Choose the experimental features you want to try

This document is an excerpt from the EUR-Lex website

Document EESC-2022-01057-AS

Tecnologie di rimozione del carbonio per la decarbonizzazione dell'industria

EESC-2022-01057-AS

IT

CCMI/190

Tecnologie di rimozione del carbonio per la decarbonizzazione dell'industria

PARERE

Commissione consultiva per le trasformazioni industriali (CCMI)

Il ruolo delle tecnologie di rimozione del carbonio
nella decarbonizzazione dell'industria europea

(parere d'iniziativa)

E-mail di contatto

Laia.TomasVinardell@eesc.europa.eu

Amministratrice

Laia TOMÁS VINARDELL

Data del documento

29/06/2022

Relatore: Andrés BARCELÓ DELGADO

Correlatrice: Monika SITÁROVÁ

Decisione dell'Assemblea plenaria

18/01/2022

Base giuridica

Articolo 52, paragrafo 2, del Regolamento interno

Parere d'iniziativa

Organo competente

Commissione consultiva per le trasformazioni industriali (CCMI)

Adozione in sezione

24/06/2022

Esito della votazione
(favorevoli/contrari/astenuti)

29/0/0

Adozione in sessione plenaria

DD/MM/YYYY

Sessione plenaria n.

Esito della votazione
(favorevoli/contrari/astenuti)

…/…/…



1.Conclusioni e raccomandazioni

1.1Il CESE riafferma il suo forte sostegno agli impegni del Green Deal e al rafforzamento dell'autonomia strategica nella fornitura di energia e della leadership industriale.

1.2Gli effetti della guerra in corso in Ucraina sulla disponibilità di energia e di materie prime non possono essere trascurati, e il semestre europeo deve monitorare la situazione.

1.3Per la sua buona riuscita, la transizione verde nell'industria manifatturiera ha bisogno di un mix di energie rinnovabili adeguato e sufficiente per l'elettrificazione e per la produzione di idrogeno verde. Le tecnologie di rimozione dell'anidride carbonica (CDR), la cattura e lo stoccaggio (CCS) e la cattura e l'utilizzo del carbonio (CCU) aiuteranno l'industria a conseguire la neutralità climatica. La diffusione dell'energia rinnovabile in tutta l'Europa è necessaria per raggiungere gli obiettivi del Green Deal.

1.4La decarbonizzazione richiederà una profonda trasformazione delle attività industriali (nei prossimi 30 anni). Sebbene esistano già molte tecnologie a basse emissioni di carbonio, i loro livelli di maturità tecnologica (Technology Readiness Levels - TRL 1 ) sono bassi. Saranno necessarie ambiziose tabelle di marcia in materia di tecnologia per applicare su vasta scala e diffondere ampiamente queste tecnologie pionieristiche, e l'UE deve promuovere l'innovazione attraverso i fondi per il clima e per l'innovazione.

1.5Lo sviluppo di tecnologie, l'istruzione e la riqualificazione della forza lavoro sono quindi fondamentali per la transizione verde nell'industria manifatturiera. Il dialogo sociale a livello europeo, nazionale e regionale dovrebbe promuovere la consapevolezza, l'accettazione e il sostegno per una transizione verde e giusta nell'industria. Lo sviluppo delle capacità e i progetti volti a definire le competenze chiave saranno essenziali per garantire una transizione industriale efficace che non lasci indietro nessuno.

1.6Incrementare l'uso di materie prime alternative, in particolare la biomassa sostenibile, può contribuire alla rimozione sostenibile del carbonio dall'atmosfera promuovendo la gestione sostenibile dei terreni produttivi (terreni agricoli e forestali) e l'uso della biomassa in prodotti a lunga durata che prolunghino ulteriormente il beneficio della rimozione. Tale soluzione contribuirebbe inoltre a ridurre la dipendenza dell'UE dalle materie prime e dalle risorse importate.

1.7Il CESE invita a preservare la competitività dell'industria europea: l'UE ha assunto il ruolo di pioniere nella riduzione delle emissioni di CO2, ma ha bisogno che altri attori seguano le sue ambizioni climatiche. Poiché la crisi climatica è mondiale, la diplomazia dell'Unione europea deve adoperarsi maggiormente per convincere efficacemente i paesi terzi a intensificare i loro sforzi per contrastarla. Indipendentemente dai suoi ambiziosi obiettivi strategici, l'UE si porrà sempre più all'avanguardia della decarbonizzazione delle industrie grazie al suo sostegno politico e alle conoscenze pratiche delle imprese e dei lavoratori in merito alle capacità industriali, alle tecnologie necessarie e alle modalità di anticipazione dei cambiamenti, il che consentirà l'adozione di misure pratiche adeguate.

1.8Mantenere una solida base industriale all'interno dell'UE garantirà alla società europea prosperità, posti di lavoro di qualità e un impegno nella lotta ai cambiamenti climatici. Per mantenere la sua posizione competitiva, l'industria europea deve investire in Europa, con un quadro normativo adeguato in materia sia di ricerca, sviluppo e innovazione, sia di impianti e attrezzature.

2.Osservazioni generali

2.1La normativa europea sul clima ha fissato un obiettivo ambizioso di riduzione delle emissioni per il 2030, confermando il traguardo della neutralità climatica per il 2050. Per raggiungere l'obiettivo dell'Unione europea, occorre analizzare tutte le attività che producono emissioni di gas a effetto serra e individuare i percorsi per azzerare le emissioni nette entro il 2050 circa.

2.2Il comparto manifatturiero è responsabile del 20 % 2 delle emissioni europee. Le industrie ad alta intensità di carbonio presenti in Europa sono l'industria siderurgica, chimica e petrolchimica, del cemento, della pasta di legno e carta, dei fertilizzanti, del vetro, della ceramica, di raffinazione del petrolio e dei metalli non ferrosi (soprattutto alluminio). Le emissioni di gas serra del settore industriale includono l'anidride carbonica (CO2) derivante dal consumo di energia, dagli usi non energetici dei combustibili fossili e dalle fonti di combustibili non fossili, così come i gas diversi dalla CO2.

2.3La transizione verde dell'industria manifatturiera è essenziale ai fini del rispetto della normativa europea sul clima. La transizione avverrà dapprima nelle tecnologie e, in seguito, diversi cambiamenti interesseranno i metodi di lavoro, le abilità e le competenze nelle industrie. Tuttavia, saranno necessarie anche misure sul versante della domanda per promuovere la diffusione di prodotti a basse emissioni di carbonio e di nuovi modelli commerciali (simbiosi industriale, circolarità, gestione della domanda).

3.L'industria manifatturiera sulla strada verso la neutralità climatica

3.1Il presente parere d'iniziativa si concentra sui settori industriali inclusi nel sistema ETS. Le imprese di pubblica utilità del settore energetico, i trasporti e gli edifici non sono quindi contemplati.

3.2Oltre alla sfida della decarbonizzazione, è fondamentale che ciascun settore industriale migliori la propria efficienza energetica. Anche se non sarà sufficiente per decarbonizzare l'industria europea, l'efficienza energetica può ridurre significativamente le emissioni derivanti dal consumo di energia. Si passerà dai combustibili fossili a tecnologie che non emettono gas serra, per lo più energie rinnovabili. Le imprese di pubblica utilità e le autorità pubbliche sono responsabili della transizione energetica dai combustibili fossili alle tecnologie prive di emissioni.

3.3In relazione alla sfida della decarbonizzazione, le industrie potrebbero essere classificate come segue:

·settori che devono cambiare radicalmente il loro processo di produzione: acciaio (percorso integrato), fertilizzanti e industria chimica;

·settori che devono cambiare il vettore energetico nel processo di produzione: acciaio (forni elettrici ad arco), vetro, ceramica, carta ecc.;

·settori le cui emissioni sono difficili da abbattere, come quello del cemento, che devono provvedere alla cattura e stoccaggio (o utilizzo) della CO2 emessa durante il processo di produzione per raggiungere la neutralità climatica;

·settori che possono trarre vantaggio dalle tecnologie di cattura e utilizzo del carbonio, per sviluppare prodotti ad elevato valore aggiunto, come le raffinerie di petrolio e le industrie chimiche e petrolchimiche.

3.4La cogenerazione ad alto rendimento (CHP 3 ) nel settore industriale contribuirà sicuramente a una maggiore efficienza energetica, ma non potrà decarbonizzare l'industria. In alternativa, utilizzare il calore a bassa entalpia dell'industria per il teleriscaldamento costituirebbe un altro modo per aumentare l'efficienza energetica complessiva e potrebbe forse ottenere un riconoscimento ufficiale nel percorso di transizione verso la piena decarbonizzazione.

3.5Le tecnologie di rimozione dell'anidride carbonica (CDR) eliminano la CO2 già emessa dall'atmosfera, creando così emissioni "negative". Le tecnologie connesse alla CCS, come la bioenergia con cattura e stoccaggio del carbonio (BECCS) e la cattura e stoccaggio direttamente dall'atmosfera (DACCS), costituiscono una parte importante del ventaglio di tecnologie a emissioni negative. Tuttavia, malgrado il potenziale di mitigazione dei cambiamenti climatici offerto, queste tecnologie sono attualmente ancora in fase sperimentale. Altre tecnologie CDR includono attività che migliorano i pozzi naturali di assorbimento del carbonio, come l'afforestazione e il rimboschimento, e non rientrano nell'ambito del presente parere.

La sfida del futuro delle CDR nell'industria manifatturiera consiste nel trovare un equilibrio in cui la cattura e lo stoccaggio del carbonio costituiscano un'opzione di mitigazione parallelamente ad altre tecnologie di riduzione ed eliminazione del carbonio. La riduzione e l'eliminazione dei gas a effetto serra devono essere allineate all'accordo di Parigi e alla normativa europea sul clima. La CCS può permettere all'UE di procedere al ritmo necessario con la rimozione dei gas serra, ma l'obiettivo deve essere quello di evitare lo stoccaggio del carbonio nel lungo periodo.

3.6L'idrogeno prodotto utilizzando energie rinnovabili (idrogeno verde) sembra essere la risposta multisettoriale ai processi di decarbonizzazione. Per esempio, in Svezia è stato avviato un progetto volto a eliminare le emissioni di gas a effetto serra dalla produzione di acciaio utilizzando idrogeno rinnovabile. In Finlandia, un progetto dimostrerà le modalità di produzione di idrogeno blu e successivamente verde e di cattura di CO2 e stoccaggio permanente nel Mar Baltico.

4.L'industria manifatturiera sulla strada della decarbonizzazione

4.1Tra tutte le industrie europee, la nostra attenzione si concentra sui settori con un alto potenziale di miglioramento e di impatto sulla riduzione delle emissioni europee di CO2. Nell'industria manifatturiera, l'attenzione è rivolta ai settori che hanno maggiori difficoltà da superare per decarbonizzarsi. Il presente parere prende in esame l'industria siderurgica, l'industria chimica e petrolchimica, le raffinerie di petrolio, le industrie del cemento, della pasta di legno e della carta, dei fertilizzanti, del vetro e della ceramica.

4.2Prima di descrivere le tecnologie che potrebbero avere un impatto sulla riduzione e l'eliminazione delle emissioni di anidride carbonica, occorre considerare il passaggio dalle fonti di energia derivate da combustibili fossili a fonti di energia alternative che non producono emissioni e ad altre fonti rinnovabili. Si tratta di fonti quali l'energia eolica, fotovoltaica e termosolare, idroelettrica, geotermica, la biomassa e i biocarburanti.

4.3Alcune industrie dovrebbero adottare tecnologie esistenti o nuove nei loro processi per azzerare le emissioni di gas a effetto serra e favorire così la transizione verso una società climaticamente neutra. A seconda del settore e delle rispettive emissioni di gas serra attuali, potrebbe essere necessario procedere in una o più fasi.

4.4Questo primo passo potrebbe sembrare essere "solo" un cambiamento nella parte del processo di produzione/approvvigionamento. In molte altre situazioni, potrebbe essere necessaria un'ulteriore attività di ricerca e sviluppo, per esempio per adattare gli attuali bruciatori a gas naturale all'idrogeno o per usare pompe di calore. Inoltre, dovrebbero essere affrontate anche le considerazioni relative all'interazione tra l'idrogeno e i materiali o i prodotti.

4.5Industria dell'acciaio:

La sfida per l'industria siderurgica tradizionale (percorso integrato, che richiede la riduzione del minerale di ferro) ha già portato all'introduzione di diversi nuovi approcci tecnologici, incentrati ora sulla sostituzione degli altiforni con forni elettrici ad arco alimentati con ferro ridotto diretto (DRI) prodotto usando idrogeno verde. Altre alternative già esplorate si basano sulle tecnologie CCS, ma non consentono di raggiungere l'obiettivo di riduzione dei gas serra. L'elettrolisi del minerale di ferro potrebbe emettere fino all'87 % in meno di CO2 rispetto all'attuale percorso integrato (a condizione che l'elettricità fornita sia completamente decarbonizzata). La riduzione al plasma dell'idrogeno potrebbe azzerare le emissioni di CO2. La produzione di acciaio basata sull'idrogeno potrebbe emettere fino al 95 % di CO2 in meno rispetto all'attuale percorso integrato (a condizione che l'elettricità utilizzata sia completamente decarbonizzata), ma a causa dell'energia persa durante la produzione di idrogeno, il consumo energetico dell'industria risulterebbe maggiore.

La produzione di acciaio nei forni elettrici ad arco produce solo il 14 % delle emissioni di gas serra del percorso integrato e la sfida principale in questo caso è quella di sostituire il gas naturale nei forni di laminazione con idrogeno verde o elettricità a induzione.

La CCU (che utilizza i gas di scarto degli altiforni) può ridurre le emissioni fino al 65 % se utilizzata appieno (la riduzione di CO2 dipende anche dall'intero ciclo di vita dei prodotti chimici risultanti). Diversi progetti sono in una fase più avanzata di sviluppo: l'impianto dimostrativo Steelanol (attualmente in costruzione – TRL 9) usa i gas di scarico per produrre bioetanolo e il progetto Carbon2Chem (TRL 7-8) ha l'obiettivo di utilizzare i gas di scarico come materia prima per prodotti chimici.

4.6Industria del cemento:

Solo il 37 % delle emissioni nell'industria del cemento proviene dai combustibili, mentre il restante 63 % delle emissioni è il prodotto di una reazione chimica della materia prima (l'emissione di processo). L'uso di combustibili derivati da fonti rinnovabili (biomassa o idrogeno) ridurrà quindi l'emissività di un massimo del 35 %. Sono attualmente in fase di sperimentazione delle tecnologie che potrebbero consentire in futuro la cattura e la gestione o lo stoccaggio di CO2 (metodo dell'ammina e ciclo del calcio). Un altro modo per ridurre le emissioni è quello di sviluppare i cosiddetti cementi a basso contenuto di clinker, che attualmente presentano un TRL di 5-7. Questi cementi hanno un'emissività fino al 30 % più bassa rispetto ai cementi Portland puri.

4.7Industria chimica:

Nell'industria chimica, l'elettrificazione dei processi di produzione come l'elettrificazione dei cracker a vapore è tesa a ridurre le emissioni di CO2 per cracker del 90 %. Il settore chimico fornisce un importante contributo al ripristino di cicli di carbonio sostenibili. I prodotti chimici costituiscono un enorme serbatoio che può fissare il carbonio per 10-40 anni. Oggi il volume di carbonio contenuto nei prodotti chimici è paragonabile alle emissioni totali dell'industria per la produzione degli stessi. Anche se la maggior parte di questo carbonio finisce nell'atmosfera quando i prodotti vengono inceneriti alla fine del loro utilizzo, la creazione di un'ambiziosa strategia di economia circolare è un prerequisito per raggiungere cicli di carbonio sostenibili e resilienti ai cambiamenti climatici, mantenendo il carbonio "nel ciclo". L'industria chimica può contribuire alla riduzione delle emissioni in altri settori "assorbendo" il carbonio e stoccandolo nei prodotti.

4.8Industria della pasta di legno e della carta:

4 Nell'industria della pasta di legno e carta, una serie di miglioramenti dei processi, compresa la transizione all'Industria 4.0, insieme a investimenti in tecnologie di produzione all'avanguardia, dovrebbero portare a una riduzione di 7 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2050. Sfruttando i suoi impianti di cogenerazione in loco, l'industria può partecipare al mercato dell'energia utilizzando le eccedenze di energia rinnovabile intermittente. I benefici associati alla decarbonizzazione potrebbero raggiungere i 2 milioni di tonnellate. Si prevede che un'ulteriore conversione degli impianti industriali a fonti energetiche a basse o zero emissioni possa portare a una riduzione di 8 milioni di tonnellate di CO2. Oltre ad alcuni dei concetti rivoluzionari identificati nel Two team Project, come la tecnologia Deep Eutectic Solvents attualmente in fase di sviluppo, altre soluzioni innovative e dirompenti potrebbero integrare lo sforzo di riduzione delle emissioni di circa 5 milioni di tonnellate di CO2.

4.9Raffinerie di petrolio:

Le raffinerie di petrolio possono contribuire alla transizione energetica e climatica dell'economia dell'UE in due modi: i) riducendo sostanzialmente l'impronta di carbonio del loro processo produttivo, e ii) sostituendo progressivamente i combustibili e gli altri prodotti di origine fossile con combustibili e altri prodotti derivati da carbonio biogenico o riciclato. La graduale sostituzione dell'energia fossile con la bioenergia, unita alle tecnologie CCU & CCS, porterà addirittura a emissioni di gas serra negative. Le emissioni nette di gas serra generate durante l'uso dei combustibili e di altri prodotti di raffineria possono essere radicalmente ridotte passando progressivamente dal petrolio greggio alla biomassa sostenibile e al carbonio riciclato come materia prima impiegata. I combustibili risultanti, una volta bruciati, aggiungeranno una quantità netta di CO2 pari a zero o molto bassa nell'atmosfera, contribuendo così alla decarbonizzazione dei trasporti, soprattutto per i modi più difficili da elettrificare. In tali ambiti sono in corso investimenti e nuovi progetti. Ad esempio, tre delle circa 80 grandi raffinerie dell'UE sono state convertite in bioraffinerie, sostituendo completamente il petrolio greggio con biomassa sostenibile 5 . Questa strategia di transizione climatica richiede minori risorse finanziarie rispetto ad altre soluzioni, poiché le raffinerie stesse e il sistema logistico per la distribuzione dei prodotti possono essere in gran parte adattati e riutilizzati.

4.10Fertilizzanti:

L'industria dei fertilizzanti sta esaminando la sostituzione del gas naturale come materia prima con l'idrogeno verde. Diversi progetti pilota 6 sono in fase di sviluppo in tutta l'UE, e una volta che l'idrogeno verde sarà disponibile e il suo costo sarà stabilito, l'industria si muoverà verso la completa decarbonizzazione.

4.11In conclusione, l'industria manifatturiera presenta un potenziale di decarbonizzazione attraverso l'efficienza energetica, l'ottimizzazione dei processi e la conversione alle energie rinnovabili. Per raggiungere l'obiettivo della neutralità carbonica entro il 2050 saranno necessari investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione. Anche le tecnologie CCS e CCUS sono importanti per le industrie manifatturiere, come l'industria del cemento, e in quelle nelle quali la biomassa è utilizzabile come fonte di energia.

5.Capacità e competenze nella futura industria manifatturiera

5.1I nuovi processi industriali richiederanno senza dubbio nuovi metodi di lavoro. Le industrie e i lavoratori dovranno adattare il modo in cui svolgono le loro mansioni nell'industria, concentrandosi sulla riduzione delle emissioni di CO2 fin dalle prime fasi dei processi produttivi.

5.2La transizione verde dell'industria manifatturiera cambierà la produzione in molti modi, utilizzando appieno le nuove tecnologie di produzione e sfruttando la digitalizzazione. Saranno necessarie nuove competenze, nonché l'aggiornamento delle competenze esistenti e la riqualificazione professionale, per realizzare una transizione giusta in cui nessuno sia lasciato indietro. Occorre in particolare invitare i cittadini e i lavoratori, le PMI, le imprese sociali e gli esperti regionali dell'UE a svolgere un ruolo proattivo nell'inevitabile cambiamento dei luoghi in cui vivono.

5.3L'UE deve garantire che la conoscenza delle nuove tecnologie e delle relative modalità di applicazione negli attuali comparti raggiunga i lavoratori dell'industria. Le autorità pubbliche e le imprese, nell'ambito del dialogo sociale, devono adoperarsi per sfruttare le competenze già esistenti e conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione.

5.4La piena diffusione dell'idrogeno verde nell'industria sarà fondamentale per molti settori. Tuttavia, anche l'applicazione delle tecnologie CDR influenzerà le abilità e le competenze nell'industria manifatturiera e in modo marcato anche nella catena di approvvigionamento.

6.Azione dell'UE e condizioni quadro

6.1Il quadro giuridico dell'UE e le regolamentazioni nazionali devono favorire la decarbonizzazione dell'industria. Essi devono tener conto dell'esistenza di possibilità e/o risorse da investire nella transizione che differiscono ampiamente tra gli Stati membri e tra le regioni d'Europa.

6.2Il Fondo per una transizione giusta dedicato a sostenere le regioni che dipendono fortemente dalle industrie ad alta intensità di carbonio è un primo passo positivo. Tuttavia, il campo di applicazione del Fondo, che è limitato alle regioni altamente dipendenti da carbone, lignite, torba, scisti bituminosi e industrie ad alta intensità di carbonio, è troppo ristretto. Il CESE, al pari del Parlamento europeo, propone di aumentare drasticamente il bilancio del Fondo per una transizione giusta, al fine di fornire sostegno ad altri settori che saranno interessati dalla decarbonizzazione dell'industria. Ulteriori risorse di bilancio dovrebbero essere destinate a garantire la transizione da un posto di lavoro a un altro, la creazione di posti di lavoro di qualità alternativi nelle stesse regioni e opportune attività di formazione, riqualificazione e aggiornamento delle competenze dei lavoratori.

6.3La transizione verde nell'industria richiederà l'accesso ad abbondanti quantità di energia e materie prime neutre in termini di emissioni di carbonio ad un prezzo accessibile, stabile e competitivo. In Europa saranno necessari investimenti significativi, anche nelle infrastrutture energetiche, per soddisfare il bisogno dell'industria di grandi quantità di energia rinnovabile.

6.4Il quadro normativo dell'UE deve condurre l'economia dell'Unione verso il conseguimento dell'obiettivo di azzerare le emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050, creando le condizioni per sbloccare le enormi risorse – finanziarie, tecnologiche e intellettuali – necessarie per gli investimenti in tecnologie a basse emissioni di carbonio, comprese le tecnologie di rimozione del carbonio, che occorre effettuare in tempi rapidi.

6.5Sono necessari incentivi periodici per incoraggiare la diffusione della cattura del carbonio nelle industrie manifatturiere, sia a livello europeo – attraverso il Fondo per l'innovazione – sia in ciascuno Stato membro, ma senza smantellare il mercato unico, che è uno dei capisaldi dell'UE. Occorreranno ulteriori iniziative dell'UE per attrarre e mobilitare gli investimenti privati.

6.6È necessario stringere alleanze strategiche a livello europeo per accelerare lo sviluppo di questo tipo di industria, permettendo all'UE di assumere la leadership in tale ambito. Le attuali norme in materia di aiuti di Stato potrebbero essere adeguate per consentire che ciò avvenga.

6.7Un'attenzione particolare deve essere rivolta alle attività di R&S, che dovranno essere oggetto di dialogo a livello europeo. Tali attività dovranno essere incanalate di preferenza nello strumento del Fondo per l'innovazione.

6.8Le politiche in materia di appalti pubblici dovrebbero essere utilizzate per stimolare i mercati dei prodotti verdi in cui i produttori stanno riducendo le emissioni di gas serra rispetto ai prodotti inquinanti.

6.9Alla luce dei ritardi individuati nell'affrontare la sfida climatica e delle tempistiche strette, le relazioni e raccomandazioni del semestre europeo ad ogni Stato membro devono includere alcuni indicatori chiave di prestazione per contribuire a realizzare la necessaria decarbonizzazione dell'industria.

6.10La relazione di previsione strategica dovrebbe esaminare periodicamente i progressi, gli scenari / le opzioni più promettenti e i punti deboli nei tentativi di raggiungere gli obiettivi climatici. Ciò è tanto più importante perché può fornire orientamenti per investimenti urgenti e ad alto rischio, ma anche per una ragionevole aggregazione delle risorse, sia verticalmente che orizzontalmente.

6.11Diversi segnali d'allarme indicano l'assenza di parità di condizioni e il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio all'esterno dell'UE, il che ostacolerebbe le transizioni verso l'azzeramento delle emissioni. Ciò evidenzia ancora una volta l'importanza di introdurre la verifica della competitività come strumento per filtrare e orientare i rischi.

6.12Esistono differenze ben quantificate nelle concentrazioni di emissioni per Stato membro, emissioni pro capite, settore economico e regione. Viste le tempistiche strette, la priorità deve essere data alle misure che consentono di raggiungere i risultati più rapidi e incisivi nelle fasi di decarbonizzazione. Pertanto, occorre prestare una forte attenzione alla metallurgia, ai minerali e ai prodotti chimici e all'industria dei carburanti rinnovabili.

Le innovazioni in fase iniziale e il desiderio di usarle e commercializzarle differiscono a seconda delle dimensioni delle imprese: i gruppi molto grandi sono avvantaggiati sul primo fronte, mentre le PMI lo sono sul secondo. Pertanto, il trasferimento di conoscenze sia intersettoriale che verticale dovrebbe essere incoraggiato e facilitato creando un ambiente commerciale favorevole. 

Bruxelles, 24 giugno 2022

Pietro Francesco DE LOTTO

Presidente della commissione consultiva per le trasformazioni industriali

_____________

(1)    I TRL sono i diversi livelli su una scala usata per misurare il progresso o il livello di maturità di una tecnologia.
(2)    Agenzia europea dell'ambiente.
(3)    CHP (combined heat and power): cogenerazione di calore ed energia elettrica.
(4)     https://www.cepi.org/two-team-project-report/ .
(5)    Gela, bioraffineria di Venezia (eni.com) e La Mède (TotalEnergies.com).
(6)    Fertiberia ha aperto lo stabilimento Impact Zero a Puertollano (Spagna).
Top