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Documento 52024AE0418

Parere del Comitato economico e sociale europeo — Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Garantire il nostro futuro - Il traguardo climatico europeo per il 2040 e il percorso verso la neutralità climatica entro il 2050 all'insegna di una società giusta, prospera e sostenibile [COM(2024) 63 final]

EESC 2024/00418

GU C, C/2024/4667, 9.8.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2024/4667/oj (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2024/4667/oj

European flag

Gazzetta ufficiale
dell'Unione europea

IT

Serie C


C/2024/4667

9.8.2024

Parere del Comitato economico e sociale europeo

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni

Garantire il nostro futuro - Il traguardo climatico europeo per il 2040 e il percorso verso la neutralità climatica entro il 2050 all'insegna di una società giusta, prospera e sostenibile

[COM(2024) 63 final]

(C/2024/4667)

Relatore:

Teppo SÄKKINEN

Consultazione

Commissione europea, 27.3.2024

Base giuridica

Articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea

Sezione competente

Agricoltura, sviluppo rurale e ambiente

Adozione in sezione

21.5.2024

Adozione in sessione plenaria

30.5.2024

Sessione plenaria n.

588

Esito della votazione (favorevoli/contrari/astenuti)

189/5/3

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

Un traguardo climatico europeo per il 2040 darà visibilità al percorso verso la neutralità climatica entro il 2050 e contribuirà a realizzare gli obiettivi climatici perseguiti a livello mondiale. Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) sostiene il traguardo raccomandato del 90 % da raggiungere entro il 2040, in quanto è in linea con i dati scientifici relativi alla giusta quota di partecipazione dell'Europa all'obiettivo di 1,5 °C. Il CESE sottolinea che tale traguardo è impegnativo e può essere raggiunto solo se vengono attuate politiche di sostegno volte a garantire la competitività delle industrie europee e una transizione giusta, nonché utilizzando tutte le tecnologie a zero e a basse emissioni di carbonio in maniera efficace sotto il profilo dei costi.

1.2.

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) pone l'accento sull'effettiva riduzione delle emissioni attraverso l'eliminazione graduale dei combustibili fossili. Sebbene gli assorbimenti di carbonio ricoprano un ruolo sempre più importante nel conseguimento degli obiettivi climatici dell'UE, fare eccessivo affidamento sui pozzi terrestri e industriali comporta incertezze e il rischio di rimanere bloccati nella dipendenza dai combustibili fossili o di perdere pozzi a causa di incendi boschivi, parassiti e altri pericoli. Le misure di assorbimento del carbonio necessitano di incentivi per poter dare il loro contributo che, seppur limitato, può essere significativo. Il CESE invita la Commissione a effettuare una valutazione scientifica ed economica dell'equilibrio tra riduzioni e assorbimenti.

1.3.

Un traguardo ambizioso per il 2040 è basato sul fatto di riuscire a ridurre le emissioni nette di almeno il 55 % entro il 2030. Il CESE sottolinea l'importanza di concentrarsi sull'attuazione del pacchetto «Pronti per il 55 %» e di sostenere le imprese e le famiglie europee nell'adattamento al nuovo contesto normativo.

1.4.

Il CESE osserva che gli obiettivi climatici richiedono un livello di investimenti senza precedenti per realizzare la decarbonizzazione. A sua volta, ciò presuppone l'esistenza di una serie di condizioni, tra cui la prevedibilità e la coerenza del contesto normativo, l'efficacia delle attività di ricerca, sviluppo e innovazione, una maggiore rapidità delle procedure di autorizzazione, l'accesso ai finanziamenti, la disponibilità di manodopera qualificata e un buon andamento dell'economia europea nel suo complesso. Il traguardo per il 2040 dovrebbe essere associato all'obiettivo di costruire un'economia forte attraverso la transizione, aumentare la sicurezza energetica europea e creare posti di lavoro di alta qualità. Per ampliare il riverbero mondiale della transizione pulita europea e sfruttare i benefici della leadership climatica, il CESE invita la Commissione a monitorare le esportazioni di prodotti e servizi europei nel settore delle tecnologie pulite e fissare obiettivi per il loro aumento.

1.5.

Per consentire progressi più graduali nei settori in cui le emissioni sono difficili da abbattere occorre procedere più rapidamente alla decarbonizzazione dei settori in cui i costi di abbattimento sono relativamente bassi e che permettono di applicare soluzioni scalabili. Il CESE chiede di far sì che entro il 2040 la produzione di energia elettrica nell'UE diventi a emissioni zero e che lo stesso avvenga poi, a breve distanza, per il riscaldamento e il raffrescamento. La disponibilità di energia pulita e a prezzi accessibili e di infrastrutture energetiche adatte al futuro costituisce il presupposto per la decarbonizzazione di altri settori, come l'industria, l'edilizia e i trasporti. Il CESE propone di fissare, attraverso uno stretto dialogo con gli agricoltori e le altre parti interessate, un obiettivo indicativo di riduzione delle emissioni per il settore agroalimentare basato su dati scientifici, che garantisca la sicurezza alimentare europea e tenga conto delle diverse condizioni naturali esistenti nell'UE.

1.6.

Il CESE sottolinea che, per mantenere vivo il sostegno dell'opinione pubblica alla politica climatica europea e coinvolgere tutti i livelli della società, è importante portare avanti un ampio dialogo con i portatori di interessi, comprese le parti sociali e la società civile, e assicurare la partecipazione dei cittadini alla definizione del traguardo per il 2040 e allo sviluppo delle politiche di accompagnamento. Si dovrebbe ricorrere a questo dialogo strutturato e ad organi consultivi permanenti anche nelle politiche nazionali in materia di clima. Il CESE sottolinea la possibilità di conseguire una maggiore riduzione delle emissioni e una minore domanda di materiali ed energia attraverso la responsabilizzazione dei consumatori affinché adottino stili di vita sostenibili.

1.7.

Nel preparare la proposta legislativa relativa al traguardo per il 2040, il CESE invita la Commissione ad ampliare la verifica della competitività in relazione ad altre grandi economie, tenendo conto delle loro politiche in materia di clima, energia e industria e degli indicatori economici, e a presentare proposte su come rafforzare la competitività globale e la base industriale dell'Europa e salvaguardare il nostro modello di economia di mercato aperta caratterizzata da elevati standard ambientali e sociali.

2.   Introduzione

2.1.

L'Unione europea ha fissato obiettivi giuridicamente vincolanti che prevedono la riduzione delle emissioni di almeno il 55 % entro il 2030 e il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. La normativa europea sul clima impone alla Commissione di proporre, a metà percorso, un traguardo per il 2040.

2.2.

Nella comunicazione in esame (1) la Commissione raccomanda come traguardo una riduzione del 90 %. Nel documento e nella valutazione d'impatto a esso allegato vengono prese in esame tre possibili opzioni: l'opzione 1, consistente in una traiettoria lineare di riduzione fino all'80 %; l'opzione 2, consistente in una riduzione dell'85-90 %; e l'opzione 3, consistente in una riduzione del 90-95 %. Nella comunicazione viene inoltre suggerito un bilancio indicativo previsto per i gas a effetto serra dell'UE pari a 16 Gt CO2eq nel periodo 2030-2050.

2.3.

Nella sua relazione del giugno 2023 il comitato consultivo scientifico europeo sui cambiamenti climatici ha raccomandato un obiettivo di riduzione del 90-95 % per il 2040 e un bilancio di gas a effetto serra di 11-14 Gt CO2eq nel periodo 2030-2050 (2). Il traguardo per il 2040 proposto dalla Commissione è in linea con la forchetta raccomandata da tale comitato, che ha anche trovato amplissimo sostegno nella consultazione pubblica realizzata dalla Commissione nel 2023.

2.4.

La comunicazione rappresenta un punto di partenza per il dialogo sul traguardo proposto per il 2040 e sul percorso per raggiungerlo. Con il presente parere, il CESE intende contribuire a questo dibattito. Nel prossimo mandato la Commissione elaborerà una proposta legislativa sul traguardo per il 2040, così come il quadro strategico post-2030 necessario per raggiungerlo.

3.   Contesto globale del traguardo dell'UE per il 2040

3.1.

La conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 28) tenutasi nel 2023 chiama le parti ad abbandonare tutti i combustibili fossili, a contribuire a triplicare le energie da fonti rinnovabili e raddoppiare le misure di efficienza energetica entro il 2030, come pure ad accelerare la diffusione delle tecnologie pulite. La COP 28 invita inoltre le parti ad allineare i loro prossimi contributi determinati a livello nazionale (NDC) al percorso di 1,5 gradi in linea con i dati scientifici.

3.2.

Come indicato nella comunicazione, il traguardo per il 2040 costituirà la base dei nuovi NDC dell'UE nel quadro dell'accordo di Parigi, che impone all'UE di comunicare all'UNFCCC entro l'inizio del 2025 un obiettivo che rifletta la massima ambizione possibile dell'Unione per il 2035. Il CESE sottolinea che il traguardo climatico per il 2040 e l'obiettivo corrispondente per il 2035 devono pertanto essere in linea con gli impegni assunti da tutte le parti in occasione della COP 28 e vanno adottati senza indugio.

3.3.

Il CESE osserva che all'Europa è attualmente riconducibile il 7 % delle emissioni globali, una quota che sta diminuendo ulteriormente man mano che l'UE si avvicina alla neutralità climatica fissata per il 2050, facendosi carico della propria responsabilità di essere tra i maggiori produttori di emissioni sotto il profilo storico. Dal 1990 l'UE è riuscita a ridurre del 32 % le emissioni prodotte sul suo territorio e ad agire sulla sua crescita economica di grande economia avanzata sganciandola dalle emissioni di gas a effetto serra. Questo contesto evidenzia sia la responsabilità sia l'opportunità che ha l'Europa di guidare l'azione mondiale a favore del clima, e sottolinea la necessità di dialogare con le altre grandi economie al fine di realizzare gli obiettivi dell'accordo di Parigi. Il CESE ricorda la sua proposta di elevare la diplomazia climatica al rango di politica faro nelle relazioni esterne dell'UE (3).

3.4.

La leadership mondiale europea nella mitigazione dei cambiamenti climatici deve essere integrata da politiche che garantiscano la competitività delle industrie europee, la prevenzione della rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e la promozione di condizioni di parità, contribuendo nel contempo alla cooperazione a livello mondiale per combattere i cambiamenti climatici attraverso i finanziamenti per il clima, il trasferimento di tecnologie, l'assistenza tecnica e lo sviluppo di capacità. Il CESE accoglie con favore l'iniziativa della Commissione di istituire una task force sui mercati del carbonio. Sostenendo l'istituzione di sistemi di fissazione del prezzo del carbonio nei paesi terzi, unitamente al meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), l'UE può promuovere l'estensione della fissazione del prezzo del carbonio, che attualmente copre meno di un quarto delle emissioni globali di CO2 (4).

3.5.

Le tensioni geopolitiche crescenti evidenziano la necessità di abbandonare i combustibili fossili evitando nel contempo di creare nuove dipendenze dalle tecnologie e dalle materie prime critiche. L'eliminazione graduale della dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili favorisce l'autonomia strategica aperta e la competitività dell'Europa. Un traguardo ambizioso per il 2040 potrebbe contribuire ad accrescere significativamente la sicurezza energetica dell'UE, dimezzando potenzialmente la dipendenza dalle importazioni di energia da oltre il 55 % del 2021 (5) al 26 % nel 2040. Nel 2023 i costi netti delle importazioni di combustibili fossili hanno rappresentato il 2,4 % del PIL dell'UE. Le recenti crisi, come la pandemia di COVID-19 e la crisi energetica causata dalla guerra di aggressione della Russia, evidenziano la necessità di preservare la sicurezza dell'approvvigionamento di energia e materiali in tutte le fasi della transizione. Nell'immediato futuro, interrompere le rimanenti importazioni di energia dalla Russia nell'UE è fondamentale per ridurre i flussi di entrate che finanziano l'invasione russa dell'Ucraina.

3.6.

La legge statunitense sulla riduzione dell'inflazione e il rafforzamento della posizione dominante della Cina nelle catene di approvvigionamento delle tecnologie pulite hanno reso più difficile il contesto economico mondiale. Il CESE ribadisce la necessità che l'Europa mantenga una solida base industriale, migliori la ricerca, lo sviluppo, l'innovazione e la capacità di produzione europee nelle tecnologie a zero emissioni nette e nelle materie prime critiche e diversifichi le fonti di approvvigionamento sostenibili al fine di decarbonizzare la nostra economia e competere con gli Stati Uniti e la Cina su un piano di parità (6). La risposta europea a una corsa mondiale alle sovvenzioni dovrebbe essere basata sui nostri punti di forza, come la salvaguardia e lo sviluppo del mercato unico. Come sottolineato nella dichiarazione di Anversa (7), per riuscire a realizzare il Green Deal europeo sono necessari un tessuto industriale solido e un dialogo sociale rafforzato.

3.7.

Il CESE osserva con preoccupazione che, secondo i dati dell'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM), il 2023 è stato l'anno più caldo mai registrato e che le temperature in Europa aumentano a un ritmo due volte superiore rispetto alla media mondiale. La prima valutazione europea dei rischi climatici mai realizzata (EUCRA 2024) (8) indica che alcune regioni d'Europa rappresentano zone critiche a causa di molteplici rischi climatici, quali incendi boschivi, effetti delle ondate di calore e della scarsità di acqua, inondazioni, erosione del suolo e intrusione salina nelle falde. Un'azione risoluta a livello mondiale per combattere i cambiamenti climatici eviterebbe perdite significative di vite umane, ripercussioni sulla salute e danni economici. Il costo dell'inazione climatica supera di gran lunga il costo dell'azione. Per questo motivo il CESE sottolinea i vantaggi socioeconomici di un'azione per il clima ben concepita e attuata con urgenza, tra cui la garanzia di una migliore qualità della vita, la riduzione dei costi dell'assistenza sanitaria e la prevenzione degli impatti economici.

3.8.

Il CESE ricorda l'impegno assunto dall'UE a favore del quadro globale di Kunming-Montreal per la biodiversità e rileva le dipendenze tra clima e biodiversità, in quanto i cambiamenti climatici accelerano i rischi per la natura, mentre le soluzioni basate sulla natura fornite da ecosistemi dinamici sono strumenti altamente efficaci per la mitigazione e l'adattamento. Ad esempio, il ripristino delle zone umide aiuterà a gestire le inondazioni e le acque reflue piovane, mentre la conservazione di foreste antiche permette di preservare vasti depositi di carbonio.

4.   Il traguardo climatico per il 2040

4.1.

Un traguardo climatico europeo per il 2040 darà visibilità al percorso verso la neutralità climatica entro il 2050 e contribuirà a realizzare gli obiettivi climatici perseguiti a livello mondiale. Il CESE sostiene il traguardo raccomandato di una riduzione delle emissioni nette del 90 % entro il 2040, in quanto è in linea con i dati scientifici relativi alla giusta quota di partecipazione dell'Europa all'obiettivo di 1,5 °C (9). Al tempo stesso, il CESE sottolinea che tale traguardo è impegnativo e può essere raggiunto solo attraverso politiche di sostegno che garantiscano la competitività delle industrie europee e una transizione giusta, come pure utilizzando in maniera efficace sotto il profilo dei costi tutte le tecnologie a zero e a basse emissioni di carbonio.

4.2.

Il traguardo del 90 % è un obiettivo netto che combina le riduzioni di emissioni e gli assorbimenti di carbonio attraverso pozzi naturali e tecnologici. Il CESE sottolinea che la priorità deve essere data alla riduzione effettiva delle emissioni e che gli assorbimenti di carbonio dovrebbero rivestire un ruolo complementare. Il CESE invita la Commissione a valutare attentamente, basandosi su dati scientifici e su analisi economiche, l'equilibrio tra riduzioni di emissioni e assorbimenti di carbonio, in modo da non dover fare eccessivo affidamento sui pozzi terrestri o industriali che comportano incertezze e rischi. Allo stesso tempo, occorre incentivare le misure di assorbimento del carbonio affinché possano dare il loro contributo – limitato ma significativo –, sulla base del quadro di certificazione per gli assorbimenti di carbonio adottato di recente.

4.3.

La cattura su scala industriale delle emissioni di carbonio derivanti dai processi industriali è un elemento necessario di un traguardo ambizioso per il 2040 e del percorso di azzeramento delle emissioni nette, come riconosciuto dal Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC), dall'ESABCC e dall'Agenzia internazionale per l'energia (AIE). Il CESE sottolinea che la cattura del carbonio deve essere mirata alle emissioni residue dei settori in cui le emissioni sono difficili da abbattere, per evitare di rimanere dipendenti dall'utilizzo continuativo dei combustibili fossili ove esistano già alternative praticabili per la decarbonizzazione. La cattura del carbonio richiede investimenti considerevoli nei sistemi specifici, nella logistica e nello stoccaggio, oltre ad aumentare la domanda di energia. Pertanto, la cattura del carbonio non dovrebbe essere l'opzione preferita per la decarbonizzazione nei settori in cui l'eliminazione graduale dei combustibili fossili sarebbe già fattibile ed efficace sotto il profilo dei costi. La cattura del biossido di carbonio biogenico può dare luogo ad assorbimenti permanenti e fornire fonti sostenibili di CO2 per uso industriale.

4.4.

Per invertire il declino dei pozzi di assorbimento del carbonio dell'UE sono necessarie pratiche quali l'imboschimento, l'agroforestazione, l'arresto della deforestazione, la gestione sostenibile delle foreste, la gestione adeguata e il ripristino delle torbiere, nonché il sequestro del carbonio nei suoli agricoli. Le foreste e i terreni agricoli europei contribuiscono inoltre all'azione a favore del clima fornendo biomateriali atti a sostituire le risorse fossili e immagazzinare carbonio nell'edilizia in legno e in altri prodotti a lungo termine. Il CESE richiama l'attenzione sulle incertezze legate alla scelta di fare affidamento sui grandi pozzi naturali a causa delle inefficienze nella comunicazione relativa ai processi naturali e, aspetto ancor più allarmante, dei rischi crescenti, quali incendi boschivi, parassiti, malattie ed eventi meteorologici aggravati dai cambiamenti climatici in atto. Bisognerebbe pertanto rivolgere una maggiore attenzione alle misure di adattamento, e la quota dell'obiettivo netto relativa all'uso del suolo, al cambiamento di uso del suolo e alla silvicoltura (LULUCF) dovrebbe essere definita con prudenza. Sono necessari solidi sistemi di monitoraggio per fornire informazioni regolari e tempestive sullo stato degli stock di carbonio.

4.5.

Il traguardo per il 2040 è basato sul conseguimento dell'obiettivo di ridurre le emissioni nette di almeno il 55 % entro il 2030. Il CESE osserva con preoccupazione che gli attuali piani nazionali per l'energia e il clima (PNEC), nell'insieme, non consentono di raggiungere l'obiettivo fissato per il 2030 (10), e chiede agli Stati membri di aggiornare i loro PNEC colmando le lacune e alla Commissione di concentrarsi sull'attuazione del quadro strategico per il 2030. Molti elementi del pacchetto «Pronti per il 55 %», come il nuovo sistema per lo scambio di quote di emissione per l'edilizia, il trasporto su strada e la piccola industria (ETS2) o il CBAM, stanno entrando in vigore solo ora. Le imprese europee, in particolare le PMI, e le famiglie avranno bisogno di spazio e di sostegno per adattarsi al nuovo contesto normativo, anche per quanto riguarda la certezza degli investimenti per le industrie.

4.6.

Il traguardo per il 2040 definirà la traiettoria verso la neutralità climatica entro il 2050. Un percorso non lineare comporterà opportunità e sfide che incidono sulla posizione dell'Europa rispetto ad altre grandi economie, in particolare per quanto riguarda la necessità di anticipare gli investimenti e la diffusione delle tecnologie, come pure la possibilità di una minore dipendenza dalle importazioni di energia e di una leadership nelle tecnologie pulite. Nel preparare la proposta legislativa per il traguardo 2040, il CESE invita la Commissione ad ampliare la verifica della competitività rispetto ad altre grandi economie, tenendo conto delle loro politiche in materia di clima, energia e industria e degli indicatori economici, e a presentare proposte su come impostare il percorso verso una decarbonizzazione più rapida in modo da rafforzare la competitività globale e la base industriale dell'Europa e salvaguardare il nostro modello di economia di mercato aperta caratterizzata da elevati standard ambientali e sociali (11).

4.7.

Il CESE sottolinea che, per mantenere vivo il sostegno dell'opinione pubblica alla politica climatica europea e coinvolgere tutti i livelli della società, sono importanti un ampio dialogo con i portatori di interessi e la partecipazione dei cittadini alla definizione del traguardo per il 2040 e alle politiche di accompagnamento. Il CESE incoraggia a proseguire i dialoghi sulla transizione pulita e conviene sulla necessità, riconosciuta nella comunicazione in esame, di rafforzare il dialogo strutturato e sistematico con le parti sociali e la società civile, come pure il coinvolgimento degli attori regionali. Il CESE invita inoltre tutti gli Stati membri ad avviare dialoghi in materia di energia e clima e a istituire organi consultivi nazionali in materia di clima.

5.   Percorso verso il traguardo per il 2040

5.1.

Il traguardo climatico per il 2040 deve essere accompagnato da politiche di sostegno, che pongano l'accento, ad esempio, sulla transizione giusta e sulla competitività industriale dell'Europa. Il CESE incoraggia la Commissione ad avviare quanto prima un dialogo sul quadro strategico in materia di energia e clima per il periodo successivo al 2030.

5.2.

Il CESE si compiace che nella comunicazione si faccia riferimento a tutte le tecnologie a zero e a basse emissioni di carbonio. Secondo l'AIE, la maggior parte delle tecnologie necessarie per accelerare l'azione a favore del clima entro il 2030 è già disponibile sul mercato, mentre il conseguimento della neutralità climatica entro il 2050 richiederà la diffusione di tecnologie che sono ancora in fase di sviluppo (12). Un traguardo ambizioso per il 2040 dipenderà pertanto sia dalla diffusione massiccia di tecnologie esistenti efficaci sotto il profilo dei costi, testate e sperimentate, come le energie da fonti rinnovabili, le pompe di calore e i veicoli elettrici, sia dallo sviluppo e dall'espansione di tecnologie emergenti come i biocarburanti avanzati, l'idrogeno rinnovabile e a basse emissioni di carbonio, le batterie, i combustibili e i materiali sintetici, i reattori nucleari modulari e di piccole dimensioni nonché la cattura, l'utilizzo e lo stoccaggio del carbonio in particolare nei settori in cui è difficile abbattere le emissioni.

5.3.

Per sfruttare i vantaggi derivanti dalla sua leadership in materia di clima, l'UE dovrebbe puntare a creare un contesto normativo e operativo attraente per lo sviluppo, la sperimentazione, l'espansione e la produzione di tecnologie e materiali puliti. Mentre la normativa sull'industria a zero emissioni nette stabilisce degli obiettivi per l'autosufficienza europea nelle tecnologie a zero emissioni nette, l'UE dovrebbe anche monitorare e perseguire l'aumento delle esportazioni di prodotti e servizi nel settore delle tecnologie pulite. La digitalizzazione e la fabbricazione avanzata sono necessarie per stimolare la reindustrializzazione europea, che, a sua volta, dovrebbe offrire posti di lavoro di qualità con condizioni di lavoro eque e una buona retribuzione. Le politiche post 2030 dovrebbero essere volte a semplificare e razionalizzare la regolamentazione verde europea, in particolare per tenere conto degli oneri amministrativi che gravano sulle PMI.

5.4.

Per consentire progressi più graduali nei settori in cui le emissioni sono difficili da abbattere occorre procedere più rapidamente alla decarbonizzazione dei settori in cui i costi di abbattimento sono relativamente bassi e che permettono di applicare soluzioni scalabili. Il settore energetico guiderà il cammino dell'Europa verso la neutralità climatica. La produzione di energia elettrica nell'UE deve diventare a emissioni zero entro il 2040, e lo stesso deve avvenire poi, a breve distanza di tempo, per il riscaldamento e il raffrescamento. L'elettrificazione è una delle strategie più importanti per la decarbonizzazione. Innalzare la quota di utilizzo dell'energia elettrica portandola dal 23 % del 2021 (13) a oltre il 50 % entro il 2040 richiederà quasi il raddoppio della capacità di generazione di energia, mentre al tempo stesso il consumo totale di energia diminuirà grazie a una maggiore efficienza energetica.

5.5.

Le energie da fonti rinnovabili, in particolare il solare e l'eolico, contribuiranno alla maggior parte della crescita della produzione di energia, mentre l'energia nucleare costituirà un importante elemento in grado di assicurare il carico di base negli Stati membri che scelgono di utilizzarla. La disponibilità di energia pulita stabile e a prezzi accessibili costituisce la base per la decarbonizzazione di altri settori, quali l'industria, l'edilizia e i trasporti. Il CESE ricorda l'importanza di investire in sistemi energetici quali le reti, la flessibilità e lo stoccaggio e di aumentare l'interconnettività del mercato europeo dell'energia attraverso infrastrutture energetiche transfrontaliere, dalle reti alle condotte dell'idrogeno (14), come sottolineato anche nella relazione Letta sul mercato unico. Per convogliare i flussi finanziari verso la produzione di energia pulita e le relative infrastrutture, il CESE chiede l'eliminazione graduale delle dannose sovvenzioni concesse per i combustibili fossili.

5.6.

Il CESE osserva che gli obiettivi climatici dell'UE richiedono un livello senza precedenti di investimenti nella decarbonizzazione dei processi industriali e dei trasporti esistenti, investimenti nella produzione di tecnologie e materiali a zero emissioni nette e investimenti nella fornitura di energia pulita e calore per consentire la suddetta decarbonizzazione. A sua volta, ciò presuppone l'esistenza di una serie di condizioni, tra cui la prevedibilità e la coerenza del contesto normativo, una maggiore rapidità delle procedure di autorizzazione, l'accesso ai finanziamenti con una particolare attenzione per le PMI e la disponibilità di manodopera qualificata. Un traguardo ambizioso per il 2040 renderà necessario anticipare gli investimenti annuali nella decarbonizzazione, stimati fino a 710 miliardi di EUR all'anno dal 2030 al 2040, che dovranno essere finanziati dagli Stati membri e soprattutto mobilitando i finanziamenti privati. Il ruolo degli strumenti di finanziamento dell'UE per rispondere alla domanda dovrebbe essere tenuto in considerazione nella definizione del prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP).

5.7.

Il sistema di scambio di quote di emissione (ETS) è stato il fattore di maggior successo per la riduzione delle emissioni nell'UE e costituirà lo strumento più importante per realizzare gli obiettivi climatici fissati per il 2030 e il 2040. Secondo la traiettoria lineare, le quote dell'ETS saranno esaurite entro la fine degli anni 2030, quando alcuni settori in cui le emissioni sono difficili da abbattere, tra i quali l'industria chimica e il trasporto marittimo, continueranno a dipendere dai combustibili fossili anche secondo gli scenari più ambiziosi. Il sistema ETS sarà riveduto nel 2026. Il CESE sottolinea l'importanza di dare visibilità e prevedibilità alla fase finale del sistema ETS, salvaguardando nel contempo l'integrità del sistema stesso. Un'opzione per generare quote limitate relative alle emissioni residue senza compromettere il massimale di emissione consiste nel collegare solidi assorbimenti di carbonio al sistema ETS.

5.8.

Le emissioni prodotte dall'agricoltura sono rimaste sostanzialmente stabili nel corso degli anni 2000. I processi agricoli, come la lavorazione del suolo e i processi digestivi del bestiame, causano emissioni inevitabili, mentre l'agricoltura stessa è fortemente colpita dai cambiamenti climatici. L'adozione di pratiche appropriate può tuttavia mitigare tali emissioni, e gli agricoltori possono essi stessi contribuire agli assorbimenti attraverso il sequestro del carbonio nei suoli agricoli. Il CESE propone di fissare un obiettivo indicativo di riduzione delle emissioni per il settore agroalimentare in stretto dialogo con gli agricoltori e le altre parti interessate, partendo dal dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura e basandosi sulla scienza e sulla ricerca. Il traguardo dovrebbe garantire sistemi alimentari sostenibili, la sicurezza alimentare e la competitività della produzione alimentare europea (15), nonché tenere conto delle diverse condizioni naturali nell'UE. Il CESE sottolinea il ruolo degli agricoltori e dei silvicoltori nella bioeconomia circolare. Il CESE esorta la Commissione a dare priorità alle attività di ricerca e sviluppo in grado di sostenere l'agricoltura europea nella transizione verde verso una produzione più sostenibile e con minori emissioni di gas a effetto serra. La esorta altresì a stanziare fondi in via prioritaria per sostenere la transizione verde nelle aziende agricole europee.

5.9.

Il CESE osserva che l'adozione di modelli di consumo più sostenibili, come il passaggio a regimi alimentari sani, la riduzione del consumo di energia e materiali e, ove possibile, la scelta di privilegiare l'uso dei trasporti pubblici e gli spostamenti in bicicletta e a piedi, contribuisce in misura significativa a diminuire le emissioni sia all'interno dell'UE che nei paesi terzi, oltre a ridurre l'impronta dei materiali e gli investimenti necessari per conseguire gli obiettivi climatici. Il CESE ritiene che un tassello importante della transizione sia costituito dalla responsabilizzazione dei consumatori e delle famiglie, che si può ottenere, ad esempio, mettendo a disposizione informazioni basate sui fatti tramite la garanzia di asserzioni ambientali di elevata integrità e il ricorso ai passaporti digitali dei prodotti, dando attuazione ai principi del diritto alla riparazione e della progettazione ecocompatibile, nonché offrendo incentivi per scelte sostenibili a prezzi accessibili. Il passaggio a stili di vita sostenibili dovrebbe essere promosso anche attraverso l'istruzione/educazione e la sensibilizzazione.

5.10.

La transizione verso un'economia verde nel percorso verso il traguardo climatico per il 2040 richiederà una forza lavoro qualificata nelle nuove tecnologie e nelle pratiche sostenibili. Questa svolta offre ai giovani l'opportunità di seguire nuovi programmi di istruzione e formazione per acquisire competenze verdi, allineando i loro percorsi professionali alle esigenze di un'economia decarbonizzata. Dovrebbe inoltre essere riconosciuta la necessità di riqualificare e migliorare il livello delle competenze della forza lavoro esistente. L'accento che la strategia pone sull'innovazione e la ricerca dovrebbe accrescere le opportunità di istruzione nei settori STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) connessi alla climatologia e alla tecnologia verde.

5.11.

Infine, il CESE insiste sulla necessità di un solido quadro strategico per una transizione giusta, incentrato sulle persone e capace di rispondere alle condizioni locali, di proteggere la natura e l'ambiente nonché di far cogliere le opportunità che si presenteranno (16).

Bruxelles, 30 maggio 2024

Il presidente

del Comitato economico e sociale europeo

Oliver RÖPKE


(1)   Un futuro sicuro - Il traguardo climatico europeo per il 2040 e il percorso verso la neutralità climatica entro il 2050 all'insegna di una società giusta, prospera e sostenibile, COM(2024) 63 final.

(2)   https://climate-advisory-board.europa.eu/news/eu-climate-advisory-board-recommends-ambitious-2040-climate-target-and-urgent-transitions-for-the-european-union.

(3)  Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Diplomazia climatica dell’UE» (parere d’iniziativa) (GU C, C/2024/1575, 5.3.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2024/1575/oj).

(4)   https://www.worldbank.org/en/news/press-release/2023/05/23/record-high-revenues-from-global-carbon-pricing-near-100-billion.

(5)   https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php?title=Energy_statistics_-_an_overview.

(6)  Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni «Un piano industriale del Green Deal per l’era a zero emissioni nette» [COM(2023) 62 final]; e sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un quadro di misure per rafforzare l’ecosistema europeo della fabbricazione di prodotti a tecnologia a zero emissioni nette (legge sull’industria a zero emissioni nette) [COM(2023) 161 final — 2023/0081 (COD)] ( GU C 349 del 29.9.2023, pag. 179).

(7)   https://antwerp-declaration.eu/pdf/declaration.pdf.

(8)   https://www.eea.europa.eu/en/newsroom/news/europe-is-not-prepared-for.

(9)  Il comitato consultivo dell'UE per il clima raccomanda un ambizioso obiettivo climatico per il 2040 e transizioni urgenti per l'Unione europea, https://climate-advisory-board.europa.eu/news/eu-climate-advisory-board-recommends-ambitious-2040-climate-target-and-urgent-transitions-for-the-european-union.

(10)   https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_23_6622.

(11)  La competitività e il suo rapporto con le norme ambientali e sociali sono stati approfonditi nel parere del Comitato economico e sociale europeo sulla cComunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni « “Pronti per il 55 %”: realizzare l’obiettivo climatico dell’UE per il 2030 lungo il cammino verso la neutralità climatica» [COM(2021) 550 final] ( GU C 275 del 18.7.2022, pag. 101), «Garantire la competitività non dovrebbe essere interpretato erroneamente come un pretesto per operare al minimo comune denominatore in termini di norme ambientali, in un mercato globale».

(12)   https://www.iea.org/reports/net-zero-by-2050.

(13)   https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php?title=Energy_statistics_-_an_overview.

(14)  Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni «REPowerEU: azione europea comune per un’energia più sicura, più sostenibile e a prezzi più accessibili» [COM(2022) 108 final] ( GU C 323 del 26.8.2022, pag. 123).

(15)  La competitività del settore agroalimentare è stata ulteriormente definita nel parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Sicurezza alimentare e sistemi alimentari sostenibili» (parere esplorativo richiesto dalla presidenza francese) ( GU C 194 del 12.5.2022, pag. 72).

(16)  Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Far progredire il quadro strategico dell’UE per una transizione giusta: quali misure sono necessarie?» (parere esplorativo elaborato su richiesta della presidenza belga) (GU C, C/2024/1576, 5.3.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2024/1576/oj).


ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2024/4667/oj

ISSN 1977-0944 (electronic edition)


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