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Document 52022IP0203

Risoluzione del Parlamento europeo del 5 maggio 2022 sulle minacce alla stabilità, alla sicurezza e alla democrazia nell'Africa occidentale e saheliana (2022/2650(RSP))

GU C 465 del 6.12.2022, pp. 137–146 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
GU C 465 del 6.12.2022, p. 126–126 (GA)

6.12.2022   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 465/137


P9_TA(2022)0203

Minacce alla stabilità, alla sicurezza e alla democrazia nell'Africa occidentale e saheliana

Risoluzione del Parlamento europeo del 5 maggio 2022 sulle minacce alla stabilità, alla sicurezza e alla democrazia nell'Africa occidentale e saheliana (2022/2650(RSP))

(2022/C 465/12)

Il Parlamento europeo,

viste le sue risoluzioni del 16 settembre 2020, sulla cooperazione UE-Africa in materia di sicurezza nella regione del Sahel, in Africa occidentale e nel Corno d'Africa (1), e del 25 marzo 2021, su una nuova strategia UE-Africa — un partenariato per lo sviluppo sostenibile e inclusivo (2),

vista la sua risoluzione del 20 maggio 2021 sulla situazione in Ciad (3),

vista la sua risoluzione del 25 novembre 2021 sulle violazioni dei diritti umani da parte delle imprese militari e di sicurezza private, in particolare il gruppo Wagner (4),

viste le sue risoluzioni del 17 febbraio 2022 intitolate, rispettivamente, «Attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune — relazione annuale 2021» (5) e «Attuazione della politica estera e di sicurezza comune — relazione annuale 2021» (6),

vista la sua risoluzione del 1o marzo 2022 sull'aggressione russa contro l'Ucraina (7),

vista la 41esima sessione dell'Assemblea parlamentare paritetica (APP) dell'Organizzazione degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) e dell'Unione europea (UE), svoltasi a Strasburgo (Francia) dal 1o al 3 aprile 2022,

vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

visto il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici del 1966,

visto il protocollo della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS) sulla democrazia e il buon governo,

vista l'Agenda 2063 dell'Unione africana (UA),

vista la Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli,

vista la Carta africana sulla democrazia, le elezioni e il buon governo,

vista la Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (UNCAC), entrata in vigore il 14 dicembre 2005,

visto l'accordo di partenariato tra i membri del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou il 23 giugno 2000 (8) («accordo di Cotonou»), quale modificato nel 2005 e nel 2010 (9),

visti l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite, in particolare l'obiettivo 16, relativo alla promozione di società giuste, pacifiche e inclusive ai fini di uno sviluppo sostenibile,

visto il regolamento (UE) 2021/947 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 giugno 2021, che istituisce lo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale — Europa globale (10),

vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza dal titolo «Verso una strategia globale per i rapporti con l'Africa», del 9 marzo 2020 (JOIN(2020)0004),

visti la strategia per lo sviluppo e la sicurezza dei paesi del gruppo dei cinque per il Sahel (G5 Sahel) del settembre 2016, il Quadro per le azioni prioritarie integrate del febbraio 2020, l'Alleanza per il Sahel e il Partenariato per la sicurezza e la stabilità nel Sahel,

vista la dichiarazione congiunta dei membri del Consiglio europeo e degli Stati membri del G5 Sahel del 28 aprile 2020,

visto il comunicato congiunto emanato a seguito della seconda riunione dei ministri degli Affari esteri dell'Unione africana e dell'Unione europea, svoltasi il 25 e 26 ottobre 2021,

vista la conferenza sul Sahel tenutasi a Parigi il 17 febbraio 2022,

vista la dichiarazione congiunta del sesto vertice UA-UE, svoltosi il 17 e 18 febbraio 2022,

viste le conclusioni del Consiglio del 21 febbraio 2022, che prorogano e rafforzano l'attuazione del concetto delle presenze marittime coordinate nel Golfo di Guinea,

vista la decisione (PESC) 2020/253 del Consiglio del 25 febbraio 2020 che modifica la decisione (PESC) 2018/906 del Consiglio che proroga il mandato del rappresentante speciale dell'Unione europea per il Sahel (11),

vista la risoluzione 2590 (2021) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del 30 agosto 2021, sul rinnovo delle sanzioni imposte dalla risoluzione 2374 (2017) del Consiglio di sicurezza e sulla proroga fino al 30 settembre 2022 del mandato del gruppo di esperti sul Mali,

vista la relazione del Segretario generale delle Nazioni Unite al Consiglio di sicurezza dell'ONU, dell'11 novembre 2021, sulla forza congiunta dei paesi del G5 Sahel,

vista la risoluzione A/ES-11/1 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, del 1o marzo 2022, sull'aggressione contro l'Ucraina,

vista l'agenda delle Nazioni Unite su donne, pace e sicurezza,

visto il comunicato sulla situazione in Burkina Faso emanato a seguito della riunione del Consiglio per la pace e la sicurezza dell'UA svoltasi il 31 gennaio 2022,

vista la comunicazione del presidente della Commissione dell'UA del 6 agosto 2021 a seguito degli attacchi terroristici che hanno colpito Burkina Faso, Mali, Niger e Ciad,

vista la comunicazione del presidente della Commissione dell'UA del 24 gennaio 2022 sulla situazione in Burkina Faso,

visto il vertice straordinario dell'Autorità dei capi di Stato e di governo dell'ECOWAS svoltosi il 3 febbraio 2022 e dedicato alla situazione politica in Burkina Faso, Guinea e Mali,

vista la dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR), Josep Borrell, del 26 gennaio 2022 sul Burkina Faso,

vista la risoluzione sulla situazione della sicurezza nella regione del Sahel-Sahara approvata il 21 giugno 2017 dall'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE,

viste le risoluzioni dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE dell'11 marzo 2021, sulla democrazia e il rispetto delle costituzioni negli Stati membri dell'UE e nei paesi ACP, del 28 settembre 2021, sul ruolo che i parlamenti possono svolgere nel rafforzamento della sicurezza internazionale, e del 21 novembre 2019, sull'impatto dei social media sulla governance, lo sviluppo, la democrazia e la stabilità,

visto l'articolo 132, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A.

considerando che nelle regioni interessate le minacce combinate di povertà, mancanza di accesso ai servizi sociali di base, cambiamenti climatici, gruppi armati terroristici, aumento della violenza tra comunità per i terreni e le risorse, insicurezza alimentare, sfollamento di persone e violenza di genere hanno portato a un contesto complesso di instabilità e insicurezza;

B.

considerando che il Sahel e l'Africa occidentale sono cruciali per la sicurezza e la stabilità dell'intero continente africano; che, negli ultimi anni, le condizioni di sicurezza in tali regioni sono drasticamente peggiorate e rappresentano una minaccia per la stabilità regionale e internazionale; che la violenza nel Sahel ha continuato ad aumentare dal crollo del regime di Gheddafi in Libia nel 2011 e che, di conseguenza, questa è una delle regioni più colpite dalla proliferazione delle armi di piccolo calibro illegali; che il Sahel è una delle regioni più povere del mondo;

C.

considerando che nel 2013, su richiesta del governo maliano, l'esercito francese ha avviato l'operazione Serval per cacciare dalle regioni settentrionali del Mali i gruppi jihadisti e altri gruppi militari ribelli che avevano lanciato un'offensiva verso il centro del paese; che l'esercito francese ha raggiunto con successo l'obiettivo di tale missione;

D.

considerando che negli ultimi anni sono state avviate numerose missioni e iniziative internazionali, tra cui la missione multidimensionale integrata di stabilizzazione delle Nazioni Unite in Mali (MINUSMA) nel 2013, la missione dell'Unione europea per lo sviluppo delle capacità in Niger nel 2012, la missione di formazione dell'Unione europea in Mali nel 2013, la missione dell'Unione europea per lo sviluppo delle capacità in Mali nel 2014, l'operazione Barkhane nel 2014, il G5 Sahel nel 2014, la Forza congiunta del G5 Sahel nel 2017, l'Alleanza per il Sahel nel 2017, la Coalizione per il Sahel nel 2020 e la task force Takuba nel 2020; che nell'ultimo decennio le istituzioni di sicurezza africane hanno impegnato migliaia di persone in operazioni di pace nel continente; che tali interventi mancano ancora della capacità di risolvere le sfide in materia di sicurezza nella regione;

E.

considerando che più di 200 membri delle forze di pace dell'ONU e più di 50 militari francesi delle missioni Serval e Barkhane, oltre a numerosi soldati africani, sono stati uccisi mentre combattevano per la sicurezza della regione del Sahel; che numerosi soldati europei e delle Nazioni Unite sono stati feriti mentre erano dispiegati nella regione;

F.

considerando che, nonostante i numerosi sforzi di pace esplicati dai paesi del Sahel e dalla comunità internazionale, la situazione nella regione rimane molto instabile; che i gruppi terroristici, compresi i terroristi islamici affiliati all'ISIS come Boko Haram e lo Stato islamico della provincia dell'Africa occidentale (ISWAP), hanno aumentato la loro presenza nella regione del Sahel e dell'Africa occidentale e sono responsabili di uccisioni di massa, torture, violenze sessuali, sparizioni forzate, saccheggi e sfollamenti forzati; che nel 2020 si è registrata un'impennata delle uccisioni attribuite, tra l'altro, alla violenza islamista, con un totale di 4 250 morti, secondo quanto segnalato dal Centro africano di studi strategici; che oltre 7,7 milioni di persone sono state sfollate con la forza in sette paesi del Sahel; che nella regione si contano attualmente circa 3 milioni di sfollati interni;

G.

considerando che i bisogni umanitari sono aumentati a causa dell'intrecciarsi delle varie crisi; che, nel Sahel centrale, 20 milioni di persone necessitano attualmente di assistenza umanitaria urgente; che le donne e i bambini sono particolarmente vulnerabili e particolarmente colpiti dalla crisi;

H.

considerando che la sicurezza, lo sviluppo e la protezione dei diritti umani fondamentali si rafforzano a vicenda e sono necessari per pervenire a una pace duratura; che tale pace sostenibile sarà conseguita solo affrontando le cause profonde dell'insicurezza, tra cui la povertà, la corruzione, la fame e la scarsità di risorse;

I.

considerando che le sfide in materia di sicurezza nell'Africa occidentale e nel Sahel differiscono per natura da un paese all'altro; che tali sfide comprendono le attività delle organizzazioni terroristiche collegate alle reti jihadiste internazionali, i conflitti etnici e tribali, gli scontri sull'accesso alle risorse naturali, le attività extragiudiziali delle milizie e dei servizi di sicurezza, le ribellioni armate, i conflitti separatisti e la violenza politica ed elettorale;

J.

considerando che la sicurezza dell'Europa e quella dell'Africa sono strettamente interconnesse; che terroristi, gruppi armati, milizie e trafficanti sfruttano una serie di problemi complessi che si sovrappongono nella regione, tra cui la povertà, la mancanza di accesso ai servizi sociali di base, l'insicurezza alimentare, la deforestazione, il degrado ambientale, la debolezza delle istituzioni, la corruzione e la mancanza di fiducia nello Stato;

K.

considerando che i cambiamenti climatici stanno avendo un pesante impatto sulla regione e che ciò può portare ad un'ulteriore destabilizzazione; che esiste un grave rischio di radicalizzazione dovuto all'emarginazione economica, sociale e ambientale in Africa occidentale e nel Sahel;

L.

considerando che l'onere del debito contribuisce a minacciare la stabilità complessiva dei paesi del Sahel e dell'Africa occidentale;

M.

considerando che la pandemia di COVID-19 ha ulteriormente indebolito la capacità di affrontare queste sfide in materia di sicurezza;

N.

considerando che il consolidamento della democrazia nell'Africa occidentale e nel Sahel è inoltre compromesso da colpi di stato militari, modifiche costituzionali antidemocratiche, repressioni delle proteste popolari, restrizioni in relazione alla libertà di riunione, di espressione e della stampa e restrizioni imposte ai partiti e ai politici dell'opposizione;

O.

considerando che, oltre alle minacce alla sicurezza, il consolidamento democratico nell'Africa occidentale e saheliana è ulteriormente compromesso dalla corruzione, dalla repressione delle proteste e dei raduni popolari, dalle restrizioni alla libertà di espressione e di stampa, dalle restrizioni imposte ai partiti e ai politici dell'opposizione, dal mancato rispetto della durata del mandato presidenziale e di altre disposizioni costituzionali, e dalle sfide in termini di capacità nel garantire elezioni inclusive e trasparenti per le popolazioni sfollate;

P.

considerando che negli ultimi 20 anni l'UE, l'UA, l'ECOWAS e altre organizzazioni internazionali hanno inviato missioni di osservazione elettorale nei paesi dell'Africa occidentale e del Sahel; che sono state pubblicate relazioni esaurienti contenenti raccomandazioni sostanziali di riforma, delle quali solo alcune sono state portate avanti;

Q.

considerando che, secondo l'indice di percezione della corruzione 2021, i livelli di corruzione non sono identici in tutta l'Africa occidentale e che Cabo Verde e il Senegal figurano tra i paesi che hanno conseguito i migliori risultati nelle riforme anticorruzione mentre Liberia, Mali e Nigeria sono tra quelli con i risultati peggiori;

R.

considerando che le accresciute sfide in materia di sicurezza e il malcontento dell'opinione pubblica nei confronti dei propri governi e della comunità internazionale hanno portato a una serie di manifestazioni pubbliche per chiedere ulteriori riforme a livello governativo e miglioramenti della situazione della sicurezza; che le annose accuse di corruzione e nepotismo mosse alle autorità governative regionali hanno determinato un costante calo della fiducia e della soddisfazione nei confronti dei governi e delle loro istituzioni;

S.

considerando che lo stato generale della democrazia e della cooperazione in materia di sicurezza nel Sahel ha subito enormi contraccolpi quando i governi del Mali e del Burkina Faso sono stati rovesciati dai militari, più precisamente nell'agosto 2020 in Mali e successivamente nel maggio 2021 sempre in Mali, quando i militari hanno rovesciato il governo che avevano precedentemente insediato, e quindi nel gennaio 2022, quando nel Burkina Faso si è verificato un colpo di stato; che ciò è il riflesso di una crisi con radici profonde nella regione;

T.

considerando che l'ECOWAS e l'UA hanno organizzato in numerose occasioni scambi e visite in Mali e in Burkina Faso al fine di mediare tra i vari attori e raggiungere compromessi; che l'ECOWAS ha sottolineato in varie occasioni l'importanza di fissare un calendario chiaro per il ritorno a processi democratici, comprendente una data imminente per elezioni democratiche;

U.

considerando che, dopo il colpo di stato in Guinea nel settembre 2021 e l'arresto del presidente Alpha Condé, recentemente rilasciato, il paese rimarrà escluso dall'ECOWAS finché non sarà stato ripristinato l'ordine costituzionale; che alle autorità militari è stato dato tempo fino al 25 aprile 2022 per presentare i dettagli del loro piano per la transizione; che in tale data esse hanno chiesto una nuova scadenza per la presentazione di un calendario per la transizione;

V.

considerando che il rispetto dell'ordinamento costituzionale nazionale e dello Stato di diritto è essenziale sia per assicurare la pace e la stabilità che per combattere il terrorismo e garantire la sicurezza militare; che il rispetto dei principi democratici, compresa l'organizzazione di elezioni trasparenti e inclusive, è di fondamentale importanza per garantire ai governi un ampio mandato popolare; che i cittadini sostengono autentici processi democratici e aspirano a una partecipazione equa a tali processi;

W.

considerando che il coinvolgimento dei parlamenti nazionali nei processi decisionali attinenti alle questioni di sicurezza è essenziale per sviluppare una sicurezza e una stabilità sociale durature;

X.

considerando che la sicurezza, lo sviluppo e la protezione dei diritti umani fondamentali si rafforzano a vicenda e sono necessari per pervenire a una pace duratura;

Y.

considerando che la riduzione dello spazio per le organizzazioni della società civile e le restrizioni alla libertà di stampa in alcuni paesi dell'Africa occidentale e saheliana pongono serie sfide alla democrazia, allo Stato di diritto e ai diritti fondamentali;

Z.

considerando che l'Unione europea è impegnata a sostenere la sicurezza e lo sviluppo dell'Africa occidentale e della regione del Sahel attraverso partenariati politici, diplomatici e umanitari, ivi inclusi, tra l'altro, il sostegno tecnico per la riforma del settore della sicurezza, la formazione militare e di polizia, i processi elettorali e l'assunzione di responsabilità, nonché il rafforzamento della società civile;

AA.

considerando che l'UA coopera strettamente con l'UE negli sforzi volti alla pace e alla stabilità; che gli obiettivi degli attori della sicurezza regionale, tra cui l'ECOWAS e la Forza di pronto intervento dell'UA, coincidono con l'interesse dell'UE ad aiutare i paesi in difficoltà a garantire pace e prosperità; che i leader dell'UE e dell'UA hanno convenuto di rafforzare la cooperazione per la pace e la sicurezza nel continente africano; che il memorandum d'intesa UA-UE su pace, sicurezza e governance e lo strumento europeo per la pace sono concepiti per combattere l'instabilità, la radicalizzazione, l'estremismo violento e il terrorismo e affrontare l'intero ciclo dei conflitti attraverso un approccio integrato;

AB.

considerando che il G5 Sahel, che è sostenuto dall'UE e dall'UA, garantisce la sicurezza e lo sviluppo regionale nello sforzo di combattere il terrorismo e di dare stabilità alla regione del Sahel; che il G5 Sahel sta registrando difficoltà nel dimostrare progressi e nel mantenere il sostegno pubblico; che le attività finanziate dall'UE in materia di prevenzione dei conflitti, mediazione, dialogo e riconciliazione sono ancora limitate;

AC.

considerando che tutti gli sforzi profusi dalla comunità internazionale sono contraddistinti da una forte componente di riforme volte a consolidare la democrazia e a rafforzare la sicurezza; che la maggior parte dei paesi della regione risente della mancanza di capacità dello Stato di attuare efficacemente le tanto necessarie riforme;

AD.

considerando che la presenza, nell'Africa occidentale, di società militari e di sicurezza private straniere continua a destabilizzare la sicurezza e il contesto politico della regione; che il cosiddetto gruppo Wagner, un gruppo di mercenari operante per conto del governo russo, è presente in Mali da quando vi è stato invitato dalla giunta militare alla fine del 2021; che il gruppo Wagner fa presumibilmente affidamento sulle infrastrutture militari russe e che il ministero della Difesa russo è coinvolto nel finanziamento, nel reclutamento, nell'addestramento e nella protezione dei membri del gruppo Wagner; che il gruppo Wagner è accusato di gravi violazioni dei diritti umani;

AE.

considerando che gli esperti delle Nazioni Unite sono giunti congiuntamente alla conclusione che il gruppo Wagner ha commesso gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani nella Repubblica centrafricana, tra cui esecuzioni sommarie di massa, detenzioni arbitrarie, violenze sessuali, saccheggi, sparizioni forzate e torture durante gli interrogatori;

AF.

considerando che la Russia ha diffuso e continua a diffondere attivamente la disinformazione in tutto il Sahel con l'obiettivo di delegittimare le iniziative europee volte a portare stabilità e sicurezza per aiutare la regione;

AG.

considerando che l'UE e le missioni della sua politica di sicurezza e di difesa comune sono state oggetto di campagne di disinformazione e hanno urgentemente bisogno di essere dotate dei mezzi per una comunicazione strategica efficace; che la disinformazione si è spinta fino ad accusare falsamente l'esercito francese di massacri nella zona di Gossi in Mali, sebbene alcuni dati dimostrino che maliani e stranieri sospettati di appartenere al gruppo Wagner siano responsabili di una macabra messa in scena fuorviante;

AH.

considerando che il ripetuto ostruzionismo da parte delle autorità di transizione maliane ha indotto gli attori internazionali a concludere che non esistono più le condizioni per proseguire il loro impegno militare in Mali;

AI.

considerando che, su richiesta dei loro partner africani, gli attori europei e internazionali hanno deciso di proseguire la loro azione congiunta contro il terrorismo nella regione del Sahel, inclusi il Niger e il Golfo di Guinea, e hanno avviato consultazioni politiche e militari con loro al fine di definire entro giugno 2022 i termini di detta azione congiunta;

AJ.

considerando che la situazione nel Sahel è strettamente interconnessa con la situazione nel Golfo di Guinea; che la pirateria è tuttora una minaccia per la sicurezza nel Golfo di Guinea; che il Consiglio ha prorogato di due anni l'attuazione delle presenze marittime coordinate nel Golfo di Guinea;

1.

condanna fermamente la violenza e la perdita di vite umane nell'Africa occidentale e nella regione del Sahel, compresi gli abusi commessi nel contesto di operazioni militari, ed esprime preoccupazione per l'accresciuta instabilità nel Sahel, che sta minando la sicurezza e la stabilità dei paesi interessati con profonde conseguenze a livello regionale e internazionale; esprime solidarietà e cordoglio alle famiglie di tutte le vittime di attentati terroristici nella regione; ribadisce il suo forte sostegno alla popolazione dell'Africa occidentale e saheliana e alle sue aspirazioni di pace, diritti umani, sicurezza, stabilità, sviluppo economico e progresso sociale e democratico; esprime apprezzamento per i numerosi sforzi compiuti dagli attori locali e internazionali volti a promuovere la pace e il progresso in tutta la regione; riconosce che la situazione della sicurezza nel Sahel resta una sfida enorme e che molti civili risentono della mancanza di sicurezza e sono diventati vittime di attacchi terroristici;

2.

sottolinea che una risposta globale alle sfide che l'Africa occidentale e il Sahel si trovano ad affrontare richiede un coordinamento tra le politiche in materia di sicurezza, clima, sviluppo e commercio;

3.

esprime profonda preoccupazione per lo stato della democrazia nella regione del Sahel e per i recenti colpi di Stato nella regione; invita i golpisti a delimitare chiaramente la durata dei periodi di transizione politica, a garantire un rapido ritorno all'ordine costituzionale, allo Stato di diritto e ai governi civili e a facilitare l'organizzazione di elezioni trasparenti e inclusive;

4.

ribadisce con forza la sua posizione secondo cui qualsiasi cooperazione politica e di sicurezza a lungo termine con gli attori dell'UE richiederà calendari realistici per un ritorno alla democrazia, con tappe chiare e misurabili; ricorda che, in assenza di tali calendari realistici, qualsiasi futura cooperazione con gli attori dell'UE sarà messa in discussione;

5.

osserva che i colpi di stato compromettono gli sforzi volti a rafforzare lo Stato di diritto e ad affermare la legittimità democratica delle azioni di governo; ricorda che una transizione e una riforma democratiche autentiche devono essere a guida civile e consentire il pieno e attivo coinvolgimento delle organizzazioni della società civile, delle donne, dei giovani e dei partiti di opposizione; esorta le autorità dell'Africa occidentale e saheliana a rispettare e a tutelare la libertà dei media e la libertà di riunione, associazione ed espressione;

6.

sottolinea che in tutta la regione sono necessari dialoghi nazionali autentici, che coinvolgano tutti i settori della società civile, al fine di delineare una chiara visione futura per la democrazia, compresi obiettivi concreti concordati e condivisi dai vari attori non militari e non statali; invoca l'aiuto della comunità internazionale nel facilitare tale dialogo, offrendosi di svolgere un ruolo di mediazione;

7.

sottolinea che l'unità è il modo migliore per affrontare le numerose sfide cui la regione è confrontata; sostiene, quindi, le azioni annunciate dall'UA e le misure intraprese dall'ECOWAS a difesa della democrazia e dello Stato di diritto;

8.

invita la leadership militare di tutti gli Stati del Sahel a rispettare i propri impegni internazionali, compreso il pieno rispetto dei diritti umani; esprime sostegno a favore degli sforzi dell'ECOWAS di definire una tabella di marcia per le riforme e la responsabilità in materia di diritti umani, al fine di prevenire ulteriori violazioni dei diritti umani nel quadro di uno sforzo olistico per risolvere le varie crisi;

9.

ricorda che lo strumento NDICI-Europa globale non sostiene il finanziamento di determinate operazioni legate al settore militare o della sicurezza dello Stato o di operazioni che possano comportare violazioni dei diritti umani nei paesi partner; riconosce le molteplici sfide cui devono far fronte le zone del Sahel e del Sahara, quali i cambiamenti climatici, le crisi economiche e gli attacchi terroristici; invita l'Europa a dar prova di maggiore solidarietà sostenendo politicamente e militarmente la regione, anche attraverso lo strumento europeo per la pace, con un addestramento alle armi che sia sufficiente per la difesa nonché per lo sviluppo e il rispetto dei diritti umani; invita tutti gli Stati membri dell'UE a rispettare i loro obblighi in materia di diritti umani e ad astenersi da trasferimenti di armi che potrebbero alimentare le violazioni dei diritti umani nell'Africa occidentale e saheliana;

10.

ricorda l'importante ruolo che i giovani africani possono svolgere nel plasmare un futuro prospero per la regione; chiede una maggiore inclusione e partecipazione attiva delle donne al processo decisionale democratico a tutti i livelli e agli sforzi di costruzione della pace e di riconciliazione; condanna il ricorso alla violenza sessuale e a tutte le forme di intimidazione in situazioni di conflitto;

11.

sottolinea che il crescente impoverimento della popolazione costituisce la base socioeconomica per lo sviluppo di gruppi criminali e terroristici; sottolinea che la mancanza di accesso a servizi pubblici fondamentali per le popolazioni, quali l'acqua, i servizi igienico-sanitari, la sanità o l'istruzione, costituisce il fondamento socioeconomico dello sviluppo del terrorismo; sottolinea l'importanza dell'istruzione quale base per promuovere la crescita economica, creare una società democratica e prevenire l'estremismo;

12.

sottolinea il ruolo svolto dai parlamenti nazionali nella stabilità e nella democratizzazione; invita gli Stati dell'ECOWAS a includere ulteriormente gli organismi democratici nazionali e regionali nelle questioni relative alla sicurezza; ritiene che qualsiasi intervento di questo tipo da parte dell'UE debba essere oggetto di dibattito in seno al parlamento nazionale interessato; invita l'UE e i paesi dell'ECOWAS a rafforzare il coordinamento dell'assistenza in materia di sicurezza, sviluppo, aiuti umanitari e sostegno alla democrazia al fine di garantire un approccio integrato alla pace e alla sicurezza per uno sviluppo sostenibile duraturo in tutta la regione;

13.

sottolinea il significativo contributo dell'UE e dei suoi Stati membri in termini di cooperazione allo sviluppo e assistenza umanitaria e accoglie con favore il lavoro svolto dall'Alleanza per il Sahel a sostegno degli sforzi di sviluppo guidati dai governi del G5 Sahel; chiede la piena operatività del G5 Sahel e la stretta cooperazione degli Stati membri dell'UE in tal senso, attraverso lo sviluppo delle capacità finanziarie, lo scambio di attrezzature militari e la fornitura di una formazione efficace nelle operazioni militari e civili;

14.

sottolinea che il miglioramento della situazione della sicurezza nella regione richiederà di affrontare le cause profonde della violenza e dei conflitti, tra cui la povertà, i cambiamenti climatici, lo sfollamento forzato e la mancanza di accesso all'istruzione e alle opportunità, tutti fattori che sono stati esacerbati dalla pandemia di COVID-19; riconosce che le cause profonde dell'estremismo violento e del terrorismo sono complesse; sottolinea la necessità di stimolare le economie della regione, promuovere la creazione di posti di lavoro e porre le basi per uno sviluppo sostenibile a lungo termine; invita l'UE ad adattare i suoi investimenti e la sua cooperazione allo sviluppo in modo da affrontare le cause profonde del terrorismo e dell'insicurezza;

15.

esprime profonda preoccupazione per il forte deterioramento della sicurezza alimentare in tutta l'Africa occidentale e saheliana, che colpisce attualmente decine di milioni di persone a causa della vulnerabilità attuale e crescente dei sistemi alimentari agricoli e delle catene di approvvigionamento di tali regioni; sottolinea che l'Africa occidentale e la regione del Sahel dipendono dall'approvvigionamento di frumento proveniente dall'Ucraina; esprime profonda preoccupazione per le allarmanti conseguenze a breve e medio termine della guerra non provocata della Russia contro l'Ucraina sulla sicurezza alimentare in Africa occidentale e nella regione del Sahel, nonché per l'allarmante possibilità di una nuova pericolosa crisi alimentare e nutrizionale indotta dal conflitto;

16.

riconosce i diritti dell'Africa occidentale e della regione del Sahel alla sovranità alimentare quale mezzo per conseguire la sicurezza nutrizionale e la riduzione della povertà, prestando particolare attenzione all'agricoltura femminile e familiare, allo scopo di garantire l'approvvigionamento di prodotti alimentari accessibili ed economici;

17.

riconosce che l'UE è il principale donatore di sostegno umanitario e sostegno allo sviluppo a livello mondiale; chiede all'UE e ai suoi Stati membri di rafforzare il loro sostegno finanziario e il loro aiuto umanitario per soddisfare le necessità urgenti delle popolazioni colpite; deplora che diversi Stati membri dell'UE non abbiano conseguito l'obiettivo di destinare lo 0,7 % del loro reddito nazionale lordo all'aiuto pubblico allo sviluppo;

18.

sottolinea l'importanza di consentire il libero accesso agli aiuti umanitari e ai servizi di base nelle zone di conflitto, anche per coloro che vivono in territori al di fuori del controllo del governo; ricorda che tutte le parti devono rispettare il diritto internazionale umanitario per evitare qualsiasi rischio di diversione degli aiuti umanitari; sottolinea l'importanza del fatto che la fornitura di aiuti umanitari sia percepita come neutrale e imparziale, nonché di garantire la sicurezza degli operatori umanitari;

19.

accoglie con favore i progressi compiuti da alcuni paesi per porre fine alla corruzione; esorta i paesi africani e dell'UE a combattere tutti gli atti di corruzione; sottolinea il legame tra corruzione e criminalità ambientale, che rappresentano entrambe una minaccia crescente per il conseguimento degli OSS; osserva che affrontare l'instabilità nella regione è un prerequisito per far progredire la sicurezza mondiale e compiere progressi nel conseguimento degli OSS; esorta l'UE e i suoi Stati membri a sfruttare la politica anticorruzione attraverso un rafforzamento delle capacità per quanto riguarda i reati riconosciuti come reati ambientali dall'UE, da INTERPOL e dal programma delle Nazioni Unite per l'ambiente;

20.

rammenta che i cambiamenti climatici rappresentano un fattore sempre più importante per la stabilità regionale nell'Africa occidentale e nel Sahel; invita gli Stati dell'Africa occidentale e del Sahel a cooperare con gli Stati membri dell'UE per affrontare le conseguenze negative dei cambiamenti climatici sulla sicurezza e la stabilità nella regione;

21.

ricorda che sono necessarie istituzioni forti per combattere il terrorismo e affrontare le sfide interne; sottolinea l'importanza di ridefinire una strategia di lotta al terrorismo e all'estremismo violento nelle regioni interessate, nel rispetto delle norme internazionali, e chiede che tutti i responsabili siano chiamati a rispondere delle loro azioni e siano assicurati alla giustizia;

22.

invita le autorità nazionali di tutta la regione a depenalizzare l'attività sessuale tra persone dello stesso sesso e a garantire i diritti della popolazione LGBTI; sottolinea che le persone che fuggono dalle persecuzioni per il fatto di essere LGBTI devono avere diritto alla protezione internazionale nell'UE;

23.

sottolinea la determinazione dell'UE a impegnarsi in modo globale nella regione in termini di sostegno politico, assistenza tecnica e finanziaria, in particolare per le riforme del settore della sicurezza, addestramento militare e appoggio alla protezione e al rafforzamento della società civile, aspetti essenziali per affrontare le minacce alla sicurezza; invita l'ECOWAS e gli Stati membri dell'UE ad attuare efficacemente il memorandum d'intesa in materia di pace, sicurezza e governance;

24.

sottolinea che l'assistenza umanitaria e allo sviluppo dell'UE mira a evitare le sofferenze della popolazione civile e a elevarne le condizioni di vita di base; rammenta che lo sviluppo sostenibile in Africa è possibile solo con una combinazione di capitale umano e sostegno esterno allo sviluppo; ricorda che la migrazione non dovrebbe comportare la fuga di cervelli; invita la Commissione e gli Stati membri a valutare urgentemente, in coordinamento con i loro partner internazionali e gli istituti internazionali pertinenti, tutti gli strumenti disponibili per evitare inadempimenti nel pagamento del debito dei paesi africani;

25.

esprime il proprio sostegno all'impegno delle Nazioni Unite, dell'UE e regionale in Africa occidentale e nel Sahel per il mantenimento della pace, l'addestramento militare e l'assistenza tecnica, in particolare attraverso missioni UE di formazione e sviluppo delle capacità, e alle iniziative dell'ECOWAS e dell'UA;

26.

è profondamente preoccupato per l'elevato numero di casi di gravissime violazioni dei diritti umani commesse dalle forze di sicurezza maliane, come riferito dalla missione MINUSMA delle Nazioni Unite, che possono configurarsi come crimini di guerra a norma del diritto umanitario; prende atto della decisione dell'AR/VP di sospendere parte della formazione impartita dalla missione di formazione dell'UE in Mali e dalla missione dell'UE per lo sviluppo delle capacità in Mali alle forze armate e alla guardia nazionale maliane ed esorta a sospendere qualsiasi altra assistenza dell'Unione al settore della sicurezza del Mali fino a quando tutti i criminali non saranno stati consegnati alla giustizia;

27.

riconosce che le varie missioni internazionali non hanno conseguito il loro obiettivo primario di costruire una pace duratura nella regione e che è pertanto necessario un processo di riflessione sui mandati e sui ruoli delle missioni e delle politiche internazionali; sottolinea che una revisione dei mandati e degli impegni dell'UE dovrebbe concentrarsi sul rafforzamento della natura preventiva della cooperazione con i paesi dell'Africa occidentale e del Sahel; esorta i paesi dell'ECOWAS e l'UE a sviluppare congiuntamente un nuovo approccio alla riforma del settore della sicurezza e all'assistenza in materia di sicurezza;

28.

condanna la disinformazione riguardo all'UE e alle sue missioni nell'ambito della politica di sicurezza e di difesa comune; invita l'UE a dotarsi di tutti i mezzi necessari per una comunicazione strategica più efficace;

29.

sottolinea che qualsiasi sostegno europeo o internazionale dovrebbe essere considerato solo come complemento agli sforzi nazionali e regionali; ricorda che i paesi ospitanti devono mantenere la titolarità di tutte le iniziative che si svolgono nei rispettivi territori; ricorda che anche la leadership politica e sociale deve pertanto sostenere tali iniziative affinché abbiano successo;

30.

riconosce che, malgrado le persistenti sfide in materia di sicurezza, sono stati compiuti progressi nella lotta ai gruppi islamisti armati; ribadisce la necessità di contrastare le iniziative terroristiche di propaganda e reclutamento nell'ambito di strategie più ampie volte a combattere la vulnerabilità e il reclutamento in materia di terrorismo; sottolinea, al contempo, la necessità di incentivare le diserzioni da gruppi estremisti violenti e di intensificare gli sforzi volti a deradicalizzare tali combattenti e reintegrarli nella società;

31.

critica con fermezza la decisione del governo maliano di ostacolare la cooperazione con gli attori europei, espressa, tra l'altro, il 2 maggio 2022 mediante la denuncia di due accordi fondamentali, ossia l'accordo sullo status delle forze che definisce il quadro giuridico per la presenza in Mali delle forze francesi dell'operazione Barkhane e delle forze europee della task force Takuba e il trattato di cooperazione in materia di difesa tra il Mali e la Francia del 2014; critica fortemente il fatto che nel gennaio 2022 il Mali abbia richiesto che il contingente danese e quello francese lasciassero il suo territorio, nonché il suo rifiuto di concedere a un aereo tedesco il permesso di volare nello spazio aereo maliano;

32.

condanna la crescente presenza nel Sahel del gruppo russo Wagner, sostenuto dal Cremlino; crede fermamente che il coinvolgimento del gruppo Wagner nell'Africa occidentale sia contrario all'obiettivo di portare pace, sicurezza e stabilità nella regione e sia incompatibile con la cooperazione in materia di sicurezza e difesa con l'UE; invita tutti i paesi a esaminare i precedenti del gruppo Wagner, in particolare nella Repubblica centrafricana; esprime la massima preoccupazione per le molteplici violazioni dei diritti umani perpetrate dal gruppo e per le violazioni del diritto internazionale umanitario che continuano a essere segnalate; condanna con fermezza i crimini commessi in Africa occidentale e nel Sahel dal gruppo Wagner e da altre compagnie militari e di sicurezza private;

33.

invita tutti i paesi che cooperano o intendono cooperare con il gruppo Wagner a tenere conto degli sviluppi in Ucraina, dove il regime russo sta conducendo una guerra brutale e disumana in palese violazione del diritto internazionale; invita tutti gli Stati ad abbandonare qualsivoglia illusione sulle finalità perseguite da un coinvolgimento russo nei loro paesi e a riconoscere che la Russia e il gruppo Wagner si concentrano solo sui propri interessi e utilizzeranno tutta la forza che ritengono necessaria, come è evidente in Ucraina e in altri luoghi in cui la popolazione civile sta pagando un caro prezzo;

34.

rammenta che la situazione della sicurezza nel Sahel, negli Stati costieri dell'Africa occidentale e del Maghreb è strettamente interconnessa; chiede una valutazione delle carenze che hanno impedito alle missioni di formazioni dell'UE di servire lo scopo previsto di addestrare adeguatamente le forze armate nei paesi partner per contrastare il jihadismo; chiede che le prossime missioni di formazione dell'UE siano condotte in modo da ovviare a queste gravi carenze;

35.

ribadisce che, nel contesto del trasferimento dell'operazione Barkhane in Niger, si dovrebbero trarre insegnamenti per ridefinire le risposte prestando maggiore attenzione alla prevenzione e adottando un approccio più globale alla governance, alla sicurezza e all'assistenza allo sviluppo;

36.

sottolinea che la comunità internazionale dovrebbe intensificare la cooperazione economica e politica con i paesi che sono disposti a realizzare riforme e produrre risultati al fine di fungere da modelli di riferimento regionali, che possono svolgere un ruolo nella stabilizzazione dell'intera regione; plaude agli sforzi profusi da alcuni paesi a favore della democratizzazione; sottolinea il fatto che esempi virtuosi a livello regionale, ad esempio nella regione costiera dell'Africa occidentale, possono svolgere un ruolo nella stabilizzazione dell'intera regione e ritiene dunque che tali esempi positivi debbano essere ulteriormente incoraggiati e sostenuti;

37.

ribadisce che la protezione e la sicurezza dei civili è uno dei compiti fondamentali di qualsiasi governo e sottolinea la necessità di adottare ulteriori misure per migliorare la protezione dei civili; suggerisce che tali misure potrebbero prevedere metodi di protezione civile disarmata che le Nazioni Unite hanno già messo in atto con successo in altre situazioni di conflitto;

38.

rileva in particolare l'importanza di progettare strategie di sicurezza che prevedano un significativo coinvolgimento delle donne — che sono colpite in misura sproporzionata dall'insicurezza e dalla violenza — e dei giovani, il cui futuro, insieme a quello della regione, dipenderà dall'accesso all'istruzione e al lavoro quale mezzo per sostenere lo sviluppo pacifico e scoraggiare il reclutamento jihadista; invita i paesi della regione e la comunità internazionale a continuare a promuovere l'attuazione della risoluzione 2250 (2015) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sui giovani, la pace e la sicurezza e ribadisce il proprio sostegno all'attuazione dell'agenda delle Nazioni Unite su donne, pace e sicurezza nel Sahel;

39.

accoglie con favore la decisione del Consiglio di prorogare e rafforzare l'attuazione del concetto delle presenze marittime coordinate nel Golfo di Guinea; invita il Consiglio a valutare la possibilità di rafforzare il concetto nel Golfo di Guinea con mezzi aerei; chiede un maggiore coinvolgimento e una maggiore cooperazione con gli Stati costieri del Golfo di Guinea mediante NDICI-Europa globale e lo strumento europeo per la pace;

40.

accoglie con favore il ruolo svolto dalle missioni di osservazione elettorale nel sostenere e rafforzare il processo democratico; ricorda che gli Stati membri dell'UE e i paesi dell'Africa occidentale e del Sahel hanno invitato missioni ufficiali di osservatori ed esorta i governi dei paesi dell'Africa occidentale e del Sahel a continuare a farlo nell'ambito dell'organizzazione di elezioni trasparenti, inclusive e realmente competitive;

41.

incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio ACP-UE, al Consiglio dei ministri ACP, ai membri dell'UA e ai segretariati dell'ECOWAS, dell'iniziativa di Accra e del G5 Sahel.

(1)  GU C 385 del 22.9.2021, pag. 24.

(2)  GU C 494 dell'8.12.2021, pag. 80.

(3)  GU C 15 del 12.1.2022, pag. 166.

(4)  Testi approvati, P9_TA(2021)0482.

(5)  Testi approvati, P9_TA(2022)0040.

(6)  Testi approvati, P9_TA(2022)0039.

(7)  Testi approvati, P9_TA(2022)0052.

(8)  GU L 317 del 15.12.2000, pag. 3.

(9)  GU L 287 del 4.11.2010, pag. 3.

(10)  GU L 209 del 14.6.2021, pag. 1.

(11)  GU L 54 I del 26.2.2020, pag. 9.


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