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Document 52011IP0267

    Sudan e il Sudan meridionale Risoluzione del Parlamento europeo del 9 giugno 2011 sul Sudan e il Sudan meridionale – Situazione dopo il referendum del 2011

    GU C 380E del 11.12.2012, p. 120–122 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    11.12.2012   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    CE 380/120


    Giovedì 9 giugno 2011
    Sudan e il Sudan meridionale

    P7_TA(2011)0267

    Risoluzione del Parlamento europeo del 9 giugno 2011 sul Sudan e il Sudan meridionale – Situazione dopo il referendum del 2011

    2012/C 380 E/14

    Il Parlamento europeo,

    viste le sue precedenti risoluzioni sul Sudan,

    visto l'accordo di pace completo (APC) firmato il 9 gennaio 2005,

    vista la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite n. 1978 (2011),

    vista la dichiarazione dell'Unione africana del 31 gennaio 2011,

    viste le conclusioni del Consiglio sul Sudan, del 31 gennaio 2011, e la decisione 2011/315/UE (1) del Consiglio, del 23 maggio 2011,

    vista la dichiarazione presidenziale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 3 giugno 2011,

    viste le dichiarazioni del Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton, a nome dell'Unione europea, sui risultati finali del referendum concernente l'autodeterminazione del Sudan meridionale, del 7 febbraio 2011, e sulla situazione in Sudan, del 24 maggio 2011,

    viste le conclusioni delle consultazioni sostenute dalle Nazioni Unite sul processo di pace del Darfur, tenutesi a Doha nel Qatar (dal 27 al 31 maggio 2011),

    vista la dichiarazione finale della missione di osservazione del referendum dell'Unione europea presentata il 2 giugno 2011,

    visto l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,

    A.

    considerando che, in occasione del referendum sul Sudan meridionale tenutosi dal 9 al 15 gennaio 2011, una maggioranza schiacciante dei voti era a favore di un Sudan meridionale indipendente,

    B.

    considerando che il Sudan meridionale dovrebbe dichiarare ufficialmente la sua indipendenza il 9 luglio 2011 e che tale data coincide con il termine dell'APC,

    C.

    considerando che, nonostante le riserve di risorse naturali del Sudan meridionale, quali petrolio, rame e ferro, così come foreste e terre fertili, la maggioranza della popolazione del paese vive in povertà, con un tasso di mortalità infantile tra più elevati e indicatori di istruzione tra i più bassi al mondo; che detta situazione contribuirà all'emergere di sfide socioeconomiche, umanitarie e di sicurezza,

    D.

    considerando che alcuni aspetti dell'APC non sono stati eseguiti a tempo debito o non sono stati ancora attuati e che sono tuttora necessari ingenti sforzi per trovare un accordo sui negoziati post-referendum concernenti questioni quali la condivisione dei proventi del petrolio, la demarcazione dei confini, la cittadinanza e la divisione degli attivi e dei debiti,

    E.

    considerando che il referendum per determinare se la regione di Abyei farà parte del Nord o del Sud del paese, il cui svolgimento era previsto contemporaneamente al referendum sul Sudan meridionale, non ha avuto luogo, provocando una grave escalation di violenza nell'area,

    F.

    considerando che lo status delle zone contese continua a rappresentare una questione irrisolta e che la situazione in Abyei peggiora, causando la morte di centinaia di persone e l'esodo di migliaia di altre, ed esponendo la popolazione all'insicurezza alimentare, alle malattie e alla mancanza di accesso ai servizi di base quali l'assistenza sanitaria e la fornitura di acqua potabile,

    G.

    considerando che la situazione nel Darfur continua a destare grande preoccupazione e che recentemente la Missione delle Nazioni Unite in Darfur ha riferito che si sono verificati bombardamenti ad opera delle forze governative e che vari operatori umanitari sono stati presi in ostaggio nella regione; che la Missione è periodicamente vittima di vessazioni, rapimenti e minacce generali per la sicurezza,

    1.

    accoglie con favore la gestione pacifica e credibile del referendum del 2011 sul Sudan meridionale operata sia dal Sudan che dal Sudan meridionale, gli sforzi profusi da tutte le parti dell'APC e l'impegno da esse dimostrato in riferimento a tale accordo; ritiene che tale condotta rappresenti un passo fondamentale nell'attuazione dell'APC e un segno positivo ai fini della coesistenza pacifica dei due paesi;

    2.

    ribadisce il suo pieno rispetto per l'esito del referendum quale espressione della volontà democratica del popolo del Sudan meridionale; esorta i due paesi a perseguire attivamente la promozione della governance democratica e l'istituzione di una pace, una sicurezza e una prosperità durature per entrambi, rispettando i diritti umani, sociali ed economici;

    3.

    invita le autorità del Sudan meridionale a promuovere lo sviluppo di uno Stato moderno, pluralista e democratico, basato sulla legalità e rispettoso dei diritti umani, in particolare i diritti delle donne e dei bambini, e a sostenere il primato del diritto dei cittadini di scegliere il proprio governo per mezzo di elezioni libere e periodiche, proteggendo le libertà di circolazione, di associazione e di espressione delle opinioni politiche sancite dalla costituzione e dalle leggi;

    4.

    condanna fermamente l'attacco deliberato alla missione delle Nazioni Unite in Sudan (UNMIS) verificatosi il 10 maggio 2011 nell'area di Abyei e denuncia la sua militarizzazione ad opera sia del Nord che del Sud del paese; esorta entrambe le parti dell'APC a continuare a garantire la sicurezza di tutte le persone nel Sudan, in particolare nella regione di Abyei, senza modificare la composizione demografica della regione; esorta le forze armate del Sudan e del Sudan meridionale a ritirarsi da Abyei ed invita entrambe le parti a dare prova di moderazione impegnandosi immediatamente in un dialogo costruttivo mirante a conseguire una soluzione pacifica sullo status di Abyei nel quadro dell'APC;

    5.

    sottolinea il proprio sostegno a favore degli sforzi profusi dal Gruppo di attuazione di alto livello per il Sudan dell'Unione africana, sotto la guida di Thabo Mbeki, miranti a facilitare i negoziati tra le parti dell'APC e gli sforzi del rappresentante speciale per il Sudan del Segretario generale delle Nazioni Unite, Haile Menkerios, ai fini della mediazione tra le due parti nella regione di Abyei; ribadisce che l'UE deve essere pronta a fornire assistenza aggiuntiva in caso di necessità;

    6.

    invita tutte le parti dell'APC a impegnarsi in un dialogo continuo e costruttivo mirante a risolvere le questioni lasciate in sospeso dal referendum, tra cui i confini comuni, le disposizioni in materia di cittadinanza per i cittadini sia della parte settentrionale che meridionale, la condivisione dei proventi del petrolio e l'organizzazione di consultazioni popolari nel Kordofan meridionale e nella regione del Nilo blu;

    7.

    sottolinea l'importanza di garantire una gestione efficace e sicura per coloro che fanno ritorno in Sudan meridionale in termini di transito, capacità tecnica (mancanza di urbanisti e periti), infrastrutture, attribuzione dei terreni e accesso ai servizi di base;

    8.

    plaude alla dichiarazione del Consiglio del 17 maggio 2011 riguardante lo stanziamento di 200 milioni di euro per il Sudan meridionale che si aggiungono ai 150 milioni di euro stanziati l'anno scorso per assistere le popolazioni più vulnerabili in tutto il Sudan; sottolinea che gli aiuti allo sviluppo dell'UE sono disponibili per assistere entrambe le parti; sottolinea che i nuovi fondi devono essere utilizzati per sostenere i servizi di base, in particolare l'istruzione, la sanità, l'agricoltura, la sicurezza alimentare e la costruzione della capacità istituzionale; chiede che si proceda con urgenza all'adesione del Sudan meridionale all'accordo di Cotonou e esorta l'UE a prendere tutti i provvedimenti necessari onde garantire che i finanziamenti a titolo del Fondo europeo di sviluppo siano disponibili quanto prima possibile;

    9.

    sottolinea che l'UE deve svolgere un ruolo di primo piano alla Conferenza dei donatori per il Sudan meridionale prevista nei prossimi mesi di quest'anno e incoraggiare attivamente altri donatori a rivestire un ruolo analogo; invita i creditori internazionali ad alleviare il debito internazionale del Sudan e del Sudan meridionale;

    10.

    invita il governo del Sudan meridionale ad attuare politiche in materia di investimenti stranieri nell'interesse della popolazione, in modo che gli investimenti esteri nelle risorse naturali facilitino lo sviluppo dell'economia interna per combattere la povertà; sottolinea che l'UE deve fare quanto in suo potere per garantire che le multinazionali e le imprese straniere operanti nella regione siano sufficientemente regolamentate e dichiarino in modo trasparente le loro attività e proventi;

    11.

    plaude alla decisione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di estendere il mandato dell'UNMIS e di inviare in Sudan forze aggiuntive di mantenimento della pace; ritiene che una presenza continua dell'ONU sia estremamente importante per lo sviluppo pacifico di due Stati autosufficienti; invita il Sudan e il Sudan meridionale ad accogliere positivamente la presenza dell'ONU e a garantirne la sicurezza;

    12.

    sottolinea quanto sia importante che l'UE mantenga gli aiuti umanitari per il Sudan e il Sudan meridionale dopo il 9 luglio 2011; incoraggia una presenza e una capacità consistenti in ambito umanitario nella regione con mezzi adeguati a garantire la sicurezza delle organizzazioni umanitarie;

    13.

    accoglie con favore le conclusioni delle consultazioni condotte dalle Nazioni Unite sul processo di pace del Darfur; invita tutte le parti a rispettare il cessate il fuoco e gli accordi di fine delle ostilità già firmati; sottolinea l'importanza della piena trasparenza durante i negoziati sul Darfur e Abyei, così come nel dialogo Nord-Sud in generale; chiede che siano rappresentate tutte le parti contendenti, così come la società civile e i leader politici a livello locale, regionale, nazionale e internazionale;

    14.

    esorta il governo del Sudan meridionale a seguire un approccio trasparente, responsabile e inclusivo alla governance tramite il processo di revisione costituzionale; sottolinea l'importanza che tutti i partiti politici collaborino per rappresentare pienamente tutta la popolazione e per contribuire a costruire istituzioni politiche democratiche e stabili;

    15.

    esorta le due parti, nella fase preparatoria alla Giornata dell'indipendenza che si celebrerà il 9 luglio 2011, a presentare piani concreti sulla creazione e/o la riforma delle proprie istituzioni affinché i due Stati siano autosufficienti a decorrere da detta data; invita le delegazioni dell'UE in Sudan e in Sudan meridionale a diffondere attivamente e ad attuare le raccomandazioni delle recenti missioni dell'UE di osservazione delle elezioni e del referendum;

    16.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio di sicurezza e al Segretario generale delle Nazioni Unite, al rappresentante speciale dell'UE per il Sudan, al governo del Sudan, al governo del Sudan meridionale, alle istituzioni dell'Unione africana e al presidente del gruppo di attuazione di alto livello per il Sudan dell'Unione africana, all'Assemblea parlamentare ACP-UE nonché ai governi degli Stati membri dell'UE.


    (1)  GU L 142 del 28.5.2011, pag. 61.


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