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Document 92003E001936

INTERROGAZIONE SCRITTA E-1936/03 di Anne Jensen (ELDR) alla Commissione. Sicurezza dei porti.

GU C 84E del 3.4.2004, p. 479–480 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

European Parliament's website

3.4.2004   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 84/479


(2004/C 84 E/0556)

INTERROGAZIONE SCRITTA E-1936/03

di Anne Jensen (ELDR) alla Commissione

(13 giugno 2003)

Oggetto:   Sicurezza dei porti

Gli Stati Uniti impongono requisiti in termini di livello di sicurezza nei porti europei dai quali partono navi destinate a fare scalo nei porti americani. Questo sembra aver di fatto portato gli Stati Uniti a privilegiare e a concludere accordi con certi porti europei selezionati considerati dagli Stati Uniti «sicuri». Allo stesso tempo gli Stati Uniti si rifiutano di avere collegamenti con altri porti considerati «non sicuri». In questo modo alcuni porti europei ottengono un vantaggio competitivo rispetto ad altri.

Che cosa farà la Commissione per porre rimedio a tale problematica? Saranno presentate per esempio proposte di legge che rendano i porti europei accettabili per gli Stati Uniti? Quali saranno le linee principali di tale legislazione? E quando la Commissione prevede di intraprendere un'iniziativa nel settore?

Risposta data dalla sig.ra de Palacio a nome della Commissione

(24 luglio 2003)

L'Unione è pienamente al corrente delle iniziative delle autorità statunitensi di esigere un rafforzamento dei controlli e delle misure antiterroriste nei porti che esportano verso gli Stati Uniti e delle distorsioni di concorrenza tra porti che queste misure potrebbero indurre.

La selezione da parte degli Stati Uniti di 20 mega porti, in particolare in Europa, è stata effettuata non in funzione delle misure di sicurezza portuali esistenti, ma allo scopo di coprire al massimo il traffico di container, in particolare il 98 % del traffico marittimo di container tra l'Unione e gli Stati Uniti.

Una seconda fase di introduzione dell'iniziativa americana sui container (Container Security Initiative — CSI) concernerà altri porti che potrebbero essere scelti in base a considerazioni di sicurezza portuale. Le dogane americane hanno però anche indicato che, in questa seconda fase, i porti sarebbero scelti sulla base di criteri strategici come le principali linee di traffico con il Medio Oriente e/o l'Africa.

La risposta della Comunità deve dunque soddisfare a due imperativi: essere globale per poter essere integrata in un approccio mondiale e soddisfare i requisiti del mercato interno garantendo in particolare la parità di trattamento di tutti i nostri esportatori.

Per tutelare questa parità di trattamento in tutta l'Unione doganale, all'inizio dell'anno, la Commissione ha inviato lettere di costituzione in mora agli Stati membri che avevano firmato «dichiarazioni di intenti» relative alla Container Security Initiative.

Parallelamente essa ha proposto agli Stati membri un piano di cooperazione con le autorità americane in vista di un accordo che sostituirebbe le disposizioni di dette dichiarazioni di intenti incompatibili con l'Unione doganale e il mercato interno.

Il 18 marzo 2003, il Consiglio ha approvato direttive di negoziato affinché la Commissione negozi, nei settori di competenza comunitaria, un ampliamento del campo di applicazione dell'accordo di cooperazione doganale concluso nel 1997 tra la Comunità e gli Stati Uniti per garantire un migliore coordinamento dei controlli di sicurezza sulle merci in circolazione.

Il 2 maggio 2003 la Commissione ha adottato una comunicazione relativa al miglioramento della sicurezza dei trasporti marittimi e una proposta di regolamento relativa al miglioramento della sicurezza delle navi e degli impianti portuali (1).

La Commissione prevede di adottare altre iniziative legislative concernenti la sicurezza in zona prioritaria, la sicurezza della catena intermodale di trasporto e la revisione del Codice doganale comunitario.


(1)  COM(2003) 229 def.


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