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Document 52001AE1493

Parere del Comitato economico e sociale in merito alla "Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale, al Comitato delle regioni — Un nuovo quadro di cooperazione per le attività di politica dell'informazione e della comunicazione nell'Unione europea"

GU C 48 del 21.2.2002, p. 109–112 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

52001AE1493

Parere del Comitato economico e sociale in merito alla "Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale, al Comitato delle regioni — Un nuovo quadro di cooperazione per le attività di politica dell'informazione e della comunicazione nell'Unione europea"

Gazzetta ufficiale n. C 048 del 21/02/2002 pag. 0109 - 0112


Parere del Comitato economico e sociale in merito alla "Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale, al Comitato delle regioni - 'Un nuovo quadro di cooperazione per le attività di politica dell'informazione e della comunicazione nell'Unione europea'"

(2002/C 48/25)

Il Consiglio, in data 29 giugno 2001, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 262 del Trattato CE, di consultare il Comitato economico e sociale in merito alla comunicazione di cui sopra.

Il Comitato economico e sociale ha deciso di designare Gafo Fernández Relatore generale e di incaricarlo di elaborare il parere.

Il Comitato economico e sociale ha adottato il 29 novembre 2001, nel corso della 386a sessione plenaria all'unanimità il seguente parere.

1. Osservazioni di carattere generale

1.1. Il Comitato sostiene l'obiettivo della Commissione volto a creare un nuovo quadro di cooperazione in materia di informazione e comunicazione, in modo da pervenire successivamente alla messa a punto ed all'attuazione di una strategia comune in materia, che tenga conto del ruolo che tutte le istituzioni e gli organi dell'Unione europea devono svolgere in tale contesto.

1.2. È evidente che per sviluppare un dibattito informato sul futuro dell'Europa, come nel caso del Libro bianco sulla governance, occorre una certa pianificazione preventiva che consenta di sensibilizzare i cittadini e di coinvolgerli attivamente e in maniera positiva. Tale esigenza si avverte con maggiore chiarezza quando eventi imprevisti si ripercuotono sulle politiche comunitarie, come è avvenuto, ad esempio, con le crisi alimentari, in cui la necessità di un'informazione trasparente e strutturata al cittadino si è manifestata con tutta la sua forza. È necessario stabilire preventivamente una strategia di comunicazione basata sulla pianificazione di obiettivi individualizzati di comunicazione e adattare a questi obiettivi i canali di comunicazione ed i messaggi da trasmettere. Ciò consentirà una maggiore capacità di reazione di fronte a situazioni inaspettate che impongano di far conoscere al cittadino la portata delle politiche e degli interventi dell'Unione europea.

1.3. Il Comitato è pronto ad impegnarsi in questa direzione facendo valere, oltre alla sua funzione consultiva nei confronti delle istituzioni europee, la propria specificità e la propria complementarità rispetto a dette istituzioni. Unica assemblea a livello europeo non legata direttamente o indirettamente ai partiti politici, il CES europeo è in grado di mettere al servizio dell'obiettivo perseguito la sua capacità di:

- fungere da "relais" delle organizzazioni della società civile degli Stati membri;

- contribuire alla strutturazione del dialogo fra le organizzazioni della società civile ("sviluppo della capacità istituzionale") nei paesi/zone al di fuori della Comunità e, in maniera prioritaria, nei paesi candidati all'adesione;

- adattare il messaggio da trasmettere, come previsto nella comunicazione, in funzione delle specificità del pubblico interessato e della varietà degli interlocutori rappresentati in seno al CES.

Tale orientamento si inscrive inoltre nel quadro del protocollo di cooperazione recentemente firmato da Commissione e Comitato.

1.4. Il Comitato fa inoltre rilevare di essersi dotato di un piano strategico di comunicazione che coincide in molti punti con gli orientamenti delineati nella comunicazione in esame. In particolare, la cooperazione interistituzionale perseguita dalla Commissione è uno degli obiettivi essenziali di detto piano strategico. Adottato dal Comitato di propria iniziativa, esso costituisce fin dora un efficace strumento operativo per rispondere alle aspettative della comunicazione della Commissione, nella misura in cui vengano messi a disposizione mezzi finanziari appropriati.

1.5. Il Comitato deplora che la comunicazione, rivolta a tutte le istituzioni europee, tenga in realtà essenzialmente conto solo del Parlamento europeo e della Commissione, sebbene si accenni più volte all'integrità ed alla responsabilità proprie di ogni istituzione. Una vera riforma della politica di informazione e comunicazione dovrebbe andare oltre gli schemi in vigore da molti anni, che hanno dato risultati notoriamente deludenti, per attribuire maggiore spazio a contributi nuovi, originali e complementari che le altre istituzioni e gli organi comunitari, benché più modesti, sono spesso in grado di apportare all'iniziativa proposta dalla Commissione. Tale riflessione vale anche per il ruolo che deve essere svolto dal Consiglio europeo.

In questo senso il Comitato, impegnato attivamente in tutte le misure di cooperazione interistituzionale attualmente in fase di rafforzamento, chiede di partecipare a tutte le strutture interistituzionali proposte nella comunicazione, e in particolare di essere coinvolto nelle attività del Gruppo interistituzionale sull'informazione (IGI).

2. Osservazioni di carattere particolare

2.1. Un'Europa più vicina ai cittadini

Il Comitato deve far valere, come elemento essenziale della strategia da attuare, la propria vocazione e la propria capacità di fungere da collegamento, da intermediario fra le istituzioni europee e le organizzazioni della società civile degli Stati membri, con le quali intrattiene contatti regolari e costituiti, per giungere, tramite loro, al cittadino.

Questo ruolo, che il Comitato ha il diritto di sottolineare in maniera più incisiva dopo la firma del Trattato di Nizza, dovrebbe essere riconosciuto dalle altre istituzioni e dovrebbe essere evidenziato ed agevolato in sede di attuazione di una strategia comune in materia di informazione e comunicazione.

Sarebbe inoltre necessario che detta strategia identificasse le diverse fasce di cittadini cui si dirige l'informazione, cercando di adattarla alle loro necessità specifiche. Anche in tale contesto il Comitato può svolgere un ruolo di grande rilievo.

2.2. Responsabilità e integrità delle istituzioni

La natura stessa del CES, vicino alla realtà socioeconomica e al cittadino come nessun'altra istituzione europea, gli consente di apportare quel valore aggiunto indispensabile ad un approccio interistituzionale;

il Comitato intende dotarsi di un'identità nuova e forte sfruttando le sinergie offerte da questa cooperazione, combinando specificità e complementarità dei messaggi.

2.3. Il Gruppo interistituzionale sull'informazione (IGI) e l'organo consultivo per l'informazione e la comunicazione

Occorre indubbiamente ampliare la composizione del gruppo interistituzionale sull'informazione. In tal modo, le competenze e la capacità di seguire da vicino il cittadino che il CES può apportare risulteranno rafforzate; inoltre è poco probabile che le istituzioni che non saranno rappresentate possano capire, assimilare o semplicemente accontentarsi di quanto suggerito dalla comunicazione, ovvero "ciascuna istituzione prende nota delle decisioni dell'IGI e delle sue raccomandazioni".

Per questi motivi, il Comitato deve far parte di questo gruppo di lavoro, così come dell'organo consultivo per l'informazione e la comunicazione previsto all'ultimo paragrafo del punto I.1.2, pagina 8.

2.4. Cooperazione sul campo - Rappresentanze e Uffici esterni

Pur non disponendo di alcuna struttura di questo tipo, il Comitato ha avviato un dialogo proficuo e costante con le organizzazioni della società civile dei paesi terzi, e soprattutto, in questi ultimi anni, dei paesi candidati all'adesione (sviluppo della capacità istituzionale).

Queste attività del Comitato meriterebbero un interesse e un sostegno ben maggiori da parte delle rappresentanze e degli Uffici esterni della Commissione nonché del PE. Considerato che la Commissione intende rivedere il contenuto dei mandati di detti uffici, sarebbe opportuno proporre di incaricarli di svolgere i seguenti compiti (e non solo di invitarli):

- diffondere le pubblicazioni del CES;

- collaborare attivamente alle manifestazioni organizzate dal CES nei paesi interessati;

- accogliere attivamente i membri e i funzionari del CES in missione nell'ambito dei preparativi di tali manifestazioni;

- designare una persona di contatto per le attività con il CES.

2.5. Altre istituzioni e organi

Le osservazioni rivolte al CES (e al CdR) meriterebbero maggiore spazio. Va ugualmente notato che, al secondo paragrafo, il protocollo di cooperazione che il CES e la Commissione hanno firmato il 24 settembre 2001 diventa nella comunicazione una "dichiarazione comune".

La comunicazione menziona la precisazione del ruolo di ogni istituzione. È essenziale che il ruolo del Comitato venga precisato dalle altre istituzioni quando esse espongono il funzionamento del processo decisionale. Effettivamente, non foss'altro che per la sua indipendenza e per la sua prossimità alle realtà e al cittadino, il Comitato può contribuire al ravvicinamento fra i cittadini europei e le istituzioni dell'Unione tanto auspicato dalla Commissione.

2.6. Gli Stati membri e le istituzioni nazionali: parlamenti e consigli economici e sociali

Il CES dovrebbe partecipare alle azioni comuni con gli organismi governativi degli Stati membri (pag. 10, ultimo paragrafo). Il Comitato potrebbe in particolare prendere l'iniziativa di avviare tali azioni con i CES nazionali e regionali nell'ambito delle relazioni di lavoro e di scambio che intrattiene con loro, nonché fungere da collegamento anche con i parlamenti nazionali.

2.7. Possibilità di esternalizzazione

L'idea di istituire un centro interistituzionale dinformazione è interessante. Esso consentirebbe infatti la messa in comune di risorse e di competenze, pur mantenendo al tempo stesso strette relazioni con le diverse istituzioni onde rimanere in sintonia con le loro specificità affrontando la questione della comunicazione e dell'informazione in maniera indipendente e soprattutto quanto più professionale possibile, e conferendo infine all'informazione quella dimensione umana (semplicità del linguaggio, chiarezza dei messaggi, ascolto ecc.) che secondo i cittadini europei attualmente le manca del tutto.

Il ricorso all'esternalizzazione consente di mantenere il contatto con le realtà del mercato e con le tendenze, e di evitare di limitarsi a messaggi troppo rigidi e troppo amministrativi. Questa posizione può dunque rivelarsi una garanzia di creatività e di originalità nella formulazione dei messaggi o nella configurazione delle istituzioni.

L'iniziativa è interessante per il Comitato, che dovrebbe essere coinvolto nei lavori nella prospettiva di un'eventuale creazione di tale centro comune di informazione.

2.8. Follow-up

In risposta all'appello lanciato dalla Commissione (ultimo paragrafo), il Comitato dovrebbe far valere il ruolo che i Consiglieri possono svolgere negli Stati membri tramite il canale delle organizzazioni da cui provengono. Ciò risponderebbe a quanto auspicato dalla Commissione, ovvero agire prioritariamente sui diffusori dell'informazione e sugli opinionisti in ogni Stato membro.

- Essendo anch'essi diffusori di informazione, i Consiglieri hanno inoltre un ruolo di informazione nei confronti delle proprie organizzazioni e di tutti i contatti che intrattengono ai diversi livelli.

- Le relazioni con i Consigli economici e sociali nazionali e regionali sono molto importanti poiché anche questi organi sono diffusori di informazione non trascurabili. In linea generale, occorre non lasciarsi paralizzare da considerazioni di tipo restrittivo.

3. Osservazioni riguardanti l'allegato alla comunicazione

3.1. Attività di informazione prioritaria (Prince)

A suo tempo (1996/1997) il CES era intervenuto in attività di informazione, in particolare sull'euro, unitamente a membri del Parlamento europeo. Nel caso in cui le attività di questo programma di informazione prioritaria continuino, il CES desidera rilanciare la propria partecipazione a Prince.

3.2. Reti e centri di informazione

Info-Points Europe (139), Carrefours di Informazione rurale (130) e Urban Forums (19): il Comitato dovrebbe alimentare tali centri in maniera sistematica.

Non è sufficiente limitarsi ai contatti con i grandi centri, occorre anche garantire il raggiungimento di centri di informazione a livello regionale e locale, ovvero le reti non finanziate dalla Commissione (biblioteche pubbliche, autorità locali, camere di commercio ecc.) nonché i Centri di documentazione europea (CDE), la FIME (Fédération internationale des Maisons de l'Europe) e i gruppi di speaker Groupeuro e Team Europe.

3.3. Il server Europa

Il CES è rappresentato nell'ambito del Comitato editoriale interistituzionale per Internet (Ceiii) e ne ha ospitato alcune riunioni.

Il CES è collegato direttamente con Europa (punto di informazione su una base di reciprocità, aggiornamento delle informazioni e dei collegamenti).

L'evoluzione di Europa verso un server Europa II e verso concetti come e-governance o e-Comissione dovrebbe consentire inoltre di portare il Comitato su questo cammino, introducendo, eventualmente, la nozione di e-consultazione, ovvero di una presenza inevitabile sulla rete da parte del CES europeo e delle istituzioni consultive analoghe in generale. In questo senso, il CESlink e l'Aicesis sono elementi fondamentali che meritano un vero e proprio sostegno.

3.4. Europe Direct

Per poter far fronte all'aumento dei messaggi trasmessi al servizio informazioni del Comitato (info@esc.eu.int) s'impone una stretta collaborazione con Europe Direct. In effetti, molte domande vengono inviate al Comitato pur essendo destinate in ultima analisi alla Commissione.

L'aumento dei contatti tramite posta elettronica richiede inoltre una reazione rapida e adeguata, se si vuole rispettare il codice di condotta (la "netiquette") per il trattamento delle domande inoltrate tramite posta elettronica; ciò implica la responsabilizzazione dei servizi che erogano informazioni specifiche e la costituzione di équipe di corrispondenti che coprano tutti i settori e tutte le lingue, ivi comprese alcune lingue dell'Europa centrale e orientale.

3.5. Visite

Il CES, che dispone di un'équipe di conferenzieri assistiti da un certo numero di Consiglieri, accoglie ogni anno circa 8000 visitatori, che vengono debitamente informati sulle attività istituzionali, il ruolo del Comitato nel processo decisionale comunitario ecc.

È essenziale che gli oratori di tutte le istituzioni trasmettano lo stesso messaggio consensuale ed incentrato sulla cooperazione fra le istituzioni nell'interesse di una costruzione europea trasparente, democratica e solida perché chiaramente e semplicemente illustrata. Sembra a volte necessario informare gli oratori dell'essenza stessa del Comitato. Esiste un programma di formazione per gli oratori?

La cooperazione con la Commissione e con il programma EUVP è tuttavia ottima, e merita di essere ulteriormente approfondita.

Bruxelles 29 novembre 2001.

Il Presidente

del Comitato economico e sociale

Göke Frerichs

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