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Document 52012DC0629
COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIAL COMMITTEE AND THE COMMITTEE OF THE REGIONS Commission Work Programme 2013
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Programma di lavoro della Commissione per il 2013
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Programma di lavoro della Commissione per il 2013
/* COM/2012/0629 final */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Programma di lavoro della Commissione per il 2013 /* COM/2012/0629 final */
Oggi
la priorità assoluta è affrontare la crisi economica e riportare l’Unione
europea sulla strada della crescita sostenibile: è la missione degli europei di
questa generazione. L’Europa deve essere in grado di competere nell’economia
mondiale e va rimodellata per poter cogliere le opportunità future. Questo
richiede il contesto macroeconomico stabile che può essere garantito da un’effettiva
unione economica e monetaria, nonché una trasformazione radicale dell’economia
per sfruttare i numerosi punti di forza dell’Europa in un futuro all’insegna
dell’innovazione e della competenza. Occorre inoltre modificare il clima
imprenditoriale nel mercato unico, sfruttare pienamente l’immenso potenziale
delle reti europee e della rivoluzione informatica, sviluppare nuove
competenze, aiutare le persone attualmente escluse dal mercato del lavoro ad
apportare il loro contributo e tener conto delle esigenze e delle opportunità
connesse all’uso efficiente delle risorse. Queste sfide a lungo termine
richiedono un’azione concertata fra tutte le fasce della società, ma il
contributo dell’UE è comunque una conditio sine qua non per il successo. Ecco
perché, nel suo discorso sullo stato dell’Unione, il Presidente Barroso ha
esortato a riflettere sull’Europa per analizzare le conseguenze dei cambiamenti
in corso, che stanno trasformando radicalmente il mondo in cui viviamo. Le
riforme sono indispensabili per la crescita e l’unico modo di affrontare le
sfide attuali è farlo insieme. Il discorso sullo stato dell’Unione ha lanciato idee
ambiziose per la struttura a lungo termine dell’UE, cioè un’unione economica
profonda e autentica, basata su un’unione politica. Questa visione deve essere
tradotta in misure concrete per affrontare la lunga crisi che colpisce tuttora
l’Europa, e in particolare la zona euro. Il
presente programma di lavoro per il 2013 illustra quella che potrebbe essere la
fisionomia a lungo termine dell’Unione nei settori chiave, riepiloga le lacune
attuali e spiega come la Commissione intende affrontare queste sfide. Dando
priorità alle iniziative giuste, l’UE può contribuire alla crescita e alla
creazione di posti di lavoro e avvicinarsi gradatamente alla sua visione a
lungo termine. La
Commissione ha già presentato numerose proposte a favore della crescita su cui
i colegislatori stanno negoziando e che, se adottate tempestivamente e attuate
integralmente, contribuirebbero a rassicurare cittadini e investitori,
rilanciando l’attività economica e favorendo l’indispensabile creazione di
posti di lavoro, e a consolidare il bilancio dell’UE in termini di interventi
in tempo per le elezioni del Parlamento europeo previste nel giugno 2014.
Nel 2013 la Commissione dedicherà notevoli energie all’attuazione quale mezzo
immediato per trarre tutti i vantaggi dall’azione dell’UE. In seguito all’adozione
delle decisioni sul quadro finanziario pluriennale prevista entro la fine del 2012,
nel 2013 la Commissione si adopererà con particolare impegno per completare le
disposizioni necessarie a una rapida attuazione, anche attraverso mandati di
negoziato specifici per i singoli paesi, per garantire che le priorità
sostenute da investimenti finanziati dall’UE siano decisamente incentrate sulla
crescita e l’occupazione. Investimenti mirati sostenuti da un bilancio UE
moderno e favorevole alle riforme possono dare un impulso determinante a
crescita, occupazione e competitività. Le
proposte contenute nel presente programma di lavoro saranno presentate nel 2013
e nella prima parte del 2014, tenendo conto della fine della legislatura
attuale. Le sezioni seguenti evidenziano alcune azioni chiave per spiegare in
che modo la Commissione contribuirà a colmare il divario tra gli obiettivi dell’UE
e la situazione attuale. L’allegato I contiene un elenco più dettagliato delle
proposte che la Commissione intende presentare nel 2013-2014.
Porre le giuste basi: verso un’autentica unione economica
e monetaria
Obiettivo La forza dell’Europa deriva dall’interconnessione delle nostre economie, accentuata dal mercato unico e dalla moneta comune. Ora la definizione integrata delle politiche economiche a livello europeo attraverso il semestre europeo sta determinando un avvicinamento senza precedenti delle nostre economie. La crisi ha dimostrato tuttavia che per promuovere la stabilità finanziaria, la crescita economica e l’occupazione il mercato unico dei servizi finanziari deve essere sostenuto da un’autorità di regolamentazione e vigilanza a livello di Unione europea. La prossima fase deve consistere nell’integrazione dell’unione economica e monetaria con un’unione bancaria e di bilancio perfettamente funzionante. Cosa resta da fare? Per realizzare un’autentica UEM occorre un approccio globale che spezzi il circolo vizioso tra indebitamento eccessivo del settore privato, debito sovrano non sostenibile e debolezza del settore bancario. L’UE ha bisogno di un quadro globale, atto a colmare le lacune in una politica pienamente integrata nel settore dei servizi finanziari e comprendente un meccanismo di vigilanza unico per le banche e una regolamentazione unica che disciplini tutti gli istituti finanziari. Occorre inoltre completare e utilizzare meccanismi più efficaci per prevenire e correggere le politiche di bilancio e gli squilibri economici non sostenibili. Sarà altrettanto fondamentale coordinare meglio le politiche fiscali. I progressi compiuti grazie al semestre europeo non permettono ancora di sfruttarne appieno il potenziale per trasformare le raccomandazioni in riforme strutturali all’interno dell’Unione. Anche se il processo non è ancora terminato, la
governance economica dell’UE è già stata profondamente rafforzata attraverso la
strategia Europa 2020, il semestre europeo e l’applicazione della normativa “six-pack”.
È urgente raggiungere un accordo sulla normativa “two-pack” per completare
ulteriormente la governance economica. Nel 2013 la Commissione intende:
lanciare
il quarto semestre europeo attraverso l’analisi annuale della crescita;
applicare
il piano per un’unione economica e monetaria globale e autentica che
pubblicherà entro la fine del 2012;
proporre
una normativa supplementare per rafforzare ulteriormente la stabilità, la
trasparenza e la tutela dei consumatori nel settore finanziario (ad
esempio, in relazione ai rischi sistemici connessi agli istituti non
bancari e al sistema bancario ombra).
La
normativa vigente e quella attualmente all’esame contribuiscono a trasformare
radicalmente il sistema finanziario dell’UE. Un accordo sulla vigilanza
bancaria consoliderà in misura considerevole le basi su cui poggia il sistema
finanziario europeo e permetterà di ripristinare la fiducia. Molte norme
dettagliate di questo pacchetto saranno applicate nel 2013. Lo stesso vale per
la politica di coesione, nel cui ambito le priorità principali in termini di
misure a favore della crescita e di riforme strutturali individuate nel
semestre europeo saranno parte integrante dei nuovi programmi nazionali e
regionali e sarà posto l’accento sul completamento dei mandati nazionali
specifici per la prossima generazione di fondi strutturali. La Commissione
adotterà anche misure per combattere la frode e l’evasione fiscale, tra cui un’iniziativa
sui paradisi fiscali, facendo in modo che la dimensione UE sostenga gli sforzi
compiuti a livello nazionale per risanare le finanze pubbliche.
Promuovere
la competitività attraverso il mercato unico e la politica industriale
Obiettivo La sostenibilità della crescita e la creazione di posti di lavoro presuppongono, da un lato, un contesto macroeconomico stabile e, dall’altro, la capacità di competere nell’economia mondiale. I punti di forza dell’Europa possono conferirle un vantaggio competitivo grazie a un’economia sociale di mercato più moderna e aiutarla a prendere la guida della nuova rivoluzione industriale. Associati a investimenti mirati e al giusto approccio all’imprenditoria, il mercato unico e la concorrenza leale possono permettere di sfruttare le opportunità di crescita attraverso le nuove tecnologie e l’innovazione. Cosa resta da fare? Il mercato unico deve continuare ad adeguarsi per sfruttare il proprio potenziale a beneficio di imprese e consumatori in un’Europa senza frontiere. Le possibilità offerte dai cambiamenti tecnologici sono enormi, ma devono essere affiancate da nuove strategie in settori quali gli appalti, gli standard e la proprietà intellettuale. L’UE ha bisogno di un quadro a lungo termine per le politiche nel campo dell’energia e del clima affinché gli investimenti e le politiche mirino alla competitività e affrontino il problema dei cambiamenti climatici. L’Europa è in ritardo sul fronte dell’innovazione, a causa di fattori che ostacolano la creazione di nuovi mercati e gli investimenti in tecnologie che cambieranno il nostro modo di vivere nonché di problemi più vasti di attitudine all’imprenditoria e fallimento delle imprese. Occorre inoltre un quadro giuridico adeguato per orientare Galileo verso operazioni commerciali. A ciò si aggiungono le difficoltà incontrate dalle imprese, in particolare le PMI, per ottenere finanziamenti a seguito della crisi, nonché gli oneri amministrativi inutili e il carattere obsoleto di determinate amministrazioni pubbliche. Anche le carenze a livello di attuazione impediscono di trarre tutti i benefici connessi. Il recente Atto per
il mercato unico II individua 12 nuove azioni prioritarie concrete per
rilanciare il mercato unico agendo su quattro fronti principali: reti,
mobilità, economia digitale e coesione[1].
Partendo dalla sua comunicazione del 2012 su una nuova politica industriale[2], la Commissione rivolgerà uno
sguardo nuovo al mercato unico dei prodotti, che rappresenta il 75% del
commercio intra-UE. Queste azioni fanno seguito alle azioni prioritarie della
prima fase dell’Atto per il mercato unico[3],
su cui ora si deve raggiungere rapidamente un accordo. Nel 2013 la Commissione
lavorerà intensamente con i colegislatori per completare queste proposte e
attuarle in modo efficace e integrale. Le proposte più importanti
riguarderanno:
iniziative volte
ad allineare le norme e ridurre i costi legati al rispetto della normativa
IVA attraverso una dichiarazione unica;
una proposta legislativa
volta a rendere obbligatoria la fatturazione elettronica per gli appalti
pubblici che agevolerà l’interazione imprese-governo, ridurrà i costi e
fungerà da modello per altri settori;
iniziative volte ad aggiornare e semplificare le norme che disciplinano
la circolazione dei prodotti nel mercato unico e a individuare le lacune
che ostacolano ancora la libera circolazione, nonché l’intensificazione
del lavoro su standard, certificazione e etichettatura;
nell’ambito di Orizzonte 2020, nel 2013 saranno presentate proposte
per istituire e sviluppare una serie di importanti partenariati
pubblico-privato volti a combinare gli investimenti privati e pubblici con
il bilancio UE per promuovere un approccio comune in settori strategici
chiave quali i prodotti farmaceutici, la gestione del traffico aereo e le
nanotecnologie, mobilitando circa 9-10 miliardi di euro di nuovi
investimenti;
iniziative
riguardanti le tecnologie e l’innovazione nel campo dell’energia per
rendere il sistema di approvvigionamento energetico sostenibile, sicuro e
competitivo;
una serie di
riforme fondamentali per modernizzare gli aiuti di Stato;
la
modernizzazione del nostro approccio ai diritti di proprietà intellettuale
per renderlo efficace e favorevole ai consumatori nel mondo digitale.
L’efficienza
energetica è un aspetto fondamentale della competitività. La Commissione
intensificherà la collaborazione con gli Stati membri per l’attuazione della
direttiva sull’efficienza energetica e della normativa sull’etichettatura
energetica e sulla progettazione ecocompatibile. Anche l’attuazione della
strategia sulle tecnologie abilitanti fondamentali darà un contributo
determinante alla competitività. La Commissione si adopererà con ulteriore
impegno per aiutare le PMI a ottenere finanziamenti e attuare il piano d’azione
per l’imprenditoria. Il sostegno proveniente dal Fondo europeo di sviluppo
regionale e dal programma COSME[4]
sarà disponibile nel 2014, quando inizierà il nuovo periodo di finanziamento.
La nuova programmazione del Fondo sociale europeo porrà l’accento sull’acquisizione
delle competenze necessarie per passare senza problemi dalla scuola al mondo
del lavoro e aumentare l’occupabilità della forza lavoro.
Connect
to Compete (collegare per competere): costruire oggi le reti di domani
Obiettivo Un mercato unico europeo pienamente integrato e interconnesso per le telecomunicazioni, l’energia e i trasporti è una conditio sine qua non per promuovere la competitività, l’occupazione e la crescita. Questo richiede infrastrutture di rete abbordabili, accessibili, efficienti e sicure. Un passaggio più rapido all’economia digitale avrà effetti positivi in tutti i settori, promuovendo la produttività, l’efficienza e l’innovazione. L’Europa ha bisogno di reti digitali ultramoderne per mantenere e rafforzare la sua posizione competitiva a livello mondiale, per poter gestire il boom di Internet e il relativo scambio di dati e per sfruttare appieno il miglioramento dell’efficienza e i servizi innovativi offerti dai principali sviluppi online. Nel settore energetico, la realizzazione di cospicui investimenti nelle reti elettriche e di altro tipo renderà l’approvvigionamento energetico più sicuro, sostenibile e competitivo. Nel settore dei trasporti, un mercato unico totalmente integrato e reti più efficienti, che consentano di passare rapidamente da una modalità all’altra, comporterebbero enormi vantaggi per i cittadini e le imprese, anche nelle aree urbane. Cosa resta da fare? Le politiche nazionali e un gran numero di ostacoli incidono negativamente sulla competitività e impediscono di sfruttare le reti su scala europea. Gli investimenti a sostegno dei progetti su cui poggerà la futura prosperità dell’Europa non vengono sufficientemente incentivati. Le carenze del quadro normativo frenano un’evoluzione in tal senso e riducono le possibilità di innovazione in settori quali le reti, i contatori e i trasporti intelligenti. La mancanza di interoperabilità fa aumentare i costi e impedisce di garantire condizioni di parità. La lacune del quadro normativo frenano gli investimenti delle imprese e minano la fiducia dei consumatori in settori chiave come i pagamenti. La carenze infrastrutturali sono causa di costi supplementari e di inefficienze a danno dei consumatori di energia, ritardano la modernizzazione della logistica e impediscono di utilizzare al meglio la banda larga. Per
continuare a colmare le lacune, nel 2013-2014 la Commissione presenterà
proposte:
relative al
trasporto ferroviario e di merci, al traffico di merci tra i porti dell’UE
e al Cielo unico europeo per modernizzare i trasporti e la logistica in
Europa per aiutare le imprese a risparmiare tempo e energia e ridurre le
emissioni;
volte a rimuovere
gli ostacoli ai pagamenti elettronici;
volte a sostenere
gli investimenti nelle reti ad alta velocità;
volte ad
aumentare la copertura e la capacità della banda larga riducendone i costi
di diffusione e liberando la larghezza di banda per la banda larga senza
fili.
Insieme alla
politica di coesione, il meccanismo per collegare l’Europa[5] darà un contributo estremamente
tangibile all’eliminazione di questi ostacoli mediante lo sviluppo delle
infrastrutture. Il meccanismo dovrebbe essere operativo nel 2013, con una
chiara definizione delle priorità fondamentali. L’anno prossimo partiranno
anche i project bond, che dovrebbero contribuire a orientare gli investimenti
del settore privato. Tutto ciò avverrà
parallelamente al consolidamento normativo. Si deve fare di più per creare un
vero e proprio spazio europeo dei trasporti, disciplinato da norme europee: le
proposte volte a collegare il settore ferroviario e ad accelerare l’attuazione
del Cielo unico europeo devono essere presentate in via prioritaria. Nel
settore dell’energia, occorre realizzare l’ultima fase della liberalizzazione
finalizzata al completamento del mercato interno dell’energia entro il 2014 per
assicurare in futuro all’Europa un approvvigionamento energetico sostenibile,
competitivo e sicuro. Un nuovo quadro per gli interventi nazionali nel settore
dell’energia sarà di fondamentale importanza per garantire che siano realizzati
investimenti adeguati e che gli interventi di mercato siano limitati a quanto
necessario e proporzionato.
La
crescita per l’occupazione: inclusione e eccellenza
Obiettivo La capacità di combinare crescita e inclusività è uno dei principali punti di forza della nostra economia sociale di mercato. Attualmente, tuttavia, l’economia e la società dell’Unione europea corrono il rischio che l’elevata disoccupazione, l’aumento della povertà e l’esclusione sociale diventino strutturali. La dimensione UE deve permettere agli Stati membri di utilizzare tutti i mezzi possibili per aiutare chi cerca lavoro e conciliare l’offerta e la domanda di manodopera, adottando anzitutto una politica occupazionale attiva che consenta a queste persone di acquisire le competenze giuste e utilizzi appieno le possibilità di mobilità. L’obiettivo è trovare modi innovativi di migliorare il livello di istruzione e la partecipazione al mercato del lavoro. Per promuovere l’inclusione sociale e l’ingresso nel mercato del lavoro occorrono politiche sociali adeguate e sostenibili e servizi sociali più accessibili. Il potenziale occupazionale di settori fondamentali di crescita quali l’economia verde, le TIC, la sanità e l’assistenza sociale deve essere integralmente sfruttato. Per conservare la loro forza lavoro nella prospettiva a lungo termine di un invecchiamento demografico, i mercati occupazionali europei devono essere inclusivi, mobilitando lavoratori di tutte le età e con tutti i tipi di qualifiche. Cosa resta da fare? Il tasso di disoccupazione in Europa, specialmente fra i giovani, costituisce un serio problema per i servizi di collocamento pubblici e i datori di lavoro. Per aumentare i livelli di occupabilità è indispensabile rilanciare la crescita, tenendo conto anche dei gruppi vulnerabili. Il potenziale occupazionale di settori quali l’economia verde, le TIC e la sanità non viene integralmente sfruttato. I sistemi di istruzione e formazione non stanno al passo con il mutato fabbisogno del mercato del lavoro, che accusa una penuria di persone qualificate in settori chiave come la scienza, la matematica e le tecnologie dell’informazione. L’istruzione superiore non è sufficientemente collegata alle attività di ricerca e innovazione e non riesce a fornire con la necessaria rapidità le capacità necessarie in ambiti quali le TIC, il che riflette e accentua la mancanza di internazionalizzazione. L’apprendimento permanente si sta ancora sviluppando e né la politica pubblica né le prassi aziendali rispecchiano la necessità di prolungare la carriera dei lavoratori più anziani. Il lavoro non dichiarato pone un problema supplementare. La protezione e gli investimenti sociali devono essere più efficaci. Per i gruppi vulnerabili è particolarmente difficile (re)inserirsi nel mercato del lavoro e le possibilità di mobilità dei lavoratori sono limitate da problemi di riconoscimento delle qualifiche, dei documenti e delle competenze fra uno Stato membro e l’altro. Il
sostegno alle politiche degli Stati membri per l’occupazione e la creazione di
posti di lavoro è una delle principali priorità del semestre europeo. Nel 2013
la Commissione continuerà a lavorare attivamente con gli Stati membri e le
parti sociali, basandosi in particolare sulle iniziative riguardanti la garanzia
per i giovani e i tirocini che saranno presentate nelle prossime settimane. Per
continuare a colmare le lacune, nel 2013-2014 la Commissione presenterà
proposte finalizzate a:
migliorare l’efficienza
dei servizi di collocamento pubblici e delle reti tra agenzie nazionali
per l’occupazione;
orientare gli
investimenti sociali verso la crescita inclusiva, fornendo orientamenti
per le riforme individuate nel quadro del semestre europeo, con il
sostegno dei fondi UE, ad esempio il Fondo sociale europeo;
proseguire l’internazionalizzazione
dell’istruzione superiore per preparare gli europei a un mercato del
lavoro sempre più globale, aperto e competitivo;
creare un quadro
adeguato per gli organismi che gestiscono le pensioni professionali.
Gli ostacoli alla
mobilità figurano tuttora fra i principali problemi del mercato unico. L’adozione
e l’applicazione della direttiva riveduta sulle qualifiche professionali[6] daranno un contributo
importante all’apertura delle professioni. Occorre continuare a esaminare e ridurre
le restrizioni all’accesso per le professioni regolamentate, che limitano la
possibilità di lavorare in un altro Stato membro. Uno dei principali
obiettivi per il 2013 sarà preparare la nuova generazione di programmi del
Fondo sociale europeo, per sostenere nel modo più rapido ed efficace la
modernizzazione delle politiche riguardanti il mercato del lavoro e l’inclusione
sociale, potenziando i sistemi di istruzione e di formazione permanente per
garantire che categorie quali i giovani e i disoccupati di lunga durata
acquisiscano le competenze richieste per le professioni del futuro. Un’ampia
gamma di programmi UE, come il Fondo europeo di sviluppo regionale,
Orizzonte 2020 e Erasmus per tutti, contribuirà a questi obiettivi.
Utilizzare
le risorse dell’Europa per promuovere la competitività
Obiettivo La competitività attuale deve essere orientata verso la competitività futura. L’economia dell’UE dispone di un potenziale non sfruttato per diventare più innovativa, produttiva e competitiva utilizzando meno risorse e riducendo i danni ambientali. Occorre produrre meno rifiuti e aumentarne il riutilizzo e il riciclo allineandosi alle pratiche degli Stati membri più efficienti da questo punto di vista. Un uso migliore delle risorse contribuirebbe alla crescita, all’occupazione e a una maggiore competitività, riducendo i costi per le imprese e determinando effetti molto positivi per la salute e per l’ambiente, una riduzione delle emissioni di gas serra e delle bollette energetiche e la creazione di nuove possibilità di innovazione e di investimento. L’UE si trova in una posizione particolarmente favorevole per conferire alla politica la necessaria dimensione a lungo termine. Cosa resta da fare? La società e l’economia europee non sfruttano appieno il potenziale in termini di uso efficiente delle risorse. Molti dei rifiuti riciclabili sono esportati o messi in discarica. La mancanza di un quadro a lungo termine frena la pianificazione e gli investimenti, soprattutto quelli riguardanti un quadro post-2020 su clima e energia, ma anche per l’uso sostenibile a lungo termine di risorse fondamentali come l’aria, il suolo, l’energia, l’acqua, il pesce e la biomassa. Al tempo stesso, questi quadri possono contribuire a promuovere l’innovazione necessaria per sfruttare il potenziale del passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio in settori quali i trasporti, l’energia e l’agricoltura. Per
continuare a colmare le lacune, nel 2013-2014 la Commissione presenterà
proposte finalizzate a:
·
illustrare, in un’ottica
a lungo termine, il modo in cui l’UE passerà gradatamente dai suoi obiettivi
per il 2020 a un’economia a basse emissioni di carbonio attraverso un quadro
globale da qui al 2030;
·
definire una nuova
strategia sull’adattamento ai cambiamenti climatici per aumentare la resilienza
dell’Europa;
·
rivedere la legislazione
sui rifiuti, riflettendo su come i nuovi mercati e un miglior riciclaggio
possano contribuire alla crescita;
·
adeguare il quadro politico dell’UE sulla qualità
dell’aria.
Al tempo stesso, il completamento
della nuova generazione di politiche dell’agricoltura e della pesca e dei
programmi di sviluppo regionale e rurale sarà un’occasione unica di combinare
innovazione e creazione di posti di lavoro, ponendo l’accento sulla
sostenibilità. La promozione di una “economia blu” permetterà di sfruttare il
potenziale delle zone marittime europee per contribuire alla crescita. Nel 2013
inizierà anche la terza fase del sistema europeo di scambio di quote di
emissioni (2013-2020).
Costruire un’Europa sicura
Obiettivo L’UE deve difendere i suoi cittadini e i loro diritti dalle minacce e dalle sfide a cui sono esposti e rimuovere gli ostacoli rimanenti alla circolazione dei cittadini in Europa. Questo significa combattere la criminalità e la corruzione, controllare le nostre frontiere esterne e garantire il rispetto dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali, trovando un giusto equilibrio fra sicurezza e mobilità. Occorre inoltre un sistema giudiziario funzionante e efficiente per promuovere la crescita, l’imprenditoria e gli investimenti. L’UE si adopera altresì per ridurre proattivamente i rischi per la salute, la sicurezza alimentare e dei prodotti e le infrastrutture critiche nonché i rischi di catastrofi. Un uso sicuro e sostenibile dell’energia nucleare è di fondamentale importanza in questo contesto. Cosa resta da fare? Le mutate minacce alla sicurezza impongono all’UE di adeguare la sua risposta utilizzando la tecnologia per affrontare i rischi alimentari o nucleari, adoperandosi per reagire nel modo più tempestivo ed efficace alle catastrofi e intensificando la cooperazione per lottare contro la dimensione transfrontaliera della criminalità. Va rivolta particolare attenzione a settori quali il finanziamento del terrorismo o il traffico transfrontaliero di armi. L’UE ha una particolare responsabilità per quanto riguarda la tutela dei suoi interessi finanziari contro la frode e la corruzione, ma non dispone dell’intero quadro istituzionale necessario a tal fine. Occorre instaurare una fiducia reciproca in materia di sicurezza e giustizia e creare, ove manchino, le reti e gli scambi necessari. È altresì necessario esercitare una vigilanza per garantire che i diritti fondamentali dei cittadini siano totalmente protetti nell’UE. Per esercitare appieno i loro diritti, i privati e le imprese devono poter accedere agevolmente alla giustizia in tutti i paesi, in condizioni di parità, in caso di vertenze transfrontaliere. Per
continuare a colmare le lacune, la Commissione presenterà proposte volte a:
istituire
una procura europea per lottare contro i reati a danno del bilancio UE e
tutelare gli interessi finanziari dell’Unione;
combattere il traffico di armi da fuoco;
·
migliorare la cooperazione giudiziaria in materia
penale e civile; ·
rivedere la legislazione sulla sicurezza nucleare e
proporre una nuova normativa riguardante l’assicurazione e la responsabilità in
campo nucleare. ·
Visto che il 2013 sarà l’Anno europeo dei
cittadini, la relazione sulla cittadinanza esaminerà i progressi compiuti nel
garantire i diritti dei cittadini dell’Unione e individuerà le azioni future. La Commissione
intraprenderà inoltre un gran numero di iniziative importanti per promuovere un
circolo virtuoso di collaborazione fra le amministrazioni nazionali e i sistemi
giudiziari. Il lavoro delle autorità che fanno parte della Rete di cooperazione
per la tutela dei consumatori è uno strumento fondamentale ai fini dell’applicazione
pratica. La prima relazione anticorruzione e il primo quadro di valutazione
giudiziario contribuiranno a facilitare l’individuazione e l’applicazione delle
migliori pratiche. Un accordo su nuove modalità di governance Schengen
fornirebbe agli Stati membri un nuovo e importante strumento per consolidare la
fiducia reciproca nel controllo comune delle frontiere. L’uso degli attuali
meccanismi di solidarietà verrà ulteriormente rafforzato nel settore dell’immigrazione.
Sfruttare
la nostra posizione: l’Europa come attore globale
Obiettivo Gli interessi dell’UE e il suo impegno nei confronti della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti umani dipendono in larga misura da quanto accade al di là delle sue frontiere. È prioritario promuovere i nostri valori all’interno e al di là del vicinato diretto istituendo partenariati con i paesi terzi e cercando soluzioni multilaterali ai problemi comuni. Collettivamente l’UE è la prima fonte mondiale di finanziamenti per la cooperazione allo sviluppo e per il clima nonché di aiuti umanitari. Siamo anche il primo partner commerciale a livello mondiale. Quando riesce a utilizzare le sue risorse e quelle degli Stati membri in modo efficace e coerente al di là dei suoi confini, combinando i numerosi strumenti disponibili, l’UE può aumentare il proprio impatto e la propria influenza sul resto del mondo. Questo contribuisce al conseguimento dei traguardi di crescita, stabilità e democrazia e degli obiettivi di politiche come quelle volte a combattere la povertà e a promuovere la pace e la sicurezza, nonché all’attuazione di politiche riguardanti i cambiamenti climatici, l’ambiente, i trasporti e l’energia, ottimizzando inoltre le opportunità di cooperazione internazionale in ambiti quali la scienza e la tecnologia. Nell’anno di adesione della Croazia, il processo di allargamento e la strategia di vicinato continueranno a fornire strumenti preziosi per sostenere i cambiamenti positivi nei partner situati alle porte dell’UE. Cosa resta da fare? L’UE ha un peso considerevole sulla scena mondiale, ma si può fare di più per definire un approccio veramente unificato utilizzando diverse politiche e diversi strumenti che si rafforzino a vicenda. L’UE deve inoltre sorvegliare in modo più rigoroso il rispetto dei suoi impegni, in particolare nell’ambito del sostegno fornito ai paesi del vicinato in fase di transizione. La dimensione esterna è fondamentale per promuovere la crescita e la
competitività nel 2013 e negli anni successivi. L’UE sta attuando un programma
di commercio e investimenti bilaterali di una portata senza precedenti per
completare quanto intrapreso a livello multilaterale. I negoziati con partner
importanti come il Canada, Singapore e l’India sono in dirittura d’arrivo e si
spera di avviarli presto con il Giappone. Le raccomandazioni finali del gruppo
ad alto livello UE-USA sull’occupazione e sulla crescita potrebbero spianare la
via a negoziati su un partenariato transatlantico ambizioso e globale. Vista l’importanza
di Giappone e Stati Uniti, la conclusione di accordi con questi due partner
potrebbe aumentare il PIL dell’UE dell’1-1½% e creare quasi un milione di posti
di lavoro. Questi accordi favorirebbero la liberalizzazione e il dialogo
normativo a livello multilaterale e aprirebbero nuovi mercati ai prodotti e
servizi europei. Sono in corso processi di “scoping” con altri partner. Nel 2013 ci si
adopererà con particolare impegno per confermare l’importanza dello Stato di
diritto quale elemento centrale della politica di allargamento, consolidare la
stabilità economica e finanziaria e promuovere relazioni di buon vicinato e una
cooperazione regionale più stretta in settori quali il commercio, l’energia e i
trasporti. La politica di vicinato manterrà un’impostazione basata sugli
incentivi, e quindi il sostegno dell’UE alle riforme sarà condizionato alla
realizzazione di progressi tangibili in termini di democratizzazione e rispetto
dei diritti umani. Le priorità per il 2013 saranno le “zone di libero scambio
globali e approfondite”, i partenariati per la mobilità e la facilitazione del
visto. L’UE ha risposto ai rapidi mutamenti nel nostro vicinato attraverso la
revisione della politica europea di vicinato, che consolida il partenariato
orientale e istituisce un partenariato per la democrazia e la prosperità
condivisa con il Mediterraneo meridionale. Per quanto riguarda i nostri vicini
del sud, nel 2013 ci concentreremo sull’attuazione e sui risultati, utilizzando
metodi innovativi per mobilitare risorse politiche ed economiche in modo
reciprocamente vantaggioso. In previsione del vertice sugli obiettivi di sviluppo del millennio
(OSM) che si terrà nel 2015, l’Unione prosegue negoziati fondamentali come
quello volto a raggiungere un nuovo accordo internazionale sul clima entro il
2015. Al tempo stesso, con il completamento della nuova generazione di
strumenti per l’azione esterna, il 2013 sarà un anno fondamentale per integrare
il nuovo orientamento della politica di sviluppo dell’Unione, il programma di
cambiamento[7],
nelle relazioni con i nostri partner, ponendo l’accendo sulla buona governance
e su una crescita inclusiva e sostenibile e incentivando gli investimenti nei
paesi in via di sviluppo. Sempre nel 2013 saranno prese ulteriori misure
per poter rispondere alle crisi in modo efficace e rapido e definire una
strategia globale di prevenzione, gestione e risoluzione delle crisi. Per continuare a
colmare le lacune, nel 2013-2014 la Commissione presenterà proposte finalizzate
a:
proporre,
presupponendo il buon esito della fase di “scoping” e delle discussioni
preliminari in corso, direttive di negoziato per accordi globali sul
commercio e sugli investimenti con i partner pertinenti;
presentare
posizioni coerenti dell’UE che riuniscano gli obiettivi di sviluppo del
millennio, l’agenda di sviluppo post-2015 e Rio+20.
[1] COM(2012) 573 del 3 ottobre 2012. [2] COM(2012) 582 del 10 ottobre 2012. [3] COM(2011) 206 del 13 aprile 2011. [4] Programma per la competitività delle imprese e
delle PMI 2014-2020. [5] COM(2011) 0665 del 19 ottobre 2011. [6] COM(2011) 883 definitivo [7] COM(2011) 637 del 13 ottobre 2011.