diverse (ossia formule o anni base differenti). Nei conti nazionali, tuttavia, un metodo di ponderazione coerente deve essere utilizzato per tutte le variabili (come esposto nelle sezioni seguenti). Se si utilizzano indici la ponderazione dei quali non è la stessa dei conti nazionali, si suppone implicitamente che si tratti di indici elementari, il cui schema di ponderazione non riveste particolare importanza. Di conseguenza, si può supporre che un indice di Laspeyres a ponderazione fissa equivalga a un indice di Paasche o a un indice di Laspeyres ponderato rispetto all'anno precedente. È chiaro che l'ipotesi implicita, secondo la quale gli indici utilizzati sono elementari, è valida soprattutto se applicata a un livello molto dettagliato.

    Di conseguenza, quanto più dettagliata è la composizione dei prodotti, tanto maggiore è la possibilità di ottenere risultati precisi. Ad un livello dettagliato, si può supporre che i prodotti siano più omogenei e diano origine a indici più vicini agli indici elementari e a schemi di ponderazione più dettagliati.

    Il livello esatto di aggregazione al quale si applica, nei conti nazionali, l'ipotesi secondo la quale gli indici utilizzati sono elementari è denominata, ai fini del presente documento, il «livello elementare di aggregazione», e corrisponde spesso al numero di prodotti specificati nelle tavole delle risorse e degli impieghi utilizzate a scopo di bilanciamento.

    Gli Stati membri dovranno adoperarsi per giungere all'elaborazione di una ripartizione dettagliata dei prodotti ai fini della deflazione. Il livello elementare di aggregazione, sia per la produzione che per tutte le categorie di uso (intermedio e finale), dovranno essere dettagliate per lo meno come il livello P60 del SEC 1995 che deve essere utilizzato per la presentazione a Eurostat delle tavole delle risorse e degli impieghi. Nella parte II del presente allegato (riguardante l'approccio della produzione) si precisano, per quanto riguarda talune categorie di prodotti, le ripartizioni minime addizionali da applicare per valutare i deflatori o gli indicatori di volume.

    Principio 1

    Per le misure di prezzo e di volume si utilizza un livello dettagliato di aggregazione dei prodotti. Tale livello, denominato «livello elementare di aggregazione», deve essere almeno dettagliato quanto il livello P60 del SEC 1995, sia per la produzione che per tutte le categorie di uso (intermedio e finale).

    Nel caso in cui il regolamento SEC 1995 preveda deroghe per quanto riguarda la presentazione dei dati al livello P60 saranno utilizzati i dati nazionali più particolareggiati disponibili.

    I.3. Scelta della formula dell'indice

    Una volta definito il livello elementare di aggregazione, è opportuno ponderare gli indici di prezzo e di volume disponibili a tale livello, al fine di determinare le misure di prezzo e di volume di tutti gli aggregati di contabilità nazionale.

    A tal fine, bisogna innanzitutto scegliere una formula dell'indice. I punti da 10.62 a 10.64 del SEC 1995 danno la preferenza agli indici di prezzo e di volume di Fisher, mentre l'indice di volume di Laspeyres e l'indice dei prezzi di Paasche sono considerati alternative accettabili. Nella pratica, un indice di Fisher presenta diversi inconvenienti, tra cui maggiori esigenze in materia di dati, la non additività delle cifre relative al volume e maggiore difficoltà per illustrare i dati agli utilizzatori.

    Si preferisce pertanto, nella pratica, utilizzare indici di volume di Laspeyres e indici dei prezzi di Paasche per aggregare le misure di prezzo e di volume calcolate al livello elementare di aggregazione.

    Principio 2

    Le misure di volume disponibili al livello elementare di aggregazione sono aggregate utilizzando la formula di Laspeyres per ottenere le misure di volume di tutti gli aggregati di contabilità nazionale. Le misure dei prezzi disponibili al livello elementare di aggregazione sono aggregate utilizzando la formula di Paasche per ottenere le misure dei prezzi di tutti gli aggregati di contabilità nazionale.

    È tuttavia opportuno sottolineare che il SEC 1995 autorizza altresì l'utilizzazione degli indici di Fisher e che questo principio non si applica alle fonti di dati sui prezzi e sui volumi utilizzate nei conti nazionali: non è necessario calcolare sulla base di questo principio i dati al di sotto del livello elementare di aggregazione.

    I.4. Scelta dell'anno base

    L'indice di volume di Laspeyres utilizza valori relativi a un determinato anno al fine di ponderare le variazioni di volume dei componenti di un aggregato. È ora necessario definire qual'è l'anno dal quale le ponderazioni devono essere tratte.

    A tal fine, è essenziale innanzitutto definire le espressioni «anno base» e «anno di riferimento»

    Definizioni:

    - l'«anno base» è l'anno i valori a prezzo corrente del quale sono utilizzati per ponderare le misure di prezzo e di volume ottenute al livello elementare di aggregazione;

    - l'«anno di riferimento» è l'anno utilizzato per la trasmissione e la presentazione dei dati a prezzi costanti. In una serie di numeri indice si tratta dell'anno che prende il valore 100.

    Si consideri ad esempio la seguente serie di numeri indice:

    >SPAZIO PER TABELLA>

    Si supponga che le cifre siano state calcolate utilizzando ponderazioni relative all'anno 1990. Il 1990 è pertanto l'anno base, ma è anche l'anno di riferimento, poiché 1990 = 100. L'anno di riferimento può essere cambiato con facilità, e sostituito, ad esempio, con il 1993 (si dividano tutte le cifre per 112/100 affinché 1993 = 100):

    >SPAZIO PER TABELLA>

    Una procedura del genere non modifica l'anno base, poiché le variazioni di anno in anno restano calcolate utilizzando ponderazioni del 1990.

    In luogo di utilizzare un anno base fisso come nell'esempio precedente, si potrebbero prendere ogni anno le ponderazioni dell'anno precedente; ciò potrebbe, ad esempio, portare alla seguente serie di variazioni annuali:

    >SPAZIO PER TABELLA>

    Per ciascuno di questi indici, t-1 = 100; l'anno di riferimento corrisponde pertanto all'anno base, ma cambia tutti gli anni. Si può con facilità esprimere la serie in base a un anno di riferimento, cambiando il riferimento. Si ottiene:

    >SPAZIO PER TABELLA>

    È importante che la modifica dell'anno di riferimento non abbia conseguenze sugli indici annuali. Ciò è evidente per una serie semplice come quella dell'esempio citato, ma diviene meno evidente quando una variabile consiste di diverse sottovariabili. Per mantenere immutati tutti i tassi di crescita annuali di ciascuna variabile, quando si modifica l'anno di riferimento si dovrebbe cambiare il riferimento separatamente per ciascuna variabile, sia che si tratti di un indice elementare, di un subtotale o di un aggregato globale quale il PIL. Ne risulta che, per quanto riguarda i dati a prezzi costanti relativi ad un anno di riferimento fisso, si manifestano discrepanze tra i singoli elementi e i loro totali: è il ben noto problema della «non-additività». Tali discrepanze non vanno assolutamente eliminate (SEC 1995, punto 10.67), poiché tale operazione comporterebbe una nuova distorsione dei tassi di crescita. L'esempio riportato alla fine di questa sezione può ulteriormente chiarire questo punto.

    La scelta dell'anno base e la scelta dell'anno di riferimento sono, in linea di principio, questioni separate. Ai fini della presente decisione della Commissione, ossia il chiarimento dei principi del calcolo delle misure di prezzo e di volume, è da considerare solo il problema della scelta dell'anno base.

    È evidente, che, per garantire una maggiore comparabilità delle misure di prezzo e di volume tra i paesi, questi ultimi dovrebbero utilizzare lo stesso anno base. Inoltre, per determinare i tassi di crescita più precisi, è opportuno utilizzare l'anno base più recente possibile, poiché in tal caso le ponderazioni utilizzate sono più aggiornate, e vengono minimizzati i problemi legati all'eliminazione di taluni prodotti e alla comparsa di prodotti nuovi. Tutte queste considerazioni conducono al metodo che consiste nel derivare sempre le ponderazioni dall'anno precedente.

    Principio 3

    Le misure di volume ottenute al livello elementare di aggregazione sono aggregate tramite ponderazioni derivate dall'anno precedente.

    Qualora uno Stato membro fruisca di un periodo transitorio per quanto riguarda il principio 3, esso dovrà cambiare l'anno base ogni cinque anni, a decorrere dal 1995, per tutto il periodo in questione.

    Esempio: cambiamento dell'anno di riferimento degli aggregati e dei loro componenti

    Si considerino due prodotti A e B e il loro totale. Si supponga che tali prodotti siano omogenei, il che implica la possibilità di determinare per questi prodotti indici di prezzo e di volume che non dipendono da uno schema di ponderazione; si tratta quindi di indici elementari.

    Gli indici di prezzo e di volume del totale di A e B dipendono tuttavia dal modo in cui questi due prodotti sono ponderati.

    Nella tabella seguente le variazioni di volume del totale tra T-1 e T sono ponderate tramite valori a prezzi correnti dell'anno T-1.

    Poiché si tratta delle ponderazioni più recenti, questi tassi di crescita possono essere considerati come i più precisi.

    >SPAZIO PER TABELLA>

    Si supponga ora che questi dati debbano essere espressi rispetto a un anno di riferimento fisso, ad esempio il 1990. Il solo modo di procedere per evitare le distorsioni dei tassi di crescita del totale consiste nel cambiare l'anno di riferimento per ciascuna serie separatamente. Nella forma dell'indice (1990 = 100), si ottiene:

    >SPAZIO PER TABELLA>

    In termini di volume con l'anno di riferimento 1990 si ottiene:

    >SPAZIO PER TABELLA>

    Come si vede, la somma di A e B non corrisponde più al totale: è il già ricordato problema della «non-additività». Ciò nonostante, il volume «corretto» per il 1993 è 395 e non 392,5, poiché si tratta della sola cifra coerente con i tassi di crescita del totale calcolati precedentemente.

    In questo modo, inoltre, i tassi di crescita annuali non variano con il variare dell'anno di riferimento. Gli scarti tra A, B e il loro totale non devono essere eliminati, ma è opportuno spiegarli agli utilizzatori. Queste discrepanze non possono essere interpretate come un'indicazione dell'affidabilità dei risultati.

    PARTE II

    LE MISURE DI PREZZO E DI VOLUME SULLA BASE DELL'APPROCCIO DELLA PRODUZIONE

    II.1. Classificazione dei metodi

    Nelle restanti sezioni del presente allegato sarà applicata la seguente classificazione dei metodi:

    >SPAZIO PER TABELLA>

    II.2. Produzione destinabile alla vendita e produzione per proprio uso finale

    Questa sezione tratta i calcoli relativi alla produzione destinabile alla vendita e alla produzione per proprio uso personale. In primo luogo, vengono definiti taluni principi relativi ai diversi metodi di determinazione del valore aggiunto a prezzi costanti; tali principi permettono di determinare i criteri generali per la classificazione dei metodi di calcolo nelle categorie A, B e C, ma devono essere innanzitutto applicati prodotto per prodotto, per tutti i tipi di produzione destinabile alla vendita, al fine di definire orientamenti specifici sui metodi da applicare in ciascun caso.

    Per quanto riguarda la scelta tra i metodi a indicatore doppio e i metodi a indicatore unico, si può stabilire la classificazione seguente:

    Metodo A: Il SEC 1995 indica chiaramente (punto 10.28) che la doppia deflazione è teoricamente il metodo corretto, poiché il valore aggiunto a prezzi correnti è definito anche come la differenza tra la produzione e i consumi intermedi. Questo argomento è valido in effetti per tutti i metodi a doppio indicatore (quali l'estrapolazione della produzione tramite indicatore di volume e la deflazione dei consumi intermedi). A favore dei metodi a indicatore doppio si possono addurre anche altre ragioni sono:

    - gli indicatori utilizzati sono indicatori di produzione o di input di produzione. Nei metodi a indicatore unico, essi sono direttamente applicati al valore aggiunto, il che è meno appropriato.

    - i metodi a indicatore doppio forniscono una valutazione indipendente delle variazioni di produttività.

    Metodo B: Nella pratica, è talvolta necessario utilizzare metodi fondati su indicatori unici in quanto, ad esempio, non si dispone di dati sufficienti sui consumi intermedi, o perché la loro affidabilità è insufficiente.

    Per quanto riguarda la pertinenza degli indicatori da utilizzare per la deflazione dei valori dell'anno in corso o per l'estrapolazione dei valori dell'anno di base, si possono applicare i criteri seguenti:

    - l'esaustività con cui l'indicatore copre la categoria di prodotti: ad esempio, è importante sapere se l'indicatore copre tutti i prodotti compresi in quella categoria o solo alcuni prodotti, quali i prodotti venduti solo alle famiglie;

    - la base di valutazione dell'indicatore: nel caso della produzione destinabile alla vendita, dovrebbe trattarsi dei prezzi di base piuttosto che, ad esempio, dei prezzi di acquisto o del costo dell'input di produzione;

    - la misura in cui l'indicatore tiene conto delle variazioni di qualità, registrandole nelle stime di volume;

    - la coerenza concettuale dell'indicatore con i concetti dei conti nazionali.

    Questi criteri portano alle seguenti conclusioni generali, relative alla pertinenza degli indicatori; come già ricordato, tuttavia, queste conclusioni generali devono successivamente essere applicate prodotto per prodotto per tutti i tipi di produzione destinabile alla vendita, per fornire orientamenti specifici sui metodi da utilizzare in ciascun caso. I criteri seguenti per distinguere i metodi A, B e C sono criteri assoluti, ossia non dipendono dalla disponibilità dei dati. È possibile che, in pratica, i metodi A non siano applicabili; in tal caso, si dovranno ricercare convenzioni sui metodi B.

    Metodo A: Nell'approccio basato sulla produzione, in linea di principio, l'utilizzazione di indici dei prezzi alla produzione adeguati (IPP) rappresenterà il metodo A. Ogni prodotto deve essere deflazionato separatamente tramite un IPP adeguato, ossia un IPP che soddisfi i criteri seguenti:

    - sia un indice del/dei prezzo/i (sul mercato interno e all'esportazione) che si applica esattamente a quel (gruppo di) prodotto(i);

    - tenga conto delle variazioni di qualità del/dei prodotto/i;

    - sia valutato ai prezzi di base;

    - sia basato su concetti coerenti con i concetti dei conti nazionali.

    Ogni metodo per il quale sia possibile dimostrare che è equivalente all'utilizzazione degli IPP può essere considerato come appartenente alla categoria A.

    Metodi B: Qualora non si disponga di un IPP adeguato, esistono diversi tipi di indicatori alternativi. Quelli qui di seguito presentati, ad esempio, rientrano in generale nei metodi B:

    - un IPP meno adeguato, ad esempio un indice che non opera correzioni di qualità o che presenta una copertura inferiore o superiore alla categoria di prodotti;

    - un indice dei prezzi al consumo (IPC), al quale si applicano gli stessi tre criteri che si applicano agli IPP (gli IPC dovranno di norma essere corretti al fine di tener conto delle imposte, dei contributi e dei margini, per ottenere una valutazione ai prezzi di base). Inoltre, la ponderazione deve essere adeguata e i concetti devono corrispondere a quelli utilizzati nella contabilità nazionale;

    - gli indicatori di volume della produzione; gli indicatori di volume devono prendere in considerazione anche le variazioni di qualità. Questa condizione può essere soddisfatta, in parte, applicando indicatori di volume in modo sufficientemente dettagliato, per tener conto delle modifiche strutturali.

    Indicatori di questo genere non rispettano in generale i quattro criteri di cui sopra.

    Metodi C: L'utilizzazione di alcuni altri indicatori possibili, come illustrato qui di seguito, rientra in linea di massima nei metodi C.

    - metodi basati sull'input di produzione (per la produzione destinabile alla vendita);

    - indicatori secondari, ossia indicatori non direttamente legati alla produzione;

    - IPP, IPC o indicatori di volume che non corrispondono affatto al/ai prodotto/i in questione, quali l'IPC globale.

    In generale, indicatori di questo genere sono, per quanto riguarda il rispetto dei quattro criteri di cui sopra, ancora meno adeguati di quelli classificati come metodi B.

    Si applichino ora questi criteri ai prodotti di ciascuna delle classi CPA riportate più avanti. La produzione destinabile alla vendita e la produzione per proprio uso finale saranno esaminate insieme. Il punto 3.49 del SEC 1995 stabilisce che «la produzione per proprio uso finale deve essere valutata utilizzando i prezzi base di prodotti simili venduti sul mercato». I principi per effettuare la deflazione sono quindi gli stessi per questi due tipi di produzione.

    Per ogni tipo di prodotto si vogliono definire metodi A, B e C. Se, per un certo tipo di prodotto, l'utilizzazione di IPP adeguati non pone alcun problema specifico (il che equivale ad affermare che il metodo A è applicabile), il modo in cui alcuni altri indicatori particolari rispettano i criteri non viene discusso. Per un numero significativo di tipi di prodotto non è ancora possibile definire metodi A, B e C; ciò sarà fatto nel quadro del programma di ricerca, che potrebbe anche studiare l'ulteriore miglioramento delle classificazioni per i prodotti per i quali una classificazione iniziale è indicata più avanti.

    Il presente documento tratta essenzialmente della stima della produzione a prezzi costanti. Nei metodi a doppio indicatore è altresì necessario deflazionare dei consumi intermedi. Il modo migliore di effettuare questa operazione consiste nel procedere prodotto per prodotto, utilizzando dati effettivi sui prezzi sugli usi intermedi, rilevati presso gli acquirenti. Nella pratica, tuttavia, non è sempre possibile procedere in questo modo. Il consumo intermedio di prodotti di produzione interna possono dunque essere deflazionati applicando lo stesso metodo descritto più avanti per la produzione del prodotto in questione, tenendo conto delle differenze di valutazione (il consumo intermedio è valutato a prezzi d'acquisto). Particolare attenzione dovrà essere prestata alla deflazione dei consumi intermedi di prodotti importati. Sarà altresì opportuno prendere in considerazione le variazioni di prezzo tra utilizzatori diversi: un esempio è l'elettricità, per la quale possano esistere notevoli variazioni di prezzo a seconda della categoria di utenti.

    Quando si considera la stima del consumo intermedio a prezzi costanti, un fattore importante da prendere in considerazione è il modo di attenuare l'impatto delle stime poco affidabili della produzione a prezzi costanti (ad esempio, per un tipo di servizi alle imprese) a livello del PIL totale a prezzi costanti. Nel quadro dell'approccio della produzione, le conseguenze legate a deflatori poco affidabili o impliciti relativi a taluni prodotti sono minimizzate se:

    - i conti a prezzi costanti sono elaborati in un quadro risorse-impieghi;

    - sono utilizzati metodi a doppio indicatore per l'insieme dei conti;

    - per la deflazione dei consumi intermedi sono utilizzati anche tutti i deflatori più affidabili relativi alla produzione.

    L'uso delle tavole delle risorse e degli impieghi per integrare le stime, combinato alla doppia deflazione, ha quindi un ruolo evidente nella riduzione delle inesattezze a livello del PIL totale a prezzi costanti.

    CPA A: Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura

    CPA B: Pesci

    La maggior parte dei calcoli a prezzi correnti relativi a questi prodotti si basano su informazioni relative ai prezzi e alle quantità. Di conseguenza, queste informazioni possono e devono essere utilizzate anche per calcolare la produzione a prezzi costanti. I dati relativi alle quantità devono essere corretti, se del caso, per tener conto delle variazioni di qualità. In alcuni casi, vengono anche elaborati IPP effettivi. Questi metodi fanno parte della categoria A.

    CPA C: Prodotti delle miniere e delle cave

    CPA D: Prodotti trasformati e manufatti

    CPA E: Energia elettrica, gas, vapore e acqua calda

    Per questi tre gruppi di prodotti, gli Stati membri comunicano già a Eurostat numerosi IPP. L'uso di questi indicatori, se rispettano i criteri menzionati sopra, rientra quindi nel metodo A. I dati devono successivamente essere utilizzati nei calcoli a prezzi costanti.

    Problemi considerevoli si pongono per quanto riguarda le misure di prezzo e di volume di alcuni prodotti specifici; in particolare si tratta:

    - degli elaboratori elettronici e di altre attrezzature informatiche;

    - di grandi attrezzature, quali gli aerei e le navi.

    In genere, è molto difficile determinare il prezzo di questi prodotti, che hanno considerevole importanza economica. Il programma di ricerca dovrà studiare come migliorare le procedure da applicare.

    CPA F: Lavori di costruzione

    Per quanto riguarda la costruzione, le misure di prezzo e di volume sono sovente complicate per via, ad esempio, del carattere unico di buona parte dei prodotti interessati. I problemi metodologici collegati alla stima a prezzi costanti della produzione del settore della costruzione devono essere analizzati nel quadro del programma di ricerca.

    CPA G: Servizi di commercio all'ingrosso e al dettaglio; servizi di riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa.

    50: Servizi di commercio, di manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli; servizi di vendita al dettaglio di carburante per autotrazione

    Questa categoria comprende due tipi di prodotti:

    - la produzione del settore dei servizi di manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli;

    - i margini commerciali risultanti dalla vendita di autoveicoli, motocicli e di carburante per autotrazione.

    È possibile che per la prima classe di prodotti siano disponibili dei PPI, che costituiscono pertanto il metodo A. In caso contrario, i prodotti possono essere deflazionati tramite i PCI (corretti per tener conto delle imposte o contributi), il che corrisponde a un metodo B, poiché la copertura delle spese professionali potrebbe non essere sufficiente.

    La deflazione dei margini commerciali deve essere sottoposta alla stessa procedura di quella descritta qui sotto per il commercio all'ingrosso.

    51: Servizi di commercio all'ingrosso e di intermediari del commercio, autoveicoli e motocicli esclusi

    La principale produzione di questa divisione è rappresentata dai margini del commercio all'ingrosso, per i quali si possono precisare le regole seguenti:

    Metodo A: tiene conto delle variazioni di qualità dei servizi commerciali al momento della valutazione dei margini prodotti. Questo obiettivo può essere raggiunto deflazionando separatamente le vendite e gli acquisti dei commercianti (tenendo debito conto delle variazioni delle scorte). Indici dei prezzi di qualità molto elevata sono necessari per effettuare questa operazione.

    Metodo B: come metodo B può essere utilizzata l'ipotesi secondo la quale il volume dei margini segue quello della cifra d'affari; si suppone pertanto che i tassi di margine siano costanti a prezzi costanti.

    Il modo più semplice di applicare questo principio consiste nell'estrapolare la produzione totale di margini utilizzando un indice del volume della cifra d'affari, che può essere ottenuto deflazionando la cifra d'affari per un indice di prezzo.

    Per migliorare questo metodo semplice si può affinare il livello di dettaglio dei prodotti, preferibilmente calcolando i margini commerciali a prezzi costanti nel quadro dettagliato delle tavole delle risorse e degli impieghi. Il tasso di margine relativo a una transazione specifica, calcolato in un certo anno base, può successivamente essere applicato al volume di questa transazione nell'anno in corso. In tal modo, il volume del margine cresce parallelamente a quello del flusso del prodotto in questione.

    Un altro miglioramento di questa procedura è rappresentato dalla presa in considerazione dei cambiamenti intervenuti nei circuiti commerciali (ad esempio, il passaggio dal negozio di quartiere agli ipermercati). Quest'operazione includerebbe nella componente di volume una parte delle variazioni di qualità dei servizi commerciali.

    Metodi del genere devono essere considerati come appartenenti alla categoria B, poiché non tengono conto delle variazioni di qualità dei servizi commerciali.

    Metodi C: ogni altro metodo, ad esempio la deflazione della produzione di margini applicando direttamente un indice di prezzo della cifra d'affari.

    52: Servizi di commercio al dettaglio, escluso quello di autoveicoli e di motocicli; servizi di riparazione di beni personali e per la casa

    La stessa ipotesi esposta qui sopra per il commercio all'ingrosso si applica alla produzione di margini nel commercio al dettaglio. Un vantaggio è rappresentato in questo caso dal fatto che esiste un valido indice dei prezzi della cifra d'affari del commercio al dettaglio, l'IPC. Per ottenere un indice di volume relativo alla cifra d'affari al dettaglio di un bene particolare si può utilizzare come deflatore la voce corrispondente dell'IPC.

    L'IPL può essere utilizzato per la produzione risultante dalla riparazione di articoli personali e domestici. Questo modo di procedere sarà perfettamente adeguato e potrà essere considerato come un metodo A, considerato che questi servizi danno luogo a pochi costi professionali. Dovranno tuttavia essere utilizzate diverse voci dell'IPL, poiché questa divisione comprende numerosi prodotti differenti. Si dovrà pertanto effettuare la deflazione ad un livello sufficientemente dettagliato per poter applicare le diverse voci IPL dettagliate.

    CPA H: Servizi di alberghi e ristoranti

    Il metodo A per i servizi di alberghi e ristoranti è la deflazione tramite un IPP adeguato. Se non esiste IPP, l'IPL può servire come approssimazione; si tratta, in tal caso di un metodo B, poiché i costi professionali non sono presi in considerazione.

    CPA I: Servizi di trasporto, magazzinaggio e comunicazioni

    60, 61 e 62: Servizi di trasporto terrestre, marittimo, per vie d'acqua e aereo

    È opportuno deflazionare separatamente i trasporti di viaggiatori e quelli di merci.

    Per i trasporti di viaggiatori, il metodo A consiste nell'applicazione di IPP adeguati; qualora non siano disponibili, è possibile ricorrere ai seguenti metodi B:

    - deflazione tramite un IPL; purché esso tenga sufficientemente conto delle variazioni di qualità;

    - estrapolazione, utilizzando come indicatore il numero di passeggeri/chilometri, se è disponibile per un numero sufficiente di categorie di trasporto. Dovrebbe essere operata una distinzione almeno tra le diverse classi (ad esempio, prima e seconda nel trasporto ferroviario, business e turistica per i trasporti aerei, ecc.).

    Questi metodi devono essere applicati singolarmente per lo meno ai seguenti tipi di trasporto (di passeggeri) seguenti, nella misura in cui essi sono significativi negli Stati membri:

    - trasporto ferroviario;

    - altri servizi di trasporto terrestre;

    - trasporto marittimo e per vie d'acqua;

    - trasporto aereo.

    Se non si effettuano le ripartizioni di cui sopra, i metodi in questione divengono dei metodi C. È il caso anche di tutti gli altri metodi (ad esempio, quelli che utilizzano il numero di passeggeri come indicatore).

    Per il trasporto delle merci, il metodo A consiste nell'utilizzazione di IPP adeguati; qualora non siano disponibili, è possibile ricorrere al seguente metodo B:

    - si può supporre che il volume dei servizi di trasporto corrisponda a quello dei beni trasportati. Un indicatore quale il numero di tonnellate-chilometri trasportate è quindi adeguato, sebbene non possa tener conto, evidentemente, delle variazioni di qualità intervenute nel servizio di trasporto. Quanti più saranno i dati dettagliati sulle tonnellate-chilometri dei diversi tipi di trasporto, migliore sarà il risultato.

    Questi metodi devono essere applicati singolarmente per lo meno ai seguenti tipi di trasporto (di merci), nella misura in cui essi sono significativi negli Stati membri:

    - trasporto ferroviario;

    - altri servizi di trasporto terrestre;

    - trasporto mediante condotte;

    - trasporto marittimo e costiero;

    - trasporto per vie d'acqua interne;

    - trasporto aereo.

    Se non si effettuato le ripartizioni di cui sopra, i metodi in questione divengono dei metodi C. È il caso anche di tutti gli altri metodi (ad esempio, quelli che utilizzano le tonnellate trasportate come indicatore).

    Per quanto riguarda il trasporto di passeggeri e il trasporto delle merci, per una deflazione corretta è necessario, in linea di principio, utilizzare come ponderazioni i dati a prezzi correnti ripartiti nel modo indicato sopra. Se questo livello di dettaglio non è disponibile nei prezzi correnti, è possibile utilizzare altre ponderazioni per ponderare indicatori relativi a ciascun tipo di trasporto separato. Queste altre ponderazioni devono essere il più vicino possibile ai valori correnti.

    63: Servizi di supporto ed ausiliari dei trasporti; servizi delle agenzie di viaggio

    Poiché questa divisione copre una grande varietà di servizi, non è possibile precisare un metodo o un indicatore particolare; si rimanda pertanto alla classificazione generale dei metodi e degli indicatori.

    Il SEC 1995 contiene raccomandazioni specifiche relative alle agenzie di viaggio (cfr. punto 10.39).

    64: Servizi delle poste e telecomunicazioni

    La stima dei servizi delle poste e telecomunicazioni a prezzi costanti è resa difficile dal continuo ampliamento della gamma dei servizi offerti e delle tariffe; per questo motivo, gli orientamenti specifici sulle pratiche da applicare per questi prodotti saranno definiti nel quadro del programma di ricerca.

    CPA J: Servizi di intermediazione monetaria e finanziaria

    Per quanto riguarda prodotti quali i servizi d'intermediazione finanziaria misurati indirettamente, i guadagni su titoli e valute estere e sulle attività di assicurazione, la produzione a prezzi correnti è definita come il saldo tra le diverse operazioni. È opportuno formulare una definizione e una misura armonizzate della produzione a prezzi costanti.

    La presa in considerazione delle variazioni di qualità nel settore della finanza e delle assicurazioni è anch'essa una questione che richiede un esame più approfondito, come la comparabilità delle stime relative ai servizi finanziari per i quali viene richiesto un prezzo esplicito.

    Orientamenti specifici sulle pratiche da applicare per questi prodotti saranno definiti nel quadro del programma di ricerca.

    CPA K: Servizi immobiliari, di noleggio, altri servizi professionali e imprenditoriali

    Servizi di abitazione

    Per quanto riguarda la stima della produzione del settore dei servizi di abitazione a prezzi correnti, tutti gli Stati membri introdurranno entro il 1998 o il 1999 il metodo detto «di stratificazione», che serve a misurare la produzione ai fini del PIB (1).

    Questo metodo si basa essenzialmente sulla stima oggettiva della produzione a prezzi correnti tramite dati sulla quantità e qualità delle abitazioni nonché sui prezzi pagati per la loro utilizzazione. Si disporrà dunque, per definizione, delle informazioni sul prezzo di produzione necessarie per la deflazione. Questi stessi dati sui prezzi, la qualità e la quantità dovranno essere utilizzati per effettuare le stime a prezzi costanti. L'applicazione di quest'approccio può essere considerata come metodo A; essa consente di prendere in considerazione le variazioni di qualità dei servizi di alloggio.

    Altri servizi di noleggio, immobiliari, professionali e imprenditoriali

    I dati relativi ai prezzi alla produzione possono essere difficili da raccogliere per questi servizi, ad esempio per via della natura «una tantum» di taluni di loro. Di conseguenza, è possibile sostituirli con numerose misure alternative della variazione di prezzo o di volume; si tratta, spesso, di misure indirette o secondarie.

    Sarà opportuno verificare, per ciascun servizio di questa categoria, se queste misure indirette sono adeguate. Orientamenti specifici saranno definiti nel quadro del programma di ricerca, che dovrà prestare particolare attenzione alla deflazione della produzione di software, anch'esso incluso in questo gruppo di prodotti.

    CPA M: Servizi di istruzione

    CPA N: Servizi sanitari e sociali

    In taluni Stati membri, l'essenziale dei servizi sanitari e dell'istruzione sono considerati prodotti destinabili alla vendita, mentre in altri appartengono ai prodotti non destinabili alla vendita. I metodi per misurare la produzione a prezzi costanti dovranno tener conto della necessità di giungere a statistiche comparabili tra i due gruppi.

    Le statistiche dei prezzi utilizzate per la deflazione della produzione destinabile alla vendita riflettono il prezzo totale del prodotto e non si limitano alla parte pagata dal consumatore o a una tariffa convenzionale. Queste statistiche dovranno altresì prendere in considerazione le variazioni di qualità della produzione del settore dei servizi sanitari e dell'istruzione.

    Orientamenti specifici sulle pratiche da applicare per questi prodotti, utilizzando statistiche prezzi o altri metodi, saranno definite nel quadro del programma di ricerca, che coprirà, per questi servizi, sia la produzione destinabile alla vendita che la produzione non destinabile alla vendita.

    CPA O: Altri servizi pubblici, sociali e personali

    Spesso per questi servizi i prezzi alla produzione non sono disponibili e vengono pertanto utilizzati indicatori di sostituzione. Come nel caso dei servizi sanitari e dell'istruzione, la produzione di talune attività di questa sezione può essere o no considerata destinabile alla vendita; i metodi statistici dovranno tener conto di questa situazione.

    Orientamenti specifici sulle pratiche da applicare per questi prodotti saranno definiti nel quadro del programma di ricerca.

    CPA P: Servizi domestici presso famiglie e convivenze

    Questa produzione, che è una produzione per uso finale proprio, corrisponde, per convenzione, alla remunerazione dei salariati, e comprende eventuali redditi in natura.

    I metodi abituali di stima a prezzi costanti utilizzano per la deflazione sia dati dell'IPC o informazioni relative ai salari, sia estrapolazioni del volume (con il numero dei salariati come estrapolatore). In linea di principio, è opportuno verificare che i deflatori utilizzati (dati estratti dall'IPL o dati sui salari) comprendano effettivamente i redditi in natura.

    Questi metodi non tengono conto delle variazioni della produttività, ma tale omissione non avrà che conseguenze minori per il PIL. Si tratta di metodi B, a meno che non tengano conto delle variazioni di produttività (nel qual caso vengono ad essere metodi A).

    Imposte e contributi sui prodotti e le importazioni; IVA

    I punti da 10.47 a 10.52 del SEC 1995 espongono in modo sufficientemente preciso i principi da applicare per stimare a prezzi costanti le imposte e le sovvenzioni ai prodotti e alle importazioni nonché l'IVA. Questi principi costituiscono il metodo A.

    II.3. Produzione non destinabile alla vendita

    Come già sottolineato, i metodi statistici di misura della produzione a prezzi costanti devono permettere di ottenere statistiche comparabili sia della parte destinabile alla vendita che a quella non destinabile alla vendita, in particolare per quanto riguarda, ad esempio, i servizi sanitari e dell'istruzione.

    Nel caso dei servizi non destinabili alla vendita, la produzione a prezzi costanti può essere stimata utilizzando indicatori di volume della produzione o metodi basati sull'input di produzione (quali la deflazione dell'input del lavoro o di altri input, o l'estrapolazione del volume di lavoro dell'anno base). Eventuali dati sui prezzi disponibili possono essere utilizzati.

    La distinzione tra i metodi A, B e C relativi ai servizi non destinabili alla vendita sarà fissata nel quadro del programma di ricerca.

    II.3.1. CPA M: Servizi di istruzione

    La produzione del settore dei servizi di istruzione non destinabili alla vendita può essere stimata a prezzi costanti tramite indicatori di volume della produzione o metodi basati sulle entrate.

    Orientamenti specifici sui metodi da applicare per stimare la produzione di questi servizi (tramite indicatori di volume della produzione, metodi basati sugli input o, per la produzione destinabile alla vendita, dati sui prezzi) saranno definiti nel quadro del programma di ricerca che valuterà, inoltre, la presa in considerazione delle variazioni di qualità.

    II.3.2. CPA N (in parte): Servizi sanitari

    La produzione del settore dei servizi sanitari non destinabili alla vendita può anch'essa essere stimata a prezzi costanti tramite indicatori di volume della produzione o metodi basati sulle entrate.

    Orientamenti specifici sui metodi da applicare per stimare la produzione del settore dei servizi sanitari (tramite indicatori di volume della produzione, metodi basati sugli input o, per la produzione destinabile alla vendita, dati sui prezzi) saranno definiti nel quadro del programma di ricerca che valuterà, inoltre, la presa in considerazione delle variazioni di qualità, particolarmente importanti per questo tipo di produzione.

    II.3.3. Altri prodotti e servizi non destinabili alla vendita

    Gli altri prodotti e servizi non destinabili dalla vendita possono assumere forme diverse. Taluni sono forniti su base individuale (ad esempio, i servizi di previdenza sociale), altri su base collettiva (ad esempio, i servizi di difesa). Altri ancora presentano un elemento individuale e un elemento collettivo (ad esempio, i servizi di polizia, che il SEC 1995 classifica per convenzione tra i servizi collettivi).

    Gli indicatori di volume della produzione possono servire a stimare la produzione dei servizi forniti su base individuale ed, eventualmente, di alcuni di quelli che hanno una base collettiva. I metodi basati sugli input di produzione possono essere applicati per tutti questi servizi. Per ottenere risultati comparabili sarà necessaria una certa armonizzazione dell'applicazione di questi due metodi.

    Orientamenti specifici sui metodi da applicare per questi prodotti (sia tramite indicatori di volume della produzione che tramite metodi basati sugli input) saranno definiti nel quadro del programma di ricerca.

    PARTE III

    MISURE DI PREZZO E DI VOLUME SECONDO L'APPROCCIO DELLA SPESA

    Se si considera la spesa, il PIL a prezzi costanti è la somma dei consumi finali, degli investimenti lordi e delle esportazioni nette.

    Per quanto riguarda l'adeguatezza degli indicatori da utilizzare per la deflazione dei valori dell'anno in corso o per estrapolare quelli dell'anno base per l'approccio della spesa, possono essere applicati i criteri seguenti:

    - l'esaustività della copertura della classe di prodotti da parte dell'indicatore. È importante sapere se l'indicatore copre tutti i prodotti compresi nella classe o solamente alcuni di essi;

    - la base di valutazione dell'indicatore. Nel caso del consumo finale e degli investimenti lordi si dovrebbe trattare dei prezzi d'acquisto piuttosto che, ad esempio, del prezzo alla produzione;

    - la presa in considerazione delle variazioni di qualità da parte dell'indicatore, che deve registrarle nelle stime di volume piuttosto che nelle stime di prezzo;

    - la coerenza concettuale dell'indicatore con i concetti dei conti nazionali.

    Questi criteri portano alle conclusioni generali esposte qui di seguito, relative alle procedure per le misure di prezzo e di volume nelle diverse categorie dell'approccio della spesa.

    Consumi finali delle famiglie

    I consumi finali delle famiglie devono, ove è adeguato, essere deflazionati utilizzando, nella misura del possibile, dati tratti dall'IPC.

    L'IPC è considerato adeguato se soddisfa i criteri seguenti, ossia se:

    - è un indice che copre esattamente il prodotto (o la categoria di prodotti);

    - tiene debitamente conto delle variazioni di qualità del prodotto (dei prodotti);

    - è valutato ai prezzi di acquisto, IVA compresa;

    - i concetti di riferimento corrispondono a quelli dei conti nazionali.

    Se per un particolare prodotto non esiste un IPC, si dovrà ricorrere ad altri indicatori, più approssimativi. Può trattarsi di IPP, di indici dei prezzi all'esportazione o all'importazione o, in talune circostanze, di indicatori di volume. Questi metodi appartengono alla categoria B.

    I metodi C implicano il ricorso a indici che non corrispondono affatto al prodotto o ai prodotti in questione.

    Consumi finali delle amministrazioni pubbliche e consumi finali delle istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie

    Le stesse osservazioni fatte a proposito della stima della produzione non destinabile alla vendita nell'approccio della produzione (II.3) si applicano a questi due tipi di consumo finale, poiché il valore dei beni e dei servizi prodotti dalle amministrazioni pubbliche e dalle istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie forma l'essenziale di questa categoria (punti 3.78 e 3.79 del SEC 1995).

    Le spese sostenute dalle amministrazioni pubbliche per l'acquisto di beni e servizi prodotti da produttori di beni e servizi destinabili alla vendita per la fornitura - senza trasformazione - alle famiglie come trasferimenti sociali in natura, che fanno anch'essi parte dei consumi finali delle amministrazioni pubbliche (SEC 1995, paragrafo 3.79), devono essere deflazionati tramite indici dei prezzi adeguati corrispondenti a questi beni e servizi (destinabili alla vendita).

    Il punto 3.85 del SEC 1995 illustra la distinzione tra i beni e i servizi individuali e collettivi forniti dalle diverse unità delle amministrazioni pubbliche. Una volta operata questa distinzione, si può facilmente dedurre il concetto di consumi finali effettivi. Questa rappresentazione dei conti non pone alcun problema specifico per quanto riguarda le stime a prezzi costanti.

    Investimenti fissi lordi

    Per quanto riguarda gli investimenti fissi lordi, il metodo A consiste nell'utilizzare indici dei prezzi degli investimenti effettivi. Un indice di questo tipo deve soddisfare i criteri seguenti:

    - essere un indice che copre esattamente il prodotto (o la categoria di prodotti);

    - tenere conto delle variazioni di qualità del prodotto (dei prodotti);

    - essere valutato ai prezzi di acquisto, IVA non deducibile compresa;

    - avere concetti di riferimento che corrispondono a quelli dei conti nazionali.

    Nella pratica, vengono spesso utilizzati degli IPP, che costituiscono un metodo B se non sono rivalutati ai prezzi di acquisto. Le stesse osservazioni fatte per il punto II.2, compreso quanto detto per il programma di ricerca, si applicano agli IPP relativi a prodotti specifici.

    Variazione delle scorte

    È importante che le scorte siano deflazionate specificamente e indipendentemente e che non siano determinate in quanto saldo dei calcoli a prezzi costanti.

    Il SEC1995 (punto 10.56) indica che le variazioni delle scorte a prezzi costanti possono essere calcolate deflazionando separatamente, tramite indici di prezzi adeguati, le entrate nelle scorte e le uscite dalle scorte. Quando le variazioni di volume e i prezzi delle scorte sono abbastanza regolari, esse possono essere deflazionate separatamente utilizzando un indice dei prezzi medi per l'anno.

    Esistono quattro tipi di scorte (SEC 1995, paragrafo 3.119):

    - materie prime e prodotti intermedi: gli stessi principi enunciati al punto II.2 per la deflazione dei consumi intermedi si applicano in questo caso;

    - prodotti in corso di lavorazione: questa categoria deve essere studiata nel quadro del programma di ricerca;

    - prodotti finiti: possono essere deflazionati tramite IPP ai prezzi base;

    - beni per la rivendita: sono valutati ai prezzi ai quali sono stati acquistati, per i quali un IPP costituisce spesso un valido indicatore.

    La questione dei guadagni in conto capitale dovrà anch'essa essere studiata nel quadro del programma di ricerca.

    Acquisizioni, meno cessioni, di oggetti di valore

    Questa categoria sarà esaminata nel quadro del programma di ricerca.

    Esportazioni e importazioni di beni e di servizi

    Questa categoria sarà esaminata nel quadro del programma di ricerca.

    (1) Decisione 95/309/CE, Euratom della Commissione (GU L 186 del 5. 8. 1995, pag. 59) e decisione 97/619/CE, Euratom della Commissione (GU L 252 del 16. 9. 1997, pag. 33).

    ALLEGATO II

    >SPAZIO PER TABELLA>

    Top