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Document 52001AR0200

Parere del Comitato delle regioni sulla "Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni Lavorare insieme per conservare lo slancio 2001 — Revisione della strategia sul mercato interno"

GU C 107 del 3.5.2002, pp. 68–72 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

52001AR0200

Parere del Comitato delle regioni sulla "Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni Lavorare insieme per conservare lo slancio 2001 — Revisione della strategia sul mercato interno"

Gazzetta ufficiale n. C 107 del 03/05/2002 pag. 0068 - 0072


Parere del Comitato delle regioni sulla "Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni 'Lavorare insieme per conservare lo slancio' 2001 - Revisione della strategia sul mercato interno"

(2002/C 107/21)

IL COMITATO DELLE REGIONI,

vista la comunicazione della Commissione "Lavorare insieme per conservare lo slancio - 2001: Revisione della strategia sul mercato interno" (COM(2001) 198 def.);

vista la decisione della Commissione, del 19 aprile 2001, di consultare il Comitato delle regioni sull'argomento, conformemente al disposto dell'articolo 265, primo comma, del Trattato che stabilisce la Comunità europea;

vista la decisione del proprio Presidente, in data 7 giugno 2001, di elaborare un parere in materia e di affidare alla Commissione 6 "Occupazione, politica economica, mercato unico, industria, PMI" l'incarico di effettuare i lavori preparatori sull'argomento;

vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio "La strategia per il mercato interno europeo" (COM(1999) 464 def.);

visto il proprio parere in merito alla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni "Strategia per il mercato interno - Revisione per l'anno 2000" (COM(2000) 257 def.)(1);

visto il proprio parere in merito alla "Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la Direttiva 97/67/CE per quanto riguarda l'ulteriore apertura alla concorrenza dei servizi postali della Comunità" [COM(2000) 319 def. - 2000/0139 (COD)] CdR 309/2000 fin(2);

visto il proprio parere in merito alla "Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di forniture, di servizi e di lavori" [COM(2000) 275 def. - 2000/0115 (COD)] e alla "Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che coordina le procedure di appalto degli enti erogatori di acqua, di energia e degli enti che forniscono servizi di trasporto" [COM(2000) 276 def. - 2000/0117 (COD)] CdR 312/2000 fin(3);

visto il progetto di parere (CdR 200/2001 riv. 2) adottato dalla Commissione 6 il 28 settembre 2001 (relatrice: Rodust, D/PSE, Presidente della Commissione per gli affari europei del Parlamento del Land Schleswig-Holstein),

ha adottato all'unanimità, il 14 novembre 2001, nel corso della 41a sessione plenaria, il seguente parere.

1. La posizione del Comitato delle regioni in merito alla comunicazione

Strategia per il mercato interno

1.1. Con il presente parere il Comitato si esprime per la seconda volta in merito alla strategia della Commissione circa il mercato interno. Il Comitato si è già pronunciato sulla strategia per il mercato interno per il 2000, sia sull'approccio generale che sugli obiettivi strategici, e conferma le posizioni già espresse.

1.2. Il Comitato, associandosi alle altre istituzioni europee, ravvisa tuttora nella realizzazione del mercato interno un compito centrale, e finora solo parzialmente realizzato, del processo di integrazione europea. Senza la graduale creazione di un mercato comune in Europa l'Unione europea perderebbe lo slancio verso l'integrazione. Date le particolari sfide che attualmente essa deve affrontare, legate al dibattito sul proprio futuro, alla politica sull'ampliamento e alle ripercussioni economiche della globalizzazione, la realizzazione del mercato interno svolge un ruolo di primo piano. È soprattutto attraverso il mercato interno che l'Europa deve diventare accessibile ai cittadini.

1.3. Una sistematica realizzazione del mercato interno non può prescindere dall'approccio globale messo a punto dalla Commissione già nel 1999 per l'attuazione del mercato interno nei successivi 5 anni, dagli obiettivi strategici formulati in tal senso, dagli obiettivi operativi e dalle azioni mirate a breve termine, né dall'intento di sottoporre a verifica questi obiettivi ogni 18 mesi e di adeguarli introducendo nuove linee direttrici. Il Comitato condivide questo approccio generale.

1.4. Il Comitato concorda con l'approccio della Commissione secondo cui una maggiore efficienza dei mercati comunitari dei prodotti e dei capitali, il miglioramento del contesto in cui operano le imprese, una migliore qualità della vita dei cittadini e lo sfruttamento delle conquiste del mercato interno in un mondo in trasformazione rappresentano quattro presupposti essenziali per la realizzazione del mercato interno.

1.5. Anche per la strategia del mercato interno per il 2001 vale comunque la richiesta del Comitato d'incentrare le misure intese a migliorare l'efficienza del mercato interno soprattutto sugli sforzi tesi a creare posti di lavoro durevoli e competitivi. Dei criteri proposti al riguardo dal Comitato si è però tenuto conto solo parzialmente per attuare il mercato interno.

1.6. Il Comitato ribadisce inoltre i limiti della politica di liberalizzazione già fatti presenti in precedenza, e sottolinea che l'approvazione della strategia di mercato da parte del Consiglio comporta, da parte degli Stati membri, un impegno volontario piuttosto che l'obbligo di recepimento delle proposte concrete della Commissione. Quanto alla verifica del livello di recepimento delle direttive UE nel diritto nazionale, il margine d'azione degli Stati membri non deve essere ristretto a posteriori.

1.7. Le richieste formulate dal Comitato circa l'importanza di tener conto del principio di sussidiarietà e degli interessi degli enti locali e regionali non sono formule prive di contenuto. Il Comitato riconosce gli evidenti sforzi della strategia del mercato della Commissione per migliorare nettamente la vicinanza del mercato interno ai cittadini e quindi l'apertura del mercato interno alle PMI. Tuttavia, nella strategia del mercato interno, il Comitato non ravvisa idee e criteri ben definiti per includere nei processi di recepimento delle misure proposte gli enti locali e regionali, con le loro molteplici possibilità e reti. Tiene pertanto a ribadirne l'importanza, laddove opportuni e necessari, anche per poter meglio orientare l'applicazione del principio di sussidiarietà.

Strategia di mercato interno 2001

1.8. La strategia per il mercato interno può essere efficace solo se le azioni mirate vengono effettivamente e tempestivamente trasformate in progetti normativi, a loro volta applicati negli Stati membri.

1.9. Le esperienze fatte con la strategia di mercato per il 2000 hanno dimostrato che un programma troppo vasto e scarsamente mirato incontra difficoltà di realizzazione. Il Comitato condivide l'idea della Commissione secondo cui il bilancio del recepimento delle azioni mirate in norme giuridiche per gli ultimi 12 mesi è ancora insoddisfacente. Accoglie con favore le conclusioni della Commissione, di ridurre cioè le azioni concrete della strategia per il mercato interno a 76 e di considerarne come prioritarie solo 40.

1.10. Benché il deficit di recepimento negli Stati membri sia già stato ridotto, la trasposizione nelle legislazioni nazionali delle norme giuridiche adottate può essere ulteriormente migliorata. In diversi Stati membri il livello di recepimento è ancora ampiamente inferiore alla media. Resta da vedere se la trasposizione completa delle norme giuridiche deliberate, richiesta dal Consiglio europeo di Stoccolma del marzo 2001, e la riduzione del deficit di recepimento all'1,5 % entro la primavera del 2002 siano obiettivi effettivamente realizzabili. Alla luce delle esperienze fatte finora, il Comitato reputa questa richiesta molto ambiziosa.

1.11. La realizzazione del mercato interno riguarda numerosi settori. Tuttavia, per il conseguimento di quest'obiettivo risulta più utile convertire effettivamente solo un minor numero di progetti in direttive sul mercato interno che dovranno essere applicate dagli Stati membri piuttosto che realizzare solo in parte una strategia completa e organica. Il Comitato appoggia quindi l'approccio della Commissione, di procedere cioè per priorità. Condivide anche il progetto di migliorare il flusso di informazioni tra gli Stati membri e la Commissione circa il recepimento. In questo senso è tuttavia imprescindibile la partecipazione attiva dei vari moltiplicatori a livello regionale e locale.

1.12. La selezione delle azioni per la strategia di mercato interno 2001 si fonda sulle analisi e sulle osservazioni della Commissione, nelle quali confluiscono anche i risultati del dialogo con le imprese ed i cittadini. Dalle statistiche disponibili sulle lacune del funzionamento del mercato interno per le PMI ed i cittadini emergono i seguenti principali aspetti problematici: la libera circolazione dei beni, la libertà di stabilimento, le normative sulla prestazione di servizi, la libera circolazione delle persone, le questioni fiscali, l'ambiente ed i problemi legati alla tutela dei consumatori nonché le problematiche legate agli appalti pubblici ed alla concorrenza. Il Comitato esorta ad orientare maggiormente verso questi settori gli obiettivi operativi e gli obiettivi mirati a breve termine, e a definire le priorità di conseguenza.

1.13. Le PMI ed i cittadini continuano ad avere difficoltà a tutelare i propri diritti in materia di mercato interno. I punti di contatto per il mercato interno allestiti negli Stati membri, ai quali spetta il compito di esaminare i reclami in materia e di risolvere i problemi incontrati, lavorano in maniera molto differenziata. L'esistenza di questi organi non è nota ovunque, e le loro capacità di risolvere i problemi sono ancora piuttosto limitate. Ora, per realizzare effettivamente il mercato interno è indispensabile rafforzare questi punti di contatto e la loro interattività in rete. L'obiettivo deve consistere nel rendere nota l'esistenza di questi organi e nell'assicurare che siano in grado di risolvere singoli problemi anche a livello transfrontaliero, rapidamente e senza complicazioni burocratiche. Ciò non può avvenire soltanto per via elettronica e facendo conoscere direttamente la situazione giuridica in atto sul mercato interno.

Azioni mirate della strategia per il mercato interno per il 2001

1.14. Secondo il Comitato, le azioni mirate proposte dalla Commissione per la strategia del mercato interno per il 2001 contribuiranno a proseguire la realizzazione del mercato interno. Dal suo punto di vista devono essere prese in considerazione innanzitutto le seguenti proposte:

1.15. Il sistema on-line per il "problem-solving" interattivo e le riflessioni per una "politica interattiva", cui si aspira, potranno consentire una realizzazione del mercato interno più rapida e orientata alla soluzione dei problemi soltanto se la Commissione farà in modo che gli attori locali e regionali vengano attivamente coinvolti in questo dialogo. L'impiego di questi strumenti, tuttavia, risulterà utile solo se gli stimoli e le iniziative interverranno anche nell'ulteriore sviluppo della strategia per il mercato interno.

1.16. Il Comitato condivide in linea di principio l'idea di procedere a un'ulteriore liberalizzazione dei singoli settori di mercato. Ciò riguarda anche, ad esempio, il mercato interno per il trasporto di merci su rotaia e per il trasporto internazionale di persone. La politica europea di liberalizzazione però non deve comportare una limitazione, o addirittura un ostacolo, alle opportunità di sviluppo di singole regioni e comuni. I pubblici poteri devono poter mantenere la possibilità d'intervenire soprattutto laddove c'è bisogno, ma non sono disponibili, o non sono giustificate, alternative offerte dal settore privato.

1.17. Il Comitato condivide in linea di principio l'interesse della Commissione a liberare le imprese da norme e disposizioni gravose e ad agevolare loro l'accesso al mercato grazie ad un'ulteriore normalizzazione dei prodotti. Il Comitato accoglie decisamente con favore il progetto della Commissione di sviluppare una strategia per la semplificazione del contesto giuridico, e si attende che una strategia si applichi soprattutto a livello UE.

1.18. Anche il Comitato conviene sull'opportunità di porre in essere un quadro normativo per gli aiuti di stato in materia di ricerca e sviluppo, sempre che consenta pari opportunità di concorrenza. A tal fine occorre che l'Unione europea attui una politica della ricerca che non escluda aiuti a progetti di ricerca di media dimensione e consenta un aiuto alla ricerca differenziato a livello nazionale e regionale.

1.19. Gli sforzi tesi all'"apertura di nuovi mercati europei del lavoro" devono costituire il fulcro delle azioni mirate a favore di un mercato interno dei cittadini, e i progetti intesi ad includere gli aspetti ambientali nello sviluppo del mercato interno, a garantire la sicurezza dei generi alimentari, il superamento degli ostacoli in campo sociale nonché la formazione e il perfezionamento professionale devono servire proprio al conseguimento di queste finalità. Il previsto piano d'azione quindi non deve limitarsi a smantellare gli ostacoli transfrontalieri, per agevolare così la mobilità, ma deve anche offrire al tempo stesso agli enti locali e regionali il margine di manovra necessario per poter effettivamente sfruttare questi nuovi mercati europei del lavoro. Il Comitato accoglie con favore i progetti della Commissione, tesi a includere sin da ora la dimensione dei paesi candidati all'adesione negli aspetti esterni del mercato interno.

2. Raccomandazioni del Comitato delle regioni

Priorità intersettoriali

2.1. Affinché l'UE possa tempestivamente convertire i progetti previsti dalla strategia del mercato interno in misure legislative, il Comitato esorta a dare ai progetti più importanti una particolare priorità, e a spingere la presidenza del Consiglio in carica a includere nei propri programmi di lavoro la realizzazione di questi progetti come "azioni prioritarie".

2.2. Per il dialogo tra la Commissione e gli attori coinvolti nel funzionamento del mercato la Commissione dispone, oltre che di vari websites, di centri nazionali di coordinamento e di punti di contatto, tra cui i centri di consulenza per i consumatori (Eurosportelli) e i centri europei di informazioni (Euroinfocentre, EIC). Per migliorare il flusso delle informazioni sul recepimento del mercato interno tra gli Stati membri e la Commissione, il Comitato propone di intensificare l'uso dello strumento della consultazione reciproca per l'attuazione del mercato interno. Incoraggia a potenziare gli EIC, anche coinvolgendo gli Eurosportelli, non soltanto come punti di avvio, ma anche per crearvi "Gruppi di lavoro per il mercato interno" ai quali partecipino tra l'altro i rappresentanti delle associazioni economiche, dei sindacati, delle camere di commercio e degli enti locali e regionali. In questo modo la Commissione viene messa in grado di condurre con questi moltiplicatori un dialogo circa il recepimento della strategia del mercato interno e i suoi effetti sui mercati regionali e locali. Altri esempi dimostrano che la Commissione è in grado di avviare e promuovere questi processi.

2.3. Il Comitato condivide l'idea della Commissione secondo cui per misurare i progressi nei vari settori del mercato interno devono essere sviluppati indicatori significativi. Sottolinea di attendere dalla Commissione indicatori che riguardino anche gli sviluppi e gli effetti delle nuove norme del mercato interno anche sul piano regionale e locale. Tra questi si annoverano non soltanto indicatori sulla libera circolazione di merci e servizi, sulla libertà di stabilimento, sui prezzi e sul livello di normalizzazione, bensì anche indicatori che consentano di pronunciarsi sullo sviluppo del mercato europeo del lavoro, della dinamica occupazionale, della compatibilità dei sistemi sociali e della mobilitazione dello spirito imprenditoriale.

Azioni mirate e operative a breve termine per gli ambiti d'importanza strategica per il mercato interno (mercati, imprese, cittadini, aspetti esterni)

2.4. Il Comitato esorta a includere nelle verifiche della strategia di mercato interno un'analisi delle lacune e dei risultati delle azioni mirate e operative a breve termine evidenziate dalle reti della stessa Commissione, dal dialogo con le PMI e con i cittadini nonché dall'auspicata "politica interattiva".

2.5. L'introduzione dell'euro come moneta europea unica costituisce la prossima tappa determinante verso la creazione e il rafforzamento del mercato interno. Da varie parti si teme (a torto o a ragione) che l'introduzione della nuova moneta comporti un ulteriore aumento dei prezzi. Il Comitato invita la Commissione ad adottare nuove misure intese ad accrescere la fiducia dei cittadini nella nuova moneta, e ad osservare con attenzione il suo impatto sull'andamento dei prezzi. Tra queste misure aggiuntive si annoverano in particolare la riduzione e l'allineamento delle commissioni per i pagamenti non in contanti tra gli Stati membri.

2.6. I raffronti di prezzo rappresentano un buon indicatore per l'integrazione economica e l'efficienza del mercato. Per gli articoli di elettronica di consumo, ad esempio, le differenze di prezzo tra i paesi UE possono raggiungere anche il 40 %, e per i generi alimentari freschi le differenze sono ancora più elevate. Esse non si spiegano solo con le diverse aliquote IVA: in Europa l'immagine del marchio incide infatti per un terzo della differenza di prezzo. Altri motivi potrebbero essere i limiti imposti dalla concorrenza, dalla distribuzione e dal marketing nel settore dei servizi. Inoltre maggiori preoccupazioni per le imprese vengono dalle norme giuridiche e dalle difficoltà legate all'armonizzazione tecnica. Soltanto i mercati efficienti e orientati alla concorrenza, sui quali i beni vengono scambiati liberamente, esercitano una costante pressione sui prezzi. Il Comitato invita a condurre studi che chiariscano questi problemi e presentino proposte di soluzioni, e a proseguire i lavori per il recepimento della strategia globale per il mercato interno dei servizi.

2.7. Secondo il Comitato il dialogo sociale in corso su una politica dei consumatori sostenibile e vicina ai cittadini rappresenta la possibilità di effettuare le correzioni necessarie nel settore della politica agricola, che ha aperto la strada verso il mercato comune. Si tratta principalmente di produrre, elaborare e commercializzare generi alimentari più sani e di migliore qualità, potenziando nel contempo la tutela degli animali e dell'ambiente. Gli Stati membri dell'UE sono soggetti alle regole del commercio intracomunitario e alle regole internazionali dell'import-export. Per la protezione dei consumatori ciò ha conseguenze significative: il Comitato caldeggia un divieto permanente a livello UE sull'uso di farine e grassi animali per la produzione di mangimi, nonché l'obbligo del test BSE per i bovini di 24 mesi e l'estensione dei test agli ovini e ai caprini. La tutela degli animali deve essere migliorata rendendo più rigide le regole europee e nazionali per l'allevamento degli animali da reddito. Occorre eliminare le sovvenzioni all'esportazione per gli animali da macello vivi e ridurre notevolmente i tempi di trasporto degli animali vivi. Il Comitato invita la Commissione a rivedere il sistema vigente per la promozione dell'agricoltura. In futuro i pagamenti dell'UE per le spese legate alla produzione dovrebbero avvenire più spesso a favore del cosiddetto secondo pilastro: tutela della natura, promozione dei sistemi di garanzia della qualità, uso della biomassa per la produzione di energia, ecc. Il Comitato ritiene opportuno esaminare la possibilità di aumentare la quota di cofinanziamento UE per le misure del secondo pilastro.

2.8. La liberalizzazione nel settore dei trasporti e dell'energia, nel settore delle comunicazioni e dei servizi postali e nel settore dei servizi finanziari ha innescato una dinamica di mercato dalla quale finora hanno tratto vantaggio tutti gli Stati membri. D'altro canto, però, soprattutto le regioni rurali strutturalmente deboli risentiranno sempre più, anche negativamente, della liberalizzazione di questi mercati sotto il profilo della disponibilità di servizi infrastrutturali. Il Comitato invita perciò la Commissione a prestare maggiore attenzione, in futuro, agli effetti della politica di liberalizzazione sulle varie regioni, e, ogni volta che vengono formulate nuove proposte (ad esempio per il pacchetto di misure previste per il 2001 circa la liberalizzazione del trasporto di merci su rotaie), di descriverli e valutarli regolarmente in un capitolo a parte. Ciò vale anche per le proposte il cui effetto accresce la pressione competitiva sulle PMI e sulle regioni strutturalmente deboli e, tra l'altro, anche per il recepimento delle raccomandazioni "Basilea II".

2.9. Il Comitato chiede una politica europea della concorrenza e degli aiuti che tenga conto degli obiettivi di politica regionale e garantisca una concorrenza equa. Ciò vale in particolare anche per le infrastrutture pubbliche e altre misure per l'ottimizzazione dei fattori locali regionali. Il Comitato prevede che al riguardo la Commissione crei un quadro giuridico chiaro e positivamente formulato per la politica infrastrutturale pubblica e per le misure relative ai servizi pubblici di interesse generale nel partenariato pubblico-privato.

2.10. Rispetto all'industria, per le PMI è di gran lunga più difficile affermarsi nei confronti della concorrenza. Ultimamente la Commissione ha chiesto ai beneficiari dei contributi garanzie bancarie per gli anticipi versati all'inizio di un progetto, il cosiddetto "advance payment". Lo strumento delle garanzie, oltre a produrre dei costi, riduce la linea di credito per altri progetti, restringendo in maniera determinante il campo d'azione per le PMI. Per prevenire irregolarità il Comitato invita la Commissione a imporre sanzioni drastiche in caso di comportamenti non corretti da parte dei beneficiari dei contributi. Il Comitato invita inoltre a verificare se alle PMI possa essere concessa una deroga per la garanzia a copertura degli anticipi.

2.11. Il Comitato condivide l'idea della Commissione secondo cui lo spazio economico europeo è eccessivamente regolamentato, e quindi le possibilità di sviluppo, soprattutto per le PMI, vengono notevolmente limitate. Deplora che la stessa UE abbia contribuito a questo sviluppo in maniera non trascurabile. Si compiace quindi del progetto della Commissione di presentare entro la fine del 2001 una strategia globale per la semplificazione della regolamentazione a livello comunitario e nazionale. Il Comitato invita la Commissione ad attenersi strettamente al principio di sussidiarietà ed a concentrarsi sulle regolamentazioni quadro.

2.12. Il Comitato deplora che l'efficacia di molti progetti UE intesi a promuovere lo sviluppo economico sul mercato interno venga compromessa dalla complessità delle richieste e dalla scarsa trasparenza dei processi decisionali. Ciò vale anche per la gestione degli aiuti previsti dai fondi strutturali in base a requisiti normativi che spesso contrastano con l'efficienza degli organi nazionali, portando quindi alla creazione di strutture amministrative parallele. Il Comitato chiede alla Commissione di prestare particolare attenzione a questo aspetto nel quadro della valutazione intermedia, e di presentare una relazione contenente proposte intese a snellire le procedure, facendo affidamento sulle strutture amministrative disponibili a livello regionale e nazionale.

2.13. Affinché le PMI ed i cittadini si avvalgano dei propri diritti sul mercato interno e le difficoltà possano essere risolte quanto più rapidamente possibile, il Comitato condivide l'intento della Commissione di prestare particolare attenzione a questa sfida. Per dare un volto alle anonime reti di dialogo e per accelerare la concreta soluzione di problemi anche in casi specifici, il Comitato propone di introdurre a livello UE un "Ombudsman per il mercato interno", al quale i cittadini e le imprese possano rivolgersi direttamente, e che garantisca, in collaborazione con i punti di contatto e i governi degli Stati membri, l'applicazione dei diritti del mercato interno.

2.14. Con la realizzazione del mercato interno il processo verso la libertà di circolazione e di stabilimento, nonché verso la competizione e la crescita, diventa inarrestabile. L'attività transfrontaliera delle PMI può tuttavia essere danneggiata dai cosiddetti ostacoli "duri" e "morbidi", come mostrano i seguenti esempi:

2.15. Ogni impresa attiva a livello transfrontaliero deve mettere in conto la possibilità di essere esposta alla richiesta di concludere uno dei contratti collettivi di lavoro vigenti nei paesi confinanti. I sindacati dei paesi confinanti si aspettano inoltre che i lavoratori dell'impresa d'origine appartengano al sindacato specifico competente, anche quando tale impresa non dispone di una sede nei paesi confinanti. Da ciò deriva un'incertezza giuridica per l'impresa d'origine, tanto più che spesso non esistono disposizioni codificate sui salari minimi (contratti collettivi in corso di definizione) e le condizioni salariali, a causa della struttura differenziata dei costi salariali aggiuntivi, sono difficilmente raffrontabili con quelle estere, e quindi le prestazioni salariali aggiuntive non sono riconosciute nel quadro delle disposizioni sulle paghe orarie minime. Il Comitato invita la Commissione a predisporre un quadro sinottico contenente proposte attuabili in pratica, per indicare alle imprese almeno un metodo che assicuri una comparabilità approssimativa.

2.16. Il Comitato concorda con la Commissione nel ritenere che la mobilità dei lavoratori sul mercato interno viene ancora ostacolata da diversi fattori, e che lo smantellamento di queste barriere alla mobilità deve essere un compito centrale nel recepimento della strategia per il mercato interno. Ciò non presuppone obbligatoriamente l'armonizzazione dei sistemi fiscali e sociali degli Stati membri. Piuttosto sono decisive le regole globali, che rendono compatibili per i singoli lavoratori diversi sistemi istituzionali. Il Comitato accoglie pertanto con favore il piano d'azione della Commissione, annunciato per la primavera del 2002, circa l'apertura di nuovi mercati del lavoro europei, nonché tutte le altre proposte per il riconoscimento delle qualifiche professionali. Il Comitato ricorda tuttavia che in questo modo si deve promuovere e accrescere la mobilità non solo dei lavoratori altamente qualificati, ma anche dei lavoratori di qualsiasi livello.

2.17. Il Comitato chiede alla Commissione d'includere nei suoi programmi di aiuto (tra cui EURES o Interreg) anche gli aspetti relativi al superamento degli ostacoli "morbidi" alla mobilità, collegandosi ai risultati positivi conseguiti finora per le regioni di confine. L'apprendimento delle lingue, soprattutto nelle regioni di confine, deve diventare un elemento chiave per promuovere la mobilità nell'Unione europea e la realizzazione del mercato interno. A questo proposito il Comitato accoglie con favore, ad esempio, le iniziative e la campagna d'informazione nel quadro dell'"Anno europeo delle lingue 2001". Il Comitato invita la Commissione e il Consiglio a promuovere questo strumento in forma di azioni specifiche.

Bruxelles, 14 novembre 2001.

Il Presidente

del Comitato delle regioni

Jos Chabert

(1) CdR 311/2000 fin - GU C 148 del 18.5.2001, pag. 16.

(2) GU C 144 del 16.5.2001, pag. 20.

(3) GU C 144 del 16.5.2001, pag. 23.

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