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Document 52018AE4062

    Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e che abroga il regolamento (UE) n. 508/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio» [COM(2018) 390 final — 2018/0210 (COD)]

    EESC 2018/04062

    GU C 110 del 22.3.2019, p. 104–111 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    22.3.2019   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 110/104


    Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e che abroga il regolamento (UE) n. 508/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio»

    [COM(2018) 390 final — 2018/0210 (COD)]

    (2019/C 110/20)

    Relatore:

    Brian CURTIS (UK-II)

    Consultazione da parte del Consiglio

    12.7.2018

    Consultazione da parte del Parlamento europeo

    2.7.2018

    Base giuridica

    Articoli 42, 43 paragrafo 2, 91 paragrafo 1, 100 paragrafo 2, 173 paragrafo 3, 175, 188, 192 paragrafo 1, 194 paragrafo 2, 304 e 349 del TFUE

     

     

    Decisione dell’Ufficio di presidenza

    22.5.2018 (in previsione della consultazione)

     

     

    Sezione competente

    Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente

    Adozione in sezione

    27.11.2018

    Adozione in sessione plenaria

    12.12.2018

    Sessione plenaria n.

    539

    Esito della votazione

    (favorevoli/contrari/astenuti)

    214/1/3

    1.   Conclusioni e raccomandazioni

    1.1.

    Il CESE accoglie con favore la proposta della Commissione, volta a instaurare un sistema più flessibile per gli Stati membri, in linea con le loro priorità strategiche, a sostenere un modello imprenditoriale sostenibile per gli operatori del settore della pesca e a mantenere competitivo tale settore. In particolare, il CESE chiede che il nuovo regolamento sia adottato in tempi brevi e invoca un meccanismo di finanziamento più accessibile e un sistema sanzionatorio più proporzionato e armonizzato. La società civile organizzata e le piattaforme regionali di parti interessate dovrebbero essere coinvolte in ogni fase del processo, dall’elaborazione dei piani nazionali fino all’attuazione e alla valutazione finale.

    1.2.

    Il CESE ritiene che l’attuale dotazione finanziaria del FEAMP (6,4 miliardi di EUR) dovrebbe essere mantenuta. Ciò, infatti, è di cruciale importanza per realizzare i cambiamenti radicali e gli ammodernamenti richiesti dall’Unione europea al settore della pesca. In particolare, va rilevato che la dotazione finanziaria attuale del FEAMP è pari allo 0,6 % del QFP per il 2014-2020, il che significa che qualsiasi riduzione di tale dotazione avrà un’incidenza trascurabile sul bilancio generale dell’UE, ma potrebbe avere conseguenze gravissime per molte regioni costiere.

    1.3.

    Il CESE osserva che la proposta della Commissione non si basa su un’approfondita valutazione d’impatto economico e sociale. Una mancanza, questa, tanto più grave in quanto il settore della pesca versa in una situazione di crisi da oltre 20 anni. Il Comitato invoca pertanto il pronto coinvolgimento della Commissione europea (e in particolare della DG Occupazione) e l’avvio di un dialogo sociale settoriale per individuare le misure più appropriate al fine di compensare l’impatto economico e sociale.

    1.4.

    Il CESE fa notare che l’attività generata dalle misure di sostegno all’acquacoltura e all’economia blu è ancora assai lontana dal compensare la perdita di imprese e di posti di lavoro. Il CESE incoraggia la Commissione e gli Stati membri a istituire un meccanismo semplificato sia per nuovi progetti di acquacoltura che per modernizzare quelli esistenti.

    1.5.

    Il nuovo FEAMP dovrebbe accordare la priorità alla dimensione sociale, potenziando e finanziando misure volte a promuovere e sostenere il dialogo sociale, accrescere la sicurezza, migliorare le condizioni di lavoro, sviluppare le capacità, rafforzare le competenze dei lavoratori e assicurare il «ricambio generazionale».

    1.6.

    Il CESE esorta la Commissione europea e gli Stati membri ad adottare provvedimenti più incisivi, facendo rispettare l’obbligo di piena tracciabilità del prodotto ittico importato, in un’ottica sia di sicurezza alimentare che di contrasto alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata. La lotta contro qualsiasi forma di schiavitù e di sfruttamento, sia a bordo che nelle attività di trasformazione svolte a terra, dovrebbe essere una pietra angolare della nuova strategia globale dell’UE in materia di pesca e di governance degli oceani.

    1.7.

    Il CESE raccomanda di finanziare l’acquisizione della disponibilità di nuove navi che sostituiscano quelle vecchie, a condizione che la flotta interessata non disponga di capacità in eccesso e che le specie bersaglio siano pescate a livelli corrispondenti al rendimento massimo sostenibile. Tale finanziamento dovrebbe coprire anche l’installazione di motori più sostenibili ed efficienti, in grado di ridurre le emissioni di CO2 e garantire la sicurezza dell’equipaggio.

    1.8.

    Il Comitato raccomanda di mantenere i criteri attuali per la concessione di un sostegno finanziario e di una compensazione in caso di cessazione temporanea o permanente delle attività di pesca. È importante che sia i pescatori che i proprietari dei pescherecci possano beneficiare di questi strumenti finanziari.

    1.9.

    Il Comitato appoggia la proposta di misure specifiche a favore della piccola pesca costiera, che rappresenta un fattore vitale per la sopravvivenza (e la conservazione del patrimonio culturale) di molte comunità costiere. Per sostenere un modello imprenditoriale sostenibile per la piccola pesca, tuttavia, è importante anche adottare misure tecniche e di conservazione mirate laddove tale attività è più diffusa (ad esempio nel Mar Mediterraneo), misure che andrebbero adattate alle diverse forme di attività di pesca e alle caratteristiche biologiche dei singoli mari. Il CESE reputa che una raccolta dati, un controllo e una garanzia dell’applicazione efficaci siano prerequisiti essenziali per una gestione responsabile della pesca che apporti benefici sociali ed economici ai pescatori ed alle comunità locali.

    2.   Introduzione e metodologia

    2.1.

    Il nuovo Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) rientra nel quadro finanziario pluriennale (QFP) per il periodo 2021-2027. Il FEAMP è uno strumento fondamentale per sostenere il perseguimento degli obiettivi della politica comune della pesca (PCP), favorire l’attuazione della politica marittima dell’Unione e rafforzare la governance internazionale degli oceani, in particolare nel quadro dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

    2.2.

    Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) considera il nuovo bilancio pluriennale dell’UE un fattore di cruciale importanza per lo sviluppo sostenibile, la crescita e la coesione e più in generale per il futuro dell’Europa. Pertanto, il presente parere va inteso in stretta connessione con tutti gli altri pareri del CESE dedicati a specifici fondi europei previsti nel nuovo QFP (2021-2027) (1).

    3.   Sintesi della proposta

    3.1.

    Il nuovo FEAMP (2021-2027) si concentrerà su quattro priorità:

    promuovere la pesca sostenibile e la conservazione delle risorse biologiche marine;

    contribuire alla sicurezza alimentare mediante un’acquacoltura e mercati competitivi e sostenibili;

    consentire la crescita di un’economia blu sostenibile e promuovere la prosperità delle comunità costiere;

    rafforzare la governance internazionale degli oceani e garantire oceani e mari sicuri, protetti, puliti e gestiti in modo sostenibile.

    3.2.

    Il bilancio di questo nuovo FEAMP sarà pari a 6,14 miliardi di EUR a prezzi correnti. Le risorse in questione sono perlopiù ripartite tra gestione concorrente e gestione diretta: 5,31 miliardi di EUR sono assegnati in regime di gestione concorrente con gli Stati membri, mentre 0,83 miliardi di EUR saranno gestiti direttamente dalla Commissione europea.

    3.3.

    La proposta della Commissione mira a superare i limiti del FEAMP attuale (2014-2020) e a predisporre un sistema di finanziamento in grado di far fronte a nuove sfide nel quadro degli obiettivi di sviluppo sostenibile. I principali elementi del nuovo FEAMT sono i seguenti:

    3.3.1.   Semplificazione

    Il FEAMP 2014-2020 è basato su disposizioni piuttosto rigide in materia di possibilità di finanziamento e condizioni di ammissibilità, il che ne ha complicato l’attuazione per gli Stati membri e per i beneficiari. Il FEAMP 2021-2027 offre una gamma più ampia di possibilità di cui gli Stati membri possono avvalersi per focalizzare gli interventi a sostegno delle loro priorità strategiche. In particolare, il regolamento proposto descrive diversi settori di intervento nell’ambito di ciascuna priorità, fornendo un quadro flessibile per la sua attuazione. Gli Stati membri elaboreranno il loro programma indicando i metodi più appropriati per il conseguimento delle priorità; inoltre, sarà loro concessa una certa flessibilità per quanto riguarda le condizioni di ammissibilità.

    3.3.2.   Allineamento con altri fondi UE

    Nel nuovo QFP le norme che si applicano a tutti i fondi sono dettate dal regolamento recante disposizioni comuni (RDC). In particolare, saranno sviluppate sinergie specifiche con altri fondi (FESR, FSE ecc.).

    3.3.3.   Condizionalità

    In linea con le conclusioni della conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (Rio + 20) e con l’OSS n. 14 sulla conservazione e l’uso sostenibile degli oceani, l’UE è impegnata a promuovere un’economia blu sostenibile, la conservazione delle risorse biologiche e il conseguimento di un buono stato ecologico, a vietare talune forme di sovvenzioni alla pesca che contribuiscono alla sovraccapacità e alla pesca eccessiva, a eliminare le sovvenzioni già esistenti che contribuiscono alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN) e ad astenersi dall’introdurne di nuove. In ragione di tale impegno, il regolamento stabilisce restrizioni e condizioni («operazioni non ammissibili») al fine di evitare effetti negativi per la conservazione delle risorse della pesca.

    3.3.4.   Attenzione specifica per le prestazioni (performance)

    La performance del sostegno fornito dal FEAMP sarà valutata sulla base di una serie di indicatori. Gli Stati membri riferiranno sui progressi compiuti verso il conseguimento degli obiettivi intermedi e finali stabiliti. La Commissione effettuerà ogni anno un esame dell’efficacia dell’attuazione sulla base delle relazioni annuali sulla performance elaborate e trasmesse dagli Stati membri, in modo da individuare tempestivamente eventuali problemi di attuazione e gli opportuni interventi correttivi.

    3.3.5.   Sostenibilità ambientale, sociale ed economica

    Una pesca e un’acquacoltura sostenibili sono tra gli obiettivi principali della PCP. In linea con un concetto ampio di sostenibilità, i benefici economici, sociali e occupazionali dovrebbero essere perseguiti di pari passo con gli obiettivi ambientali. Il rendimento massimo sostenibile (Maximum sustainable yield — MSY) rimarrà il metodo principale per garantire una pesca sostenibile. Sarà accordato un sostegno per agevolare la transizione verso attività più sostenibili. Un indennizzo per l’arresto delle attività di pesca dovuto a circostanze straordinarie sarà concesso soltanto qualora tali circostanze abbiano un impatto significativo su coloro che praticano tali attività (2). La piccola pesca costiera, la pesca nelle regioni ultraperiferiche, il ricambio generazionale, l’istruzione e la formazione, la salute e la sicurezza sul lavoro sono altrettanti aspetti ai quali il nuovo FEAMP dedicherà un’attenzione particolare e che beneficeranno di un sostegno specifico. L’obbligo di sbarco potrebbe rimanere un aspetto critico, date le sue enormi implicazioni finanziarie, ragion per cui il FEAMP sosterrà l’innovazione e gli investimenti che aiutano ad adempiere tale obbligo, come ad esempio gli investimenti in attrezzi da pesca selettivi, il miglioramento delle infrastrutture portuali e la commercializzazione delle catture indesiderate. Infine, sarà accordato un sostegno ai pescatori e ai porti per una raccolta e una gestione moderne degli attrezzi da pesca perduti e dei rifiuti marini.

    3.4.

    Oltre il 60 % del pesce consumato nell’UE viene importato da paesi terzi (3). Al fine di colmare questo divario, è necessario sostenere, oltre alle attività alieutiche, anche i prodotti ittici di allevamento, che rispondono a standard di qualità elevati e sono disponibili a prezzi abbordabili. Il FEAMP sosterrà pertanto la promozione e lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura, compresa quella d’acqua dolce.

    3.5.

    Il 60 % delle acque degli oceani esula dalle giurisdizioni nazionali, e ciò significa che l’UE dovrà essere più attiva e svolgere un ruolo più incisivo nella sfida globale della governance degli oceani. Il FEAMP sosterrà questo impegno a favore di oceani sicuri, protetti, puliti e gestiti in modo sostenibile nell’ambito della gestione diretta. Infine, i finanziamenti a titolo del FEAMP 2021-2027 aiuteranno ad affrontare due sfide emergenti come il miglioramento della protezione delle frontiere (cooperazione tra guardie costiere) e il potenziamento della sorveglianza marittima.

    3.6.

    Tale sostegno sarà integrato da finanziamenti specifici a favore dell’Agenzia europea di controllo della pesca, degli accordi di partenariato per una pesca sostenibile (APPS) e della partecipazione dell’UE a organizzazioni regionali di gestione della pesca (ORGP) e ad altre organizzazioni internazionali, tutti strumenti che contribuiscono anch’essi all’attuazione delle politiche dell’Unione nei settori marittimi e della pesca.

    4.   Osservazioni generali

    4.1.

    Il CESE accoglie con favore la proposta della Commissione, volta a instaurare un sistema più flessibile per gli Stati membri, in linea con le loro priorità strategiche, a sostenere un modello imprenditoriale sostenibile per gli operatori del settore della pesca e a mantenere competitivo tale settore. In particolare, il CESE fa osservare che il problema principale dell’attuale FEAMP è rappresentato dallo scarso livello di attuazione (4) — una situazione, questa, imputabile a due cause principali:

    un’approvazione tardiva, che ha comportato di conseguenza un’attuazione tardiva. I colegislatori hanno adottato il regolamento relativo al FEAMP nel maggio 2014, e in seguito gli Stati membri hanno avuto bisogno di un periodo di tempo supplementare per definire e approvare i rispettivi programmi nazionali;

    il sistema attuale è troppo complicato e macchinoso. Inoltre, molti pescatori esitano a richiedere un finanziamento a causa dei rischi finanziari sproporzionati che potrebbero correre. Infatti, ai sensi dell’articolo 12, paragrafo 2, del regolamento proposto (che in questo caso mantiene le disposizioni esistenti), i beneficiari che, entro cinque anni dopo il pagamento finale, commettono un’infrazione grave (5) diventano retroattivamente inammissibili al sostegno e sono quindi tenuti a rimborsare tutto ciò che hanno ricevuto. Tale disposizione dovrebbe essere rimossa.

    4.2.

    Per i suesposti motivi, il CESE chiede che il nuovo regolamento sia adottato in tempi brevi e invoca un meccanismo di finanziamento più accessibile e un sistema sanzionatorio più proporzionato e armonizzato. Tutti i pescatori dovrebbero considerare il FEAMP un sistema di facile impiego volto a migliorare la loro attività in termini di sostenibilità e di qualità. Un aspetto, questo, che assumerà un ruolo cruciale ai fini dell’attuazione e del rispetto del nuovo regime di controlli nel settore della pesca recentemente proposto dalla Commissione europea (6). Il CESE raccomanda che la società civile organizzata e le piattaforme delle parti interessate regionali siano coinvolte in tutte le fasi del processo, dall’elaborazione dei piani nazionali fino all’attuazione e alla valutazione finale.

    4.3.

    Il bilancio del nuovo FEAMP (6,14 miliardi di EUR) è stato ridotto (del 4 %) rispetto a quello del FEAMP attuale (2014-2020), che è di 6,4 miliardi di EUR. Il CESE è ben consapevole del fatto che il recesso del Regno Unito dall’Unione europea costituisce un valido motivo per tale riduzione. Nondimeno, sottolinea che i radicali cambiamenti richiesti dall’UE al settore della pesca, che dà lavoro a 150 000 pescatori e, lungo l’intera catena del valore, a 730 000 addetti, generando quasi 400 miliardi di EUR all’anno tra salari e utili netti, renderebbero necessario fissare un importo più elevato o, quantomeno, evitare di ridurre il bilancio attuale. Va rilevato che la dotazione finanziaria attuale del FEAMP è pari allo 0,6 % del QFP per il 2014-2020, il che significa che qualsiasi riduzione di tale dotazione avrà un’incidenza trascurabile sul bilancio generale dell’UE, ma potrebbe avere conseguenze gravissime per molte regioni costiere.

    4.4.

    Il CESE osserva che la proposta della Commissione non si basa su una valutazione approfondita dell’impatto che essa avrebbe sul piano economico e su quello sociale. Un’omissione, questa, resa ancor più grave dal fatto che il settore della pesca è in crisi da oltre 20 anni e che le misure previste per rendere più sostenibili la pesca e l’acquacoltura non sono state in grado di invertire questa tendenza (7). Di conseguenza, il CESE invoca il pronto coinvolgimento della Commissione europea (e in particolare della DG Occupazione) e l’avvio di un dialogo sociale settoriale (8) per individuare le misure più appropriate al fine di compensare l’impatto economico e sociale.

    4.5.

    Il CESE fa notare che le misure intraprese per sviluppare l’acquacoltura e l’economia blu sono ancora assai lontane dal compensare la perdita di imprese e di posti di lavoro, principalmente a causa di un sistema eccessivamente macchinoso. Il CESE incoraggia la Commissione e gli Stati membri ad agevolare l’introduzione di un meccanismo semplificato sia per nuovi progetti di acquacoltura che per modernizzare quelli esistenti, con una particolare attenzione, a livello regionale, alla definizione di zone di assegnazione per l’acquacoltura (Allocation zones of aquaculture — AZA).

    4.6.

    La pesca sostenibile continua ad essere l’obiettivo principale, e il settore della pesca dovrebbe essere messo in condizione di conseguirlo. Tuttavia, nel proporre tale priorità la Commissione non chiarisce se essa includa misure finanziate a titolo dell’attuale FEAMP per il miglioramento della sicurezza e delle condizioni di lavoro, ad esempio in materia di formazione, servizi di consulenza, promozione del capitale umano, dialogo sociale, giovani pescatori o salute e sicurezza. Secondo le imprese del settore e le amministrazioni pertinenti, vi è un problema di carenza di professionisti qualificati, che ostacola il «ricambio generazionale». Il CESE esorta i colegislatori ad attribuire la priorità alla dimensione sociale, potenziando e finanziando misure volte a promuovere e sostenere il dialogo sociale, accrescere la sicurezza, migliorare le condizioni di lavoro, sviluppare le capacità e rafforzare le competenze dei lavoratori. In caso contrario, infatti, i giovani operatori non saranno attratti da questo settore.

    4.7.

    Il bisogno di ammodernare i pescherecci per aumentare la sicurezza a bordo senza aumentare la capacità di pesca, l’esigenza di agevolare il ricambio generazionale e la necessità di garantire condizioni di lavoro, formazione e retribuzioni adeguate sono indicatori cruciali delle carenze dell’UE in termini di crescita e di robustezza del settore. Il FEAMP dovrebbe coinvolgere i pescatori nella conservazione della biodiversità marina, anche attraverso un sostegno specifico all’impiego di attrezzature innovative che rendano la pesca più selettiva, studi d’impatto o misure di attenuazione degli effetti della pesca. In tale contesto, l’approccio adottato dalla Commissione, consistente nello «scalare la marcia» dell’attività alieutica, non sarà in grado di risolvere tutti i problemi legati alla sostenibilità e alla competitività.

    4.8.

    Il CESE osserva che la maggior parte del pesce importato da paesi terzi è stata catturata in modo meno sostenibile del pesce di tipo analogo catturato nell’UE, per tacere delle condizioni di lavoro a bordo dei pescherecci o negli impianti di trasformazione a terra. I prezzi più bassi che ne conseguono configurano una concorrenza sleale nei confronti dei pescatori dell’UE, compromettendo qualsiasi possibilità di conseguire prezzi minimi stabili sui mercati di «prima vendita» dopo lo sbarco, ossia una condizione preliminare per la sopravvivenza di tali operatori. Il CESE esorta pertanto la Commissione europea e gli Stati membri ad adottare provvedimenti più incisivi, facendo rispettare l’obbligo di piena tracciabilità del prodotto ittico importato, in un’ottica sia di sicurezza alimentare che di contrasto alla pesca INN, e a organizzare campagne di sensibilizzazione che informino i consumatori in merito alla qualità dei prodotti ittici europei. È inoltre imperativo porre un freno anche a pratiche di dubbia correttezza nel commercio al dettaglio, come l’esposizione di pesce scongelato sui banchi di vendita del pesce fresco senza un’etichettatura chiara ed inequivoca.

    5.   Osservazioni particolari

    5.1.

    Il CESE accoglie con favore il nuovo approccio adottato dalla Commissione europea, la quale si prefigge di istituire un quadro generale senza ricorrere a misure prescrittive, accordando così maggiore flessibilità agli Stati membri, alle autorità preposte all’attuazione ed ai beneficiari. In particolare, questo sistema semplificato dovrebbe offrire l’opportunità di elaborare programmi nazionali «su misura». Tuttavia, è necessario che, nel far ciò, si garantisca parità di condizioni per l’accesso ai finanziamenti in tutta l’UE. Inoltre, il regolamento recante disposizioni comuni, che comprende tutte le norme di attuazione, dovrebbe agevolare l’uso congiunto di diversi programmi di finanziamento europei. Andrebbero istituiti meccanismi chiari per accertarsi che il denaro pubblico sia effettivamente speso laddove è più necessario e che il contributo finanziario previsto sia destinato alla gestione sostenibile degli oceani.

    5.2.

    Il CESE è favorevole alla proposta di stabilire quattro priorità principali. In particolare, il Comitato accoglie con favore, in linea con i suoi pareri precedenti, l’attenzione specifica per la governance degli oceani e lo sviluppo locale al fine di realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile e sostenere le attività di pesca su piccola scala (9). Tuttavia, il CESE fa notare che di recente nei pescherecci europei sono stati scoperti casi di schiavitù e sfruttamento (10), e che nei paesi terzi tali pratiche (compresa la schiavitù di minori) sono purtroppo ancora più diffuse; e ritiene pertanto che la nuova strategia globale varata dalla Commissione dovrebbe considerare prioritaria anche la lotta contro ogni forma di sfruttamento delle persone.

    5.3.

    Il Comitato ritiene che quello del rinnovo della flotta costituisca un problema cruciale, dato che in media i pescherecci europei hanno un’età superiore ai 30 anni e un semplice ammodernamento in molti casi non è sufficiente. Per tale motivo, il CESE raccomanda di incoraggiare il finanziamento di nuove navi per sostituire quelle vecchie, a condizione che la flotta interessata non disponga di capacità in eccesso e che le specie ittiche bersaglio siano pescate a livelli di MSY. Inoltre, dato che la strategia dell’Organizzazione marittima internazionale in materia di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra prodotte dalle imbarcazioni mira a ridurre le emissioni annue totali di almeno il 50 % entro il 2050, le navi più grandi devono modificare i propri motori per adattarli e conformarsi a tale obiettivo internazionale. Pertanto, è essenziale che il suddetto finanziamento riguardi altresì l’installazione di motori più sostenibili ed efficienti, in grado di ridurre le emissioni di CO2 ma anche di garantire la sicurezza dell’equipaggio. Le stime della FAO, infatti, confermano che la pesca è un’attività potenzialmente pericolosa, talché una formazione adeguata in materia di salute e sicurezza sul lavoro si rende necessaria al fine di ridurre il numero di decessi, lesioni e malattie professionali (11). Per tutti questi motivi, sarebbe opportuno separare gli aspetti relativi alla capacità di pesca e alla tutela della biodiversità dalla questione del rinnovo della flotta e dei motori.

    5.4.

    Il sostegno offerto nei periodi di arresto temporaneo delle attività di pesca ha svolto un ruolo cruciale nel migliorare la situazione degli stock (soprattutto nel caso dei fermi stagionali per riposo biologico) e, nel contempo, compensare almeno in parte i pescatori per la perdita di reddito. Per il nuovo quadro finanziario, la Commissione propone sì di mantenere tale sostegno, ma anche di introdurre nuovi requisiti rispetto a quelli fissati dalla normativa attuale. Considerato che non sono stati segnalati casi di uso improprio degli aiuti concessi nelle circostanze di arresto temporaneo, la Commissione dovrebbe rispettare e mantenere i criteri oggi esistenti, in modo da accordare tali aiuti al maggior numero possibile di pescatori che ne abbiano bisogno; e lo stesso principio dovrebbe essere applicato nell’ipotesi di arresto definitivo delle attività di pesca. In entrambe queste fattispecie, è importante che a beneficiare di tale sostegno finanziario siano anche i pescatori e non soltanto il proprietario dei pescherecci, come stabilisce l’attuale regolamento FEAMP.

    5.5.

    La pesca è un’attività stagionale, e le catture possono essere incerte e talora superiori alla domanda del mercato. È quindi necessario disporre dei mezzi necessari per gestire le eccedenze produttive, aiutando a stabilizzare parte della produzione prima di metterla in vendita, in particolare in caso di riduzione delle catture. Per far ciò, il FEAMP dovrebbe continuare a sostenere le organizzazioni di produttori che hanno bisogno di un meccanismo di stoccaggio temporaneo per i prodotti della pesca destinati al consumo umano; e, affinché il meccanismo funzioni appieno, gli aiuti in questione dovrebbero essere resi disponibili senza ritardo. A questo proposito, il CESE è favorevole al mantenimento di meccanismi volti a compensare i costi di stoccaggio.

    5.6.

    Un’altra questione di cruciale importanza per il futuro del settore è quella del ricambio generazionale. Alcune nuove iniziative volte ad agevolare l’acquisto di un peschereccio di seconda mano, la formazione professionale e il miglioramento delle condizioni di lavoro possono senz’altro essere utili, ma non risolvono il problema principale: la bassa remunerazione del capitale investito. Ciò è particolarmente evidente nella pesca su piccola scala, praticata da imprese familiari con pescherecci di lunghezza inferiore ai 12 metri. Il CESE osserva che la costante diminuzione delle navi e la continua perdita di posti di lavoro contraddicono le previsioni della Commissione di raddoppiare la produzione del settore della pesca dell’UE entro il 2030, in linea con le stime della crescita mondiale (12).

    5.7.

    Il Comitato appoggia la proposta di misure specifiche a favore della piccola pesca costiera, che rappresenta un fattore vitale per la sopravvivenza (e la conservazione del patrimonio culturale) di molte comunità costiere. La pesca di questo tipo impegna il 75 % di tutte le navi da pesca registrate nell’Unione europea e occupa quasi la metà di tutti gli addetti del settore nell’UE. Negli ultimi decenni la pesca tradizionale e su piccola scala ha pagato il prezzo più elevato della crisi, ragion per cui oggi necessita di una strategia specifica che le consenta di recuperare una posizione solida sul mercato. L’iniziativa in esame avrà effetti positivi anche sulle comunità locali economicamente depresse.

    5.8.

    Il Comitato ritiene che siano necessari approcci innovativi per gestire i diritti di pesca su piccola scala e che un’ulteriore collaborazione sia essenziale per aiutare il settore a gestire le quote e i giorni in mare, collegare la produzione alla commercializzazione o risolvere i problemi legati alla cattura di specie a contingente limitante. Le comunità costiere e l’ambiente marino trarranno i massimi benefici se le possibilità di pesca saranno allocate sulla base di criteri ambientali, sociali ed economici trasparenti. fondi che promuovano la sostenibilità e i processi partecipativi potrebbero contribuire ad affrontare queste sfide, ad esempio agevolando l’organizzazione di seminari o l’attuazione di processi partecipativi per interagire con scienziati e altri soggetti pertinenti.

    5.9.

    Lo sviluppo locale di tipo partecipativo è stato ed è uno strumento molto utile durante il periodo di programmazione 2014-2020, svolgendo un ruolo importante nello stimolare la diversificazione economica nelle comunità locali: pertanto, il CESE appoggia la proposta di estendere tale strategia a tutti i settori dell’economia blu. L’assegnazione di fondi per un’economia blu sostenibile dovrebbe, in ogni caso, assicurare benefici sociali ed economici alle generazioni attuali e future, ripristinare e preservare la diversità, la produttività, la resilienza e il valore intrinseco degli ecosistemi marini e promuovere le tecnologie pulite, le energie da fonti rinnovabili e i flussi circolari di materiali.

    5.10.

    Il Comitato ravvisa nella dichiarazione di Malta «MedFish4Ever» del 2017 una pietra angolare dell’azione dell’UE. Nondimeno, ad avviso del CESE, le specifiche misure tecniche e di conservazione dovrebbero essere adattate alle diverse forme di attività di pesca e alle caratteristiche biologiche del Mar Mediterraneo. Al CESE, infatti, risulta che il modello costituito dal piano pluriennale per la pesca, dimostratosi un successo per le attività di pesca di singole specie (ad esempio nel Mar Baltico), si sia rivelato meno efficace per le attività alieutiche multispecifiche (ad esempio nel Mar Mediterraneo) (13). Inoltre, i metodi di pesca adottati nell’Europa settentrionale e in quella meridionale sono tra loro completamente differenti. In particolare nel Mar Mediterraneo l’attività alieutica si caratterizza come una pesca su piccola scala, praticata con metodi tradizionali (14). Il Comitato raccomanda pertanto di promuovere la ricerca per la valutazione degli stock ittici e la raccolta di dati al fine di predisporre sistemi adeguati e più efficienti per proteggere la biodiversità. Una raccolta dati, un controllo e una garanzia dell’applicazione efficaci sono prerequisiti essenziali per una gestione responsabile della pesca che apporti benefici sociali ed economici ai pescatori ed alle comunità locali.

    5.11.

    Come il CESE aveva già previsto (15), l’obbligo di sbarco costituisce oggi uno dei problemi principali per il settore (sia per le imprese di pesca che per le autorità nazionali) a causa della complessità della sua attuazione e degli elevati costi della transizione verso un’attività alieutica più sostenibile (praticata, cioè, con specifici attrezzi da pesca selettivi). La nuova proposta della Commissione sui controlli nel settore della pesca (16) dovrebbe estendere gli obblighi vigenti per i pescherecci di piccole dimensioni e, in generale, porrà nuovi requisiti per tutti gli operatori del settore (obbligo di installare a bordo un sistema televisivo a circuito chiuso). Il CESE ritiene che sia necessario un sistema di controlli semplificato, più flessibile e pragmatico, e che occorra fornire un sostegno adeguato, a livello nazionale, per un gran numero di navi da pesca. In quest’ottica, la corretta attuazione del nuovo sistema di controlli è strettamente legata alla rapida e completa attuazione del FEAMP 2021-2027, che aiuterà i pescatori a conformarsi alla nuova normativa (17).

    5.12.

    Il CESE fa notare che la nuova direttiva UE sulla riduzione dell’impatto ambientale di determinati prodotti di plastica (18) (vale a dire gli attrezzi da pesca usati), in combinazione con la nuova direttiva sugli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi (19), apre nuovi scenari e opportunità per una pesca sostenibile e per l’economia circolare. La misura, intesa a favorire il recupero degli attrezzi da pesca usati mediante incentivi per i pescatori, dovrebbe essere estesa al conferimento di tutti gli altri rifiuti, marini e non, da loro raccolti nel corso delle attività di pesca.

    5.13.

    Questa iniziativa dovrebbe assumere un rilievo fondamentale per il settore, considerato che attualmente, in base alla normativa in vigore, i pescatori sono tenuti a pagare per conferire tali rifiuti nei porti, ossia per pulire il mare e scaricare a terra rifiuti che essi non hanno prodotto, bensì raccolto. Al riguardo il CESE ritiene che i pescatori potrebbero apportare un contributo importante e che, con un’adeguata formazione, essi potrebbero trovare nella pulizia del mare un’altra attività economica remunerativa, alla stessa stregua del turismo connesso alla pesca (l’economia blu) (20).

    5.14.

    Il CESE, in linea con la proposta della Commissione di destinare il 25 % dell’intero bilancio dell’UE all’azione sui cambiamenti climatici, propone che una quota significativa di questi fondi sia destinata al rinnovo dei porti, al fine di «chiudere il cerchio» della gestione dei rifiuti marini e promuovere un’economia circolare. Finanziamenti specifici, nel quadro di una strategia più ampia di prevenzione dei rifiuti marini, dovrebbero essere destinati alla pulizia dei fiumi (21). Il CESE ritiene che i modelli di governance aperta con la partecipazione delle autorità pubbliche e della società civile organizzata a livello locale, come ad esempio i «contratti di fiume», potrebbero essere replicati con un approccio strutturato, promuovendo la creazione di reti transfrontaliere (22).

    5.15.

    Molte parti interessate hanno segnalato difficoltà nel garantire pari condizioni di concorrenza in zone in cui operano altri utenti del mare, e in particolare in zone condivise con le flotte di paesi terzi (23). Pertanto, un ruolo più incisivo dell’UE nella governance internazionale degli oceani potrebbe offrire maggiori opportunità in termini di sostenibilità ambientale e di concorrenza equa.

    5.16.

    Il CESE è favorevole all’esecuzione di controlli sulle navi provenienti dai paesi terzi. Inoltre, il Comitato fa notare che un migliore sistema di tracciabilità del pesce proveniente da tali paesi sarebbe utile per contrastare le frodi e garantire la sicurezza alimentare.

    Bruxelles, 12 dicembre 2018

    Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

    Luca JAHIER


    (1)  I pareri in questione sono: Quadro finanziario pluriennale per il periodo dopo il 2020, (GU C 440 del 6.12.2018, pag. 106); Regolamento recante disposizioni comuni 2021-2027 (GU C 62 del 15.2.2019, pag. 83); Regolamento relativo al FESR e al Fondo di coesione 2021-2027 (GU C 62 del 15.2.2019, pag. 90); Regolamento sulla cooperazione territoriale europea 2021-2027, (GU C 440 del 6.12.2018, pag. 116); Regolamento sul meccanismo transfrontaliero 2021-2027, (GU C 440 del 6.12.2018, pag. 124); Fondo sociale europeo Plus (GU C 62 del 15.2.2019, pag. 165); Orizzonte Europa (il nuovo Programma quadro di ricerca e innovazione [9o PQ]), (GU C 62 del 15.2.2019, pag. 33).

    (2)  Ossia se le attività commerciali della nave in questione sono interrotte per un periodo di almeno 90 giorni consecutivi e se le perdite economiche dovute all’arresto dell’attività ammontano a più del 30 % del fatturato annuo dell’impresa interessata, calcolato sulla base del fatturato medio dell’impresa in un determinato periodo di tempo.

    (3)  COM(2018) 390 pag. 12.

    (4)  Il FEAMP attuale (ossia quello relativo al periodo 2014-2020) è infatti stato attuato in misura molto limitata. In particolare, solo il 29 % delle risorse finanziarie è stato assegnato ai progetti prescelti e appena l’8 % del bilancio complessivo è stato speso per tali progetti. Fonte: Commissione europea. https://cohesiondata.ec.europa.eu/funds/emff#.

    (5)  Un’infrazione grave, infatti, comporta già di per sé una sanzione pecuniaria, di importo variabile in funzione della gravità dell’infrazione. In Spagna, ad esempio, l’importo della sanzione può andare dai 601 ai 60 000 EUR. Ciò significa che anche un pescatore condannato a una sanzione pecuniaria, commisurata alla gravità dell’infrazione, di soli 601 EUR, potrebbe (in applicazione dell’articolo 10, paragrafo 2) perdere anche centinaia di migliaia di euro già ricevuti a titolo di sostegno finanziario per un investimento che potrebbe essere stato effettuato e pagato cinque anni prima. Tale impatto è particolarmente cospicuo sulla piccola pesca costiera.

    (6)  Parere del CESE Controlli nel settore della pesca, (cfr. GU, pag. 118 della presente Gazzetta ufficiale).

    (7)  Ad esempio, in Italia (un paese con 8 000 km di coste) il numero dei pescherecci è diminuito di circa il 33 % negli ultimi 30 anni. I pescherecci hanno un’età media di 34 anni e hanno urgente bisogno di essere ammodernati o sostituiti con imbarcazioni nuove; e in questi 30 anni sono stati perduti 18 000 posti di lavoro (il settore della pesca in Italia conta 25 000 addetti). [Dati 2016 del ministero italiano delle politiche agricole, alimentari e forestali].

    (8)  Nell’ambito del comitato di dialogo sociale settoriale dell’UE per la pesca marittima (EUSSDC).

    (9)  Parere del CESE in merito al Piano pluriennale per la piccola pesca pelagica nel Mar Adriatico, (GU C 288 del 31.8.2017, pag. 68).

    (10)  https://www.theguardian.com/world/2018/may/18/we-thought-slavery-had-gone-away-african-men-exploited-on-irish-boats.

    (11)  Secondo le stime della FAO, ogni anno nel mondo nel settore della pesca si verificano oltre 32 000 decessi (https://safety4sea.com/fishers-fatalities-give-impetus-to-fishing-vessel-safety-work/).

    (12)  OCSE, Ocean Economy in 2030, 2016.

    (13)  Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM), The State of Mediterranean and Black Sea Fisheries [Lo stato della pesca nel Mediterraneo e nel Mar Nero], 2016, pag. 26. Come evidenziato dalla CGPM della FAO, nei mari monospecifici è più semplice condurre una pesca mirata perché in essi convivono pochi tipi di pesce ed è quindi agevole stabilire dei limiti alle catture. Viceversa, nei mari multispecifici molte specie di pesci vivono nella stessa zona.

    (14)  Pareri del CESE in merito alla Riforma della PCP, punto 1.3, (GU C 181 del 21.6.2012, pag. 183) e al Piano pluriennale per la piccola pesca pelagica nel Mar Adriatico, (GU C 288 del 31.8.2017, pag. 68).

    (15)  Nel suo parere in merito all’Obbligo di sbarco, (GU C 311 del 12.9.2014, pag. 68), e in particolare al punto 1.2: «Il Comitato ritiene inoltre che la proposta della Commissione sia troppo complessa e che l’obbligo di sbarco comporterà per i pescatori un aumento eccessivo e sproporzionato del lavoro. Reputa quindi che occorra puntare a una normativa maggiormente pragmatica, chiara, semplice e flessibile, che dia ai pescatori il tempo per adeguarsi, grazie a un periodo transitorio, senza incorrere in sanzioni severe».

    (16)  COM(2018) 368.

    (17)  Cfr. nota a piè di pagina 6.

    (18)  COM(2018) 340 final.

    (19)  COM(2018) 33 final.

    (20)  Parere del CESE (non ancora pubblicato in GU) sulla Plastica monouso.

    (21)  Relazione UNEP 2016. L’80 % dei rifiuti marini proviene dai fiumi.

    (22)  Parere del CESE (non ancora pubblicato in GU) sulla Plastica monouso.

    (23)  MEDAC, Domande relative ai finanziamenti dell’UE per il settore marittimo e della pesca dopo il 2020, febbraio 2018.


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