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Document 52012IE0154

    Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Coinvolgere la società civile nella creazione di una futura comunità europea dell'energia» (parere d'iniziativa)

    GU C 68 del 6.3.2012, p. 15–20 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    6.3.2012   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 68/15


    Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Coinvolgere la società civile nella creazione di una futura comunità europea dell'energia» (parere d'iniziativa)

    2012/C 68/03

    Relatore: COULON

    Il Comitato economico e sociale europeo, in data 14 giugno 2011, ha deciso, conformemente all'articolo 29, paragrafo 2, del Regolamento interno, di elaborare un parere d'iniziativa sul tema:

    Coinvolgere la società civile nella creazione di una futura comunità europea dell'energia.

    La sezione specializzata Trasporti, energia, infrastrutture, società dell'informazione, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 20 dicembre 2011.

    Alla sua …a sessione plenaria, dei giorni 18 e 19 gennaio 2012 (seduta del 18 gennaio), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 183 voti favorevoli, 2 voti contrari e 8 astensioni.

    1.   Risultati e raccomandazioni

    1.1   Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) approva le recenti iniziative della Commissione europea volte a proseguire le interconnessioni e a completare il mercato interno dell'energia. Sostiene inoltre gli sforzi - in particolare a livello del Consiglio - tesi a rafforzare la posizione dell'UE e dei suoi Stati membri sulla scena internazionale. In particolare, il CESE prende atto della tabella di marcia per l'energia 2050 pubblicata dalla Commissione europea il 15 dicembre 2011, soprattutto nella prospettiva di «definire un approccio europeo in cui tutti gli Stati membri condividano una visione comune» (trad. provv.).

    1.2   Il CESE sostiene l'idea di creare una comunità europea dell'energia (CEE) e approva le tappe intermedie necessarie, in particolare la creazione di reti energetiche regionali, di un fondo per lo sviluppo delle energie rinnovabili e di un gruppo per l'acquisto del gas.

    1.3   Raccomanda di andare oltre integrando i mercati europei al fine di far convergere e ridurre i prezzi dell'energia. Per quanto riguarda il mix energetico, consiglia inoltre di optare per le scelte più coerenti ed efficaci su scala europea. Una possibilità sarebbe quella di istituire una cooperazione rafforzata tra gruppi di Stati membri sulla base di progetti prioritari di infrastrutture, delle interconnessioni e della complementarità a livello della produzione e dell'approvvigionamento energetico.

    1.4   Propone di concentrare gli investimenti, compresi quelli a livello nazionale, sulla ricerca nel campo delle tecnologie energetiche a basse emissioni di carbonio. Particolare attenzione dovrà essere rivolta alle energie rinnovabili e a progetti di vasta portata capaci di contribuire alla re-industrializzazione dell'Europa e all'occupazione.

    1.5   Il CESE chiede che tra gli obiettivi della politica energetica comune dell'UE figuri l'accesso universale alle fonti di energia. Raccomanda alle autorità competenti e ai fornitori di energia di informare sistematicamente i consumatori finali dei loro diritti e, all'occorrenza, di rafforzare la protezione dei consumatori. Raccomanda inoltre di rispondere tempestivamente al problema della precarietà energetica, in particolare tramite un «patto europeo di solidarietà energetica».

    1.6   Invoca la creazione di una struttura comune per l'approvvigionamento di energie fossili e invita a rafforzare le competenze dell'UE nella negoziazione e nel controllo degli accordi internazionali per la fornitura di energia.

    1.7   Raccomanda di intensificare la cooperazione in materia energetica con i paesi in via di sviluppo e limitrofi dell'UE in un'ottica di sviluppo e partenariato.

    1.8   Vista l'importanza delle questioni ambientali, l'entità degli investimenti da realizzare, le ripercussioni sociali delle decisioni politiche, le conseguenze sugli stili di vita e la necessità di godere del sostegno dell'opinione pubblica, è indispensabile che i cittadini siano informati e coinvolti nel dibattito sulle questioni energetiche. Il CESE chiede pertanto la creazione di un forum europeo della società civile con il compito di seguire le problematiche energetiche, che consenta alle organizzazioni che ne fanno parte di far sentire il loro punto di vista ai decisori.

    1.9   Il CESE dovrà essere sede di un dialogo strutturato periodico con la società civile europea riguardo allo stato di avanzamento della comunità europea dell'energia.

    1.10   Il CESE raccomanda di valutare entro il 2014 i progressi realizzati alla luce dell'articolo 194 del TFUE ed esaminare se siano necessari dei cambiamenti sulla base delle proposte contenute nel presente parere.

    2.   La politica energetica dell'UE: sfide, progressi e limiti

    2.1   La situazione energetica dell'UE si caratterizza per uno squilibrio crescente tra produzione e consumo interno e una dipendenza forte e persistente dalle fonti energetiche a elevate emissioni di carbonio. L'Unione europea deve quindi far fronte contemporaneamente a tre grandi sfide, a priori difficilmente conciliabili:

    la lotta contro il cambiamento climatico e la transizione verso una società a basse emissioni di carbonio,

    l'integrazione e l'efficienza del mercato interno dell'energia e l'accessibilità dei prezzi dell'energia,

    la sicurezza degli approvvigionamenti.

    2.2   L'obiettivo di creare un mercato interno dell'elettricità e del gas risale al 1996 (primo pacchetto di liberalizzazione), ma oggi, a 15 anni di distanza, esso resta essenzialmente una scatola vuota: solo il 10 % dell'elettricità transita infatti da un paese all'altro, non sempre i consumatori possono scegliere un fornitore che abbia sede in un altro Stato membro, lo sviluppo delle energie rinnovabili - destinate a divenire la principale fonte di produzione di elettricità - continua a basarsi su meccanismi di sostegno nazionale, la pianificazione delle reti resta in gran parte di competenza degli Stati membri (l'ACER è infatti responsabile delle sole capacità transfrontaliere, mentre per avere un vero e proprio mercato integrato è necessario agire in comune anche sulle reti nazionali), non sempre l'UE parla ai paesi fornitori con una sola voce, ecc. Le principali politiche che si applicano al settore del gas e dell'elettricità sono sempre, di base, decise a livello nazionale.

    2.3   La portata di tali questioni e il livello elevato d'interdipendenza politica, economica e tecnica tra gli Stati membri dell'UE rendono necessaria un'azione comune che privilegi l'interesse collettivo dell'UE rispetto agli interessi nazionali.

    2.4   L'obiettivo attuale è portare a termine il mercato interno dell'energia entro il 2014. La creazione di un sistema energetico europeo risponde alla volontà dei cittadini europei. Da recenti indagini Eurobarometro del Parlamento europeo (EB standard «Energia» 74.3 del 31 gennaio 2011 e EB speciale 75.1 del 19 aprile 2011) emerge che: (i) gli europei credono nel valore aggiunto europeo e privilegiano un approccio comunitario, e che (ii) le loro preoccupazioni coincidono con le grandi sfide sopra esposte: nell'ordine, la stabilità dei prezzi, le energie rinnovabili e la garanzia dell'approvvigionamento energetico. Il 60 % degli europei ritiene che per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti sia meglio adottare misure coordinate con gli altri paesi dell'UE. Infine, il 78 % degli europei è favorevole alla proposta di creare una comunità europea dell'energia.

    2.5   Il CESE ritiene che rispondendo efficacemente a queste forti preoccupazioni dei cittadini, l'UE sarà in grado di ridare legittimità alla sua azione. La creazione progressiva della CEE è il modo migliore di attenuare le conseguenze economiche e sociali derivanti all'Europa dalle sfide energetiche. L'interdipendenza energetica tra gli Stati membri rappresenta un grande rischio per la coesione dell'UE qualora essa non sia accompagnata da sistemi democratici di governance che permettano di prendere decisioni comuni a favore del bene comune.

    3.   Verso una comunità europea dell'energia (CEE)

    3.1   In questo contesto, Jacques Delors ha proposto di creare una vera «comunità europea dell'energia» (CEE), progetto che ha riscosso il sostegno di Jerzy Buzek. Il CESE ritiene che questo progetto politico, su cui Notre Europe ha elaborato una dettagliata relazione (vedi: http://www.notre-europe.eu/uploads/tx_publication/Etud_Energie_fr.pdf), possa rispondere alle sfide energetiche e contemporaneamente rilanciare e rilegittimare la costruzione europea.

    3.2   Sono state avanzate varie possibilità, che vanno dal mantenimento della situazione attuale (articolo 194 del TFUE) alla conclusione di un nuovo Trattato europeo dell'energia.

    3.3   Sono state proposte anche delle tappe intermedie, in particolare:

    una cooperazione rafforzata nell'ambito di reti energetiche regionali europee,

    un fondo comune dell'energia per lo sviluppo di nuove tecnologie,

    la formazione di un gruppo per l'acquisto del gas.

    3.4   Il CESE, che ha già adottato dei pareri che prospettano l'idea di un servizio comune europeo dell'energia (1), ritiene che si debba sfruttare la dinamica messa in moto dalla relazione del laboratorio di idee Notre Europe e andare oltre, coinvolgendo la società civile nel dibattito e mettendo in atto delle misure per conseguire gli obiettivi di integrazione e cooperazione.

    4.   L'Unione europea avanza verso una politica energetica più integrata

    4.1   Il CESE prende atto con soddisfazione delle iniziative della Commissione europea per rispondere alle sfide energetiche, specialmente le recenti proposte in materia di prevenzione delle crisi, reti, infrastrutture e sicurezza degli approvvigionamenti forniti dai paesi terzi. Esse contribuiscono ad una maggiore solidarietà, cooperazione ed efficacia e convergono verso una visione comune.

    4.2   Il CESE accoglie con favore la recente proposta di regolamento relativa agli orientamenti per le infrastrutture energetiche transeuropee (COM(2011) 658 definitivo) prevista nel Piano per una rete energetica europea integrata proposto nel 2010 (COM(2010) 677 definitivo). Esso prenderà posizione in merito in un parere distinto (parere TEN/470).

    4.3   Il CESE sostiene le iniziative proposte dalla Commissione per dare alla politica energetica dell'UE una dimensione esterna integrata e coerente, atta a favorire la sicurezza degli approvvigionamenti provenienti da paesi terzi (COM(2011) 539 definitivo). Appoggia inoltre qualsiasi rafforzamento della posizione dell'UE nei confronti dei suoi partner esterni. Esso esamina la suddetta questione nel parere TEN/464.

    4.4   Il CESE sostiene il meccanismo di scambio di informazioni in merito agli accordi intergovernativi fra gli Stati membri e i paesi terzi nel settore dell'energia (COM(2011) 540 definitivo). Questa proposta della Commissione europea è importante poiché afferma il primato dell'interesse collettivo europeo sugli interessi nazionali (parere TEN/464).

    5.   Per affrontare le sfide future è necessaria una dinamica più ambiziosa e partecipativa

    5.1   Malgrado questi notevoli progressi, il CESE ritiene che si debba far di più nell'ambito della governance comune delle questioni energetiche, in particolare in vista dell'obiettivo di un sistema energetico a basse emissioni di carbonio entro il 2050.

    Verso un mercato dell'energia integrato a livello europeo

    5.2   È inoltre necessaria una maggiore solidarietà nei casi di scarsa produzione a livello europeo. Ciò potrebbe richiedere un adeguamento della legislazione europea.

    5.3   Il CESE ricorda perciò l'importanza di una pianificazione comune e dell'interconnessione delle reti, al fine di sbloccare gli ingorghi, in particolare alle frontiere. La Commissione europea dovrebbe ricoprire un ruolo trainante in questo senso. Bisogna anche dare agli operatori privati una visione a lungo termine della redditività degli investimenti. In questo contesto, potrebbero essere presi in considerazione dei partenariati pubblico-privato.

    5.4   Sebbene la scelta del mix energetico sia una competenza nazionale, gli Stati membri devono mostrarsi responsabili nelle loro decisioni in materia di produzione di energia. Le decisioni unilaterali, come quelle prese da alcuni Stati membri dopo Fukushima, che hanno reso più difficile l'equilibrio tra domanda e produzione di energia a livello regionale, devono essere sostituite da decisioni su scala europea, dato il forte grado di interdipendenza. A lungo andare, data l'affermazione delle energie rinnovabili, sarà necessario garantire, di comune accordo, una riserva sufficiente di produzione di energia che faccia da «tampone» in caso di scarsa produzione a partire dalle fonti rinnovabili.

    5.5   L'assenza di coordinamento nuoce all'affidabilità dell'approvvigionamento energetico degli Stati membri, vanificando gli sforzi intrapresi in parallelo per rafforzare le interconnessioni e la solidarietà nell'UE. Nello stesso tempo, la rinuncia al nucleare – fonte di energia a basse emissioni di carbonio – a breve termine non deve comportare un ricorso massiccio a fonti di energia inquinanti, in quanto ciò sarebbe in contrasto con gli obiettivi dell'UE. Deve invece avvenire nella massima trasparenza e di concerto con i rappresentanti della società civile organizzata.

    5.6   Il CESE è dell'avviso che, data l'interdipendenza energetica tra gli Stati membri, soltanto una prospettiva europea - non una nazionale - possa offrire garanzie di indipendenza energetica.

    5.7   Il CESE propone di riflettere alla possibilità di sviluppare approcci comuni tra sottogruppi di Stati membri od operatori sulla base dei loro rispettivi mix energetici e delle loro pratiche di scambio transfrontaliero di energia. Tale coordinamento a livello regionale assicurerebbe una maggiore coerenza tra le scelte energetiche degli Stati membri coinvolti e una maggiore sicurezza degli approvvigionamenti. Questi gruppi potrebbero inoltre sfruttare meglio le rispettive risorse energetiche per quanto riguarda sia le fonti rinnovabili che la produzione di elettricità di base a partire da altre fonti di energia.

    5.8   Il CESE propone che questi gruppi siano responsabili della scelta del loro mix energetico e della loro rete di infrastrutture. In questo modo si potrebbero creare delle comunità energetiche regionali coerenti ed interconnesse, che offrirebbero il vantaggio di instaurare condizioni di mercato simili tra gli Stati membri aderenti (prezzo dell'energia, sovvenzioni alle energie rinnovabili, relazioni con i clienti ecc.).

    5.9   Una delle politiche armonizzate con successo in alcune regioni d'Europa dimostra chiaramente che l'armonizzazione delle politiche incide nettamente sull'integrazione dei mercati: si tratta di un sistema di market coupling per l'allocazione della capacità di trasmissione. Il coupling in base ai prezzi tra i diversi paesi permette di creare una zona di scambio unica – e, di conseguenza, a tariffa unica – quando le capacità di interconnessione non limitano gli scambi transfrontalieri. Esso partecipa alla creazione del mercato unico europeo dell'elettricità. La Nord Pool Spot ha messo in atto il price splitting nel 1993, e nel 2006 un coupling dei prezzi è stato applicato per la prima volta tra la Francia, il Belgio e i Paesi Bassi. Col passare del tempo, queste condizioni di mercato sono destinate a offrire ai consumatori un ventaglio di scelte transeuropee.

    5.10   Il CESE sottolinea le opportunità economiche che questi gruppi macroregionali possono offrire agli Stati membri, in particolare grazie alla possibilità di realizzare economie di scala e allo sviluppo industriale legato alle fonti di energia rinnovabile.

    5.11   Ricorda di essersi espresso a favore di un mix energetico diversificato e sostenibile. Le scelte nazionali devono essere conformi alla legislazione e agli obiettivi dell'UE. Il Comitato insiste perché tali scelte non abbiano conseguenze negative e sproporzionate per l'economia, l'ambiente o la società. In quest'ottica, l'UE dovrà esaminare nuove fonti di energia, come ad esempio il gas di scisto, dopo aver ampiamente consultato, in maniera trasparente, i rappresentanti della società civile organizzata, al fine di evitare il rischio di divergenza degli approcci nazionali.

    Promuovere la competitività dell'UE: mettere in comune le risorse finanziarie e potenziarle

    5.12   Dovranno essere incoraggiate le azioni comuni di ricerca tra gli Stati membri e gli operatori e istituite opportune reti e comunità di ricerca, in particolare nel campo delle energie rinnovabili e delle tecnologie a basso livello di emissioni, per esempio attraverso piattaforme tecnologiche di ricerca.

    5.13   Considerati i notevoli investimenti necessari e le attuali restrizioni di bilancio, i mezzi a disposizione devono essere concentrati sulle grandi sfide. È necessario rafforzare i collegamenti tra i finanziamenti nazionali e quelli europei. A questo fine, potrà essere necessario orientare il sostegno degli Stati membri alla ricerca verso progetti connessi agli obiettivi europei.

    5.14   Bisogna valutare se un consolidamento delle risorse finanziarie disponibili per le infrastrutture e la ricerca possa aumentare l'efficacia dei finanziamenti. A questo fine, potrà essere necessario assegnare importi fissi ai progetti energetici nel quadro dei programmi di finanziamento europei e nazionali.

    5.15   Se tale valutazione risultasse positiva, l'utilizzo di obbligazioni per il finanziamento di progetti potrebbe essere un mezzo efficace per aumentare le risorse per la promozione della ricerca e la diffusione delle fonti di energia rinnovabile e delle infrastrutture.

    5.16   Occorre migliorare la prioritarizzazione dei prestiti concessi dalla BEI per la realizzazione dei progetti di infrastrutture prioritari dell'UE. Gli investimenti di gruppi macroregionali di Stati membri dovranno essere ammissibili ai prestiti della BEI.

    5.17   Uno sforzo globale e coordinato a favore delle risorse rinnovabili potrebbe aiutare l'UE ad uscire dalla crisi economica attuale. La disponibilità di un'energia accessibile è un fattore essenziale della competitività economica. Gli effetti positivi sarebbero numerosi: creazione di posti di lavoro, know-how, reindustrializzazione dell'UE ecc. Progetti quali la Supergrid o lo sviluppo e la diffusione delle reti intelligenti potrebbero prestarsi ad una cooperazione rafforzata su scala europea nel campo dell'industria e dell'innovazione.

    Una politica energetica per tutti

    5.18   Al di là della semplice integrazione dei mercati, tra gli obiettivi della politica energetica comune dell'UE deve figurare l'accesso universale all'energia.

    5.19   Un prezzo giusto e trasparente dell'energia permette alle imprese di crescere e d'investire. Per avere prezzi accessibili bisogna prima operare scelte efficaci, realizzare un mercato interno dell'energia integrato e trasparente e conferire poteri di controllo maggiori ai regolatori nazionali ed europei.

    5.20   La legislazione europea concede dei diritti ai consumatori, ma questi ultimi non ne sono molto a conoscenza e ne beneficiano poco. Il CESE esorta le autorità competenti e i distributori di energia ad informare sistematicamente i consumatori finali dei loro diritti e chiede che vengano pubblicate relazioni periodiche sull'applicazione dei diritti dei consumatori a livello nazionale. All'occorrenza, potranno essere adottate misure supplementari per assicurarla.

    5.21   Nell'inverno 2010-2011, la povertà energetica ha colpito tra i 50 e i 125 milioni di europei (a seconda della definizione utilizzata). Questa precarietà tocca i più poveri e coloro che vivono in alloggi inadeguati, che spesso occupano abitazioni male isolate e non sono in grado di pagare le tariffe sociali stabilite dagli Stati membri. Accanto al necessario sforzo europeo in materia d'efficienza energetica e di riduzione della domanda, il CESE suggerisce una nuova riflessione sul rafforzamento dei meccanismi di solidarietà a livello dei 27 Stati membri per lottare contro la precarietà energetica partendo da una definizione comune (2).

    5.22   La dimensione strategica e vitale dell’energia (accessibilità, tariffe e prezzi accessibili, regolarità, affidabilità, provenienza) potrebbe ad esempio essere sancita da un «patto europeo di solidarietà energetica». Questo scudo sociale energetico su scala europea tradurrebbe la vicinanza dell'Europa alle preoccupazioni dei cittadini. Farebbe parte integrante degli sforzi in vista di una più forte armonizzazione sociale, auspicabile per rafforzare e ridare senso al progetto europeo. Esso dovrà tradursi in misure concrete al livello adeguato.

    Rafforzare la dimensione esterna della politica energetica dell'UE

    5.23   Il CESE sostiene la proposta del laboratorio di idee Notre Europe di creare un gruppo europeo per l'acquisto del gas così che gli Stati e le imprese partecipanti possono beneficiare di un maggiore potere contrattuale, rendere più sicuri i loro approvvigionamenti e ridurre la volatilità dei prezzi, nel rispetto delle regole della concorrenza. Un'ulteriore tappa potrebbe essere la creazione di una struttura comune per l'approvvigionamento del gas ed eventualmente di altre energie fossili.

    5.24   Nei casi che interessano più Stati membri, il Consiglio dovrebbe affidare alla Commissione un mandato autorizzandola a negoziare, a nome dell'UE, accordi di fornitura di energia con paesi terzi. Il CESE prendo atto con soddisfazione della decisione del Consiglio di affidare alla Commissione il compito di negoziare, a nome degli Stati membri, degli accordi con l'Azerbaigian e il Turkmenistan per la fornitura di gas tramite il condotto gasdotto Trans-Caspio. In simili circostanze, il CESE invita il Consiglio e la Commissione a generalizzare questa pratica.

    5.25   Il CESE raccomanda un controllo più rigoroso, da parte della Commissione, di tutti gli accordi nazionali conclusi con i paesi terzi per l'approvvigionamento di energia. La Commissione europea dovrebbe essere in grado di approvare questi accordi in funzione delle loro ripercussioni, positive o negative, sull'intera area UE (parere TEN/464).

    5.26   Il CESE raccomanda che con i paesi Euromed e con i vicini orientali dell'UE venga utilizzato un approccio orientato allo sviluppo e al partenariato, che permetta di diversificare e garantire le forniture energetiche dell'UE (specialmente delle energie rinnovabili mediante Desertec, Mediterranean Ring, Mediterranean Solar Plan, Medgrid), e di aiutare i suoi partner a sfruttare il loro potenziale. L'UE potrebbe fornire un'assistenza tecnica, mettere a disposizione la sua esperienza e il suo know-how in materia di formazione e gestione di progetti (parere REX/329).

    5.27   Il CESE ritiene che la CEE e i dispositivi intermedi dovranno essere dotati di una forte dimensione esterna volta a facilitare l'accesso all'energia da parte dei paesi in via di sviluppo. Questi devono essere aiutati a produrre l'energia di cui hanno bisogno, ma devono anche essere in grado di esportarla in Europa per finanziare i loro investimenti.

    5.28   Il CESE prende atto delle conclusioni del Consiglio Trasporti, telecomunicazioni ed energia del 24 novembre 2011, che invocano un rafforzamento della dimensione esterna della politica energetica. Prende inoltre atto delle priorità del Consiglio e insiste nella sua richiesta di una migliore integrazione delle politiche energetiche e affinché si proceda quanto meno a concertazioni sistematiche a monte delle decisioni. Per quanto riguarda il metodo, caldeggia, in tutti i casi in cui ciò offra un valore aggiunto, un approccio comunitario in stretto collegamento con gli Stati membri.

    Associare la società civile

    5.29   Data l'importanza delle questioni ambientali, l'entità degli investimenti da realizzare, le ripercussioni sociali delle decisioni politiche, le conseguenze sugli stili di vita e la necessità del sostegno dell'opinione pubblica, è indispensabile che i cittadini siano coinvolti nel dibattito sulle questioni energetiche. I cittadini europei hanno diritto ad una informazione chiara e trasparente sulle scelte prese in materia di energia a livello europeo, nazionale e regionale (3). Al riguardo, svolgono un ruolo importante i CES nazionali. Sono necessarie campagne di informazione e di consultazione sulle grandi sfide energetiche dell'Europa. Occorre inoltre mettere l'accento anche sull'efficienza energetica.

    5.30   Bisognerebbe inoltre che i cittadini fossero in grado di esprimere sistematicamente il loro punto di vista sulle scelte politiche. Potrebbero essere organizzate consultazioni al livello più appropriato. Il CESE conduce da molti anni consultazioni di questo tipo a livello dell'UE (specialmente sull'energia nucleare, la cattura e lo stoccaggio del CO2 – CSC). Le autorità nazionali, regionali e locali sono invitate a indire un'ampia consultazione della società civile.

    5.31   Il CESE propone di creare un forum europeo della società civile con il compito di seguire le questioni energetiche. Questo forum dovrebbe operare in stretta collaborazione con le istituzioni dell'UE e riunirsi regolarmente per contribuire ad un programma pluriennale per l'integrazione del mercato dell'energia. Esso potrebbe essere consultato sulla progettazione della rete energetica dell'UE, la transizione, entro il 2050, verso un sistema energetico a bassa intensità di carbonio e le questioni economiche e sociali che ne derivano. I suoi membri dovrebbero inoltre beneficiare di un'informazione adeguata che potrebbero trasmettere alle organizzazioni affini negli Stati membri.

    5.32   L'accettazione delle scelte energetiche da parte dell'opinione pubblica costituisce un'ulteriore sfida (energia nucleare, CSC, parchi eolici, linee ad alta tensione ecc.). Partecipazione e responsabilità vanno di pari passo. Il CESE, che presiede in particolare il gruppo di lavoro Trasparenza del Forum europeo sull’energia nucleare (ENEF) potrebbe contribuire a un'informazione trasparente dei cittadini e allo scambio con questi ultimi tramite il suo sito Internet (diffusione di buone pratiche, monitoraggio delle iniziative e dei progetti di cooperazione, sviluppi del settore, raccolta delle opinioni della società civile in vista dei dibattiti del forum della società civile sull'energia e diffusione tra i responsabili delle decisioni). Il CESE invita la Commissione europea e gli Stati membri a fornire ai cittadini un'informazione pertinente mediante canali di comunicazione neutri e obiettivi. Il ruolo delle organizzazioni della società civile e i forum di consultazione è, a tal proposito, essenziale.

    Considerare le evoluzioni istituzionali possibili a lungo termine

    5.33   La realizzazione della comunità europea dell'energia resta l'obiettivo finale. Tuttavia, dato che potrebbe rivelarsi difficile che i 27 Stati membri si orientino contemporaneamente nella stessa direzione, una cooperazione più intensa tra Stati membri, in particolare a livello regionale, potrebbe permettere di avanzare più velocemente. In ogni caso, tali azioni non dovrebbero essere in contraddizione con la legislazione o altre misure dell'UE, e ciò grazie ad una consultazione permanente e all'associazione delle istituzioni dell'UE al processo. Se necessario, potranno essere studiati meccanismi più strutturati.

    5.34   Il CESE raccomanda di valutare entro il 2014 i progressi realizzati alla luce dell'articolo 194 del TFUE e di esaminare in quell'occasione se siano necessari dei correttivi alla luce delle proposte più ambiziose di questo documento. Un eventuale nuovo quadro istituzionale potrebbe ispirarsi al Trattato CECA. Dovrebbe essere possibile integrare qualsiasi nuovo dispositivo istituzionale, e il suo acquis, nella struttura dell'UE se gli Stati membri decidono in questo senso.

    Bruxelles, 18 gennaio 2012

    Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

    Staffan NILSSON


    (1)  GU C 175 del 28.7.2009, pag. 43

    GU C 306 del 16.12.2009, pag. 51.

    (2)  Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema La povertà energetica nel contesto della liberalizzazione e della crisi economica, GU C 44 dell'11.2.2011, pag. 53.

    (3)  Ad esempio in Francia, nel settore dell'energia nucleare, è stata istituita, con decreto del Consiglio di Stato, l’ANCCLI, Association nationale des comités et des commissions locales d'information («Associazione nazionale dei comitati e delle commissioni locali di informazione»).


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