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Document 52013IP0328

    Risoluzione del Parlamento europeo del 4 luglio 2013 sull'impatto della crisi sull'accesso delle categorie vulnerabili all'assistenza (2013/2044(INI))

    GU C 75 del 26.2.2016, p. 130–141 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    26.2.2016   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 75/130


    P7_TA(2013)0328

    Impatto della crisi sull'accesso delle categorie vulnerabili all'assistenza

    Risoluzione del Parlamento europeo del 4 luglio 2013 sull'impatto della crisi sull'accesso delle categorie vulnerabili all'assistenza (2013/2044(INI))

    (2016/C 075/20)

    Il Parlamento europeo,

    visti il trattato sull'Unione europea, in particolare l'articolo 3, paragrafo 3, e il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare gli articoli 9, 151, 153 e 168,

    vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare gli articoli 1, 21, 23, 24, 25, 34 e 35,

    vista la Carta sociale europea riveduta, in particolare l'articolo 30 (diritto alla protezione contro la povertà e l'esclusione sociale) e l'articolo 16 (diritto della famiglia a una tutela sociale, giuridica ed economica),

    vista la Convenzione europea dei diritti dell'uomo,

    vista la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità,

    vista la Convenzione delle Nazioni unite sui diritti del fanciullo,

    vista la direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica (1),

    visto il regolamento (CE) n. 1081/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, relativo al Fondo sociale europeo e recante abrogazione del regolamento (CE) n. 1784/1999 (2),

    vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo sociale europeo e che abroga il regolamento (CE) n. 1081/2006, presentata dalla Commissione il 6 ottobre 2011 (COM(2011)0607),

    vista la comunicazione della Commissione intitolata «Solidarietà in materia di salute: riduzione delle diseguaglianze sanitarie nell'UE» (COM(2009)0567),

    vista la comunicazione della Commissione intitolata «Europa 2020 — Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva» (COM(2010)2020),

    vista la comunicazione della Commissione intitolata «Strategia europea sulla disabilità 2010-2020: un rinnovato impegno per un'Europa senza barriere» (COM(2010)0636),

    vista la comunicazione della Commissione intitolata «La Piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale: un quadro europeo per la coesione sociale e territoriale» (COM(2010)0758),

    vista la comunicazione della Commissione intitolata «Quadro dell'UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020» (COM(2011)0173),

    vista la comunicazione della Commissione intitolata «Portare avanti il piano strategico di attuazione del partenariato europeo per l'innovazione nell'ambito dell'invecchiamento attivo e in buona salute» (COM(2012)0083),

    vista la relazione della Commissione su «Occupazione e sviluppi sociali in Europa nel 2012»,

    vista la sua risoluzione del 9 ottobre 2008 sulla promozione dell'inclusione sociale e la lotta contro la povertà, inclusa la povertà infantile, nell'Unione europea (3),

    vista la sua risoluzione del 6 maggio 2009 sul coinvolgimento attivo delle persone escluse dal mercato del lavoro (4),

    vista la sua risoluzione del 19 febbraio 2009 sull'economia sociale (5),

    vista la sua risoluzione del 16 giugno 2010 sulla strategia UE 2020 (6),

    vista la sua risoluzione del 17 giugno 2010 sugli aspetti di genere della recessione economica e della crisi finanziaria (7),

    vista la propria risoluzione del 6 luglio 2010 sulla promozione dell'accesso dei giovani al mercato del lavoro e il rafforzamento dello statuto dei tirocinanti e degli apprendisti (8),

    vista la sua relazione del 20 ottobre 2010 sulla crisi finanziaria, economica e sociale: raccomandazioni sulle misure e le iniziative da adottare (relazione intermedia) (9),

    vista la sua risoluzione del 7 luglio 2011 sul programma per la distribuzione di derrate alimentari agli indigenti nell'Unione (10),

    vista la sua risoluzione del 9 marzo 2011 sulla strategia dell'UE per l'inclusione dei rom (11),

    vista la sua risoluzione dell'8 marzo 2011 sulla riduzione delle disuguaglianze sanitarie nell'UE (12),

    vista la sua risoluzione del 14 settembre 2011 su una strategia dell'UE per i senzatetto (13),

    vista la sua risoluzione del 25 ottobre 2011 sulla mobilità e l'inclusione delle persone con disabilità e la strategia europea in materia di disabilità 2010-2020 (14),

    vista la sua risoluzione del 7 febbraio 2013 sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: occupazione e aspetti sociali nell'analisi annuale della crescita 2013 (15),

    viste le sue dichiarazioni del 22 aprile 2008, sulla soluzione del problema dei senzatetto (16), e del 16 dicembre 2010, su una strategia dell'Unione europea per i senzatetto (17),

    viste le relazioni del 2011 dell'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) intitolate «Migrants in an irregular situation: access to healthcare in 10 European Union Member States» (18) e «Fundamental rights of migrants in an irregular situation in the European Union», dedicate rispettivamente all'accesso dei migranti in situazione irregolare all'assistenza sanitaria in dieci Stati membri e ai loro diritti fondamentali;

    vista la terza relazione del Comitato per la protezione sociale, del marzo 2012, intitolata «The social impact of the economic crisis and ongoing fiscal consolidation» (conseguenze sociali della crisi economica e del risanamento del bilancio in corso),

    vista la relazione di Doctors of the World intitolata «Access to health care for vulnerable groups in the European Union in 2012», relativa all'accesso delle categorie vulnerabili all'assistenza sanitaria nell'UE nel 2012,

    vista la relazione di Eurofound sulla terza indagine europea sulla qualità della vita in Europa intitolata «Third European Quality of Life Survey — Quality of life in Europe: Impacts of the crisis»  (19),

    vista la relazione di Eurofound concernente i servizi di consulenza sui debiti delle famiglie nell'Unione europea intitolata «Household debt advisory services in the European Union»  (20),

    vista la relazione di Eurofound sulle condizioni di vita dei rom intitolata «Living conditions of the Roma: Substandard housing and health»  (21),

    vista la relazione di Eurofound sul coinvolgimento attivo dei giovani con problemi di salute o disabilità «Active inclusion of young people with disabilities or health problems»  (22),

    vista la relazione dell'OCSE intitolata «Health at a glance: Europe 2012», che offre una panoramica della sanità in Europa,

    vista la pubblicazione dell'OIL intitolata «Social security for all — Addressing inequities in access to health care for vulnerable groups in countries of Europe and Central Asia», relativa all'assistenza sociale e alle disparità nell'accesso delle categorie vulnerabili all'assistenza sanitaria nei paesi europei e dell'Asia centrale,

    visto l'articolo 48 del suo regolamento,

    visti la relazione della commissione per l'occupazione e gli affari sociali e il parere della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A7-0221/2013),

    A.

    considerando che tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti e che è compito degli Stati membri promuovere e garantire tali diritti attraverso le rispettive costituzioni e i rispettivi sistemi sanitari pubblici; che in tutta l'UE esistono disparità di genere in termini di accesso all'assistenza medica e ripercussioni sulla salute;

    B.

    considerando che i valori fondamentali dell'UE dovrebbero essere rispettati anche in una situazione di crisi e che l'accesso alle cure e all'assistenza sanitaria e sociale dovrebbe essere visto come un diritto di base per tutti nell'Unione; che, invece, i servizi sanitari, assistenziali e sociali hanno subito tagli nella maggior parte degli Stati membri a seguito dell'attuazione di politiche di austerità, il che compromette l'accesso universale e la qualità dei servizi;

    C.

    considerando che i sistemi sanitari dell'Unione europea sono confrontati a sfide importanti, fra cui la persistente crisi del debito sovrano nella zona euro e la conseguente pressione sulle finanze pubbliche, l'invecchiamento della popolazione, l'evoluzione della natura dei servizi sanitari e l'aumento dei costi della sanità, tutti fattori che evidenziano chiaramente l'urgente necessità di una riforma;

    D.

    considerando che l'Unione europea ha il sistema di protezione sociale più avanzato del mondo, con i contributi più elevati per le prestazioni sociali erogate ai cittadini, e sottolineando che il mantenimento e l'ulteriore sviluppo del modello sociale europeo devono rappresentare una priorità politica;

    E.

    considerando che l'Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato nella Carta di Tallinn che la salute rappresenta un fattore chiave per lo sviluppo economico e la prosperità;

    F.

    considerando che in diversi Stati membri si assiste a un aumento delle disuguaglianze giacché in tali paesi i più poveri e indigenti diventano ancora più poveri; che nel 2011 circa il 24,2 % della popolazione dell'UE era a rischio di povertà o di esclusione sociale; che, inoltre, in base a quanto dichiarato dagli stessi, lo stato di salute dei lavoratori a basso reddito è peggiorato, mentre è aumentato il divario in materia di salute rispetto al 25 % della popolazione con i redditi più elevati;

    G.

    considerando che il tasso di disoccupazione di lunga durata è in aumento, il che lascia molti cittadini senza copertura assicurativa e limita in tal modo il loro accesso ai servizi sanitari;

    H.

    considerando che le categorie più vulnerabili sono colpite in misura sproporzionata dall'attuale crisi in quanto subiscono il doppio impatto della perdita di reddito e della riduzione dei servizi assistenziali;

    I.

    considerando che fra le categorie più vulnerabili vengono sistematicamente collocati i «poveri cronici», spesso disoccupati di lunga durata o lavoratori a basso reddito, genitori single con figli minori a carico che non hanno un impiego o che lavorano solo poche ore e anziani in Europa centrale e orientale;

    J.

    considerando che gli studi più recenti confermano l'emergere di un nuovo gruppo di persone vulnerabili, ossia coloro che in passato erano relativamente benestanti, ma ora sono indigenti a causa del livello di indebitamento personale; che le persone appartenenti a tale categoria di «nuovi poveri» potrebbero non essere in grado di arrivare a fine mese e quindi cominciare a non pagare bollette e rate di rimborso dei prestiti oppure non essere più in grado di pagare per i necessari servizi di assistenza, oltre a temere inoltre di essere costrette ad abbandonare il proprio alloggio;

    K.

    considerando il ruolo fondamentale svolto dai servizi pubblici — di proprietà pubblica e a gestione pubblica, con la partecipazione democratica dei loro utenti — in settori essenziali per il benessere della popolazione, segnatamente la sanità, l'istruzione, la giustizia, l'acqua, l'alloggio, i trasporti e l'assistenza all'infanzia e alle persone anziane;

    L.

    considerando che la frammentazione dei sistemi sanitari può determinare una situazione in cui molti pazienti non ricevono le cure mediche necessarie, mentre altri ricevono cure che possono risultare inutili o addirittura dannose;

    M.

    considerando che la crisi ha aumentato il rischio di esclusione a lungo termine dal mercato del lavoro, in modo particolare per i giovani, che sono i più vulnerabili per quanto riguarda le sue ripercussioni in termini di futura partecipazione al mercato del lavoro e redditi;

    N.

    considerando che sempre più persone nell'UE svolgono un'attività lavorativa oltre l'età pensionabile stabilita dalla legge, in parte a causa di difficoltà finanziarie, date le pressioni a cui sono soggette le altre fonti di reddito familiare post-pensionamento;

    O.

    considerando che il costo dei servizi per gli utenti è in aumento in alcuni Stati membri, con la conseguenza che molte persone non possono più permettersi un livello di servizi adeguato alle loro necessità specifiche, il che comporta una perdita di indipendenza, un aumento dello stress nell'ambiente domestico o lavorativo o conseguenze potenzialmente negative sulla salute che sfociano nella loro esclusione sociale;

    P.

    considerando che i sistemi sanitari possono (involontariamente) creare ostacoli all'accesso ai servizi sanitari o fornire assistenza sanitaria di diversa qualità a persone accomunate da più di una caratteristica protetta, quali il sesso, l'età o l'appartenenza a una minoranza;

    Q.

    considerando che alcuni sistemi di sicurezza sociale sono attualmente oggetto di modifiche volte a eliminare o limitare l'accesso di alcune categorie all'assistenza sanitaria e al rimborso di taluni trattamenti sanitari e farmacologici (23), con ulteriori rischi per la salute personale e pubblica e per la sostenibilità a lungo termine di tali sistemi;

    R.

    considerando che, secondo le stime, la maggior parte degli interventi assistenziali nell'UE è attualmente fornita da persone che prestano assistenza in modo informale e non retribuito; che tale enorme risorsa è a rischio a causa di una serie di fattori demografici e dell'aumento delle esigenze assistenziali;

    S.

    considerando che il diritto a una serie di servizi di sostegno domiciliari, residenziali o basati sul territorio, compresa l'assistenza personale, è sancito dall'articolo 19 e dall'articolo 26 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità;

    T.

    considerando che le ragioni che portano a scegliere per i minori formule di accoglienza alternative sono complesse e multidimensionali, ma spesso appaiono direttamente o indirettamente connesse alla povertà e all'esclusione sociale;

    U.

    considerando che la mancanza di informazioni precise e accessibili può contribuire a far sì che le categorie vulnerabili non siano in grado di accedere alle cure necessarie cui hanno diritto;

    V.

    considerando che, stando a varie relazioni, alcuni cittadini dell'UE e altri aventi diritto incontrano crescenti difficoltà a far valere il loro diritto alle cure in situazioni transfrontaliere;

    W.

    considerando che in diversi Stati membri i problemi di demografia medica (scarsi livelli di offerta assistenziale in talune aree geografiche) aumentano le difficoltà di accesso alle cure per le categorie vulnerabili;

    X.

    considerando che sono in aumento le segnalazioni di una crescente divisione sociale e aggressività, che si traducono in attacchi fisici e verbali contro le minoranze e le categorie vulnerabili; che tali episodi dovrebbero essere segnalati in maniera circostanziata;

    Y.

    considerando che in alcuni Stati membri l'involuzione delle politiche relative alle persone con disabilità, difficoltà di apprendimento o malattie psichiche determina un allontanamento dall'approccio orientato all'inclusione e fondato sui diritti, volto al pieno inserimento nella collettività, nella direzione dell'approccio più istituzionale e di segregazione seguito in passato;

    Z.

    sottolinea l'alto potenziale occupazionale del settore dell'assistenza sanitaria e sociale in tutta l'Unione europea;

    AA.

    considerando che in alcuni Stati membri molti posti di lavoro nel settore sanitario e assistenziale sono ancora mal retribuiti, spesso non offrono contratti formali né garantiscono altri diritti fondamentali del lavoro ed hanno scarsa attrattiva a causa dell'elevato rischio di stress fisico ed emotivo, del pericolo di logoramento e della mancanza di opportunità di crescita professionale; che il settore offre poca formazione e che inoltre gli occupati sono prevalentemente persone piuttosto anziane, donne e migranti; che spesso nell'UE l'assistenza è fornita in modo informale e non retribuito e che quanti prestano questo tipo di assistenza possono a loro volta essere considerati una categoria vulnerabile, data la crescente pressione a fornire livelli di cura più sofisticati e tecnici; che diversi Stati membri non dispongono di un servizio di assistenza di qualità accessibile a tutti, indipendentemente dal reddito;

    AB.

    considerando che il passaggio da forme di assistenza in istituto a forme di assistenza sul territorio richiede un maggiore sostegno in termini di edilizia abitativa affinché le persone vulnerabili possano vivere in modo indipendente;

    AC.

    considerando che i giovani che lasciano contesti di assistenza residenziale per condurre una vita indipendente sono particolarmente esposti alla povertà e all'esclusione sociale;

    AD.

    considerando che sempre più anziani devono essere considerati vulnerabili;

    AE.

    considerando che anche i cittadini indigenti provenienti da altri Stati membri dell'Unione e i cittadini di paesi terzi che godono di una copertura sociale in un altro Stato membro possono avere gravi difficoltà di accesso all'assistenza;

    AF.

    considerando che tutte le persone hanno diritto a un tenore di vita che garantisca loro, nonché alle rispettive famiglie, salute e benessere;

    AG.

    considerando che è fondamentale sottolineare l'importanza della società civile e delle sue organizzazioni, che svolgono un ruolo essenziale nel fornire assistenza alle categorie emarginate;

    AH.

    considerando che la protezione della salute ha effetti importanti sulla qualità e la dignità della vita umana nonché sulla longevità;

    AI.

    considerando che in Europa ogni anno circa il 10 % delle nascite sono premature (inferiori alle 37 settimane di gestazione), che spesso le madri con figli nati prima del termine non hanno accesso a servizi sanitari adeguati e di qualità e che ciò ha ripercussioni ancora maggiori sulla conciliazione di vita familiare e vita professionale;

    AJ.

    considerando che la povertà, l'istruzione inadeguata e il debole livello di integrazione sociale si traducono in problemi di salute; che per le categorie vulnerabili i principali ostacoli all'assistenza sanitaria sono la mancata conoscenza o comprensione del sistema sanitario, i problemi amministrativi, la mancanza di conoscenze relativamente alla prevenzione delle malattie e il carente accesso fisico ai servizi;

    1.

    invita la Commissione a imporre agli Stati membri di fornire informazioni sulle misure di austerità attuate e di valutare l'impatto sociale delle stesse, e la esorta altresì a inserire nelle sue raccomandazioni specifiche per paese raccomandazioni finalizzate ad ovviare all'impatto socio-economico a medio e lungo termine di tali misure; chiede alla Commissione di elaborare periodicamente relazioni di sintesi di tali valutazioni e di trasmetterle al Parlamento; chiede che il processo del semestre europeo non si concentri soltanto sulla sostenibilità finanziaria dei sistemi di sicurezza sociale, ma tenga altresì conto del possibile impatto sull'accessibilità e la dimensione qualitativa dei servizi di assistenza;

    2.

    invita la Commissione e gli Stati membri a incoraggiare e promuovere l'investimento sociale nei servizi sociali, quali il settore sanitario, assistenziale e sociale, settori che sono essenziali in considerazione dell'evoluzione demografica e delle conseguenze sociali della crisi e che hanno un grande potenziale in termini di creazione di posti di lavoro;

    3.

    è convinto che le riforme necessarie debbano riguardare la qualità e l'efficienza dell'assistenza sanitaria, migliorare l'accesso alle cure giuste, al momento giusto e nel posto giusto, mantenere le persone sane e far sì che si possano prevenire quanto più possibile le complicanze comuni ed evitabili delle malattie;

    4.

    ricorda che gli Stati membri hanno concordato di adottare un approccio che sposti l'attenzione dalle misure «curative», che trattano i sintomi dell'esclusione e della cattiva salute, verso misure «preventive», quale strategia volta a «migliorare la qualità della vita e ridurre l'onere delle malattie croniche, della fragilità e disabilità» (24); sottolinea i costi a lungo termine dell'inazione;

    5.

    ritiene che privare le persone vulnerabili dell'accesso alle prestazioni sanitarie o all'assistenza costituisca un falso risparmio, poiché può avere ripercussioni negative a lungo termine sia sui costi della sanità che sulla salute individuale e pubblica;

    6.

    ritiene che molte delle misure di riduzione dei costi a breve termine attualmente applicate, quali l'introduzione del pagamento di ticket per l'accesso all'assistenza sanitaria, l'aumento delle spese non rimborsate o l'esclusione di categorie vulnerabili dall'accesso all'assistenza, non siano state valutate appieno per quanto riguarda il loro impatto socio-economico più generale o gli effetti potenzialmente discriminatori e le implicazioni a lungo termine, fra cui i pericoli per la salute pubblica e le possibili ripercussioni sull'aspettativa di vita; sottolinea il fatto che tali misure hanno un impatto negativo sproporzionato sulle categorie vulnerabili;

    7.

    trova deplorevole che la stigmatizzazione sociale associata a determinate patologie dissuada le persone dal ricercare l'assistenza di cui hanno bisogno, il che può far sì che, ad esempio, non vengano trattate malattie trasmissibili, con un conseguente rischio per la salute pubblica;

    8.

    si rammarica dell'impatto sproporzionato che le pratiche di arresto e gli obblighi di comunicazione degli Stati, connessi all'applicazione della normativa sull'immigrazione, hanno sulla capacità degli immigrati clandestini di ricevere assistenza medica (25);

    9.

    riconosce che esistono strette relazioni tra una serie di vulnerabilità, l'esperienza in un istituto assistenziale, il mancato accesso a un'assistenza di qualità basata sul territorio e la conseguente condizione di senzatetto; ricorda che i servizi sanitari e assistenziali possono svolgere un ruolo importante nel prevenire e contrastare la povertà e l'esclusione sociale, comprese le forme estreme come la condizione di senzatetto; sottolinea che i gruppi che presentano diversi fattori di vulnerabilità, come i rom, le persone senza permesso di soggiorno valido o i senzatetto, sono esposti a un rischio ancora più elevato di rimanere esclusi da campagne di prevenzione dei rischi, diagnosi e terapie;

    10.

    evidenzia le conseguenze negative a lungo termine dei tagli alle misure di prevenzione in tempi di crisi; ritiene che le misure di prevenzione, se proprio devono essere ridotte, debbano quanto meno essere riportate al livello precedente, al fine di salvaguardare la continuità e non di smantellare le infrastrutture; sottolinea che la crisi economica e finanziaria e le cosiddette politiche di austerità imposte ad alcuni Stati membri non dovrebbero provocare disinvestimenti nei servizi sanitari nazionali, ma che invece, data l'importanza e la natura essenziale di tali servizi, è necessario impegnarsi ai fini del loro consolidamento allo scopo di soddisfare le esigenze della società, con particolare riferimento alle categorie più vulnerabili;

    11.

    ritiene che le misure di austerità non debbano in alcun caso privare i cittadini dell'accesso ai servizi sociali e sanitari di base o pregiudicare l'innovazione e la qualità nell'erogazione di servizi sociali né invertire le tendenze positive nell'elaborazione delle politiche;

    12.

    invita gli Stati membri a promuovere le assunzioni nel settore dei servizi di assistenza sociale e a impegnarsi per aumentare l'attrattiva di quest'ultimo quale valida opzione professionale per i giovani;

    13.

    sottolinea che è in aumento il numero di cittadini dell'Unione che vive in un paese dell'UE diverso dal proprio ed è privo di assicurazione sanitaria, a causa, ad esempio, della disoccupazione o della perdita del permesso di soggiorno; richiama l'attenzione sul fatto che i cittadini dell'Unione che dispongono di una copertura assicurativa sanitaria in un altro paese dell'UE spesso hanno difficoltà ad accedere alle cure poiché sono tenuti a pagare anticipatamente;

    14.

    teme che, in tutta l'UE, le persone con disabilità siano colpite in modo sproporzionato dai tagli alla spesa pubblica, a causa dei quali perdono i servizi di sostegno che consentono loro di vivere in modo indipendente in seno alla collettività;

    15.

    ritiene che questa situazione comporti un incremento del numero di persone che vivono in istituti di assistenza a lungo termine e una maggiore esclusione sociale delle persone con disabilità nell'UE, il che costituisce una violazione diretta degli impegni dell'UE ai sensi della convenzione dell'ONU sui diritti delle persone con disabilità e della strategia europea in materia di disabilità 2010-2020;

    16.

    sottolinea che l'assistenza alle persone con disabilità deve essere fornita in modo accessibile, non solo in termini di infrastrutture, ma anche sul piano della comunicazione, il che è particolarmente importante nel caso delle persone con disabilità intellettive (difficoltà di apprendimento); sottolinea la necessità di promuovere la formazione di prestatori di assistenza e medici generici affinché l'assistenza sia fornita in modo accessibile;

    17.

    ritiene che i tagli ai servizi di assistenza e di sostegno per i giovani o altre categorie vulnerabili possano compromettere le politiche europee esistenti in materia di inclusione attiva; sottolinea che gli elevati tassi di disoccupazione giovanile aggravano la pressione su tutti i tipi di servizi sociali e che a tale riguardo potrebbero essere di aiuto azioni mirate;

    18.

    rileva che, a causa dell'aumento della disoccupazione e della disoccupazione di lunga durata in conseguenza della crisi, una quota significativa di cittadini europei, ossia i disoccupati di lunga durata e i familiari a loro carico, si vede negare l'accesso al sistema sanitario pubblico, alla sicurezza sociale e all'assistenza sanitaria; invita gli Stati membri, in particolare quelli con i tassi di disoccupazione più elevati, ad affrontare questo grave problema in modo efficace e rapido attraverso l'adozione delle misure necessarie;

    19.

    accoglie con favore la raccomandazione della Commissione, del 20 febbraio 2013, intitolata «Investire nell'infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale»; riconosce l'importanza e il buon rapporto costi/efficacia degli investimenti a favore della prima infanzia al fine di sviluppare pienamente le potenzialità dei bambini; riconosce che è fondamentale investire in servizi sociali di alta qualità per sviluppare servizi di protezione dell'infanzia adeguati ed efficaci e porre in essere strategie di prevenzione globali; ricorda l'importanza di una prospettiva temporale che copra l'intero arco della vita, così come della promozione della salute, della prevenzione e della diagnosi precoce; sottolinea che la recente pandemia di morbillo ha dimostrato l'importanza per la salute pubblica delle vaccinazioni infantili gratuite;

    20.

    riconosce l'enorme contributo sociale ed economico fornito dai familiari e dai volontari che prestano assistenza (informale) e le crescenti responsabilità di cui sono gravati a causa dei tagli nell'erogazione dei servizi o dell'aumento dei costi dei servizi medesimi; è del parere che le misure di austerità non debbano determinare ulteriori oneri a carico di chi presta assistenza in modo informale; sottolinea l'importanza di riconoscere le competenze professionali di chi presta assistenza e di garantire prestazioni di alta qualità; chiede un aiuto e un sostegno adeguati a favore dei familiari che prestano assistenza, nell'intento di conciliare il lavoro di cura e la vita professionale, e giudica essenziale che il tempo dedicato alla cura sia preso in considerazione nel calcolo dei diritti pensionistici; sottolinea che la maggior parte delle prestazioni assistenziali nell'UE viene fornita in modo informale, ossia da familiari e volontari, e invita la Commissione, gli Stati membri e le parti sociali a migliorarne il riconoscimento, anche in termini finanziari;

    21.

    riconosce che sempre più donne sono dedite ad attività lavorative retribuite (sebbene guadagnino il 18 % in meno degli uomini) e al tempo stesso svolgono ancora relativamente spesso un lavoro di cura (il 78 % dei «caregiver» sono donne), il che rende molto arduo il raggiungimento di un soddisfacente equilibrio fra vita lavorativa e vita privata; ritiene che, in generale, le formule di lavoro flessibile siano importanti per aiutare le persone a conciliare l'attività lavorativa e il lavoro di cura; esprime preoccupazione per l'impatto negativo che la riduzione dei servizi erogati e l'aumento dei costi degli stessi hanno sui livelli di occupazione femminile, l'equilibrio fra vita professionale e vita familiare, la parità di genere e l'invecchiamento in buona salute;

    22.

    ricorda che l'Unione ha individuato nel settore assistenziale un settore che presenta un potenziale di crescita in termini occupazionali e che il Parlamento europeo ha riconosciuto la necessità di migliorare le retribuzioni e la formazione, al fine di rendere questo settore un'opzione professionale attraente e di migliorare la qualità del servizio; sottolinea l'evidente carenza di manodopera in parti del settore sanitario e assistenziale e invita gli Stati membri a sollecitare l'interesse dei giovani per la formazione alle professioni di tale settore e a promuovere misure di formazione che aiutino coloro che prestano assistenza a comprendere meglio le esigenze degli assistiti;

    23.

    sottolinea la crescente importanza dei servizi mobili per la prestazione di servizi alle persone che li necessitano, sia nelle zone urbane che nelle aree rurali;

    24.

    sottolinea il prezioso contributo del volontariato nella cura degli anziani bisognosi di cure e di assistenza e anche, all'occorrenza, per contrastare l'isolamento delle persone che vivono da sole;

    25.

    apprezza il fatto che sia stato scelto il partenariato europeo per l'innovazione (PEI) nell'ambito dell'invecchiamento attivo e in buona salute per affrontare le sfide derivanti dall'invecchiamento della popolazione; osserva che il partenariato si pone l'obiettivo di aumentare di due anni la speranza di vita in buona salute dei cittadini dell'UE entro il 2020 e si prefigge inoltre di ottenere risultati positivi per l'Europa da un triplice punto di vista:

    i)

    migliorare la salute e la qualità della vita degli anziani,

    ii)

    rafforzare la sostenibilità e l'efficienza dei sistemi di assistenza e

    iii)

    creare opportunità di crescita e accesso al mercato per le imprese;

    26.

    riconosce il lavoro svolto dalle organizzazioni del terziario e dal volontariato, ma ritiene che esso non debba sostituirsi alla responsabilità dello Stato di fornire servizi di qualità, efficienti, affidabili, abbordabili e accessibili a tutti, in quanto bene pubblico, con il contributo finanziario della mano pubblica;

    27.

    richiama l'attenzione sul «quadro europeo per la qualità dei servizi di assistenza a lungo termine», che enuncia i principi e gli orientamenti per la dignità e il benessere degli anziani bisognosi di cure e di assistenza e che è stato pubblicato nel quadro del progetto WeDO (26) della Commissione;

    28.

    invita gli Stati membri a migliorare l'alfabetizzazione sanitaria e a fornire alle categorie vulnerabili che spesso hanno difficoltà ad accedere alle prestazioni di cui necessitano informazioni adeguate sui servizi disponibili; sottolinea che è altrettanto importante coinvolgere chi riceve e chi presta assistenza nei processi decisionali che li riguardano;

    Raccomandazioni

    29.

    invita la Commissione a raccogliere dati confrontabili e attuali nell'ambito di un'analisi di fondo dell'accesso all'assistenza;

    30.

    esorta la Commissione e gli Stati membri, in cooperazione con tutti i pertinenti portatori d'interesse, a verificare e rettificare, nei programmi nazionali di riforma, le politiche nazionali che vanno in direzione contraria all'obiettivo di riduzione della povertà entro il 2020; invita gli Stati membri a prestare particolare attenzione alle categorie più vulnerabili e a eliminare gli ostacoli all'accesso, migliorare e rafforzare le misure di assimilazione e prevenzione già in fase precoce per tornare a un approccio basato sui diritti ed evitare i danni e i costi a lungo termine dell'inazione;

    31.

    invita la Commissione, le parti sociali e gli Stati membri a prendere provvedimenti sulla base dei risultati dell'analisi dei punti di forza e di debolezza dell'Anno europeo dell'invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni (2012);

    32.

    esorta gli Stati membri a collaborare al fine di realizzare il maggior numero possibile di programmi per migliorare la salute delle categorie più vulnerabili, segnatamente dei bambini e dei giovani, nel quadro della mobilità, che è stata riconosciuta quale diritto fondamentale nell'UE;

    33.

    invita la Commissione a esaminare le tensioni che possono sorgere tra i diritti in materia di sicurezza sociale ai sensi del regolamento (CE) n. 883/2004 (27) e l'attuazione della direttiva 2004/38/CE (28), al fine di raccomandare eventuali modifiche che potrebbero essere necessarie per colmare le lacune nella copertura;

    34.

    esorta la Commissione e tutti gli Stati membri a stabilire priorità, a colmare i divari tra uomini e donne e a garantire a queste ultime un accesso efficace ai servizi sanitari e alla pianificazione familiare, nonché a prestare particolare attenzione ad altre categorie vulnerabili e svantaggiate che necessitano di protezione sociosanitaria;

    35.

    invita la Commissione a includere negli accordi con i paesi beneficiari di assistenza finanziaria garanzie sociali a protezione dei servizi assistenziali e sociali e dei sistemi di protezione sociale; invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare l'uso delle nuove tecnologie, come la telemedicina, per agevolare l'accesso alle cure;

    36.

    invita la Commissione a promuovere la parità di accesso all'istruzione e alla cura della prima infanzia e a fornire un adeguato sostegno finanziario per tali servizi;

    37.

    esorta gli Stati membri a fornire ai minori con disabilità servizi basati sul territorio;

    38.

    invita gli Stati membri a individuare ed eliminare ostacoli e barriere per quanto riguarda l'accesso delle persone con disabilità ai trasporti pubblici, ai servizi e alle informazioni;

    39.

    invita la Commissione e gli Stati membri a fissare priorità per colmare le lacune e ad assicurare un efficace accesso ai servizi sanitari alle categorie vulnerabili, tra cui le donne in stato di indigenza, i migranti e i rom, nell'ambito della protezione sociosanitaria, garantendo l'economicità, la disponibilità e la qualità dell'assistenza sanitaria, nonché un'organizzazione efficiente ed efficace e un adeguato finanziamento in tutte le aree geografiche;

    40.

    esorta gli Stati membri ad adottare politiche che promuovano la salute e la prevenzione delle malattie garantendo alle categorie più svantaggiate assistenza sanitaria gratuita, universale e di qualità, con particolare attenzione per l'assistenza sanitaria di base, la medicina preventiva e l'accesso a diagnosi, cure e riabilitazione; chiede che siano forniti i mezzi necessari per combattere i principali problemi di salute pubblica incontrati dalle donne e che siano garantiti il diritto alla salute sessuale e riproduttiva, i servizi sanitari per le donne vittime di violenza e l'assistenza sanitaria per i bambini;

    41.

    invita gli Stati membri, in cooperazione con la Commissione, a esaminare più a fondo il legame tra la salute fisica e mentale, da un lato, e la disoccupazione e la precarietà del lavoro, dall'altro — fenomeni di cui la crisi ha rivelato tutta la rilevanza — onde porre in essere una corretta pianificazione per prevenire e gestire conseguenze dannose di questo tipo;

    42.

    raccomanda vivamente agli Stati membri di rafforzare i loro servizi sanitari in materia di prevenzione e assistenza primaria, concentrandosi sul miglioramento della salute delle donne e sul loro accesso alle cure, in particolare per le donne che vivono in zone lontane dai centri urbani, nonché su misure a favore dei gruppi più svantaggiati — come i bambini, i giovani, gli anziani, le persone con disabilità, i disoccupati e i senzatetto — che garantiscano il diritto a controlli medici regolari per tutti;

    43.

    esorta la Commissione e gli Stati membri a riconoscere l'assistenza materna e neonatale, in particolare nei casi di nascite premature, come una delle priorità di salute pubblica e a integrarla nelle strategie europee e nazionali in materia di salute pubblica;

    44.

    chiede alla Commissione e agli Stati membri di assicurare un'istruzione e corsi di formazione adeguati e continui per tutti gli operatori sanitari addetti ai reparti di cure preconcepimento, maternità e assistenza neonatale al fine di prevenire le nascite premature e ridurre il numero di malattie croniche di cui soffrono i nati prematuramente;

    45.

    esorta gli Stati membri a garantire un'adeguata assistenza alle donne durante e dopo la gravidanza e l'allattamento, offrendo servizi di assistenza e consulenza gratuiti laddove necessario e un'alimentazione adeguata, in particolare nel caso delle donne a rischio di povertà ed esclusione sociale a causa della recente crisi economica.

    46.

    sollecita gli Stati membri a predisporre strutture adeguate intese a offrire consulti medico-sociali in modo da tener meglio conto delle condizioni di vita dei più bisognosi;

    47.

    invita gli Stati membri a fornire informazioni accessibili e chiare sui diritti dei migranti in tutte le lingue pertinenti, compreso il romani;

    48.

    sollecita gli Stati membri a intervenire contro i reati di odio e a promuovere politiche contro la discriminazione, se necessario rafforzando i loro organismi nazionali antidiscriminazione e promuovendo la formazione delle autorità pubbliche;

    49.

    sollecita gli Stati membri a dare attuazione all'articolo 19 del TFUE e ad adottare la direttiva recante applicazione del principio di parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale, al fine di vietare la discriminazione fondata sulla religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale (29), così come ad attuare il principio della parità di trattamento in materia di protezione sociale, compresi la sicurezza sociale e l'assistenza sanitaria, l'istruzione e l'accesso ai beni e servizi disponibili in commercio per il pubblico, fra cui gli alloggi, nonché la fornitura degli stessi;

    50.

    invita gli Stati membri a effettuare valutazioni d'impatto onde garantire che le misure adottate suscettibili di avere ripercussioni sulle categorie più vulnerabili rispettino i principi enunciati nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e siano conformi alla direttiva 2000/43/CE, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica (30);

    51.

    esorta gli Stati membri a prevenire il fenomeno dei senzatetto, a fornire loro la necessaria assistenza e a non criminalizzare la loro condizione nelle rispettive legislazioni nazionali;

    52.

    sollecita la Commissione e gli Stati membri a garantire che tutte le politiche o i programmi di finanziamento intesi a sostenere l'innovazione sociale e/o i servizi connessi all'assistenza siano mirati a quei servizi che meglio rispondono ai bisogni sociali e migliorano la qualità della vita delle persone, nonché a garantire che tali politiche o programmi siano messi a punto in stretta cooperazione e consultazione con le organizzazioni che difendono e rappresentano le categorie vulnerabili;

    53.

    evidenzia la portata dell'iniziativa del Parlamento sull'imprenditorialità sociale e sottolinea l'importanza dell'economia sociale, che con le imprese sociali può efficacemente rafforzare il settore in rapida crescita dell'assistenza sanitaria e sociale;

    54.

    sollecita la Commissione e il Consiglio a collaborare con il Parlamento per potenziare il finanziamento dei programmi a favore delle categorie vulnerabili; sollecita la Commissione ad adottare tutte le misure a sua disposizione per garantire il pieno assorbimento e la massima erogazione dei finanziamenti a titolo del Fondo sociale europeo, del Fondo di aiuti europei agli indigenti e di altri strumenti pertinenti che rispondono alle esigenze delle persone vulnerabili o a rischio di esclusione, nonché a sostenere gli sforzi degli Stati membri per raggiungere l'obiettivo di riduzione della povertà previsto dalla strategia Europa 2020 e promuovere l'innovazione e la qualità nel settore sanitario e assistenziale; sottolinea l'importanza degli strumenti di finanziamento collegati, come il programma dell'Unione europea per il cambiamento sociale e l'innovazione e il Fondo europeo per l'imprenditoria sociale;

    55.

    invita la Commissione a mettere a punto un pacchetto di indicatori oggettivi e soggettivi al fine di misurare le componenti materiali e non materiali del benessere, compresi gli indicatori sociali, e di pubblicare periodicamente dati in proposito, al fine di integrare gli indicatori europei e nazionali riguardanti il PIL e la disoccupazione, nell'intento di misurare il progresso sociale e non solo lo sviluppo economico;

    56.

    invita la Commissione e gli Stati membri a riconoscere esplicitamente l'inestimabile contributo offerto da coloro che prestano assistenza in modo informale; sollecita gli Stati membri a introdurre e mantenere misure di sostegno mirate a favore delle persone che prestano assistenza e del settore del volontariato per fornire misure più personalizzate, di qualità ed efficaci rispetto ai costi, quali, ad esempio, misure che consentano di conciliare vita lavorativa e vita familiare, che favoriscano maggiore cooperazione e coordinamento tra i caregiver formali e informali e che garantiscano politiche di sicurezza sociale e una formazione adeguate a coloro che prestano assistenza; chiede alla Commissione e agli Stati membri di elaborare un quadro coerente per tutti i tipi di congedi di cura; invita la Commissione a presentare una direttiva sul congedo di cura, conformemente al principio di sussidiarietà sancito nei trattati;

    57.

    invita gli Stati membri a fornire informazioni dettagliate e facilmente comprensibili, nelle lingue e nei formati pertinenti, in merito al diritto all'assistenza e a rendere tali informazioni ampiamente accessibili;

    58.

    invita la Commissione, gli Stati membri e le parti sociali a definire chiaramente i profili professionali del settore dell'assistenza, in modo da consentire una precisa delimitazione dei diritti e dei doveri;

    59.

    invita gli Stati membri a integrare tutti i possibili attori a livello locale, regionale e nazionale, incluse le parti sociali, nelle iniziative in materia di prevenzione, salute e servizi sociali;

    60.

    esorta gli Stati membri a promuovere i corsi di formazione richiesti dal settore dell'assistenza e del sostegno e a offrire borse di studio a coloro che intraprendono studi nel settore;

    61.

    sollecita la Commissione a promuovere una campagna intesa a favorire le assunzioni di giovani e a migliorare l'immagine pubblica del settore dell'assistenza come datore di lavoro;

    62.

    chiede il rispetto dei diritti del lavoro di coloro che operano nel settore dell'assistenza, tra cui il diritto a un reddito dignitoso e a condizioni di lavoro dignitose, il diritto di fondare sindacati e di aderirvi e il diritto di contrattazione collettiva;

    63.

    esorta gli Stati membri a sostenere le autorità nazionali, regionali e locali nella creazione di meccanismi di finanziamento sostenibili per i servizi di assistenza e nella predisposizione di piani di formazione e di riqualificazione dei lavoratori con il contributo dei finanziamenti del FSE;

    64.

    sollecita le parti sociali ad avviare un dialogo sociale formale in relazione al settore dell'assistenza;

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    o o

    65.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, nonché ai governi degli Stati membri.


    (1)  GU L 180 del 19.7.2000, pag. 22.

    (2)  GU L 210 del 31.7.2006, pag. 12.

    (3)  GU C 9 E del 15.1.2010, pag. 11.

    (4)  GU C 212 E del 5.8.2010, pag. 23.

    (5)  GU C 76 E del 25.3.2013, pag. 16.

    (6)  GU C 236 E del 12.8.2011, pag. 57.

    (7)  GU C 236 E del 12.8.2011, pag. 79.

    (8)  GU C 351 E del 2.12.2011, pag. 29.

    (9)  GU C 70 E dell'8.3.2012, pag. 19.

    (10)  GU C 33 E del 5.2.2013, pag. 188.

    (11)  GU C 199 E del 7.7.2012, pag. 112.

    (12)  GU C 199 E del 7.7.2012, pag. 25.

    (13)  GU C 51 E del 22.2.2013, pag. 101.

    (14)  GU C 131 E dell'8.5.2013, pag. 9.

    (15)  Testi approvati, P7_TA(2013)0053.

    (16)  GU C 259 E del 29.10.2009, pag. 19.

    (17)  GU C 169 E del 15.6.2012, pag. 139.

    (18)  FRA: «Migrants in an irregular situation: access to healthcare in 10 European Union Member States» (Accesso degli immigrati irregolari all'assistenza sanitaria in dieci Stati membri dell'Unione europea", ottobre 2011 — http://fra.europa.eu/en/publication/2012/migrants-irregular-situation-access-healthcare-10-european-union-member-states.

    (19)  Eurofound (2012), Third European Quality of Life Survey — Quality of life in Europe: Impacts of the crisis, Publications Office of the European Union, Luxembourg — http://www.eurofound.europa.eu/publications/htmlfiles/ef1264.htm

    (20)  Eurofound (2012), Household debt advisory services in the European Union, Publications Office of the European Union, Luxembourg — http://www.eurofound.europa.eu/publications/htmlfiles/ef1189.htm

    (21)  Eurofound (2012), Living conditions of the Roma: Substandard housing and health, Publications Office of the European Union, Luxembourg — http://www.eurofound.europa.eu/pubdocs/2012/02/en/1/EF1202EN.pdf

    (22)  Eurofound (2012), Active inclusion of young people with disabilities or health problems, Publications Office of the European Union, Luxembourg — http://www.eurofound.europa.eu/areas/socialcohesion/illnessdisabilityyoung.htm

    (23)  Cfr. ad esempio l'articolo 5 del decreto reale spagnolo n. 16/2012, del 20 aprile 2012, entrato in vigore il 28 dicembre 2012, consultabile sul sito: http://noticias.juridicas.com/base_datos/Admin/rdl16-2012.html#a5.

    (24)  Conclusioni del Consiglio sull'invecchiamento sano e dignitoso, 2980a sessione del Consiglio Occupazione, politica sociale, salute e consumatori, novembre 2009.

    (25)  The FRA guidelines’ Apprehension of migrants in an irregular situation — fundamental rights considerations’ propose key principles to Member States on detection and reporting practices in and near medical facilities: http://fra.europa.eu/sites/default/files/document-on-apprehensions_1.pdf

    (26)  WeDO è un progetto finanziato dalla Commissione (2010-2012) che è stato gestito da un comitato di pilotaggio composto di 18 organizzazioni partner provenienti da 12 Stati membri dell'Unione europea. L'interesse comune di tutte le organizzazioni partner era e rimane quello di migliorare la qualità della vita delle persone anziane bisognose di cure e di assistenza.

    (27)  GU L 166 del 30.4.2004, pag. 1.

    (28)  GU L 158 del 30.4.2004, pag. 77.

    (29)  COM(2008)0426.

    (30)  GU L 180 del 19.7.2000, pag. 22.


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