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Document EESC-2021-04774-AC

Parere - Comitato economico e sociale europeo - Fondo sociale per il clima

EESC-2021-04774-AC

PARERE

Comitato economico e sociale europeo

Fondo sociale per il clima

_____________

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
che istituisce il Fondo sociale per il clima
[
COM(2021) 568 final – 2021/0206 (COD)]

TEN/759

Relatore: Thomas KATTNIG

Correlatrice: Alena MASTANTUONO

IT

Consultazioni

Parlamento europeo, 13/09/2021

Consiglio, 20/09/2021

Base giuridica

Articoli 91, paragrafo 1, lettera d); 192, paragrafo 1; e 194, paragrafo 1, lettera c) del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea

Sezione competente

Trasporti, energia, infrastrutture, società dell'informazione

Adozione in sezione

09/11/2021

Adozione in sessione plenaria

9/12/2021

Sessione plenaria n.

565

Esito della votazione
(favorevoli/contrari/astenuti)

194/3/9

1.Conclusioni e raccomandazioni

1.1Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) accoglie con favore l'istituzione di un Fondo sociale per il clima al fine di attenuare gli impatti negativi della nuova fissazione del prezzo del carbonio sul piano sociale ed economico e di fornire finanziamenti agli Stati membri a sostegno delle loro misure volte a far fronte all'impatto sociale del sistema di scambio di quote di emissioni sulle famiglie, sulle microimprese e sugli utenti dei trasporti finanziariamente più deboli. Il CESE riconosce inoltre che con questo regolamento la Commissione dimostra in modo credibile la propria volontà di combattere la povertà energetica e di mobilità.

1.2Tuttavia, il CESE è convinto che il Fondo sociale per il clima non fornisca un sostegno finanziario sufficiente per far fronte in modo responsabile agli effetti socioeconomici della fissazione del prezzo del carbonio. L'imponente sfida di progettare un meccanismo di compensazione efficace ed equo in uno spazio economico eterogeneo composto da 27 Stati membri richiede misure di accompagnamento e risorse più ampie a livello UE e nazionale. Il CESE invita gli Stati membri a sfruttare le sinergie del Fondo sociale per il clima con altre risorse finanziarie disponibili e a utilizzarlo nel modo più efficiente possibile.

1.3Le misure e le fasi di trasformazione previste dal pacchetto "Pronti per il 55 %" porteranno a cambiamenti radicali e non devono trascurare la situazione sociale ed economica dei singoli Stati membri. Altrimenti si rischia di compromettere l'accettazione sociale di tali misure. A livello di Stati membri, le misure di accompagnamento del pacchetto devono essere discusse e attuate fin d'ora. Per realizzare una trasformazione ecologica giusta, l'attenzione deve essere posta su una transizione giusta per tutti.

1.4Il CESE ritiene che lo scopo della fissazione di un prezzo del carbonio più elevato non sia in ogni caso quello di aumentare il gettito, ma di orientare il comportamento del mercato verso tecnologie a basse emissioni. Sussiste quindi un valido motivo per la messa a disposizione di risorse finanziarie aggiuntive da parte della Commissione. Inoltre, il limite temporale del 2032 non sembra definitivo.

1.5Alcuni portatori di interessi, tra cui le parti sociali, che rappresentano i datori di lavoro e i lavoratori, si sono detti scettici e persino contrari all'estensione del sistema di scambio di quote di emissioni all'edilizia e ai trasporti stradali, sottolineando che secondo le previsioni l'aumento dei prezzi del riscaldamento e del carburante si ripercuoterà a livello sociale ed economico sulle famiglie, sulle medie, piccole e microimprese e sugli utenti dei trasporti finanziariamente più deboli. Il rischio che venga meno il sostegno della popolazione nel perseguire la politica climatica europea e che esplodano proteste diffuse, come quelle dei gilet gialli, deve essere evitato ad ogni costo. A tale proposito, la Commissione dovrebbe sottoporre i suoi piani a un esame approfondito.

1.6Il CESE si rammarica che la Commissione non abbia analizzato l'impatto del pacchetto Pronti per il 55 % sui singoli Stati membri, né sui diversi settori. A suo avviso sarebbe stato opportuno eseguire una valutazione d'impatto specifica della creazione del Fondo sociale per il clima.

1.7Il CESE accoglie con favore l'obbligo per gli Stati membri di presentare un pacchetto completo di misure e investimenti nell'ambito del loro piano sociale per il clima insieme alla versione aggiornata dei rispettivi piani nazionali per l'energia e il clima conformemente a quanto disposto dal regolamento Governance. Il CESE chiede il coinvolgimento delle parti sociali, delle camere di commercio, della società civile, delle organizzazioni giovanili e degli enti locali e regionali nell'elaborazione dei piani sociali per il clima nazionali da parte degli Stati membri.

1.8Il CESE teme che i costi di un sistema di scambio delle quote di emissione per l'edilizia e i trasporti siano superiori ai benefici auspicati e possano causare impennate incontrollate dei prezzi tali, quindi, da minacciarne il sostentamento. Il CESE, pertanto, è, in linea generale, critico nei confronti di un collegamento tra il Fondo sociale per il clima e l'introduzione di un sistema ETS per l'edilizia e i trasporti e sarebbe favorevole alla creazione di una rubrica specifica nel bilancio dell'UE dedicata all'impatto sociale della transizione verde. L'introduzione di un Fondo sociale per il clima a livello dell'UE andrebbe piuttosto promossa come principio.

1.9Il Comitato osserva che occorre garantire un uso efficiente delle risorse del Fondo e prevenire le frodi, la corruzione e i conflitti di interessi associati alle misure sostenute a titolo del medesimo.

1.10Sul fronte dello Stato di diritto, il CESE accoglie con favore le misure proposte dalla Commissione per un sistema di controllo interno efficace ed efficiente e l'annuncio dell'intenzione di recuperare gli importi indebitamente versati o utilizzati in modo improprio. Si chiede inoltre se la procedura per la riduzione dei finanziamenti dell'UE in caso di violazione dello Stato di diritto da parte degli Stati membri si applicherà anche all'erogazione dei fondi.

1.11Il CESE chiede maggiori chiarimenti in merito al finanziamento del Fondo. La proposta prevede che il finanziamento si basi su un mercato ETS dell'UE caratterizzato da volatilità. Il CESE non comprende quindi perché venga proposto un importo fisso di 72,2 miliardi di euro. Sarà la volatilità dei prezzi a determinare la dotazione finanziaria del Fondo, il che evidenzia, tra l'altro, la necessità di una base di finanziamento più stabile. Il Comitato propone di introdurre una parziale flessibilità finanziaria nel Fondo in funzione dell'effettivo andamento del prezzo delle quote (l'assegnazione potrebbe crescere con l'aumentare del prezzo).

1.12Nell'analizzare la ripartizione del Fondo tra gli Stati membri, il CESE sottolinea che la fissazione del prezzo del carbonio potrebbe avere un impatto diverso sui singoli paesi e può anche essere in contraddizione con le misure nazionali già in vigore, come sottolineato dal Parlamento irlandese nel suo parere motivato sulla sussidiarietà.

1.13Il CESE accoglie con favore l'approccio secondo cui, per garantire che nessuno sia lasciato indietro, in sede di elaborazione e attuazione dei piani nazionali sono perseguite e promosse l'uguaglianza di genere e le pari opportunità per tutti, nonché l'integrazione di tali obiettivi e delle questioni relative all'accessibilità per le persone con disabilità. La prevista fissazione del prezzo del carbonio si ripercuote in particolare sulle donne, poiché costituiscono l'85 % dei genitori soli. Nelle famiglie monoparentali, il rischio di povertà infantile è particolarmente elevato.

1.14Il CESE sa molto bene che il Fondo sociale per il clima rappresenta una reazione a medio termine al problema della compensazione dei costi più elevati della transizione verde per i soggetti vulnerabili. Tuttavia, l'attuale andamento dei prezzi dell'energia richiede una soluzione immediata. Il CESE accoglie con favore la comunicazione della Commissione, che fornisce agli Stati membri uno "strumentario" per far fronte all'impatto immediato dell'attuale aumento dei prezzi all'ingrosso del gas naturale e dell'elettricità e per rafforzarne la resilienza ai futuri shock dei prezzi. Tra le misure nazionali a breve termine figurano un sostegno d'emergenza al reddito per le famiglie, aiuti alle imprese e tagli fiscali mirati. Al fine di adattare l'aiuto allo strumentario, il CESE suggerisce di allargare l'ambito di applicazione del Fondo sociale per il clima alle piccole e medie imprese vulnerabili. Questa reazione è compatibile con l'obiettivo del Fondo sociale per il clima e rispetta le pertinenti norme dell'UE.

1.15Il CESE invita gli Stati membri a sostenere lo sviluppo e la fornitura di servizi di trasporto e mobilità a zero e a basse emissioni a prezzi accessibili. Il CESE ritiene che la fornitura di servizi pubblici di trasporto passeggeri entro i limiti consentiti dalle normative vigenti sia la struttura portante di una mobilità sostenibile ed economicamente accessibile.

2.Sintesi del documento della Commissione

2.1Sulla base della strategia del Green Deal europeo, nella sua comunicazione del settembre 2020 la Commissione ha promosso "Un traguardo climatico 2030 più ambizioso per l'Europa" 1 , proponendo di rendere più ambiziosi gli obiettivi climatici dell'Unione europea e presentando un piano per accrescere l'obiettivo vincolante di ridurre le emissioni nette ad almeno il 55 % entro il 2030. L'11 dicembre 2020, il Consiglio europeo ha approvato tale obiettivo, sottolineando l'importanza di considerare gli aspetti di equità e solidarietà e di non lasciare indietro nessuno, e il 25 maggio 2021 ha riaffermato queste conclusioni chiedendo alla Commissione europea di presentare il suo pacchetto legislativo insieme a un esame approfondito degli effetti ambientali, economici e sociali a livello di Stati membri.

2.2Il 14 luglio 2021 la Commissione, al fine di attuare la legge europea sul clima e le conclusioni del Consiglio europeo, ha proposto il pacchetto Pronti per il 55 %, che rivede alcune parti della legislazione in materia di clima ed energia attualmente in vigore e propone nuove iniziative. Il pacchetto Pronti per il 55 %, Next Generation EU e il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027 contribuiranno a realizzare la duplice trasformazione – ecologica e digitale – che l'Europa sta perseguendo.

2.3Secondo la Commissione, l'obiettivo climatico più ambizioso dell'Unione europea comporta anche l'aumento dei contributi di tutti i settori. Pertanto, nel quadro della revisione della direttiva 2003/87/CE 2 ("la direttiva ETS"), la Commissione ha proposto di estendere il sistema di scambio di quote di emissioni all'edilizia e ai trasporti stradali. Al fine di far fronte agli impatti sociali e distributivi del sistema di scambio di quote di emissioni per i due nuovi settori, l'edilizia e i trasporti stradali, sulle persone finanziariamente più vulnerabili, la Commissione ha proposto il regolamento che istituisce il Fondo sociale per il clima nel quadro del pacchetto Pronti per il 55 %.

2.4Nel periodo 2025-2032, il Fondo sociale per il clima è destinato ad attenuare l'impatto della nuova fissazione del prezzo del carbonio e a fornire finanziamenti agli Stati membri per sostenere le loro misure volte a far fronte agli effetti sociali del sistema di scambio di quote di emissioni per le famiglie finanziariamente vulnerabili, le microimprese e gli utenti dei trasporti.

2.5L'aiuto sarà erogato principalmente sotto forma di un sostegno temporaneo al reddito, nonché di misure e investimenti volti a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili mediante il miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici, una maggiore decarbonizzazione dei loro sistemi di riscaldamento e raffrescamento, anche integrando l'energia da fonti rinnovabili, e un migliore accesso alla mobilità a zero e basse emissioni e ai corrispondenti mezzi di trasporto. Almeno il 50 % delle risorse finanziarie necessarie per le misure imposte deve essere erogato dagli stessi Stati membri.

2.6I piani nazionali per l'energia e il clima (PNEC) illustrano il modo in cui gli Stati membri intendono gestire l'efficienza energetica, le energie rinnovabili e la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, e come stanno già affrontando la povertà energetica nell'ambito della legislazione vigente. La Commissione effettua verifiche e predispone relazioni sui progressi compiuti nel quadro della relazione sullo stato dell'Unione dell'energia. Gli Stati membri dovrebbero proporre un pacchetto completo di misure e investimenti da finanziarsi mediante il Fondo e presentarlo sotto forma di piano sociale per il clima, unitamente alla versione aggiornata dei loro piani nazionali per l'energia e il clima, conformemente al regolamento sulla governance.

2.7Nelle loro relazioni biennali sull'attuazione dei piani nazionali per l'energia e il clima, gli Stati membri dovrebbero riferire alla Commissione, in conformità al regolamento sulla governance, in merito ai progressi compiuti nell'attuazione delle misure e degli investimenti previsti dai loro piani sociali per il clima.

2.8L'attuazione del Fondo attraverso i piani sociali per il clima degli Stati membri è coerente anche con le politiche e le misure sostenute da altri strumenti dell'UE per promuovere una transizione socialmente giusta. Questi includono il piano d'azione del Pilastro europeo dei diritti sociali 3 , avente come obiettivo una trasformazione ecologica socialmente compatibile e giusta per tutti gli europei, il Fondo sociale europeo Plus (FSE+), i piani per una transizione giusta ai sensi del regolamento (UE) 2021/1056, le strategie a lungo termine degli Stati membri per la ristrutturazione degli edifici ai sensi della direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio 4 , e l'Osservatorio della povertà energetica, che sostiene gli sforzi degli Stati membri volti a ridurre e monitorare la povertà energetica nonché le combinazioni di politiche pertinenti in base alla raccomandazione della Commissione sulla povertà energetica 5 .

2.9La maggior parte del gettito derivante dal nuovo scambio di quote di emissioni confluirà nei bilanci nazionali degli Stati membri e dovrebbe essere impiegata, secondo l'idea della Commissione, per finalità connesse al clima, ad esempio per far fronte all'impatto sociale del nuovo scambio di quote di emissioni. Gli Stati membri sono invitati a utilizzare tale gettito, così come i fondi aggiuntivi nell'ambito di altri programmi dell'Unione europea, per finanziare misure a favore della decarbonizzazione socialmente compatibile dei settori.

2.10La dotazione finanziaria complessiva del Fondo per il periodo 2025-2032 ammonta a 72,2 miliardi di EUR a prezzi correnti. La Commissione presenterà a breve una proposta di revisione mirata del regolamento sul quadro finanziario pluriennale per il 2021-2027 al fine di includere spese aggiuntive dell'Unione europea per un importo di 23,7 miliardi di EUR per il periodo 2025-2027. Tali fondi dovrebbero essere resi disponibili prima del previsto al fine di avviare e accompagnare la regolare introduzione del nuovo sistema ETS.

2.11In linea di principio, la dotazione finanziaria del Fondo, in quanto direttamente connessa al nuovo sistema di scambio, dovrebbe corrispondere al 25 % del gettito atteso dall'inclusione dell'edilizia e dei trasporti stradali nell'ambito di applicazione della direttiva ETS.

2.12La distribuzione annuale degli impegni finanziari dovrebbe essere allineata in base agli obiettivi del Fondo. Ciò determina un profilo di tempestiva assegnazione dei finanziamenti in linea con l'obiettivo del Fondo di mitigare l'impatto dell'estensione dell'ambito di applicazione della direttiva ETS sulle famiglie, sulle microimprese e sugli utenti dei trasporti finanziariamente più deboli. Al fine di anticipare le conseguenze dell'estensione, il sostegno è già disponibile a partire dal 2025.

2.13La dichiarazione di Porto dell'8 maggio 2021 ha confermato l'impegno del Consiglio europeo a realizzare un'Europa sociale e la sua determinazione a intensificare ulteriormente l'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali a livello dell'UE e degli Stati membri, osservando debitamente le rispettive competenze e i principi di sussidiarietà e di proporzionalità.

2.14L'attuazione del Fondo dovrebbe avvenire in linea con il principio della sana gestione finanziaria, che comprende la prevenzione e il perseguimento efficaci dei casi di frode, quali la frode fiscale, l'evasione fiscale, la corruzione e il conflitto di interessi.

3.Osservazioni generali

3.1Il CESE sostiene gli importanti passi compiuti per raggiungere gli obiettivi di neutralità e resilienza climatica entro il 2050 perseguiti dal Green Deal europeo. Riconosce che la Commissione è consapevole del fatto che la crisi climatica e la transizione energetica non sono sfide puramente tecniche e strutturali, ma anche sociali, economiche e distributive. Il CESE accoglie con favore l'istituzione di un Fondo sociale per il clima, come proposto nel regolamento in esame, al fine di attenuare gli impatti negativi della nuova fissazione del prezzo del carbonio sul piano sociale ed economico e di fornire finanziamenti agli Stati membri a sostegno delle loro misure volte a far fronte all'impatto sociale del sistema di scambio di quote di emissioni sulle famiglie, sulle microimprese e sugli utenti dei trasporti finanziariamente più deboli. Il CESE riconosce inoltre che con questo regolamento la Commissione dimostra in modo credibile la sua volontà di combattere la povertà energetica e di mobilità.

3.2Tuttavia, il CESE è convinto che il Fondo sociale per il clima non fornisca un sostegno finanziario sufficiente per far fronte in modo responsabile agli effetti socioeconomici della fissazione del prezzo del carbonio. L'imponente sfida di progettare un meccanismo di compensazione efficace ed equo in uno spazio economico eterogeneo composto da 27 Stati membri richiede misure di accompagnamento e risorse più ampie a livello UE e nazionale. Il CESE invita gli Stati membri a sfruttare le sinergie del Fondo sociale per il clima con altre risorse finanziarie disponibili e a utilizzarlo nel modo più efficiente possibile. Allo stesso tempo, l'introduzione di un Fondo sociale per il clima deve essere considerata nel contesto dell'intero pacchetto Pronti per il 55 %.

3.3Il CESE osserva che le misure climatiche previste e i relativi effetti possono aggravare ulteriormente le disuguaglianze già esistenti. Invita pertanto la Commissione, il Consiglio e il Parlamento a porre il principio della transizione giusta al centro delle loro misure di attenuazione dei cambiamenti climatici.

3.4Le misure e le fasi di trasformazione previste dal pacchetto Pronti per il 55 % porteranno a cambiamenti radicali e non devono trascurare la situazione sociale ed economica dei singoli Stati membri. Altrimenti si rischia di compromettere l'accettazione sociale di tali misure. A livello di Stati membri, le misure di accompagnamento del pacchetto devono essere discusse e attuate fin d'ora. Per realizzare una trasformazione ecologica giusta, l'attenzione deve essere posta su una transizione giusta per tutti.

3.5Il Fondo ammonterà a 72,2 miliardi di EUR per il periodo 2025-2032, utilizzando il 25 % del gettito derivante dallo scambio di quote di emissioni nei settori dei trasporti e dell'edilizia. Rispetto alle sfide poste da una siffatta estensione del sistema ETS, si tratta di un importo molto esiguo. Il CESE ritiene che lo scopo della fissazione di un prezzo del carbonio più elevato non sia in ogni caso quello di aumentare il gettito, ma di orientare il comportamento del mercato verso tecnologie a basse emissioni. Sussiste quindi un valido motivo per la messa a disposizione di risorse finanziarie aggiuntive da parte della Commissione e degli Stati membri. Inoltre, il limite temporale del 2032 non sembra definitivo.

3.6Alcuni portatori di interessi, tra cui le parti sociali, che rappresentano i datori di lavoro e i lavoratori, si sono detti scettici e persino contrari all'estensione del sistema di scambio di quote di emissioni all'edilizia e ai trasporti stradali, sottolineando che secondo le previsioni l'aumento dei prezzi del riscaldamento e del carburante si ripercuoterà a livello sociale ed economico sulle famiglie, sulle medie, piccole e microimprese e sugli utenti dei trasporti finanziariamente più deboli. Il rischio che venga meno il sostegno della popolazione nel perseguire la politica climatica europea e che esplodano proteste diffuse, come quelle dei gilet gialli, deve essere evitato ad ogni costo. A tale proposito, la Commissione dovrebbe sottoporre i suoi piani a un esame approfondito.

3.7Il CESE si rammarica che la Commissione non abbia analizzato l'impatto del pacchetto Pronti per il 55 % sui singoli Stati membri, né sui diversi settori. A suo avviso sarebbe stato opportuno eseguire una valutazione d'impatto specifica della creazione del Fondo sociale per il clima.

3.8Le famiglie a basso reddito incontrano già nel sistema attuale diverse difficoltà, per affrontare le quali, oltre al sostegno a breve termine, sono necessarie soluzioni a lungo termine e quindi sostenibili. Secondo il CESE, occorre un solido finanziamento a livello dell'UE che attenui l'impatto socioeconomico delle misure climatiche e garantisca una transizione giusta. Pertanto, il Comitato è del parere che anche l'introduzione di un Fondo sociale per il clima a livello dell'UE sia fondamentalmente necessaria, ma che non debba essere legata all'estensione del sistema ETS nei settori dell'edilizia e dei trasporti. Uno studio della Fondazione europea per il clima 6 , in particolare, afferma che un sistema ETS esteso, da solo, non consentirebbe di ottenere le considerevoli riduzioni delle emissioni necessarie nei trasporti stradali e nell'edilizia.

3.9Pur accogliendo con favore, in linea di principio, l'istituzione del proposto Fondo sociale per il clima, il CESE sottolinea che il suo finanziamento dipende dall'introduzione di un sistema di scambio di quote di emissioni per l'edilizia e i trasporti (articolo 26). Gli alloggi e la mobilità rappresentano bisogni primari e la loro fornitura rientra quindi nei servizi di interesse generale. Il CESE teme che i costi di un sistema di scambio delle quote di emissione per l'edilizia e i trasporti siano superiori ai benefici auspicati e possano causare impennate incontrollate dei prezzi tali, quindi, da minacciarne il sostentamento. Il CESE, pertanto, è, in linea generale, critico nei confronti di un collegamento tra il Fondo sociale per il clima e l'introduzione di un sistema ETS per l'edilizia e i trasporti e sarebbe favorevole alla creazione di una rubrica specifica nel bilancio dell'UE dedicata all'impatto sociale della transizione verde. L'introduzione di un Fondo sociale per il clima a livello dell'UE andrebbe piuttosto promossa come principio.

3.10Il Fondo prevede, da un lato, pagamenti a titolo di compensazione sociale e, dall'altro, incentivi per i veicoli elettrici, nonché investimenti nelle infrastrutture di ricarica e nella decarbonizzazione degli edifici. Sarebbe tuttavia necessario prendere in considerazione le esigenze delle famiglie a basso reddito, e le misure connesse all'elettrificazione della mobilità dovrebbero essere onnicomprensive e orientate al futuro, consentendo a tali famiglie di utilizzare l'elettromobilità urbana o nuovi modelli commerciali come il car sharing. Il CESE sottolinea che la promozione di una mobilità a zero e a basse emissioni non dovrebbe concentrarsi solo sull'elettromobilità, ma anche, se opportuno, su altri carburanti alternativi e a basso costo, come i biocarburanti. Il CESE evidenzia inoltre la necessità di promuovere soluzioni a basse emissioni qualora, per motivi finanziari o tecnici, le alternative a zero emissioni non siano possibili. In questo contesto, il CESE sottolinea che le famiglie a basso reddito dovrebbero dare priorità alla sostituzione delle loro vecchie auto inquinanti con veicoli più efficienti in termini di consumo di carburante, il che richiede un'approfondita revisione della regolamentazione del mercato europeo delle auto usate. È importante che questi aspetti di una transizione giusta siano presi in considerazione rispettivamente dagli Stati membri nell'elaborazione dei loro piani sociali per il clima e dalla Commissione nella valutazione di tali piani.

3.11Nel considerare la distribuzione del Fondo tra gli Stati membri, la Commissione ha cercato una formula che tenesse conto delle dimensioni della popolazione (compresa la quota di aree rurali), del reddito nazionale lordo pro capite, della percentuale di famiglie vulnerabili e delle emissioni delle famiglie derivanti dalla combustione di carburante. Il CESE teme che ciò non sia ancora sufficiente per tenere conto delle disuguaglianze tra i paesi e al loro interno. Uno Stato membro relativamente povero con una minore disuguaglianza all'interno del paese potrebbe finire per beneficiare meno di uno Stato membro ricco con una situazione di forte disuguaglianza.

3.12Entro il 2024 gli Stati membri devono presentare, insieme ai loro piani nazionali per l'energia e il clima, i piani sociali per il clima, individuando i gruppi vulnerabili e le relative misure. In considerazione delle grandi differenze esistenti in termini di impegno e capacità istituzionali, ci si chiede se ciò funzionerà. La marcata diversità delle modalità con cui gli Stati membri hanno affrontato la transizione giusta nei vari piani nazionali per l'energia e il clima può dare un'idea di cosa attendersi. Il CESE chiede pertanto il coinvolgimento delle parti sociali, delle camere di commercio, della società civile, delle organizzazioni giovanili e degli enti locali e regionali nell'elaborazione dei piani sociali per il clima nazionali da parte degli Stati membri.

3.13Il CESE riconosce che, con il regolamento in esame, come in diversi altri documenti, quali la comunicazione e la raccomandazione sulla povertà energetica (C(2020) 9600 final) o l'iniziativa "Ondata di ristrutturazioni" pubblicata lo scorso inverno (COM(2020) 662 final, SWD(2020) 550 final), la Commissione pone nuovamente l'accento sulla lotta alla povertà energetica. Si rendono tuttavia necessari ulteriori sforzi.

3.14L'Osservatorio della povertà energetica stima che complessivamente più di 50 milioni di famiglie nell'Unione europea siano colpite da questo fenomeno. Sulla base delle conclusioni dell'Osservatorio e dell'indice europeo della povertà energetica di recente rilevazione, dovrebbe essere elaborato un piano d'azione europeo per combattere tale fenomeno, in collaborazione con tutti i portatori di interessi, ivi comprese le organizzazioni di consumatori e le ONG che si adoperano per contrastare la povertà quale la Rete europea di lotta alla povertà, onde garantire che l'azione pubblica si concentri sempre più spesso sulle cause profonde della povertà energetica.

3.15Di conseguenza, sono necessarie misure concrete contro la povertà energetica a livello sia nazionale che europeo. Tra queste rientrano un migliore accesso ai sussidi per le ristrutturazioni termiche o la sostituzione degli impianti di riscaldamento per le famiglie in condizioni di povertà energetica, modelli di fornitura di base obbligatori e disposizioni generali di protezione dei consumatori nel settore dell'energia.

3.16A tale proposito, il CESE richiama l'attenzione sul principio 20 del pilastro europeo dei diritti sociali, secondo il quale "ogni persona ha il diritto di accedere a servizi essenziali di qualità, compresi l'acqua, i servizi igienico-sanitari, l'energia, i trasporti, i servizi finanziari e le comunicazioni digitali. Per le persone in stato di bisogno è disponibile un sostegno per l'accesso a tali servizi".

3.17Il Comitato osserva che occorre garantire un uso efficiente delle risorse del Fondo e prevenire le frodi, la corruzione e i conflitti di interessi associati alle misure sostenute a titolo del medesimo. Sul fronte dello Stato di diritto, il CESE accoglie con favore le misure proposte dalla Commissione per un sistema di controllo interno efficace ed efficiente e l'annuncio dell'intenzione di recuperare gli importi indebitamente versati o utilizzati in modo improprio.

3.18Il Comitato raccomanda che il Fondo sociale per il clima sia uno strumento sistemico, integrato con gli altri strumenti di compensazione dei crescenti costi della transizione verde per l'UE e gli Stati membri, che contribuisca in modo sostanziale al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità.

3.19Il CESE chiede maggiori chiarimenti in merito al finanziamento del Fondo. La proposta prevede che il finanziamento si basi su un mercato ETS dell'UE caratterizzato da volatilità. Il CESE, pertanto, non comprende perché venga proposto un importo fisso di 72,2 miliardi di euro. Sarà la volatilità dei prezzi a determinare la dotazione finanziaria del Fondo, il che evidenzia, tra l'altro, la necessità di una base di finanziamento più stabile. Il Comitato propone di introdurre una parziale flessibilità finanziaria nel Fondo in funzione dell'effettivo andamento del prezzo delle quote (in cui l'assegnazione potrebbe crescere con l'aumentare del prezzo).

3.20Il forte aumento dei prezzi all'ingrosso del gas naturale e dell'elettricità sta comportando enormi oneri finanziari per i consumatori. Il CESE sa molto bene che il Fondo sociale per il clima rappresenta una reazione a medio termine al problema della compensazione dei costi più elevati della transizione verde per i soggetti vulnerabili. Tuttavia, l'attuale andamento dei prezzi dell'energia richiede una soluzione immediata. Il CESE accoglie con favore la comunicazione della Commissione, che fornisce agli Stati membri uno "strumentario" per far fronte all'impatto immediato dell'attuale aumento dei prezzi all'ingrosso del gas naturale e dell'elettricità e per rafforzarne la resilienza ai futuri shock dei prezzi. Tra le misure nazionali a breve termine figurano un sostegno d'emergenza al reddito per le famiglie, aiuti alle imprese e tagli fiscali mirati. Al fine di adattare l'aiuto allo strumentario, il CESE suggerisce di allargare l'ambito di applicazione del Fondo sociale per il clima alle piccole e medie imprese vulnerabili. Il CESE appoggia l'intenzione della Commissione di sostenere gli investimenti nelle energie rinnovabili e nell'efficienza energetica, di esaminare possibili misure in materia di stoccaggio dell'energia e di approvvigionamento delle riserve di gas, e di valutare l'attuale assetto del mercato dell'energia elettrica.

4.Osservazioni particolari

4.1Il CESE accoglie con favore l'approccio secondo cui, per garantire che nessuno sia lasciato indietro, in sede di elaborazione e attuazione dei piani nazionali, sono perseguite e promosse l'uguaglianza di genere e le pari opportunità per tutti, nonché l'integrazione di tali obiettivi e delle questioni relative all'accessibilità per le persone con disabilità. Tutto considerato, la prevista fissazione del prezzo del carbonio si ripercuote in particolare sulle donne, che costituiscono l'85 % dei genitori soli. Nelle famiglie monoparentali, il rischio di povertà infantile è particolarmente elevato. In tale contesto, il CESE rinnova il suo invito alla Commissione europea a procedere con sollecitudine a una revisione della decisione sui servizi di interesse economico generale (SIEG) concernente la fascia di popolazione destinataria degli alloggi di edilizia abitativa sociale, precisando che la politica dell'edilizia abitativa non può limitarsi unicamente all'obiettivo di aiutare le persone sull'orlo del rischio di povertà, ma deve garantire un alloggio dignitoso, sostenibile ed economicamente accessibile sul lungo periodo a tutti i cittadini, soprattutto alle persone senza fissa dimora, alle giovani coppie, alle famiglie monoparentali o numerose, ai lavoratori dipendenti e, più in generale, alle classi medie, vittime della crisi europea degli alloggi 7 .

4.2L'aumento dei prezzi dei combustibili fossili può colpire in modo sproporzionato le famiglie, le microimprese e gli utenti dei trasporti finanziariamente più deboli che spendono una quota maggiore del loro reddito per l'energia e i trasporti, che in alcune regioni non hanno opzioni alternative di mobilità e trasporto a prezzi accessibili e che possono non disporre della capacità finanziaria per investire nella riduzione del consumo di combustibili fossili. Il CESE si compiace pertanto del fatto che la proposta della Commissione sia incentrata sulle esigenze delle famiglie, delle microimprese e degli utenti dei trasporti vulnerabili, e suggerisca tra l'altro di accordare la gratuità o tariffe adattate di accesso ai trasporti pubblici, e di promuovere la mobilità sostenibile su richiesta e i servizi di mobilità condivisa. Gli Stati membri sono inoltre invitati a sostenere lo sviluppo e la fornitura di servizi di mobilità e trasporto a zero e a basse emissioni a prezzi accessibili. Il CESE ritiene che la fornitura di servizi pubblici di trasporto passeggeri entro i limiti consentiti dalle normative vigenti sia la struttura portante di una mobilità sostenibile ed economicamente accessibile. In questo senso, è necessaria una maggiore compensazione per gli obblighi di servizio pubblico più conformi ai requisiti ecologici e sociali, e ciò implica che i governi nazionali, le regioni e i comuni forniscano a loro volta un sostegno e predispongano strumenti finanziari.

4.3Nel pacchetto Pronti per il 55 % la Commissione prevede, tra l'altro, l'inclusione dei trasporti stradali nel sistema di scambio di quote di emissioni dell'UE, il che significa che, a medio termine, i costi del trasporto privato motorizzato convenzionale, se alimentato da combustibili fossili, aumenteranno. La Commissione è consapevole che questo comporterà svantaggi per alcuni gruppi della popolazione. A tale proposito, essa affronta la questione della povertà relativa alla mobilità, sottolinea la necessità di una compensazione a titolo del Fondo per i cambiamenti climatici 8 e avanza proposte iniziali sulle modalità di progettazione dello stesso. Tuttavia, la Commissione non fornisce né una stima del numero di persone che potrebbero essere interessate da questa forma d'indigenza in tutta l'UE, né una definizione o una serie di indicatori per stabilire la povertà relativa alla mobilità.

4.4Uno studio in tema di mobilità e reinserimento nel mondo del lavoro nelle aree rurali (Mobility4Job 9 ) ha riscontrato che solo il 50 % dei disoccupati aveva un'auto sempre a propria disposizione, contro l'80 % della popolazione media. Come evidenziato nel progetto Costs, le famiglie reagiscono alle diminuzioni di reddito, tra l'altro, tagliando i costi relativi ai veicoli privati. Ciò significa che le limitazioni alla mobilità diventano visibili solo successivamente, per esempio nel momento in cui si cerca un impiego, quando non sono disponibili alternative di mobilità e non è possibile raggiungere potenziali luoghi di lavoro. La mera quota percentuale dei costi di mobilità sul reddito non è quindi un indicatore sufficiente per stabilire se e in che misura vi sia una limitazione nelle opzioni di mobilità. La povertà relativa alla mobilità è una conseguenza della combinazione di diverse variabili, in primo luogo il reddito e il possesso obbligato di un'autovettura in assenza di opzioni di mobilità alternative.

Bruxelles, 9 dicembre 2021

Christa SCHWENG

Presidente del Comitato economico e sociale europeo

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(1)      COM(2020) 562 final.
(2)      Direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 ottobre 2003, che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità ( GU L 275 del 25.10.2003, pag. 32 ).
(3)    Approvato dal Consiglio europeo del 24 e 25 giugno 2021.
(4)      Direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell'edilizia ( GU L 153 del 18.6.2010, pag. 13 ).
(5)      Raccomandazione (UE) 2020/1563 della Commissione, del 14 ottobre 2020, sulla povertà energetica C/2020/9600 ( GU L del 357, 27.10.2020, pag. 35 ).
(6)      Fondazione europea per il clima, Decarbonising European transport and heating fuels - Is the EU ETS the right tool? (Decarbonizzare i combustibili europei per i trasporti e il riscaldamento: il sistema ETS dell'UE è lo strumento giusto?), https://europeanclimate.org/wp-content/uploads/2020/06/01-07-2020-decarbonising-european-transport-and-heating-fuels-full-report.pdf ).
(7)    TEN/707 - Accesso universale a un alloggio dignitoso, sostenibile ed economicamente accessibile sul lungo periodo ( GU C 429 dell'11.12.2020, pag. 93 ).
(8)      COM(2021) 568 final.
(9)       Unterwegs zwischen Erwerbs- und Familienarbeit (54) - Portal der Arbeiterkammern und des ÖGB Verlags.    (Sulla strada tra lavoro retribuito e lavoro familiare (54) - Portale delle camere del lavoro e della casa editrice ÖGB - Confederazione austriaca dei sindacati).
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