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Document 52017IP0492

Risoluzione del Parlamento europeo del 13 dicembre 2017 sulla relazione annuale sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune (2017/2123(INI))

GU C 369 del 11.10.2018, p. 36–46 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

11.10.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 369/36


P8_TA(2017)0492

Relazione annuale sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune

Risoluzione del Parlamento europeo del 13 dicembre 2017 sulla relazione annuale sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune (2017/2123(INI))

(2018/C 369/05)

Il Parlamento europeo,

visto il trattato di Lisbona,

viste le conclusioni del Consiglio europeo del 20 dicembre 2013, del 26 giugno 2015, del 15 dicembre 2016 e del 22 giugno 2017,

vista la relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo sulla politica estera e di sicurezza comune (PESC),

vista la sua risoluzione del 13 dicembre 2017 sulla relazione annuale relativa all'attuazione della politica estera e di sicurezza comune (1),

vista la sua risoluzione del 13 settembre 2017 sull'esportazione di armi: applicazione della posizione comune 2008/944/PESC (2),

viste le conclusioni del Consiglio sulla politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) del 25 novembre 2013, del 18 novembre 2014, del 18 maggio 2015, del 27 giugno 2016, del 14 novembre 2016 e del 18 maggio 2017, e le conclusioni del Consiglio sulla strategia globale dell'UE del 17 luglio 2017,

vista la 19a riunione del Consiglio dei ministri franco-tedesco tenutasi a Parigi il 13 luglio 2017,

viste la riunione informale dei ministri della Difesa e la riunione informale dei ministri degli Esteri (Gymnich) tenutesi a Tallinn dal 6 al 9 settembre 2017,

vista la riunione dei ministri della Difesa dell'UE del 30 novembre 2011,

vista la sua risoluzione del 12 settembre 2013 sulle strutture militari dell'UE: situazione attuale e prospettive future (3),

vista la sua risoluzione del 22 novembre 2016 sull'Unione europea della difesa (4),

vista la sua risoluzione del 23 novembre 2016 sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune (basata sulla relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo sulla politica di sicurezza e di difesa comune) (5),

vista la sua risoluzione del 16 marzo 2017 su «Implicazioni costituzionali, giuridiche e istituzionali di una politica comune di sicurezza e di difesa: possibilità offerte dal trattato di Lisbona» (6),

vista la sua risoluzione del 5 luglio 2017 sul mandato per il trilogo sul progetto di bilancio 2018 (7),

visto il documento intitolato «Visione condivisa, azione comune: un'Europa più forte — Una strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea», presentato dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) il 28 giugno 2016,

visto il documento dal titolo «Piano di attuazione in materia di sicurezza e difesa», presentato dal VP/AR il 14 novembre 2016,

vista la comunicazione della Commissione del 30 novembre 2016 al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sul piano d'azione europeo in materia di difesa (COM(2016)0950),

visti la dichiarazione congiunta dell'8 luglio 2016 dei presidenti del Consiglio europeo e della Commissione e del Segretario generale della NATO, l'insieme comune di proposte approvato dai consigli della NATO e dell'UE il 6 dicembre 2016 e la relazione sui progressi compiuti riguardo alla sua attuazione adottata il 14 giugno 2017,

vista la Dichiarazione di Bratislava del 16 settembre 2016,

visto il nuovo pacchetto Difesa presentato dalla Commissione il 7 giugno 2017 nel comunicato stampa «Un'Europa che difende: La Commissione apre il dibattito sulla transizione verso un'Unione di sicurezza e di difesa»,

visto il documento di riflessione della Commissione sul futuro della difesa europea del 7 giugno 2017,

visto l'Eurobarometro 85.1 del giugno 2016, secondo il quale la metà dei cittadini dell'UE intervistati ritiene insufficiente l'azione dell'UE e due terzi di loro vorrebbero vedere una maggiore partecipazione dell'UE attraverso l'impegno degli Stati membri in materia di politica di sicurezza e di difesa,

visti il concetto di gestione delle crisi del Consiglio concernente una nuova missione civile PSDC in Iraq, del 17 luglio 2017, e la decisione del Consiglio (PESC) 2017/1425 del 4 agosto 2017 relativa a un'azione dell'Unione europea di stabilizzazione nelle regioni di Mopti e Segou nel Mali,

vista la politica dell'UE per la formazione nell'ambito della PSDC adottata dal Consiglio Affari esteri il 3 aprile 2017,

vista la decisione del Consiglio del 23 ottobre 2017 relativa alla posizione da adottare, a nome dell'Unione europea, in sede di Comitato misto SEE in merito a una modifica del protocollo 31 dell'accordo SEE (Azione preparatoria dell'Unione sulla ricerca in materia di difesa),

vista la notifica relativa alla cooperazione strutturata permanente (PESCO) del 13 novembre 2017,

vista la comunicazione congiunta della Commissione e del vicepresidente/alto rappresentante al Parlamento europeo e al Consiglio, del 10 novembre 2017, dal titolo «Miglioramento della mobilità militare nell'Unione europea» (JOIN(2017)0041),

visto l'articolo 52 del suo regolamento,

vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A8-0351/2017),

Contesto strategico dell'Unione

1.

sottolinea che l'ordine internazionale fondato sulle norme e i valori difesi dalle democrazie occidentali nonché la pace, la prosperità e le libertà di cui questo ordine, instauratosi successivamente alla Seconda guerra mondiale, è garante e che rappresentano le basi su cui si fonda l'Unione europea, si trovano a fronteggiare un numero di sfide convenzionali e ibride senza precedenti in un momento in cui le tendenze sociali, economiche, tecnologiche e geopolitiche mettono in luce la crescente vulnerabilità della popolazione mondiale a rivolgimenti e tensioni, quali i conflitti fra Stati, le calamità naturali, gli eventi meteorologici estremi, le crisi idriche, il collasso degli Stati e gli attacchi informatici, che necessitano di una risposta unita e coordinata; ricorda che la sicurezza è una preoccupazione centrale per i cittadini europei; afferma che l'azione esterna dell'Unione deve essere improntata ai valori e ai principi sanciti all'articolo 21 TUE;

2.

sottolinea che nessuno Stato membro è in grado, da solo, di affrontare le sfide complesse che si presentano attualmente in materia di icurezza, e che se l'UE vuole essere in grado di rispondere a tali sfide interne ed esterne, deve intensificare gli sforzi a favore di una cooperazione concreta e solida nel contesto della PESC/PSDC, deve essere un attore globale efficace, il che comporta parlare con una sola voce e agire insieme, e deve concentrare le sue risorse su priorità strategiche; ritiene che sia necessario affrontare le cause profonde dell'instabilità, ossia la povertà e la crescente disuguaglianza, la cattiva governance, il collasso degli Stati e il cambiamento climatico;

3.

deplora il rafforzamento e l'aumento del numero delle organizzazioni terroristiche e criminali transnazionali, fenomeno potenzialmente favorito dalla sconfitta dell'ISIS/Daesh e dalla fuga dei suoi combattenti, mentre l'instabilità si diffonde nelle regioni del Sud e del Medio oriente, dove Stati fragili e in fase di disintegrazione quali la Libia abbandonano vasti territori non governati che diventano vulnerabili alle forze esterne; esprime perdurante preoccupazione riguardo alla dimensione transnazionale della minaccia terroristica nella regione del Sahel; deplora profondamente il fatto che le attività nucleari e quelle relative ai missili balistici in corso nella Repubblica popolare democratica di Corea abbiano generato un aumento della tensione nella regione e altrove, ponendo una minaccia evidente per la pace e la sicurezza internazionali;

4.

sottolinea che, ad Est, la guerra condotta dalla Russia contro l'Ucraina è ancora in corso, che gli accordi di Minsk, senza i quali non vi può essere soluzione al conflitto, non sono stati attuati e che l'annessione illegale e la militarizzazione della Crimea nonché l'imposizione di sistemi anti-accesso e di interdizione del territorio perdurano; esprime profonda preoccupazione per il fatto che le eccessive esercitazioni e attività militari da parte della Russia in assenza di un'osservazione internazionale, tattiche ibride, tra cui il terrorismo informatico, notizie false e campagne di disinformazione nonché il ricatto economico ed energetico stiano destabilizzando i paesi del partenariato orientale e dei Balcani occidentali, e vengano inoltre mirate alle democrazie occidentali incrementando le tensioni al loro interno; è preoccupato per l'elevata volatilità che caratterizzerà il contesto di sicurezza dell'UE negli anni a venire; ribadisce l'importanza strategica dei Balcani occidentali per la sicurezza e la stabilità dell'UE e la necessità di concentrare l'attenzione e rafforzare l'impegno politico dell'UE verso la regione, anche grazie al rafforzamento del mandato delle nostre missioni di politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC); è fermamente convinto che, per superare la vulnerabilità dell'UE, sia necessario rafforzare l'integrazione e il coordinamento;

5.

deplora la minaccia terroristica che si sta rapidamente diffondendo sia all'interno dell'Europa che oltre i suoi confini; ritiene che una risposta incompleta a livello militare condurrà inevitabilmente a crescenti minacce per la sicurezza interna; chiede con urgenza l'elaborazione di un patto europeo anti-jihadista che possa affrontare tali minacce in modo efficace;

6.

ritiene che il terrorismo rappresenti oggi una delle sfide più importanti per la sicurezza dei cittadini dell'Unione e che richieda un intervento rapido, deciso e coordinato, a livello sia interno sia esterno, al fine di prevenire ulteriori attentati terroristici e di combatterne le cause profonde; sottolinea, in particolare, la necessità di prevenire la radicalizzazione, di bloccare qualsiasi fonte esterna di risorse finanziarie per le organizzazioni terroristiche, di fronteggiare la propaganda terroristica e di impedire l'utilizzo di Internet e dei social network a tale scopo, anche attraverso un servizio di rimozione automatica, nonché di migliorare la condivisione di intelligence tra gli Stati membri e con i paesi terzi, la NATO e altre organizzazioni partner pertinenti; ritiene che il mandato delle missioni della PSDC dovrebbe includere la lotta contro il terrorismo per contribuire in modo più incisivo ai programmi di deradicalizzazione, segnatamente EULEX in Kosovo ed EUFOR ALTHEA in Bosnia-Erzegovina, paesi che si trovano di fronte a un elevato numero di combattenti che rientrano dall'estero;

7.

esprime profonda preoccupazione per la minaccia terroristica sempre più letale nella fascia del Sahel e la sua estensione all'Africa centrale, nonché per l'instabilità a oriente (Siria, Iraq, Palestina); invita il VP/AR a provvedere affinché le missioni della PSDC ricevano un mandato operativo e a intervenire in modo deciso e determinato;

8.

ritiene che, nel quadro dell'attuale politica di allargamento dell'UE, un processo di adesione credibile, basato su una condizionalità estesa ed equa, resti uno strumento importante per promuovere la sicurezza mediante il rafforzamento della resilienza dei paesi dell'Europa sudorientale;

9.

ritiene che, in un contesto di sicurezza difficile, e in un momento in cui l'UE e la NATO stanno cercando di ampliare e approfondire la loro cooperazione, a causa della Brexit l'UE perderà parte delle proprie capacità militari e rischia di non poter più beneficiare delle competenze del Regno Unito e viceversa; osserva che la Brexit sta dando nuovo impulso a iniziative bloccate da tempo e che potrebbe aprire la strada a nuove proposte; sottolinea l'importanza di portare avanti una stretta cooperazione in materia di difesa tra l'UE e il Regno Unito dopo la Brexit anche, a titolo esemplificativo, nei settori della condivisione di intelligence e della lotta al terrorismo; ritiene che, ove ne faccia richiesta, il Regno Unito dovrebbe anche poter partecipare alle missioni della PSDC nel quadro di un nuovo rapporto di cooperazione per la difesa tra UE e Regno Unito;

10.

accoglie con favore il rinnovato impegno degli Stati Uniti per la sicurezza europea; sottolinea il fermo impegno dell'UE a favore della comunità transatlantica di valori e interessi comuni; allo stesso tempo è convinto che occorra una PESC responsabile e assertiva, e che, in tale contesto, l'UE debba divenire un attore di politica estera sicuro di sé;

Quadro istituzionale

11.

è fermamente convinto che, se necessario, l'UE dovrebbe intervenire in maniera decisa per determinare il proprio futuro poiché la sicurezza interna e quella esterna stanno diventando sempre più interconnesse e ciò ha un impatto diretto su tutti i cittadini europei; avverte che l'assenza di un approccio comune potrebbe condurre ad un'azione scoordinata e frammentata, favorire numerose duplicazioni e inefficienze e, di conseguenza, rendere vulnerabili l'Unione e i suoi Stati membri; è pertanto del parere che l'UE dovrebbe essere in grado di agire efficacemente in tutta la gamma di strumenti per la sicurezza interna ed esterna, fino al livello indicato all'articolo 42, paragrafo 7, TUE; sottolinea che la definizione di un quadro per la politica di difesa comune dell'UE di cui all'articolo 42, paragrafo 2, TUE, ha lo scopo di istituire una difesa comune e di dotare l'Unione di un'autonomia strategica che le consenta di promuovere la pace e la sicurezza in Europa e nel mondo; sottolinea i vantaggi pratici e finanziari dell'ulteriore integrazione delle capacità di difesa europee;

12.

sottolinea che l'UE deve applicare tutti gli strumenti politici a sua disposizione — dal potere persuasivo (soft power) al potere coercitivo (hard power), dalle misure a breve termine alle politiche a lungo termine nel settore della politica estera classica, che comprendono non solo gli sforzi diplomatici bilaterali e multilaterali, la cooperazione allo sviluppo, strumenti civili ed economici, il sostegno di emergenza, la prevenzione delle crisi e le strategie post-belliche, ma anche il mantenimento e il rafforzamento della pace, in linea altresì con i mezzi civili e militari di cui all'articolo 43, paragrafo 1, TUE — al fine di affrontare le sfide emergenti; ritiene che la PSDC dovrebbe basarsi sul principio che la sicurezza europea non può essere garantita facendo affidamento unicamente sulle risorse militari; è d'avviso che le azioni esterne dell'UE debbano includere una valutazione del loro impatto sugli interessi strategici dell'UE incentrati sulle persone, ovvero il rafforzamento della sicurezza, dei diritti umani e del diritto internazionale nonché la promozione della pace sostenibile; sottolinea la necessità di un rafforzamento delle capacità del SEAE per prevedere meglio le crisi e affrontare le sfide per la sicurezza nel momento in cui emergono; evidenzia la necessità di un'interazione più coerente e meglio coordinata tra soggetti militari, civili, dello sviluppo e umanitari;

13.

accoglie con favore i progressi tangibili compiuti nella definizione di una difesa europea più forte dall'adozione della strategia globale dell'Unione europea in materia di politica estera e di sicurezza (EUGS) nel giugno 2016; si compiace in particolare dell'istituzione di un Fondo europeo della difesa (FED), della proposta di potenziare l'azione preparatoria sulla ricerca in materia di difesa e della proposta legislativa relativa a un Programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa (EDIDP); invita gli Stati membri ad aumentare i futuri contributi finanziari al bilancio dell'UE, al fine di coprire tutti i costi aggiuntivi sostenuti dall'UE in relazione al FED;

14.

si compiace dell'adesione dell'EFTA all'azione preparatoria sulla ricerca in materia di difesa, e accoglie con favore, in particolare, il contributo di 585 000 EUR da parte della Norvegia per il 2017; si augura che la Norvegia possa continuare a partecipare a programmi finanziati dall'Unione che hanno implicazioni in materia di difesa o che rientrano nell'ambito della difesa;

15.

invita la Commissione e il VP/AR a informare immediatamente e pienamente il Parlamento in tutte le fasi in merito a qualsiasi conclusione o modifica degli accordi internazionali che hanno implicazioni in materia di difesa o che rientrano nell'ambito della difesa; ritiene che qualsiasi contributo finanziario di un paese terzo abbia importanti implicazioni di bilancio per l'Unione, dal momento che un paese terzo potrebbe incidere sugli interessi finanziari dell'Unione ben oltre l'entità del suo contributo rifiutando di concedere le necessarie licenze di esportazione; sottolinea che, laddove dei terzi contribuiscano a programmi finanziati dall'Unione che hanno implicazioni in materia di difesa o che rientrano nell'ambito della difesa, il Parlamento si attende che la Commissione e il VP/AR valutino l'impatto di tale partecipazione per quanto riguarda le politiche e gli interessi strategici dell'Unione prima di formulare una proposta, e che lo informino al riguardo;

16.

sottolinea che la Commissione e un numero crescente di Stati membri si sono impegnati ad avviare l'Unione europea della difesa (UED) e che vi è un forte sostegno da parte dei cittadini europei in tal senso; segnala che ciò risponde a una richiesta dei cittadini dell'Unione e del Parlamento segnatamente mediante i numerosi appelli espressi nelle sue precedenti risoluzioni; evidenzia la maggiore efficienza, l'eliminazione delle duplicazioni e la riduzione dei costi che si otterranno con una più forte integrazione della difesa europea; sottolinea, tuttavia, che il lancio di una reale Unione europea della difesa richiede una volontà e una determinazione politica sostenute; esorta gli Stati membri a impegnarsi a favore di una difesa europea comune e autonoma, e a garantire che i loro bilanci nazionali per la difesa siano pari ad almeno il 2 % dei rispettivi PIL nei prossimi dieci anni;

17.

è convinto che l'unico modo per rafforzare la capacità dell'Unione di portare a compimento le proprie missioni militari sia un aumento significativo dell'efficienza relativamente a tutti gli aspetti del processo che genera capacità militari; ricorda che, rispetto agli Stati Uniti, l'UE-28 spende il 40 % per la difesa, ma riesce a generare solo il 15 % delle capacità che gli Stati Uniti ottengono dallo stesso processo, il che evidenzia un problema molto grave di efficienza;

18.

invita il VP/AR e la Commissione a dar seguito alle richieste del Parlamento per un Libro bianco dell'UE sulla sicurezza e la difesa nell'ambito della preparazione del prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP), come richiesto nelle risoluzioni del Parlamento del 22 novembre 2016, del 23 novembre 2016 e del 16 marzo 2017; ritiene che la creazione dell'UED, il collegamento del suo orientamento strategico con i contributi dell'UE allo sviluppo delle capacità e la definizione del quadro istituzionale europeo per la difesa siano elementi da sostenere mediante un accordo interistituzionale; sottolinea che grazie ad uno sforzo globale e affidabile da parte di tutti i soggetti interessati è possibile incrementare il raggio d'azione e l'efficienza della spesa per la difesa; chiede che in questo processo sia definito un ruolo di rilievo per i paesi neutrali come l'Austria e la Svezia, senza mettere in discussione la neutralità dei singoli Stati membri;

19.

sottolinea che, oltre alla descrizione dell'ambiente strategico e delle ambizioni strategiche, il Libro bianco dell'UE sulla sicurezza e la difesa dovrebbe identificare, per il prossimo QFP, le capacità richieste e disponibili nonché le carenze di capacità, sotto forma di un piano di sviluppo delle capacità dell'UE, e dovrebbe essere integrato da una descrizione generale delle azioni previste da parte degli Stati membri e dell'Unione nell'ambito del QFP e a lungo termine;

20.

accoglie con favore la volontà politica recentemente dimostrata di rendere la PSDC più efficace; sostiene ogni tentativo di sfruttare pienamente il potenziale del trattato di Lisbona, facendo funzionare la cooperazione tra Stati membri, e di mettere a disposizione le capacità operative pertinenti per l'adempimento delle missioni di cui all'articolo 43, paragrafo 1, TUE mediante:

a)

l'istituzione urgente del fondo iniziale, come previsto dal trattato, al fine di consentire il rapido avvio delle operazioni;

b)

l'istituzione della cooperazione strutturata permanente (PESCO) riguardo agli aspetti militari che sono necessari per lo svolgimento delle missioni della PSDC, come le unità militari riunite in via permanente;

c)

la riforma del meccanismo intergovernativo di finanziamento congiunto Athena, per rendere operativa la solidarietà tra gli Stati membri che possono contribuire solo finanziariamente e quelli che contribuiscono unicamente con truppe alle operazioni PSDC;

d)

la messa in comune e la condivisione delle responsabilità come regola e non come eccezione e un progresso verso l'attuazione della maggioranza delle 300 proposte presentate dai 28 capi di Stato maggiore della difesa nel 2011;

e)

la messa in comune delle risorse in materia di ricerca, sviluppo, appalti, manutenzione e formazione;

f)

il coordinamento della pianificazione della difesa nazionale (Revisione coordinata annuale sulla difesa, CARD) come attualmente in programma;

g)

la preparazione di norme comuni per la certificazione militare e una politica comune sulla sicurezza dell'approvvigionamento;

h)

l'applicazione, da parte della Commissione, delle norme sul mercato interno in linea con la direttiva del 2009 sugli appalti nel settore della difesa riguardo ai progetti nazionali di appalti per la difesa;

21.

plaude all'intenzione della Commissione di proporre un programma specifico per la ricerca nel settore della difesa, con una dotazione finanziaria specifica e norme proprie, nell'ambito del prossimo QFP; sottolinea che gli Stati membri dovrebbero mettere a disposizione risorse supplementari destinate a tale programma, senza che ciò interferisca con i programmi quadro esistenti per il finanziamento della ricerca, dello sviluppo tecnologico e dell'innovazione, come richiesto nella risoluzione del Parlamento del 5 luglio 2017; reitera le sue precedenti richieste alla Commissione di prevedere la partecipazione dell'Unione ai programmi di ricerca e sviluppo nel settore della difesa intrapresi dagli Stati membri o, se del caso, in collaborazione con il settore industriale, come previsto dagli articoli 185 e 187 TFUE;

22.

accoglie con favore la proposta della Commissione per un EDIDP; sottolinea che qualsiasi intervento dell'Unione inteso a sostenere, coordinare o completare le azioni degli Stati membri nell'ambito della difesa dovrebbe avere l'obiettivo di contribuire alla definizione progressiva di una politica di difesa comune, di cui, tra l'altro, all'articolo 2, paragrafo 4, TFUE e comprendere pertanto lo sviluppo comune, la normazione, la certificazione e la manutenzione, per portare a programmi collaborativi e a gradi più elevati di interoperabilità; invita la Commissione a promuovere nel modo più ampio possibile il nuovo programma europeo di sviluppo per il settore industriale della difesa, e in particolare a incentivare le piccole e medie imprese affinché partecipino a progetti transfrontalieri congiunti;

23.

ritiene che le esportazioni di armi, munizioni nonché beni e servizi riguardanti la difesa da parte degli Stati membri costituiscano parte integrante della politica estera di sicurezza e di difesa dell'UE;

24.

esorta il Consiglio ad adottare misure concrete per l'armonizzazione e la standardizzazione delle forze armate europee, in conformità dell'articolo 42, paragrafo 2 TUE onde facilitare la cooperazione del personale delle forze armate nell'ambito di una nuova UED come primo passo verso la graduale definizione di una politica di difesa comune dell'Unione;

25.

sottolinea che sfruttare tutte le possibilità previste dal trattato migliorerebbe la competitività e il funzionamento dell'industria della difesa nel mercato unico stimolando ulteriormente la cooperazione in materia di difesa tramite incentivi positivi, concentrandosi in modo mirato sui progetti che gli Stati membri non sono in grado di intraprendere, riducendo inutili duplicazioni e promuovendo un uso più efficiente del denaro pubblico; è del parere che i risultati di questi programmi cooperativi strategici abbiano notevoli potenzialità come tecnologie a duplice uso e che, in quanto tali, apportino un valore aggiunto ulteriore agli Stati membri; pone l'accento sull'importanza dello sviluppo di capacità europee e di un mercato della difesa integrato;

26.

esorta a definire orientamenti precisi e vincolanti, per disporre di un quadro correttamente definito per la futura attivazione e attuazione dell'articolo 42, paragrafo 7 TUE;

27.

invita la Commissione, il Consiglio e il VP/AR ad avviare con il Parlamento un dialogo interistituzionale sulla definizione progressiva di una politica di difesa comune; sottolinea che nel prossimo QFP occorrerebbe istituire un bilancio della difesa dell'UE a pieno titolo per tutti gli aspetti interni della PSDC e mettere a punto un quadro per la sua esecuzione nell'ambito del trattato di Lisbona; evidenzia la necessità di una revisione del meccanismo Athena, per ampliare la gamma di operazioni considerate un costo comune e incentivare la partecipazione alle missioni e operazioni della PSDC;

28.

indica che il nuovo bilancio della difesa dovrà essere finanziato con nuove risorse nell'ambito del prossimo QFP;

29.

ritiene che il processo decisionale sulle problematiche PSDC potrebbe essere più democratico e trasparente; propone, pertanto, di trasformare la sua sottocommissione per la sicurezza e la difesa (SEDE) in una commissione parlamentare a pieno titolo, consentendole di acquisire maggiori poteri di controllo e responsabilità sulla PSDC e di svolgere un ruolo di primo piano nella sua attuazione, controllando in particolare gli atti giuridici relativi alla sicurezza e alla difesa;

30.

si rammarica della mancanza di cooperazione e condivisione delle informazioni tra servizi di sicurezza e intelligence in Europa; ritiene che una maggiore cooperazione tra servizi di intelligence potrebbe aiutare a contrastare il terrorismo; chiede, a tale proposito, l'istituzione di un vero e proprio sistema europeo di intelligence;

Cooperazione strutturata permanente

31.

accoglie con favore la notifica relativa alla cooperazione strutturata permanente (PESCO) e la sua prevista attivazione sulla base della disponibilità degli Stati membri ad assumere impegni vincolanti nel quadro della PSDC, attuando in tal modo una cooperazione strutturata permanente (PESCO) ambiziosa e inclusiva, e chiede una sua rapida istituzione da parte del Consiglio; sottolinea che l'auspicata inclusività della partecipazione non deve compromettere né il pieno impegno nei confronti della PSDC né un elevato livello di ambizione tra gli Stati membri partecipanti; sottolinea la necessità di definire criteri chiari di partecipazione, lasciando ad altri Stati membri la possibilità di aderire in un secondo momento; ritiene che le attività nel quadro della PESCO dovrebbero essere sempre pienamente in linea con quelle della PSDC;

32.

sottolinea che la PESCO dovrebbe essere sviluppata nel quadro dell'UE e che dovrebbe beneficiare di un effettivo sostegno dell'Unione, nel pieno rispetto delle competenze degli Stati membri in materia di difesa; rinnova il suo appello per un adeguato finanziamento della PESCO a titolo del bilancio dell'Unione; ritiene che la partecipazione a tutte le agenzie e gli organi dell'Unione che rientrano nella PSDC, compresa l'Accademia europea per la sicurezza e la difesa (AESD), dovrebbe essere resa obbligatoria nell'ambito della PESCO; rinnova il suo appello a considerare il sistema dei gruppi tattici dell'UE un costo comune nel quadro del meccanismo Athena rivisto;

33.

sottolinea che è necessario facilitare le procedure amministrative che stanno rallentando inutilmente la creazione di forze per le missioni della PSDC e la circolazione transfrontaliera delle forze di risposta rapida all'interno dell'UE; invita gli Stati membri a definire un sistema a livello dell'Unione per il coordinamento della circolazione rapida del personale, degli equipaggiamenti e delle forniture delle forze di difesa che servono la PSDC, laddove venga invocata la clausola di solidarietà e laddove tutti gli Stati membri abbiano un obbligo di aiuto e assistenza con tutti i mezzi disponibili, in conformità dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite; accoglie con favore, a tale riguardo, la comunicazione congiunta sul miglioramento della mobilità militare; invita la Commissione a presentare al Parlamento e agli Stati membri, entro marzo 2018, un piano d'azione concreto che sia pienamente coerente con gli sforzi in atto nell'ambito della NATO;

34.

chiede l'istituzione di un quartier generale strategico civile-militare dell'UE a pieno titolo nel quadro della PESCO, composto dalle attuali capacità militare di pianificazione e condotta (MPCC), capacità civile di pianificazione e condotta (CPCC) e direzione Gestione delle crisi e pianificazione (CMPD), che fornisca una piattaforma per il sostegno operativo integrato durante l'intero ciclo di pianificazione, dal concetto politico iniziale fino ai piani dettagliati;

35.

incoraggia gli Stati membri che partecipano alla PESCO a istituire una «Forza integrata europea» permanente, composta da divisioni dei rispettivi eserciti nazionali, e a metterla a disposizione dell'Unione per l'attuazione della PSDC, come previsto dall'articolo 42, paragrafo 3, TUE;

36.

ritiene che una politica di difesa comune contro gli attacchi informatici dovrebbe essere uno dei primi elementi costitutivi della politica di difesa europea; incoraggia il VP/AR a elaborare proposte per istituire, nel quadro della PESCO, un'unità di difesa dell'UE contro gli attacchi informatici;

Direzione generale della difesa

37.

chiede una valutazione, in stretto coordinamento con il VP/AR, dell'opportunità di istituire una direzione generale della Difesa all'interno della Commissione (DG Difesa), che guiderebbe le azioni dell'Unione per sostenere, coordinare o completare le azioni degli Stati membri intese a definire progressivamente una politica di difesa comune, prevista dall'articolo 2 TFUE;

38.

ritiene che la DG Difesa proposta dovrebbe avere la responsabilità di garantire frontiere aperte per la libera circolazione delle truppe e degli equipaggiamenti, requisito necessario per assicurare il livello di autonomia strategica, interoperabilità, sicurezza dell'approvvigionamento, disposizioni di normazione e di certificazione militare richiesto per: i contributi dell'UE ai programmi nell'ambito della PSDC e della PESCO, la ricerca nel settore della difesa finanziata dall'UE, l'autonomia strategica dell'UE, la competitività dell'industria della difesa europea, comprese le piccole e medie imprese nonché le imprese a media capitalizzazione che costituiscono la catena di approvvigionamento della difesa europea, e gli accordi interistituzionali nell'ambito della difesa, compreso il Libro bianco dell'UE sulla sicurezza e la difesa; sottolinea che la DG Difesa proposta dovrebbe contribuire a un migliore coordinamento dei compiti tra i vari soggetti, al fine di ottenere maggiore coerenza e uniformità politica;

39.

sottolinea che la DG Difesa proposta dovrebbe operare in collaborazione con l'Agenzia europea per la difesa (AED); ritiene che l'AED dovrebbe essere l'agenzia esecutiva per le azioni dell'Unione nell'ambito della politica europea delle capacità e degli armamenti, laddove previsto dal trattato di Lisbona; rinnova il suo appello al Consiglio affinché assicuri che le spese amministrative e operative dell'AED siano finanziate a titolo del bilancio dell'Unione; osserva che all'aggiunta di nuovi ruoli e responsabilità per l'AED dovrebbe fare seguito un aumento della dotazione di bilancio, sottolineando al tempo stesso che l'eventuale istituzione di una DG Difesa e il rinnovato impegno per rendere più efficace la PSDC non dovrebbero portare a dirottare risorse verso la crescita di strutture burocratiche e alla duplicazione di strutture;

Revisioni coordinate strategiche e annuali sulla difesa

40.

si compiace della revisione strategica del piano di sviluppo delle capacità (CDP), il cui completamento è previsto per la primavera del 2018; sottolinea che il CDP servirà a promuovere la collaborazione tra gli Stati membri negli sforzi intesi a colmare i divari in termini di capacità, nel contesto dell'AED;

41.

accoglie con favore l'istituzione del processo di revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD); ritiene che la CARD dovrebbe contribuire alla standardizzazione e all'armonizzazione degli investimenti e delle capacità delle forze armate nazionali in modo efficace, assicurando l'autonomia e la coerenza strategiche e operative dell'Unione e consentendo agli Stati membri di investire insieme in modo più efficiente nella difesa; si compiace della proposta di avviare un collaudo nel 2017;

42.

incoraggia gli Stati membri a valutare la possibilità di appalti comuni per le risorse della difesa;

43.

sottolinea che la CARD dovrebbe basarsi sul Libro bianco dell'UE sulla sicurezza e la difesa e sul CDP e dovrebbe affrontare l'intera gamma delle capacità connesse alla PSDC, in particolare quelle degli Stati membri che partecipano alla PESCO; ritiene che la CARD dovrebbe elaborare una serie di proposte concrete per colmare le lacune e individuare i punti in cui sarebbe opportuna un'azione dell'Unione, per tenerne conto nella pianificazione del bilancio dell'UE per l'esercizio successivo; sottolinea la necessità che la Commissione e l'AED collaborino nella definizione dei programmi di lavoro annuali nell'ambito delle sezioni «ricerca» e «capacità» del FED proposto; osserva che l'AED dovrebbe avere un ruolo distinto non solo nella definizione del programma, ma anche nella gestione dei progetti finanziati nell'ambito della sezione «capacità»;

44.

sottolinea la necessità di uno stretto coordinamento di tutte le attività connesse alla PSDC, in particolare la CARD, la PESCO e il FED;

45.

ritiene che la Commissione dovrebbe far tesoro dei risultati della CARD e avviare un accordo interistituzionale che definisca il campo di applicazione e i finanziamenti delle successive azioni dell'Unione; ritiene che, basandosi sull'accordo interistituzionale, il Consiglio e la Commissione dovrebbero prendere le decisioni necessarie nell'ambito dei rispettivi mandati per autorizzare tali azioni; chiede una cooperazione interparlamentare nel settore della difesa per la revisione della CARD e per il successivo sviluppo di capacità di difesa su base periodica;

Missioni e operazioni della PSDC

46.

ringrazia gli oltre seimila donne e uomini che hanno prestato un buono e leale servizio nelle missioni civili e militari dell'Unione in tre continenti; esprime grande apprezzamento verso queste missioni, contributo comune dell'Europa alla pace e alla stabilità nel mondo; si rammarica, tuttavia, del fatto che l'efficienza di tali missioni possa ancora essere messa a repentaglio da debolezze strutturali, contributi non uniformi da parte degli Stati membri e non idoneità all'ambiente operativo, deplorando in particolare le limitazioni al mandato per le missioni della PSDC; sottolinea in tale contesto la necessità di un'efficacia reale, ottenibile solo con la fornitura di equipaggiamenti militari adeguati, ed esorta il Consiglio e il VP/AR a utilizzare le possibilità offerte nell'articolo 41, paragrafo 2, TUE a tale scopo; si compiace dell'incremento della spesa degli Stati membri nel settore della difesa a sostegno dei membri del nostro servizio; ritiene che tale tendenza debba essere mantenuta, rafforzata e coordinata a livello di UE; chiede l'adozione di misure efficaci per far sì che le conoscenze e le esperienze maturate per quanto riguarda la dimensione umana delle missioni della PESC siano valutate e informino l'organizzazione delle future missioni della PESC;

47.

accoglie con soddisfazione la presentazione della prima relazione annuale sulla PSDC del VP/AR; ritiene, tuttavia, che la natura della relazione non dovrebbe essere esclusivamente quantitativa, descrivendo i risultati mediante dati statistici e informazioni dettagliate, ma in futuro dovrebbe anche prestare attenzione a valutare l'impatto politico delle attività della PSDC per il miglioramento della sicurezza dei nostri cittadini;

48.

invita il VP/AR, la Commissione e gli Stati membri a orientare maggiormente le missioni e le operazioni della PSDC verso le priorità della strategia globale dell'UE nonché verso le realtà locali e regionali;

49.

è convinto della necessità di contribuire ulteriormente alla gestione e prevenzione delle crisi e, nello specifico, di fornire assistenza per la ricostruzione e la stabilizzazione dell'Iraq; accoglie con favore la recente decisione del Consiglio di lanciare una nuova missione civile della PSDC a sostegno della riforma del settore della sicurezza in Iraq e si attende che l'UE assuma la guida internazionale in tale settore, anche riguardo alla lotta al terrorismo e alla ricostruzione civile; invita l'UE a far sì che questa volta vi sia un migliore coordinamento tra gli Stati membri partecipanti e con i soggetti regionali e locali;

50.

accoglie con favore le iniziative di EU NAVFOR Med e chiede al VP/AR e agli Stati membri di aumentare il sostegno dei soggetti locali che operano nel settore della sicurezza sulla sponda meridionale del Mediterraneo;

51.

si aspetta dal VP/AR e dal Consiglio che EUBAM Libia sia rilanciata in occasione del rinnovo del mandato, includendo i soggetti locali per la sicurezza presenti ai confini meridionali della Libia; invita il VP/AR e gli Stati membri a proporre nuove idee su come rispondere alle preoccupazioni per la sicurezza nella zona del Sahel, con un collegamento ad EUBAM Libia nel quadro del suo approccio globale e integrato e a sostegno dell'iniziativa franco-tedesca; accoglie con favore la decisione del 4 agosto 2017 relativa a un'azione dell'Unione europea di stabilizzazione del Mali nelle regioni di Mopti e Segou; invita a tale proposito il VP/AR a informare il Parlamento riguardo alle modalità di interazione tra tale misura e le missioni e operazioni della PSDC nella regione;

52.

accoglie con favore il successo dell'operazione EUFOR ALTHEA in Bosnia-Erzegovina nel raggiungere il risultato finale militare; esprime preoccupazione, tuttavia, per il fatto che non sia ancora stato raggiunto il risultato finale politico;

53.

esprime apprezzamento per la recente istituzione del nucleo di un quartier generale operativo permanente dell'UE, la capacità militare di pianificazione e condotta (MPCC), richiesta dal Parlamento nella risoluzione del 12 settembre 2013, in quanto si tratta di una condizione preliminare per la pianificazione, il comando e il controllo efficaci delle operazioni comuni; invita gli Stati membri a impiegare personale adeguato affinché diventi pienamente funzionale e ad assegnargli il compito di pianificare e comandare le operazioni militari esecutive della PSDC quali EUFOR ALTHEA;

54.

ritiene che, a causa dell'annuncio del recesso del Regno Unito dall'Unione, l'opzione di comando di EU NAVFOR Somalia / operazione Atalanta debba essere rivista; sottolinea il successo dell'operazione, grazie alla quale, dal 2014, nessuna nave è più stata fermata dai pirati; accoglie con favore la prosecuzione di tale operazione fino al 2018;

55.

osserva che soltanto il 75 % delle posizioni delle missioni civili della PSDC sono coperte; si rammarica a tale proposito che lo statuto del personale dell'UE, che offrirebbe migliori condizioni e maggiore tutela al personale delle missioni, non si applichi al personale impiegato per le missioni, sebbene queste ultime siano finanziate a titolo del bilancio dell'Unione; è convinto che ciò ostacoli l'efficacia delle missioni; esorta gli Stati membri a garantire che tutti i posti vacanti in tutte le missioni siano rapidamente coperti;

56.

accoglie con favore l'adozione della politica dell'UE relativa alla formazione in ambito PSDC e il ruolo importante svolto dall'Accademia europea per la sicurezza e la difesa (AESD) quale istituto di formazione principale integrato nelle strutture della PSDC; invita gli Stati membri a fornire risorse finanziarie, umane e infrastrutturali adeguate per l'AESD;

57.

si rammarica del fatto che gli Stati membri non stiano predisponendo rapidamente il personale necessario per le fasi di preparazione e di organizzazione delle missioni civili della PSDC; accoglie con favore, in tale contesto, la proposta elaborata congiuntamente dai servizi del SEAE e della Commissione riguardante un approccio articolato su più livelli per velocizzare lo schieramento delle missioni civili della PSDC;

58.

incoraggia sforzi ulteriori volti ad accelerare la fornitura di finanziamenti per le missioni civili e civili-militari e a semplificare le procedure decisionali e l'attuazione; ritiene, a tale proposito, che, per promuovere l'esecuzione rapida e flessibile delle operazioni, la Commissione dovrebbe avvalersi di atti delegati ai sensi dell'articolo 210 del regolamento finanziario per introdurre, nelle misure di gestione delle crisi previste dalla PSDC, norme specifiche in materia di appalti;

59.

accoglie con favore l'istituzione della piattaforma per il sostegno alle missioni nel 2016; si rammarica delle sue dimensioni e del suo ambito limitati e ribadisce l'invito a compiere ulteriori progressi verso un centro servizi condiviso, che consentirebbe ulteriori miglioramenti in termini di efficienza fornendo un punto di coordinamento centrale per tutti i servizi di sostegno alle missioni;

60.

esorta il SEAE e il Consiglio a intensificare gli sforzi in atto per migliorare la sicurezza informatica, in particolare per le missioni della PSDC, tra l'altro adottando misure a livello di UE e di Stati membri per mitigare le minacce alla PSDC, ad esempio rafforzando la resilienza tramite l'istruzione, la formazione e le esercitazioni, e semplificando l'offerta di istruzione e formazione per la difesa informatica dell'UE;

61.

ritiene che l'UE e i suoi Stati membri si trovino a far fronte a una minaccia senza precedenti sotto forma di attacchi informatici sponsorizzati dagli Stati nonché criminalità e terrorismo informatici; ritiene che la natura degli attacchi informatici li renda una minaccia a cui è necessario dare una risposta a livello di UE; incoraggia gli Stati membri a fornire reciproca assistenza in caso di attacco informatico lanciato contro uno di loro;

62.

invita gli Stati membri ad applicare pienamente la ripartizione degli oneri alle missioni militari della PSDC attraverso il progressivo ampliamento del finanziamento comune per conseguire il pieno finanziamento comune, che dovrebbe consentire a un maggior numero di Stati membri di contribuire con le proprie capacità e forze o solo con finanziamenti e incoraggiarli a farlo; sottolinea l'importanza di riesaminare il meccanismo Athena a tale riguardo e di coprire tutti i costi relativi al finanziamento delle operazioni militari della PSDC;

63.

esorta il Consiglio ad agire in conformità dell'articolo 41, paragrafo 3, TUE e ad adottare quanto prima la decisione di istituire il fondo iniziale per il finanziamento urgente delle fasi iniziali delle operazioni militari inerenti alle missioni indicate all'articolo 42, paragrafo 1, e all'articolo 43, TUE; esorta il Consiglio a risolvere i problemi attuali relativi al finanziamento di missioni ibride; chiede una maggiore flessibilità delle norme finanziarie dell'UE al fine di migliorare la capacità di quest'ultima di rispondere alle crisi, nonché l'attuazione delle disposizioni del trattato di Lisbona in vigore;

Cooperazione UE-NATO

64.

ritiene che, nel contesto attuale, il partenariato strategico tra l'UE e la NATO sia essenziale per affrontare le sfide per la sicurezza che si pongono all'Unione e al suo vicinato; è del parere che la dichiarazione congiunta UE-NATO e le successive azioni di attuazione abbiano il potenziale per portare la cooperazione e la complementarità a un livello superiore e rappresentino una nuova e sostanziale fase del partenariato strategico; si compiace dell'insieme comune di 42 proposte volte a rafforzare la cooperazione e il coordinamento tra le due organizzazioni, 10 delle quali mirano ad aumentare la resilienza contro le minacce ibride; osserva che tale lavoro sarà portato avanti all'insegna della totale apertura e trasparenza e rispetterà pienamente l'autonomia e le procedure decisionali delle due organizzazioni, sarà basato sui principi di inclusività e reciprocità e lascerà impregiudicata la specificità della politica di sicurezza e di difesa degli Stati membri; apprezza la cooperazione intrapresa nel quadro della lotta alle minacce informatiche, dello sviluppo della comunicazione strategica e del coordinamento delle operazioni in mare e delle esercitazioni congiunte e sottolinea l'eccellente cooperazione e complementarità nell'ambito dell'operazione Sophia dell'UE e dell'operazione Sea Guardian della NATO; si compiace della pubblicazione, nel giugno 2017, della prima relazione di attuazione congiunta delle due organizzazioni e dei progressi compiuti nell'attuazione dell'insieme comune di proposte, e chiede che i progressi continuino; sottolinea il pieno impegno dell'UE a favore della comunità transatlantica di valori e interessi comuni;

65.

osserva che un'Unione europea più forte e una NATO più forte si rafforzano a vicenda; ritiene che gli Stati membri debbano intensificare gli sforzi per agire sia all'interno di un'UED sia come garanti autonomi della sicurezza regionale, svolgendo un ruolo complementare all'interno della NATO, ove opportuno; osserva che, come indicato dalla strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea, l'UE deve contribuire a: a) rispondere a conflitti e crisi esterni; b) sviluppare le capacità dei partner; e c) proteggere l'Unione e i suoi cittadini; accoglie con favore l'insieme di iniziative in corso per attuare la strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea nel settore della sicurezza e della difesa, per sviluppare relazioni più solide tra l'UE e la NATO e per consentire agli Stati membri dell'UE di partecipare alla ricerca per la difesa e sviluppare insieme le capacità di difesa; è del parere che la sicurezza e la protezione dell'Europa dipenderanno in misura sempre maggiore da entrambe le organizzazioni, operanti nell'ambito dei rispettivi mandati; invita a compiere sforzi per migliorare la cooperazione nella lotta contro le minacce ibride, anche tramite il centro europeo di eccellenza per la lotta contro le minacce ibride, e nello scambio di informazioni e di intelligence;

66.

sottolinea l'importanza della cooperazione e dell'integrazione nell'ambito della sicurezza informatica non solo tra gli Stati membri, i partner chiave e la NATO, ma anche tra i diversi soggetti presenti nella società;

Partenariati PSDC

67.

sottolinea che i partenariati e la cooperazione con i paesi che condividono i valori dell'UE contribuiscono all'efficacia e all'impatto della PSDC; accoglie con favore, a tale riguardo, i contributi di Albania, Australia, Canada, Cile, Colombia, Georgia, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Moldova, Montenegro, Nuova Zelanda, Norvegia, Serbia, Svizzera, Turchia, Ucraina e Stati Uniti;

68.

accoglie con favore la firma dell'accordo in materia di acquisizioni e scambio di prestazioni tra l'UE e gli Stati Uniti, del 7 dicembre 2016; invita il VP/AR a informare il Parlamento riguardo a come tale accordo abbia migliorato le condizioni e la tutela del personale delle missioni della PSDC;

69.

invita il VP/AR e gli Stati membri a inserire addetti militari dell'UE nelle delegazioni dell'Unione per contribuire all'attuazione degli obiettivi strategici dell'Unione;

70.

accoglie con favore la proposta della Commissione di effettuare la revisione dello strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace (IcSP) al fine di sostenere le azioni svolte nell'ambito dell'iniziativa sul potenziamento delle capacità a sostegno della sicurezza e dello sviluppo (CBSD), che consentiranno all'UE di finanziare il potenziamento delle capacità e la resilienza dei paesi partner; incoraggia il SEAE e la Commissione ad attuare quanto prima l'iniziativa CBSD, per migliorare l'efficacia e la sostenibilità delle missioni della PSDC e adottare un approccio più flessibile e integrato a livello di Unione che sfrutti le sinergie tra i settori civile e militare;

o

o o

71.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al Consiglio, alla Commissione, al Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Segretario generale della NATO, alle agenzie dell'UE nei settori spaziale, della sicurezza e della difesa nonché ai governi e ai parlamenti nazionali degli Stati membri.

(1)  Testi approvati, P8_TA(2017)0493.

(2)  Testi approvati, P8_TA(2017)0344.

(3)  GU C 93 del 9.3.2016, pag. 144.

(4)  Testi approvati, P8_TA(2016)0435.

(5)  Testi approvati, P8_TA(2016)0440.

(6)  Testi approvati, P8_TA(2017)0092.

(7)  Testi approvati, P8_TA(2017)0302.


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