This document is an excerpt from the EUR-Lex website
Document 92003E000700
WRITTEN QUESTION E-0700/03 by Bart Staes (Verts/ALE) to the Commission. Doping in amateur sport.
INTERROGAZIONE SCRITTA E-0700/03 di Bart Staes (Verts/ALE) alla Commissione. Consumo di sostanze dopanti da parte di sportivi a livello dilettantistico.
INTERROGAZIONE SCRITTA E-0700/03 di Bart Staes (Verts/ALE) alla Commissione. Consumo di sostanze dopanti da parte di sportivi a livello dilettantistico.
GU C 242E del 9.10.2003, p. 164–165
(ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)
INTERROGAZIONE SCRITTA E-0700/03 di Bart Staes (Verts/ALE) alla Commissione. Consumo di sostanze dopanti da parte di sportivi a livello dilettantistico.
Gazzetta ufficiale n. 242 E del 09/10/2003 pag. 0164 - 0165
INTERROGAZIONE SCRITTA E-0700/03 di Bart Staes (Verts/ALE) alla Commissione (10 marzo 2003) Oggetto: Consumo di sostanze dopanti da parte di sportivi a livello dilettantistico Il 15 maggio dello scorso anno il Commissario Reding ha presentato uno studio sul consumo di sostanze dopanti da parte di sportivi a livello dilettantistico nei circa 23 000 centri fitness dell'Unione europea. Una delle raccomandazioni degli autori dello studio era creare marchi di qualità per questi prodotti e attuare un controllo sistematico della loro composizione, raccomandazioni suscitate soprattutto dal fatto che tali prodotti (dannosi) possono essere ordinati via Internet. Può la Commissione comunicare se nel frattempo ha adottato provvedimenti di tutela specificamente per questi prodotti al fine di proteggere i consumatori europei? Può la Commissione comunicare quali passi ha nel frattempo intrapreso al fine, se non di prevenire, almeno di ostacolare sostanzialmente il commercio illegale via Internet? Può la Commissione dire se ritiene che questi prodotti dannosi debbano essere bloccati alla frontiere esterne dell'Unione europea e quali passi intraprenderà eventualmente in questa direzione? Risposta data dalla sig.ra Reding a nome della Commissione (14 aprile 2003) La Commissione ha preso nota con interesse delle conclusioni dello studio menzionato dall'onorevole parlamentare. Tale studio è stato svolto nel quadro delle azioni pilota finanziate dalla Commissione nel 2000 e nel 2001, riguardanti la lotta contro il doping nello sport. Le conclusioni dello studio sono state utilizzate nelle riflessioni della Commissione in materia di lotta contro il doping. Esse sono state impiegate in particolare per avviare la preparazione di una proposta della Commissione per un programma comunitario di lotta contro il doping, basato sull'informazione, sull'educazione e sulla prevenzione. Tale iniziativa ha dovuto essere sospesa per motivi di bilancio. Dopo la pubblicazione di tale studio, un progresso importante è stato compiuto con l'adozione nel 2002 della direttiva 2002/46/CE del Parlamento e del Consiglio, del 10 giugno 2002, relativa al ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri per quanto riguarda gli integratori dei prodotti alimentari(1). In occasione della 53a riunione del Comitato farmaceutico della Comunità, del 14 maggio 2002, la Commissione ha inoltre sollevato la questione attinente ad un contrassegno speciale figurante sulle etichette per i prodotti dopanti. In tale occasione sono state esaminate le esperienze degli Stati membri in tale materia, nonché l'aspetto relativo alla realizzabilità di un sistema di allarme precoce (early warning system) su scala europea. Tuttavia, i dibattiti svolti a livello del Comitato farmaceutico hanno evidenziato tutte le difficoltà che comporta la realizzazione di un siffatto sistema e la Commissione non prevede pertanto, per il momento, di procedere in tal senso. Infine, la Commissione ricorda che essa è tenuta ad agire nella stretta osservanza delle sue competenze e che in materia di lotta contro il doping un certo numero di misure possono essere ipotizzate soltanto a livello nazionale. (1) GU L 183 del 12.7.2002.