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Document 52017IP0493

Risoluzione del Parlamento europeo del 13 dicembre 2017 sulla relazione annuale sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune (2017/2121(INI))

GU C 369 del 11.10.2018, p. 47–55 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

11.10.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 369/47


P8_TA(2017)0493

Relazione annuale sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune

Risoluzione del Parlamento europeo del 13 dicembre 2017 sulla relazione annuale sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune (2017/2121(INI))

(2018/C 369/06)

Il Parlamento europeo,

vista la relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo sulla politica estera e di sicurezza comune,

visti gli articoli 21 e 36 del trattato sull'Unione europea,

vista la Carta delle Nazioni Unite,

visto l'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria,

vista la dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) sulla responsabilità politica,

vista la comunicazione del servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) del 2016 su una strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea e la comunicazione congiunta della Commissione e del SEAE del 2017 su un approccio strategico alla resilienza nell'azione esterna dell'Unione europea,

visti i principi chiave sanciti dalla strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea, in particolare quelli che riguardano la sovranità e l'integrità territoriale degli Stati e l'inviolabilità delle frontiere, che sono rispettati nella stessa misura da tutti gli Stati partecipanti,

vista la comunicazione congiunta della Commissione e del VP/HR, del 12 dicembre 2011, dal titolo «Diritti umani e democrazia al centro dell'azione esterna dell'Unione europea — Verso un approccio più efficace» (COM(2011)0886),

visto l'articolo 52 del suo regolamento,

visti la relazione della commissione per gli affari esteri e il parere della commissione per i bilanci (A8-0350/2017),

Introduzione

1.

è convinto che nessun singolo Stato membro sia in grado di affrontare da solo le sfide che stanno di fronte a noi oggi; sottolinea che l'azione comune dell'UE è la soluzione più efficace per proteggere gli interessi dell'UE, promuovere i suoi valori, impegnarsi in un mondo più vasto come attore globale unito e influente e proteggere i suoi cittadini e gli Stati membri dalle crescenti minacce alla loro sicurezza, anche in una sfera digitale globale; sollecita gli Stati membri ad agire e a soddisfare le aspettative di quei cittadini europei che hanno ripetutamente sottolineato come la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea sia la più importante e necessaria fra tutte le politiche dell'UE; sollecita gli Stati membri ad agire e a soddisfare le aspettative di quei cittadini europei che hanno ripetutamente sottolineato come una politica estera e di sicurezza dell'Unione europea basata sui valori fondamentali e i diritti umani sia una delle più importanti e necessarie politiche dell’UE; ritiene sia giunto il momento che gli Stati membri attuino i mezzi, gli strumenti e le politiche della politica estera e di sicurezza comune (PESC) per consentire all'UE di rispondere ai conflitti e alle crisi provenienti dall'esterno, consolidare le capacità dei partner e proteggere l'Unione europea;

2.

ricorda l'impegno dell'UE a sviluppare una politica estera e di sicurezza comune ispirata ai valori della democrazia, dello Stato di diritto, dell'universalità e indivisibilità dei diritti umani e delle libertà fondamentali e del rispetto della carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale; ritiene che, per tenere fede a tale impegno e contribuire alla promozione dei diritti umani e della democrazia nel mondo, l'UE e i suoi Stati membri debbano esprimersi con una voce unica, affinché il loro messaggio sia ascoltato;

3.

è del parere che l'UE, per riuscire ad affrontare e a superare le sfide cui è confrontata, e in particolare le minacce alla sicurezza, debba essere un attore efficace, credibile e dotato di valori a livello globale, con una capacità di azione e dialogo efficace con altri attori globali, il che implica parlare con un'unica voce, agire insieme e concentrare le proprie risorse sulle priorità strategiche;

4.

rammenta che le politiche esterne dell'Unione devono essere coerenti fra loro e con le altre politiche dotate di una dimensione esterna e devono perseguire gli obiettivi definiti all'articolo 21 del trattato sull'Unione europea;

5.

ritiene che le azioni fondamentali attraverso cui l'Unione europea può soddisfare le aspettative dei suoi cittadini siano:

il coordinamento di una valutazione di gravi minacce e sfide all'interno dell'UE e un approccio comune su come farvi fronte; tenendo conto, in particolare, della prevenzione della radicalizzazione, che può sfociare nel reclutamento da parte di gruppi terroristici,

il consolidamento e l'approfondimento del progetto europeo e della sua azione esterna, segnatamente rafforzando la cooperazione e le capacità dell'UE nel settore della sua politica estera e di sicurezza comune, compresa la guerra dell'informazione;

la cooperazione tra Stati membri, partner, e le organizzazioni e istituzioni internazionali a difesa della pace in condizioni chiaramente definite e scelte accuratamente per rafforzare l'ordine politico ed economico globale improntato al diritto, compresa la protezione dei diritti umani, nonché collaborando con i partner per svolgere un ruolo di prima linea nella riconciliazione, la costruzione e il mantenimento della pace e, se necessario, la sua imposizione;

Coordinamento di una valutazione di gravi minacce e sfide all'interno dell'UE: affrontare l'attuale contesto politico e di sicurezza

6.

sottolinea che garantire la sicurezza dei cittadini dell'UE e l'integrità del suo territorio, stabilizzare il vicinato, segnatamente nei Balcani occidentali, con una particolare attenzione ad una maggiore visibilità dell'UE in questa regione, promuovere riforme per mantenere un ordine internazionale politico ed economico cooperativo basato su regole, affrontare le cause profonde dei conflitti armati e rafforzare le politiche di prevenzione dei conflitti, risoluzione pacifica delle controversie e dialogo con le democrazie pluraliste impegnate nella difesa dei diritti umani, sono i presupposti chiave per la stabilità dell'Unione europea; chiede una più attiva diplomazia pubblica dell'UE e una maggiore visibilità dei progetti attuati dall'UE;

7.

è dell'opinione che, in un ambiente internazionale sempre più caratterizzato da conflitti e instabilità, solo una combinazione di multilateralismo efficace, potere di persuasione (soft power) e potere di coercizione (hard power) credibile sia in grado di affrontare le grandi sfide in materia di sicurezza, in particolare la proliferazione delle armi di distruzione di massa, la violazione dell'assetto della sicurezza in Europa, il terrorismo, i conflitti nel vicinato orientale e meridionale, le guerre per procura, la guerra ibrida e dell’informazione, compresa l’aggressione digitale, e l’insicurezza energetica; sottolinea che tali sfide comprendono anche le crisi dei rifugiati nella loro dimensione umanitaria, sfidando il comportamento aggressivo della Corea del Nord, la violazione del diritto internazionale da parte della Russia e la crescente potenza militare della Cina, per cui solo una forte risposta diplomatica sarà sufficiente;

8.

ritiene che una politica estera e di sicurezza comune più efficace dipenda innanzitutto dalla definizione di priorità e di visioni strategiche comuni; è dell'opinione che sia necessario affrontare alla radice le cause dell'instabilità, ampiamente diffusa a causa di Stati falliti o fragili, e della migrazione forzata e irregolare; povertà, mancanza di opportunità economiche e di accesso all’istruzione, esclusione sociale, conflitti armati, governance antidemocratica e inefficiente, corruzione, cambiamenti climatici, crescente settarismo, minaccia di radicalizzazione e diffusione di ideologie estremiste; ricorda il piano d'azione adottato in occasione del vertice di La Valletta, che chiede una responsabilità condivisa dei paesi di origine, transito e destinazione; sottolinea l'importanza di abbattere il modello economico delle reti di trafficanti;

9.

sottolinea la necessità di contrastare le tendenze autocratiche e nepotistiche, intensificare il sostegno alle forze democratiche e lottare contro il terrorismo islamico nel vicinato meridionale e tra i vicini dei nostri vicini e partner e di mirare a quei gruppi che tentano di incoraggiare i cittadini dell'UE a combattere per la loro causa estremista; ricorda che la regione del Sahel e le altre zone a essa connesse geograficamente rappresentano regioni prioritarie per garantire la sicurezza dell'Unione europea; ribadisce la necessità di sforzi diplomatici concertati da parte dell'UE, degli Stati Uniti e di altri partner internazionali, onde lavorare con attori della regione, quali Turchia, Stati del Golfo e Iran, sulla necessità di una posizione chiara contro l'estremismo religioso e il terrorismo e definire una strategia comune per risolvere tale sfida globale in linea con l’impegno, assunto a livello dell'ONU, di rispettare il diritto internazionale e i valori universali; ritiene che questi sforzi diplomatici dovrebbero essere accompagnati dall'ampio spettro di altri mezzi e strumenti a disposizione dell'UE, inclusi quelli per il miglioramento delle condizioni politiche, sociali ed economiche che consentano l'instaurazione e il mantenimento della pace;

10.

ritiene che il contrasto dell'estremismo violento dovrebbe andare di pari passo con il rispetto dei diritti umani universali; sottolinea che l'UE deve contrastare e condannare gli Stati sostenitori della radicalizzazione e del terrorismo, specialmente laddove tale sostegno sia indirizzato alle organizzazioni presenti nell'elenco dell'UE come organizzazioni terroristiche; sottolinea l’importanza del rafforzamento della cooperazione con i nostri partner che hanno esperienza in materia di lotta al terrorismo;

11.

sottolinea che una soluzione sostenibile alla crisi siriana può essere raggiunta solo in seno all'attuale quadro concordato dell'ONU e deve basarsi su una soluzione politica inclusiva guidata dalla Siria, che coinvolga tutte le parti interessate pertinenti; continua a esortare tutti i membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ad assumersi le proprie responsabilità in merito alla crisi siriana; sostiene l'appello dell'inviato speciale per la Siria del Segretario generale delle Nazioni Unite agli Stati garanti del cessate il fuoco affinché si adoperino con urgenza per mantenere lo stato di cessate il fuoco;

12.

plaude alla strategia dell'UE sulla Siria, adottata nell’aprile 2017, che comprende l'estensione delle sanzioni alle persone coinvolte nello sviluppo e nell'utilizzo di armi chimiche; invita ad un’ulteriore estensione delle sanzioni a coloro che si sono resi responsabili di violazioni dei diritti umani; sottolinea che tutti i responsabili di violazioni del diritto internazionale devono risponderne dinanzi alla giustizia; ribadisce la sua richiesta all'UE e ai suoi Stati membri affinché valutino, con i partner, la creazione di un tribunale per i crimini di guerra in Siria, in attesa di un rinvio favorevole alla CPI; sottolinea la necessità che l'UE dimostri il suo pieno impegno nell'assistenza alla ricostruzione della Siria dopo il conflitto;

13.

invita tutte le parti coinvolte, sia all'interno che all'esterno della Libia, a sostenere l'accordo politico libico sottoscritto il 17 dicembre 2015 e il conseguente Consiglio presidenziale, che rappresenta l'unica autorità riconosciuta dalla comunità internazionale e dalle Nazioni Unite; sottolinea che la risoluzione della crisi libica è un presupposto per la stabilità nel Mediterraneo; sottolinea l'importanza del vicinato meridionale e la necessità di conseguire uno spazio euromediterraneo di pace, prosperità, stabilità e integrazione; sottolinea il proprio forte appoggio a favore di una soluzione a due Stati per il conflitto israelo-palestinese, con uno Stato palestinese indipendente, democratico, realistico e contiguo che viva fianco a fianco con un sicuro Stato di Israele in pace e sicurezza; insiste sull'importanza di garantire la coerenza della politica dell'UE nei confronti delle situazioni di occupazione o annessione del territorio;

14.

plaude alla proseguimento della positiva attuazione del piano d'azione congiunto globale (PACG), concordato dall'UE3+3 con l'Iran, da parte di tutti gli attori; sottolinea che la prosecuzione della piena attuazione di tale accordo da parte di tutti gli attori coinvolti è essenziale per gli sforzi globali in materia di non proliferazione e risoluzione dei conflitti in Medio Oriente; sottolinea che il PACG è un accordo multilaterale che è stato approvato con una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e non può essere modificato unilateralmente; sottolinea il rischio per la sicurezza rappresentato dal programma iraniano dei missili balistici e pone l’accento sulla necessità di una piena attuazione della risoluzione 2231 (2015) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che invita l'Iran a non intraprendere attività connesse a missili balistici progettati per essere in grado di fornire armi nucleari, compresi i lanci che utilizzano tale tecnologia dei missili balistici;

15.

rileva che il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha ufficialmente aggiornato il proprio «elenco di cittadini espressamente identificati» (Specially Designated Nationals (SDN)), utilizzato nella lotta contro il terrorismo, per includervi il Corpo dei guardiani della rivoluzione islamica;

16.

esprime profonda preoccupazione per la catastrofe umanitaria in corso nello Yemen; sottolinea nuovamente che non ci può essere una soluzione militare al prolungato conflitto nello Yemen e sostiene gli sforzi profusi dall'UE e dall'ONU per conseguire il cessate il fuoco e gettare le fondamenta per i negoziati di pace; ritiene che l'UE debba agire per garantire l'esistenza alle minoranze etnico-religiose in Medio Oriente, in particolare a quelle di Iraq e Siria;

17.

condanna il reiterato esercizio del diritto di veto da parte della Russia in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite poiché ritiene che comprometta gli sforzi internazionali di pace e risoluzione del conflitto in Siria e, più generalmente, nel vicinato meridionale dell'Unione europea;

18.

riconosce che occorre impegnarsi ulteriormente per rendere possibili la migrazione e la mobilità regolari, anche a livello bilaterale, sostenendo una mobilità adeguatamente gestita tra i continenti e all'interno degli stessi, oltre a incoraggiare le politiche che promuovono i regolari canali di migrazione, combattendo al contempo le reti illegali che traggono profitto dalle persone vulnerabili; sottolinea gli sforzi compiuti dai singoli Stati membri a tale riguardo e ritiene essenziale rafforzare il percorso di accesso legale e sicuro all'Europa; lamenta, in tal senso, l'assenza di una politica dell'UE in materia di migrazione e asilo autentica, equilibrata e credibile, come dimostrato dalla crisi in corso nel Mediterraneo, e chiede al Consiglio e agli Stati membri di agire di conseguenza;

19.

crede fermamente che sia necessario un nuovo approccio alle relazioni dell'UE con i suoi vicini orientali; ritiene che sostenere i paesi che desiderano instaurare legami più stretti con l'UE debba essere una delle massime priorità della politica estera dell'Unione; ritiene che il prolungamento delle sanzioni contro singoli ed enti in Russia sia un esito inevitabile della mancata attuazione degli accordi di Minsk e continua a ritenere che tale attuazione da parte di tutti gli attori coinvolti costituisca la base di una soluzione politica sostenibile per il conflitto nell'Ucraina orientale;

20.

sottolinea che la possibilità di relazioni più cooperative con la Russia dipenda dal pieno rispetto, da parte della Russia, dell'assetto di sicurezza europeo e del diritto internazionale; insiste sul fatto che l'UE dovrebbe mantenere l’opzione di imporre ulteriori sanzioni graduali nel caso in cui la Russia continui a violare il diritto internazionale; ribadisce il suo impegno a favore dell'indipendenza, della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina e di tutti gli altri paesi del partenariato orientale entro i loro confini riconosciuti a livello internazionale; sottolinea che la decisione della Russia del 21 marzo 2014 di annettere la Crimea alla Federazione russa rimane illegale ai sensi del diritto internazionale e condanna la successiva decisione delle autorità russe di imporre con la forza i passaporti russi a tutti gli abitanti della Crimea; invita il VP/HR e il Consiglio a svolgere un ruolo più attivo ed efficace nel risolvere conflitti protratti e congelati;

21.

deplora le molteplici violazioni del diritto internazionale da parte della Russia e la sua guerra ibrida; riconosce, tuttavia, la possibilità di un coinvolgimento e di un dialogo selettivi, ragionati e coerenti con la Russia, in settori di interesse comune, al fine di assicurare la responsabilità e il rispetto del diritto internazionale; sottolinea la necessità di mantenere e incoraggiare la possibilità di una futura cooperazione per la risoluzione di crisi globali ove sia presente un interesse diretto o indiretto per l'UE o un’opportunità di promuovere i valori dell’UE;

22.

ritiene che la normalizzazione delle relazioni sia una necessità sia per l'Unione che per la Russia e che ogni futura strategia UE-Russia dovrebbe sottolineare il rafforzamento dell'impegno e del sostegno per i partner orientali dell'UE; ritiene che l’UE debba mantenere la porta aperta ad un approfondimento delle relazioni bilaterali politico-economiche con la Russia, a condizione che la Russia rispetti il diritto internazionale e gli accordi sottoscritti e ponga fine al suo atteggiamento sempre più assertivo nei confronti dei suoi vicini e dell'Europa;

23.

ribadisce che la sovranità, l'indipendenza e la composizione pacifica delle controversie sono principi chiave dell'assetto di sicurezza europeo e che ciò vale per tutti gli Stati; condanna appieno, di conseguenza, l'aggressione russa in Ucraina, compresi l'annessione illegittima della Crimea e il conflitto sostenuto dalla Russia nell'Ucraina orientale; esorta l’UE, i suoi Stati membri e la comunità internazionale a chiedere alla Russia di fermare la sua aggressione e di liberare tutti i prigionieri politici; chiede alla comunità internazionale di svolgere un ruolo più attivo ed efficace nella risoluzione del conflitto e di sostenere tutti gli sforzi per una soluzione pacifica duratura che rispetti l'unità, la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina, in particolare mediante lo spiegamento, con il consenso delle autorità ucraine, di missioni di costruzione e mantenimento della pace su tutto il territorio;

24.

ribadisce la necessità di un riorientamento strategico sui Balcani occidentali, riconoscendo la necessità che l'UE dia seguito alle sue ambizioni nella regione poiché, così facendo, ridarebbe slancio ad una politica credibile di allargamento dell'UE sulla base dei criteri di Copenaghen, e rafforzerebbe lo Stato di diritto e la resilienza delle istituzioni statali; ritiene che la stabilità dei Balcani occidentali debba continuare a essere una delle principali priorità; chiede maggiori sforzi per migliorare le condizioni socioeconomiche e politiche della regione; è convinto che l'integrazione europea e la riconciliazione regionale siano il modo migliore per affrontare i pericoli derivanti da interferenze e influenze estere destabilizzanti, dai finanziamenti delle grandi reti salafiste e wahabite e dal reclutamento dei foreign fighters, dalla criminalità organizzata, dalle grandi controversie tra Stati, dalla disinformazione e dalle minacce ibride; sottolinea la necessità di restare impegnato a promuovere società politiche altamente funzionanti nella regione; sottolinea l'importanza che i paesi dei Balcani occidentali si allineino alla politica estera e di sicurezza dell'UE, fermi restando i progressi compiuti nel processo di integrazione nell'UE; sollecita l'immediata apertura del pertinente capitolo per tutti i paesi candidati dei Balcani occidentali;

25.

ribadisce che, una volta soddisfatti tutti questi criteri, le porte dell'UE sono aperte all'adesione; plaude agli sforzi, recentemente profusi in seno al processo di Berlino e al vertice di Trieste, tesi a dare ulteriore slancio alla convergenza dei paesi dei Balcani occidentali verso l'adesione all'UE; ribadisce che occorre prestare particolare attenzione e sostegno all'attuazione di riforme istituzionali e politiche cruciali nei Balcani occidentali e invita la Commissione a riconsiderare la possibilità di un'assegnazione supplementare di risorse finanziarie per lo strumento di assistenza preadesione (IPA), uno degli strumenti più importanti per aiutare l'attuazione di tali riforme;

26.

ricorda che il riesame della politica europea di vicinato (PEV) chiede il coinvolgimento dei paesi terzi limitrofi; invita a sostenere maggiormente i vicini dei nostri vicini, sulla base di valori e interessi comuni, per far fronte ai temi globali e affrontare le sfide comuni; evidenzia la necessità di promuovere l'emancipazione e la tutela delle donne, dei gruppi sociali vulnerabili e delle minoranze, in particolare in Africa, dove sono necessari una stretta cooperazione tra PMI europee e locali, in partenariato con la società civile, nonché il sostegno alla costruzione di istituzioni democratiche, trasparenti ed efficaci e la promozione di un ordine mondiale basato su regole;

27.

ritiene che le politiche in materia di cooperazione internazionale e sviluppo siano strumenti fondamentali per raggiungere tali obiettivi ed esorta a distribuire e utilizzare i fondi dell'UE in modo più trasparente, maggiormente ottimizzato, efficiente ed efficace nonché a creare maggiori sinergie con altre organizzazioni internazionali; evidenzia la necessità di affrontare le gravi minacce alla sicurezza in Africa al fine di eliminare la minaccia terroristica rappresentata dai gruppi terroristici, garantire la prevenzione del reclutamento di individui, contrastare le ideologie radicali e affrontare le questioni connesse alla sicurezza energetica mediante fonti energetiche ecocompatibili e sostenibili, promuovendo al contempo soluzioni extra-rete;

28.

condanna con forza qualunque tentativo dei presidenti in carica di restare al potere oltre i limiti di mandato violando, aggirando o modificando illegalmente le leggi elettorali, in particolare la costituzione; condanna allo stesso modo qualsiasi strategia volta ad abolire o eludere i limiti di mandato; esorta tutti i governi ad adottare misure atte a garantire la trasparenza e l'integrità dell'intero processo elettorale, e a prendere tutte le misure e le precauzioni necessarie per evitare la perpetrazione di frodi o prassi illegali; esprime preoccupazione, al riguardo, per le crisi politiche e per le conseguenti violenze e violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali, in particolare nei paesi della regione dei Grandi Laghi; ribadisce la sua fiducia in missioni di osservazione elettorale incisive e, se necessario, nel sostegno finanziario, tecnico e logistico quali strumenti per garantire processi elettorali equi, credibili e democratici;

29.

incoraggia lo sviluppo di una strategia coerente e solida per la regione del Sahel volta a migliorare la governance nonché la responsabilità e la legittimità delle istituzioni statali e regionali, a rafforzare la sicurezza, a contrastare la radicalizzazione, la tratta di essere umani e il traffico di armi e stupefacenti e a consolidare le politiche economiche e di sviluppo;

30.

ribadisce la necessità di un aggiornamento della strategia per le relazioni UE-Asia; esprime sostegno, in questo contesto, a una più solida cooperazione nel quadro delle riunioni Asia-Europa, anche in termini di dimensione parlamentare; incoraggia a sostenere una più stretta cooperazione regionale e misure volte a instaurare un clima di fiducia nell'Asia meridionale al fine di ridurre le tensioni tra India e Pakistan; raccomanda il sostegno continuo alla mediazione dell'UE nel processo di pace a guida e titolarità afghane; sottolinea che la salvaguardia della pace, della stabilità e della prosperità nella regione Asia-Pacifico è di interesse fondamentale per l'UE e i suoi Stati membri; ritiene fondamentale ed estremamente urgente sviluppare una strategia dell'UE aggiornata per la regione dell'Asia nordorientale alla luce del continuo processo di militarizzazione e dell'atteggiamento aggressivo e irresponsabile mostrato dalla Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC); condanna i test e le provocazioni da parte della RPDC, nonché le sue molteplici violazioni delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e degli obblighi internazionali; esorta a ricorrere al potere diplomatico dell'UE per esercitare pressioni sulla RPDC al fine di convincere i suoi leader ad abbandonare le armi di distruzione di massa; chiede la mobilitazione di tutti gli strumenti diplomatici, comprese le sanzioni, onde impedire un inasprimento della crisi; chiede la denuclearizzazione irreversibile della penisola coreana attraverso mezzi pacifici e la piena attuazione di tutte le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;

31.

sottolinea che la salvaguardia della pace, della stabilità e della prosperità nella regione Asia-Pacifico è di interesse fondamentale per l'UE e i suoi Stati membri; invita tutte le parti interessate a risolvere le controversie con mezzi pacifici e ad astenersi dall'intraprendere azioni unilaterali per modificare la situazione attuale, anche nel Mar Cinese orientale e meridionale e nello stretto di Taiwan, al fine di salvaguardare la sicurezza regionale; ribadisce il proprio impegno a sostenere una partecipazione significativa di Taiwan a organizzazioni e attività internazionali;

32.

ricorda che l'America latina condivide con l'UE valori e principi comuni e la fiducia in un multilateralismo efficace, e ritiene che il partenariato UE-America latina sia importante e vada rafforzato per affrontare congiuntamente le principali sfide a livello globale; esprime profonda preoccupazione per gli attacchi contro i membri della magistratura e i leader dell'opposizione eletti democraticamente e della società civile in Venezuela; sottolinea che il rispetto dello Stato di diritto, la lotta contro la corruzione, i progressi verso la democrazia nonché le libertà fondamentali e i diritti umani sono pietre miliari per una più profonda integrazione e cooperazione con i paesi dell'America latina e dei Caraibi (ALC);

33.

ribadisce il suo sostegno al processo di pace in Colombia, decisivo per il futuro dei colombiani e la stabilizzazione nella regione; chiede che tutto il patrimonio delle FARC, ivi compreso il capitale ottenuto dal traffico di stupefacenti, sia impiegato per risarcire le vittime del conflitto;

Consolidamento e approfondimento del progetto europeo attraverso il potenziamento delle capacità dell'UE

34.

esorta la Commissione, il SEAE e gli Stati membri ad adottare un approccio globale dell'UE ogniqualvolta sia opportuno e ritiene che un'azione coerente e coordinata in tutte le politiche dell'UE, tenendo conto al contempo degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e attuandoli, in particolare nei settori dell'aiuto umanitario, dell'agricoltura, dello sviluppo, del commercio, dell'energia, del clima, della scienza e della difesa e sicurezza informatiche, dovrebbe essere applicata in modo coerente e strutturato nell'azione esterna dell'UE al fine di sfruttare la forza collettiva dell'Unione; ritiene che la sicurezza energetica, il rispetto dei diritti umani e la diplomazia climatica rimangano degli aspetti complementari importanti della politica estera e di sicurezza comune dell'UE da trattare nel quadro di un approccio globale, e che l'Unione dell'energia dovrebbe essere ulteriormente migliorata;

35.

riconosce che i cambiamenti climatici potrebbero avere gravi conseguenze per la stabilità regionale e globale, poiché i conflitti riguardanti il territorio, il cibo, l'acqua e altre risorse causati dal riscaldamento globale indeboliscono le economie, minacciano la sicurezza regionale e generano flussi migratori; esorta ulteriormente l'UE e i suoi Stati membri a valutare in che modo si potrebbero integrare nella pianificazione militare a livello nazionale e unionale strategie di adattamento ai cambiamenti climatici e quali capacità, priorità e risposte sarebbero considerate adeguate;

36.

sottolinea che la decisione del Regno Unito di recedere dall'UE incide in modo significativo sul futuro della cooperazione europea in materia di difesa e chiede un impegno costante da parte dell'UE e del Regno Unito, in quanto importanti partner internazionali, al fine di garantire la sicurezza europea; sottolinea che le elezioni presidenziali negli Stati Uniti hanno portano incertezza nel partenariato transatlantico ed evidenzia la necessità di un contrappeso per la difesa dell'UE e del conseguimento di un'autonomia strategica;

37.

ritiene che, per rendere la propria politica estera e di sicurezza comune più autorevole, efficace e fondata sui valori, l'UE dovrebbe migliorare la sua sicurezza energetica riducendo immediatamente l'attuale dipendenza dal petrolio e dal gas forniti dai regimi autoritari e diventando del tutto indipendente nel medio termine;

38.

sottolinea che l'attuale processo decisionale nella PESC, basato sull'unanimità in seno al Consiglio, costituisce il principale ostacolo a un'azione esterna dell'UE efficace e tempestiva; è del parere che il voto a maggioranza qualificata dovrebbe essere applicato anche alla PESC; ritiene che le istituzioni dell'UE debbano migliorare la loro capacità di prevedere conflitti e crisi, anche attraverso valutazioni d'impatto a breve e lungo termine delle loro politiche, al fine di affrontare alla radice le cause dei problemi; è del parere che l'UE debba essere in grado di rispondere in modo più veloce ed efficace allo sviluppo delle crisi e che dovrebbe porre maggiormente l'accento sulla prevenzione dei conflitti utilizzando principalmente strumenti civili nelle fasi iniziali; invita gli Stati membri ad attuare le raccomandazioni del Parlamento di seguire i il principio della responsabilità di proteggere; sottolinea la necessità di approfondire la cooperazione tra gli Stati membri, i paesi partner e le organizzazioni internazionali, ed evidenzia l'importanza di un efficace scambio di informazioni e del coordinamento delle azioni di prevenzione;

39.

invita il VP/AR, la Commissione e gli Stati membri a intensificare i loro sforzi per rafforzare la capacità dell'UE di far fronte alle minacce ibride e informatiche, consolidare ulteriormente la capacità dell'UE e dei suoi paesi partner di contrastare le notizie false e la disinformazione, elaborare criteri chiari che rendano più agevole il riconoscimento delle notizie false, stanziare maggiori risorse e trasformare la task force StratCom in un'unità a pieno titolo all'interno del SEAE; invita, a tal proposito, a sviluppare capacità e metodi comuni per un'analisi esaustiva dei rischi e delle vulnerabilità e a consolidare la resilienza e le capacità di comunicazione strategica dell'UE; evidenzia il ruolo dei media indipendenti, sia online che offline, nella promozione della diversità culturale e delle competenze interculturali e la necessità di potenziare tali media in quanto fonti di informazioni affidabili, in particolare nell'UE e nei paesi del vicinato, e sottolinea che le stazioni televisive e radiofoniche comuni dell'UE dovrebbero essere ulteriormente potenziate; invita la Commissione a un migliore coordinamento con il SEAE e gli Stati membri riguardo a tali questioni;

40.

è del parere che la forza dell'Europa risieda nella sua capacità di creare una comunità di valori e il rispetto della diversità delle culture che unisce tutti gli europei; ritiene, in tale contesto, che l'UE svolga un ruolo di primo piano in quanto promotrice di democrazia, libertà, Stato di diritto, diritti umani e pari opportunità e che dovrebbe continuare a promuovere tali valori oltre i propri confini; ricorda che i diritti umani sono parte integrante della PESC e dovrebbero costituire una condizionalità essenziale delle politiche estere, inoltre tali politiche devono essere coerenti e fondate su principi; sottolinea che la diplomazia culturale dovrebbe divenire una parte sostanziale dell'azione esterna dell'UE ed esorta la Commissione a estendere il programma Erasmus+ e a promuovere lo sviluppo di un'ambiziosa diplomazia scientifica; chiede un coordinamento più stretto con l'UNESCO e il Comitato del patrimonio mondiale come pure con gli attori non statali e le organizzazioni della società civile in quanto partner fondamentali dell'UE;

41.

ricorda che la risoluzione 1820 (2008) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del 19 giugno 2008, afferma che lo stupro e le altre forme di violenza sessuale possono costituire un crimine di guerra, un crimine contro l'umanità o un atto che afferisce al crimine di genocidio, e che le donne devono beneficiare di una protezione umanitaria nelle situazioni di conflitto armato;

42.

ritiene che lo sviluppo di una solida industria della difesa rafforzi l'indipendenza tecnologica dell'Unione; chiede che siano messe a punto le risorse industriali e tecnologiche necessarie per migliorare la sicurezza informatica, anche attraverso la promozione di un mercato unico dei prodotti per la sicurezza informatica; invita a mettere a disposizione all'interno delle istituzioni dell'UE un numero significativamente maggiore di risorse finanziarie e umane per aumentare la capacità di sicurezza e difesa informatiche dell'UE; sottolinea la necessità di integrare la difesa informatica nell'azione esterna e nella politica estera e di sicurezza comune, come pure il bisogno di capacità migliorate per l'identificazione della criminalità informatica;

43.

osserva che la guerra dell'informazione e quella informatica, rivolte agli Stati membri dell'Unione europea e ad altri paesi occidentali, rappresentano un tentativo deliberato di destabilizzare e denigrare le strutture politiche, economiche e sociali; ricorda che la sicurezza degli Stati membri dell'UE che fanno parte della NATO è garantita ai sensi dell'articolo 5 del Trattato Nord Atlantico; chiede un più stretto coordinamento in materia di difesa informatica tra gli Stati membri dell'UE, le istituzioni dell'UE, la NATO, gli Stati Uniti e altri partner credibili;

44.

evidenzia il ruolo dei media indipendenti nella promozione della diversità culturale e delle competenze interculturali e la necessità di potenziare tali media in quanto fonti di informazioni affidabili, in particolare nell'UE e nei paesi del vicinato, e di consolidare ulteriormente la capacità dell'UE di contrastare le notizie false e la disinformazione; evidenzia, in tale contesto, la necessità di sviluppare una maggiore resilienza a livello dell'UE rispetto alla diffusione di tali informazioni su Internet; invita la Commissione a un migliore coordinamento con il SEAE riguardo a tali questioni;

45.

ritiene che l'Europa dovrebbe rafforzare ulteriormente la cooperazione in materia di difesa comune, allo scopo di difendere i propri valori e principi comuni e la propria autonomia strategica; evidenzia l'importanza della correlazione tra sicurezza esterna e interna, un miglior utilizzo delle risorse e il controllo dei rischi alla periferia dell'Europa; rammenta che il legame tra sviluppo e sicurezza è un principio chiave che sottende all'approccio dell'Unione in materia di crisi e conflitti esterni; invita gli Stati membri a sfruttare appieno il potenziale del trattato di Lisbona relativamente alla politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) e accoglie con favore, in tale contesto, il piano di attuazione in materia di sicurezza e difesa; incoraggia una revisione dell'approccio dell'UE alle missioni civili della PSDC, in modo da garantire che tali missioni siano concepite, attuate e sostenute in maniera adeguata; ritiene che si dovrebbero sfruttare appieno le capacità dell'Agenzia europea per la difesa (AED), la cooperazione strutturata permanente (PESCO) e i gruppi tattici dell'UE; esorta gli Stati membri a erogare finanziamenti aggiuntivi a tal fine;

46.

ritiene che l'Unione europea e i suoi Stati membri debbano elaborare efficaci politiche estere e di sicurezza, nonché collaborare con la NATO e gli altri partner internazionali, le Nazioni Unite, le ONG, i difensori dei diritti umani e altri soggetti su questioni di interesse comune, nell'ottica di promuovere la pace, la prosperità e la stabilità in tutto il mondo; evidenzia l'importanza della sensibilizzazione e dell'impegno politico a favore della rapida attuazione di una PSDC ambiziosa, efficace e strutturata; esorta il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a far fronte ai problemi di comunicazione dell'UE rendendo l'azione esterna dell'UE più responsabile e visibile; invita gli Stati membri e le istituzioni dell'UE a conseguire risultati in materia di difesa sulla base della strategia globale dell'UE e dei piani della Commissione volti a migliorare lo sviluppo delle capacità e la ricerca in materia di difesa dell'UE;

47.

invita la Commissione a integrare pienamente le crescenti sfide in materia di sicurezza nella sua proposta relativa al prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP); ritiene che tanto il volume quanto la flessibilità del bilancio della PESC debbano corrispondere alle aspettative dei cittadini dell'UE relativamente al ruolo dell'Unione in quanto garante della sicurezza; insiste sulla necessità di sviluppare una visione globale per le politiche e gli strumenti dell'Unione nell'ambito della sicurezza, ivi compreso un proficuo coordinamento con il Fondo europeo per la difesa proposto; invita gli Stati membri a puntare all'obiettivo di destinare alla difesa il 2 % del PIL e a spendere il 20 % del proprio bilancio per la difesa per gli equipaggiamenti indicati come necessari dall'AED; sottolinea inoltre che ogni nuova politica deve essere sostenuta mediante nuove fonti di finanziamento; osserva che vari Stati membri hanno difficoltà a mantenere una vasta gamma di capacità difensive pienamente operative, principalmente a causa di vincoli finanziari; chiede pertanto di aumentare la collaborazione e il coordinamento in merito alle capacità da mantenere, affinché gli Stati membri possano specializzarsi in determinate capacità e spendere le loro risorse in maniera più efficace; ritiene che l'interoperabilità sia fondamentale ai fini di una maggiore compatibilità e integrazione delle forze degli Stati membri; ricorda che nel 2016 gli stanziamenti della PESC hanno costituito il 3,6 % degli impegni della rubrica 4 e lo 0,2 % dell'intero bilancio dell'UE; si rammarica che il volume e il livello di sottoesecuzione del capitolo relativo alla PESC, nonché il sistematico ricorso a storni dallo stesso, denotino una costante mancanza di ambizione dell'UE ad agire in qualità di attore globale;

48.

prende atto che i blocchi all'interno del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ostacolano l'azione della comunità internazionale e impediscono la risoluzione delle crisi; chiede ancora una volta agli Stati membri di sostenere la riforma della composizione e del funzionamento del Consiglio di sicurezza;

Cooperazione in seno alle coalizioni e con istituzioni competenti in materia di sicurezza

49.

sottolinea che è nell'interesse strategico dell'UE salvaguardare e approfondire le sue relazioni transatlantiche sulla base del rispetto dei valori comuni, del diritto internazionale e del multilateralismo; invita l'UE a continuare a sviluppare la propria autonomia strategica e a creare le proprie capacità per meglio far fronte ai conflitti regionali e internazionali che influiscono sull'UE; ritiene che l'UE e gli Stati Uniti dovrebbero concentrarsi sull'adeguamento delle strutture transatlantiche alle sfide attuali, quali la tutela dei diritti umani, la lotta ai cambiamenti climatici, la lotta al terrorismo internazionale e alla corruzione, la prevenzione della radicalizzazione, la proliferazione delle armi di distruzione di massa, nonché sui mezzi per contrastare i tentativi di paesi terzi di destabilizzare l'UE e la NATO; sottolinea inoltre l'importanza di una cooperazione continua e rafforzata tra l'UE e gli Stati Uniti, a livello bilaterale e attraverso la NATO, su questioni comuni; ricorda che l'UE e gli Stati Uniti costituiscono ciascuno il principale partner dell'altro, e che le azioni unilaterali servono solo a indebolire il partenariato transatlantico; ritiene che l'Europa debba potenziare ulteriormente un'alleanza virtuosa tra i settori privato e pubblico e che dovrebbe rafforzare la relazione strategica con gli Stati Uniti; invita il Consiglio e il SEAE a sollevare regolarmente il problema delle sanzioni extraterritoriali degli Stati Uniti nel dialogo con il governo statunitense;

50.

sostiene fermamente la dichiarazione del vertice di Varsavia del 2016, in particolare sulla cooperazione UE-NATO, e accoglie con favore le decisioni sulla più stretta cooperazione tra la NATO e l'Unione europea in numerosi settori nonché sul posizionamento delle forze statunitensi, canadesi e altre forze multinazionali sul fronte orientale dell'UE;

51.

chiede una maggiore condivisione di intelligence tra gli Stati membri, una maggiore condivisione di intelligence a livello interistituzionale e il coordinamento tra l'UE, gli Stati membri e la NATO, e insiste sulla necessità di continuare a collaborare il più strettamente possibile in modo complementare, rispettando pienamente le norme e i valori fondamentali europei; riconosce che la condivisione di informazioni e l'azione coordinata tra l'UE, gli Stati membri e la NATO produrranno risultati in ambiti quali il terrorismo, la risposta alle minacce ibride, la conoscenza situazionale, lo sviluppo della resilienza, le comunicazioni strategiche, la sicurezza informatica e lo sviluppo delle capacità rispetto ai partner dell'UE; ritiene che un ulteriore coordinamento e una più stretta collaborazione con altri organismi multilaterali esistenti, come Eurocorps, siano necessari al fine di aumentare la sicurezza dell'UE; ribadisce che la rivitalizzazione dei partenariati strategici dovrebbe costituire una priorità per l'UE;

52.

sottolinea il ruolo del Parlamento nel plasmare un'autentica politica estera comune, in linea con le aspettative dei cittadini europei; invita il Consiglio ad agire di concerto con il Parlamento nelle fasi principali del processo decisionale della politica estera;

53.

prende atto del lavoro svolto dal VP/AR e chiede che continui a garantire che le future relazioni annuali siano più concise e rivolte al futuro, concentrandosi sulle priorità più importanti per l'anno successivo e su una valutazione delle misure avviate nell'anno precedente, anche per quanto concerne le implicazioni finanziarie, onde fornire un quadro completo sui risultati dell'UE;

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54.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza nonché agli Stati membri.

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