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Document EESC-2022-01398-AC

Parere - Comitato economico e sociale europeo - Impatto geopolitico della transizione energetica

EESC-2022-01398-AC

PARERE

Comitato economico e sociale europeo

Impatto geopolitico

della transizione energetica

_____________

Impatto geopolitico della transizione energetica

[JOIN/2022/23 final]

REX/550

Relatore: Tomasz Andrzej WRÓBLEWSKI

Correlatore: Ioannis VARDAKASTANIS

IT

Consultazione

28/06/2022

Base giuridica

Articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea

Decisione dell'Assemblea plenaria

21/09/2022

Base giuridica

Articolo 52, paragrafo 2, del Regolamento interno

Consultazione

Sezione competente

Relazioni esterne

Adozione in sezione

14/09/2022

Adozione in sessione plenaria

21/09/2022

Sessione plenaria n.

572

Esito della votazione
(favorevoli/contrari/astenuti)

229/1/6

1.    Conclusioni e raccomandazioni

1.1Il 2022 passerà alla storia come un anno di profondi cambiamenti sul piano geopolitico ed energetico in tutto il mondo. Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) apprezza gli sforzi della Commissione e dei singoli Stati membri, che hanno accelerato il processo verso l'indipendenza dalle forniture energetiche russe. Il CESE ritiene che, date le dinamiche della guerra in Ucraina, sia comunque necessario accelerare tale processo, imponendo un severo embargo, che deve inoltre comportare il rapido sviluppo di fonti energetiche pulite alternative.

1.2Il presente parere tiene conto della richiesta di consultazione relativa alla comunicazione JOIN(2022) 23 dal titolo "Strategia UE di mobilitazione esterna per l'energia in un mondo che cambia", pubblicata congiuntamente dalla direzione generale dell'Energia della Commissione europea e dall'Alto rappresentante dell'Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza il 18 maggio 2022.

1.3Il CESE si compiace del fatto che l'Europa rimanga in prima linea sul fronte della transizione energetica, ma sottolinea che i cambiamenti all'interno dell'UE non sono sufficienti a compensare gli effetti delle emissioni globali e che agire a livello internazionale è chiaramente nell'interesse dell'Unione, sia sul piano dei cambiamenti climatici, sia in termini di espansione economica, al fine di assicurare uno sviluppo globale sostenibile.

1.4Il CESE accoglie con favore una serie di iniziative dell'Unione che rafforzano la resilienza interna dell'UE, come REPowerEU, o che favoriscono la stabilità politica, come il partenariato per una transizione energetica giusta, la strategia Global Gateway e l'agenda verde per i Balcani occidentali.

1.5Al contempo, il CESE richiama l'attenzione sul fatto che le attuali tensioni politiche richiederebbero una cooperazione ancora più attiva con alcuni paesi in grado di assicurare all'Europa forniture di gas e petrolio. Tra questi figurano gli Stati Uniti e, in misura diversa, i paesi del Sud America e dell'Africa, le cui esportazioni di combustibili fossili dovrebbero essere integrate con trasferimenti di conoscenze e tecnologie rinnovabili che potrebbero accelerare la loro transizione verso la neutralità climatica.

1.6Il CESE accoglie con favore l'iniziativa di collegare la Moldova e l'Ucraina alla rete energetica europea, ma chiede anche di riesaminare periodicamente la situazione geopolitica derivante dai cambiamenti dinamici della struttura energetica in paesi come l'Armenia, la Georgia e il Kazakistan.

1.7Il CESE richiama l'attenzione sulla necessità di instaurare relazioni privilegiate con i paesi che sono i principali fornitori di metalli pesanti e delle materie prime necessarie per la produzione di tecnologie energetiche pulite, e che potrebbero essere minacciati. A tal fine è necessario sviluppare un settore completamente nuovo nelle relazioni internazionali: la diplomazia energetica europea.

1.8Alla luce della recente esperienza dell'eccessiva dipendenza europea dalle materie prime provenienti da fonti incerte, il CESE esorta l'UE a essere quanto più flessibile possibile nei suoi ambiziosi piani per la transizione energetica, prevedendo un margine di tempo sufficiente per analizzare l'impatto geopolitico di determinate decisioni e per adeguare tali decisioni qualora esse provochino tensioni indesiderate e impreviste a livello mondiale.

2.    Introduzione

2.1Da molti anni le questioni legate alla transizione energetica sono in cima all'agenda politica di tutto il mondo. L'Unione europea, con il Green Deal europeo, è all'avanguardia nella transizione energetica, sulla base dei suoi valori di sostenibilità, solidarietà e cooperazione internazionale. Tuttavia, poiché all'UE è attribuibile soltanto circa l'8 % delle emissioni globali (percentuale che è in diminuzione), la sua politica interna, per quanto ambiziosa, non è sufficiente.

2.2Come sottolineato nelle conclusioni del convegno sul tema La geopolitica del Green Deal europeo 1 , il multilateralismo è fondamentale per contrastare queste minacce climatiche transfrontaliere comuni ed è grazie non a una geopolitica divisiva, ma piuttosto al multilateralismo, che è possibile far fronte alla crisi planetaria. È quanto emerge anche dal parere del CESE sulla nuova strategia dell'UE di adattamento ai cambiamenti climatici 2 , in cui il Comitato ha sostenuto la necessità di "intensificare le azioni internazionali per la resilienza climatica", come afferma la Commissione, concordando con la dichiarazione della stessa secondo cui "la nostra ambizione in materia di adattamento ai cambiamenti climatici deve andare di pari passo con la nostra leadership mondiale nella mitigazione dei cambiamenti climatici".

2.3Dal momento che i cambiamenti climatici e le azioni correlate già intraprese sono causa di profondi cambiamenti a livello geopolitico e industriale, trainati da una rapida espansione delle energie rinnovabili, con un forte impatto sulle relazioni internazionali, il CESE ha deciso che un'attenzione concentrata sugli effetti geopolitici sarebbe stata fondamentale per l'elaborazione di un parere generale esaustivo sui cambiamenti climatici.

2.4Sebbene esista un consenso scientifico sulla necessità di ridurre le emissioni di gas a effetto serra nell'atmosfera, la politica in materia di clima non può ignorare i crescenti legami positivi e negativi tra le sfide economiche, sociali e ambientali associate a tale riduzione.

2.5Il funzionamento e i parametri del mercato dell'energia sono direttamente collegati alla situazione politica delle singole regioni. A ciò contribuisce il fatto che l'approvvigionamento di combustibili fossili è caratterizzato da una forte dipendenza da alcuni paesi produttori.

2.6Come evidenziato nel parere del CESE sulla dimensione esterna della politica energetica europea 3 , il prevalere di talune fonti d'importazione che non rispettano le stesse norme politiche e di mercato dell'UE ha fatto sì che il problema della sicurezza energetica diventasse una delle priorità dell'agenda dell'UE. Il riferimento, all'epoca, era alle conseguenze dell'aggressione militare compiuta in Georgia nel 2008, ma il contesto è ancora di notevole attualità data la situazione in Ucraina, di questi tempi, che si riflette con forza nella percezione di questioni legate alla sicurezza energetica e alla geopolitica.

2.7A medio termine lo scenario energetico mondiale sarà completamente diverso da quello di oggi. La transizione energetica avrà un impatto fondamentale sulla geopolitica e porterà con sé sia minacce che opportunità. La natura di tale impatto dipenderà da molti fattori. Ad esempio, la decarbonizzazione può portare a una maggiore dipendenza dalle importazioni di gas, il che potrebbe rendere ancora più complesse le relazioni UE-Russia.

2.8Con il cambiamento del sistema energetico, cambierà anche la politica energetica. Nel mondo dell'energia pulita si profilerà una nuova serie di vincitori e di vinti. Alcuni considerano quella dell'energia pulita come una nuova "corsa allo spazio". I paesi o le regioni che padroneggiano le tecnologie pulite, esportano energia verde o importano un minor volume di combustibili fossili avranno tutto da guadagnare dal nuovo sistema, mentre quelli che si affidano all'esportazione di combustibili fossili potrebbero assistere a una riduzione del loro potere.

3.    Osservazioni generali

3.1Se per transizione energetica si intende l'adozione di azioni e misure sistemiche per ridurre il rilascio di composti del carbonio nell'atmosfera atto ad accelerare i processi relativi ai cambiamenti climatici, allora, a prescindere dalla transizione energetica, sarebbe anche opportuno cercare e attuare soluzioni ottimali nell'ambito dell'agricoltura sostenibile e della gestione delle foreste, del sequestro biologico, dell'allevamento o dell'utilizzo del bestiame e delle opportunità offerte dallo sviluppo della tecnologia di cattura e stoccaggio del biossido di carbonio.

3.2Di fronte al livello di emissioni di gas a effetto serra generate dai paesi dell'UE rispetto alle altre economie mondiali, se si vogliono ottenere i risultati richiesti è necessario adoperarsi per coinvolgere altri paesi nella coalizione per contrastare i cambiamenti climatici. L'UE deve tenere in particolare considerazione la cooperazione internazionale nelle sue diverse forme, compresi i partenariati in materia di investimenti, commercio e innovazione, con l'obiettivo di rafforzare le misure di adattamento a livello mondiale e, in particolare, nei paesi in via di sviluppo.

3.3Le attività commerciali degli Stati membri dell'UE lasciano un'impronta di carbonio importante nel resto del mondo. L'Unione ha la responsabilità di affrontare questa dimensione esterna dell'attuazione del Green Deal europeo, tra l'altro promuovendo la transizione nell'ambito della cooperazione allo sviluppo bilaterale e regionale e tenendo conto delle ricadute negative delle sue politiche commerciali.

3.4La geopolitica è fondamentale per garantire il successo del Green Deal europeo, poiché la transizione verde avrà evidentemente un impatto notevole sulle relazioni internazionali. Le priorità divergenti tra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo rappresenteranno una sfida significativa, poiché il Green Deal europeo avrà un impatto sproporzionato sui paesi. Nel far fronte a tali sfide, il mondo sviluppato dovrebbe compiere ogni sforzo per fronteggiare le conseguenze sui paesi a basso reddito, dimostrando loro che il Green Deal europeo non li lascerà indietro.

3.5Un esempio delle attività incentrate sul coinvolgimento dei partner mondiali è il partenariato per una transizione energetica giusta, varato al vertice dei leader mondiali della COP26 dai governi di Sud Africa, Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti, e dall'UE. L'iniziativa è intesa a sostenere il Sud Africa nella decarbonizzazione della sua economia, affinché abbandoni il carbone e passi a un'economia a basse emissioni di carbonio e resiliente ai cambiamenti climatici, basata su energia e tecnologie pulite e verdi.

3.6Un altro esempio è il Global Gateway, la nuova strategia europea incentrata sulla promozione di collegamenti intelligenti, puliti e sicuri nei settori del digitale, dell'energia e dei trasporti e sul rafforzamento dei sistemi sanitari, dell'istruzione e della ricerca in tutto il mondo. Il Global Gateway mira a mobilitare tra il 2021 e il 2027 fino a 300 miliardi di EUR di investimenti per sostenere una ripresa globale duratura, tenendo conto delle esigenze dei nostri partner e degli interessi dell'UE.

3.7Altro esempio di particolare rilievo nel quadro della geopolitica è l'agenda verde per i Balcani occidentali, che mira a sostenere una trasformazione ecologica completa verso un'economia circolare a basse emissioni e sostenibile nei Balcani occidentali. In particolare, l'agenda verde per i Balcani occidentali può liberare il potenziale dell'economia circolare, creando un maggior numero di posti di lavoro e aprendo nuove prospettive di crescita. Per sostenere questa transizione verde sarà essenziale un adeguato finanziamento da parte dell'UE, dei governi nazionali e del settore privato. Secondo il parere del CESE dal titolo L'energia, fattore di sviluppo e di approfondimento dell'adesione nei Balcani occidentali 4 , l'energia dovrebbe costituire un fattore di sviluppo e di interconnessione nella regione, e ai cittadini dei paesi dei Balcani occidentali andrebbe fornito un quadro chiaro dei vantaggi economici e ambientali derivanti dall'adesione all'UE.

3.8Come sottolineato nelle conclusioni della già citata conferenza sul tema La geopolitica del Green Deal europeo, la transizione energetica sarà accompagnata da una notevole volatilità dei prezzi dell'energia. Ciò rappresenta una sfida geopolitica che l'UE e i suoi partner mondiali dovrebbero contribuire a mitigare, riducendo i rischi associati alla promozione e alla diffusione dell'uso dell'energia pulita ed evitando di esacerbare le disuguaglianze già esistenti.

3.9Quanto sopra è già stato espresso nel parere del CESE Plasmare un'Europa resiliente ai cambiamenti climatici - La nuova strategia dell'UE di adattamento ai cambiamenti climatici 5 , in cui il CESE ha invitato la Commissione a cercare un migliore allineamento delle politiche di adeguamento ai cambiamenti climatici con la giustizia climatica nei futuri lavori politici in materia di adattamento. Il Comitato ha riconosciuto che i cambiamenti climatici possono avere sulle comunità ripercussioni diverse sul piano sociale, economico e della salute pubblica, insieme ad altri effetti negativi, e ha raccomandato di affrontare le disuguaglianze esistenti ricorrendo a strategie di mitigazione e adattamento a lungo termine, in modo che nessuno sia lasciato indietro. Il CESE ha esortato la Commissione a chiarire con esattezza in che modo intenda abbattere gli ostacoli di accesso ai finanziamenti per i paesi, le comunità e i settori più vulnerabili a livello mondiale, nonché includere proposte per l'integrazione della prospettiva di genere e per la lotta alle disuguaglianze a livello regionale e locale.

3.10La politica esterna dell'UE in materia di lotta ai cambiamenti climatici non dovrebbe fare esclusivamente affidamento sulla capacità degli Stati membri dell'UE di fornire motivazioni "esterne" e di sostenere l'attuazione di un'impegnativa strategia di transizione verso la neutralità climatica, ma dovrebbe anche attingere al know-how dei paesi terzi (ad esempio, collaborando con il Natural Resources Conservation Service degli Stati Uniti e con altri organismi analoghi). È bene ricordare che è altrettanto importante occuparsi dello scambio interno di buone pratiche e della messa a punto di un approccio sistemico alle sfide legate alla transizione, nell'ambito di iniziative come la costruzione del mercato comune dell'energia.

3.11Lo sviluppo dinamico delle fonti energetiche rinnovabili impone in parallelo una modernizzazione dell'infrastruttura di trasmissione e l'integrazione del sistema energetico, nonché l'abbandono del metodo centralizzato di generazione e fornitura dell'energia elettrica. È necessario promuovere in modo coerente le iniziative locali per soddisfare il fabbisogno energetico secondo il principio di sussidiarietà. Come affermato nel parere del CESE Energia per un'economia climaticamente neutra: strategia dell'UE per l'integrazione del sistema energetico 6 , la Commissione dovrebbe incoraggiare i paesi vicini dell'Unione europea, anzitutto quelli del partenariato orientale, a seguire il piano per l'integrazione dei sistemi, che è importante non solo per realizzare la neutralità climatica, ma anche per garantire una sicurezza di approvvigionamento stabile e prezzi accessibili per i consumatori privati e l'economia, e ad includere tale piano tra le proprie politiche. In tal senso, sarebbe opportuno approfondire ulteriormente la questione concernente l'utilità di un'eventuale tassa sul carbonio alle frontiere.

3.12Una strategia che illustri la necessità di una politica in materia di clima al di fuori dell'UE non può essere attuata in modo credibile ed efficace se le sfide sociali che accompagnano i processi di trasformazione non sono adeguatamente affrontate all'interno degli Stati membri dell'UE. Come indicato nel parere del CESE Non lasciare indietro nessuno nell'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile 7 , l'espressione "non lasciare indietro nessuno" significa che tutti i membri della società, e in particolare quelli più svantaggiati, hanno una reale possibilità di cogliere le opportunità e sono adeguatamente preparati per far fronte ai rischi. In tale contesto occorre tenere in particolare considerazione i gruppi più vulnerabili della società, come pure le regioni e i territori più svantaggiati.

3.13Una gestione efficace e socialmente accettabile delle questioni legate all'impatto diversificato della politica in materia di clima sui singoli paesi dell'UE darebbe a quest'ultima la credibilità necessaria per agire come leader mondiale in materia di sostenibilità. Allo stesso tempo, un impegno a favore della sostenibilità a livello globale contribuisce al conseguimento degli obiettivi strategici dell'UE in altri settori (ad esempio, la lotta alle cause della migrazione, un commercio mondiale equo e la riduzione della dipendenza dai paesi ricchi di petrolio in una prospettiva di politica estera).

3.14Come indicato nel suddetto parere, la Commissione ha già adottato un approccio che considera più seriamente l'internalizzazione degli effetti esterni, riconoscendo ad esempio che le energie rinnovabili sono in posizione di svantaggio fintanto che i costi esterni delle risorse fossili non si riflettono pienamente nel prezzo di mercato, oppure adoperandosi per includere le esternalità negative nel settore dei trasporti.

3.15L'istruzione e il trasferimento di conoscenze sono essenziali, sia sul piano dell'istruzione obbligatoria universale, che su quello della comunicazione rivolta al pubblico, riservando una particolare attenzione ai gruppi sociali direttamente interessati dalla trasformazione. È necessario presentare con chiarezza l'alternativa di civiltà che abbiamo di fronte per difendere efficacemente la tesi secondo cui l'attuale sforzo di trasformazione ad opera di una parte della società eviterà costi di gran lunga maggiori che, in caso di inazione, dovranno essere pagati dall'intera comunità internazionale.

3.16La transizione energetica e la messa a punto di nuove tecnologie verdi contribuiscono allo sviluppo di conoscenze e competenze uniche e alla creazione di posti di lavoro altamente qualificati. Questa tendenza evolutiva delle economie europee rappresenta un'opportunità unica di sviluppo e consente agli Stati membri dell'UE di rafforzare la propria posizione di leader tecnologici nel settore della trasformazione intesa come riduzione delle emissioni. L'adesione di un maggior numero di paesi terzi all'alleanza per contrastare l'impatto negativo dei cambiamenti climatici consentirà la creazione di mercati per le tecnologie derivanti dalle economie europee.

3.17Il progressivo abbandono dei combustibili fossili favorirà un'escalation delle tensioni tra i paesi dell'UE, in quanto importatori di queste materie prime, e i paesi terzi, in quanto fornitori. Soprattutto in questo caso, andrebbe considerata la situazione della Russia quale fornitore locale di combustibili, i cui proventi derivanti dalla vendita di tali materie prime rappresentano una parte rilevante delle entrate di bilancio. Inoltre, i paesi delle regioni del Medio Oriente e Nord Africa (MENA) e dell'Africa subsahariana, le cui entrate sono fortemente dipendenti dalle esportazioni di combustibili fossili, possono essere esposti a notevoli ripercussioni politiche e sociali che potrebbero provocare ondate di rifugiati e migrazioni verso l'Europa. Il cambiamento del modello di cooperazione può certamente essere visto da un punto di vista politico come una minaccia alla posizione di un paese la cui economia e governance dipendono dalle entrate derivanti dalla fornitura di combustibili fossili. Gli investimenti e le soluzioni collaborative a favore della promozione dell'energia verde potrebbero essere considerati un'opportunità per sostenere la transizione di queste economie.

3.18L'esperienza della guerra in corso nel XXI secolo in Europa induce a riflettere sull'uso responsabile dell'energia nucleare e a rivedere le norme della tassonomia che non contribuiscono agli effetti negativi dei cambiamenti climatici.

3.19Il possibile embargo sulle importazioni di petrolio, gas e carbone provenienti dalla Russia, nell'ambito delle sanzioni imposte al paese a causa dell'aggressione all'Ucraina, o la sospensione delle importazioni dovuta alla necessità di interrompere i trasferimenti di fondi a sostegno del regime di Putin, contribuiranno entrambi ad accelerare le ricadute geopolitiche attese in conseguenza dell'interruzione delle importazioni di combustibile dalla Russia. Al contempo, si può profilare la necessità di riconsiderare le tempistiche per l'eliminazione dei combustibili di cui dispongono i paesi dell'UE.

3.20Un'integrazione al fine di istituire un'unione del gas tra i paesi dell'UE appare giustificata. Un tale approccio consentirebbe processi di acquisto congiunti e contribuirebbe al raggiungimento di condizioni economiche favorevoli, permettendo al contempo di coordinare le decisioni di sospendere l'importazione dall'Est di questa materia prima, il che, alla luce della dimensione politica di una decisione di tale natura, si tradurrebbe in una politica estera dei paesi dell'UE coerente.

4.    Sfide e opportunità

4.1La politica dell'Unione europea in materia di clima avrà un impatto diversificato a seconda della regione interessata e delle attività intraprese nel campo della politica esterna per mitigare i rischi individuati e rafforzare i processi di transizione.

4.2Per quanto riguarda i Balcani occidentali, si nutrono grandi speranze nel campo delle attività del mercato dell'energia in relazione al loro processo di adesione all'UE. Tale aspetto può svolgere un ruolo significativo e positivo nel plasmare le condizioni geopolitiche della regione. Firmando la Dichiarazione di Sofia sull'agenda verde, i governi dei paesi dei Balcani occidentali si sono impegnati a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e ad allinearsi pienamente al Green Deal europeo. In particolare, l'agenda verde per i Balcani occidentali potrebbe liberare il potenziale dell'economia circolare, creando un maggior numero di posti di lavoro e aprendo nuove prospettive di crescita. Per sostenere questa transizione verde sarà essenziale un adeguato finanziamento da parte dell'UE, dei governi nazionali e del settore privato.

4.3Per quanto riguarda l'Africa, occorre innanzitutto sottolineare che le politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici non rappresentano una priorità per gli Stati di questo continente. L'UE dovrebbe pertanto collaborare con gli Stati africani, come avviene per altri paesi in via di sviluppo, per garantire che tutte le iniziative siano accettate a livello locale e siano coerenti con le priorità dei paesi partner, applicando un approccio dal basso verso l'alto. In caso contrario, le azioni intraprese nel campo della politica in materia di clima potrebbero non essere comprese e incontrare l'opposizione delle comunità locali, alle prese con problemi primari. Come indicato nel parere del CESE UE e Africa: realizzare un partenariato equo per lo sviluppo basato sulla sostenibilità e su valori comuni 8 , i paesi africani in via di sviluppo si trovano ad affrontare sfide estremamente complesse, che vanno fronteggiate con un approccio attento e multidimensionale. Inoltre, si prevede che la domanda di energia del continente raddoppierà entro il 2050, mentre i tassi di povertà rimarranno elevati. Ciò è destinato a perpetuare, se non addirittura ad aggravare ulteriormente, i problemi di sostenibilità sotto il profilo ambientale e socioeconomico. Tuttavia, potrebbero presentarsi delle opportunità, che consentirebbero ai paesi africani di avere un ruolo di primo piano nella tecnologia del solare fotovoltaico e nella produzione su larga scala di combustibili sintetici. Possibilità concrete di progetti comuni e di attività e politiche commerciali potrebbero creare un nuovo approccio socio-ecologico all'economia di mercato.

4.4Per quanto concerne il partenariato orientale, è particolarmente importante una stretta collaborazione con i paesi che, come l'UE, dipendono fortemente dai combustibili fossili e sono pertanto esposti a una forte volatilità dei prezzi, soprattutto tenuto conto delle attuali ostilità in Ucraina. Con riferimento all'Ucraina, alla Moldova e alla Georgia, è necessario adoperarsi per assistere tali paesi nel processo verso l'indipendenza dalle forniture di combustibili fossili provenienti dalla Russia e per consentire l'integrazione delle loro reti elettriche all'interno della rete europea. Le iniziative sopra menzionate trovano espressione nella recente dichiarazione in merito alla rapida integrazione nella rete elettrica dell'UE, obiettivo che richiede uno sforzo congiunto da parte degli organi decisionali e dei gestori dei sistemi di trasmissione.

Bruxelles, 21 settembre 2022

Christa SCHWENG

Presidente del Comitato economico e sociale europeo

_____________

(1)     https://www.eesc.europa.eu/it/agenda/our-events/events/geopolitics-european-green-deal .
(2)     GU C 374 del 16.9.2021, pag. 84 .
(3)     GU C 264 del 20.7.2016, pag. 28 .
(4)     GU C 32 del 28.1.2016, pag. 8 .
(5)     GU C 374 del 16.9.2021, pag. 84 .
(6)     GU C 123 del 9.4.2021, pag. 22 .
(7)     GU C 47 dell'11.2.2020, pag. 30 .
(8)     GU C 429 dell'11.12.2020, pag. 105 .
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