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Documento 52013DC0711
COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIAL COMMITTEE AND THE COMMITTEE OF THE REGIONS Long term infrastructure vision for Europe and beyond
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Visione a lungo termine per le infrastrutture in Europa e al di là dei suoi confini
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Visione a lungo termine per le infrastrutture in Europa e al di là dei suoi confini
/* COM/2013/0711 final */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Visione a lungo termine per le infrastrutture in Europa e al di là dei suoi confini /* COM/2013/0711 final */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL
PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO
E AL COMITATO DELLE REGIONI Visione a lungo termine per le infrastrutture
in Europa e al di là dei suoi confini 1. Introduzione: punto della situazione
e problematiche Reti energetiche adeguate, integrate e
affidabili sono un presupposto essenziale non soltanto per il conseguimento
degli obiettivi della politica energetica dell'Unione, ma anche per la sua
strategia economica. Lo sviluppo dell'infrastruttura
energetica permetterà da un lato all'Unione di dotarsi di un mercato interno
dell'energia correttamente funzionante, di rafforzare la sicurezza dell'approvvigionamento,
di integrare le fonti rinnovabili di energia e di accrescere l'efficienza energetica
e, d'altro lato, permetterà ai consumatori di beneficiare delle nuove
tecnologie e dell'uso intelligente dell'energia. Le infrastrutture energetiche
sono indispensabili anche per realizzare il passaggio a un'economia competitiva
a basse emissioni di carbonio. Il sistema energetico europeo attraversa una
fase di transizione. Se la priorità nel breve termine è quella di completare
il mercato interno dell'energia sviluppando le interconnessioni mancanti,
ponendo fine all'isolamento di alcuni Stati membri ed eliminando le strozzature
interne, le infrastrutture energetiche che si progettano oggi devono tuttavia
essere compatibili con scelte politiche di più lungo termine. I diversi scenari
di decarbonizzazione comportano mix energetici diversi e quindi fabbisogni
di infrastrutture diversi. La tabella di marcia per l'energia 2050, che
illustra diversi scenari su come realizzare un sistema energetico più
competitivo e sicuro e riuscire nel contempo a ridurre dell'80% le emissioni di
carbonio entro il 2050, dà un segnale politico forte e individua come una
delle opzioni "senza rimpianti" gli investimenti destinati a
infrastrutture sempre più intelligenti e flessibili. La Commissione sta
attualmente preparando proposte concrete di un quadro di politiche climatiche
ed energetiche per il periodo post 2020. Affrontare le sfide poste da una produzione
sempre più variabile e a basse emissioni di carbonio mantenendo al tempo
stesso norme di sicurezza elevate è un'operazione molto meno costosa se
realizzata a livello europeo in mercati integrati, per i quali l'adeguatezza
delle infrastrutture è imprescindibile, rispetto al costo complessivo di
diverse politiche nazionali frammentate. A più lungo termine devono essere
sviluppate nuove tecnologie per le lunghe distanze ad alta tensione e di
stoccaggio dell'elettricità per integrare una quota sempre più alta di energie
rinnovabili provenienti dall'Unione e dai paesi limitrofi. Una migliore diversificazione dell'approvvigionamento
di gas è cruciale per far sì che nessuno Stato membro dipenda da un'unica
fonte di approvvigionamento. È importante anche aumentare decisamente la
flessibilità e la resilienza del sistema gas nel breve e medio termine, non
solo per rafforzarne il ruolo di combustibile ausiliario nella
produzione variabile di energia, senza perdere di vista l'obiettivo unionale di
decarbonizzazione nel lungo periodo, ma anche per poter beneficiare dei recenti
sviluppi sui mercati del GNL, del biogas e delle risorse non convenzionali,
in particolare negli USA. La corretta integrazione della rete del gas
rappresenta inoltre la migliore garanzia per compensare possibili guasti dell'infrastruttura
principale del gas di un dato Stato membro; si tratta peraltro di una norma
obbligatoria introdotta dal regolamento sulla sicurezza dell'approvvigionamento
di gas[1]. Si stima che fino al 2020 saranno necessari
investimenti per circa 200 miliardi di euro per modernizzare e ampliare le reti
energetiche europee, in modo da farne lo strumento centrale per la
realizzazione di tutti gli obiettivi a medio e lungo termine delle nostre
politiche. È una somma ingente, che tuttavia può dar luogo a notevoli risparmi,
dell'ordine di 40‑70 miliardi di euro[2]
su base annua entro il 2030, in termini di costi di produzione evitati e di
prezzi all'ingrosso del gas più competitivi, che si traducono in risparmi da
7 a 12 euro nelle bollette mensili. Questo concorrerebbe in
misura considerevole a controbilanciare l'aumento dei prezzi dell'energia e a
migliorare la competitività delle industrie dell'Unione. La politica infrastrutturale a lungo termine è
stata delineata innanzi tutto nella comunicazione dal titolo "Priorità
per le infrastrutture energetiche per il 2020 e oltre - Piano per una rete
energetica europea integrata"[3]
e successivamente accolta nel regolamento di recente adozione sugli
orientamenti per le infrastrutture energetiche transeuropee[4] (orientamenti RTE-E) che
individua nove corridoi prioritari per le infrastrutture energetiche
strategiche a livello geografico nel campo dell'elettricità, del gas e del
petrolio e tre aree prioritarie delle infrastrutture dell'Unione[5] ossia le autostrade elettriche,
le reti intelligenti e il trasporto di biossido di carbonio, la cui
realizzazione costituisce la priorità comune dell'Unione nel breve e nel lungo
termine. La presente comunicazione illustra una visione
a lungo termine per le infrastrutture energetiche paneuropee. Il primo
insieme di progetti di interesse comune (PIC) è un passo avanti importante
per migliorare l'integrazione delle reti degli Stati membri e per garantire che
nessuno di loro resti isolato; a questo scopo essi mirano a facilitare l'integrazione
delle energie rinnovabili in tutta l'Unione, a diversificare le fonti di
approvvigionamento di gas aprendo nuovi corridoi del gas e a offrire soluzioni
alternative agli Stati membri che dipendono da un'unica fonte di
approvvigionamento di petrolio o di gas. Ma resta ancora molto da fare. Il primo
elenco di progetti di interesse comune non è che il primo passo verso la
concretizzazione della visione a più lungo termine per le
infrastrutture. L'elenco dei progetti di interesse comune sarà rivisto ogni
due anni per inserirvi nuovi progetti che consentiranno di realizzare
pienamente i dodici corridoi e aree prioritari in conformità alla visione di lungo
periodo di un'integrazione paneuropea dei mercati e del passaggio a un'economia
a basse emissioni di carbonio. L'Unione deve in particolare adoperarsi non solo
per l'integrazione quanto più rapida possibile delle isole energetiche residue,
ma anche per l'espansione e l'ulteriore sviluppo della nascente Rete offshore
nei mari del Nord attraverso le autostrade elettriche, in modo da creare un
autentico sistema elettrico paneuropeo. Nello stesso tempo l'Unione deve
adoperarsi per l'effettiva integrazione dei paesi limitrofi nell'Unione stessa,
attraverso adeguate opere infrastrutturali e quadri normativi conformi alla
strategia illustrata nella comunicazione sulla sicurezza dell'approvvigionamento
energetico e la cooperazione internazionale[6]. 2. Elenco
dei progetti di interesse comune dell'Unione Come primo
passo verso la realizzazione degli orientamenti RTE-E la Commissione ha
adottato, con la procedura degli atti delegati, l'elenco dell'Unione che
comprende circa 250 progetti di interesse comune[7] nel settore della trasmissione
e dello stoccaggio di elettricità, gas e GNL e nel settore delle reti
intelligenti e del petrolio. Il primo elenco si basa sul lavoro intenso di
dodici gruppi regionali che riuniscono i rappresentanti di Stati membri,
autorità nazionali di regolamentazione, promotori di progetti e le reti europee
dei gestori dei sistemi di trasmissione di elettricità (REGST-E) e di gas
(REGST-G), l'Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia
e la Commissione. La maggior parte dei progetti riguarda il
settore dell'elettricità (in prevalenza linee di trasmissione),
quattordici progetti di stoccaggio e due progetti sulle reti intelligenti. Essi
concorreranno a migliorare l'integrazione del mercato interno dell'elettricità,
a rafforzare la predisposizione della rete ad assorbire quantità crescenti di
energia variabile prodotta da fonti rinnovabili e a mantenere nel contempo la
stabilità del sistema. Anche se l'Unione riuscirà ad avvicinarsi all'obiettivo
prospettato dal Consiglio europeo di Barcellona del 2002 di realizzare il 10%
dell'interconnessione elettrica, restano da individuare nuovi progetti per
conseguire la piena integrazione della Penisola iberica nel mercato europeo. La realizzazione dei progetti di interesse
comune nel campo del gas permetterà all'Unione di diversificare le fonti
di approvvigionamento di gas, di porre fine alla dipendenza di vari suoi Stati
membri da un'unica fonte e inoltre di aumentare le scelte e ridurre l'incertezza
nel mercato. L'apertura del Corridoio meridionale del gas attraverso il
gasdotto transadriatico (TAP) dal 2018 costituisce una pietra miliare, alla
quale deve aggiungersi la tempestiva realizzazione degli altri progetti
individuati, in particolare il gasdotto transanatolico, ai fini di una maggiore
sicurezza di approvvigionamento in tutta la regione e di un'ulteriore
diversificazione grazie al ricorso alle risorse di gas presenti nel
Mediterraneo orientale. La realizzazione tempestiva dei progetti di
interesse comune è una priorità comune. Per questo gli
orientamenti RTE-E stabiliscono requisiti severi per il procedimento di
rilascio delle autorizzazioni relative ai progetti di interesse comune, come
limiti temporali vincolanti per tale procedimento (in generale tre anni e
mezzo), la creazione di uno sportello unico nazionale per il rilascio delle
autorizzazioni, la realizzazione di consultazioni pubbliche effettive e in una
fase precoce e l'obbligo per gli Stati membri di snellire le procedure di
valutazione ambientale. Questi requisiti mirano ad accelerare la procedura di
autorizzazione rispettando tuttavia le norme rigorose dell'acquis dell'Unione
in campo ambientale. I servizi della Commissione responsabili delle tematiche
energetiche e ambientali hanno preparato un documento di orientamento
congiunto[8]
destinato ad aiutare gli Stati membri a definire provvedimenti legislativi e
non legislativi adeguati per semplificare le procedure di valutazione
ambientale e garantire l'applicazione coerente delle medesime in conformità al
diritto dell'Unione in relazione ai progetti di interesse comune. L'elenco dell'Unione contiene progetti di
interesse comune che si trovano in diverse fasi di attuazione. Alcuni sono
ancora in una fase precoce, il che richiede l'esecuzione di studi atti a
dimostrarne la fattibilità. Il loro inserimento nell'elenco dell'Unione non
pregiudica il risultato delle relative valutazioni ambientali e procedure di
autorizzazione. I progetti di interesse comune che risultino non conformi all'acquis
dell'Unione dovranno essere eliminati dal relativo elenco. Presupposto per lo sviluppo infrastrutturale è
l'esistenza di un quadro sufficientemente attrattivo per i finanziamenti di
lungo periodo, che preveda adeguati incentivi normativi e certezza delle
norme applicabili a lungo termine (compresa la ripartizione dei costi
transfrontaliera). Il settore sta cambiando radicalmente e richiede un
ritmo di investimenti più rapido che crea un forte fabbisogno di liquidità. Gli
investitori dovranno adattare i loro metodi di valutazione per sfruttare con
successo le opportunità di tali investimenti e dare un contributo al futuro del
settore. Il Meccanismo per collegare l'Europa svolgerà un ruolo chiave
per attirare i necessari finanziamenti privati e pubblici. Le prossime tappe per i progetti di interesse comune: • avviare un dialogo con gli investitori per promuovere gli investimenti in infrastrutture europee e attirare i finanziamenti necessari dal mercato globale dei capitali • monitorare la creazione degli sportelli unici nazionali (a partire da dicembre 2013) • primo invito a presentare proposte nell'ambito del Meccanismo per collegare l'Europa nel 2014 • monitorare l'attuazione delle misure di rilascio delle autorizzazioni • monitorare da vicino la realizzazione dei progetti di interesse comune (prima relazione in merito nel 2015) 3. Problematiche che restano da
affrontare e visione per le infrastrutture a più lungo termine I progetti di interesse comune individuati in
questo primo ciclo si concentrano soprattutto sul completamento del mercato
interno dell'energia senza frontiere e solo pochi progetti riguardano i paesi
limitrofi o altri paesi. Solo dopo l'eliminazione delle strozzature interne l'Unione
potrà agire attivamente su un più ampio mercato dell'energia prodotta e
consumata nell'Unione e nei paesi limitrofi. Ogni due anni sarà avviato un
processo di individuazione di progetti nuovi destinati a soddisfare i
fabbisogni futuri. Occorrerà concentrarsi maggiormente sull'integrazione
di quote sempre crescenti di energia prodotta da fonti rinnovabili mantenendo
al contempo la sicurezza dell'approvvigionamento e minimizzando il rischio di
ritrovarsi con attivi non recuperabili. Per quanto riguarda l'elettricità,
serve una capacità di trasmissione supplementare del 40% entro il 2020 per
poter sfruttare appieno i vantaggi dell'integrazione rispetto al 2010: questo
ritmo non pare destinato a rallentare nel decennio successivo (capacità
supplementare richiesta del 105%‑146% rispetto ai livelli del 2010, in
funzione degli scenari politici)[9].
Una delle sfide principali nel medio e lungo periodo è capire meglio e
pianificare l'interazione tra le varie reti, i sistemi del gas e dell'elettricità
e il trasporto di biossido di carbonio, nonché migliorare il coordinamento e l'ottimizzazione
trans-settoriali. È noto che la crescente variabilità della produzione di
elettricità da fonti rinnovabili pone un problema di flessibilità anche per il
sistema del gas, il quale potrebbe costituire non solo un'importante fonte
ausiliaria di produzione, ma anche di stoccaggio di elettricità su vasta scala.
La futura pianificazione paneuropea delle infrastrutture deve tener
conto di queste interazioni. Uno degli obiettivi dell'Unione è l'ulteriore
miglioramento delle interconnessioni con i paesi limitrofi. Il primo elenco
di progetti di interesse comune include già alcuni collegamenti con paesi
extraunionali, ma in futuro sarà possibile considerare un numero sempre
maggiore di progetti come progetti di interesse comune oppure come progetti
di interesse reciproco: le politiche e, se necessario, il quadro giuridico
per questi ultimi restano ancora da esplorare ed elaborare. Analogamente a quanto avviene per i progetti
di interesse comune all'interno dell'Unione, anche la Comunità dell'energia si
è impegnata nell'individuazione dei cosiddetti progetti di interesse per la
Comunità dell'energia che saranno adottati dal Consiglio dei ministri nell'ottobre
2013. I progetti canditati a figurare in quest'elenco sono stati raccolti
attraverso un invito a presentare proposte e valutati da una apposita task
force della Comunità dell'energia in base a un insieme di criteri molto
simili a quelli usati per i progetti di interesse comune (sicurezza dell'approvvigionamento,
integrazione dei mercati, rafforzamento della concorrenza e agevolazione dell'uso
di energie rinnovabili). Stante l'importanza geostrategica delle sue Parti
contraenti e i costanti progressi verso l'integrazione nel mercato interno dell'energia,
la Comunità dell'energia ha un ruolo di primo piano nella pianificazione delle
infrastrutture dell'Unione. La decisione del Consiglio dei ministri in merito
all'elenco di progetti di interesse per la Comunità dell'energia costituirà l'indispensabile
avallo politico che ne faciliterà il trattamento normativo e darà un segnale
positivo ai potenziali investitori. Portare a compimento i progetti di
interesse per la Comunità dell'energia è cruciale per l'apertura dei mercati,
la sicurezza dell'approvvigionamento e la sostenibilità in un'area più ampia. Nel maggio 2012 è stata creata la piattaforma MED-TSO
destinata alla cooperazione tra i gestori delle reti di trasmissione intorno al
Mediterraneo: lo scopo è una migliore collaborazione ai fini dell'elaborazione
di un piano generale per lo sviluppo di una rete meridionale integrata e per
collegare tra loro i sistemi dell'elettricità su entrambe le sponde del
Mediterraneo lungo tre rotte che attraversano il Mediterraneo occidentale,
centrale e orientale. Questo Piano infrastrutturale generale, in cui sarà
individuata una serie di progetti infrastrutturali prioritari funzionali all'obiettivo
di una maggiore integrazione dei sistemi dell'elettricità nel Mediterraneo,
sarà presentato alla riunione ministeriale euromediterranea sull'energia che si
terrà nel dicembre 2013. (a)
Le altre priorità per l'elettricità Nel settore dell'elettricità restano
necessari ulteriori progetti e sviluppi tecnologici nei settori seguenti: –
potenziamento del grado di interconnessione tra la Penisola
iberica e il resto del continente per trarre i massimi benefici da un'assegnazione
ottimale della produzione di elettricità da fonti rinnovabili. A più lungo
termine occorrerà esplorare ulteriori connessioni con i paesi nordafricani; –
attuazione del Piano di interconnessione del
mercato energetico del Baltico mediante la futura sincronizzazione
del sistema elettrico baltico con il sistema di trasmissione di elettricità
(REGST-E); –
ulteriore espansione di una rete offshore
veramente magliata nei mari settentrionali. Mentre l'attuale elenco di
progetti di interesse comune comprende circa 20 interconnettori e i relativi
rafforzamenti interni, esiste una sola piattaforma off-shore pronta ad essere
collegata alla rete: questo significa che servono investimenti preliminari che
fungano da precursori della futura rete off-shore integrata. Le grandi industrie
del settore stanno già affrontando i relativi problemi tecnologici in questa
regione. Restano ancora da affrontare la progettazione e il coordinamento dello
sviluppo e della gestione della futura rete interconnessa e delle soluzioni di
stoccaggio, come pure le soluzioni normative e finanziarie appropriate. A più
lungo termine occorrerà prendere in considerazione anche le abbondanti risorse
di stoccaggio geotermiche in Islanda; –
sarà necessario trasportare quantità sempre più
ingenti di elettricità su distanze sempre più lunghe all'interno e al di fuori
dell'Europa. In futuro resta di importanza cruciale eliminare o impedire le
strozzature attraverso la costruzione di autostrade elettriche di alta
capacità. Tali autostrade elettriche dovrebbero comprendere tratte al di fuori
dei confini dell'Unione, che colleghino all'Unione la Comunità dell'energia, la
Turchia, la Russia e i paesi del Mediterraneo orientale e dell'Africa
settentrionale, e a più lungo termine anche collegamenti per l'importazione di
elettricità dalla regione subsahariana, il tutto tenendo conto anche dei
possibili sviluppi sul piano della produzione distribuita e della gestione
della domanda. Se alcuni progetti di interesse comune (come le connessioni
nord-sud in Germania) si possono considerare precursori in questo settore
prioritario, resta da risolvere l'aspetto della progettazione e dello sviluppo
coordinato delle autostrade elettriche all'interno dell'Unione e delle connesse
sfide tecnologiche; –
nel primo round di progetti di interesse comune
sono stati individuati solo due progetti relativi a reti elettriche
intelligenti, che ampliano in maniera intelligente la zona di consumo per
farla corrispondere meglio all'energia prodotta e dimostrare che è possibile
allentare la tensione nel sistema elettrico grazie alla collaborazione tra
gestori dei sistemi di distribuzione e di trasporto superando i confini
nazionali. Per gli sviluppatori di reti intelligenti, che finora restano
orientati al livello locale e concentrati sulla distribuzione, sarà una nuova
sfida quella di creare una collaborazione verticale (cioè tra il livello della
distribuzione e della trasmissione) valicando al tempo stesso i confini
nazionali. Occorrerà più determinazione nello sviluppo di tecnologie per le
reti intelligenti, perché queste reti possono dare risultati promettenti a
livello di gestione della produzione variabile e distribuita di energia da
fonti rinnovabili, in quanto offrono nuovi servizi sul fronte dei consumatori e
sono quindi complementari alle infrastrutture tradizionali. Il programma di ricerca e innovazione
Orizzonte 2020 comprende attività destinate ad agevolare lo sviluppo di una
rete paneuropea dell'elettricità. Tali attività sono state progettate e saranno
condotte in stretta sinergia con la politica unionale delle infrastrutture dell'elettricità
e affronteranno, tra l'altro, le sfide tecnologiche poste dai fabbisogni
infrastrutturali di medio e lungo termine, in particolare: lo sviluppo, la
dimostrazione e l'adozione, da parte del mercato, di tecnologie di rete
innovative a sostegno della realizzazione del corridoio prioritario della rete
offshore nei mari del Nord, delle autostrade elettriche e delle reti
intelligenti. Il Meccanismo per collegare l'Europa potrà felicemente
contribuire all'espansione di tali tecnologie su scala industriale. (b)
Le altre priorità per il gas Nel settore del gas l'obiettivo a lungo
termine resta quello di un'infrastruttura del gas sufficientemente
diversificata in grado di agevolare un approvvigionamento sicuro dell'Unione secondo
condizioni-quadro favorevoli. Se gli investimenti nell'ambito degli attuali
progetti di interesse comune possono coprire nel complesso i fabbisogni
infrastrutturali a lungo termine, sarà comunque necessaria una serie di ampliamenti: –
in Europa è necessario continuare a diversificare
le fonti di approvvigionamento e ampliare il Corridoio meridionale del gas
ai fini di un'ulteriore diversificazione dei fornitori di gas soprattutto nell'Europa
sudorientale e del conseguimento dell'obiettivo politico di medio termine di
coprire circa il 10% della domanda europea con importazioni dalla regione del
Mar Caspio e del Medio Oriente; –
occorre rafforzare la flessibilità del
sistema del gas per rispondere alle esigenze di usi variabili, anche
sviluppando un numero maggiore di terminali e di infrastrutture di stoccaggio
di GNL; –
in Europa è necessario promuovere la produzione locale
e come primo passo valutare un ricorso più sistematico alle fonti di energia
interne on-shore e off-shore ai fini del loro sfruttamento sicuro, sostenibile
ed efficace sotto il profilo dei costi, che si tratti di nuovi giacimenti nel
Mediterraneo orientale, di biogas o di fonti non convenzionali, purché siano
rispettate le norme più severe imposte dalla legislazione dell'Unione in
materia ambientale. È opportuno mantenere aperte tutte le opzioni di trasporto
del gas dal Mediterraneo orientale all'Unione, tra cui quelle indicate dai
progetti di interesse comune già individuati che consistono nel portare in
Europa il gas da Cipro come GNL oppure con un gasdotto. Si devono prendere in
considerazione e valutare tutte le rotte possibili, sia dal punto di vista
della sicurezza energetica che da quello dei rispettivi costi e benefici
economici. (c)
Reti di trasporto di biossido di carbonio a
più lungo termine Grazie alle favorevoli condizioni di mercato
per il carbone e l'uso del carbone per la produzione di energia elettrica la
quota del carbone nel mix energetico dell'Unione sta di nuovo aumentando. Gli
ultimi sviluppi nel campo della cattura e dello stoccaggio del carbonio sono
meno incoraggianti perché molti progetti in questo campo sembrano in una fase
di stallo a causa di condizioni economiche sfavorevoli. L'Unione dovrebbe
proseguire gli sforzi per sviluppare una visione paneuropea relativa a una rete
di trasporto di biossido di carbonio e per individuare una prima serie di
progetti transnazionali anche in cooperazione con la Norvegia. Le prossime tappe verso la realizzazione della visione a più lungo termine per le infrastrutture: • preparare l'individuazione di progetti di interesse comune in vista del riesame dell'elenco dell'Unione nel 2015 e successivamente • portare avanti il dibattito con i paesi limitrofi in merito all'ulteriore integrazione delle reti e ai quadri normativi adeguati, in particolare nel quadro della Comunità dell'energia e della piattaforma MED-TSO • garantire un sostegno adeguato ai progetti di interesse per la Comunità dell'energia e ad altri progetti ritenuti di interesse reciproco nell'ambito dei pertinenti quadri finanziari dell'Unione • esplorare il modo migliore per dare attuazione al concetto di progetti di interesse reciproco 4. Conclusioni Questo primo elenco di progetti di interesse
comune rappresenta solo un primo passo nell'ambito di una visione a più lungo
termine per le infrastrutture. L'Unione, insieme ai paesi dello Spazio
economico europeo, dovrebbe adoperarsi per completare il mercato unico dell'energia,
eliminare le barriere alla trasmissione dell'energia, compresa l'energia
prodotta da fonti rinnovabili, pur mantenendo inalterate le proprie norme
elevate di sicurezza dell'approvvigionamento. L'Unione ha però una visione dell'energia,
e quindi delle infrastrutture energetiche, che va ben al di là dei confini del
mercato interno. È importante portare avanti una stretta cooperazione con
la Comunità dell'energia, con i paesi limitrofi e con partner strategici sul
piano energetico per sviluppare progetti di interesse reciproco. Gli strumenti
per farlo esistono (terzo pacchetto e orientamenti RTE‑E): tutti gli
obiettivi si possono raggiungere passo dopo passo con un quadro stabile e
attrattivo di lungo periodo per gli investimenti nelle infrastrutture. Allegato I –
CORRIDOI E AREE PRIORITARI DELL'INFRASTRUTTURA ENERGETICA[10] 1. CORRIDOI PRIORITARI DELL'ELETTRICITÀ 1) Rete offshore nei mari del Nord ("Northern
Seas offshore grid, NSOG"): sviluppo della rete elettrica offshore
integrata e relativi interconnettori nel Mar del Nord, nel Mare d'Irlanda,
nella Manica, nel Mar Baltico e nelle acque confinanti per trasportare elettricità
dalle fonti di energia rinnovabili offshore ai centri di consumo e stoccaggio e
per aumentare lo scambio di elettricità transfrontaliero. 2) Interconnessioni di elettricità nord-sud
nell'Europa occidentale ("NSI West Electricity"): interconnessioni
tra gli Stati membri della regione e con l'area del Mediterraneo, compresa la
Penisola Iberica, in particolare per integrare l'elettricità proveniente da
fonti di energia rinnovabili e consolidare le infrastrutture di rete interne al
fine di promuovere l'integrazione del mercato nella regione. 3) Interconnessioni di elettricità nord-sud
nell'Europa centro-orientale e sud-orientale ("NSI East Electricity"):
interconnessioni e linee interne nelle direzioni nord-sud ed est-ovest per
completare il mercato interno e integrare la produzione a partire da fonti di
energia rinnovabili. 4) Piano di interconnessione del mercato
energetico del Baltico nell'elettricità (Baltic Energy Market Interconnection
Plan – "BEMIP elettricità"): interconnessioni tra gli Stati membri
nella regione del Baltico e consolidamento delle infrastrutture di rete interne
di conseguenza, per porre fine all'isolamento degli Stati baltici e promuovere
l'integrazione del mercato adoperandosi, tra l'altro, per l'integrazione dell'energia
rinnovabile nella regione. 2. CORRIDOI PRIORITARI DEL GAS 5) Interconnessioni del gas nord-sud nell'Europa
occidentale ("NSI West Gas"): infrastruttura del gas per i flussi del
gas nord-sud nell'Europa occidentale, al fine di diversificare ulteriormente le
rotte di approvvigionamento, e per aumentare l'erogabilità del gas a breve
termine. 6) Interconnessioni del gas nord-sud nell'Europa
centro-orientale e sud-orientale ("NSI East Gas"): infrastruttura del
gas per i collegamenti regionali tra la regione del Mar Baltico, l'Adriatico e
il Mar Egeo, il Mediterraneo orientale e il Mar Nero e al loro interno, nonché
per aumentare la diversificazione e la sicurezza dell'approvvigionamento di
gas. 7) Corridoio meridionale del gas (Southern Gas
Corridor, "SGC"): infrastruttura per la trasmissione del gas dal
Bacino del Mar Caspio, dall'Asia Centrale, dal Medio Oriente e dal Bacino del
Mediterraneo orientale all'Unione europea per aumentare la diversificazione
dell'approvvigionamento di gas. 8) Piano di interconnessione del mercato
energetico del Baltico nel gas ("BEMIP gas"): infrastruttura del gas
per porre termine all'isolamento dei tre Stati baltici e della Finlandia e alla
loro dipendenza da un unico fornitore, per consolidare le infrastrutture di
rete interne di conseguenza e per aumentare la diversificazione e la sicurezza
degli approvvigionamenti nella regione del Mar Baltico. 3. CORRIDOIO PRIORITARIO DEL PETROLIO 9) Connessioni di approvvigionamento del
petrolio nell'Europa centro-orientale ("Oil supply connections, OSC"):
interoperabilità della rete di oleodotti in Europa centro-orientale per
aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento e ridurre i rischi ambientali. 4. AREE TEMATICHE PRIORITARIE 10) Sviluppo di reti intelligenti: adozione
delle tecnologie di rete intelligenti nell'intero territorio dell'Unione
europea per integrare in maniera efficiente il comportamento e le azioni di
tutti gli utenti collegati alla rete elettrica, in particolare la produzione di
grandi quantità di elettricità a partire da fonti di energia rinnovabili o
distribuite e la risposta alla domanda dei consumatori. 11) Autostrade elettriche: prime autostrade
elettriche entro il 2020, in vista della costruzione di un sistema di
autostrade elettriche in tutta l'Unione europea in grado di: a) integrare il surplus di produzione eolica
in continua crescita nei mari del Nord e nel Mar Baltico e nelle zone
circostanti e accrescere la produzione di energia rinnovabile in Europa
orientale e meridionale, nonché nell'Africa settentrionale; b) collegare questi nuovi centri di produzione
con le principali capacità di stoccaggio nei paesi nordici, nelle Alpi e in
altre regioni e con i principali centri di consumo, nonché c) far fronte a un'offerta di elettricità
sempre più variabile e decentrata e a una domanda sempre più flessibile. 12) Rete transfrontaliera per il trasporto di
biossido di carbonio: sviluppo di un'infrastruttura di trasporto del biossido
di carbonio tra gli Stati membri e con i paesi terzi confinanti in vista della
realizzazione della cattura e dello stoccaggio del biossido di carbonio. Allegato II - Carte dei progetti di
interesse comune Allegato
III - Obiettivo di interconnessione del 10% prima e dopo l'attuazione dei
progetti di interesse comune Allegato III -
Diversificazione delle fonti di approvvigionamento prima e dopo l'attuazione
dei progetti di interesse comune nel campo del gas Numero
di fonti di approvvigionamento a cui un paese può teoricamente accedere
attraverso le infrastrutture (quota di almeno 5%) Fonti di approvvigionamento: Azerbaigian,
Algeria, Libia, Norvegia, Russia, produzione nazionale, per semplificazione il
GNL è indicato come fonte unica, ma lo schema indica i paesi che hanno accesso
al GNL. Il presente grafico non pregiudica i contratti commerciali eventuali. Fonte: ENTSO-G TYNDP 2013, Commissione Allegato IV - Rispetto della norma
infrastrutturale N-1 prima e dopo l'attuazione dei progetti di interesse comune Riferimento: articolo 9 del regolamento
(UE) n. 994/2010 [1] Regola N-1, regolamento (UE) n. 994/2010, GU L 295 del
12.11.2010, pag. 1. [2] Study on the Benefits of an integrated European
energy market, 2013, Booz&Co;
http://ec.europa.eu/energy/infrastructure/studies/doc/20130902_energy_integration_benefits.pdf [3] COM(2010) 677 definitivo. [4] Regolamento (UE) n. 347/2013, GU L 115 del 25.4.2013,
pag. 39. [5] Cfr. allegato I. [6] COM(2011) 539 definitivo. [7] C(2013) 6766 final. [8] http://ec.europa.eu/energy/infrastructure/pci/doc/20130724_pci_guidance.pdf [9] Study on the Benefits of an integrated European energy
market, 2013, Booz&Co. [10] Estratto dell'allegato I del regolamento RTE-E (UE)
n. 347/2013.