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Document 52011IP0067

Strategia energetica della Banca mondiale Risoluzione del Parlamento europeo del 17 febbraio 2011 sulla strategia energetica della Banca mondiale per i paesi in via di sviluppo

GU C 188E del 28.6.2012, p. 40–42 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

28.6.2012   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 188/40


Giovedì 17 febbraio 2011
Strategia energetica della Banca mondiale

P7_TA(2011)0067

Risoluzione del Parlamento europeo del 17 febbraio 2011 sulla strategia energetica della Banca mondiale per i paesi in via di sviluppo

2012/C 188 E/08

Il Parlamento europeo,

vista la sua risoluzione del 18 maggio 2010 sulla coerenza delle politiche europee per lo sviluppo e il concetto di «aiuto pubblico allo sviluppo plus» (1),

vista la sua risoluzione del 13 marzo 2008 sul Fondo globale per l'efficienza energetica e le energie rinnovabili (2),

visto il pacchetto su «Clima ed energia», approvato il 17 dicembre 2008,

vista la sua risoluzione sulla relazione concernente le industrie estrattive, commissionata dalla Banca mondiale, del 1o aprile 2004 (3),

vista la «Relazione sullo sviluppo mondiale del 2010: sviluppo e cambiamento climatico»,

visti gli articoli 115, paragrafo 5, e l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.

considerando che l’accesso a servizi energetici moderni costituisce un requisito fondamentale per l’eliminazione della povertà e lo sviluppo economico, e che il diritto all'energia comporta che i servizi energetici siano affidabili, economicamente abbordabili, in particolare per i poveri, e uniformemente distribuiti in modo da colmare il divario tra le zone urbane e quelle rurali,

B.

considerando che attualmente circa 1,5 miliardi di persone non hanno accesso all’elettricità, che quattro persone su cinque vivono nell’Africa subsahariana e nell’Asia meridionale, principalmente nelle aree rurali, e che quasi 2,4 miliardi di persone utilizzano ancora biocombustibili tradizionali per cucinare e per riscaldarsi, il che provoca gravi problemi di salute e il decesso di 1,9 milioni di persone l'anno a causa dell’inquinamento in ambienti chiusi, nonché danni ecologici risultanti dall’utilizzazione non sostenibile delle risorse naturali (4),

C.

considerando che i programmi di elettrificazione tradizionale delle zone rurali finanziate dalla Banca mondiale non sono riusciti, nel complesso, a raggiungere le popolazioni rurali povere, e considerando che le tecnologie sostenibili non collegate alla rete possono essere particolarmente adatte a fornire servizi di elettricità nelle zone rurali grazie al loro carattere decentrato,

D.

considerando che, stando allo scenario di riferimento delineato nelle Prospettive energetiche mondiali per il 2008 dell’Agenzia internazionale dell’energia, la domanda mondiale di energia primaria aumenterà del 45 % entro il 2030, e che l’87 % di questo aumento sarà imputabile ai paesi non membri dell’OCSE a causa del rapido sviluppo economico; considerando che, secondo lo stesso scenario, questo rapido aumento della domanda di energia nei paesi non appartenenti all’OCSE dovrebbe comportare un incremento del 97 % circa delle emissioni di CO2,

E.

considerando che la Banca mondiale prepara attualmente una nuova strategia energetica che dovrebbe essere finalizzata a metà 2011, che aspira a contributi delle diverse parti interessate e in cui il concetto di un approvvigionamento energetico efficace, accessibile e pulito per la riduzione della povertà e la crescita economica costituisce un elemento cruciale,

F.

considerando che nel 2008 la Banca mondiale si è impegnata a destinare, entro il 2011, la metà dei suoi investimenti nel settore energetico a tecnologie a basso tenore di carbonio (5),

G.

considerando che il finanziamento del settore privato da parte delle banche di sviluppo multilaterali (MDB) si è decuplicato dal 1990 a oggi; che tale incremento è particolarmente rilevante presso il ramo del settore privato della Banca mondiale, la Società finanziaria internazionale (International Finance Corporation - IFC), i cui prestiti e investimenti totali sono più che raddoppiati tra il 2003 e il 2008,

1.

accoglie con favore la strategia energetica della Banca mondiale e ricorda che dovrebbe vertere specificamente sulla maniera in cui l’accesso ai servizi energetici può permettere alle persone di affrancarsi dalla povertà, agevolando nel contempo il passaggio a un percorso di sviluppo basato sull'energia sostenibile dal punto di vista ambientale; esorta la Banca mondiale a perseguire un approccio allo sviluppo del settore privato che arrechi il massimo beneficio agli indigenti, affrontando nel contempo il cambiamento climatico; rileva che i fattori ambientali e sociali, a livello sia nazionale sia di comunità locale, devono formare parte di esaustive analisi costi-benefici delle opzioni energetiche;

2.

osserva che i prestiti accordati per progetti relativi ai combustibili fossili continuano a svolgere un ruolo predominante nel portafoglio energetico complessivo della Banca mondiale, nonostante i recenti aumenti dei prestiti a favore delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica; rileva altresì che gli investimenti nei combustibili fossili sono effettuati anche attraverso intermediari finanziari, e che i dati annuali della Banca relativi al settore energetico non ne tengono conto; osserva inoltre con preoccupazione che la Banca continua ad effettuare cospicui investimenti in centrali elettriche alimentate a carbone, imprigionando i paesi in via di sviluppo in un modello energetico basato sul carbone per decenni a venire;

3.

plaude, conformemente agli impegni assunti dai leader del G-20 a Pittsburgh nel settembre 2009 e rinnovati nel giugno 2010 a Toronto, all’obiettivo strategico della Banca mondiale di eliminare progressivamente i prestiti accordati a progetti relativi ai combustibili fossili entro il 2015;

4.

incoraggia la Banca mondiale a dare priorità all'accesso all'energia su piccola scala e a livello locale, in particolare nei paesi meno sviluppati di Africa e Asia;

5.

esprime preoccupazione per il fatto che la Banca mondiale considera l'energia proveniente da grandi dighe idroelettriche e da biocombustibili e l'energia nucleare come energia pulita; evidenzia in particolare, gli avvertimenti dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) concernenti la minaccia costituita dai biocombustibili per l'approvvigionamento alimentare;

6.

chiede alla Banca mondiale di orientare lo sviluppo e l’attuazione di norme e standard innovativi ai fini della tutela dei diritti delle comunità e garantire che esse abbiano accesso agli sviluppi nel settore energetico e ne beneficino, nell'ambito dell'efficienza energetica e delle fonti energetiche rinnovabili;

7.

osserva con preoccupazione che un notevole volume di finanziamenti multilaterali forniti a intermediari finanziari è scarsamente controllato; insiste sulla necessità di stabilire requisiti precisi che gli intermediari finanziari devono soddisfare per essere considerati idonei ai fini dei finanziamenti multilaterali; ritiene che tali requisiti debbano includere l'obbligo di avere obiettivi di sviluppo precisi (al di là della resa finanziaria) e di prevedere rigorose misure di tutela sociale e ambientale come sancito nei protocolli e trattati internazionali;

8.

sottolinea l’importanza di internalizzare i costi attinenti al cambiamento climatico; invita ad applicare nelle procedure contabili l'approccio basato sul calcolo dei costi ambientali dell'intero ciclo di vita, in modo da valutare efficacemente le alternative energetiche disponibili;

9.

sottolinea l'esigenza di diversificare il portafoglio energetico, in considerazione dei problemi derivanti da un eccessivo assegnamento su un'unica fonte di energia per la produzione di elettricità, come i combustibili fossili importati o l'energia idroelettrica (laddove una siccità prolungata può determinare l'esaurimento dei bacini idrici e una conseguente drammatica riduzione della capacità generativa); esorta la Banca mondiale ad aumentare i suoi investimenti nelle energie rinnovabili e nell'efficienza energetica, ma ad astenersi dall'investire in vasti progetti idroelettrici, il cui impatto sociale e ambientale negativo deve essere adeguatamente valutato prima che siano finanziati, tenendo conto anche delle emissioni di gas a effetto serra dei bacini idrici; rileva che le dighe idroelettriche di dimensioni ridotte sono maggiormente sostenibili e offrono una resa economica migliore dei grandi impianti idroelettrici;

10.

deplora che la Banca mondiale promuova principalmente modelli energetici su larga scala e orientati all'esportazione invece di sostenere progetti energetici decentrati su scala ridotta, che spesso sono più appropriati ed efficaci nel soddisfare le esigenze di base nelle zone rurali; esorta la Banca mondiale a sostenere progetti energetici alternativi decentrati e su scala ridotta, tenendo conto delle esigenze delle comunità locali e delle realtà economiche dei vari paesi, e a definire obiettivi specifici e orientamenti in materia di controllo al fine di garantire che i prestiti per l'energia vadano a beneficio dei poveri;

11.

ritiene che il miglior modo di risolvere potenziali compromessi sia quello di analizzare la sicurezza dell’approvvigionamento, le ripercussioni sulla salute e sull’ambiente, le incidenze economiche sulle comunità locali e lo sviluppo e il trasferimento di tecnologia necessari tanto a livello nazionale quanto a livello locale al fine di garantire l'accesso alle tecnologie sostenibili e alle fonti energetiche rinnovabili;

12.

sottolinea la necessità di elaborare norme in materia di segnalazione e divulgazione che consentano la massima trasparenza; insiste affinché la Banca mondiale identifichi chiaramente e riveli pubblicamente i benefici specifici in termini di sviluppo prima che i finanziamenti siano impegnati; esprime preoccupazione per il fatto che il principio del «libero, previo e informato consenso», quale sancito nella dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni, non è riconosciuto nel quadro degli standard di resa della IFC;

13.

esorta la Banca mondiale a incentrare la sua strategia su come rendere commerciali e competitivi i progetti relativi a tecnologie sostenibili grazie a un finanziamento innovativo e a programmi di sviluppo istituzionali, in modo da promuovere l'efficienza energetica e l'energia rinnovabile come opzione realizzabile e allettante;

14.

rileva che lo sviluppo di tecnologie pulite nei paesi poveri è legato al trasferimento di tecnologia, il che comporta la necessità di individuare le maggiori barriere alla diffusione delle tecnologie verdi nei paesi in via di sviluppo in modo da affrontare il cambiamento climatico, nonché di considerare la possibilità di introdurre nuovi tipi di flessibilità in termini di diritti di proprietà intellettuale;

15.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Banca mondiale, al Consiglio e alla Commissione.


(1)  Testi approvati, P7_TA(2010)0174.

(2)  GU C 66 E del 20.3.2009, pag. 35.

(3)  GU C 103 E del 29.4.2004, pag. 819.

(4)  PSNU & OMS (2008): L’accesso all’energia nei paesi in via di sviluppo, New York.

(5)  Gruppo Banca mondiale (2008): Quadro strategico sullo sviluppo e il cambiamento climatico.


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