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Document 61995CC0391

Conclusioni dell'avvocato generale Léger del 10 giugno 1997.
Van Uden Maritime BV, che agisce in giudizio con la denominazione Van Uden Africa Line contro Kommanditgesellschaft in Firma Deco-Line e a.
Domanda di pronuncia pregiudiziale: Hoge Raad - Paesi Bassi.
Convenzione di Bruxelles - Clausola compromissoria - Pagamento provvisorio - Nozione di provvedimenti provvisori.
Causa C-391/95.

Raccolta della Giurisprudenza 1998 I-07091

ECLI identifier: ECLI:EU:C:1997:288

61995C0391

Conclusioni dell'avvocato generale Léger del 10 giugno 1997. - Van Uden Maritime BV, che agisce in giudizio con la denominazione Van Uden Africa Line contro Kommanditgesellschaft in Firma Deco-Line e a. - Domanda di pronuncia pregiudiziale: Hoge Raad - Paesi Bassi. - Convenzione di Bruxelles - Clausola compromissoria - Pagamento provvisorio - Nozione di provvedimenti provvisori. - Causa C-391/95.

raccolta della giurisprudenza 1998 pagina I-07091


Conclusioni dell avvocato generale


1 Il rinvio pregiudiziale, effettuato ai sensi dell$art. 3 del Protocollo 3 giugno 1971 (1) dallo Hoge Raad dei Paesi Bassi, vi indurrà sicuramente ad affrontare diverse questioni di principio relative alla Convenzione di Bruxelles 27 settembre 1968, concernente la competenza giurisdizionale e l$esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale (2), come modificata dalla Convenzione di adesione del 1978 (3) (in prosieguo: la «Convenzione» o la «Convenzione di Bruxelles»). In particolare, vi si chiede di interpretare gli artt. 1, secondo comma, punto 4, 5, punto 1, e 24 della Convenzione, con risvolti che possono andare ampiamente al di là della presente causa.

2 Questa si presenta nel modo seguente.

I - Quadro fattuale e procedurale

3 Le società Van Uden Maritime (in prosieguo: la «Van Uden» oppure «l'attrice nel procedimento principale»), con sede in Rotterdam (Paesi Bassi), e la Kommanditgesellschaft in Firma Deco-Line, Peter Determann (in prosieguo: la «Deco-Line» oppure la «convenuta nel procedimento principale»), con sede in Amburgo (Germania), stipulavano nel marzo 1993 uno «slot/space charter agreement» (contratto per il noleggio della capacità di carico). Per effetto di tale contratto, la Van Uden si impegnava a mettere a disposizione della Deco-Line una capacità di carico a bordo di navi gestite su un servizio di linea marittimo, dietro pagamento di un corrispettivo per il nolo (calcolato secondo le tariffe convenute tra le parti).

4 La Deco-Line lasciava inevase alcune fatture, per cui l$altra parte contraente, come previsto nel contratto, dava corso, in Olanda, ad un procedimento arbitrale.

5 Il giudice nazionale ha precisato al riguardo (4) che la Deco-Line non possiede in questo paese beni patrimoniali assoggettabili ad esecuzione.

6 La Van Uden, richiamandosi al fatto che la Deco-Line indugiava nella nomina degli arbitri e che il ritardo nel pagamento delle sue fatture comportava notevoli problemi quanto alla sua liquidità, introduceva il presente procedimento sommario dinanzi al Rechtbank di Rotterdam, al fine di ottenere il recupero di quattro dei crediti esigibili ai sensi del contratto. Chiedeva, in via principale, un importo di 830 919,13 DM, maggiorato degli interessi legali, e , in subordine, un anticipo sulla somma richiesta, pari a 404 923,29 DM.

7 La Deco-Line contestava la competenza del giudice olandese, in favore di quella dei giudici tedeschi, desunta dalla competenza generale in linea di principio riconosciuta, ai sensi dell$art. 2, primo comma, della Convenzione di Bruxelles, ai giudici dello Stato nel quale il convenuto ha il proprio domicilio. In subordine, contestava il carattere urgente della procedura.

8 Il Presidente respingeva innanzitutto l$eccezione di incompetenza. Ritenendo che un procedimento sommario, come quello di cui veniva investito, dovesse essere considerato diretto alla pronuncia di un «provvedimento provvisorio», ai sensi dell$art. 24 della Convenzione, ne deduceva che la propria competenza non doveva basarsi sulle regole stabilite, in via di principio, agli artt. da 2 a 18 della Convenzione, e che esso risultava competente secondo il proprio diritto nazionale.

9 L$art. 126, n. 3, del codice di procedura civile olandese (in prosieguo: il «CPC») rende in effetti competente il giudice del domicilio dell$attore a conoscere di una domanda contro il convenuto di cui non siano noti nei Paesi Bassi né il domicilio né la residenza, purché esistano criteri minimi di collegamento con l$ordinamento giuridico olandese. Il giudice olandese ha ritenuto che tale ultima condizione venisse rispettata nel caso di specie per due motivi. In primo luogo, la Deco-Line prende parte agli scambi commerciali internazionali e, a questo titolo, assume nei Paesi Bassi crediti che potrebbero essere assoggettati in questo paese all$esecuzione forzata di un$eventuale sentenza di condanna nei suoi confronti. In secondo luogo, siffatta sentenza potrebbe comunque essere eseguita in Germania.

10 Inoltre, il Presidente ha ritenuto che il fatto che le parti abbiano convenuto di ricorrere all$arbitrato nei Paesi Bassi nulla toglierebbe alla competenza che gli è riconosciuta dal diritto olandese, ai sensi dell$art. 1022, n. 2, del CPC, che così recita:

«La clausola compromissoria non impedisce che una parte chieda al giudice ordinario un provvedimento cautelare o chieda un provvedimento sommario al presidente del Tribunale ai sensi dell$art. 289 (...)».

11 Con ordinanza provvisoriamente esecutiva 21 giugno 1994, il Presidente accoglieva la domanda della Van Uden per un importo di 377 625,35 DM, maggiorato degli interessi legali.

12 Adito in appello, il Gerechtshof dell'Aia disconosceva, per contro, la competenza del giudice olandese ed annullava l'ordinanza impugnata, con sentenza 11 ottobre 1994.

13 Secondo detto giudice, anche se l$art. 24 della Convenzione effettivamente permette al Presidente di basare la propria competenza sull$art. 126, n. 3, del CPC - le cui condizioni d$applicazione sarebbero in linea di massima soddisfatte nel caso di specie -, tale competenza è tuttavia sottoposta alla ulteriore condizione che la causa presenti sufficienti criteri di collegamento con l$ordinamento giuridico olandese. Orbene, nell'ambito della Convenzione di Bruxelles, il giudice d$appello ha ritenuto soddisfatta quest$ultima condizione soltanto ove l$ordinanza del giudice dei provvedimenti provvisori sia idonea a produrre i propri effetti nell$ambito della sua giurisdizione e possa ivi essere portata ad esecuzione. Il sistema creato dalla Convenzione implicherebbe che detta condizione sia rispettata anche se la competenza del giudice potesse ugualmente derivare, come nel caso di specie, dall$art. 5, punto 1, della Convenzione (nella misura in cui la domanda della Van Uden tenda al pagamento di una somma di denaro ed in cui il luogo di esecuzione di tale obbligazione contrattuale sia situato nei Paesi Bassi). Orbene, secondo il Gerechtshof, la mera possibilità che la Deco-Line acquisisca in futuro beni patrimoniali sul territorio olandese è a tal proposito insufficiente.

14 La Van Uden ha proposto ricorso per cassazione. Lo Hoge Raad, ritenendo necessario che venisse precisata l$interpretazione delle disposizioni della Convenzione cui si faceva riferimento, ha sospeso il procedimento e ha sottoposto alla Corte le seguenti questioni pregiudiziali:

«1) Nell$ipotesi in cui l$obbligazione di pagare il debito nascente da un contratto debba essere eseguita in uno degli Stati contraenti e il creditore, al fine di chiedere l$adempimento di detta obbligazione, possa quindi citare ai sensi dell$art. 5, punto 1, della Convenzione dinanzi ai giudici di tale Stato il debitore moroso nonostante che questi sia domiciliato nel territorio di un altro Stato contraente, se i giudici del primo Stato siano al tempo stesso (senz$altro) competenti a conoscere di una domanda presentata in un procedimento sommario dal creditore nei confronti del suo debitore e intesa a far condannare quest$ultimo con provvedimento provvisoriamente esecutivo al pagamento di quanto, con molta probabilità, a parere del giudice del procedimento sommario, è da lui dovuto al creditore, ovvero se a proposito della competenza del giudice del procedimento sommario sussistano ulteriori condizioni, come, ad esempio, quella secondo cui il provvedimento richiesto al giudice del procedimento sommario deve essere (o poter essere) produttivo di effetti nello Stato contraente interessato.

2) Se ai fini della soluzione della questione n. 1 implichi una differenza il fatto che l$accordo tra le parti contenga una clausola compromissoria e, in caso affermativo, se sia rilevante il luogo dell$arbitrato risultante da tale clausola.

3) Qualora la questione n. 1 debba essere risolta nel senso che ai fini della competenza del giudice del procedimento sommario sussiste al tempo stesso la condizione che il provvedimento richiesto deve essere (o poter essere) produttivo di effetti nello Stato contraente considerato, se si debba con ciò intendere che il provvedimento di condanna richiesto debba essere ivi messo in esecuzione e sia di conseguenza necessario che tale condizione sia soddisfatta al momento di proporre la domanda nel procedimento sommario, ovvero se sia sufficiente la previsione che detta condizione si realizzerà in futuro.

4) Se la possibilità prevista nell'art. 289 e ss. del codice di procedura civile olandese di chiedere al Presidente dell$Arrondissementsrechtbank, per motivi di assoluta urgenza, un provvedimento provvisorio immediato, rientri nel concetto di "provvedimenti provvisori o cautelari" ai sensi dell$art. 24 della Convenzione.

5) Se ai fini della soluzione della questione n. 4 implichi una differenza il fatto che sia già pendente o possa essere promossa una causa di merito e, in caso affermativo, se nella specie abbia influenza il fatto che era pendente un arbitrato.

6) Se ai fini della soluzione della questione n. 4 implichi una differenza il fatto che il provvedimento richiesto nel procedimento sommario sia una condanna a adempiere un obbligo di pagamento, come indicato nella questione n. 1.

7) In caso di soluzione affermativa della questione n. 4, nell$ipotesi in cui "in forza della [qui considerata] Convenzione la competenza a conoscere nel merito [sia] riconosciuta al giudice di un altro Stato contraente", se l$art. 24 e, in particolare, il rinvio ivi operato ai "provvedimenti provvisori previsti dalla legge di uno Stato contraente", debba essere inteso nel senso che il giudice del procedimento sommario è (senz$altro) competente, quando la competenza gli viene riconosciuta dalle pertinenti norme del proprio diritto nazionale, anche in presenza delle norme indicate nell$art. 3, n. 2, della Convenzione, ovvero se, in quest$ultimo caso, la sua competenza è subordinata al realizzarsi di ulteriori condizioni, ad esempio, che il provvedimento richiesto al giudice del procedimento sommario sia (o possa essere) produttivo di effetti nello Stato contraente considerato.

8) Qualora la questione n. 7 debba essere risolta nel senso che ai fini della competenza del giudice del procedimento sommario sussiste al tempo stesso la condizione che il provvedimento richiesto sia (o possa essere) produttivo di effetti nello Stato contraente considerato, se con ciò si debba intendere che il provvedimento di condanna richiesto debba poter essere ivi messo in esecuzione e sia di conseguenza necessario che tale condizione sia soddisfatta al momento di proporre la domanda nel procedimento sommario, ovvero se sia sufficiente la previsione che detta condizione si realizzerà in futuro».

II - Quadro giuridico

A - Norme rilevanti della Convenzione di Bruxelles

15 Il campo di applicazione ratione materiae della Convenzione (titolo I) si estende, ai sensi del suo art. 1, alla materia civile e commerciale. Ne sono esclusi, in base al secondo comma di tale articolo:

«1. lo stato e la capacità delle persone fisiche, il regime patrimoniale fra coniugi, i testamenti e le successioni;

2. i fallimenti, i concordati ed altre procedure affini;

3. la sicurezza sociale;

4. l$arbitrato».

16 Capi di competenza diversi (titolo II) permettono di determinare quale giudice può essere validamente adito, mentre una competenza generale di principio è riconosciuta al foro del domicilio del convenuto (art. 2). Quest$ultimo non può vedersi eccepire, ai sensi dell$art. 3, n. 2, i «fori esorbitanti», e precisamente «nei Paesi Bassi: l$art. 126, terzo comma, e l$art. 127 del codice di procedura civile (Wetboek van Burgerlijke Rechtsvordering)».

17 In base alle «competenze speciali» (sezione 2 del titolo II), sono previste altre regole, che possono essere preferite dall$attore a quella dell$art. 2 in ragione di un criterio di collegamento stretto che unisce un certo tribunale a una controversia. Pertanto, ai sensi dell$art. 5, punto 1:

«Il convenuto domiciliato nel territorio di uno Stato contraente può essere citato in un altro Stato contraente:

1. in materia contrattuale, davanti al giudice del luogo in cui l$obbligazione dedotta in giudizio è stata o deve essere eseguita (...)».

18 Infine, i «provvedimenti provvisori e cautelari» costituiscono l$oggetto dell$art. 24 della Convenzione, unica disposizione della sezione 9 del titolo II. Detto articolo autorizza il giudice che non è competente a conoscere del merito ad adottare tali provvedimenti, nell$ambito delle materie coperte dalla Convenzione, qualora l$attore scelga di indirizzarsi a lui piuttosto che al giudice di un altro Stato contraente, competente a conoscere del merito. I provvedimenti che potranno venire adottati saranno quelli previsti dalla legge dello Stato cui appartiene il giudice adito.

B - Diritto nazionale

19 Il procedimento sommario, conosciuto con il nome di «kort geding», è disciplinato dall$art. 289 e ss. del CPC.

20 La Commissione ne dà le seguenti indicazioni (5):

«Si tratta di una richiesta di provvedimenti provvisori rivolta al Presidente dell$Arrondissementsrechtbank. Il procedimento sommario è molto utilizzato in Olanda. Il carattere dell$urgenza che presiede al procedimento sommario è applicato in maniera molto elastica. Benché il procedimento sommario sbocchi nella concessione o nel diniego dei provvedimenti provvisori richiesti, una decisione resa nell$ambito di un procedimento sommario è sovente considerata definitiva dalle parti, nel senso che nessuna procedura relativa al merito viene intrapresa. In un primo tempo, la domanda di provvedimenti urgenti poteva avere ad oggetto soltanto misure di ingiunzione, ma, da un certo momento in poi, lo Hoge Raad ha ammesso anche, entro certi limiti, le domande riguardanti somme di denaro. E$ così che è divenuto possibile ottenere in via d$urgenza un anticipo sul pagamento del credito, purché la validità di tale credito non sia contestabile o non lo sia in pratica».

21 Benché il Governo olandese non abbia presentato osservazioni nel corso della presente procedura, ci si può ugualmente riferire alle informazioni da esso fornite nell$ambito della causa che ha dato luogo alla vostra sentenza 31 marzo 1982, causa 25/81, W./H. (Racc. pag. 1189):

«(...) il Governo olandese indica che il procedimento sommario è uno strumento destinato a disciplinare casi urgenti, il quale ha, se non carattere cautelare, quanto meno, in ogni caso, carattere provvisorio. Esso aggiunge che tale carattere provvisorio delle decisioni emesse su domanda di provvedimenti urgenti, ai sensi dell$art. 289 del codice di procedura civile olandese, è espresso nell$art. 292 del codice di procedura civile, il quale dispone che: "I provvedimenti sommari non pregiudicano l$esito della causa principale"» (6).

III - Le soluzioni delle questioni

22 Dalla lettura dell$ordinanza di rinvio emerge che il giudice olandese prospetta, in sostanza, due sistemi possibili attraverso i quali stabilire, in base alla Convenzione, la competenza del Presidente nel procedimento sommario: da un lato (questioni 1-3), l$art. 5, punto 1 (che contempla la possibilità di un foro speciale per le controversie relative ad obbligazioni in materia contrattuale); dall$altro (questioni 4-8), l$art. 24 (che istituisce una regola di competenza speciale per i provvedimenti provvisori o cautelari).

23 In entrambi i casi, il giudice si chiede più precisamente se la competenza del giudice del procedimento sommario sia subordinata alla condizione che la decisione che questi adotterà produca i propri effetti nell$ambito della sua giurisdizione e, in tale prospettiva, se detta condizione debba essere soddisfatta al momento della presentazione della domanda, o se sia sufficiente che possa semplicemente realizzarsi in un secondo momento.

24 In relazione a queste due ipotesi, il giudice chiede anche, in particolare, se rilevi il fatto che la causa di cui è stato investito sia assoggettata ad arbitrato (questioni 2 e 5).

25 Mi propongo di affrontare le questioni formulate da tre successivi punti di vista, corrispondenti alle tre disposizioni della Convenzione di Bruxelles sulle quali il giudice di rinvio ha imperniato le proprie questioni: gli artt. 1, secondo comma, punto 4, 5, punto 1, e 24.

A - Osservazione preliminare sull$applicabilità della Convenzione di Bruxelles nonostante l$esistenza di una clausola compromissoria

26 E$ necessario, in via preliminare, stabilire se l$esistenza di una clausola compromissoria produca l$effetto di escludere un procedimento, come quello del caso di specie, dal campo di applicazione della Convenzione, ai sensi dell$art. 1, secondo comma, punto 4.

27 Le osservazioni scritte presentate alla Corte dalle parti nel procedimento principale, dal governo tedesco e dal Regno Unito, nonché dalla Commissione, prendono in considerazione tale aspetto attraverso l$esame delle questioni 2 e 5, benché tali due questioni non riguardino direttamente tale problematica. La clausola compromissoria e la procedura arbitrale sono in effetti menzionate dal giudice di rinvio più - a quanto pare - per valutare la loro incidenza sulla possibilità che la decisione eventualmente resa dal giudice adito esplichi i propri effetti sul territorio dello Stato del foro, piuttosto che per verificare se la loro esistenza sia tale da escludere l$applicazione della Convenzione.

28 E$ del resto sintomatico che mai nel corso del procedimento nazionale l$incompetenza del giudice olandese adito sia stata eccepita in ragione dell$esistenza della clausola compromissoria. L$eccezione d$incompetenza sollevata dal convenuto nel procedimento principale dinanzi al giudice dei provvedimenti sommari mirava a veder dichiarata, in applicazione delle regole della Convenzione, la competenza generale, in via di principio, dei giudici tedeschi nella giurisdizione dei quali il convenuto ha il proprio domicilio. Il meccanismo della clausola compromissoria non veniva invocato, e soltanto in via incidentale, a quanto sembra, il giudice d$appello ha esaminato d$ufficio tale questione, alla luce delle disposizioni applicabili del proprio diritto nazionale.

1. Sull$art. 17 della Convenzione

29 Tale constatazione induce ad un$osservazione preliminare. Le osservazioni presentate in ordine all$effetto della clausola compromissoria nel caso di specie sono state tutte basate sull$interpretazione dell$art. 1, secondo comma, punto 4, della Convenzione. Mi sembra tuttavia opportuno escludere immediatamente una tesi che, seppure non esaminata nel corso della presente procedura, potrebbe peraltro rivelarsi interessante.

30 Si potrebbe in effetti essere tentati di considerare la clausola compromissoria convenuta tra le parti come una proroga volontaria di giurisdizione ai sensi dell$art. 17 della Convenzione, che recita:

«Qualora le parti, di cui almeno una domiciliata nel territorio di uno Stato contraente, abbiano convenuto la competenza di un giudice o dei giudici di uno Stato contraente a conoscere delle controversie, presenti o future, nate da un determinato rapporto giuridico, la competenza esclusiva spetta al giudice o ai giudici di quest$ultimo Stato contraente (...)».

31 Senza pronunciarmi sul punto se una clausola attributiva di competenza a un organo arbitrale debba considerarsi come una clausola che attribuisce giurisdizione «al giudice o ai giudici di uno Stato contraente» ai sensi di tale disposizione, e dunque se l$art. 17 si applichi al caso di specie, basta notare che, all$occorrenza, le disposizioni della Convenzione non verrebbero per questo messe fuori gioco.

32 Ci troveremmo, in effetti, di fronte ad un$alternativa.

33 Si può equiparare detta ipotesi a quella, ravvisata dalla dottrina, di una clausola attributiva di giurisdizione ad un giudice di uno Stato terzo, o di una clausola che non risponde alle condizioni previste dall$art. 17. Qualora, dunque, in tal caso, non sia più la Convenzione di Bruxelles a permettere di definire la portata di siffatta clausola, ma piuttosto il diritto interno di ciascuno Stato, spetta alla lex fori stabilire se, eventualmente, l$effetto della clausola debba essere escluso (7) . Orbene, è in applicazione delle disposizioni del proprio diritto interno (art. 1022, n. 2, del CPC) che il giudice adito ha escluso nel caso di specie l$operatività della clausola controversa.

34 Oppure, si equipara puramente e semplicemente l$organo arbitrale designato a «un giudice o ai giudici di uno Stato contraente» ai sensi dell$art. 17. In tal caso, però, la comparizione volontaria del convenuto nel caso di specie e l$assenza di contestazioni, a vantaggio della competenza del tribunale arbitrale, costituirebbero una proroga tacita di giurisdizione ai sensi dell$art. 18 della Convenzione (8), a tenore del quale:

«Al di fuori dei casi in cui la sua competenza risulti da altre disposizioni della presente Convenzione, il giudice di uno Stato contraente davanti al quale il convenuto è comparso è competente. Tale norma non è applicabile se la comparizione avviene solo per eccepire l$incompetenza o se esiste un$altra giurisdizione esclusivamente competente ai sensi dell$articolo 16».

35 Come si vede, in ogni caso, quand$anche fosse stato invocato l$art. 17 della Convenzione, quest$ultima sarebbe comunque applicabile. Inoltre, occorrerebbe naturalmente che la controversia rientri nell$ambito di applicazione ratione materiae della Convenzione. Si ritorna così al problema sollevato dalla clausola compromissoria sotto il profilo dell$art. 1, secondo comma, punto 4, della Convenzione.

2. Sull$art. 1, secondo comma, punto 4, della Convenzione

36 Anche se l$esame di tale aspetto della procedura non è stato - come abbiamo visto - espressamente affrontato dal giudice del rinvio, esso non può per questo essere trascurato, dal momento che, se si dovesse ritenere esclusa l$applicazione della Convenzione per l$esistenza della clausola compromissoria, non vi sarebbe motivo di risolvere le altre questioni pregiudiziali.

37 Si sono sostenute due tesi al riguardo, ognuna delle quali presuppone un$interpretazione opposta all$altra dell$art. 1, secondo comma, punto 4, della Convenzione.

38 La prima, sostenuta dalla Deco-Line, dal Regno Unito, e, in modo meno categorico, dal Governo tedesco, porta a concludere che la presente causa non possa essere disciplinata dalle disposizioni della Convenzione, per avere le parti concordato, ai sensi del contratto, di sottoporre le proprie controversie all'esame di un organo arbitrale.

39 La seconda, prospettata dalla Van Uden e dalla Commissione, suggerirebbe di non spingere troppo avanti la portata dell$esclusione così prevista.

40 Anche se si chiede per la prima volta alla Corte di pronunciarsi in ordine all$incidenza di una clausola compromissoria sull$applicazione delle disposizioni della Convenzione di Bruxelles ad una procedura pendente davanti al giudice nazionale (9), tale problema non era ignoto agli autori della Convenzione. La relazione del signor P. Schlosser (10) individuava infatti già, a suo tempo, i due modi nei quali si potrebbe intendere l$esclusione di cui all$art. 1, secondo comma, punto 4:

«Per l$interpretazione delle relative disposizioni dell$art. 1, secondo comma, n. 4, sono emerse dalle discussioni due diverse posizioni di fondo, che non hanno potuto essere conciliate. Secondo la prima posizione, sostenuta soprattutto dal Regno Unito, questa disposizione si riferisce a tutte le controversie per la cui soluzione sia stata concordata, in modo tuttora valido, la competenza di un organo arbitrale, comprese tutte le controversie accessorie che si riferiscono alla procedura arbitrale prevista. La seconda posizione, condivisa dagli Stati fondatori della CEE, considera come parte dell$"arbitrato" i procedimenti dinanzi a organi giurisdizionali degli Stati soltanto nella misura in cui essi si riferiscano a procedure arbitrali concluse, in corso o future» (11) .

41 E$ pertanto del tutto naturale che siano state esposte e articolate in maniera dettagliata davanti alla Corte le due «diverse posizioni di fondo che non hanno potuto essere conciliate».

42 A sostegno della inapplicabilità dei principi stabiliti dalla Convenzione, sono stati formulati i seguenti argomenti.

43 La Deco-Line ed il Governo tedesco, in particolare (12), hanno addotto il rischio di pronunce contraddittorie se si ammettesse la competenza parallela dei giudici nazionali nei procedimenti sommari e degli organi arbitrali per il merito quanto al trattamento di aspetti di una stessa controversia. Essi hanno segnalato il pericolo che una clausola compromissoria sia facilmente elusa da una parte a vantaggio dei giudici ordinari.

44 Inoltre, il Governo tedesco fa valere che i provvedimenti sommari richiesti sono inscindibilmente collegati all$oggetto della procedura arbitrale, nel senso che entrambi mirano al recupero del credito. Orbene, dal momento che l$arbitrato è escluso dal campo di applicazione della Convenzione, il provvedimento provvisorio, ad esso accessorio, dovrebbe seguire la stessa sorte (13) .

45 Infine, il governo del Regno Unito ha sostenuto (14) che l$aver adito, nel caso di specie, il giudice dei provvedimenti provvisori fa parte delle procedure giudiziarie «sussidiarie ad una procedura arbitrale», secondo la definizione data dalla relazione Schlosser (15) alle procedure escluse ai sensi dell$art. 1, secondo comma, punto 4, della Convenzione.

46 Lungi dall$essere persuaso da tale tesi, ritengo, come anche la Commissione e la ricorrente nel procedimento principale (16), che l$esclusione dell$«arbitrato» dal campo di applicazione della Convenzione non riguardi la fattispecie di cui ci stiamo occupando.

47 Quanto al primo argomento addotto dal Governo tedesco e dalla Deco-Line, rilevo che esso era già stato sostenuto nella causa che ha dato luogo alla vostra sentenza Rich, già citata. Non tornerò ad occuparmene, dal momento che la Corte ha seguito l$avvocato generale Darmon, che suggeriva, nelle proprie conclusioni relative a tale sentenza (17), di respingerlo considerando quanto segue:

«(...) il conflitto tra un lodo arbitrale ed una sentenza del giudice di uno Stato, se evidentemente non è auspicabile, richiede dei criteri per essere risolto. Questi sono stati in particolare descritti in uno studio dedicato ai conflitti tra sentenza e lodo arbitrale (P. Schlosser, Conflits entre jugement judiciaire et arbitrage, Revue de l$arbitrage, 1981, n. 3, pag. 371). Il suo autore ha altresì in particolare preso in considerazione il contrasto tra una sentenza protetta dalla Convenzione di Bruxelles ed un lodo arbitrale nonché le relative soluzioni. In ogni caso, da tale studio emerge chiaramente che i principi in materia permettono di stabilire se, a seconda delle situazioni di conflitto, debba prevalere la sentenza o il lodo».

48 Aggiungo che, nel caso che ci riguarda, trovo vantaggioso ammettere l$applicazione delle disposizioni della Convenzione, benché non si debba escludere il rischio di un conflitto positivo di giudicati. In caso contrario, infatti, non si vede come uscire da una situazione come è quella che si presentava inizialmente nel caso di specie, nella quale la procedura arbitrale non può essere attivata a causa dell$inerzia di una delle parti. In effetti, un'eventuale procedura relativa alla designazione degli arbitri non rientrerebbe sicuramente, di primo acchito, nel campo di applicazione della Convenzione, conformemente alla vostra sentenza Rich. Non si potrebbe allora escludere il rischio di un conflitto negativo di giudicati.

49 Se ci si accinge, poi, a comprendere il senso dell$esclusione di cui all$art. 1, secondo comma, punto 4, quale si deduce dalla sua ratio secondo la volontà degli autori della Convenzione, ad essa non può riconoscersi l$ampia portata suggerita dal Governo tedesco e dal Regno Unito.

50 I motivi che hanno portato a tale esclusione emergono molto chiaramente dalla relazione del signor P. Jenard (18):

«La materia dell$arbitrato è disciplinata da numerosi accordi internazionali ed è del pari menzionata nell$art. 220 del trattato di Roma. Inoltre, il Consiglio d$Europa ha elaborato una Convenzione europea contenente una legge uniforme in materia di arbitrato, che includerà con molta probabilità un protocollo destinato a facilitare, più di quanto non faccia la Convenzione di New York, il riconoscimento e l$esecuzione dei lodi arbitrali. Per tali motivi si è ritenuto preferibile escludere l$arbitrato» (19).

51 L$obiettivo era, pertanto, di evitare che la Convenzione di Bruxelles costituisse un doppione delle disposizioni internazionali, preesistenti o future.

52 Di conseguenza, il senso di tale esclusione non può essere che quello di non far rientrare l$arbitrato nel campo d$applicazione della Convenzione, perché altrove disciplinato.

53 Orbene, le convenzioni internazionali sopra menzionate riguardano aspetti assai limitati delle controversie internazionali: quelli relativi all$arbitrato in quanto tale. Emerge, così, dallo studio loro dedicato dall$avvocato generale Darmon nelle sue conclusioni relative alla causa Rich, citata - alle quali si rinvia per maggiori dettagli -, che tali convenzioni vertono, in sostanza, sull'«efficacia delle clausole arbitrali e l$esecuzione dei lodi arbitrali» (20), oppure, ancora, sulla «clausola di arbitrato, la composizione del tribunale arbitrale, la procedura arbitrale, la pronuncia di lodi, i ricorsi contro questi ultimi nonché il loro riconoscimento e la loro esecuzione» (21). Tali convenzioni, pertanto, non sono dirette evidentemente a trattare l$insieme delle materie di cui una controversia sottoposta ad arbitrato potrebbe essere l'oggetto. L$estensione di tali materie è in effetti quasi illimitata, e, in ogni caso, variabile da una controversia all$altra.

54 E$ del resto in tal senso che voi avete già delimitato siffatta esclusione, considerando che «(...) escludendo dal campo di applicazione della Convenzione la materia dell$arbitrato per la ragione che quest$ultima già era oggetto di convenzioni internazionali, le parti contraenti hanno inteso escludere l'arbitrato in quanto materia nel suo complesso» (22).

55 Per tali motivi la Convenzione non può applicarsi, come emerge dalle relazioni degli esperti, «né al riconoscimento e all$esecuzione dei lodi arbitrali (...), né per determinare la competenza dei tribunali per le controversie relative ad un arbitrato - per esempio, le azioni intentate al fine di ottenere l$annullamento di un lodo arbitrale - né a maggior ragione al riconoscimento di decisioni pronunciate in merito a tali azioni» (23).

56 In realtà, le materie che rientrano nell$esclusione sono le «(...) procedure sussidiarie ad una procedura arbitrale, quali la nomina o la revoca di arbitri, la determinazione del luogo dell$arbitrato, la proroga del termine previsto per il lodo arbitrale o le decisioni pregiudiziali su questioni sostanziali, previste dal diritto inglese come lo "statement of special case" (art. 21 dell'Arbitration Act del 1950). Anche per una decisione di un organo giurisdizionale, che stabilisce la validità o meno di un compromesso arbitrale, o che impone alle parti, a motivo della invalidità, di non proseguire in una procedura arbitrale, non si può fare riferimento alla Convenzione». «La stessa Convenzione non si applica neppure a procedure e a decisioni relative a domande di annullamento, modifica, riconoscimento ed esecuzione dei lodi arbitrali» (24).

57 Per contro, occorre far bene attenzione al fatto che «tuttavia le materie escluse lo sono soltanto se costituiscono l$oggetto principale della controversia» (25).

58 In particolare, «l$arbitrato equivale soltanto a procedura arbitrale. Quindi l$articolo 1, secondo comma, n. 4, della Convenzione investe i procedimenti dinanzi agli organi giurisdizionali dello Stato solo quando essi si riferiscono, nel merito, alla suddetta procedura arbitrale, e non trattino incidentalmente, in sede di accertamento della competenza del giudice, della validità del compromesso d$arbitrato» (26).

59 Voi avete ricordato la suddetta considerazione: «Per stabilire se una controversia rientri nell$ambito di applicazione della Convenzione, deve essere preso in considerazione il solo oggetto di tale controversia. Se, in virtù del suo oggetto, come la designazione di un arbitro, una controversia è esclusa dall$ambito di applicazione della Convenzione, l$esistenza di una questione preliminare, su cui il giudice deve pronunciarsi per risolvere tale controversia, non può, indipendentemente dal contenuto di tale questione, giustificare l$applicazione della Convenzione» (27).

60 Pertanto, come giustamente sottolineato dal governo tedesco e dalla Deco-Line, è necessario far riferimento nel caso di specie all$oggetto della controversia sottoposta ai giudici olandesi, al fine di determinare se rientri nella nozione di arbitrato così individuata e se, a questo titolo, sia escluso dalle disposizioni della Convenzione.

61 Orbene, dall$esposizione del quadro fattuale e procedurale emerge che la Van Uden ha adito il giudice del provvedimento sommario olandese al fine di ottenere, in via principale, il pagamento di quattro fatture insolute, dovute per contratto e, in via subordinata, di una parte soltanto di tali fatture.

62 Di conseguenza, l$oggetto della sua domanda non verte in alcun modo sull$arbitrato (28). Si tratta piuttosto di una domanda rientrante nella materia contrattuale (29), nel senso che essa «trova il suo fondamento nell$inadempimento di un$obbligazione contrattuale» (30) .

63 Il fatto che la controversia sottoposta ai giudici olandesi possa essere considerata, secondo quanto sostengono il governo tedesco e la Deco-Line, come accessoria alla procedura principale arbitrale non incide affatto, secondo me, su tale valutazione.

64 Considerate infatti che «(...) secondo il sistema generale della Convenzione, la sorte della domanda accessoria non è necessariamente legata a quella della domanda principale» (31), nel senso che una domanda non è esclusa dall$ambito di applicazione della Convenzione per il solo fatto che la domanda principale cui accede ne è esclusa.

65 Ancora una volta, il criterio decisivo è l$oggetto della procedura: «Alle domande accessorie la Convenzione si applica (...) a seconda della materia che esse stesse riguardano, non già della materia cui si riferisce la domanda principale» (32).

66 Non scorgo pertanto tra gli argomenti favorevoli all$inapplicabilità delle disposizioni della Convenzione alcun elemento idoneo a capovolgere la vostra posizione.

67 Riconosco l$insoddisfazione che si può provare quando si ritiene che in presenza di una stessa controversia possano essere contemporaneamente aditi tanto un organo arbitrale quanto il giudice di uno Stato.

68 Ritengo tuttavia che in tal caso si debba far riferimento alle disposizioni di diritto nazionale, «poiché non si può chiedere alla Convenzione di Bruxelles più di quanto non costituisca il suo oggetto» (33).

69 Pertanto, l$eccezione di incompetenza che si potrebbe sollevare contro un giudice investito di una controversia avente ad oggetto una materia rientrante nella Convenzione, al fine di far valere la competenza di un collegio arbitrale, esula dal controllo della Corte. La soluzione di tale questione spetta soltanto al giudice nazionale, in applicazione della lex fori.

70 Orbene, nel caso di specie, basta notare che il giudice olandese si è basato sull$art. 1022, n. 2, del CPC, il quale stabilisce espressamente che la clausola compromissoria non esclude la competenza del giudice del procedimento sommario.

71 Ad ogni modo, nella relazione Schlosser si rilevava che «in definitiva esiste un solo caso in cui le diverse concezioni di fondo portano a conclusioni praticamente divergenti» (34): «Se un organo giurisdizionale di uno Stato decide nel merito, avendo ignorato o avendo ritenuto inefficace un compromesso d$arbitrato, ci si può chiedere se, in un altro Stato della Comunità, possano essere negati il riconoscimento e l$esecuzione, con la motivazione che il compromesso era in realtà valido e che pertanto quella decisione è esclusa dal campo d$applicazione della Convenzione d$esecuzione in forza dell$art. 1, secondo comma, n. 4». Tale unico inconveniente troverebbe, secondo il relatore, un facile rimedio: «il giudice dello Stato di riconoscimento non è stato più considerato libero per quanto riguarda la qualificazione della materia: qualora il giudice dello Stato in cui è stata pronunciata la decisione, nel controllare la propria competenza, abbia raggiunto un parere quanto all$applicabilità della Convenzione di esecuzione, il giudice dello Stato in cui ha luogo il riconoscimento e l$esecuzione è vincolato da tale parere» (35).

72 Concludo pertanto che l$esistenza di una procedura arbitrale non osta all$applicazione al caso di specie delle disposizioni della Convenzione.

73 Esaminata tale questione preliminare, passiamo alle questioni sottoposte alla Corte dal giudice nazionale.

B - Sull$applicazione dell$art. 5, punto 1, della Convenzione

74 Con la prima questione lo Hoge Raad chiede alla Corte se l$art. 5, punto 1, della Convenzione renda competente il giudice adito a conoscere del procedimento sommario, previsto dal CPC, e mirante alla condanna, con provvedimento provvisoriamente esecutivo, al pagamento del debito, oppure se la sua competenza per i procedimenti sommari nel quadro di tale disposizione sia subordinata alla condizione della possibilità di recuperare il credito nell$ambito della sua giurisdizione.

75 La terza questione presuppone che la Corte consideri tale ultima condizione necessaria all$applicazione dell$art. 5, punto 1, della Convenzione: in tal caso, ci si chiede se questa condizione debba sussistere al momento della domanda, oppure se sia sufficiente che venga soddisfatta in un secondo momento.

76 Si tratta in sostanza di stabilire se il procedimento sommario, come quello del caso di specie, rientri nell$art. 5, punto 1, della Convenzione e a quali condizioni.

77 Se il tenore della prima questione mostra che lo Hoge Raad sembra dare per certa la competenza del giudice olandese a conoscere, nel merito, la controversia che oppone le parti del procedimento principale, è tuttavia opportuno accertarsene brevemente, prima di verificare se tale competenza si estenda al procedimento sommario.

78 Del resto, noto fin d$ora che, ad eccezione della Deco-Line, nessuno contesta - a meno di escludere l$applicazione delle regole della Convenzione attraverso un$interpretazione che non ho accolto dell$art. 1, secondo comma, punto 4, della Convenzione - la competenza del giudice olandese del procedimento sommario a conoscere della domanda della Van Uden ai sensi dell$art. 5, punto 1.

79 Com'è noto, tale disposizione offre all$attore la possibilità di preferire, alla competenza generale in via di principio del foro del convenuto, quella del foro che presenta il collegamento più stretto con una controversia «in materia contrattuale», affinché, «(...) in ragione degli stretti legami creati da un contratto tra le parti contraenti, tutti i problemi che possono sorgere in occasione dell$adempimento di una obbligazione contrattuale possano essere sottoposti allo stesso giudice: quello del luogo dell$adempimento» (36).

80 Tale competenza complementare e facoltativa presuppone l$esistenza di diverse condizioni, tutte soddisfatte nel caso di specie.

81 Da un lato, escluso il meccanismo dell$art. 1, secondo comma, punto 4, non c$è alcun dubbio che la controversia sottoposta alla valutazione del giudice rientri nella «materia contrattuale». Se talvolta appare difficile accertare se una controversia rientri in tale materia, alla quale la Corte ricollega una nozione autonoma (37), la domanda di recupero totale o parziale di un credito dovuto in forza di un contratto «(...) ha per fondamento questo stesso contratto, e rientra perciò nella materia contrattuale ai sensi dell$art. 5, punto 1, della Convenzione», dal momento che questa «trova il suo fondamento nell$inadempimento di un$obbligazione contrattuale» (38).

82 Dall$altro, il «luogo in cui l$obbligazione dedotta in giudizio è stata o deve essere eseguita» può essere, nel caso di specie, determinato senza difficoltà. L$obbligazione dedotta in giudizio è, nel caso che ci interessa, unica: si tratta dell$obbligazione di pagamento della Deco-Line nei confronti della Van Uden, e «(...) il luogo di adempimento dell$obbligazione avente ad oggetto tale pagamento (...) va determinato conformemente al diritto sostanziale disciplinante l$obbligazione controversa secondo le norme di conflitto del giudice adito» (39). Orbene, emerge dalle osservazioni effettuate dal giudice d$appello olandese che «il pagamento del nolo dovuto dalla Deco-Line doveva aver luogo in Olanda» (40).

83 Il giudice olandese adito è perciò sicuramente competente ai sensi dell$art. 5, punto 1, della Convenzione. Poco importa, a mio avviso, che la Van Uden abbia formulato la propria domanda nell$ambito di un procedimento sommario.

84 Ricordo infatti che, in primo luogo, la Convenzione si applica, ai sensi del suo art. 1, «indipendentemente dalla natura dell$organo giurisdizionale» adito.

85 Del resto, ai fini della Convenzione, la natura del provvedimento richiesto è irrilevante. Avete infatti statuito nella vostra sentenza De Cavel I, già citata, «(...) che la Convenzione non fornisce d$altronde alcun criterio giuridico che consenta di distinguere, per quanto riguarda il suo campo d$applicazione sostanziale, i provvedimenti provvisori da quelli definitivi» (41).

86 Allo stesso modo, ed indipendentemente dalla questione di sapere come qualificare ai sensi della Convenzione il provvedimento provvisorio, richiesto dalla Van Uden (42), non vedo alcuna ragione di distinguere, nell$ambito dell$art. 5, punto 1, della Convenzione, in base alla natura del procedimento instaurato. Come sottolineava l$avvocato generale Warner nelle conclusioni relative alla sentenza De Cavel I, «strano sarebbe se l$applicazione della Convenzione dipendesse dal giudice o dalla natura del procedimento prescelto dall$attore o dall$istante» (43).

87 L$art. 24 della Convenzione non pregiudica in alcun modo simile conclusione.

88 Quand$anche si dovesse ritenere che il provvedimento richiesto in un procedimento sommario costituisca un «provvedimento provvisorio o cautelare» ai sensi di tale norma (44), quest$ultima non mira ad attribuire giurisdizione esclusiva in materia. Essa autorizza semplicemente il giudice che non è competente nel merito a adottare tali provvedimenti, nell$ambito delle materie interessate dalla Convenzione, nel caso in cui l$attore scelga di rivolgersi a questo piuttosto che al giudice di un altro Stato contraente, competente nel merito.

89 Rimane il fatto che l$attore può senz'altro scegliere di non avvalersi di tale possibilità, e attenersi a uno degli altri criteri di competenza previsti dalla Convenzione. Pertanto, il giudice competente, ai sensi dell$art. 5, punto 1, nel merito lo è a fortiori per conoscere di un «provvedimento provvisorio o cautelare» ai sensi dell$art. 24: «(...) l$art. 24 offre all$attore una facoltà, ma non gli impedisce, se preferisce, di chiedere provvedimenti provvisori o cautelari al giudice competente nel merito, dal momento che quest$ultima competenza implica naturalmente sempre la competenza a pronunciare i provvedimenti provvisori o cautelari» (45).

90 E' certo che i provvedimenti richiesti al giudice adito ai sensi dell$art. 5, punto 1, debbono rientrare nell$ambito di applicazione della Convenzione. Ritenendo che non si dovesse applicare l$art. 1, secondo comma, punto 4, e rilevando l$oggetto contrattuale della controversia sottoposta al giudice olandese, abbiamo visto che ciò è avvenuto nel caso di specie.

91 La seconda parte della prima questione vi invita a precisare se la competenza esercitata ai sensi dell$art. 5, punto 1, in materia di procedimenti sommari volti alla condanna al pagamento di una somma di denaro sia subordinata alla condizione supplementare che la decisione che verrà emessa produca effetti nello Stato del giudice adito.

92 Tale questione dello Hoge Raad trova verosimilmente la sua origine nel fatto che le disposizioni del diritto nazionale applicabili in materia prevedono una condizione del genere (46), mentre il convenuto nel procedimento principale non ha in Olanda alcun bene suscettibile di essere sottoposto ad esecuzione forzata.

93 Tuttavia, come osservato dal Governo tedesco (47), l$art. 5, punto 1, non pone siffatto obbligo.

94 D$altronde, tale disposizione non effettua alcun rinvio alle disposizioni nazionali. Al contrario, essa designa direttamente il giudice competente. Sarebbe perciò incompatibile con tale designazione diretta subordinare la competenza a condizioni di diritto interno.

95 Inoltre, come osserva la Commissione (48), sarebbe assurdo far dipendere la competenza ex art. 5, punto 1, dalla condizione che il provvedimento sommario che verrà emesso possa essere portato ad esecuzione nello Stato del giudice adito, mentre la Convezione di Bruxelles è stata proprio elaborata al fine di assicurare la «libera circolazione delle sentenze» nel Mercato comune (49). Il suo titolo III permette in particolare di garantire negli Stati contraenti il riconoscimento e l$esecuzione rapidi e sommari di una decisione pronunciata in un altro Stato contraente.

96 Concludo quindi sulla prima questione pregiudiziale - e ciò rende superfluo rispondere alla terza - nel senso che il giudice competente ai sensi dell$art. 5, punto 1, della Convenzione lo è indipendentemente dalla natura della procedura nell$ambito della quale viene adito. Pertanto questi può, nell$ambito di tale competenza, ordinare con procedimento sommario il pagamento di una somma di denaro attraverso un provvedimento provvisorio immediato, senza che tale competenza possa venir subordinata alla condizione che il provvedimento sia eseguibile nel proprio Stato.

97 Da ciò si devono trarre due conseguenze.

98 Da un lato, dal momento che il giudice dell'urgenza adito è competente in materia contrattuale, nella sua qualità di giudice del «luogo in cui l$obbligazione dedotta in giudizio è stata o deve essere eseguita», questi non deve far riferimento ai criteri di competenza previsti dal proprio diritto nazionale. In particolare, non si deve far riferimento all$art. 126, terzo comma, del CPC (che appare nell$elenco delle disposizioni relative ai «fori esorbitanti» di cui all$art. 3, comma secondo, della Convenzione e che non può, perciò, essere invocato al fine di citare il convenuto davanti ai giudici olandesi).

99 Dall$altro, considerando, come propongo alla Corte, che il giudice olandese è competente a conoscere delle richieste di provvedimenti urgenti, ai sensi dell$art. 5, punto 1, non è necessario esaminare se la sua competenza possa fondarsi anche sull'art. 24. Le questioni da 4 a 8 non debbono in linea di principio essere risolte.

100 E$ dunque soltanto a titolo sussidiario che dedicherò le considerazioni che seguono a tale norma.

C - Sull$art. 24 della Convenzione

101 Nel corso del procedimento nazionale il Presidente del Rechtbank di Rotterdam si è riconosciuto competente, per decidere sulla domanda sollevata dalla Van Uden nell$ambito di una procedura di «kort geding», non ai sensi dell$art. 5, punto 1, della Convenzione di Bruxelles - benché ne avesse, come abbiamo appena visto, la possibilità -, bensì in forza dell$art. 24 di questa.

102 Con le questioni da 4 a 8, giudice nazionale vi chiede, conseguentemente, se l$art. 24 della Convenzione sia applicabile a una domanda come quella proposta nel procedimento principale e, se del caso, a quali condizioni.

103 Siete quindi di nuovo chiamati ad occuparvi (quarta questione) del problema se un provvedimento chiesto in via d$urgenza, immediatamente esecutivo, emesso nel corso di una procedura di «kort geding», possa essere considerato come un «provvedimento provvisorio o cautelare» ai sensi dell$art. 24 della Convenzione. Questa è già stata una delle questioni sottoposte alla Corte dallo Hoge Raad, in occasione della precitata causa W./H. (50). La Corte non ha dovuto allora pronunciarsi su tale punto (51).

104 Le altre questioni formulate vi inducono infatti, in sostanza, a precisare le condizioni di applicazione dell$art. 24. Queste sono di due tipi: alcune attengono ai «provvedimenti provvisori o cautelari» (questioni 4 e 6), altre sono relative alla competenza giurisdizionale (questioni 5, 7 e 8).

1. Sulla nozione di provvedimenti provvisori o cautelari

105 L$art. 24 si applica evidentemente soltanto se i «provvedimenti provvisori o cautelari» richiesti rientrano nell$ambito di applicazione ratione materiae della Convenzione: «[l$art. 24] non può (...) essere invocato per far rientrare nella sfera di applicazione della Convenzione i provvedimenti provvisori o cautelari relativi a materie che ne sono escluse» (52). E$ quanto avviene nel caso di specie, come abbiamo visto.

106 Quanto ai provvedimenti interessati da tale disposizione, atti, secondo le stesse parole della Corte, «(...) a garantire diritti di natura molto varia» (53), la dottrina sottolinea spesso la difficoltà esistente a delinearne il contenuto. Infatti, «l$assenza di una nozione uniforme di provvedimenti provvisori o cautelari stabilita dalla Convenzione di Bruxelles rischia di ingenerare meccanismi di tutela giuridica sensibilmente diversi negli Stati membri» (54).

107 La Corte ha in ogni caso optato per una definizione «comunitaria» di siffatta nozione:

«Per "provvedimenti provvisori o cautelari" ai sensi dell$art. 24 devono (...) intendersi i provvedimenti volti, nelle materie oggetto della Convenzione, alla conservazione di una situazione di fatto o di diritto onde preservare diritti dei quali spetterà poi al giudice del merito accertare l$esistenza» (55).

108 Può dirsi che i provvedimenti pronunciati nell$ambito di un procedimento d$urgenza olandese, come disciplinato dall'art. 289 e ss. del CPC, rispondono a tale definizione?

109 La questione si giustifica, secondo un autore, perché «(...) il procedimento sommario (kort geding) ha subìto una notevole evoluzione nella prassi olandese. Da procedura rapida e provvisoria, il procedimento sommario è diventato ampiamente una procedura d$urgenza a carattere definitivo (...) Di fatto, questioni sociali o economiche di grande importanza e che richiedono una soluzione urgente, come per esempio l'ingiunzione di far cessare uno sciopero, costituiscono spesso oggetto di un procedimento sommario, di cui il giudice ordinario non conoscerà più il merito. In effetti, il giudice dei procedimenti sommari olandesi si avvale assai raramente della facoltà che gli è offerta di ordinare alle parti di intraprendere un$azione nel merito entro un certo termine, cosa che toglie l$essenziale del suo carattere provvisorio alla procedura» (56).

110 Secondo la classificazione proposta da un altro autore (57), il «kort geding» olandese fa parte, come il «référé-provision» francese per esempio, di quelle «misure di anticipazione, totale o parziale, della decisione sul merito», che si distinguono dai provvedimenti provvisori più classici, noti ad altri sistemi giuridici, quali i «provvedimenti cautelari nel senso stretto del termine [che] hanno la funzione di garantire l$esecuzione o di realizzare un$anticipazione dell$esecuzione», oppure i «provvedimenti interinali e conservativi per la regolamentazione provvisoria della situazione di fatto in relazione ad un rapporto giuridico controverso».

111 Orbene, secondo taluni, «si può (...) pensare che la lettera dell$art. 24 imponga una distinzione rigorosa fra i provvedimenti provvisori e quelli di merito, di modo che ogni provvedimento che implichi un esame nel merito cesserebbe di essere provvisorio ai sensi della Convenzione di Bruxelles» (58). Questa tesi era sostenuta anche dalla Commissione nella causa W./H.

112 Non ritengo, tuttavia, che un provvedimento, come quello emesso in via d$urgenza nel caso di specie, sul fondamento dell'art. 289 e ss. del CPC, per la condanna del debitore al pagamento di una somma di denaro, con provvedimento provvisorio immediato (59), non possa venir considerato come «destinato a conservare una situazione di fatto o di diritto al fine di salvaguardare diritti il cui riconoscimento è del resto richiesto al giudice del merito».

113 In effetti, da un lato, il carattere pecuniario di tale provvedimento non è di natura tale da impedire che venga qualificato come «provvisorio o cautelare».

114 In ogni modo, è quanto la Corte ha stabilito nella sentenza 21 maggio 1980, causa 125/79, Denilauler (Racc. pag. 1533). In quell$occasione la Corte è stata adita dal giudice d$appello tedesco, a cui si chiedeva l$exequatur di un provvedimento provvisorio immediato, con cui un giudice francese autorizzava il creditore ad effettuare un sequestro conservativo sul conto che il proprio debitore aveva presso una banca situata in Germania. Anche se non vi siete espressamente pronunciati in ordine alla qualificazione di tale provvedimento rispetto all$art. 24, avete però rifiutato di ammetterne l$exequatur nella fattispecie soltanto perché la procedura davanti al giudice francese si era svolta senza contraddittorio, e non aveva così rispettato i diritti della difesa. Così facendo, ammettevate implicitamente, mi sembra, che tali provvedimenti, benché qualificabili come «provvisori o cautelari» ai sensi dell$art. 24, potevano beneficiare delle disposizioni del titolo III soltanto se fossero stati disposti nell$ambito di un procedimento in contraddittorio.

115 Può trovarsi un altro esempio in una recente ordinanza (60), la quale, seppur pronunciata non nell$ambito della Convenzione di Bruxelles, ma a seguito di impugnazione contro un$ordinanza del presidente del Tribunale resa in un procedimento sommario, mi sembra affermare principi che possono orientare l$interpretazione che vi è chiesta. Da un lato, avete statuito che:

«dal testo dell$ordinanza impugnata sembra possibile (...) evincere che un provvedimento consistente nella concessione (in via provvisoria) di una parte dell$indennizzo richiesto nell$ambito del procedimento principale, al fine di tutelare gli interessi del richiedente sino alla data della pronuncia della sentenza nel merito, violerebbe i presupposti o la natura del procedimento d$urgenza, indipendentemente dalle circostanze di fatto e di diritto della singola fattispecie» (61);

inoltre avete statuito che:

«non può (...) escludersi a priori, in modo generale e astratto, che un pagamento in via provvisoria, anche se per un importo corrispondente a quello della domanda principale, sia necessario per garantire l$efficacia della sentenza nel merito e, eventualmente, appaia giustificato alla luce degli interessi in gioco» (62).

116 D$altro lato, il provvedimento richiesto nell$ambito del «kort geding» mira certamente al «riconoscimento di diritti altrimenti richiesti al giudice del merito», nel senso che detto provvedimento non ha carattere definitivo.

117 Infatti, l$art. 292 del CPC prescrive che tali provvedimenti non possono anticipare il giudizio della causa principale. Questi non godono quindi dell$autorità di cosa giudicata. Pertanto, la procedura prevista dall'art. 289 e ss. è concepita nei testi normativi come una procedura a carattere provvisorio.

118 Il fatto che, a quanto pare, la prassi dei giudici olandesi sia attualmente orientata nel senso di non esigere spesso che un procedimento nel merito risulti pendente al momento del procedimento sommario, o venga avviato in seguito, non fa venir meno la validità di tale considerazione.

119 In effetti, se un provvedimento che tendenzialmente è solo provvisorio assume carattere definitivo, ciò è dovuto soltanto al comportamento delle parti. Come sottolinea la Commissione, «se il convenuto fa acquiescenza alla sentenza, è a tale acquiescenza che bisogna attribuire il fatto che quanto concepito come provvedimento provvisorio assuma carattere definitivo. Del pari, qualora il convenuto ometta di chiedere l$annullamento di un provvedimento provvisorio anche in assenza di un procedimento principale, siffatta decisione dipende soltanto da lui e non cambia in alcun modo il carattere provvisorio del provvedimento» (63).

120 Concludo, dunque, rispondendo alle questioni 4 e 6 nel senso che un provvedimento provvisoriamente esecutivo, volto alla condanna del debitore al pagamento di una somma di denaro, adottato in base all'art. 289 e ss. del CPC, costituisce un «provvedimento provvisorio o cautelare» ai sensi dell$art. 24 della Convenzione di Bruxelles.

2. Sulla competenza giurisdizionale

121 Permettendo di adire gli organi giurisdizionali di uno Stato contraente, «anche se, in forza della presente Convenzione, la competenza a conoscere nel merito è riconosciuta al giudice di un altro Stato contraente», l$art. 24 intende trovare applicazione indipendentemente dalla regola di competenza prevista dalla Convenzione per la decisione del merito. Pertanto, ogni giudice deve valutare la propria competenza in base alla lex fori.

122 Nell'ambito dei poteri così conferiti al giudice nazionale dall$art. 24 della Convenzione, la Corte rileva che detto giudice debba «(...) subordinare l$autorizzazione a tutte le condizioni necessarie per garantire il carattere provvisorio o cautelare del provvedimento disposto» (64).

La Corte ha in special modo sottolineato che «la concessione di tal genere di provvedimenti richiede da parte del giudice una particolare circospezione ed una conoscenza approfondita delle circostanze concrete in cui il provvedimento dovrà esplicare i propri effetti. Secondo i casi, ed in particolare secondo gli usi commerciali, egli deve poter limitare nel tempo l$autorizzazione o, per quanto riguarda la natura dei beni o delle merci oggetto dei provvedimenti prospettati, esigere garanzie bancarie o nominare un custode delle cose sequestrate (...)».

123 Mi chiedo se vengano richieste altre condizioni per l$esercizio della competenza giurisdizionale.

a) Sulla necessità del ricorso parallelo ad un altro giudice competente nel merito

124 Con la quinta questione lo Hoge Raad chiede alla Corte se la competenza devoluta ai sensi dell$art. 24 presupponga necessariamente che una procedura nel merito sia pendente o possa venir intrapresa davanti ad altro giudice.

125 Per risolvere a tale questione, faccio mia l$opinione espressa da alcuni autori: «(...) l$art. 24 si applica a prescindere dal fatto che sia pendente o meno un procedimento di merito davanti ad altro giudice (...). Esso chiaramente non esige che un giudice sia già investito della domanda di merito perché un provvedimento provvisorio o cautelare possa venir richiesto ad altro giudice (...)» (65).

126 In effetti, è sufficiente, come sottolinea la Commissione (66) , rinviare al testo dell$art. 24, il quale offre all$attore un criterio di competenza ulteriore, «anche se, in forza della presente Convenzione, la competenza a conoscere nel merito è riconosciuta al giudice di un altro Stato contraente» (67).

127 Come si è visto, la competenza devoluta ai sensi dell$art. 24 riguarda soltanto i provvedimenti provvisori o cautelari. Questa disposizione non pregiudica quindi la competenza nel merito. Tuttavia, il giudice a cui vengono richiesti tali provvedimenti provvisori o cautelari non coinciderà necessariamente con il giudice competente, ai sensi delle sezioni 2-6 del titolo II della Convenzione, a conoscere del merito della causa. Per tali motivi, l$art. 24 precisa che il fatto che un altro giudice sia competente nel merito non impedisce in alcun modo di disporre i provvedimenti controversi al detto giudice, «(...) che è il più qualificato per valutare le circostanze che possono condurre alla concessione od al rifiuto dei provvedimenti richiesti od alla prescrizione delle modalità e delle condizioni che l$istante dovrà rispettare per garantire il carattere provvisorio e cautelare dei provvedimenti autorizzati (...)» (68).

128 L'esigere in tale situazione che sia già pendente la procedura nel merito non è di alcuna utilità. Basta a tal proposito che esista la possibilità di decidere la causa nel merito. Ho ricordato che l$art. 292 del CPC garantisce il principio di tale giudizio.

129 In risposta alla quinta questione, concludo pertanto che la competenza prevista ai sensi dell$art. 24 della Convenzione non è subordinata alla previa instaurazione di un giudizio di merito. Basta a tal fine che esista la possibilità di tale giudizio.

b) Sulla possibilità per il giudice di riconoscersi competente in base ad un foro esorbitante

130 Qualora il giudice al quale in forza dell$art. 24 si chiede di disporre un provvedimento provvisorio o cautelare stabilisca la propria competenza in base alla lex fori, ci si può chiedere se tutte le regole relative alla competenza internazionale degli Stati contraenti possano essere poste a fondamento della competenza dei relativi organi giurisdizionali in materia di provvedimenti provvisori o cautelari oppure se, al contrario, l$art. 24 porti a escludere alcune competenze. E' così lecito che il giudice, competente ai sensi dell$art. 24, decida sulla base di una norma di diritto interno che configura un foro esorbitante ai sensi dell$art. 3 della Convenzione? E$ questo l$oggetto del primo punto della settima questione.

131 Il Governo tedesco ritiene che la risposta a tale questione rivesta un$importanza particolare, poiché, «in forza dell$art. 28, comma terzo, della Convenzione di Bruxelles, al momento del riconoscimento e dell$esecuzione di un provvedimento urgente non si può procedere al controllo della competenza internazionale del giudice adito, e in quanto le norme sulla competenza non riguardano l$ordine pubblico contemplato dall$art. 27, punto 1, della Convenzione di Bruxelles» (69).

132 Com'è noto, l$art. 3 stabilisce il principio per il quale il convenuto può essere citato davanti ai giudici di uno Stato contraente diverso da quello sul territorio del quale ha il proprio domicilio «solo in virtù delle norme enunciate alle sezioni da 2 a 6 [del titolo II della Convenzione]».

133 Tuttavia, l$art. 24 costituisce l$unica disposizione della sezione 9 di detto titolo. Pertanto, a quanto sembra, ad esso non si applicano le disposizioni dell$art. 3.

134 L'ammettere nell$ambito del rinvio effettuato dall$art. 24 alla lex fori l'invocabilità di un norma esclusa non mi sembra snaturare il senso dell$esclusione prevista dall$art. 3.

135 In ciò trovo al contrario un vantaggio. Data la situazione d$urgenza che è in genere alla base di tali istanze, l$attore che richiede un provvedimento volto a conservare una situazione di fatto o di diritto deve potersi rivolgere al giudice a lui più vicino.

136 E' vero che in tal caso si ammette la competenza del giudice del domicilio dell$attore, contrariamente alla regola generale prevista dall$art. 2. Tuttavia, i provvedimenti che verranno pronunciati nell'ambito della competenza devoluta dall$art. 24 avranno necessariamente carattere «provvisorio o cautelare». Quindi, ove ciò non sia già stato fatto, dopo la pronuncia di tali provvedimenti spetterà alla parte interessata e, se del caso, al convenuto adire il giudice competente nel merito.

c) Sulla necessità che il provvedimento produca effetti nello Stato del giudice adito

137 Alcuni autori aggiungono a volte un$altra condizione secondo la quale il giudice adito non dovrebbe riconoscersi competente ad adottare i provvedimenti indicati all$art. 24, quand$anche la propria legge nazionale lo rendesse competente a farlo, ove la sua decisione possa essere eseguita soltanto attraverso una procedura d$exequatur: in quest$ottica, il giudice adotterebbe tali provvedimenti soltanto se la propria decisione potesse essere eseguita sul territorio del proprio Stato (70).

138 I termini del tutto generali dell$art 25 (71) portano a far sì che il titolo III della Convenzione si applichi alle decisioni che dispongono provvedimenti provvisori o cautelari: «L$art. 24 non esclude che provvedimenti provvisori o cautelari disposti nello Stato d$origine in esito ad un procedimento di natura contraddittoria possano divenire oggetto di riconoscimento e di autorizzazione all$esecuzione alle condizioni stabilite dagli art. 25-49 della Convenzione» (72).

139 Il giudice di uno Stato contraente può pertanto risultare competente a pronunciare siffatto provvedimento, anche se questo può essere eseguito soltanto in un altro Stato contraente. Del resto, nelle precitate sentenze De Cavel I e Denilauler la Corte non ha contestato il fatto che un giudice francese potesse disporre provvedimenti cautelari relativi a beni situati in Germania (apposizione di sigilli e sequestro nella causa De Cavel I; sequestro conservativo su deposito bancario nella causa Denilauler). E in entrambe le cause le decisioni francesi non sono state ammesse a beneficiare del regime di riconoscimento e di esecuzione della Convenzione di Bruxelles solo per motivi relativi all$oggetto del contendere e ai diritti della difesa.

140 Pertanto, in risposta alla seconda parte della settima questione, non si può richiedere che la competenza del giudice ex art. 24 venga subordinata alla condizione dell'eseguibilità nel territorio del proprio Stato del provvedimento che adotterà.

141 L$ottava questione diventa perciò priva di oggetto.

IV - Conclusione

142 In base a quanto precede, suggerisco alla Corte di rispondere come segue allo Hoge Raad dei Paesi Bassi:

«1) La competenza in materia contrattuale di cui gode un organo giurisdizionale ai sensi dell$art. 5, punto 1, della Convenzione concernente la competenza giurisdizionale e l$esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale, firmata a Bruxelles il 27 settembre 1968, va intesa indipendentemente dalla natura della procedura attraverso la quale detto organo è adito. In particolar modo, l$organo giurisdizionale di uno Stato contraente può essere competente, ai sensi di tale disposizione, a conoscere della richiesta di un provvedimento urgente volto a far condannare il debitore, in forza di un provvedimento provvisoriamente esecutivo, al pagamento di una somma di denaro al creditore, senza che detta competenza possa essere subordinata a condizioni estranee all$art. 5, punto 1, come quella che la decisione adottata sia eseguibile nello Stato del giudice adito.

2) Il fatto che le parti abbiano stabilito una clausola compromissoria incide, se del caso, soltanto rispetto alla lex fori, in applicazione della quale spetta al giudice adito accertare la propria competenza.»

143 In subordine:

«3) Con riferimento alla quarta e alla sesta questione:

L$art. 24 della Convenzione va interpretato nel senso che la nozione di "provvedimenti provvisori o cautelari" di cui esso tratta comprende la possibilità, come quella prevista dall'art. 289 e ss. del codice di procedura civile olandese, di adire con un procedimento sommario, in caso d$urgenza, il Presidente dell$Arrondissementsrechtbank, al fine della pronuncia di un provvedimento provvisorio immediato che condanni il debitore al pagamento di una somma di denaro in esecuzione di un$obbligazione contrattuale.

4) Con riferimento alla quinta questione:

E$ irrilevante, nell$ambito di applicazione dell$art. 24 della Convenzione, che una procedura nel merito sia già intrapresa o lo sia successivamente, quando il diritto nazionale offra la possibilità di adire un giudice per il merito.

5) Con riferimento alla settima questione:

E$ del pari irrilevante che il giudice basi la propria competenza in forza dell$art. 24 della Convenzione su una disposizione del proprio diritto interno di cui all$art. 3, secondo comma, della Convenzione.

La competenza del giudice nell$ambito dell$art. 24 della Convenzione non va subordinata alla condizione dell'eseguibilità nel territorio del suo Stato del provvedimento che adotterà».

(1) - Protocollo relativo all$interpretazione da parte della Corte di giustizia della Convenzione 27 settembre 1968, concernente la competenza giurisdizionale e l$esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale (GU 1975, L 204, pag. 28).

(2) - GU 1972, L 229, pag. 32.

(3) - Convenzione 9 ottobre 1978 relativa all$adesione del regno di Danimarca, dell$Irlanda e del Regno Unito di Gran Bretagna e dell$Irlanda del Nord (GU L 304, pag. 1, e testo modificato della Convenzione 27 settembre 1968, citata, pag. 77).

(4) - Punto 3.1, sub iv), dell$ordinanza di rinvio.

(5) - Punto 5 delle sue osservazioni scritte.

(6) - Pag. 1199.

(7) - V., in questo senso, H. Gaudemet-Tallon, Les conventions de Bruxelles et de Lugano, LG.P.J. 1993, punto 237; P. Gothot et D. Holleaux, La convention de Bruxelles du 27.9.1968, Inpiter, 1985, punto 119, G.A.L. Droz, Compétence judiciaire et effets des jugements dans le Marché Commun (tude de la Convention de Bruxelles du 27 septembre 1968)», Dalloz 1972, punti 93 e 102.

(8) - Sentenze 24 giugno 1981, causa 150/80, Elefanten Schuh (Racc. pag. 1671, punto 11), e 7 marzo 1985, causa 48/84, Spitzley (Racc. pag. 787, punto 26).

(9) - Ricordo, tuttavia, la vostra sentenza 25 luglio 1991, causa C-190/89, Rich (Racc. pag. I-3855), che riveste un$importanza particolare nello studio della presente causa e sulla quale tornerò successivamente, in occasione della quale avete trattato dell$incidenza di altri aspetti della clausola compromissoria. Allora si chiedeva alla Corte se l$esclusione di cui all$art. 1, secondo comma, punto 4, si estendesse ad una controversia pendente davanti ad un giudice nazionale, avente ad oggetto la designazione di un arbitro, e, in caso di risposta affermativa, se tale esclusione valesse ugualmente allorquando siffatta controversia sollevi in via preliminare la questione dell$esistenza o della validità di una clausola compromissoria.

(10) - Relazione sulla Convenzione 9 ottobre 1978 relativa all'adesione del Regno di Danimarca, dell$Irlanda e del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord alla Convenzione concernente la competenza giurisdizionale e l$esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale, nonché al Protocollo relativo alla sua interpretazione da parte della Corte di giustizia (GU 1979, C 59, pag. 71), detta «relazione Schlosser».

(11) - Loc. cit., punto 61.

(12) - Rispettivamente pagg. 9 e 11 della traduzione in francese delle loro osservazioni scritte.

(13) - A sostegno di tale argomento, vengono citate la sentenza 27 marzo 1979, causa 143/78, De Cavel (Racc. pag. 1055; in prosieguo: la «sentenza De Cavel I»), e la sentenza W./H., già citata, rese a proposito di provvedimenti cautelari richiesti nell$ambito di controversie concernenti lo stato delle persone ed i rapporti patrimoniali dei coniugi.

(14) - Punto 8 delle loro osservazioni.

(15) - Punto 64.

(16) - Rispettivamente, punti 18, 19 e 2.1 delle loro osservazioni.

(17) - Paragrafo 103.

(18) - Relazione sulla Convenzione 27 settembre 1968 concernente la competenza giurisdizionale e l$esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale (GU 1979, C 59, pag. 1), detta «relazione Jenard».

(19) - Loc. cit., pag. 13.

(20) - Paragrafo 10 delle conclusioni, che fa riferimento alla Convenzione di New York 10 giugno 1958.

(21) - Paragrafo 11 delle conclusioni, in cui si fa riferimento alla legge modello (Uncitral) del 1985 sull$arbitrato commerciale internazionale.

(22) - Sentenza Rich, citata, punto 18; il corsivo è mio.

(23) - Relazione Jenard, pag. 13.

(24) - Relazione Schlosser, punti 64 e 65.

(25) - Relazione Jenard, pag. 10.

(26) - Relazione Schlosser, punto 62, n. 3; il corsivo è mio.

(27) - Sentenza Rich, citata, punto 26; il corsivo è mio.

(28) - V., in tal senso, le osservazioni di H. relative alla sentenza Rich,, citata, in Cahiers de droit européen, 1992, pag. 668, in particolare pag. 670. L$autore distingue tra le controversie collegate al funzionamento delle convenzioni d$arbitrato e le controversie il cui oggetto è una questione di merito che rientra di regola nell$ambito di applicazione della Convenzione, ma nella quale il convenuto può invocare una Convenzione d$arbitrato. Mentre la Convenzione è del tutto inapplicabile alle controversie del primo tipo, quelle del secondo tipo rientrano nell$ambito della Convenzione per quanto riguarda la competenza giurisdizionale (l$autore osserva che queste possono, tuttavia, sollevare delicati problemi al momento del loro riconoscimento e della loro esecuzione).

(29) - V. infra, paragrafo 81 delle presenti conclusioni.

(30) - Sentenza 8 marzo 1988, causa 9/87, Arcado (Racc. pag. 1539, punto 13).

(31) - Sentenza 6 marzo 1980, causa 120/79, De Cavel (Racc. pag. 731, punto 8; in prosieguo: la «sentenza De Cavel II»).

(32) - Loc. cit., punto 9.

(33) - B. Audit, L$arbitre, le juge et la convention de Bruxelles, in L$internationalisation du droit - Mélanges en l$honneur d$Yvon Loussouarn, Dalloz, 1994, pag. 15, in particolare pag. 19.

(34) - Punto 61, ultima frase.

(35) - Punto 62, ultima frase.

(36) - Sentenza 22 marzo 1983, causa 34/82, Peters (Racc. pag. 987, punto 12).

(37) - Loc. cit., punto 10.

(38) - Sentenza Arcado, citata, punti 12 e 13.

(39) - Sentenza 29 giugno 1994, causa C-288/92, Custom Made Commercial (Racc. pag. I-2913, punto 29), che applica principi affermati nelle sentenze 6 ottobre 1976, causa 12/76, Tessili (Racc. pag. 1473, punto 13), e 15 gennaio 1987, causa 266/85, Scenavai (Racc. pag. 239, punto 7).

(40) - Punto 9 della sentenza pronunciata dal Gerechtshof dell'Aia, riprodotta alla pag. 6 della traduzione francese delle osservazioni depositate dalla Deco-Line.

(41) - Punto 9.

(42) - Tale aspetto verrà trattato nell$ambito dello studio in prosieguo dedicato all$art. 24.

(43) - Pag. 1071, ultimo paragrafo.

(44) - Al riguardo, v. in prosieguo le considerazioni riguardanti l'art. 24.

(45) - H. Gaudemet-Tallon, cit., punto 267.

(46) - V. paragrafo 13 delle presenti conclusioni.

(47) - Pag. 8 della traduzione in francese delle sue osservazioni; v., del pari, in senso conforme, le osservazioni della Van Uden, punto 1.4.

(48) - Punto 24 delle sue osservazioni.

(49) - Sentenza 4 febbraio 1988, causa 145/86, Hoffmann (Racc. pag. 645, punto 10), che riprende i termini della relazione Jenard, pag. 42.

(50) - La stessa questione vi è sottoposta dal Bundesgerichtshof, chiamato a decidere sul riconoscimento e l$esecuzione di una decisione dell$Arrondissementsrechtbank di Leeuwarden emessa in conclusione di una procedura di «kort geding», nella causa, attualmente pendente, C-99/96, Mietz (GU 18 maggio 1996, C 145).

(51) - Avete infatti stabilito in quell$occasione che il provvedimento richiesto nel procedimento principale rientrava in una materia (il regime patrimoniale tra coniugi) esclusa dal campo di applicazione della Convenzione.

(52) - Sentenze W./H., punto 12, e De Cavel I, punto 9, citate.

(53) - Sentenza 26 marzo 1992, causa C-261/90, Reichert e a. (Racc. pag. I-2149, punto 32; in prosieguo: la «sentenza Reichert II»), e sentenza De Cavel I, punto 8, citata.

(54) - G. Tarzia, Les mesures provisoires dans les pays de la C.E.E., in Annales de droit de Louvain, 1996, n. 1, pag. 163, punto 1.

(55) - Sentenza Reichert II, punto 34, nella quale, sulla base di tale definizione, la Corte ha considerato che l$azione «pauliana», contemplata dal diritto francese, non rientrava nel campo di applicazione dell$art. 24.

(56) - G.A.L. Droz, nota alla sentenza W./H., citata, in Revue critique de droit international privé, 1984, pag. 354, punto 4.

(57) - G. Tarzia, già citato, punto 2.

(58) - J.-M. Bischoff e A. Huet, Chronique de jurisprudence de la Cour de justice des Communautées européennes, in Journal de droit international, 1982, n. 1, pag. 942, in particolare pag. 947.

(59) - In ragione della diversità dei provvedimenti che sono suscettibili di venir concessi nell$ambito di una procedura di «kort geding», non affronterò in termini generali lo studio di questa procedura alla luce dell$art. 24 della Convenzione, come la quarta questione dello Hoge Raad ci invita a fare. Concentrerò le mie osservazioni sulla sola procedura intrapresa nel caso di specie. La quarta e la sesta questione verranno pertanto esaminate insieme.

(60) - Ordinanza 29 gennaio 1997, causa C-393/96 P(R), Antonissen/Consiglio e Commissione (Racc. pag. I-441).

(61) - Loc. cit., punto 35.

(62) - Loc. cit., punto 37.

(63) - Punto 37 delle sue osservazioni.

(64) - Precitata sentenza Denilauler, punto 15.

(65) - J.-M. Bischoff e J. Huet, op. cit., pag. 947.

(66) - Punto 41 e ss. delle proprie osservazioni.

(67) - Il corsivo è mio.

(68) - Sentenza Denilauler, punto 16.

(69) - Punto II, n. 4, lett. e), delle sue osservazioni.

(70) - V., in tal senso, J.-P. Beraudo, in Juris-Classeur «Europe», vol. 6, fasc. 3030, punto 39; H. Gaudemet-Tallon, op. cit., punto 271; P. Gothot e D. Holleaux, op. cit., punti 202 e 203.

(71) - A termini del quale: «Ai sensi della presente Convenzione, per decisione si intende, a prescindere dalla denominazione usata, qualsiasi decisione resa da un organo giurisdizionale di uno Stato contraente, quale ad esempio decreto, sentenza, ordinanza o mandato di esecuzione, nonché la determinazione da parte del cancelliere delle spese giudiziali».

(72) - Sentenza Denilauler, citata, punto 17.

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