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Document 92003E000601
WRITTEN QUESTION P-0601/03 by Ilda Figueiredo (GUE/NGL) to the Commission. COM for the dairy sector and the additional levy for Portugal.
INTERROGAZIONE SCRITTA P-0601/03 di Ilda Figueiredo (GUE/NGL) alla Commissione. OCM del latte e imposizione supplementare per il Portogallo.
INTERROGAZIONE SCRITTA P-0601/03 di Ilda Figueiredo (GUE/NGL) alla Commissione. OCM del latte e imposizione supplementare per il Portogallo.
GU C 222E del 18.9.2003, pp. 219–221
(ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)
INTERROGAZIONE SCRITTA P-0601/03 di Ilda Figueiredo (GUE/NGL) alla Commissione. OCM del latte e imposizione supplementare per il Portogallo.
Gazzetta ufficiale n. 222 E del 18/09/2003 pag. 0219 - 0221
INTERROGAZIONE SCRITTA P-0601/03 di Ilda Figueiredo (GUE/NGL) alla Commissione (25 febbraio 2003) Oggetto: OCM del latte e imposizione supplementare per il Portogallo In marzo termina l'attuale campagna di commercializzazione del latte e attualmente circa 20 mila produttori portoghesi potranno essere assoggettati a multe attinenti al superamento delle proprie quote individuali. Va evidenziato che la quota del latte assegnata al Portogallo tendenzialmente sarà superata per circa 40-50 mila tonnellate e ciò comporterà una multa di 37 centesimi per litro, ovvero 15 milioni di euro. Secondo le stime del settore in Portogallo, dato il notevole indebitamento di molti produttori, se la multa verrà comminata può provocare la scomparsa del 30 % dei produttori, non solo nella regione Entre Douro e Minho. Al riguardo va sottolineato che negli ultimi 10 anni, tra le campagne 1991/1992 e 2001/2002, è stata registrata la scomparsa del 78 % dei produttori, ossia 75 mila produttori, e tra il 1999 e il 2002 altri 20 mila, soprattutto piccoli e medi produttori nelle regioni dell'interno con difficoltà specifiche, per esempio zone montane. La situazione dipende soprattutto dall'incremento dell'intensificazione, della concentrazione e del carattere verticale della produzione del latte in Portogallo. Del resto un po' ovunque in Europa la politica dei prezzi, il riscatto delle quote di piccoli produttori, i trasferimenti di quote senza terra, l'eliminazione di stalle collettive di mungitura e di posti di raccolta e gestione delle riserve ha provocato gravi difficoltà. Inoltre la riforma dell'OCM nell'Agenda 2000 non ha tenuto in conto tale realtà e ha mantenuto una quota, iniqua per il Portogallo, basata su produzioni e indici di produttività storici e senza considerare fattori come il numero di aziende, l'autoapprovvigionamento e il peso del settore nelle regioni meno favorite. La riforma puntava solo alla riduzione dei prezzi agricoli con parziali compensazioni di aiuti diretti (circa l'80 %), con una base principale data dagli aiuti nazionali da erogare, tenendo in conto unicamente il peso della produzione di ogni paese e senza ulteriori considerazioni per una prospettiva di coesione economica e sociale. Infine è stato adottato il criterio di calcolo della famigerata mucca virtuale, che penalizza gli agricoltori e i paesi con minore produttività. Alla luce di quanto sopra esposto, può la Commissione precisare quanto segue: - Quali misure intende adottare per tenere in conto la specificità dell'agricoltura portoghese e evitare le gravi ripercussioni socioeconomiche che l'imposizione supplementare comporterà, soprattutto nelle regioni meno favorite? Non ritiene che la quota portoghese dovrebbe essere aumentata in modo da corrispondere così ai livelli attuali di produttività, nonché al grado di autoapprovvigionamento e alla coesione economica e sociale? - Non ritiene che la proposta di revisione intermedia avrà come unico esito quello di accentuare le attuali tendenze in atto nel settore? Quali misure intende adottare per garantire una produzione di latte equilibrata nell'intero territorio dell'UE, comprese le zone dell'entroterra e montane, avendo l'obiettivo di conservare una fitta rete di piccole e medie aziende? Risposta data dal sig. Fischler in nome della Commissione (20 marzo 2003) La Commissione non condivide l'opinione dell'onorevole parlamentare sulla produzione del latte in Portogallo per le ragioni in appresso precisate: - Sin dall'inizio, il livello delle quote è stato fissato in riferimento alla produzione e non al consumo. In tale contesto, nel 1986 al Portogallo è stata accordata la possibilità di applicare il regime delle quote solo a partire dal 1992. Tali quote, inoltre, sono state fissate al 160 % circa della produzione registrata al momento dell'adesione. Dal 1986 la produzione portoghese ha registrato un aumento costante, fino a raggiungere e superare la quota a partire dal 1999-2000. - Anche se la fissazione delle quote venisse effettuata in base al consumo, tale argomento non sarebbe pertinente per il Portogallo. L'intervento per il burro, infatti, è attualmente permanente per oltre il 5 % della produzione, cosa che dimostra la presenza di eccedenze strutturali nel settore lattiero portoghese. - La scomparsa di numerosi piccoli produttori lattieri portoghesi non è casuale, ma è stata incentivata e finanziata da programmi e fondi comunitari e nazionali per rendere possibile una ristrutturazione del settore. La diminuzione del numero di produttori lattieri e l'incremento della produttività costituiscono peraltro un elemento comune a tutti gli Stati membri. - Il regime delle quote latte è stato istituito essenzialmente per limitare l'offerta di latte e garantire prezzi sufficienti alla produzione. Sotto questo profilo esso si è rivelato molto efficace ovunque sia stato applicato correttamente. - Al momento in cui è stata decisa l'Agenda 2000 il Portogallo non aveva mai raggiunto la quota assegnatagli: non vi erano motivi, quindi, per prevedere deroghe alla regola generale. Il testo finale, inoltre, ha abbandonato il criterio della mucca virtuale. Nel progetto di riforma della politica agricola comune (PAC) attualmente in discussione sono previsti per il Portogallo i medesimi aumenti moderati degli altri Stati membri, che in diversi casi avrebbero fondati motivi per aumentare la produzione. Alla luce di quanto precede, possiamo rispondere come segue ai quesiti dell'onorevole parlamentare. - La Commissione non può proporre una deroga al pagamento del prelievo, né per il Portogallo, né per alcun altro Stato membro. Tale provvedimento si tradurrebbe in un crollo dei prezzi e altererebbe le condizioni di concorrenza rispetto ai produttori che rispettano la quota loro assegnata. - La riforma attualmente in discussione non apporta modifiche significative a questo riguardo: da un lato le quote continueranno a non poter circolare da uno Stato membro all'altro e, dall'altro, la loro attribuzione tra regioni e produttori rimarrà di competenza dei singoli paesi, secondo criteri generali fissati dalla normativa comunitaria.