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Document 52022JC0024

    COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI sull'analisi delle carenze di investimenti nel settore della difesa e sulle prospettive di percorso

    JOIN/2022/24 final

    Bruxelles, 18.5.2022

    JOIN(2022) 24 final

    COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

    sull'analisi delle carenze di investimenti nel settore della difesa e sulle prospettive di percorso


    1.Introduzione

    I capi di Stato o di governo dell'UE riuniti a Versailles l'11 marzo si sono impegnati a "rafforzare le capacità di difesa europee" alla luce dell'aggressione militare russa contro l'Ucraina, concordando di: 1) incrementare le spese per la difesa; 2) intensificare la cooperazione attraverso progetti congiunti; 3) colmare le carenze e conseguire obiettivi di capacità; 4) stimolare l'innovazione, anche attraverso sinergie civili/militari; e 5) rafforzare e sviluppare la nostra industria della difesa, comprese le PMI. Hanno inoltre invitato "la Commissione, in coordinamento con l'Agenzia europea per la difesa, a presentare un'analisi delle carenze di investimenti in materia di difesa entro metà maggio e a proporre qualsiasi ulteriore iniziativa necessaria per rafforzare la base industriale e tecnologica di difesa europea". L'incarico è stato inserito anche nella bussola strategica dell'UE per la sicurezza e la difesa 1 , adottata dal Consiglio e approvata dal Consiglio europeo nel marzo 2022.

    La presente comunicazione congiunta fornisce al Consiglio europeo l'analisi richiesta, per garantire che l'aumento della spesa per la difesa degli Stati membri si traduca in una base industriale e tecnologica di difesa dell'UE molto più forte, con un conseguente incremento della deterrenza convenzionale per qualsiasi tipo di potenziale avversario. Prendendo in particolare spunto dalla comunicazione relativa al "Pacchetto difesa" del 15 febbraio 2022 2 , essa propone agli Stati membri nuove opportunità per intensificare le acquisizioni congiunte e interagire con l'industria al fine di aumentare la capacità produttiva e soddisfare le crescenti esigenze, sulla base di una domanda consolidata e più prevedibile. La percezione, da parte dei cittadini, della necessità di un'azione più incisiva dell'UE nel settore della difesa è evidenziata nella relazione finale della Conferenza sul futuro dell'Europa 3 .

    Questi passi sono cruciali alla luce delle significative implicazioni, per la difesa europea, dell'aggressione militare non provocata della Russia nei confronti dell'Ucraina. Il ritorno della guerra in Europa ha reso evidenti le conseguenze di anni di sottoutilizzo del bilancio per la difesa, che ha portato a un accumulo di lacune e carenze nelle scorte militari collettive e a una riduzione della capacità di produzione industriale. Oltre a ovviare alla situazione, l'aumento della spesa per la difesa dovrà anche rispondere urgentemente all'esigenza a breve termine di ricostituire ed espandere le scorte per la difesa, anche per compensare l'assistenza militare all'Ucraina.

    Gli Stati membri hanno annunciato aumenti dei loro bilanci per la difesa, nell'ordine, per il momento, di quasi 200 miliardi di EUR supplementari nei prossimi anni 4 . Sebbene tali aumenti siano essenziali, vi è un serio rischio che, se spesi in modo non coordinato, non siano sufficienti a compensare le carenze esistenti Gli Stati membri dell'UE devono quindi non solo spendere di più, ma anche investire meglio e di più insieme, come riconosciuto nella dichiarazione di Versailles e nella bussola strategica. Solo collaborando gli Stati membri potranno massimizzare le economie di scala e far fronte ai costi elevati delle capacità di alta gamma, evitando al tempo stesso di competere tra loro per una capacità di approvvigionamento limitata e prevenendo inutili duplicazioni.

    La storia ci dice tuttavia che sussiste il rischio che gli Stati membri, a causa di considerazioni industriali e di sicurezza dell'approvvigionamento, optino per soluzioni nazionali o - se non fossero disponibili - nell'urgenza del momento privilegino alternative "pronte all'uso" proposte da paesi terzi 5 , a scapito di possibili soluzioni interne all'UE, magari con tempi di realizzazione equivalenti. Vi è la possibilità che le industrie della difesa decidano di servire in via prioritaria il proprio governo nazionale anziché una base di clienti più ampia a livello europeo. Senza coordinamento e cooperazione, i maggiori investimenti porterebbero a un'ulteriore frammentazione del settore europeo della difesa, limiterebbero il potenziale di cooperazione durante l'intero ciclo di vita del materiale, intensificherebbero le dipendenze esterne e potrebbero compromettere l'interoperabilità. Da questo punto di vista, le acquisizioni effettuate a breve termine avranno ripercussioni a più lungo termine, con una riduzione della forza del mercato e una perdita di opportunità per i prossimi decenni.

    In sintesi, il persistente sottofinanziamento e la mancanza di cooperazione hanno portato a carenze critiche in termini di capacità di difesa, in particolare all'estremità superiore della gamma, in tutti i settori, determinando anche una frammentazione dell'industria collegata in Europa. È essenziale che l'UE non ripeta gli errori del passato, i quali hanno portato a inefficienze, duplicazioni e dipendenze, e si basi invece sulle iniziative di difesa dell'UE e sugli strumenti di sviluppo delle capacità creati negli ultimi anni per rafforzare la cooperazione degli Stati membri in materia di difesa. Queste iniziative mirano a ridurre la frammentazione del mercato europeo della difesa – ad esempio il Fondo europeo per la difesa (FED) – e a rafforzare il coordinamento delle politiche di difesa degli Stati membri, la pianificazione e lo sviluppo delle capacità, in particolare attraverso la cooperazione strutturata permanente (PESCO), la revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD) e il piano di sviluppo delle capacità (CDP). La bussola strategica invita anche a indire, a partire dal 2022, riunioni ministeriali annuali in materia di difesa relative alle iniziative dell'UE nel settore della difesa che affrontino lo sviluppo di capacità, organizzate e presiedute dall'alto rappresentante/vicepresidente della Commissione/capo dell'Agenzia europea per la difesa, utilizzando appieno i formati esistenti. Sono tutti passi importanti nella giusta direzione per affrontare le carenze esistenti, ma devono essere ulteriormente rafforzati alla luce della nuova situazione, in particolare per quanto riguarda gli investimenti congiunti e l'acquisizione di capacità di difesa. Questi passi sono fondamentali per garantire che l'Europa possa disporre di capacità di difesa più forti e interoperabili, rafforzando nel contempo la base industriale e tecnologica di difesa europea (EDTIB), entrambi elementi essenziali per la sicurezza a lungo termine e l'autonomia strategica dell'Europa.

    L'obiettivo generale è pertanto quello di investire:

    ·insieme, sfruttando le economie di scala per mezzo di progetti collaborativi e appalti congiunti. Effettuando insieme lo sviluppo e l'acquisizione si ottiene una riduzione dei prezzi e si potrà prevenire il rischio che gli Stati membri competano per risorse industriali limitate causando un ulteriore aumento dei prezzi o l'esclusione di Stati membri più piccoli o più esposti: sarà quindi garantita la solidarietà. Sono palesi le analogie con la situazione del vaccino anti COVID nel periodo 2020-21;

    ·meglio, aiutando gli Stati membri a concentrarsi sulle priorità individuate dell'UE in materia di capacità, che sono coerenti con quelle della NATO e saranno riesaminate anche alla luce degli orientamenti politico-strategici forniti dalla bussola strategica. Questa analisi evidenzia alcune carenze urgenti in termini di capacità nel contesto strategico modificato; e

    ·a livello europeo, incentivando gli investimenti nella difesa che rafforzano l'espansione industriale, la capacità industriale a più lungo termine e la crescita economica all'interno dell'Unione grazie a un'industria europea della difesa più competitiva. Il rafforzamento della base industriale e tecnologica di difesa europea (EDTIB) è diventato di importanza strategica in un ambiente geostrategico in deterioramento.

    Da tutto ciò trarrà beneficio anche la NATO, che rimane il fondamento della difesa collettiva dei suoi membri. Le iniziative dell'UE volte a promuovere la cooperazione nella difesa contribuiscono inoltre a rafforzare una più equa condivisione degli oneri a livello transatlantico, rendendo più efficace il contributo europeo nell'ambito della NATO. Gli Stati membri possono utilizzare la loro riserva unica di forze a livello nazionale o all'interno dell'UE, della NATO, dell'ONU o di qualsiasi altro quadro. Le priorità dell'UE in materia di sviluppo delle capacità sono coerenti con quelle concordate in ambito NATO, nel rispetto delle differenze tra le due organizzazioni in termini di natura e di responsabilità e garantendo il mutuo rafforzamento dei rispettivi sforzi. Lo sviluppo delle capacità di difesa è un pilastro fondamentale del dialogo e della cooperazione rafforzati UE-NATO concordati nel quadro delle dichiarazioni congiunte del 2016 e del 2018.

    La presente comunicazione congiunta esamina: a) le spese per la difesa all'interno dell'UE, b) le carenze industriali e di capacità da affrontare, comprese quelle più urgenti, c) come affrontarle e d) le opzioni per rafforzare l'approvvigionamento di capacità di difesa.

    2.Spese per la difesa all'interno dell'UE e livelli di sottoinvestimento

    In risposta alle nuove minacce per la sicurezza, nel 2022 la maggior parte degli Stati membri annuncia aumenti sostanziali dei bilanci per la difesa, in alcuni casi anche superiori al 2 % del PIL, proseguendo in una tendenza al rialzo iniziata alcuni anni fa. Nel 2020 gli Stati membri hanno speso collettivamente oltre 200 miliardi di EUR per la difesa 6 e, in base alle stime, nel 2021 la loro spesa combinata ha raggiunto i 220 miliardi di EUR. Questi recenti sviluppi fanno tuttavia seguito a un periodo prolungato di tagli sostanziali alla spesa per la difesa dopo la crisi economica e finanziaria del 2007-08: da 183 miliardi di EUR nel 2008 tale spesa è scesa a 159 miliardi di EUR nel 2014 7 , per poi risalire ai livelli antecedenti la crisi solo entro il 2018-19 (cfr. il grafico sottostante). Tra il 2009 e il 2018 i tagli degli Stati membri hanno raggiunto un sottoinvestimento aggregato di circa 160 miliardi di EUR rispetto al livello di spesa del 2008 8 .

     

    Questa situazione, in concomitanza con la tendenza strutturale all'aumento della spesa per sistemi di difesa e con il maggiore impegno di alcuni Stati membri per le operazioni con carattere di spedizione, ha portato, a livello nazionale, a una drastica riduzione del volume complessivo delle forze, dei quantitativi di materiale e delle scorte – ora ulteriormente intaccati dal sostegno fornito all'Ucraina. La capacità di operare sull'intero spettro e ad alta intensità è stata di conseguenza trascurata, mentre alle carenze esistenti e alla mancanza di capacità di alta gamma hanno ovviato, in caso di necessità, gli alleati NATO non appartenenti all'UE, in particolare gli Stati Uniti.

    Nell'ultimo decennio, inoltre, gli Stati Uniti – e, cosa più preoccupante, la Russia – hanno aumentato i loro bilanci per la difesa a un ritmo molto più elevato rispetto all'Europa; colpisce che nello stesso periodo la Cina abbia aumentato il proprio bilancio in misura ancora maggiore. Dal 1999 al 2021 la spesa combinata dell'UE per la difesa è aumentata del 19,7 % a fronte del 65,7 % degli Stati Uniti, del 292 % della Russia e del 592 % della Cina 9 , e questo senza tenere conto del fatto che la spesa per la difesa di Cina e Russia è notevolmente sottostimata, in quanto il potere d'acquisto del loro bilancio è superiore a quello indicato dalla conversione basata sui tassi di cambio. In termini di parità di potere d'acquisto, i bilanci della difesa russo e cinese per il 2021 sono stimati rispettivamente a 178 miliardi di USD e a 332 miliardi di USD 10 . A ciò va aggiunto che la quota di investimenti di Stati Uniti, Cina e Russia nelle spese per la difesa è notevolmente superiore a quella degli Stati membri dell'UE.

    Benché non esista un obiettivo giuridicamente vincolante per i livelli di spesa nazionali dei singoli Stati membri nel settore della difesa, la grande maggioranza di essi ha aderito, nel quadro della NATO e/o della cooperazione strutturata permanente (PESCO), all'obiettivo di aumentare la propria spesa per la difesa 11 . A titolo indicativo, se dal 2006 al 2020 tutti gli Stati membri avessero speso il 2 % del PIL per la difesa, destinando il 20 % di tale somma agli investimenti sarebbero ora disponibili 1 100 miliardi di EUR supplementari per la difesa, di cui circa 270 miliardi di EUR di investimenti 12 .

    La spesa europea per la difesa si è inoltre storicamente tradotta in un'efficacia e un output inferiori rispetto a quella dei nostri alleati e dei nostri concorrenti. Si stima che la mancanza di cooperazione tra gli Stati membri in materia di difesa costi decine di miliardi di EUR all'anno 13 . Nonostante l'aumento della spesa europea per la difesa nel 2020, si è raggiunto un nuovo minimo degli investimenti spesi collaborativamente: solo l'11 % 14 – ampiamente al di sotto del parametro di riferimento del 35 % concordato dagli Stati membri nel quadro dell'AED e stabilito nell'ambito della PESCO – a fronte di una spesa su base nazionale dell'89 %. La mancanza di cooperazione ha portato a inutili duplicazioni e al moltiplicarsi di sistemi di difesa dello stesso tipo all'interno dell'UE. Inoltre, mentre nel 2020 la spesa combinata degli Stati membri per la ricerca e la tecnologia (R&T) nel settore della difesa ammontava a 2,5 miliardi di EUR, questo importo corrisponde solo all'1,2 % della loro spesa totale per la difesa, ben al di sotto quindi del parametro di riferimento del 2 % concordato nel quadro dell'AED e stabilito come impegno più vincolante nell'ambito della PESCO 15 .

    3.Le carenze nel settore industriale della difesa

    La base industriale della difesa europea è costituita da un'ampia varietà di contraenti principali, imprese a media capitalizzazione e piccole e medie imprese che sviluppano e producono la maggior parte delle tecnologie avanzate e delle capacità di difesa di cui le forze armate degli Stati membri hanno bisogno e che potrebbero acquisire. Nel complesso, il fatturato annuo stimato del settore della difesa dell'UE ammonta a quasi 84 miliardi di EUR, il che rappresenta un numero stimato di oltre 196 000 posti di lavoro diretti altamente qualificati e oltre 315 000 posti di lavoro indiretti 16 .. 

    Competitivo nel suo insieme, il settore non è tuttavia esente da difficoltà e carenze. Le imprese del settore della difesa si sviluppano ancora principalmente entro i confini nazionali e beneficiano di una stretta relazione con i governi nazionali. Questa struttura del mercato, insieme a un basso livello di spesa per investimenti, ha portato a una serie di realtà nazionali che operano su mercati di piccole dimensioni e che producono quindi piccoli volumi 17 . Le varie iniziative di consolidamento intraprese a livello nazionale ed europeo non hanno certo raggiunto i livelli di consolidamento industriale statunitense. 

    Pertanto l'EDTIB resta estremamente frammentata, soprattutto al di fuori dei settori aeronautico e missilistico. Ciò ostacola notevolmente la possibilità di migliorare la sua competitività attraverso la messa in comune delle attività di R&S e attraverso economie di scala nella produzione. Inoltre, esistono dipendenze per determinate tipologie di materiale di difesa fondamentale per i quali l'EDTIB non offre soluzioni autoctone.

    Le cause profonde delle difficoltà dell'EDTIB sono le già descritte carenze di investimenti da parte degli Stati membri e la frammentazione della spesa, unitamente al fatto che una parte molto significativa della spesa degli Stati membri non viene investita nell'EDTIB, anche quando è disponibile un prodotto fabbricato nell'UE. A titolo di esempio, si stima che tra il 2007 e il 2016 18 oltre il 60 % del bilancio europeo per le acquisizioni nel settore della difesa sia stato speso per importazioni militari da paesi non UE, con conseguenti controlli o restrizioni da parte di paesi terzi 19 .

    La ricomparsa di un conflitto ad alta intensità e una più forte minaccia al territorio richiedono una riconversione dell'ecosistema industriale della difesa nell'UE che garantisca la sicurezza delle forniture e se necessario l'espansione delle capacità di produzione o una maggiore prontezza all'aumento della produzione. Inoltre, quando si tratta di tecnologie di rottura che hanno il potenziale di modificare radicalmente il futuro campo di battaglia (ad esempio IA, Quantum) e il futuro materiale, le cause profonde precedentemente descritte rischiano di compromettere la competitività dell'EDTIB a lungo termine e di ostacolarla nello sviluppo di capacità avanzate (ad esempio sistemi ipersonici, combattimento collaborativo).

    4.Carenze in termini di capacità

    La bussola strategica ha individuato un'ambizione generale dell'UE di sviluppare ulteriormente "forze che coprono tutto lo spettro che siano agili e mobili, interoperabili, tecnologicamente avanzate, efficienti sotto il profilo energetico e resilienti". Il documento ha inoltre evocato le già individuate carenze di quelle capacità critiche che sono indispensabili per consentire all'Unione di svolgere l'intera gamma di compiti della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) stabiliti nel trattato, in particolare quelli a più alta intensità. Il superamento di tali carenze è tra le priorità stabilite dagli Stati membri nel piano di sviluppo delle capacità del 2018, che sarà riesaminato alla luce della bussola strategica e che rimarrà un riferimento fondamentale per la coerenza tra le iniziative dell'UE in materia di difesa 20 .

    Per affrontare tali priorità, il FED prevede un sostegno finanziario che contribuisce allo sviluppo di abilitanti strategici e di capacità importanti 21 , mentre anche gli Stati membri portano avanti una collaborazione al proposito attraverso 60 progetti nell'ambito della PESCO.

    La Commissione e l'Agenzia europea per la difesa (AED) hanno analizzato le carenze negli investimenti del settore della difesa. In tale contesto, l'AED ha presentato agli Stati membri un'analisi delle carenze negli investimenti da sanare nel breve, medio e lungo termine, sulla base di tre linee d'azione: 1) essere preparati (aumentare la prontezza, compresa la ricostituzione delle scorte connesse al sostegno all'Ucraina); 2) potenziare le forze e le capacità esistenti; e 3) rafforzare e modernizzare le capacità, sulla base delle priorità di capacità concordate dall'UE e dei dati che emergono dalla CARD (cfr. allegato).

    Alla luce dell'elevata minaccia per la sicurezza e sulla base dell'analisi coordinata della Commissione e dell'AED, la Commissione e l'alto rappresentante propongono di concentrarsi sulle seguenti carenze in termini di capacità che richiedono che si agisca con maggiore urgenza e a cui può dare risposta l'industria europea della difesa:

    1.ricostituire le scorte: garantire che le forze armate siano pronte al combattimento e coordinare le richieste nazionali concorrenti, evitando un'impennata dei prezzi e garantendo che la maggior parte dei paesi più esposti abbia accesso alle capacità necessarie;

    2.sostituire: sostituire i sistemi ereditati dall'era sovietica ancora in uso nelle forze armate dell'UE con soluzioni europee (quali: carri armati da combattimento, veicoli corazzati da combattimento, veicoli da combattimento di fanteria, veicoli corazzati da trasporto truppa, artiglieria pesante ecc.), nel quadro di un più vasto sforzo volto ad aumentare le capacità esistenti e a sostegno dell'interoperabilità e di una maggiore sicurezza degli approvvigionamenti;

    3.rafforzare: potenziare i sistemi multilivello di difesa aerea e missilistica degli Stati membri, a partire dai sistemi a medio raggio negli Stati membri più esposti. La difesa delle aree popolate, delle forze militari e/o delle infrastrutture critiche contro le minacce aeree e missilistiche rappresenta una sfida cruciale nella nuova situazione della sicurezza.

    Oltre a queste carenze in termini di capacità che richiedono interventi urgenti, la Commissione e l'alto rappresentante propongono di lavorare sulle seguenti capacità strategiche a medio e lungo termine per migliorare le capacità di difesa dell'Europa di fronte a minacce persistenti:

    ·Settore aereo: lo sviluppo e la messa in operazione dell'"Eurodrone" di media quota (MALE RPAS), che fa parte dei progetti PESCO e FED, hanno acquistato maggiore importanza. Nel breve e medio termine le priorità sono rappresentate dal potenziamento e ampliamento delle capacità di rifornimento aria-aria e delle flotte aeronautiche esistenti, la costruzione di una difesa aerea multilivello atta ad una gestione integrata, nonché lo sviluppo e l'acquisizione di capacità antidrone e di droni di medie dimensioni armati. A medio e più lungo termine, un altro settore in cui gli Stati membri intendono effettuare nuovi investimenti e in cui un approccio coordinato contribuirebbe a ottimizzare le risorse, anche in vista dello sviluppo della prossima generazione di sistemi, è quello della modernizzazione dei sistemi anti-accesso/negazione d'area e della flotta di velivoli multiruolo da combattimento nell'UE.

    ·Settore terrestre: con la ricomparsa di una guerra su vasta scala e ad alta intensità in Europa, per molti Stati membri è diventato urgente aggiornare ed ampliare l'attuale inventario dei carri armati da combattimento, dei veicoli corazzati da combattimento e dei sistemi di prossima generazione. Il rafforzamento della capacità di combattimento terrestre dovrebbe includere il sostegno al combattimento, in particolare un'ampia gamma di sistemi anticarro e di artiglieria, con particolare attenzione agli attacchi di precisione e alla controartiglieria.

    ·Settore marittimo: alla luce delle crescenti contese sui mari Nero, Baltico e Mediterraneo, resta di fondamentale importanza potenziare ulteriormente le forze navali degli Stati membri, rafforzare la proiezione di forza e di potenza, e nel contempo rafforzare anche le capacità di anti-accesso e di difesa delle coste. Ciò prevede tra l'altro fregate, sottomarini e corvette di pattuglia che garantiscano la sicurezza marittima. Nel medio-lungo termine, le capacità di intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR) e la protezione delle linee di comunicazione marittime potranno disporre di navi interconnesse di alta gamma potenziate da piattaforme senza equipaggio per il controllo di superficie e sottomarino e per la guerra elettronica.

    ·Spazio (connettività, sorveglianza, protezione): la guerra in Ucraina ha ulteriormente dimostrato l'importanza di una connettività sicura via satellite, compreso un programma europeo di connettività ultra protetta altamente resiliente, che comprenda la cifratura quantistica e l'osservazione spaziale della Terra quali abilitanti cruciali. Uno dei vantaggi della collaborazione in questo contesto è l'ottimizzazione delle sinergie con il programma di connettività spaziale dell'UE. Anche la protezione delle infrastrutture spaziali dell'UE contro le minacce (conoscenza dell'ambiente spaziale) è una priorità sempre più pressante. Le risorse spaziali possono anche rappresentare un abilitante fondamentale per un solido sistema di allarme rapido necessario per individuare la partenza di missili (ad esempio balistici, ipersonici) e per tracciarli.

    ·Ciberdifesa: in risposta al crescente rischio di attacchi informatici da parte di attori statali nel contesto della concorrenza geopolitica, l'UE e i suoi Stati membri potrebbero avviare lavori per giungere a una capacità di ciberdifesa a tutto spettro (dalla ricerca, individuazione e protezione alla risposta, comprese le capacità di difesa attiva). Ciò prevederebbe capacità per la conoscenza situazionale informatica e la condivisione di informazioni (anche mediante potenziali sinergie con un'infrastruttura europea di "ciberscudo" dei centri operativi di sicurezza (SOC) 22 ), un comando e controllo ciberresiliente e interoperabile per le operazioni e le missioni militari, esercitazioni e formazioni di cibersicurezza e forze di riserva per la cibersicurezza a livello nazionale. A tal fine l'UE può offrire una piattaforma per la cooperazione tra i servizi dell'UE e gli Stati membri, comprese sinergie con i pertinenti programmi dell'UE.

    Inoltre, la guerra in Ucraina ha riaffermato l'importanza di una logistica efficace ed efficiente, che comprenda la manutenzione, il mantenimento e lo spostamento di forze, materiale e forniture verso, da e attraverso il teatro delle operazioni. La Commissione ha accelerato l'esecuzione del bilancio per la mobilità militare nell'ambito del meccanismo per collegare l'Europa (MCE) ed è pronta ad anticipare tale dotazione nel rispetto dei vincoli imposti dal quadro finanziario pluriennale (QFP). In particolare, le infrastrutture di trasporto richiedono maggiori investimenti. Le consultazioni con gli Stati membri sulle loro riserve di progetti relativi a infrastrutture di trasporto a duplice uso e il numero estremamente elevato di domande di cofinanziamento ricevute con il primo invito a presentare proposte dimostrano che è necessario, e vi sarebbe la capacità di utilizzare, un bilancio più consistente. L'UE dovrebbe portare avanti il proprio lavoro su una maggiore mobilità militare, rafforzando le capacità strategiche e tattiche di trasporto terrestre, aereo e marittimo nonché le sinergie civili/militari nel settore dei trasporti, la resilienza e l'efficienza energetica e, più in generale, dovrebbe aumentare le sinergie di capacità tra le esigenze in materia di protezione civile, gestione delle frontiere e difesa.

    5.Quadro di cooperazione rafforzata in materia di difesa

    Per porre rimedio a tali carenze, la Commissione e l'alto rappresentante propongono il seguente percorso per coordinare e incentivare le acquisizioni congiunte di materiale per la difesa, a cominciare dalla ricostituzione delle scorte quale passo più urgente. Si andrebbero così ad integrare le attuali iniziative collaborative dell'UE in materia di difesa, come quelle nell'ambito del FED e della PESCO e quelle sulle sinergie con altri programmi dell'UE. L'industria europea della difesa dispone di forti capacità e prodotti da offrire in tutti questi settori.

    Il successo di qualsiasi iniziativa dell'UE in materia di difesa dipende dall'impegno degli Stati membri a spendere meglio, investendo, acquistando e operando insieme nell'interesse comune. L'approccio cooperativo proposto è fondamentale per razionalizzare e rafforzare sia la domanda europea di difesa (programmazione e acquisizioni) sia le forniture (sviluppo e produzione).

    5.1. Misure immediate: task force a sostegno del coordinamento

    Data l'urgenza, la Commissione e l'alto rappresentante/capo dell'Agenzia istituiranno rapidamente una task force per le acquisizioni congiunte nel settore della difesa che collabori con gli Stati membri a sostegno del coordinamento delle loro esigenze di acquisizioni a brevissimo termine per far fronte alla nuova situazione della sicurezza. In un primo tempo, la task force si concentrerà sulla deconflittualizzazione e sul coordinamento per evitare una corsa ad assicurarsi gli ordini che si tradurrebbe in un'impennata dei prezzi, in un'eccessiva concentrazione della domanda nello stesso arco di tempo, nella penuria di forniture e nella difficoltà per gli Stati membri più esposti di garantirsi articoli indispensabili, evitando in tal modo potenziali conflitti tra sforzi nazionali paralleli in materia di acquisizioni. Si potrebbe prevedere tra l'altro una raccolta di informazioni centralizzata, un sostegno metodologico e il coordinamento o la gestione degli acquisti. La task force stabilirà inoltre una stima aggregata dei fabbisogni e rileverà e sosterrà l'espansione delle capacità produttive industriali dell'UE necessarie per rispondere a tali esigenze.

    Nell'ambito della task force, e in partenariato con la Commissione, l'AED potrebbe già agevolare tali acquisizioni congiunte a brevissimo termine mettendo a frutto le proprie competenze ed esperienze al riguardo 23 . La task force si coordinerebbe inoltre con la cellula di coordinamento istituita all'interno del servizio europeo per l'azione esterna (SEAE)/Stato maggiore dell'UE per facilitare il coordinamento dell'assistenza militare all'Ucraina, al fine di aiutare gli Stati membri ad acquistare i prodotti più urgenti necessari per ricostituire le scorte.

    5.2. Strumento a breve termine dell'UE per rafforzare la capacità industriale del settore della difesa mediante l'acquisizione congiunta

    Come indicato, in mancanza di coordinamento e cooperazione, l'aumento degli investimenti da parte degli Stati membri accrescerebbe la frammentazione del settore europeo della difesa, limiterebbe il potenziale di cooperazione durante l'intero ciclo di vita del materiale, aumenterebbe le dipendenze esterne e con ogni probabilità ostacolerebbe l'interoperabilità. In questo contesto le acquisizioni a breve termine avranno un impatto più di lungo termine, provocando una riduzione della forza di mercato e la perdita di opportunità per i prossimi decenni.

    Alla luce della situazione in materia di sicurezza e dei trasferimenti già effettuati verso l'Ucraina, è necessario che gli Stati membri ripristinino con urgenza la loro prontezza al combattimento difensivo. In particolare, la ricostituzione delle scorte di materiale consentirebbe loro di fornire ulteriore assistenza all'Ucraina. Attualmente gli Stati membri che forniscono assistenza militare all'Ucraina possono ricevere rimborsi finanziari attraverso lo strumento europeo per la pace. Gli Stati membri dovrebbero peraltro sfruttare questa opportunità di ricostituire le scorte e il materiale con un approccio collaborativo, in quanto ciò garantirebbe un miglior rapporto costi-benefici, grazie alle economie di scala, e migliorerebbe l'interoperabilità. Ciò richiede anche un ulteriore potenziamento e rafforzamento dell'EDTIB.

    A tal fine, la Commissione proporrà un apposito strumento a breve termine, concepito in uno spirito di solidarietà, per spronare gli Stati membri disposti ad adoperarsi per il ricorso all'acquisizione congiunta a colmare in modo collaborativo le carenze più urgenti e critiche, in particolare quelle create dalla risposta all'aggressione in corso. Il nuovo strumento contribuirebbe a rafforzare il ricorso all'acquisizione congiunta nel settore della difesa e, attraverso i relativi finanziamenti dell'Unione, a rafforzare e riformare le capacità industriali degli Stati membri nel settore della difesa. Il sostegno finanziario dell'UE dovrebbe mobilitare nuovi investimenti nel settore della difesa da parte degli Stati membri e apportare benefici alla base industriale europea, garantendo nel contempo la capacità degli Stati membri dell'UE di agire e di conseguire una maggiore interoperabilità.

    Il nuovo strumento dovrebbe rimanere semplice e lineare nella sua attuazione, ma subordinato al rispetto, da parte degli Stati membri, di criteri specifici, ad esempio la partecipazione minima di tre Stati membri all'acquisizione congiunta. Nell'attuare questo nuovo strumento, la Commissione si avvarrà dell'assistenza della task force.

    La Commissione è pronta a investire in questo regime 500 milioni di EUR nell'arco di due anni (2022-24). A tal fine, la Commissione proporrà ai colegislatori di avviare la procedura di adozione accelerata di un regolamento che renda possibile lo strumento e il relativo aumento di bilancio.

    5.3.    Un quadro dell'UE per l'acquisizione congiunta nel settore della difesa

    Al di là delle esigenze urgenti a breve termine legate al nuovo paradigma della sicurezza, è necessario progredire verso un quadro dell'UE per l'acquisizione congiunta nel settore della difesa. Attraverso il Fondo europeo per la difesa, l'UE dispone di un solido strumento per incentivare la R&S congiunta e collettiva nel settore della difesa fino al livello della realizzazione di prototipi. L'AED è responsabile della conduzione di acquisizioni congiunte, e peraltro è già attivo in tal senso. Sarebbe comunque opportuno rafforzare l'agenzia, per dotare l'UE di capacità pienamente adeguate alle operazioni di acquisizione congiunta.

    Alla luce di quanto precede, nel terzo trimestre del 2022 la Commissione proporrà un regolamento relativo al programma europeo di investimenti nel settore della difesa (EDIP), al fine di stabilire le condizioni e i criteri per la formazione di consorzi europei per la capacità di difesa (EDCC) da parte degli Stati membri. Tali consorzi acquisirebbero congiuntamente capacità di difesa sviluppate in modo collaborativo all'interno dell'UE e destinate all'uso da parte degli Stati membri partecipanti e beneficerebbero di un'esenzione dall'IVA. Questo nuovo meccanismo andrebbe ad integrare le opzioni esistenti in materia nell'ambito dell'AED, ma potrebbe risultare utile anche per progetti nel quadro della PESCO.

    Per quanto riguarda la cooperazione basata sulla ricerca e lo sviluppo (R&S) per un nuovo prodotto, l'EDCC beneficerebbe inoltre della flessibilità di cui all'articolo 13, lettera c), della direttiva sugli appalti pubblici nel settore della difesa, anche (ove possibile) nelle fasi successive di tutto o di parte del ciclo di vita del prodotto in questione.

    Un consorzio EDCC costituirebbe un elemento di cooperazione molto forte, capace di apportare ulteriori benefici quali l'interoperabilità durante il ciclo di vita, l'armonizzazione delle procedure e dei programmi di formazione per l'esercizio, la manutenzione, la riparazione e la revisione, nonché economie di scala. L'esenzione dall'IVA si applicherebbe anche al funzionamento, alla manutenzione e allo smantellamento, che rappresentano un costo importante durante il ciclo di vita del materiale di difesa. Le capacità acquisite attraverso i consorzi EDCC sarebbero utilizzabili dagli Stati membri a livello nazionale o in missioni e operazioni nel quadro della PSDC, nonché nel contesto delle Nazioni Unite o della NATO. L'EDCC potrebbe inoltre rappresentare un meccanismo capace di creare sinergie e aggregare la domanda di capacità pertinenti per le esigenze dell'UE in materia di protezione civile, gestione delle frontiere e difesa.

    Il regolamento EDIP potrebbe fungere da base per futuri progetti congiunti in materia di sviluppo e acquisizione, contrassegnati da un elevato interesse comune per la sicurezza degli Stati membri e dell'Unione e, applicando la stessa logica di strumento a breve termine, per un eventuale intervento dell'Unione mirato al rafforzamento della base industriale europea della difesa, in particolare per progetti che nessun singolo Stato membro potrebbe sviluppare o acquisire da solo.

    5.4 Verso una programmazione e acquisizione strategica congiunta dell'UE nel settore della difesa

    Al di là dei meccanismi e degli strumenti volti a incentivare la cooperazione "a valle", è fondamentale proporre un più ambizioso coordinamento "a monte". È necessaria un'azione coordinata a livello dell'UE per prevenire approcci nazionali non coordinati da parte dei 27 Stati membri. L'approccio e i processi correntemente in uso non sono onnicomprensivi e non consentono un'adeguata definizione delle priorità. Via via che gli Stati membri inizieranno ad adattare il proprio processo di pianificazione per reagire alla nuova situazione in materia di sicurezza, sarà fondamentale definire un approccio più strutturato - vale a dire una programmazione e acquisizione strategica congiunta dell'UE nel settore della difesa - per ottenere risultati concreti grazie ad un approccio coordinato riguardo a questo nuovo obiettivo. Tale approccio dovrebbe basarsi su processi e strutture esistenti e garantire la coerenza con il processo di pianificazione della NATO.

    A tal fine è ipotizzabile una funzione di programmazione e acquisizione congiunta dell'UE nel settore della difesa che coinvolga gli Stati membri, l'alto rappresentante/capo dell'Agenzia e la Commissione. Una simile funzione garantirebbe una programmazione pluriennale globale e congiunta - basata sulla prospettiva pluriennale del FED e sul perfezionamento delle esigenze e delle specifiche - e fungerebbe da centrale di committenza per l'acquisizione congiunta dell'UE, sostenendo gli Stati membri all'atto delle loro acquisizioni congiunte, anche a valle dei progetti finanziati dal FED.

    A tale riguardo, in prospettiva futura il lavoro della task force di cui alla sezione 4.1 potrebbe essere considerato un progetto pilota per tale funzione.

    5.5 Rafforzamento della capacità industriale dell'Europa nel settore della difesa

    Una maggiore cooperazione a livello europeo in materia di difesa richiede inoltre un solido piano d'azione che garantisca chiarezza e visibilità all'industria della difesa per metterla in grado di investire, modernizzare e aumentare la capacità produttiva dell'UE nel settore della difesa, permettendo anche di anticipare e affrontare le potenziali strozzature della catena di fornitura e di garantire la sicurezza delle forniture dell'UE per quanto riguarda le capacità di difesa.

    La Commissione sosterrà l'industria della difesa nei suoi sforzi volti a modernizzare le proprie linee e processi di produzione, ad aumentare le capacità produttive, a ridurre le dipendenze critiche e ad affrontare le strozzature critiche.

    In tale prospettiva, la Commissione, eventualmente in cooperazione con l'AED, propone di attuare diverse misure.

    ·Procedere a una mappatura approfondita delle capacità produttive industriali attuali e di quelle supplementari necessarie all'UE, anche sulla base degli sforzi in corso nell'ambito della strategia industriale e in altre sedi (ad esempio, le attività strategiche chiave dell'AED 24 ). L'obiettivo è giungere a un quadro comune della capacità produttiva e della necessità di garantire agli Stati membri, compresi quelli più esposti, la sicurezza dell'approvvigionamento su base europea.

    ·Valutare l’eventualità di agevolare, per l'industria della difesa, l'accesso alle materie prime critiche (CRM) e ad altri componenti chiave in tempo di crisi, comprese le macchine utensili necessarie per la produzione. La Commissione presenterà un'iniziativa sulle materie prime critiche, comprendente anche misure legislative, mirante a rafforzare la resilienza e la sicurezza dell'approvvigionamento dell'UE per quanto riguarda le materie prime critiche, anche nel settore della difesa.

    ·Saranno valutate misure per garantire la disponibilità di competenze specifiche di difesa, comprese competenze informatiche, per garantire che l'industria della difesa possa avere accesso a un'adeguata forza lavoro e possa conservarla, in particolare nei settori della scienza, della tecnologia, dell'ingegneria e della matematica (STEM), nonché in qualsiasi altro settore connesso all'attuale sforzo straordinario volto ad aumentare le capacità produttive. Si presterà particolare attenzione ad attirare tutti i talenti e le competenze.

    ·La Commissione elaborerà ulteriori misure (tra le altre cose, inviti coordinati tra gli strumenti dell'UE esistenti e prestiti della BEI) per sostenere le tecnologie critiche e le capacità industriali attraverso lo sviluppo di progetti strategici.

    ·La Commissione prenderà in considerazione eventuali modifiche del quadro per la ricerca e l'innovazione a duplice uso al fine di migliorare le sinergie tra gli strumenti civili e di difesa.

    5.6 Sostenere lo sforzo in materia di R&S

    Oggi il Fondo europeo per la difesa rappresenta il programma di R&S dell'UE nel settore della difesa. Tuttavia, alla luce del nuovo paradigma di sicurezza e dell'allineamento senza precedenti nell'aumento della spesa per la difesa, il FED dovrebbe essere in grado di rispondere alle nuove esigenze. 

    È fondamentale definire un'attenta pianificazione per sostenere la R&T e la R&S 25 , preparando il terreno per future acquisizioni congiunte e capacità comuni e scongiurando la nascita di nuove dipendenze da paesi terzi, che potrebbero indebolire la sicurezza dell'approvvigionamento delle forze armate dell'UE e la sicurezza delle informazioni, in particolare durante un conflitto militare.

    Al fine di salvaguardare il potere incentivante del FED nel contesto dell'aumento delle spese nazionali per la difesa, la Commissione valuterà la possibilità di rafforzare il proprio bilancio nel quadro della revisione generale delle priorità in occasione della revisione intermedia del QFP. Inoltre, come annunciato nel pacchetto difesa di febbraio, la Commissione sta analizzando le modalità per rivedere i bonus del FED al fine di sostenere ulteriormente l'acquisizione congiunta delle capacità sviluppate attraverso il sostegno finanziario del FED.

    Infine, la Commissione renderà il Fondo attraente per i nuovi aderenti e sosterrà l'innovazione nel settore della difesa, insieme all'AED, attraverso l'annunciato sistema UE di innovazione nel settore della difesa. A tal fine, la Commissione accelererà l'istituzione dell'iniziativa CASSINI per la difesa, il cui lancio è stato annunciato nel quadro del pacchetto sulla difesa come parte del sistema UE di innovazione nel settore della difesa. Ne farà parte un meccanismo di finanziamento misto nell'ambito di InvestUE, a sostegno dell'innovazione e mirato sulle PMI e sulle imprese a media capitalizzazione che sviluppano tecnologie di difesa, in cooperazione con il Fondo europeo per gli investimenti.

    5.7 Rafforzare il sostegno della BEI alla difesa

    L'elevata minaccia per la sicurezza che l'UE si trova a fronteggiare e la necessità di utilizzare nel modo più efficace possibile tutti gli strumenti a propria disposizione impongono alla Banca europea per gli investimenti di rafforzare il suo sostegno all'industria europea della difesa e alle acquisizioni congiunte, al di là dell'attuale sostegno al duplice uso. Con la sua iniziativa strategica europea in materia di sicurezza (SESI), recentemente lanciata, la BEI metterà a disposizione finanziamenti per la difesa non strettamente militare. La stima iniziale prevede circa 6 miliardi di EUR entro il 2027 a favore di settori che presentano carenze di mercato ben identificate (ad esempio stanziamenti non mirati sulle capacità produttive). L'iniziativa si concentrerà sulla ricerca, sullo sviluppo e sull'innovazione a duplice uso, sulle infrastrutture di sicurezza civile e su progetti tecnologici all'avanguardia (dal nuovo spazio all'intelligenza artificiale, dalle tecnologie quantistiche alla cibersicurezza e alla biosicurezza) 26 . Analogamente, la partecipazione della BEI al meccanismo finanziario cooperativo avviato dall'AED si limiterà allo sviluppo di tecnologie a duplice uso a sostegno degli obiettivi della politica della PSDC, dal momento in cui sarà operativa.

    In tale contesto, la Banca potrebbe espandere gli investimenti verso promotori e partner interessati a sostegno di progetti di cooperazione R&T, ossia intrapresi congiuntamente da due o più Stati membri, compresi i progetti PESCO. Il gruppo BEI sosterrebbe inoltre il rafforzamento delle PMI e delle piccole imprese a media capitalizzazione attive lungo la catena di forniture attraverso prestiti intermediati con partner finanziari. Infine, collaborando con i promotori nelle prime fasi di sviluppo del loro progetto, il gruppo BEI potrebbe rafforzare la sostenibilità del modello commerciale delle tecnologie emergenti fondamentali per il futuro dell'industria della difesa dell'UE.

    La BEI potrebbe inoltre svolgere un ruolo di sostegno per consentire l'espansione a breve termine della produzione dell'industria della difesa e i suoi sforzi di modernizzazione a più lungo termine. A tal fine, la BEI e i suoi azionisti, gli Stati membri, dovrebbero essere invitati a valutare se, nelle attuali circostanze di mercato e geopolitiche, non sia il caso di estendere il proprio sostegno a questo tipo di progetti industriali nel settore della difesa, adeguando, se necessario, la propria politica di prestiti.

    Azioni a sostegno della cooperazione europea in materia di difesa

    ·La Commissione e l'alto rappresentante/capo dell'Agenzia istituiranno immediatamente una task force per le acquisizioni congiunte nel settore della difesa al fine di coordinare una risposta dell'UE a esigenze urgenti a brevissimo termine, segnatamente la ricostituzione delle scorte.

    ·La Commissione varerà uno strumento a breve termine per rafforzare le capacità industriali europee nel settore della difesa mediante acquisizioni congiunte.

    ·Entro il terzo trimestre del 2022 la Commissione proporrà un regolamento europeo sugli investimenti nel settore della difesa volto a definire le condizioni e i criteri per la costituzione di consorzi europei per la capacità di difesa. Il regolamento fungerà da base giuridica ai fini dell'esenzione dall'IVA per le acquisizioni congiunte e da meccanismo per i progetti europei di elevato interesse comune nel settore della difesa (anche per quanto concerne un eventuale cofinanziamento).

    ·Prevedere una funzione di programmazione e acquisizione congiunta dell'UE nel settore della difesa.

    ·La Commissione proporrà un'iniziativa sulle materie prime critiche, comprendente anche misure legislative, per agevolare, tra l'altro, l'accesso dell'industria della difesa alle materie prime critiche, rafforzando in tal modo la resilienza e la sicurezza delle forniture dell'UE.

    ·La Commissione, nell'ambito della revisione generale delle priorità, durante la revisione intermedia del QFP, considererà l'eventualità di rafforzare i bilanci del Fondo europeo per la difesa e la mobilità militare attraverso il meccanismo per collegare l'Europa.

    ·La BEI dovrebbe rafforzare il suo sostegno all'industria europea della difesa e alle acquisizioni congiunte al di là dell'attuale sostegno al duplice uso.

    ·La Commissione elaborerà ulteriori misure (come inviti coordinati tra gli strumenti dell'UE esistenti e prestiti della BEI) per sostenere le tecnologie critiche e le capacità industriali attraverso lo sviluppo di progetti strategici.

    ·La Commissione prenderà in considerazione eventuali modifiche del quadro per la ricerca e l'innovazione a duplice uso al fine di migliorare le sinergie tra gli strumenti civili e di difesa.

    6.Raccomandazioni

    La Commissione e l'alto rappresentante/capo dell'Agenzia europea per la difesa raccomandano al Consiglio europeo di approvare la presente analisi che sottolinea la necessità di porre rimedio con urgenza e collettivamente alle carenze dell’Europa in materia di investimenti a breve e medio termine nel settore della difesa e di invitare:

    ·la Commissione e l'alto rappresentante/capo dell'Agenzia a istituire immediatamente una task force per coordinare le esigenze a brevissimo termine in materia di acquisizioni nel settore della difesa nonché a dialogare con gli Stati membri e i fabbricanti di materiale per la difesa dell'UE per sostenere le acquisizioni congiunte volte a ricostituire le scorte, in particolare alla luce del sostegno fornito all'Ucraina;

    ·la Commissione a proporre uno strumento a breve termine per rafforzare le capacità industriali europee nel settore della difesa mediante acquisizioni congiunte; 

    ·la Commissione a presentare, entro il terzo trimestre del 2022, una proposta di regolamento che istituisca un programma comune europeo di investimenti nel settore della difesa (EDIP), compreso un meccanismo per l'esenzione dall'imposta sul valore aggiunto (IVA) e per i progetti europei di grande interesse comune nel settore della difesa;

    ·gli Stati membri, l'alto rappresentante/capo dell'Agenzia e la Commissione a prevedere una funzione di programmazione e acquisizione strategica congiunta dell'UE nel settore della difesa;

    ·la Commissione a proporre ulteriori misure per procedere a una mappatura delle capacità produttive attuali e di quelle supplementari necessarie e a rafforzare la capacità e la resilienza del settore industriale e tecnologico della difesa europea;

    ·la BEI a valutare se, nelle attuali circostanze di mercato e geopolitiche, sia opportuno rafforzare il proprio sostegno alla difesa europea, compresa la capacità di produzione industriale, adeguando ove necessario la sua politica di prestiti, e invitare gli Stati membri, che ne sono gli azionisti, a sostenere tale processo. 

    (1)  Consiglio dell'Unione europea 7371/22.
    (2) In particolare la comunicazione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni: "Contributo della Commissione alla difesa europea" (COM(2022) 60 final) del 15 febbraio 2022. 
    (3)

      https://futureu.europa.eu/pages/reporting?format=html&locale=it .

    (4) Importo aggregato sulla base di informazioni pubblicamente disponibili.
    (5) L'industria della difesa produce generalmente solo su ordine fermo e non ha scorte disponibili di prodotti finali. Il termine "pronto all'uso" si riferisce a prodotti già esistenti, a fronte dello sviluppo di nuovo materiale.
    (6) Dati AED: eda-defence-data-report-2019-2020.pdf (europa.eu) (DK non inclusa) .
    (7) Dati AED sulla difesa 2019-2020, in euro costanti 2020.
    (8) Dati AED basati sulla revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD).
    (9) SIPRI.
    (10) Fonte: Military Balance 2022.
    (11) L'impegno n. 1 della PESCO è quello di "aumentare periodicamente e in termini reali i bilanci per la difesa al fine di raggiungere gli obiettivi concordati". Nel 2006 i ministri della difesa della NATO si sono sforzati di spendere il 2 % del PIL nazionale per la difesa, destinando il 20 % di tale somma agli investimenti. Nel 2014, in occasione del vertice del Galles, i capi di Stato o di governo hanno convenuto di conformarsi all'orientamento di spendere il 2 % del PIL per la difesa entro un decennio.
    (12) Entrambe le stime si basano su dati AED (DK non inclusa).
    (13)   Fondo europeo per la difesa (FED) (europa.eu) .
    (14)  Dati forniti da 11 Stati membri.
    (15) https://eda.europa.eu/docs/default-source/brochures/eda---defence-data-report-2019-2020.pdf.
    (16) Fonte: stima dell'AED basata sui dati dell'Associazione europea delle industrie aerospaziali e della difesa (ASD - AeroSpace and Defence Industries Association of Europe).
    (17) L'impresa maggiore è Airbus (transeuropea), seguita da alcune imprese di più grandi dimensioni in FR, IT, DE, SE. Il grosso delle basi industriali e tecnologiche di difesa (DTIB) degli Stati membri è costituito da produttori di piattaforme, fornitori di materiale e subappaltatori più piccoli. Il numero totale di PMI che nell'UE operano nelle catene di approvvigionamento multilivello e spesso transfrontaliere del settore della difesa è stimato a 2 500. Queste servono clienti del settore della difesa terrestre (39,6 %), aerea (30,5 %), marittima (18,7 %), cibernetica (7,8 %) e spaziale (3,4 %).
    (18) Ad eccezione del 2013 (dati USA non disponibili per quell'anno); i dati relativi alle importazioni/esportazioni comprendono sia UK sia DK (fonte: dipartimento di Stato USA (in "The poison pill: EU Defence on US terms?" IUESS, D. Fiott); i dati dell'UE comprendono UK ma non DK (fonte: dati AED sulla difesa adeguati ai tassi di conversione di Eurostat).
    (19) Ad esempio attraverso il programma European Recapitalization Incentive Program (ERIP) degli Stati Uniti, istituito nel 2018 per incentivare la sostituzione del materiale ereditato dall'era sovietica, che si è tradotto in sovvenzioni ad alcuni paesi europei per 277 milioni di USD che hanno consentito 2,5 miliardi di USD di vendite di armi statunitensi.
    (20)    Il piano di sviluppo delle capacità (CDP) è lo strumento di definizione delle priorità dell'UE per lo sviluppo di capacità di difesa. Esso tiene conto delle carenze in campo militare connesse alla dimensione militare della PSDC (ossia operazioni rientranti nell'ambito di applicazione dell'articolo 43 TUE) individuate attraverso il processo dell'obiettivo primario e tiene in considerazione gli insegnamenti tratti dalle missioni e dalle operazioni, facendo nel contempo attenzione anche alle tendenze tecnologiche a medio e lungo termine e alle esigenze di difesa nazionale. Il processo dell'obiettivo primario è il quadro stabilito per individuare le carenze in campo militare (obiettivi di capacità ad alto impatto, HICG) sulla base di scenari illustrativi tratti dal livello di ambizione militare per la politica di sicurezza e di difesa comune. Questi HICG confluiscono nel CDP. La revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD) monitora il modo in cui gli Stati membri perseguono tali priorità nella loro pianificazione nazionale della difesa, al fine di individuare opportunità di collaborazione. Finora sono state individuate sei "aree di interesse" specifiche per la cooperazione, vale a dire: carri armati da combattimento, sistemi soldato, natanti europei di superficie della classe delle motovedette, contrasto dei sistemi aerei senza pilota, applicazioni di difesa nello spazio e mobilità militare. Tali sforzi sono coerenti con i requisiti derivanti dai rispettivi processi NATO, in particolare il processo di pianificazione della difesa della NATO, e rafforzeranno la prontezza, la solidità e l'interoperabilità della riserva unica di forze degli Stati membri.
    (21)  Ad esempio, il progetto europeo MALE RPAS (un drone di media quota con lunga autonomia), i sistemi antidrone, la capacità di conoscenza dell'ambiente spaziale, i sistemi di allarme rapido, la prossima generazione di capacità di attacco di precisione da terra, lo sviluppo di tecnologie e sistemi di ciberdifesa e il sostegno a progetti in piccole e medie imprese innovative.
    (22)    Comunicazione congiunta "La strategia dell'UE in materia di cibersicurezza per il decennio digitale", JOIN(2020) 18 final, sezione 1.2; la strategia in materia di cibersicurezza rientra nell'approccio globale dell'Unione della sicurezza.
    (23)    Ai sensi dell'articolo 42, paragrafo 3, TUE, l'AED è identificata come "l'Agenzia nel settore dello sviluppo delle capacità di difesa, della ricerca, dell'acquisizione e degli armamenti...". I compiti dell'AED sono definiti all'articolo 45 TUE, il quale stabilisce che, posta sotto l'autorità del Consiglio, l'Agenzia europea per la difesa ha il compito di "... b) promuovere l'armonizzazione delle esigenze operative e l'adozione di metodi di acquisizione efficienti e compatibili...".
    (24) Le attività strategiche chiave dell'AED promuovono una comprensione comune e la sensibilizzazione degli Stati membri, delle istituzioni dell'UE e degli attori industriali della difesa riguardo ai settori industriali e tecnologici nonché alle abilità e competenze nel cui ambito dipendenze da attori extra UE rischiano di pregiudicare la libertà di azione dell'UE nel settore della difesa.
    (25) Si terrà conto delle iniziative esistenti, come l'agenda strategica di ricerca globale e i relativi elementi tecnologici sviluppati nel quadro dell'Agenzia europea per la difesa.
    (26) Conferenza annuale dell'AED sull'innovazione nella difesa europea, 7/12/2021.
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