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Document 52015IP0232

    Risoluzione del Parlamento europeo dell'11 giugno 2015 sulla situazione militare strategica nel Bacino del Mar Nero a seguito dell'annessione illegale della Crimea da parte della Russia (2015/2036(INI))

    GU C 407 del 4.11.2016, p. 74–80 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    4.11.2016   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 407/74


    P8_TA(2015)0232

    Situazione militare strategica nel bacino del Mar Nero a seguito dell'annessione illegale della Crimea da parte della Russia

    Risoluzione del Parlamento europeo dell'11 giugno 2015 sulla situazione militare strategica nel Bacino del Mar Nero a seguito dell'annessione illegale della Crimea da parte della Russia (2015/2036(INI))

    (2016/C 407/11)

    Il Parlamento europeo,

    viste le sue precedenti risoluzioni sull'Ucraina, in particolare la risoluzione del 15 gennaio 2015 (1),

    viste le sue precedenti risoluzioni del 12 settembre 2013 sulla dimensione marittima della Politica di sicurezza e di difesa comune (2), del 12 settembre 2012 sulla Relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo sulla politica estera e di sicurezza comune (3), del 3 luglio 2012 sugli aspetti commerciali del Partenariato orientale (4) e del 14 dicembre 2011 sulla revisione della politica europea di vicinato (5),

    vista la sua risoluzione del 20 gennaio 2011 su un Strategia dell'Unione europea per il Mar Nero (6),

    viste le conclusioni nel Consiglio dell'Unione europea del 17 marzo 2014, del 21 marzo 2014 e del 18 dicembre 2014,

    viste le conclusioni del Consiglio Affari esteri sull'Ucraina del 17 novembre 2014 e del 29 gennaio 2015,

    viste le ultime dichiarazioni del Consiglio Affari esteri del 9 febbraio 2015 e del 16 marzo 2015,

    visto l'Accordo di associazione dell'Unione europea con Ucraina, Moldova e Georgia,

    viste le sue precedenti risoluzioni sulla Federazione russa, in particolare le sue risoluzioni del 13 marzo 2014 sull'invasione dell'Ucraina da parte della Russia (7), del 17 aprile 2014 sulla pressione esercitata dalla Russia sui paesi del Partenariato orientale, in particolare la destabilizzazione dell'Ucraina orientale (8) e del 18 settembre 2014 sulla situazione in Ucraina e sullo stato delle relazioni UE-Russia (9),

    vista la dichiarazione del Vertice Nato in Galles del 5 settembre 2014,

    visto l'articolo 52 del suo regolamento,

    vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A8-0171/2015),

    A.

    considerando che il Bacino del Mar Nero rappresenta una delle regioni più strategiche al mondo, di vitale importanza per l'UE e i suoi Stati membri, in particolare quando si tratta di garantire la loro sicurezza e difesa, e per la politica di vicinato dell'UE e il partenariato orientale; che l'importanza di una cooperazione rafforzata tra l'Unione europea e i paesi della regione è stata riconosciuta dalla «Sinergia del Mar Nero», la politica regionale dell'UE avviata nel 2008; che tutti gli annosi conflitti esistenti nella Repubblica di Moldova (Transnistria), in Georgia (Ossezia meridionale e Abkhazia) e nel Nagorno-Karabakh avvengono nel Bacino del Mar Nero;

    B.

    considerando che il Bacino del Mar Nero costituisce una frontiera esterna dell'Unione estremamente importante;

    C.

    considerando che il Consiglio europeo ha condannato con forza l'annessione della Crimea e di Sebastopoli alla Federazione russa, che viola la Carta dell'ONU, la Carta di Parigi e l'Atto finale di Helsinki dell'OCSE e che viola altresì gli obblighi assunti dalla Russia ai sensi del memorandum di Budapest del 1994, e non intende riconoscerla; che la Russia ha agito per destabilizzare la situazione nell'Ucraina orientale; che di conseguenza sono state imposte restrizioni agli scambi fra l'UE e la Crimea;

    D.

    considerando che la NATO ha considerato l'escalation militare della Federazione russa in Crimea, la sua annessione illegittima e illegale della Crimea e la sua continua e deliberata opera di destabilizzazione dell'Ucraina orientale in violazione del diritto internazionale;

    E.

    considerando che in seguito all'annessione illegale della Crimea l'equilibrio militare nel Bacino del Mar Nero risulta alterato dal momento che la Russia ora controlla illegalmente centinaia di chilometri di litorale della Crimea e le acque adiacenti dinanzi alle frontiere marittime della NATO e dell'UE; che la Russia ha istigato azioni aggressive sul territorio ucraino;

    F.

    considerando che prima dell'annessione illegale la presenza delle forze terrestri e aeree russe in Crimea era minima e si limitava essenzialmente alla difesa di Sebastopoli — principale base della flotta russa nel Mar Nero — e di due basi navali adiacenti; che l'annessione della Crimea ha gravemente indebolito le forze armate ucraine, soprattutto la sua marina militare, di cui le truppe russe hanno assunto il controllo; che attraverso il rafforzamento militare in Crimea e nel Bacino del Mar Nero a seguito dell'annessione la Russia si è mobilitata per creare un'offensiva comune coniugando forze navali, aeree e terrestri;

    G.

    considerando che dopo l'annessione la Russia ha accelerato l'espansione e l'ammodernamento della flotta nel Mar Nero; che il piano di ammodernamento della flotta nel Mar Nero è una delle componenti più ambiziose del programma di armamento dello Stato russo per il 2011-2020; che nel dicembre 2014 il governo russo ha approvato una nuova dottrina militare che considera la NATO come la principale minaccia alla sicurezza della Russia;

    H.

    che, nel 2007, la Russia ha sospeso la propria partecipazione al trattato sulle forze armate convenzionali in Europa; considerando che, dall'11 marzo 2015, la Federazione russa non partecipa più al gruppo consultivo congiunto nel quadro del trattato sulle forze armate convenzionali in Europa e, di conseguenza, si è ritirata completamente dal trattato;

    I.

    considerando che la Turchia è un paese candidato all'adesione all'UE, un alleato della NATO, una potenza navale, un attivo protagonista della politica estera regionale e un partner fondamentale per l'UE, non da ultimo nelle questioni inerenti all'energia e alla sicurezza delle frontiere; che la posizione strategica della Turchia ha un'importanza considerevole per l'altra seria minaccia che incombe sulla NATO e sull'UE, l'autoproclamato Stato islamico (Daesh); che la Turchia può svolgere un ruolo importante nel contrasto delle minacce che interessano il Mar Nero e del Daesh; che la Turchia, nonostante consideri l'annessione della Crimea da parte della Russia illegale, non si è pronunciata in maniera chiara sulla stessa annessione o sulle sue conseguenze; considerando che i recenti orientamenti diplomatici della Turchia, in particolare riguardo ai conflitti vicini, hanno dato spazio ad ambiguità e non sono stati coerenti rispetto alle posizioni dell'UE e della NATO; che la Turchia è un partner strategico in materia di sicurezza ed ha un ruolo importante da svolgere nella regione del Mar Nero, anche come stabilito dalle disposizioni della Convenzione di Montreux del 1936;

    J.

    considerando che la reazione dell'UE all'aggressione della Russia nei confronti della Georgia e alla violazione della sua integrità territoriale nel 2008 potrebbe aver incoraggiato la Russia ad agire in modo analogo in Ucraina; considerando che UE, NATO e Stati Uniti hanno condannato i «trattati» firmati nel novembre 2014 e nel marzo 2015 rispettivamente tra la Russia e le autorità separatiste dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud, ed hanno ribadito il loro sostegno alla sovranità e all'integrità territoriale della Georgia; considerando che tali «trattati» violano i principi fondamentali del diritto internazionale, nonché gli impegni internazionali della Russia, compresi quelli assunti ai sensi dell'accordo sul cessate il fuoco del 12 agosto 2008;

    K.

    considerando che dall'occupazione da parte delle forze russe l'Abkhazia, la regione di Tskhinvali/Ossezia del Sud e, da ultimo, la Crimea continuano ad essere teatro di violazioni dei diritti umani; considerando che le violazioni dei diritti umani in Crimea riguardano i gruppi minoritari e gli oppositori dell'occupazione russa, in particolare i tartari indigeni di Crimea, gli attivisti e la società civile filo-ucraini, nonché le persone che desiderano mantenere la loro cittadinanza ucraina;

    Cambiamento nel panorama strategico e della sicurezza nel Mar Nero

    1.

    appoggia con fermezza il non riconoscimento dell'annessione della Crimea da parte della Russia; ribadisce il suo impegno a favore dell'indipendenza, della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina, in conformità della Carta delle Nazioni Unite, in particolare il suo articolo 2; appoggia pienamente le conclusioni del Consiglio europeo dell'UE in base alle quali l'Unione europea non riconoscerà l'annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli; sottolinea che l'annessione viola anche il trattato di amicizia, cooperazione e partenariato del 1997 tra l'Ucraina e la Federazione russa; sottolinea la necessità che l'UE e i suoi Stati membri si esprimano con un'unica voce unita sulle relazioni dell'Unione con la Russia;

    2.

    rileva con preoccupazione che l'annessione illegale della Crimea ha provocato un cambiamento significativo nel panorama strategico del Bacino del Mar Nero e nella zona adiacente; ritiene che le azioni aggressive della Russia rappresentino un ritorno a un approccio ostile basato sulla contrapposizione di due blocchi; avverte che occupando l'intera penisola la Russia ha ottenuto un importante rampa di lancio sia verso ovest (Balcani, Transnistria e Bocche del Danubio), sia in direzione sud (Mediterraneo orientale), dove ha posizionato una task-force navale permanente, e che l'annessione illegale della Crimea offre alla Russia una «Kaliningrad del sud» ovvero un altro avamposto direttamente ai confini con la NATO;

    3.

    ritiene che il cambiamento nel panorama geostrategico, la situazione militare in evoluzione nel bacino del Mar Nero e l'annessione forzata della Crimea da parte della Russia lascino presupporre sfide sistemiche e più ampie per l'architettura di sicurezza europea fondata sulle norme introdotte con la fine della guerra fredda; ritiene che l'UE e gli Stati membri debbano avere una risposta a queste sfide per la sicurezza e ripensare le loro politiche estere e di sicurezza alla luce di ciò, che deve trovare riscontro in una strategia di sicurezza europea rivista, nella strategia di sicurezza marittima europea e nella strategia dell'UE per il Mar Nero; è preoccupato per l'intensificazione della pressione russa sulla frontiera orientale dell'UE, esercitata anche sulla Romania, la Polonia e i paesi baltici, che rappresenta un grande rischio;

    4.

    sottolinea l'opportunità che l'UE rafforzi anche la sua resilienza e che risponda alla sfida di un'informazione e di una sicurezza dell'informazione armate; plaude alla decisione del Consiglio del 19-20 marzo 2015 riguardante l'avvio del progetto per contrastare la propaganda russa e che comprende il finanziamento di diversi canali TV in lingua russa;

    5.

    è profondamente preoccupato per l'attuale rafforzamento militare difensivo e offensivo della Russia nel Mar Nero e per il programma di ampliamento e ammodernamento della flotta russa del Mar Nero, con l'aggiunta di sei nuovi sottomarini diesel moderni del tipo Rostov-on-Don e sei nuove fregate del tipo Admiral Grigorovich; ricorda che il posizionamento delle attività aeronautiche offensive e il potenziamento delle infrastrutture militari in Crimea rafforzerà la capacità militare offensiva della Russia e la sua abilità di espandere il proprio potere oltre i confini;

    6.

    constata con preoccupazione il continuo rafforzamento militare della Russia nell'Abkhazia occupata e nelle regioni di Tskhinvali/Ossezia del Sud della Georgia; rileva che l'infrastruttura militare di carattere sia difensivo che offensivo, con il suo ampio raggio d'azione, rappresenti una grave minaccia per l'intera regione del Mar Nero;

    7.

    rileva con preoccupazione che la Russia ha notevolmente rafforzato la propria difesa aerea e navale nel Bacino del Mar Nero, grazie allo spiegamento dei nuovi missili di difesa navale (antinave) — con una portata di 600 km, capaci di raggiungere il Bosforo — e facendo in modo che gli aerei da combattimento russi controllino circa tre quarti dello spazio aereo del Bacino del Mar Nero (praticamente triplicando il numero degli aeroporti in Crimea); osserva, a tale proposito, che la Russia ha rafforzato le sue capacità in termini sia strategici che tattici: sotto il profilo strategico, bombardieri a lungo raggio, capaci di trasportare missili da crociera, e aerei da ricognizione che operano vicino alle coste occidentali del Mar Nero, possono potenzialmente penetrare in profondità nell'Europa centrale; dal punto di vista tattico, due brigate di fanteria navale — eventualmente con il supporto di portaelicotteri di tipo Mistral — rappresentano una significativa e potenziale minaccia di sbarco; accoglie con favore la decisione della Francia di rivedere la consegna alla Russia di navi da assalto anfibio di classe Mistral e plaude ai negoziati francesi tesi alla risoluzione definitiva e inequivocabile del contratto;

    8.

    è profondamente preoccupato per la dichiarazione del presidente Putin, il quale ha affermato che era pronto a mettere in allerta le forze nucleari russe durante l'occupazione della Crimea qualora l'Occidente fosse intervenuto contro l'annessione; è estremamente preoccupato anche dalle dichiarazioni minacciose di alti funzionari russi, secondo cui la Russia ha il diritto di spiegare e tenere armi nucleari in Crimea, che avrebbero conseguenze globali; rileva con preoccupazione che, durante un'esercitazione militare nel marzo 2015, la Russia ha dispiegato in Crimea un numero non dichiarato di bombardieri strategici nucleari Tu-22M3; è preoccupato per la nuova dottrina militare russa del dicembre 2014 che ammette il ricorso ad armamenti nucleari contro uno Stato che non ne dispone;

    9.

    osserva che il potenziale spiegamento russo di sistemi di armamenti a duplice uso in Crimea mette in dubbio le buone intenzioni della Russia quando di tratta di compiere progressi nel disarmo nucleare multilaterale in vista della prossima revisione del trattato di non proliferazione, minando così gli sforzi già compiuti in questa direzione;

    10.

    considera i recenti sorvoli ravvicinati compiuti da aerei da combattimento russo su navi da guerra NATO e piattaforme esplorative nel Mar Nero come un segno tangibile di un atteggiamento russo più aggressivo nel Bacino del Mar Nero e mette in guardia dinanzi a un elevato rischio di aggravamento della situazione; chiede linee di comunicazione dirette tra forze armate onde evitare incomprensioni tragiche che potrebbero avere conseguenze militari e di sicurezza di vasta scala;

    11.

    è profondamente preoccupato per la gravissima situazione nell'Ucraina orientale — dove la guerra sta portando alla destabilizzazione dell'Ucraina e della regione nel suo complesso — come pure per la possibile minaccia di creare un corridoio terrestre che colleghi il territorio russo alla Crimea attraverso il territorio controllato dai separatisti lungo la costa occidentale del Mare di Azov (Mariupol), rischiando di privare completamente l'Ucraina di uno sbocco sul mare; esorta Ucraina e la repubblica di Moldova ad adottare provvedimenti volti a impedire la fornitura di armamenti e attrezzature militari destinate alla Transnistria, sia via terra che via aria;

    12.

    condanna il fatto che la Russia stia fornendo sostegno diretto e indiretto ai gruppi separatisti in Ucraina, anche sotto forma di armi e reclutamento, fomentando così la continuazione della guerra; nutre apprensione per le notizie relative ai crimini di guerra commessi nella regione controllata dai separatisti filorussi, incluso l'abbattimento dell'aereo civile da trasporto passeggeri MH-17, un incidente attualmente oggetto di un'indagine indipendente e internazionale; esorta la Russia a ritirare immediatamente tutte le sue forze militari dal territorio ucraino e ad aderire all'accordo di Minsk; esorta la Russia e tutte le parti coinvolte ad usare la propria influenza per fermare le ostilità e prevenire altri crimini di guerra e nuove vittime; ribadisce che non può essere concessa alcuna amnistia per i crimini di guerra commessi;

    13.

    deplora che le iniziative di cooperazione regionale per la sicurezza nel Mar Nero BLACKSEAFOR e Black Sea Harmony, volte a dimostrare al mondo esterno che i paesi rivieraschi possono assumersi la responsabilità primaria della loro sicurezza, preservando al contempo il proprio potenziale per rilanciare una futura possibile cooperazione tra questi Stati, attualmente paralizzati;

    Dimostrare fermezza e comunicare con la Russia

    14.

    sottolinea che le relazioni con la Russia, essendo uno dei principali attori sulla scena internazionale, a lungo termine dovrebbero in generale essere più cooperative che conflittuali; ritiene tuttavia che, a breve e a medio termine, data la mancanza di fiducia a seguito delle ultime azioni compiute dalla Russia, qualsiasi ripresa della cooperazione debba essere basata, in primo luogo, sulla solida garanzia strategica offerta dalla NATO ai suoi membri orientali e, in secondo luogo, su un cambiamento della politica russa nei confronti dell'Ucraina, segnatamente con la piena e incondizionata attuazione degli accordi di Minsk di settembre 2014 e febbraio 2015 (che si applicano solo al conflitto nell'Ucraina orientale) e la restituzione della Crimea all'Ucraina, ripristinando così la situazione precedente e il controllo delle autorità ucraine sul loro territorio entro frontiere internazionalmente riconosciute;

    15.

    esprime la speranza che l'accordo di cessate il fuoco raggiunto a Minsk il 12 febbraio 2015 sia rispettato, fornendo, in questo modo, il tempo necessario per una soluzione politica negoziata; è preoccupato per le numerose indicazioni di violazioni dell'accordo da parte russa e dei separatisti; sottolinea che l'attuale quadro giuridico internazionale deve essere pienamente rispettato;

    16.

    ritiene che nel caso in cui la Russia non applichi in toto gli accordi di cessate il fuoco di Minsk e prosegua la destabilizzazione dell'Ucraina orientale e l'annessione illegale della Crimea, sia necessario continuare e rafforzare il regime di sanzioni nonché il sostegno al paese nel potenziamento delle sue capacità di difesa; sottolinea che l'UE debba dimostrare unità, solidarietà e impegno nel sanzionare le azioni della Russia che violano le norme applicabili del diritto internazionale;

    17.

    invita gli Stati membri dell'UE a restare risoluti e uniti nel loro impegno ad applicare le sanzioni concordate nei confronti della Russia, anche congelando qualunque tipo di cooperazione militare e di difesa e risolvendo i contratti, per esempio la consegna alla Russia di navi da assalto anfibio di classe Mistral; e auspica che i negoziati per la risoluzione del contratto si concludano positivamente;

    Sicurezza energetica, marittima, delle persone e delle frontiere nella regione del Mar Nero

    18.

    accoglie con favore l'attuazione della politica energetica dell'UE volta a promuovere la sicurezza energetica per tutti gli Stati membri; esorta gli Stati membri a prendere le misure necessarie per ridurre la loro dipendenza energetica e garantire la sicurezza delle attività di estrazione e trasporto di gas e petrolio nella regione del Mar Nero; invita l'UE a sostenere le iniziative per la diversificazione delle risorse energetiche del Mar Nero, anche attraverso investimenti e misure finanziarie, nell'ambito di una strategia per l'indipendenza energetica; esorta la Commissione a riprendere i lavori di costruzione del gasdotto Nabucco; ritiene che una relazione costruttiva e basata sulla fiducia tra i paesi vicini sia la migliore garanzia per il rifornimento energetico degli Stati membri;

    19.

    teme che i vantaggi derivanti dell'estrazione e dal trasporto di idrocarburi nel Mar Nero dipendano sempre più dal livello di militarizzazione innescata dall'annessione illegale della Crimea da parte della Russia e dal conseguente rafforzamento delle sue capacità in quell'area; ribadisce che, data la potenziale instabilità e, in particolare, la dipendenza dell'Europa dal Mar Nero per il transito delle forniture energetiche, è interesse strategico dell'UE dissuadere gli attori regionali dall'adottare una politica del rischio calcolato e che, in tal senso, potrebbe dover mobilitare le risorse navali e aeree europee nel Mar Nero; fa appello agli Stati membri affinché adottino le misure necessarie per garantire la sicurezza delle attività di estrazione e trasporto di gas e petrolio nella regione del Mar Nero;

    20.

    sottolinea che la crisi attuale mina la cooperazione in altri importanti settori, come la sicurezza e la gestione delle frontiere (in particolare il controllo delle migrazioni) e la lotta contro i traffici e la criminalità organizzata;

    21.

    condanna le violazioni dei diritti umani perpetrate in Crimea dall'occupazione da parte delle forze russe, incluse le azioni intimidatorie e un crescente numero di sparizioni forzate (10), la censura della libertà di parola e la persecuzione delle minoranze, in particolare le minoranze etniche e nazionali; condanna la persecuzione sistematica dei tartari originari della Crimea che hanno partecipato alle dimostrazioni a sostegno dell'integrità territoriale ucraina; ricorda che migliaia di tartari nati in Crimea sono fuggiti dalla loro patria per paura delle persecuzioni e hanno cercato rifugio in altre regioni in Ucraina; esprime loro solidarietà e chiede con urgenza che la situazione venga migliorata; invita le autorità russe a porre immediatamente fine alle molestie nei confronti dell'organo esecutivo dei tartari di Crimea, il Mejlis; invita la Russia a rispettare pienamente i diritti umani della popolazione locale in Crimea, e invita l'Ucraina, l'UE e i suoi Stati membri a monitorare il rispetto dei diritti umani in Crimea;

    22.

    chiede che siano realizzate indagini e che si migliori l'accesso per le organizzazioni internazionali deputate al monitoraggio dei diritti umani a tutti i casi di gravi violazioni dei diritti umani in Crimea; invita il governo ucraino ad avvalersi di tutti mezzi a sua disposizione per appurare e perseguire i crimini di guerra commessi sul proprio territorio; esorta la comunità internazionale e la Corte dell'Aia ad avviare un'inchiesta in merito agli eventuali reati commessi durante l'annessione illegale della Crimea e il conflitto nell'Ucraina orientale;

    23.

    richiama l'attenzione sull'estrema vulnerabilità ambientale del Bacino del Mar Nero; sottolinea che la crescente militarizzazione della regione mette ulteriormente a rischio questo delicato ecosistema, e chiede l'istituzione di un efficace meccanismo di prevenzione degli incidenti, con un sistema affidabile per lo scambio di informazioni in caso di emergenza tra tutti gli Stati rivieraschi;

    24.

    ricorda che, dinanzi alla guerra ibrida della Russia in Ucraina, l'UE deve restare unita e parlare con un'unica voce; ritiene fermamente che l'unità sia una condizione imprescindibile per una risposta efficace a tutte le minacce alla sicurezza e a tutte le sfide politiche che derivano dalla combinazione di azioni militari e non militari della Russia in Ucraina;

    Ruolo dell'UE e attori internazionali

    25.

    ribadisce che la regione del Mar Nero dovrebbe costituire un'autentica priorità per l'UE; ritiene che l'attuale formato della «Sinergia del Mar Nero» sia ormai obsoleto; invita nuovamente la Commissione e il SEAE ad elaborare quanto prima una strategia globale dell'UE per la regione del Mar Nero; sottolinea che le disposizioni della strategia per la sicurezza marittima dell'UE dovrebbero essere applicate anche nel caso del Mar Nero; chiede una revisione della strategia di sicurezza europea e auspica che la revisione della politica europea di vicinato, tenendo conto di tutti i pertinenti programmi che interessano la regione, si traduca in una maggiore cooperazione della politica di sicurezza e difesa comune con gli Stati partner rivieraschi del Mar Nero;

    26.

    sottolinea che, nonostante il fatto che la Sinergia del Mar Nero sia praticamente bloccata, la cooperazione efficace con gli Stati del Bacino del Mar Nero deve continuare; accoglie con favore le missioni PESD in corso — la missione consultiva dell'UE, la missione di monitoraggio dell'UE e la missione di assistenza alle frontiere dell'UE — che rappresentano elementi importanti del contributo dell'Unione per risolvere i conflitti protrattisi nella regione; plaude agli sforzi compiuti dagli Stati membri per migliorare le capacità militari degli Stati rivieraschi del Mar Nero e incrementare in tal modo il loro potenziale di rispondere alle situazioni di crisi nella regione; ritiene che l'UE abbia bisogno di una strategia audace e mirata ai risultati, specialmente per quanto riguarda i settori dell'economia, della difesa e della sicurezza, così da rafforzare internamente l'UE, aggiornare e migliorare gli strumenti esistenti e amplificare la propria capacità di reazione agli sviluppi del vicinato che si ripercuotono sulla sicurezza dell'Unione;

    27.

    sottolinea l'importanza fondamentale del coordinamento con la NATO, in particolare con gli Stati che si affacciano sul Mar Nero che sono membri dell'Alleanza, e con gli Stati Uniti, dal momento che il Bacino del Mar Nero rappresenta una componente fondamentale della sicurezza euro-atlantica; sottolinea che l'ammodernamento e il rafforzamento delle capacità militari di tali Stati rivieraschi del Mar Nero che sono membri dell'UE e della NATO sono di vitale importanza nell'intento di garantire sicurezza e stabilità nella regione; accoglie con favore l'impegno della NATO di sostenere gli sforzi regionali degli Stati rivieraschi del Mar Nero nell'intento di garantire sicurezza e stabilità; sottolinea la necessità che l'UE e la NATO contribuiscano a mantenere il Mar Nero come spazio economico aperto; invita l'OSCE ad ampliare la portata dei suoi sforzi per quanto riguarda la sicurezza del Mar Nero. invita l'UE a sostenere una presenza rafforzata dell'OSCE e nuove iniziative dell'Organizzazione nella regione volte a mitigare la situazione della sicurezza;

    28.

    ricorda che, soprattutto alla luce della situazione della sicurezza nel Bacino del Mar Nero, tutti gli Stati membri dell'UE devono beneficiare dello stesso livello di sicurezza, conformemente all'articolo 42, paragrafo 7, del TUE;

    29.

    accoglie con favore l'impegno degli Stati membri della NATO ai fini della sicurezza collettiva nonché, se necessario, ad attuare l'articolo 5 del trattato di Washington; accoglie con favore la decisione del Vertice NATO in Galles sulle misure strategiche di rinforzo e il Piano di azione rapida, in quanto elementi importanti per la sicurezza degli Stati membri della NATO maggiormente colpiti; invita la NATO a continuare a sviluppare le sue capacità di difesa missilistica e cibernetica, anche nella regione del Mar Nero, e a sviluppare piani di emergenza per scoraggiare e contrastare guerre asimmetriche e ibride;

    30.

    sollecita la Commissione a sostenere gli Stati membri negli sforzi da questi profusi per identificare soluzioni che consentano di incrementare i rispettivi bilanci per la difesa al livello del 2 %; plaude all'impegno assunto da membri della NATO in occasione dell'ultimo vertice NATO tenutosi a Newport di garantire che la loro spesa per la difesa raggiungerà almeno il 2 % del PIL entro il 2024; esprime preoccupazione per il fatto che alcuni alleati abbiano annunciato la loro intenzione di operare nuovi tagli nella spesa destinata alla difesa; ricorda, a tale proposito, l'articolo 3 del trattato di Washington;

    31.

    ricorda che, benché le richieste di adesione della Georgia e dell'Ucraina del 2008 al piano d'azione per l'adesione alla NATO non siano state accettate, la NATO ha dichiarato, in occasione del vertice di Bucarest, che la Georgia e l'Ucraina diventeranno membri dell'Alleanza; constata che, a seguito della guerra del 2008 in Georgia e dell'annessione illegale della Crimea nel 2014, la Russia ha mutilato da un punto di vista territoriale i due paesi, rendendoli inammissibili all'adesione alla NATO; ritiene che, benché non sia in grado di difenderle direttamente, la NATO abbia comunque l'obbligo morale di sostenere la capacità della Georgia e dell'Ucraina di difendersi;

    32.

    ribadisce che la NATO dovrebbe mantenere la sua generale superiorità navale ed aerea nel Bacino del Mar Nero nonché la sua capacità di monitorare l'area;

    o

    o o

    33.

    incarica il suo Presidente di trasmetter la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri dell'UE nonché a tutti i paesi del Mar Nero.


    (1)  Testi approvati, P8_TA(2015)0011.

    (2)  Testi approvati, P7_TA(2013)0380.

    (3)  GU C 353 E del 3.12.2013, pag. 77.

    (4)  GU C 349 E del 29.11.2013, pag. 38.

    (5)  GU C 168 E del 14.6.2013, pag. 26.

    (6)  GU C 136 E dell'11.5.2012, pag. 81.

    (7)  Testi approvati, P7_TA(2014)0248.

    (8)  Testi approvati, P7_TA(2014)0457.

    (9)  Testi approvati, P8_TA(2014)0025.

    (10)  A norma dell'articolo 7, paragrafo 1, lettera i), dello Statuto di Roma (2002).


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