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Document 52021DC0066

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Riesame della politica commerciale - Una politica commerciale aperta, sostenibile e assertiva

COM/2021/66 final

Bruxelles, 18.2.2021

COM(2021) 66 final

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI EMPTY

Riesame della politica commerciale -
Una politica commerciale aperta, sostenibile e assertiva


Riesame della politica commerciale -

Una politica commerciale aperta, sostenibile e assertiva

1.Politica commerciale europea in un periodo di trasformazione economica e instabilità geopolitica: prepararsi al mondo del 2030

Il commercio è uno degli strumenti più efficaci dell'UE ed è al centro della prosperità economica e della competitività dell'Europa, sostenendo un mercato interno dinamico e un'azione esterna risoluta. Grazie all'apertura del nostro regime commerciale, l'UE è il maggiore operatore commerciale al mondo di prodotti agricoli e manufatti e servizi, collocandosi al primo posto per volume di investimenti internazionali sia in entrata che in uscita. Grazie alla politica commerciale comune, l'UE si esprime con una sola voce sulla scena mondiale. Si tratta di una risorsa unica.

Di fronte alle nuove sfide interne ed esterne e, più in particolare, a un nuovo modello di crescita più sostenibile, quale definito dal Green Deal europeo e dalla strategia digitale europea, l'UE necessita di una nuova strategia di politica commerciale, che sostenga il conseguimento dei suoi obiettivi di politica interna ed esterna e promuova una maggiore sostenibilità, in linea con l'impegno di attuare pienamente gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. La politica commerciale deve svolgere appieno il suo ruolo nella ripresa dalla pandemia di COVID-19, nelle trasformazioni verde e digitale dell'economia e nella creazione di un'Europa più resiliente nel mondo.

Le restrizioni imposte nel periodo 2017-2019 hanno già inciso su un valore commerciale più elevato rispetto al periodo 2009-2016 e l'FMI ritiene che le tensioni commerciali rappresentino ancora un grave rischio per l'economia mondiale in un momento di particolare debolezza.

"Strategy, Policy and Review Department" del Fondo Monetario Internazionale (2020), "Developments in Global Trade Policy: Broadening Conflict May Hinder Recovery", 1° ottobre 2020

Operare le giuste scelte strategiche nella definizione di una politica commerciale per il mondo del 2030 significa tenere conto dei recenti cambiamenti politici, economici, tecnologici, ambientali e sociali nonché delle tendenze globali che ne derivano 1 .

L'incertezza globale è in aumento, alimentata dalle tensioni politiche e geoeconomiche. Al posto della cooperazione internazionale e della governance multilaterale, vi è un crescente unilateralismo che comporta la perturbazione o l'elusione delle istituzioni multilaterali. Diversi sviluppi recenti sono all'origine di queste tendenze.

In primo luogo, la globalizzazione, le evoluzioni tecnologiche e lo sviluppo di catene globali del valore hanno avuto un duplice impatto sulle economie e sulle società. Da un lato, hanno generato considerevoli incrementi di efficienza, alimentando una crescita economica sostenuta e trainata dagli scambi in molte parti del mondo e contribuendo a far uscire milioni di persone dalla povertà. D'altro lato, questi sviluppi talvolta hanno comportato perturbazioni importanti che hanno portato a crescenti disuguaglianze, lasciando indietro alcuni individui e comunità. I costi di adeguamento, che erano stati giudicati transitori, si sono talvolta tradotti in perdite permanenti in termini di tenore di vita, opportunità di lavoro o salari e altre condizioni lavorative. In molti casi si ritiene che i governi non siano stati sufficientemente reattivi agli adeguamenti economici e alla necessità di attenuarne gli effetti negativi 2 . Ciò ha portato a richieste di deglobalizzazione e a reazioni di chiusura e isolazionismo.

In secondo luogo, la rapida ascesa della Cina, che dimostra ambizioni globali e persegue un distinto modello di capitalismo statale, ha mutato radicalmente l'ordine economico e politico globale. Ciò pone sfide crescenti per il sistema di governance economica mondiale consolidato e ha ripercussioni sulle condizioni di parità per le imprese europee che competono sul mercato globale e sul proprio mercato nazionale 3 .

I cambiamenti climatici, unitamente alla perdita di biodiversità e al degrado ambientale, associati agli esempi tangibili dei loro effetti devastanti, hanno portato al riconoscimento della transizione verde quale obiettivo fondamentale del nostro tempo.

Il Green Deal europeo è la nuova strategia di crescita dell'UE che facilita la ridefinizione della nostra politica economica per meglio rispondere alle sfide del 21º secolo. Il suo obiettivo generale è la transizione, entro il 2050, verso un'economia climaticamente neutra, sostenibile in termini ambientali, efficiente sotto il profilo delle risorse e resiliente, con l'ambizione di ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55 % entro il 2030, nonché di tutelare, conservare e migliorare il capitale naturale dell'UE. In quanto tale, sarà la forza trainante della nostra competitività e porterà a una trasformazione progressiva ma profonda delle nostre economie, che a sua volta avrà un forte impatto sui modelli commerciali.

La transizione verde deve andare di pari passo con l'equità sociale. In molte parti del mondo persistono gravi carenze in materia di lavoro dignitoso nelle catene di approvvigionamento globali 4 , che vanno dalle gravi violazioni della libertà di associazione alle cattive condizioni di lavoro 5 . Privare i lavoratori dei loro diritti fondamentali causa una pressione al ribasso sulle condizioni sociali a livello globale e alimenta la disillusione nei confronti della globalizzazione e degli scambi commerciali aperti.

In quarto luogo, la trasformazione digitale è un altro fattore che favorisce lo sviluppo sostenibile, ma rappresenta anche uno spazio di concorrenza e di governance multilaterale inadeguata. Con l'inizio del decennio digitale, nelle strategie interne ed esterne, compresi la politica e gli strumenti commerciali, la priorità è stata data al sostegno alla trasformazione digitale dell'Europa. Nel contempo continua l'evoluzione della natura degli scambi commerciali, che in futuro saranno trainati soprattutto dall'innovazione e sostenuti dalla protezione della proprietà intellettuale (PI); inoltre rispetto alle merci aumenteranno gli scambi di servizi 6 . I servizi non solo contribuiscono direttamente alla catena del valore (servizi finanziari, telecomunicazioni, informatica, trasporti e logistica), ma sono inoltre parte integrante della fabbricazione di prodotti. La servitizzazione dell'economia e l'ascesa delle tecnologie digitali hanno creato posti di lavoro ben retribuiti e di qualità e hanno alimentato la crescita economica.

La pandemia di COVID-19 ha accelerato e concentrato l'attenzione su questi cambiamenti, creando nel contempo ulteriori sfide. Ha evidenziato la natura interconnessa delle economie, che si basano su regole internazionali stabili e prevedibili e canali di trasporto resilienti. Ha messo in luce il rischio di un crollo della cooperazione e della fiducia a livello mondiale. Inoltre ha sollevato interrogativi sulla giusta combinazione di politiche in termini di diversificazione delle fonti di approvvigionamento interne ed esterne e di sviluppo di capacità e riserve di produzione strategiche. Ha anche dimostrato l'importanza di ampliare la produzione di prodotti sanitari in situazioni di crisi e la necessità di cooperare per garantire un accesso equo da parte delle popolazioni più vulnerabili. Ha portato a un aumento significativo del sostegno e del coinvolgimento del governo nell'economia, necessario per salvare imprese sane e proteggere posti di lavoro, ma che potrebbe non essere sostenibile nel lungo periodo e generare tensioni.

Infine occorre tenere conto delle prospettive economiche in tutto il mondo. L'UE rimarrà una potenza economica globale e un leader in materia di crescita sostenibile. Le ultime previsioni a lungo termine dell'OCSE indicano che il PIL reale della zona euro aumenterà ogni anno dell'1,4 % (tasso di crescita annuale composto) nei prossimi 10 anni 7 . Tuttavia queste prospettive di crescita saranno vanificate dagli sviluppi in altre regioni e la posizione relativa dell'Europa nell'economia internazionale cambierà. Si prevede che già nel 2024 l'85 % della crescita del PIL mondiale sarà generata in paesi extra-UE. La continua ascesa della Cina inciderà pesantemente sugli sviluppi economici mondiali nei prossimi 10 anni (secondo le previsioni dell'OCSE il PIL cinese registrerà una crescita annua pari al 4,7 %).

La politica commerciale dell'UE deve tenere conto di tali tendenze e sfide globali per riflettere l'ambizione politica di "un'Europa più forte nel mondo" 8 . Deve inoltre rispondere alle aspettative dei portatori di interessi, come indicato nelle discussioni con gli Stati membri, nella risoluzione adottata dal Parlamento europeo 9 e nelle opinioni espresse nella consultazione pubblica 10 .

Fonte: OECD Real GDP Long Term Forecasts

2.Una politica commerciale a sostegno dell'autonomia strategica aperta dell'UE

2.1.Autonomia strategica aperta

Un'UE più forte e resiliente richiede un'azione interna ed esterna congiunta in diverse aree di intervento, che allinei e utilizzi tutti gli strumenti commerciali a sostegno degli interessi dell'UE e degli obiettivi strategici. Essa deve far leva sui nostri punti di forza, coinvolgendo al tempo stesso i partner. L'"autonomia strategica aperta" risponde a questa esigenza. L'autonomia strategica aperta 11 sottolinea la capacità dell'UE di compiere le proprie scelte e plasmare il mondo circostante attraverso la leadership e l'impegno, rispecchiando i propri interessi e valori strategici. Rappresenta la convinzione fondamentale dell'UE secondo cui affrontare le sfide odierne richiede una maggiore (e non minore) cooperazione globale. Significa inoltre che l'UE continua a cogliere i benefici delle opportunità internazionali, difendendo al contempo con risolutezza i propri interessi, proteggendo l'economia dell'UE da pratiche commerciali sleali e garantendo condizioni di parità. Infine significa sostenere le politiche interne volte a rafforzare l'economia dell'UE e ad aiutarla a posizionarsi come leader mondiale nel perseguimento di un sistema riformato di governance del commercio mondiale basato su regole.

L'autonomia strategica aperta è una scelta strategica, ma anche una mentalità per i responsabili politici. Si basa sull'importanza dell'apertura, ricordando l'impegno dell'UE a favore di scambi commerciali aperti ed equi con catene globali del valore ben funzionanti, diversificate e sostenibili. Comprende:

·resilienza e competitività per rafforzare l'economia dell'UE;

·sostenibilità ed equità per riflettere la necessità di un'azione dell'UE responsabile ed equa;

·risolutezza e cooperazione basata su regole per mostrare la preferenza che l'UE nutre nei confronti della cooperazione e del dialogo internazionali, ma anche il suo impegno a combattere le pratiche sleali e utilizzare strumenti autonomi per perseguire i propri interessi, ove necessario.

2.2.Apertura e impegno come scelta strategica

Nel 2019 l'UE ha esportato merci e servizi per un valore superiore a 3 100 miliardi di EUR e ha importato merci e servizi per 2 800 miliardi di EUR. Complessivamente, questi dati fanno dell'UE il principale attore sulla scena commerciale mondiale.

L'UE si fonda sull'apertura, sia interna che esterna. È il principale esportatore e importatore mondiale di merci e servizi. Tra le grandi economie, è quella che si basa principalmente sugli scambi commerciali. Oggi le esportazioni dell'UE sostengono 35 milioni di posti di lavoro nell'UE rispetto ai 20 milioni del 2000 12 . L'economia dell'UE si basa anche sulle importazioni, che garantiscono l'accesso a materie prime essenziali e ad altri fattori produttivi. Il 60 % delle importazioni dell'UE è effettivamente utilizzato per fabbricare prodotti dell'UE e la maggiore apertura dell'UE alle importazioni a partire dal 1995 ha aumentato le entrate di circa 550 miliardi di EUR. L'UE è inoltre una delle principali destinazioni delle esportazioni provenienti dai paesi a basso reddito, in particolare dall'Africa e dai paesi confinanti dell'UE, e contribuisce pertanto a promuovere lo sviluppo e la crescita economica a livello mondiale. Come nel periodo successivo all'ultima crisi economica e finanziaria, il commercio svolgerà un ruolo fondamentale per la ripresa verde dell'UE dalla crisi economica causata dalla pandemia di COVID-19.

Fonte: Eurostat COMEXT

Per consentire all'UE di rafforzare la resilienza e sostenere la competitività dei diversi settori economici occorre garantire un accesso aperto e privo di distorsioni ai mercati internazionali, compresi nuovi accessi al mercato e flussi commerciali aperti, a beneficio dell'industria, dei nostri lavoratori e dei cittadini. Gli ecosistemi industriali dell'UE comprendono tutti gli attori che operano lungo una catena del valore, dagli agricoltori e dai produttori ai fornitori di servizi, dalle multinazionali globali alle PMI e alle start-up, e svolgono un ruolo fondamentale nell'internazionalizzazione dell'economia dell'UE.

L'UE è il primo partner commerciale di 74 paesi in tutto il mondo. È il primo partner commerciale di Asia, Africa, Stati Uniti, Balcani occidentali e paesi vicini all'UE.

A livello mondiale l'UE è anche il principale donatore di aiuti al commercio 13 . La pandemia di COVID-19 ha rafforzato la necessità di dare piena attuazione alla strategia congiunta in materia di aiuti al commercio 2017 dell'UE. L'UE ha un interesse strategico a sostenere una maggiore integrazione nell'economia mondiale dei paesi in via di sviluppo vulnerabili, molti dei quali si trovano in prossimità geografica dell'Europa.

L'UE deve sfruttare appieno la forza di apertura e l'attrattiva del mercato unico. L'apertura e l'impegno dell'UE sulla scena internazionale la rendono un sostenitore credibile della cooperazione internazionale, del multilateralismo e dell'ordine basato su regole, che a loro volta sono fondamentali per gli interessi dell'UE. L'UE collabora con i partner per garantire il rispetto dei valori universali, in particolare la promozione e la tutela dei diritti umani. Ciò comprende le norme fondamentali del lavoro e la protezione sociale in linea con il pilastro europeo dei diritti sociali, la parità di genere 14 , la lotta contro i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità.

È possibile affrontare i cambiamenti climatici e altre sfide ambientali solo mediante l'apertura, l'impegno globale e la cooperazione. L'UE non vincerà la lotta contro i cambiamenti climatici da sola. Per realizzare tale obiettivo è importante promuovere tra i nostri partner la consapevolezza che la trasformazione verde non è solo una necessità a medio termine, ma costituisce già oggi una politica economica intelligente. L'UE deve sfruttare la sua apertura e coinvolgere i suoi partner, in particolare i principali responsabili delle emissioni e i più grandi inquinatori, affinché contribuiscano equamente all'attenuazione dei cambiamenti climatici. Anche la preservazione della biodiversità è una sfida globale che richiede sforzi a livello mondiale.

L'apertura e l'impegno rappresentano una scelta strategica che tiene conto anche degli interessi dell'Unione europea. L'apertura porta prosperità, competitività e dinamismo. Al tempo stesso, un'economia aperta deve essere accompagnata da un'azione risoluta che risponda alle esigenze dei cittadini dell'UE e deve mirare a mitigare i cambiamenti climatici e ad adattarvisi, a proteggere l'ambiente e a tutelare le politiche sociali e del lavoro consolidate. Solo in questo modo potremo ripartire equamente i vantaggi dell'apertura e facilitare l'adeguamento alle trasformazioni dell'economia globale senza lasciare indietro nessuno.

2.3.Rafforzare la resilienza e la sostenibilità delle catene del valore

Il rafforzamento della resilienza e della sostenibilità dell'economia dell'UE e delle sue catene di approvvigionamento è un pilastro degli sforzi dell'Unione europea per realizzare un'autonomia strategica aperta 15 . La pandemia di COVID-19 ha messo alla prova la resilienza delle economie di tutto il mondo. La prima lezione da trarre dalla crisi è che la maggior parte delle catene di approvvigionamento ha dimostrato una notevole resilienza. Nelle giuste condizioni le imprese sono in grado di accelerare la produzione e la distribuzione a livello mondiale, in particolare se possono contare su catene di approvvigionamento aperte, sostenute da norme commerciali stabili, prevedibili e trasparenti. 16  I governi hanno una responsabilità particolare nel creare tale contesto, ma anche nel sostenere una distribuzione giusta ed equa degli approvvigionamenti per i quali la domanda è superiore all'offerta disponibile. La fiducia tra i paesi, ma anche tra i governi e il settore privato, è fondamentale a tale riguardo. L'UE ha pertanto sostenuto con decisione gli sforzi globali nell'ambito del G20, dell'OMC e delle relazioni bilaterali per monitorare le catene di approvvigionamento fondamentali, mantenerle aperte e prive di interruzioni e garantire un accesso giusto ed equo ai beni indispensabili. Ciò è stato particolarmente importante nel contesto dei vaccini contro la COVID-19, in cui la produzione in un numero limitato di paesi deve soddisfare la domanda di tutto il mondo. L'UE intende rafforzare la cooperazione con altri paesi e con il settore privato per espandere la produzione e sostenere un accesso equo ai vaccini. Garantirà che le eventuali misure a breve termine volte ad accedere ai vaccini non causino un'interruzione delle forniture ai paesi vulnerabili e siano attuate in modo mirato, equo e trasparente. I trasporti resilienti e sostenibili svolgono un ruolo fondamentale nell'agevolare gli scambi commerciali internazionali e nel preservare le catene di approvvigionamento dell'UE. Lo sviluppo della connettività dell'UE ha il potenziale di aumentare la resilienza del commercio dell'UE e di mantenere l'UE come polo mondiale di connettività riconosciuto dalla strategia per una mobilità sostenibile e intelligente.

·Di fronte a un aumento senza precedenti della domanda, come nel caso delle mascherine, l'apertura commerciale è stata fondamentale per ampliare la gamma di fonti alternative di approvvigionamento.

·Anche la trasparenza è molto importante, come dimostra la resilienza delle catene di approvvigionamento alimentare in cui il sistema informativo sui mercati agricoli (AMIS) può essere stato utile per dissipare i timori sulla sicurezza dell'approvvigionamento alimentare. La preparazione alle crisi sarà particolarmente importante nel settore agricolo.

·Il rischio che le misure restrittive degli scambi commerciali escludano i paesi in via di sviluppo dalle catene globali del valore non dovrebbe essere sottovalutato.

Considerando la portata della crisi di COVID-19 e il suo impatto su tutti gli aspetti della vita economica e sociale, comprese la produzione e la mobilità, erano inevitabili le perturbazioni per taluni settori e prodotti. L'aumento esponenziale della domanda di determinati prodotti sanitari essenziali, unito alla carenza di offerta causata dalle misure restrittive o di confinamento, ha messo in luce alcune vulnerabilità del settore sanitario. Tali vulnerabilità devono essere analizzate attentamente e affrontate in modo efficace per il futuro. Le soluzioni possono comprendere la preparazione alle crisi o la diversificazione delle catene di produzione e approvvigionamento, la creazione di scorte strategiche e la promozione della produzione e degli investimenti, anche nei paesi vicini e in Africa.

Il settore privato è tenuto a svolgere un ruolo centrale nella valutazione dei rischi e nell'equilibrio tra produzione "just in time" e misure di salvaguardia adeguate. Si tratta di un fattore chiave per garantire la resilienza di fronte alle interruzioni dell'offerta o agli shock della domanda, in particolare quando le imprese dipendono da un unico fornitore.

I responsabili politici devono inoltre approfondire la loro comprensione delle vulnerabilità, condividere le informazioni e promuovere la cooperazione. Il lavoro svolto dalla Commissione per individuare le dipendenze strategiche, in particolare negli ecosistemi industriali più sensibili come la salute, fornirà una solida base per definire le risposte politiche necessarie e per stringere impegni con l'industria. Tale lavoro sosterrà, tra l'altro, l'attuazione della nuova strategia farmaceutica 17 e la preparazione della strategia di politica industriale aggiornata.

La politica commerciale può contribuire alla resilienza fornendo un quadro commerciale stabile e basato su regole, aprendo nuovi mercati per diversificare le fonti di approvvigionamento e sviluppando quadri di cooperazione per un accesso giusto ed equo alle forniture essenziali. In questo contesto l'UE persegue con i propri partner un'iniziativa commerciale e sanitaria nell'ambito dell'OMS.

Rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento va di pari passo con l'obiettivo dell'UE di aumentare la sostenibilità delle catene di approvvigionamento, in particolare promuovendo norme di sostenibilità applicabili in tutte le catene globali del valore. Inoltre le catene di valore sostenibili si sono dimostrate, generalmente, più resilienti 18 . La politica commerciale può contribuire inoltre a questo obiettivo mediante la promozione del comportamento responsabile delle imprese e di una maggiore trasparenza e tracciabilità nelle catene di approvvigionamento. In questo contesto la futura legislazione sulla governance societaria sostenibile nonché sulla deforestazione costituirà un'importante pietra miliare.

2.4.Politica commerciale a sostegno degli interessi geopolitici dell'UE

La stretta cooperazione con i partner sarà importante per sostenere il multilateralismo 19 e l'ordine internazionale basato su regole. L'attuale quadro di governance economica internazionale risulta indebolito. Se tale situazione dovesse protrarsi, inciderà sulle relazioni economiche e sugli scambi commerciali, nonché sulla sicurezza e sulla stabilità che consideriamo normali. Per questi motivi il sostegno a un multilateralismo efficace basato su regole è un interesse geopolitico fondamentale per l'UE. La riforma dell'OMC deve pertanto essere considerata in un contesto più ampio delle priorità dell'UE volte a garantire che istituzioni globali funzionanti sostengano la ripresa economica globale, condizioni di lavoro dignitose, lo sviluppo sostenibile e la transizione verde. L'UE dovrebbe intensificare le azioni tese a sviluppare alleanze a sostegno di istituzioni multilaterali efficaci. In tale ambito sarà intensificato il dialogo con gli USA, il gruppo di Ottawa, i paesi africani, l'India e la Cina.

Per l'UE sarà necessario operare in un nuovo ordine mondiale multipolare caratterizzato da crescenti tensioni tra i principali attori. L'UE deve promuovere approcci volti alla riduzione delle tensioni e alla ricerca di soluzioni basate su un quadro aggiornato basato su regole. Al contempo, se necessario, l'UE deve dotarsi di strumenti per operare in un ambiente internazionale più ostile.

Le relazioni transatlantiche sono il partenariato più importante ed economicamente più significativo del mondo. Sono profondamente radicate in interessi e valori comuni 20 . La nuova amministrazione statunitense offre l'opportunità di collaborare per riformare l'OMC, anche rafforzando la sua capacità di combattere le distorsioni della concorrenza e di contribuire allo sviluppo sostenibile. Offre inoltre nuove prospettive di una stretta collaborazione in materia di trasformazione verde e digitale delle nostre economie. L'UE darà pertanto la priorità al rafforzamento del partenariato con gli Stati Uniti.

Le relazioni commerciali e di investimento dell'UE con la Cina sono importanti e impegnative 21 . La politica dell'UE si basa su una combinazione di impegno attivo, a livello sia bilaterale che multilaterale, e di sviluppo e attuazione paralleli di strumenti autonomi necessari per proteggere gli interessi e i valori essenziali dell'UE, nel pieno rispetto dei suoi impegni internazionali. Instaurare relazioni economiche più eque e basate su regole con la Cina è una priorità. Gli sforzi dell'UE per riequilibrare le relazioni commerciali bilaterali saranno imperniati sulla garanzia che la Cina assuma maggiori obblighi nel commercio internazionale e nel contempo sulle ricadute negative causate dal suo capitalismo di stato. La recente conclusione politica dei negoziati su un accordo globale sugli investimenti rientra in questi sforzi. Il lavoro di ratifica richiederà un chiaro impegno per l'effettiva attuazione dell'accordo, per quanto riguarda l'accesso al mercato, gli impegni sulle condizioni di parità e lo sviluppo sostenibile.

Da una prospettiva strategica più ampia, sarà importante per l'UE rafforzare le relazioni con i paesi all'interno dell'Europa e attorno ad essa e approfondire il dialogo con il continente africano e gli Stati africani. Esistono molteplici legami culturali, economici e politici tra i due continenti. La stabilità e la prosperità in Africa sono fondamentali per la stabilità e la prosperità dell'UE e devono essere sostenute da una più stretta integrazione economica dei due continenti e una promozione congiunta con l'Africa delle transizioni verde e digitale.

Per contribuire a realizzare le sue ambizioni geopolitiche a livello mondiale, l'UE dovrà diversificare le sue relazioni e costruire alleanze con partner che condividono gli stessi principi, anche attraverso l'ampia rete di accordi commerciali. Questa rete è essenziale per ogni accordo attuale e futuro in grado di instaurare relazioni con i partner. Gli accordi di libero scambio (ALS) dell'UE sono piattaforme per una cooperazione rafforzata che persegue i nostri valori e interessi. Tali accordi costituiscono la base per l'impegno con importanti mercati e paesi di tutto il mondo, in particolare nella regione Asia-Pacifico, in America latina e nei Caraibi.

3.Orientamento a medio termine della politica commerciale

3.1.Tre obiettivi fondamentali della politica commerciale a medio termine

La politica commerciale dell'UE deve concentrarsi sui seguenti tre obiettivi fondamentali.

In primo luogo, sostenere la ripresa e la trasformazione fondamentale dell'economia dell'UE in linea con i suoi obiettivi verdi e digitali.

Nel contesto dell'opera di ripresa, la politica commerciale dell'UE dovrebbe continuare a svolgere la sua funzione fondamentale di agevolare lo scambio di merci e servizi in modo da creare opportunità e benessere economico. L'accento deve essere posto sui vantaggi per i cittadini, i lavoratori e le imprese. Al tempo stesso la politica commerciale dell'UE deve contribuire a trasformare l'economia dell'UE in linea con le transizioni verde e digitale. Dovrebbe sostenere in modo inequivocabile il Green Deal in tutte le sue dimensioni, compresa l'ambizione di conseguire la neutralità climatica entro il 2050. Nel contempo, la competitività, la prosperità e la posizione globale dell'UE a lungo termine dipenderanno dalla sua capacità di abbracciare e sfruttare la trasformazione digitale. Le transizioni verde e digitale devono pertanto essere una priorità fondamentale per la politica commerciale multilaterale e bilaterale. Se l'UE intende mantenere e accrescere la propria influenza nella definizione delle norme necessarie in quest'ambito, deve sviluppare un approccio più strategico alla cooperazione internazionale in materia di regolamentazione. Ciò richiede una maggiore integrazione tra le politiche commerciali e le politiche interne dell'UE.

In secondo luogo, definire norme globali per una globalizzazione più sostenibile e più equa.

Le regole commerciali globali devono essere urgentemente aggiornate per riflettere il contesto economico odierno e le sfide che la comunità mondiale si trova ad affrontare. La politica commerciale deve rendere la globalizzazione più sostenibile e più equa e quindi in grado di soddisfare le aspettative degli europei e delle persone in tutto il mondo. La politica commerciale dell'UE dovrebbe utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione per sostenere l'equità sociale e la sostenibilità ambientale.

Guidare gli sforzi di riforma dell'Organizzazione mondiale del commercio e migliorare l'efficacia del quadro multilaterale per la governance del commercio dovrebbe rappresentare la priorità fondamentale dell'UE per conseguire tale obiettivo. Il rafforzamento della stabilità e di scambi commerciali basati su regole costituirà il pilastro centrale delle azioni dell'UE, in quanto solo in un tale contesto il commercio può prosperare e la cooperazione internazionale può svilupparsi nell'interesse di un futuro sostenibile a livello mondiale. Nel contempo è necessario che le norme rispondano alle realtà economiche attuali, siano in grado di reagire alle distorsioni della concorrenza e garantiscano condizioni di parità.

In terzo luogo, aumentare la capacità dell'UE di perseguire i propri interessi e far valere i propri diritti, anche autonomamente, ove necessario.

La negoziazione di accordi commerciali è stato uno strumento importante per creare opportunità economiche e promuovere la sostenibilità; l'attuazione di tali accordi e il rispetto dei diritti e degli obblighi in essi contenuti saranno molto più significativi. In tale contesto occorrerà garantire che l'UE disponga di strumenti adeguati per proteggere i lavoratori e le imprese da pratiche sleali. Ciò implica anche un maggiore impegno per garantire l'efficace attuazione e applicazione dei capitoli sullo sviluppo sostenibile negli accordi commerciali dell'UE, al fine di uniformare le norme sociali, del lavoro e ambientali a livello mondiale. Rafforzando l'attuazione e l'applicazione dei suoi accordi, la politica commerciale dell'UE crea le condizioni per lo sviluppo, la crescita e l'innovazione delle imprese, nonché per garantire posti di lavoro di qualità in Europa e nel mondo. Il sostegno al multilateralismo e l'apertura alla cooperazione non sono in contraddizione con il fatto che l'UE è pronta ad agire con risolutezza per difendere i propri interessi e far valere i propri diritti. L'UE dovrebbe rafforzare gli strumenti necessari per difendersi da pratiche commerciali sleali o da altri atti ostili, agendo nel rispetto degli impegni internazionali assunti.

3.2.Sei settori fondamentali per il conseguimento degli obiettivi dell'UE a medio termine

Per conseguire i tre obiettivi di cui sopra, la Commissione si concentrerà su sei settori. Per ciascuno di questi settori è elencata, nei rispettivi punti che seguono, una serie di azioni principali da realizzare nel corso dell'attuale mandato della Commissione.

3.2.1. Riformare l'OMC

Sin dalla sua istituzione nel 1995, l'OMC ha apportato enormi benefici ai suoi membri. Ha creato un contesto commerciale stabile e prevedibile, consentendo un'espansione massiccia degli scambi commerciali mondiali e fornendo al contempo un quadro per la composizione delle controversie commerciali mediante meccanismi di risoluzione delle controversie. Attualmente è tuttavia confrontata con una crisi per la quale non riesce a fornire risultati negoziali in grado di affrontare le sfide del commercio mondiale. La sua capacità di risolvere le controversie commerciali si sta rivelando inefficace e il suo sistema di monitoraggio deve essere migliorato per garantire la trasparenza o prevenire gli ostacoli agli scambi.

La Commissione intende continuare a portare avanti la riforma dell'OMC in tutte le sue funzioni.

Le regole e le pratiche dell'OMC devono essere aggiornate e migliorate affinché possano rispecchiare le attuali realtà commerciali. Per riuscire i suoi membri devono condividere una visione comune: ripresa economica e sviluppo, sostenibilità ambientale e sociale. La modernizzazione delle regole e il miglioramento del funzionamento dell'OMC, anche attraverso accordi multilaterali aperti, sono fondamentali per combattere le distorsioni della concorrenza e fornire un quadro concordato per il commercio digitale e sostenibile.

Poiché la credibilità di un sistema basato su regole dipende in misura determinante da un sistema indipendente e generalmente accettato per la risoluzione delle controversie commerciali, è fondamentale ripristinare il sistema di risoluzione delle controversie.

L'allegato I sulla "Riforma dell'OMC: verso un sistema commerciale multilaterale sostenibile ed efficace" presenta il punto di vista dell'UE sulle priorità per la riforma dell'OMC.

La Commissione insisterà inoltre sulla riforma multilaterale in altre sedi, ad esempio sulla creazione di un tribunale multilaterale per gli investimenti in seno alla commissione delle Nazioni Unite per il diritto commerciale internazionale.

Principali azioni

La Commissione si adopererà:

1.per consentire l'adozione di una prima serie di riforme dell'OMC incentrate sul rafforzamento del contributo dell'OMC allo sviluppo sostenibile e l'avvio di negoziati su regole rafforzate per evitare distorsioni della concorrenza dovute all'intervento statale. Darà priorità al rafforzamento della cooperazione transatlantica in materia di riforma dell'OMC;

2.per ripristinare un sistema di risoluzione delle controversie dell'OMC pienamente operativo con un organo d'appello riformato.

3.2.2. Sostenere la transizione verde e promuovere catene del valore responsabili e sostenibili

Come indicato nel Green Deal europeo, la lotta ai cambiamenti climatici e al degrado ambientale costituisce la priorità assoluta dell'UE. Tutte le politiche dell'UE devono contribuire a tale obiettivo, ma i progressi dipenderanno dalla disponibilità dei partner globali, dei grandi responsabili delle emissioni e degli inquinatori ad innalzare il loro livello di ambizione. La politica commerciale svolgerà un importante ruolo di sostegno.

L'obiettivo della Commissione per il prossimo decennio è quello di garantire che gli strumenti commerciali accompagnino e sostengano una transizione globale verso un'economia climaticamente neutra, anche accelerando gli investimenti nell'energia pulita, e promuovano catene del valore circolari, responsabili e sostenibili. Ciò include la promozione di un comportamento responsabile delle imprese e il rispetto delle norme ambientali, dei diritti umani e del lavoro. Nel contempo ciò significa creare le condizioni e le opportunità favorevoli a prodotti e servizi sostenibili.

Per realizzare questa visione sarà necessaria un'azione a tutti i livelli: multilaterale, bilaterale e autonoma.

Occorrerà migliorare il quadro multilaterale per sostenere la transizione verde verso un'economia climaticamente neutra, rispettosa dell'ambiente e resiliente. L'UE si impegnerà con i paesi che condividono gli stessi principi per perseguire nell'attuazione di una forte agenda ambientale in seno all'OMC. Nell'ambito di tale sforzo porterà avanti iniziative e azioni che promuovano considerazioni in materia di clima e sostenibilità in tutte le varie funzioni dell'OMC, compresa un'iniziativa in materia di commercio e clima. Tali iniziative comprenderanno la liberalizzazione di determinati beni e servizi, la trasparenza e l'ecologizzazione degli aiuti al commercio. Ciò dovrebbe comprendere anche lo sviluppo progressivo di discipline in materia di sovvenzioni ai combustibili fossili. Promuoverà inoltre le deliberazioni in seno all'OMC sul modo in cui il commercio può sostenere il lavoro dignitoso e l'equità sociale.

L'ampia rete di accordi commerciali bilaterali dell'UE facilita gli scambi di tecnologie, beni e servizi verdi e i relativi investimenti. Oltre a prevedere capitoli relativi a un commercio ambizioso e allo sviluppo sostenibile, la dimensione della sostenibilità continuerà a essere inclusa in molti altri aspetti degli accordi commerciali e di investimento dell'UE che sostengono la diffusione di metodi e tecnologie di produzione puliti e più efficienti e creano opportunità di accesso al mercato per i beni e i servizi verdi. Gli accordi commerciali dell'UE contribuiscono a garantire l'accesso ai mercati dei paesi terzi per la nostra industria delle energie rinnovabili; inoltre assicurano investimenti e scambi esenti da distorsioni delle materie prime e dei beni energetici necessari per garantire gli approvvigionamenti essenziali a sostegno della transizione verso economie climaticamente neutre. Offrono altresì una piattaforma essenziale per dialogare con i nostri partner sui cambiamenti climatici, la biodiversità, l'economia circolare, l'inquinamento, le tecnologie per l'energia pulita, comprese le energie rinnovabili e l'efficienza energetica, e sulla transizione verso sistemi alimentari sostenibili. La Commissione proporrà un capitolo sui sistemi alimentari sostenibili per i futuri accordi commerciali. L'UE proporrà che il rispetto dell'accordo di Parigi sia considerato un elemento essenziale nei futuri accordi commerciali e di investimento. Inoltre la conclusione di accordi in materia di commercio e investimenti con i paesi del G20 dovrebbe basarsi su un'ambizione comune di conseguire quanto prima la neutralità climatica, conformemente alle raccomandazioni del gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC). Tale ambizione deve riflettersi adeguatamente anche nei contributi stabiliti a livello nazionale (NDC) presentati nel quadro dell'accordo di Parigi. Inoltre negli accordi commerciali e di investimento l'UE darà la priorità all'attuazione efficace della Convenzione sulla biodiversità.

Anche gli accordi in materia di commercio e investimenti dell'UE, nonché il sistema di preferenze generalizzate (SPG), hanno svolto un ruolo importante nel promuovere il rispetto dei diritti fondamentali umani e del lavoro, come indicato nelle convenzioni fondamentali dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) delle Nazioni Unite. Sarà data particolare priorità all'attuazione di tali impegni, compresa l'azione contro il lavoro minorile nell'ambito dell'azione più ampia della Commissione volta a garantire la tolleranza zero nei confronti del lavoro minorile. Uno degli obiettivi principali della prossima revisione del sistema di preferenze generalizzate (SPG) sarà aumentare ulteriormente le opportunità commerciali per i paesi in via di sviluppo al fine di ridurre la povertà e creare posti di lavoro basati su valori e principi internazionali, quali il lavoro e i diritti umani.

La Commissione rafforzerà ulteriormente la dimensione della sostenibilità degli accordi esistenti e futuri nell'attuazione di tutti i capitoli. Rafforzerà l'esecuzione degli impegni in materia commerciale e di sviluppo sostenibile sulla base delle denunce presentate al responsabile dell'esecuzione degli accordi commerciali (CTEO). Ulteriori misure saranno prese in considerazione nel contesto di un riesame anticipato, nel 2021, del piano d'azione in 15 punti sull'effettiva attuazione e applicazione dei capitoli sul commercio e sullo sviluppo sostenibile (CSS) negli accordi commerciali. Il riesame riguarderà tutti gli aspetti pertinenti dell'attuazione e dell'applicazione dei capitoli CSS, compresi la portata degli impegni, i meccanismi di monitoraggio, la possibilità di sanzioni in caso di inosservanza, la clausola sugli "elementi essenziali" nonché l'assetto istituzionale e le risorse necessarie.

Inoltre misure autonome sostengono l'obiettivo di garantire che il commercio sia sostenibile, responsabile e coerente con i nostri obiettivi e valori generali. Il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) è un esempio. La Commissione sta lavorando a una proposta di CBAM al fine di evitare che l'efficacia delle proprie politiche climatiche sia compromessa dalla rilocalizzazione delle emissioni di carbonio. Un altro esempio è l'intenzione della Commissione di presentare una norma in materia di deforestazione e degrado forestale. Un elemento importante per garantire che le catene di approvvigionamento siano sostenibili e responsabili sarà la proposta della Commissione sulla governance societaria sostenibile, compreso l'obbligo di diligenza in materia ambientale e di diritti umani e del lavoro. Previa valutazione d'impatto, ciò includerà meccanismi di applicazione e azioni efficaci per garantire che il lavoro forzato non sia ammesso nelle catene del valore delle imprese dell'UE.

Il nuovo regime globale di sanzioni in materia di diritti umani è anch'esso tenuto a svolgere un ruolo per garantire il rispetto dei diritti umani. Con questo regime l'UE si è dotata di un quadro che le consentirà di rivolgersi a persone, entità e organismi (pubblici e privati) responsabili di, coinvolti in o associati a gravi violazioni e abusi dei diritti umani in tutto il mondo 22 .

Le importazioni devono essere conformi alla regolamentazione e alle norme pertinenti dell'UE. Gli esempi di cui sopra mostrano che, in determinate circostanze definite dalle regole dell'OMC, è opportuno che l'UE imponga che i prodotti importati soddisfino determinati requisiti di produzione. Le norme commerciali globali mirano a garantire un quadro commerciale prevedibile e non discriminatorio, salvaguardando nel contempo il diritto di ciascun paese di regolamentare in linea con le proprie preferenze sociali. La legittimità dell'applicazione dei requisiti di produzione alle importazioni si basa sulla necessità di proteggere l'ambiente globale o di fornire adeguate risposte alle preoccupazioni di ordine etico. Ogniqualvolta l'UE intenda applicare tali misure ai prodotti importati, ciò avverrà nel pieno rispetto delle regole dell'OMC, in particolare il principio di non discriminazione e di proporzionalità, al fine di evitare inutili perturbazioni degli scambi.

La Commissione guiderà l'elaborazione di norme per la crescita sostenibile e la definizione di norme internazionali in linea con il Green Deal europeo, impegnandosi al contempo con i suoi partner a elaborare e attuare regole altrettanto ambiziose.

Principali azioni

La Commissione intende:

3.portare avanti iniziative e azioni che promuovano considerazioni in materia di clima e sostenibilità in seno all'OMC; 

4.chiedere ai partner del G20 di impegnarsi in materia di neutralità climatica, rafforzare la cooperazione su altri aspetti del Green Deal, come la biodiversità, la politica alimentare sostenibile, l'inquinamento e l'economia circolare, e proporre di rendere il rispetto dell'accordo di Parigi un elemento essenziale in tutti i futuri accordi;

5.migliorare l'effettiva attuazione e applicazione dei capitoli sullo sviluppo sostenibile negli accordi commerciali attraverso la revisione tempestiva nel 2021 del piano d'azione in 15 punti. I risultati della revisione alimenteranno i negoziati attuali e futuri;

6.promuovere catene del valore sostenibili e responsabili attraverso una proposta sull'obbligo di diligenza vincolante, compresi interventi e meccanismi di applicazione efficaci per garantire che il lavoro forzato sia escluso dalle catene del valore delle imprese dell'UE. Nel periodo precedente all'adozione di disposizioni vincolanti la Commissione fornirà orientamenti per aiutare le imprese dell'UE ad adottare le misure appropriate, conformemente ai principi e agli orientamenti internazionali relativi all'obbligo di diligenza.

3.2.3.Sostenere la transizione digitale e gli scambi di servizi

La politica commerciale dell'UE deve contribuire a creare un ambiente in cui i fornitori di servizi dell'UE possano innovare e crescere. È prioritario aggiornare il quadro globale delle norme internazionali.

L'UE è il maggiore operatore di servizi al mondo*. Gli scambi commerciali di servizi rappresentano il 25 % del PIL dell'UE e le esportazioni di servizi superano i 900 miliardi di EUR l'anno. Sostengono inoltre, direttamente o indirettamente, 21 milioni di posti di lavoro nell'UE.

Di tutti gli investimenti esteri diretti dell'UE nel resto del mondo il 60 % è destinato ai servizi, così come quasi il 90 % degli investimenti esteri diretti nell'UE.

* https://data.oecd.org/trade/trade-in-services.htm.

L'ambito digitale vedrà un'intensa concorrenza globale che consentirà di riconfigurare le relazioni economiche mondiali. L'UE può riuscire nella sua trasformazione digitale solo se proietta verso l'esterno la sua agenda digitale, tenendo pienamente conto di un contesto globale che è sempre più competitivo e che talvolta mette alla prova l'approccio alla digitalizzazione basato sui valori dell'UE. La politica commerciale svolgerà un ruolo fondamentale nel conseguimento degli obiettivi dell'UE connessi alla transizione digitale. Le imprese europee dipendono dai servizi digitali e tale dipendenza è destinata ad aumentare. I dati sono la linfa vitale di molte imprese e una componente essenziale delle catene di approvvigionamento dell'UE. Le tecnologie digitali apportano miglioramenti in termini di efficienza, necessari per preservare la competitività 23 , ma stanno trasformando anche i settori industriali tradizionali e le imprese europee dovranno mantenere e rafforzare la loro competitività. Nel contempo la trasformazione digitale e l'emergenza di nuove tecnologie hanno una dimensione importante in termini di sicurezza e valori per l'Europa e richiedono un approccio strategico equilibrato a livello esterno ed interno. Le conseguenze delle nuove tecnologie digitali, compresa l'intelligenza artificiale, devono essere affrontate globalmente mediante norme e regole internazionali più ambiziose.

Il sostegno all'agenda digitale europea è una priorità per la politica commerciale dell'UE. L'obiettivo è quello di garantire la leadership dell'UE nel commercio digitale e nel settore della tecnologia, in particolare mediante la promozione dell'innovazione. L'UE deve continuare a svolgere un ruolo guida nell'approccio alle norme e regolamentazioni digitali, in particolare per quanto riguarda la protezione dei dati, e in questo contesto il regolamento generale sulla protezione dei dati dell'UE è spesso considerato una fonte di ispirazione 24 . A tal fine l'OMC deve stabilire le regole per il commercio digitale e l'UE deve svolgere un ruolo centrale nella loro ideazione. Una volta approvate, l'UE dovrebbe sostenere ulteriori negoziati multilaterali dell'OMC per liberalizzare gli scambi di servizi in settori che vanno al di là del commercio elettronico.

L'UE dovrà anche intensificare l'impegno bilaterale ed esplorare quadri più solidi per la cooperazione sulle questioni digitali attinenti al commercio con partner che condividono gli stessi principi. Essa si adopererà per approfondire i dialoghi normativi con tali partner.

La questione dei dati sarà essenziale per il futuro dell'UE. Per quanto riguarda i trasferimenti transfrontalieri di dati e il divieto di obblighi di localizzazione dei dati, la Commissione seguirà un approccio aperto ma risoluto, basato sui valori e sugli interessi europei. La Commissione si adopererà per garantire che le sue imprese possano beneficiare della libera circolazione internazionale dei dati nel pieno rispetto delle norme dell'UE in materia di protezione dei dati e degli altri obiettivi di politica pubblica, tra cui la sicurezza pubblica e l'ordine pubblico. L'UE continuerà in particolare ad affrontare gli ostacoli non giustificati ai flussi di dati, preservando nel contempo la sua autonomia normativa nel settore della protezione dei dati e della privacy.  25 Per meglio valutare le dimensioni e il valore dei flussi transfrontalieri di dati, la Commissione creerà un quadro analitico europeo per la misurazione dei flussi di dati.

Principali azioni

La Commissione:

7.si adopererà per concludere rapidamente un accordo ambizioso e globale dell'OMC sul commercio digitale, comprendente norme sui flussi di dati, nel pieno rispetto del quadro dell'UE in materia di protezione dei dati, e disposizioni volte a rafforzare la fiducia dei consumatori garantendo un elevato livello di tutela dei consumatori;

8.esplorerà la possibilità di una più stretta cooperazione normativa con partner che condividono gli stessi pareri sulle questioni rilevanti per il commercio digitale.

3.2.4. Rafforzare l'impatto normativo dell'UE

La capacità di influenzare lo sviluppo di regolamenti e norme di rilevanza mondiale costituisce un importante vantaggio competitivo.

Da decenni l'UE svolge un ruolo di primo piano su questo fronte. Ha sostenuto il lavoro svolto in seno agli organismi internazionali di normazione, quali l'Organizzazione internazionale per la standardizzazione (ISO) e i consessi internazionali di settore. Tali sforzi hanno aiutato le imprese europee ad accedere ai mercati mondiali, eliminato gli ostacoli agli scambi e sostenuto la convergenza normativa. Questo approccio, insieme alle dimensioni del suo mercato, ha consentito all'UE di esercitare una forte influenza sulla standardizzazione internazionale, il che ha determinato in alcuni casi anche l'adozione volontaria dei suoi standard elevati, regolamenti e obiettivi strategici lungo le catene di approvvigionamento globali. Gli esportatori europei, comprese le PMI, hanno tratto un notevole vantaggio competitivo dal forte impatto normativo dell'UE a livello mondiale.

Il peso relativo dell'UE si sta riducendo a causa dell'emergere di nuovi poteri normativi e del rapido sviluppo tecnologico, spesso guidato da paesi terzi.

Per rafforzare la sua influenza in questo settore l'UE deve sviluppare un approccio più strategico alla cooperazione internazionale in materia di regolamentazione, in particolare per quanto riguarda le transizioni verde e digitale. L'UE deve adottare una posizione più proattiva nell'elaborazione di nuove normative, in modo da essere meglio attrezzata per promuovere gli approcci normativi dell'UE in tutto il mondo. Ciò richiederà maggiori sinergie tra le politiche interne e le politiche esterne per individuare in una fase precoce i settori strategici sui quali dovrebbe concentrarsi la cooperazione internazionale in materia di regolamentazione. Richiederà inoltre il dialogo e la cooperazione con gli organismi di normazione dell'UE al fine di individuare le priorità strategiche relative alle norme internazionali. La Commissione rafforzerà l'analisi della dimensione esterna delle sue politiche di regolamentazione nelle valutazioni d'impatto di regolamenti importanti e individuerà i partner prioritari per la cooperazione normativa. La politica commerciale deve essere pronta a sostenere le attività di cooperazione condotte dalle autorità di regolamentazione e a tal fine deve sfruttare appieno le opportunità offerte dagli accordi commerciali. Anche la politica commerciale, unitamente ai partenariati internazionali e alla cooperazione allo sviluppo, anche attraverso gli aiuti al commercio, deve contribuire a sostenere l'adozione di norme internazionali nei paesi partner in via di sviluppo e ad agevolare la conformità ai nuovi requisiti normativi. L'UE rafforzerà inoltre i dialoghi normativi con partner che condividono i suoi stessi principi nella regione Asia-Pacifico e in America latina.

La cooperazione con gli Stati Uniti sarà fondamentale per garantire che le nuove norme siano in linea con i valori di società democratiche, aperte e inclusive.

Principali azioni

La Commissione intende:

9.intensificare il dialogo normativo con partner che condividono i suoi stessi principi in settori strategici per la competitività dell'UE. Ciò richiederà una rapida individuazione dei settori prioritari per la cooperazione normativa e un dialogo più stretto con le organizzazioni di standardizzazione dell'UE e internazionali;

10.sviluppare un partenariato transatlantico più stretto nell'ambito delle trasformazioni verde e digitale delle nostre economie, anche attraverso il Consiglio UE-USA per il commercio e la tecnologia.

3.2.5. Rafforzare i partenariati dell'UE con i paesi vicini, i paesi dell'allargamento e l'Africa

Le nostre relazioni più significative sono quelle con i paesi geograficamente più vicini. La stabilità e la prosperità nei paesi vicini all'UE e in Africa sono nell'interesse politico ed economico dell'UE. L'UE intende fare tutto il possibile per sostenere i partner nei loro sforzi di ripresa dall'impatto della pandemia di COVID-19 e conseguire uno sviluppo sostenibile. La fitta rete di accordi commerciali dell'UE con questi paesi offre la prospettiva di una maggiore integrazione economica e dello sviluppo di reti integrate di produzione e servizi. Ciò rientrerebbe in una strategia più ampia volta a promuovere gli investimenti sostenibili e a migliorare la resilienza delle nostre economie attraverso catene del valore diversificate e stimolerebbe lo sviluppo del commercio di prodotti sostenibili, anche per sostenere la trasformazione climatica ed energetica. Contribuirà inoltre ad affrontare le cause all'origine della migrazione irregolare, nel contesto del contributo più ampio della politica commerciale ai partenariati globali, in linea con il nuovo patto sulla migrazione e l'asilo 26 .

L'UE rafforzerà i suoi stretti partenariati economici all'interno dello Spazio economico europeo. L'UE attende con interesse di collaborare strettamente con il Regno Unito per sfruttare appieno il potenziale dell'accordo sugli scambi e la cooperazione. Inoltre l'UE attende con interesse la modernizzazione delle sue relazioni commerciali ed economiche con la Svizzera e con la Turchia, purché siano soddisfatte le giuste condizioni.

Sarà particolarmente importante sostenere una maggiore integrazione economica con i paesi dei Balcani occidentali e con il partenariato orientale 27 . Per i Balcani occidentali la metodologia di allargamento migliorata e il piano economico e di investimento 28 rappresentano il quadro per un'integrazione accelerata nel mercato dell'UE prima dell'adesione, garantendo nel contempo condizioni di parità. Questa maggiore integrazione economica si basa sugli impegni dei Balcani occidentali di creare un mercato regionale comune basato sulle regole e le norme dell'UE. Per il partenariato orientale, in particolare i partner DCFTA (Ucraina, Georgia e Moldova), l'UE sostiene gli sforzi volti ad allinearsi maggiormente al modello normativo dell'UE, anche per quanto riguarda le transizioni digitale e verde. Per tali partner gli sforzi volti a integrare le normative dell'UE potrebbero essere accompagnati da un dialogo più approfondito su come svilupparle e applicarle, anche attraverso la partecipazione a gruppi di esperti e una più stretta associazione con le organizzazioni di normazione dell'UE. È altresì opportuno prendere in considerazione ulteriori misure volte ad agevolare gli scambi, anche attraverso accordi sulla valutazione della conformità.

Migliorare le relazioni dell'UE e l'integrazione economica con il vicinato meridionale 29 sarà una necessità strategica per la stabilità a lungo termine. L'UE beneficia della vicinanza geografica, dei legami culturali e linguistici con i paesi del Mediterraneo meridionale che facilitano questa integrazione economica e commerciale strategica. La politica commerciale può essere uno strumento fondamentale per promuovere interdipendenze strategiche tra l'UE e il vicinato meridionale e sviluppare iniziative di integrazione vantaggiose per tutti, in particolare per quanto riguarda le catene del valore strategiche. Dall'inizio degli anni 2000 l'UE ha concluso accordi di libero scambio con otto paesi del Mediterraneo meridionale nel quadro di accordi di associazione più ampi. Da diversi anni sono in corso negoziati per una zona di libero scambio globale e approfondita (DCFTA) con il Marocco e la Tunisia. L'UE è pronta a discutere con entrambi i partner le opzioni per modernizzare le relazioni commerciali e di investimento, adattandole meglio alle sfide odierne.

L'UE intensificherà in maniera significativa il suo impegno con i partner africani per sbloccare il loro potenziale economico, promuovere la diversificazione economica e la crescita inclusiva. Questo rafforzerà ulteriormente i legami commerciali e di investimento sostenibili sia tra i continenti che nell'Africa stessa 30 . Ciò è in linea con la visione a lungo termine di un accordo commerciale da continente a continente basato sull'efficace attuazione della zona continentale di libero scambio per l'Africa (AfCFTA). Si basa in particolare sulle comunità economiche regionali dell'Africa e sugli accordi di partenariato economico con l'UE. Questo rafforzamento delle relazioni con l'Africa dovrebbe essere promosso a tutti i livelli, anche attraverso il dialogo politico con l'Unione africana e i suoi membri, ampliando e approfondendo gli accordi di partenariato economico e sviluppando relazioni bilaterali con i singoli paesi per promuovere investimenti sostenibili in agricoltura, prodotti e servizi. La Commissione avvierà inoltre una riflessione sulla possibilità di facilitare l'integrazione nel continente attraverso norme di origine armonizzate applicabili ai loro scambi commerciali con l'UE.

La Commissione proporrà una nuova iniziativa di investimenti sostenibili ai partner o alle regioni dell'Africa e del vicinato meridionale interessati a tale iniziativa. Ciò potrebbe avvenire sotto forma di accordi di investimento autonomi o nel quadro della modernizzazione degli accordi commerciali esistenti. Per massimizzarne l'impatto e agevolarne l'attuazione, tali accordi saranno elaborati insieme agli strumenti di cooperazione allo sviluppo dell'UE per sostenere gli investimenti e, ove possibile, con un approccio collegiale "Team Europa" per garantire sinergie con gli Stati membri dell'UE, il settore privato, la società civile e tutti i soggetti interessati. La più importante di queste iniziative è il piano per gli investimenti esterni (EIP) avviato nel 2017 per l'Africa subsahariana e il vicinato dell'UE. Comprende anche il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile Plus (EFSD+), che sta diventando applicabile a livello mondiale nel nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP) per il periodo 2021-2027. I tre pilastri del piano per gli investimenti esterni contribuiranno a sostenere gli investimenti sostenibili in Africa e nel vicinato, inducendo nel contempo riforme volte a migliorare il contesto imprenditoriale e il clima degli investimenti. Ciò avverrà in vista di un'integrazione interregionale e di relazioni commerciali più strette tra l'UE e l'Africa man mano che l'AfCFTA progredisce.

Principali azioni

La Commissione intende:

11.approfondire le relazioni economiche e commerciali con altri paesi europei, compresi i Balcani occidentali e i paesi che hanno concluso accordi relativi alle zone di libero scambio globali e approfondite con l'UE, concentrandosi in particolare su una più stretta cooperazione normativa a sostegno delle transizioni verde e digitale. Modernizzerà le sue relazioni commerciali e di investimento con i paesi del vicinato meridionale interessati a promuovere una più stretta integrazione con l'Unione europea;

12.rafforzare il suo impegno con i paesi africani:

a) migliorando il dialogo politico e la cooperazione con l'Unione africana e i suoi membri, nonché la corretta attuazione dell'AfCFTA, compreso il dialogo con il settore privato e la promozione di norme comuni in Africa per rafforzare l'integrazione regionale e continentale;

b) approfondendo e ampliando gli accordi commerciali esistenti con le comunità economiche regionali africane e rafforzando la loro dimensione di sostenibilità;

c) esaminando ulteriormente la possibilità di rafforzare legami e sinergie tra i diversi accordi commerciali con i paesi africani, ad esempio attraverso norme di origine più armonizzate negli scambi commerciali con l'UE;

d) perseguendo accordi di investimento sostenibile con l'Africa e il vicinato meridionale.

3.2.6. Rafforzare l'attenzione dell'UE sull'attuazione e l'applicazione degli accordi commerciali e garantire condizioni di parità

A seguito dell'ondata di nuovi accordi degli ultimi anni, la Commissione concentrerà i suoi sforzi su come sfruttare i vantaggi degli accordi commerciali dell'UE, unitamente a un'applicazione risoluta dei suoi impegni in materia di accesso al mercato e sviluppo sostenibile. I portatori di interessi europei devono essere consapevoli delle opportunità offerte dagli accordi commerciali dell'UE ed essere sicuri di poter utilizzare i vantaggi che l'UE ha negoziato. L'UE ha concluso, o è impegnata in, negoziati per accordi commerciali nella regione Asia-Pacifico e in America latina che offrono notevoli opportunità economiche. È pertanto importante creare le condizioni per la ratifica degli accordi con Mercosur e il Messico e concludere i negoziati in corso, in particolare con Cile, Australia e Nuova Zelanda, che sono tutti a buon punto. Nel caso di Mercosur, è in corso un dialogo sul miglioramento della cooperazione nell'ambito della dimensione dello sviluppo sostenibile dell'accordo, che riguarda in particolare l'attuazione dell'accordo di Parigi e la deforestazione.

Ciò costituirà un elemento cruciale dell'impegno dell'UE verso un'autonomia strategica aperta e faciliterà l'accesso ai mercati, in particolare per le PMI. Contribuirà inoltre a contrastare le tendenze protezionistiche e le distorsioni che colpiscono le esportazioni dell'UE. La centralità di questo ambito di lavoro è stata confermata nel luglio 2020 con la nomina del responsabile dell'esecuzione degli accordi commerciali.

Ciò significa:

·utilizzare appieno le opportunità offerte dall'attuazione degli accordi commerciali. L'UE utilizzerà tutte le flessibilità previste dagli accordi commerciali al fine di renderli idonei all'uso e rispondere alle nuove sfide delle transizioni verde e digitale. Continuerà inoltre a utilizzare gli aiuti al commercio per aiutare i paesi in via di sviluppo ad attuare gli accordi commerciali e favorire il rispetto delle norme e degli standard, in particolare in relazione allo sviluppo sostenibile;

·aiutare i portatori di interessi dell'UE a sfruttare al meglio le opportunità offerte dagli accordi dell'UE. La Commissione intende sfruttare il successo del portale Access2Markets, integrandovi ulteriori funzionalità e interconnettendolo con altri importanti canali di informazione 31 , in particolare per le PMI. Inoltre la Commissione continuerà a sostenere il settore agricolo e agroalimentare dell'UE, composto principalmente da PMI, ponendo l'accento sulla promozione della sostenibilità e della qualità dei loro prodotti e contribuendo a rendere le PMI un attore di riferimento del sistema di sostenibilità alimentare dell'UE; 

·monitorare la corretta attuazione e applicazione degli accordi commerciali dell'UE e agevolare le denunce relative agli ostacoli all'accesso al mercato e alle violazioni degli impegni in materia di commercio e sviluppo sostenibile attraverso il punto unico di ingresso. La Commissione collaborerà con gli Stati membri dell'UE, il Parlamento europeo e i portatori di interessi per monitorare l'attuazione da parte dei partner commerciali dell'UE e garantire un approccio coerente. Proporrà un atto legislativo specifico necessario per l'applicazione delle disposizioni commerciali dell'accordo sugli scambi e la cooperazione UE-Regno Unito;

·affrontare i casi di non conformità attraverso il sistema di risoluzione delle controversie dell'OMC o bilaterale, laddove altri strumenti si rivelino infruttuosi. L'aggiornamento del regolamento (UE) relativo all'applicazione delle norme commerciali 32 rafforza la capacità dell'UE di intervenire in situazioni in cui non è possibile la risoluzione delle controversie nel quadro di accordi OMC o bilaterali.

·La Commissione continuerà ad utilizzare rigorosamente gli strumenti di difesa commerciale in modo che l'industria europea non sia esposta a una concorrenza sleale. Ciò include il tracciamento di nuove forme di sussidi concessi da paesi terzi, ad esempio nel settore dei finanziamenti per gli investimenti, e l'applicazione di dazi compensativi adeguati.

·Nel settore della sicurezza, ai sensi del regolamento sul controllo degli investimenti esteri diretti (IED), la Commissione ribadisce il suo invito a tutti gli Stati membri a istituire e applicare un meccanismo completo di controllo degli IED per affrontare i casi in cui l'acquisizione o il controllo di una particolare impresa, infrastruttura o tecnologia creerebbe un rischio per la sicurezza o l'ordine pubblico nell'UE 33 . La Commissione continuerà ad attuare il meccanismo di cooperazione con le autorità degli Stati membri per proteggere la sicurezza e l'ordine pubblico dagli investimenti esteri diretti rischiosi e prenderà in considerazione la possibilità di rafforzare il meccanismo di cooperazione istituito dal regolamento sul controllo degli IED.

·La Commissione collaborerà con le autorità degli Stati membri per garantire l'effettiva attuazione del regolamento aggiornato sul controllo delle esportazioni 34 di prodotti e tecnologie sensibili a duplice uso per sostenere catene del valore sicure, rafforzare la sicurezza internazionale, proteggere i diritti umani e garantire condizioni di parità per gli esportatori dell'UE.

L'UE deve tuttavia sviluppare i propri strumenti per affrontare le nuove sfide e proteggere le imprese e i cittadini europei dalle pratiche commerciali sleali, sia all'interno che all'esterno.

·La Commissione proporrà un nuovo strumento giuridico nell'ambito della politica commerciale per proteggere l'UE da potenziali azioni coercitive di paesi terzi.

·La Commissione proporrà uno strumento giuridico per far fronte alle distorsioni causate dalle sovvenzioni estere nel mercato interno dell'UE.

·Per migliorare l'accesso reciproco degli operatori dell'UE nel settore degli appalti pubblici, la Commissione si adopererà per favorire la realizzazione dello strumento per gli appalti internazionali e invita il Consiglio a ultimarne i lavori con urgenza.

·Infine, per garantire condizioni di parità migliori per le imprese dell'UE sui mercati dei paesi terzi, dove esse sono sempre più confrontate con il sostegno finanziario che i concorrenti stranieri ricevono dai loro governi, la Commissione vaglierà le opzioni per una strategia dell'UE in materia di crediti all'esportazione. Ciò comprenderà una linea di credito all'esportazione dell'UE e un maggiore coordinamento degli strumenti finanziari dell'UE. In linea con l'obiettivo del Green Deal di eliminare gradualmente le sovvenzioni a favore dei combustibili fossili, essa incentiverà anche progetti tecnologici rispettosi del clima, proporrà di terminare immediatamente il sostegno al settore dell'energia a carbone e scoraggerà ulteriori investimenti in progetti di infrastrutture basate su energia prodotta da combustibili fossili nei paesi terzi, a meno che non siano completamente coerenti con la via ambiziosa e chiara verso la neutralità climatica in linea con gli obiettivi a lungo termine dell'accordo di Parigi e le norme scientifiche più recenti.

La Commissione continuerà ad adoperarsi per armonizzare le regole di origine preferenziali negli accordi commerciali dell'UE, tenendo conto degli interessi dei portatori di interesse dell'UE, in particolare delle PMI.

Per offrire i vantaggi degli accordi commerciali dell'UE ai cittadini e alle imprese, affrontare in modo più sistematico gli ostacoli esistenti e impedire che ne emergano di nuovi, è necessario uno sforzo collettivo da parte di tutte le istituzioni dell'UE, degli Stati membri, della società civile e degli altri portatori di interessi. La Commissione guiderà questi sforzi, anche attraverso il lavoro delle delegazioni dell'UE e delle reti di cui dispongono gli Stati membri e le associazioni imprenditoriali nei paesi terzi.

Principali azioni

La Commissione intende:

13.consolidare i partenariati dell'UE con le principali regioni in crescita (nella regione Asia-Pacifico e in America latina), creando le condizioni per concludere i negoziati e ratificare gli accordi bilaterali in sospeso;

14.sfruttare appieno il ruolo del responsabile dell'esecuzione degli accordi commerciali (CTEO) per massimizzare i benefici dei risultati negoziati per le imprese, in particolare le PMI e gli agricoltori, e per eliminare gli ostacoli che pregiudicano il potenziale di realizzazione degli accordi, anche per quanto riguarda lo sviluppo sostenibile;

15.rafforzare ulteriormente gli strumenti dell'UE per affrontare le nuove sfide e proteggere le imprese e i cittadini europei dalle pratiche commerciali sleali, anche mediante la preparazione di uno strumento di lotta alla coercizione. Inoltre la Commissione esaminerà le opzioni per una strategia dell'UE in materia di crediti all'esportazione;

16.sviluppare nuovi strumenti online per sostenere le imprese dell'UE, in particolare le PMI.

4.Sostenere una discussione informata sulla politica commerciale

Con la comunicazione "Commercio per tutti" 35 la Commissione aveva notevolmente rafforzato il suo impegno a garantire una politica commerciale trasparente e inclusiva. La Commissione continuerà su questa strada, che ha trovato riscontro positivo in tutti i contributi al riesame della politica commerciale 36 . Dalle ultime indagini di Eurobarometro pubblicate nel 2019 è emerso che i cittadini accolgono con favore gli sforzi compiuti negli ultimi anni. Secondo sei cittadini su dieci l'UE conduce la sua politica commerciale in modo aperto e trasparente.

Data l'importanza del dialogo con i portatori di interessi e per incoraggiare una collaborazione concreta su questioni chiave, la Commissione approfondirà il suo impegno con la società civile e le parti sociali, sulla base dello studio di riesame del dialogo con la società civile avviato nel 2020. Un'attenzione particolare sarà rivolta all'attuazione e all'applicazione, con particolare attenzione a garantire che gli interessi dell'UE siano pienamente rispettati per quanto riguarda i benefici attesi degli accordi commerciali. L'accento posto sulla riforma dell'OMC si rifletterà nel rafforzamento degli scambi su tali questioni.

Per garantire una solida base per lo sviluppo della politica commerciale la Commissione approfondirà anche gli sforzi di analisi e raccolta dei dati e incoraggerà i contributi analitici delle parti interessate. La Commissione effettuerà una valutazione ex post dell'impatto degli accordi dell'UE sui principali aspetti ambientali, compreso il clima. Inoltre la Commissione si adopererà per meglio comprendere le implicazioni in termini di parità di genere di vari aspetti della politica commerciale e per orientare le azioni volte a migliorare la consapevolezza della dimensione di genere nella politica commerciale 37 , anche nell'ambito degli aiuti al commercio. Saranno condotte ulteriori analisi sull'impatto delle politiche commerciali sull'occupazione e sui diversi aspetti dello sviluppo sociale.

5.Conclusioni

La politica commerciale dell'UE deve adattarsi e rispecchiare le sfide del nostro tempo e le aspettative dei nostri cittadini. È nostra responsabilità assicurare che sia finalizzata a perseguire gli interessi dell'UE, aiutandola a realizzare le sue ambizioni e salvaguardando la sua posizione nel mondo, oggi e per le generazioni future. Per questo motivo è fondamentale riorientare la politica commerciale dell'UE verso il sostegno alle trasformazioni verde e digitale fondamentali per l'economia dell'UE, la realizzazione di una globalizzazione più sostenibile e più equa basata su regole aggiornate e un intervento più forte per l'applicazione delle regole. In ultima analisi è solo in questo modo che possiamo creare in modo responsabile e sostenibile le opportunità che i cittadini, i lavoratori e le imprese dell'UE si aspettano e di cui il pianeta ha bisogno.

(1)

La relazione 2020 in materia di previsione strategica della Commissione analizza l'impatto della pandemia di COVID-19 sulle dinamiche di alcune megatendenze pertinenti, COM(2020) 493 final. La relazione 2021 in materia di previsione strategica della Commissione è incentrata su un'autonomia strategica aperta.

(2)

A livello europeo il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione mira a contribuire ad affrontare tali costi di adeguamento; si veda il regolamento (UE) n. 1309/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, sul Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (2014-2020) e che abroga il regolamento (CE) n. 1927/2006. Un nuovo regolamento, che è in fase di adozione, consentirebbe al fondo di continuare a sostenere i lavoratori dipendenti e autonomi che hanno perso il lavoro.

(3)

Questa sfida è particolarmente visibile nel settore delle industrie ad alta intensità di energia, in particolare il settore siderurgico, dove sono necessarie soluzioni globali per far fronte agli enormi squilibri sul mercato mondiale che si ripercuotono negativamente sulle imprese europee e minano il successo della transizione verde di questo ecosistema.

(4)

Secondo le stime dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), ogni anno 25 milioni di persone sono vittime di lavoro forzato, 152 milioni di lavoro minorile e 2,78 milioni di lavoratori in tutto il mondo muoiono a causa di infortuni sul lavoro o malattie professionali Fonti: Global estimates of modern slavery: forced labour and forced marriage, OIL (2017); Global Estimates of Child Labour, OIL (2017) e sito web dell'OIL.

(5)

Documento di lavoro dei servizi della Commissione: Promote decent work worldwide, SWD(2020) 235 final.

(6)

Nel 2016, tenendo conto sia delle merci che dei servizi, le industrie ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale hanno generato l'80 % delle importazioni dell'UE e l'82 % delle esportazioni dell'UE. IPR-intensive Industries and Economic Performance in the European Union, Industry-Level Analysis Report, studio congiunto UEB/EUIPO, terza edizione, settembre 2019.

(7)

OCSE (2020), Real GDP long-term forecast (indicator).

(8)

Orientamenti politici per la prossima Commissione europea 2019-2024.

(9)

Risoluzione del Parlamento europeo sulla revisione della politica commerciale dell'UE (2020/2761(RSP).

(10)

https://trade.ec.europa.eu/consultations/index.cfm?consul_id=266&utm_source=dlvr.it&utm_

(11)

Il momento dell'Europa: riparare i danni e preparare il futuro per la prossima generazione, COM(2020) 456 final.

(12)

Calcoli interni di DG TRADE basati su Arto, I., Rueda-Cantuche, J.M., Cazcarro, I., Amores, A.F., Dietzenbacher, E. Kutlina-Dimitrova, Z. and Román, M. V., EU exports to the World: Effects on Employment, Publications Ufficio pubblicazioni dell'Unione europea, Lussemburgo, 2018, ISBN 978-92-79-93283-0, doi:10.2760/700435, JRC113071. https://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2018/november/tradoc_157516.pdf  

(13)

Gli aiuti al commercio mirano ad aiutare i paesi in via di sviluppo a utilizzare gli scambi commerciali come leva per ridurre la povertà. L'obiettivo n. 8.a degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) 8.a dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile fa riferimento all'aumento degli aiuti al commercio, in particolare ai paesi meno sviluppati. L'OSS n. 17 comprende, tra l'altro, sforzi volti ad aumentare le esportazioni dei paesi in via di sviluppo, in particolare dei paesi meno sviluppati.

(14)

Si veda la Strategia europea per la parità di genere 2020-2025 e il piano d'azione sulla parità di genere III.

(15)

La prima relazione in materia di previsione strategica adottata dalla Commissione sottolinea come la resilienza rappresenti la nuova bussola per tutte le politiche dell'UE nell'ambito dell'agenda orientata alle transizioni della Commissione e a seguito della tragica pandemia di coronavirus.

(16)

Le analisi dell'OCSE hanno confermato che le catene globali del valore non solo massimizzano l'efficienza economica, ma che catene di approvvigionamento resilienti sono essenziali in tempi di crisi per assorbire gli shock, offrire opzioni di adeguamento e accelerare la ripresa. Si veda il documento Shocks, risks and global value chain: insights from the OECD METRO model, giugno 2020.

(17)

Strategia farmaceutica per l'Europa, COM(2020) 761 final.

(18)

Si veda il documento dell'OCSE sulla COVID-19 e sul comportamento responsabile delle imprese. http://www.oecd.org/coronavirus/policy-responses/covid-19-and-responsible-business-conduct-02150b06/  

(19)

Si veda anche la comunicazione congiunta sul rafforzamento del contributo dell'UE al multilateralismo fondato su regole.

(20)

Comunicazione congiunta al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio "Una nuova agenda UE-USA per il cambiamento globale", JOIN(2020) 22 final.

(21)

Comunicazione congiunta al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio "UE-Cina – Una prospettiva strategica", JOIN(2019) 5 final.

(22)

 Le sanzioni dell'UE costituiscono uno strumento fondamentale utilizzato per promuovere gli obiettivi della politica estera e di sicurezza comune (PESC), attraverso cui l'UE può intervenire, in particolare per prevenire i conflitti o rispondere a crisi attuali o emergenti (Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, alla Banca centrale europea, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Il sistema economico e finanziario europeo: promuovere l'apertura, la forza e la resilienza, COM/2021/32 final).

(23)

L'accesso ai dati e ai nuovi sviluppi, quali ad esempio i passaporti dei prodotti, può inoltre apportare ulteriore valore ai prodotti e fornire informazioni essenziali per massimizzare il valore circolare, ma troppo spesso tali dati non sono trasmessi lungo le catene del valore.

(24)

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo a un mercato unico dei servizi digitali (legge sui servizi digitali) e che modifica la direttiva 2000/31/CE - COM(2020) 825 final; e proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo a mercati equi e contendibili nel settore digitale (legge sui mercati digitali) - COM/2020/842 final, e regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (regolamento generale sulla protezione dei dati, GDPR).

(25)

Come indicato nel titolo relativo al commercio digitale dell'accordo sugli scambi e la cooperazione concluso con il Regno Unito.

(26)

Un nuovo patto sulla migrazione e l'asilo COM (2020) 609 final.

(27)

Rafforzare la resilienza - Un partenariato orientale vantaggioso per tutti, JOIN(2020) 7 final.

(28)

Un piano economico e di investimenti per i Balcani occidentali, COM(2020) 641 final.

(29)

Un partenariato rinnovato con il vicinato meridionale — Una nuova agenda per il Mediterraneo, JOIN(2021) 2 final.

(30)

Come indicato nella comunicazione congiunta sulla strategia UE-Africa del marzo 2020 "Verso una strategia globale per l'Africa", JOIN(2020) 4 final.

(31)

Si potrebbero esplorare in particolare sinergie con altre fonti di informazione, tra cui la rete Enterprise Europe (EEN), il Centro per la cooperazione industriale UE-Giappone, il Centro UE per le PMI in Cina, la European Business Organisation Worldwide Network, le organizzazioni europee di promozione degli scambi e i servizi di assistenza alle PMI in materia di DPI.

(32)

  https://trade.ec.europa.eu/doclib/press/index.cfm?id=2204 .

(33)

Comunicazione del 25 marzo 2020 concernente gli investimenti esteri diretti e la libera circolazione dei capitali provenienti da paesi terzi, nonché la protezione delle attività strategiche europee, C(2020) 1981 final.

(34)

  https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/IP_20_2045 .

(35)

Commercio per tutti: verso una politica commerciale e di investimento più responsabile - COM/2015/0497 final.

(36)

  https://trade.ec.europa.eu/consultations/index.cfm?consul_id=266&utm_source=dlvr.it&utm_  

(37)

Dichiarazione comune sul commercio e sull'emancipazione economica delle donne in occasione della conferenza ministeriale dell'OMC tenutasi a Buenos Aires nel dicembre 2017.

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Bruxelles, 18.2.2021

COM(2021) 66 final

ALLEGATO

della

COMMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Riesame della politica commerciale -


Una politica commerciale aperta, sostenibile e assertiva





















ALLEGATO

RIFORMARE L'OMC: VERSO UN SISTEMA COMMERCIALE MULTILATERALE SOSTENIBILE ED EFFICACE

1.Perché l'OMC è importante e perché è in crisi?

1.1Perché l'OMC è importante

Dalla costituzione del sistema commerciale multilaterale nel 1947 1 , il commercio mondiale è aumentato di 300 volte e oggi rappresenta oltre il 60 % del PIL globale, sostenendo l'occupazione, la crescita e gli investimenti in tutto il mondo. Tale crescita è in parte dovuta alle successive riduzioni dei dazi doganali negoziate attraverso il sistema multilaterale: nel 1947 i dazi doganali applicati variavano tra il 20 % e il 30 %, oggi i dazi applicati a livello mondiale si attestano in media intorno al 9 %. Tuttavia, ciò è anche dovuto alla stabilità del sistema. Il principio della nazione più favorita (NPF) dell'OMC limita la discriminazione tra beni e servizi provenienti da diversi partner commerciali. Offre una base stabile di apertura economica in grado di promuovere una concorrenza sui mercati mondiali fondata sull'efficienza e sull'innovazione. Il 60 % degli scambi commerciali dell'UE avviene in base al principio NPF, compresi i nostri scambi con gli Stati Uniti, la Cina, la Russia e l'India. Le regole dell'OMC proteggono gli interessi di tutti i paesi partner commerciali da misure discriminatorie e attuate all'interno dei confini nazionali e garantiscono che la protezione commerciale contingente si basi su discipline concordate a livello multilaterale. Inoltre i vincoli tariffari hanno ridotto la probabilità che i paesi aumentino i dazi doganali in risposta agli shock 2 e il sistema di risoluzione delle controversie ha garantito il rispetto delle regole, evitando l'inasprimento dei conflitti commerciali.

Anche se è necessario fare di più, l'OMC ha contribuito allo sviluppo sostenibile globale e l'apertura economica che ha garantito ha contribuito a integrare molti paesi in via di sviluppo nell'economia mondiale, facendo uscire dalla povertà centinaia di milioni di persone e riducendo le disuguaglianze tra i paesi 3 . 

1.2Le ragioni della crisi

La crisi odierna interessa tutte e tre le funzioni dell'OMC: i negoziati non sono riusciti nell'intento di modernizzare le regole, il sistema di risoluzione delle controversie è di fatto tornato com'era ai tempi del GATT, in cui era possibile bloccare le relazioni del panel, e il monitoraggio delle politiche commerciali è inefficace. Inoltre le relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, due dei tre maggiori membri dell'OMC, sono attualmente gestite in gran parte al di fuori delle discipline dell'OMC.

Un fattore determinante della crisi è il fatto che l'adesione della Cina all'OMC non ha portato alla sua trasformazione in un'economia di mercato. Il livello al quale la Cina ha aperto i suoi mercati non corrisponde al suo peso nell'economia mondiale e il governo continua a esercitare un'influenza decisiva sul contesto economico cinese, con conseguenti distorsioni della concorrenza che non possono essere affrontate in misura sufficiente con le attuali regole dell'OMC. Tuttavia, l'OMC non è stata in grado di negoziare nuove regole per far fronte a questa o altre questioni urgenti (ad esempio, il commercio digitale o la sostenibilità). Raggiungere il consenso tra 164 membri sullo sfondo dell'attuale diffuso equilibrio di potere a livello mondiale è una sfida di enorme portata. I negoziati sono altresì ostacolati da disaccordi sulla flessibilità per i paesi in via di sviluppo. Non è sostenibile che due terzi dei membri, comprese alcune delle economie più importanti del mondo, richiedano un trattamento speciale e differenziato. Inoltre la funzione di monitoraggio e di deliberazione dell'OMC è seriamente messa in discussione dall'insufficiente trasparenza sulla legislazione e sulle pratiche commerciali dei membri e dal fatto che temi quali il degrado ambientale, i cambiamenti climatici o il lavoro dignitoso siano considerati tabù. Da ultimo, ma certo non meno importante, il sistema di risoluzione delle controversie è stato effettivamente paralizzato alla fine del 2019 a causa del blocco delle nomine dei membri dell'organo d'appello da parte degli Stati Uniti.

1.3L'urgente necessità di una riforma

Un contesto commerciale stabile, incentrato sull'OMC, è più che mai essenziale se si vogliono affrontare le sfide che ci attendono, a cominciare dalla ripresa economica dalla pandemia. Il contesto è difficile in un'organizzazione che sembra aver perso il proprio senso di unità d'intenti. Tuttavia l'UE ha un interesse strategico fondamentale a garantire l'efficacia dell'OMC. Non solo gli scambi commerciali sono vitali per la nostra economia, ma la promozione di una cooperazione internazionale basata su regole è l'essenza stessa del progetto europeo. L'UE deve pertanto svolgere un ruolo guida nel creare uno slancio per un'efficace riforma dell'OMC.

2.Ripristinare la fiducia e il senso di unità di intenti: il contributo dell'OMC allo sviluppo sostenibile

Il fallimento dell'agenda di Doha per lo sviluppo nel 2008 ha evidenziato l'assenza di unità d'intenti fra i membri dell'OMC. Nonostante il successo dell'accordo sull'agevolazione degli scambi in occasione della 9ª conferenza ministeriale dell'OMC a Bali e la decisione in materia di concorrenza per le esportazioni agricole in occasione della 10ª conferenza ministeriale dell'OMC a Nairobi, i membri dell'OMC sono sempre più divisi in merito alle aspettative dell'organizzazione. Sebbene una parte dei membri abbia sostenuto che la "centralità dello sviluppo" in seno all'OMC implica la necessità di concentrarsi sulle eccezioni e sulle flessibilità derivanti da impegni concordati e futuri, un'altra parte ha espresso un sempre maggiore senso di frustrazione legato al fallimento dei negoziati dell'OMC, spostando la propria attenzione verso accordi commerciali bilaterali. In assenza di unità d'intenti, è stato estremamente difficile trovare una via da seguire per qualsiasi iniziativa e garantire che l'OMC si evolva in linea con i mutamenti del commercio mondiale.

Tuttavia la stragrande maggioranza dei membri conferma il proprio impegno a favore dell'idea del multilateralismo, pienamente consapevole dei vantaggi di un sistema basato su regole per il commercio e lo sviluppo globali. L'instabilità degli ultimi anni, la crisi climatica e ambientale, il maggiore ricorso a misure unilaterali e l'attuale pandemia di COVID-19 hanno portato alla chiara consapevolezza che l'OMC è una componente essenziale di una sana governance economica globale, ma che è necessaria una riforma. La dichiarazione 4 dei leader del G20 a Riyadh contiene il massimo impegno a favore delle riforme, al più alto livello politico.

Con il moltiplicarsi delle sfide globali, i membri dell'OMC devono essere in grado di trovare un accordo sull'obiettivo di affrontare i problemi più urgenti: ripresa e sviluppo economici, liberi da distorsioni della concorrenza, nonché sostenibilità ambientale e sociale nel quadro della transizione verde delle economie. Affrontare questi problemi sarebbe in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite ("OSS"), che tutti i membri dell'OMC si sono impegnati a rispettare. Tale attenzione potrebbe offrire il senso di un obiettivo comune che è mancato all'OMC negli ultimi decenni e ripristinare la fiducia tra i membri. Potrebbe generare la fiducia necessaria a modernizzare le regole dell'OMC in modo tale da rispondere alle sfide della digitalizzazione e dell'economia verde, nonché prevenire e attenuare i conflitti causati da interventi dello stato nell'economia che producono distorsioni negli scambi commerciali.

2.1    Ripristino del senso di unità di intenti dell'OMC: attenzione allo sviluppo sostenibile

Questo sforzo teso a ripristinare un senso di unità d'intenti deve procedere gradualmente, a partire da misure a breve termine che mirino a rafforzare la fiducia. La conclusione dei negoziati sulle sovvenzioni alla pesca rappresenterebbe un passo importante verso il consolidamento del contributo dell'OMC alla sostenibilità. Tale accordo è importante non solo in quanto rappresenta il primo accordo multilaterale concluso da anni, ma anche il primo accordo imperniato sull'attuazione di un obiettivo di sviluppo sostenibile (OSS n. 14.6). Non si tratta di un compito semplice, date le differenze tra le posizioni dei membri dell'OMC e le difficoltà di trovare un consenso nei negoziati multilaterali (in buona parte a causa della questione del trattamento speciale e differenziato di cui sopra), ma i negoziati si trovano in una fase più avanzata rispetto a quanto avvenuto nella loro lunga storia. Se esiste una volontà politica sufficiente, vi è margine per il raggiungimento di un accordo prima della 12a conferenza ministeriale dell'OMC ("CM12").

L'UE ha presentato, insieme al gruppo Ottawa 5 , un'iniziativa in materia di commercio e salute che disciplina le restrizioni alle esportazioni e una serie di misure volte ad agevolare gli scambi e a facilitare la trasparenza. L'UE continuerà a collaborare con i suoi partner e il nuovo direttore generale per garantire che il sistema commerciale sia in grado di rispondere alle sfide poste dalla pandemia, anche per quanto riguarda l'attuazione delle flessibilità previste dall'accordo TRIPS.

Molti OSS riguardano la tutela dell'ambiente. L'importanza fondamentale della tutela dell'ambiente era già stata riconosciuta al momento della creazione dell'OMC, con l'istituzione di un comitato sul commercio e l'ambiente incaricato di promuovere le decisioni e l'azione comune. Come sostenuto da molti membri dell'OMC, oggi più che mai è necessario che la politica commerciale sia in grado di rispondere alle sfide climatiche e ambientali. Contrariamente ai timori espressi al momento della creazione dell'OMC, nessun paese è stato costretto a ridurre il livello auspicato di protezione della salute o dell'ambiente a causa di una decisione del sistema di risoluzione delle controversie dell'OMC. In futuro, nelle discussioni internazionali sulle questioni commerciali e ambientali, l'UE sosterrà un'interpretazione delle pertinenti disposizioni dell'OMC che riconosca il diritto dei membri di fornire risposte efficaci alle sfide ambientali globali, in particolare i cambiamenti climatici e la protezione della biodiversità.

L'Unione europea considera la sostenibilità una parte integrante della necessaria transizione verde delle economie che dovrà essere rispecchiata nei lavori dell'OMC in tutti i settori. Presto presenteremo un'iniziativa sul commercio e sul clima in seno all'OMC. Le riflessioni iniziali, presentate in un documento informale 6 condiviso con i membri e le parti interessate dell'OMC, si concentrano su una serie di elementi costitutivi, tra cui la liberalizzazione di determinati beni e servizi; la trasparenza (anche per quanto riguarda le misure di adeguamento del carbonio alle frontiere), lo scambio di informazioni e l'analisi come primo passo per sviluppare discipline sulle sovvenzioni ai combustibili fossili; l'ecologizzazione degli aiuti al commercio; il rafforzamento del quadro istituzionale dell'OMC che si occupa delle questioni commerciali e ambientali. L'UE sta inoltre collaborando con altri membri dell'OMC per realizzare iniziative ambientali parallele relative all'economia circolare (compresa la plastica).

L'OMC è inoltre tenuta a svolgere un ruolo nel contribuire all'attuazione degli OSS sul lavoro dignitoso e sulla parità di genere, che rivestono la massima importanza sia all'esterno che all'interno dell'UE. Per quanto riguarda il lavoro dignitoso, l'OMC deve promuovere l'analisi e lo scambio di esperienze sul modo in cui le politiche commerciali possono contribuire allo sviluppo sociale, su come una maggiore tutela dei diritti dei lavoratori giova alla crescita e allo sviluppo e su come garantire che, sia all'interno che all'esterno dell'UE, i benefici della liberalizzazione del commercio raggiungano tutti i lavoratori e le comunità vulnerabili. Quest'azione potrebbe essere sostenuta attraverso un'ulteriore e più attiva cooperazione tra l'OMC e l'Organizzazione internazionale del lavoro. L'UE deve collaborare con i partner per integrare ulteriormente questa dimensione sociale della globalizzazione nelle attività dell'OMC. Per quanto riguarda la parità di genere, l'UE deve svolgere un ruolo di guida nelle attività di sensibilizzazione sull'importanza della prospettiva di genere quale parte integrante della politica commerciale, attraverso iniziative quali la dichiarazione di Buenos Aires sul commercio e l'emancipazione economica delle donne.

2.2    Come il commercio può contribuire allo sviluppo: la necessità di un approccio lungimirante al trattamento speciale e differenziato.

Uno degli obiettivi fondamentali dell'OMC è garantire che i paesi in via di sviluppo, in particolare quelli meno sviluppati, ottengano una quota dei benefici degli scambi internazionali che sia commisurata alle esigenze del loro sviluppo economico. Il "trattamento speciale e differenziato" (TSD) mira a consentire ai paesi in via di sviluppo di sfruttare al meglio le opportunità di sviluppo offerte dall'adesione all'OMC.

L'UE sostiene fortemente il TSD, tuttavia ritiene che il suo utilizzo debba essere guidato dalla realtà economica soggiacente, secondo la quale gli scambi commerciali rappresentano un motore di sviluppo e non una minaccia. Le economie in via di sviluppo che hanno registrato la crescita più consistente sono quelle che hanno concentrato i loro sforzi sull'integrazione nell'economia globale e sull'apertura progressiva dei loro mercati a una maggiore concorrenza. La grande sfida dello sviluppo che l'OMC è tenuta ad affrontare consiste nel modo in cui l'Organizzazione può sostenere con efficacia gli sforzi dei paesi in via di sviluppo che non sono ancora sufficientemente integrati nell'economia globale.

Ripristinare la credibilità dell'OMC quale sede negoziale richiede anche l'adozione di un nuovo approccio al TSD. Tale approccio dovrebbe associare un'attenzione specifica su come sostenere l'integrazione nel sistema commerciale a una maggiore differenziazione tra i paesi in via di sviluppo, sulla base delle esigenze individuate. Queste esigenze comprendono i limiti di capacità delle piccole amministrazioni pubbliche. L'OMC può fornire un contributo efficace allo sviluppo solo concentrandosi su come agevolare la capacità dei paesi di assumere impegni che favoriscano l'integrazione nell'economia globale.

In termini di processo, un approccio "accordo per accordo" sembra essere il più idoneo a realizzare progressi reali in materia di TSD. Se da un lato sarebbe auspicabile che tutti i membri dell'OMC trovassero un accordo su criteri trasversali del TSD, dall'altro è più realistico cercare di raggiungere una convergenza nell'ambito di negoziati specifici. Tuttavia l'approccio dell'UE sarà guidato da alcune considerazioni generali. L'UE sosterrebbe con determinazione le disposizioni in materia di TSD che rispondono efficacemente ai vincoli di capacità della grande maggioranza dei paesi in via di sviluppo. Al contempo, per i negoziati in corso e i futuri accordi l'UE si aspetta il pieno impegno a) dei membri dell'OCSE (compresi i paesi candidati all'adesione all'OCSE); b) dei paesi classificati "ad alto reddito" dalla Banca mondiale; c) dei paesi che rappresentano una quota sufficientemente elevata delle esportazioni mondiali in generale o nei settori interessati da un particolare negoziato. Considerato il suo peso nel sistema, la Cina dovrebbe dare l'esempio e non rivendicare il TSD in alcun negoziato in corso.

3.Ripristinare un sistema di risoluzione delle controversie dell'OMC pienamente funzionante con un organo d'appello riformato

La risoluzione vincolante delle controversie non è solo fondamentale per proteggere gli interessi dei membri dell'OMC da misure che limitano i diritti di accesso al mercato. Garantisce altresì la stabilità necessaria alle imprese per investire ed esportare, nella consapevolezza che le regole saranno rispettate e che vi sono rimedi in caso di violazione. Protegge sia i grandi che i piccoli membri dell'OMC da azioni unilaterali e impedisce che le controversie commerciali si trasformino in conflitti politici. Sebbene alcuni aspetti del funzionamento e della giurisprudenza dell'organo d'appello siano stati oggetto di critiche, è importante riconoscere che tale organo ha notevolmente rafforzato la legittimità e la prevedibilità del sistema di risoluzione delle controversie, anche prestando particolare attenzione alla tutela del diritto dei membri dell'OMC di legiferare a fini sanitari, ambientali o di altri obiettivi politici legittimi.

La più urgente riforma dell'OMC consiste nel trovare una base comune per ripristinare un sistema di risoluzione delle controversie che funzioni e procedere alla nomina dei membri dell'organo d'appello. Questo compito deve essere considerato una priorità e non deve essere associato agli altri aspetti della riforma dell'OMC. In assenza di un sistema operativo di risoluzione delle controversie, è difficile capire quale potrebbe essere la motivazione dei paesi a modernizzare e colmare le lacune nelle regole.

Gli Stati Uniti hanno espresso una serie di valide preoccupazioni in merito a determinati approcci giurisdizionali dell'organo d'appello e a decisioni specifiche in determinate cause. L'Unione europea concorda sul fatto che gli arbitri dovrebbero esercitare l'economia processuale e non essere vincolati da "precedenti", ma che dovrebbero tener conto delle sentenze precedenti nella misura in cui le ritengono pertinenti nella controversia in esame. Nel sistema di risoluzione delle controversie dell'OMC, i panel sono i soggetti chiamati a giudicare nei fatti e il ruolo dell'organo d'appello dovrebbe essere strettamente limitato ad affrontare le questioni giuridiche sollevate in appello, nella misura in cui ciò sia necessario per risolvere una controversia. L'indipendenza dei panel e dell'organo d'appello è essenziale affinché le cause siano decise esclusivamente nel merito. Ciò è compatibile con un rafforzamento della responsabilità nei confronti dei membri per quanto riguarda l'esercizio delle loro funzioni. I termini obbligatori dovrebbero essere rigorosamente rispettati sia in seno ai panel che in seno all'organo d'appello (una giustizia ritardata è una giustizia negata) e dovrebbero essere adottate misure opportune a tal fine. L'Unione europea concorda pertanto che è necessaria una riforma significativa. Tale riforma dovrebbe mantenere la regola del consenso negativo, l'indipendenza dell'organo d'appello e il ruolo centrale della risoluzione delle controversie nel garantire sicurezza e prevedibilità al sistema commerciale multilaterale.

In particolare, sebbene molte delle questioni di cui sopra siano riprese nei principi sviluppati nel processo informale su questioni relative al funzionamento dell'organo d'appello guidato dal presidente dell'organo di risoluzione delle controversie, l'UE è disposta a valutare come dare loro una formulazione giuridica più forte e a prendere in considerazione ulteriori miglioramenti. Un segnale tempestivo da parte degli Stati Uniti della loro disponibilità ad avviare negoziati in buona fede per trovare un accordo multilaterale sulle riforme della risoluzione delle controversie rafforzerebbe notevolmente la fiducia e consentirebbe di raggiungere un accordo per ripristinare una risoluzione vincolante delle controversie e un organo d'appello funzionante.

4.Verso una funzione negoziale più efficace

Al centro della crisi in seno all'OMC vi è il fallimento della sua funzione negoziale. La riforma dell'OMC deve mirare a ripristinare la sua efficacia e credibilità come sede per la negoziazione delle regole commerciali e di un'ulteriore liberalizzazione. È necessario che le regole dell'OMC siano allineate alle realtà economiche e commerciali del 21º secolo. In sostanza, la priorità deve essere quella di modernizzare le regole dell'OMC in materia di commercio elettronico, agevolazione degli investimenti, regolamentazione interna dei servizi e ruolo dello Stato nell'economia, comprese le sovvenzioni. Una volta modernizzate le regole, si potrebbe anche valutare la promozione della liberalizzazione dei beni e dei servizi in modo da garantire un migliore equilibrio degli impegni. Per quanto riguarda il metodo di negoziazione, l'approccio dell'impegno unico non ha prodotto risultati e progressi migliori possono essere conseguiti mediante processi diversi, in particolare accordi aperti e plurilaterali. Parallelamente ai negoziati sostanziali, i membri dell'OMC devono riflettere su come integrare meglio gli accordi plurilaterali nel quadro dell'OMC.

4.1Modernizzare le regole dell'OMC

A.Stabilire nuove regole in materia di commercio, servizi e investimenti digitali

Sono in corso negoziati con un'ampia partecipazione sulla regolamentazione interna dei servizi, sul commercio elettronico e sull'agevolazione degli investimenti. Tutti e tre i negoziati sono essenziali per permettere alle regole del commercio internazionale di rispondere meglio alla trasformazione digitale dell'economia, alla crescente importanza dei servizi e alla necessità di agevolare gli investimenti come chiave per lo sviluppo.

L'UE è pienamente impegnata in questi negoziati. La CM12 offre l'opportunità di registrare progressi sostanziali nelle iniziative di commercio elettronico e agevolazione degli investimenti e di concludere un accordo sulla regolamentazione interna dei servizi. La conclusione di negoziati su accordi ambiziosi e inclusivi in questi tre settori è fondamentale per dimostrare quanto l'OMC sia rilevante per i principali motori dell'espansione del commercio e degli investimenti nel 21º secolo e per facilitare l'integrazione dei paesi in via di sviluppo nelle catene globali del valore. Se tali questioni potessero essere affrontate solo nell'ambito di accordi bilaterali o plurilaterali al di fuori del quadro dell'OMC, la conclusione dei suddetti negoziati eviterebbe inoltre la frammentazione del sistema commerciale globale.

B.Stabilire nuove regole per evitare distorsioni della concorrenza dovute all'intervento dello stato nell'economia (neutralità concorrenziale)

Le regole dell'OMC non sono sufficientemente efficaci nell'affrontare le ripercussioni negative dell'intervento dello stato nell'economia. Ciò vale, in particolare, quando l'intervento dello Stato falsa la concorrenza sul mercato nazionale o anche sui mercati mondiali. Il problema è ulteriormente aggravato dalla frequente mancanza di trasparenza in tali interventi. La questione non riguarda il ruolo dello Stato in quanto tale. L'intervento pubblico può essere necessario per conseguire obiettivi legittimi e l'OMC dovrebbe tenere conto dei diversi gradi di titolarità pubblica nell'economia. Si tratta, piuttosto, di contrastare efficacemente quegli interventi che hanno effetti di ricaduta negativi, causano distorsioni della concorrenza favorendo le imprese, i beni o i servizi nazionali rispetto a quelli esteri, limitano l'accesso ai mercati o hanno un impatto sui mercati mondiali.

Sono essenziali nuove regole in materia di sovvenzioni all'industria per contrastare gli effetti negativi delle forti sovvenzioni sul commercio internazionale, che possono generare distorsioni della concorrenza sia nei settori tradizionali che nelle nuove tecnologie. Le sovvenzioni possono, inoltre, dar luogo a sovraccapacità. Un importante obiettivo perseguito da regole più rigorose consisterebbe nell'ottenere un livello di trasparenza significativamente più elevato e nell'individuare ulteriori categorie di sovvenzioni vietate, nonché categorie di sovvenzioni presumibilmente pregiudizievoli. Accanto alle discussioni sulle cosiddette scatole "rosse" e "gialle", si dovrebbe parlare anche di una "scatola verde" che comprenda le sovvenzioni volte a sostenere obiettivi pubblici legittimi, avendo al contempo un impatto distorsivo minimo sugli scambi. Ciò varrebbe in particolare per alcuni tipi di sovvenzioni ambientali e di R&S, a condizione che siano soggette alla piena trasparenza e a discipline concordate.

In diversi paesi le imprese pubbliche sono uno strumento attraverso il quale lo Stato influenza in modo decisivo l'economia, talvolta con effetti distorsivi del mercato. Tuttavia l'importanza delle imprese pubbliche non è ancora accompagnata da discipline sufficienti a individuare eventuali comportamenti distorsivi del mercato. Le nuove regole internazionali sulle imprese pubbliche vanno incentrate sul comportamento di tali imprese nello svolgimento delle loro attività commerciali, in linea con le discipline già concordate in vari accordi di libero scambio e di investimento.

Oltre alle sovvenzioni all'industria e alle discipline delle imprese pubbliche, occorre riflettere su quali altri elementi potrebbero essere contemplati dalle nuove regole dell'OMC che mirano a garantire il principio della "neutralità competitiva" e a promuovere condizioni di parità. Ciò dovrebbe includere, ad esempio, regole rigorose contro le pratiche che costringono le imprese a trasferire l'innovazione e la tecnologia allo Stato o ai loro concorrenti (trasferimenti forzati di tecnologia) e regole volte a garantire che la regolamentazione nazionale sia trasparente e favorevole alla concorrenza. L'obiettivo generale dovrebbe consistere nel garantire che qualsiasi intervento dello stato nell'economia avvenga in piena trasparenza e non crei perturbazioni della concorrenza per favorire determinate imprese. L'UE intende discutere ulteriormente tali questioni in primo luogo attraverso la cooperazione a tre con gli Stati Uniti e il Giappone, ma anche con qualsiasi membro dell'OMC interessato, al fine di avviare i lavori sullo sviluppo di regole dell'OMC per rispondere efficacemente alle distorsioni della concorrenza.

C.Affrontare gli squilibri tra gli impegni dei membri in materia di accesso al mercato

Gli impegni in materia di accesso al mercato non sono stati aggiornati dopo la conclusione dell'Uruguay Round e sono sempre più scollegati dalle realtà economiche del 21º secolo. L'attuale struttura degli impegni dell'OMC in materia di accesso al mercato di beni e servizi non corrisponde all'effettivo livello di apertura di molti paesi e non rispecchia i significativi cambiamenti di peso che hanno riguardato alcuni importanti partner commerciali dell'economia mondiale (ad esempio, la Cina).

Sebbene sia importante garantire una migliore struttura degli impegni tariffari globali, l'obiettivo principale di qualsiasi sforzo di riforma dell'OMC dovrebbe consistere nell'ammodernamento delle regole in materia di neutralità concorrenziale: sovvenzioni, imprese pubbliche, trasferimenti forzati di tecnologia e regolamentazione interna. Quando le sovvenzioni abbassano artificialmente i prezzi delle merci, le imprese pubbliche abusano della loro posizione dominante in un mercato oppure le imprese sono costrette a condividere la loro tecnologia con i concorrenti. Di conseguenza la riduzione dei dazi doganali non può correggere gli squilibri tra i membri. A breve e medio termine e al fine di rafforzare ulteriormente la fiducia all'interno del sistema l'UE sostiene tuttavia le iniziative settoriali in cui la liberalizzazione presenta vantaggi più ampi, come nel caso della liberalizzazione dei dazi su prodotti sanitari e determinati prodotti per la mitigazione dei cambiamenti climatici o della liberalizzazione dei servizi ambientali.

Per quanto riguarda gli scambi di servizi, la conclusione dei negoziati sulle regole per l'economia digitale dovrebbe rappresentare la priorità. Una volta conclusi tali negoziati, si potrebbe valutare l'avvio di negoziati sui servizi. Tali negoziati dovrebbero essere aperti alla partecipazione dei membri dell'OMC interessati ed essere ancorati all'OMC, basandosi sui progressi compiuti nei negoziati relativi all'accordo sugli scambi di servizi.

D.Il contributo dell'agricoltura

Per ripristinare la credibilità dell'OMC in quanto sede negoziale sarebbe inoltre necessario che i membri affrontino il tema dei negoziati agricoli, in gran parte bloccati nonostante l'esito positivo della conferenza ministeriale di Nairobi. L'agricoltura rimane un ambito di interesse importante, se non fondamentale, per gran parte dei membri dell'OMC e l'assenza di progressi rischia di incidere negativamente sul più ampio programma di riforme dell'Organizzazione.

Gli impegni in materia di sostegno interno al settore agricolo dovrebbero costituire la priorità dei negoziati, se si considera il proliferare di politiche e misure distorsive degli scambi. Affinché abbiano successo, tuttavia, tali negoziati dovrebbero richiedere il contributo di tutti i membri, o quantomeno dei principali. Guardando al futuro, l'UE è favorevole a una riduzione sostanziale del sostegno interno che provoca distorsioni degli scambi. Negli ultimi 30 anni l'UE ha riformato la sua politica agricola, passando da un sostegno che perturba gli scambi commerciali a un sostegno non distorsivo. Altri membri dell'OMC non hanno ancora intrapreso riforme analoghe.

Per il momento, non sembra probabile rilanciare i negoziati sull'accesso al mercato agricolo, in relazione alle riduzioni tariffarie o ad altri elementi. Tali negoziati fanno parte di una serie più ampia di negoziati sull'accesso al mercato, compresi i beni industriali, per i quali non sembrano sussistere le condizioni per il raggiungimento di un accordo.

I negoziati a breve termine dovrebbero pertanto concentrarsi sulle questioni divenute importanti nel contesto della pandemia e sulle quali vi è un certo margine di convergenza. L'UE si concentrerà sulle restrizioni all'esportazione e sui miglioramenti in termini di trasparenza per la 12ª conferenza ministeriale.

Infine, occorre integrare gli aspetti della sostenibilità ambientale nei negoziati agricoli, in linea con la necessità di una transizione verde delle economie.

4.2 Integrazione degli accordi plurilaterali aperti nell'OMC

Sebbene l'OMC non possa recuperare credibilità ed efficacia senza modernizzare le sue regole, è ampiamente chiaro dopo 25 anni che tale modernizzazione non può essere realizzata mediante accordi multilaterali basati su un impegno unico. Parallelamente, sono in corso negoziati che riguardano numerosi accordi commerciali bilaterali o regionali, anche su questioni per le quali l'OMC non è finora riuscita a produrre risultati multilaterali, ad esempio per quanto riguarda il commercio digitale o le imprese pubbliche. Lo sviluppo più positivo degli ultimi anni è stato l'interesse di un numero crescente di paesi a sviluppare tali regole nel quadro dell'OMC attraverso negoziati aperti e plurilaterali. Se non si trovasse una formula efficace per integrare gli accordi plurilaterali nell'OMC, non vi sarebbe opzione alternativa allo sviluppo di tali regole al di fuori del quadro dell'OMC.

L'accordo OMC prevede che gli accordi plurilaterali siano integrati nell'architettura giuridica dell'OMC all'articolo X:9, in base al quale la conferenza ministeriale può decidere per consenso di aggiungere gli accordi commerciali conclusi da un gruppo di membri dell'OMC all'elenco degli accordi plurilaterali dell'OMC riportati all'allegato 4. Tuttavia dalla fondazione dell'OMC non si è mai fatto ricorso all'articolo X:9. Il raggiungimento di un consenso sull'aggiunta di un'iniziativa plurilaterale all'allegato 4 è stato percepito come una difficoltà insormontabile, anche se i diritti dei non partecipanti non sono stati ridotti dagli impegni plurilaterali assunti da un gruppo di membri dell'OMC. Il metodo finora seguito per integrare gli accordi plurilaterali nell'architettura dell'OMC ha previsto l'aggiunta unilaterale, da parte di ogni partecipante, degli impegni aggiuntivi nel proprio elenco di impegni, come è stato fatto per l'intesa sugli impegni in materia di servizi finanziari e il documento di riferimento sulle telecomunicazioni. Tuttavia ciò presenta alcuni inconvenienti. Non tutti gli impegni aggiuntivi si prestano ad essere inseriti in un elenco di impegni. I non partecipanti potrebbero inoltre avviare un procedimento di risoluzione delle controversie nei confronti di un partecipante per violazione di tali impegni aggiuntivi, anche se essi, in quanto non partecipanti, non sono vincolati da tali impegni.

Una riforma significativa dell'OMC dovrà tenere conto di questa realtà e la Commissione inviterà a una riflessione su come creare un percorso più facile per l'integrazione degli accordi plurilaterali nell'architettura multilaterale. L'UE favorirebbe un approccio inclusivo agli accordi aperti e plurilaterali che agevoli la partecipazione dei paesi in via di sviluppo e consenta loro di decidere se desiderano aderire all'accordo, lasciando loro aperta la possibilità di aderirvi in futuro. Ciò non significa che l'OMC debba accogliere tutti gli accordi plurilaterali. Dal dibattito potrebbero emergere alcuni principi che gli accordi plurilaterali dovrebbero rispettare per essere integrati nel contesto dell'OMC. Tali principi potrebbero riguardare l'apertura alla partecipazione e alla futura adesione da parte di qualsiasi membro dell'OMC, l'agevolazione della partecipazione dei paesi in via di sviluppo, la trasparenza del processo negoziale, nonché i mezzi per tutelare i diritti esistenti dei soggetti non partecipanti, evitando al contempo fenomeni di parassitismo.

 5. Migliorare il funzionamento del sistema dell'OMC

5.1    Rafforzamento delle funzioni di monitoraggio e deliberazione dell'OMC

I lavori dei consigli e dei comitati periodici dell'OMC hanno un ruolo essenziale nel salvaguardare il sistema commerciale multilaterale basato su regole tramite, tra le altre cose, la conduzione di attività tecniche quotidiane, il monitoraggio delle politiche commerciali dei membri, la gestione di questioni commerciali e la messa a disposizione ai membri di un contesto per poter deliberare sugli sviluppi commerciali. Data l'assenza pressoché totale di risultati a livello legislativo negli ultimi anni e la paralisi del sistema di risoluzione delle controversie, un monitoraggio e deliberazioni politiche efficaci rivestono un ruolo sempre più importante per far sì che l'OMC continui a essere una base credibile per le relazioni commerciali. Purtroppo, a causa di una serie di procedure inefficaci, di lacune nel rispetto degli obblighi di trasparenza e di una diffusa mancanza di fiducia, un impegno efficace è spesso difficile da ottenere.

Negli ultimi anni l'UE si è adoperata per ottenere una serie di miglioramenti, in particolare negli ambiti della trasparenza e delle questioni commerciali. Insieme agli Stati Uniti, al Giappone e ad altri membri, l'UE ha presentato una proposta per migliorare la trasparenza e il rispetto degli obblighi di notifica nel settore degli scambi di merci. La proposta suggerisce incentivi e misure amministrative in risposta a ritardi significativi nella presentazione delle notifiche, un problema annoso che incide sulla trasparenza. È auspicabile che tale contributo orizzontale inneschi anche il necessario dibattito sul miglioramento della trasparenza in settori specifici, come l'agricoltura. Con un diverso gruppo di membri, l'UE ha presentato suggerimenti per migliorare i lavori in seno agli organi regolari dell'OMC nell'ambito di una proposta di orientamenti per gli organi dell'OMC che affrontano questioni commerciali. Tale proposta mira a facilitare la risoluzione delle questioni commerciali tra i membri prima che queste si intensifichino nella fase di risoluzione delle controversie o blocchino i programmi per anni. L'obiettivo resta quello di far sì che tali proposte siano adottate in occasione della CM12.

Oltre a tali proposte, occorre lavorare ulteriormente per migliorare le funzioni di monitoraggio e deliberazione dell'OMC. Il rispetto tempestivo degli obblighi di notifica è un aspetto della trasparenza, ma altrettanto lo è la qualità delle informazioni fornite. Nel complesso, è opportuno monitorare in maniera più efficace le politiche commerciali dei membri a livello di comitati. In tale contesto, per esempio, i comitati dell'OMC potrebbero studiare come rendere più efficaci i riesami delle notifiche. Si potrebbero inoltre esaminare le questioni sulle quali il segretariato dovrebbe essere in grado di elaborare relazioni di monitoraggio basate su diverse fonti di informazione accessibili al pubblico.

Sarebbe altresì utile fare un bilancio delle attività svolte in seno agli organi dell'OMC al fine di individuare quali attività necessitano di maggiori risorse/attenzione e quali dovrebbero essere ridimensionate o disattivate. Ciò permetterebbe all'OMC di concentrare le risorse sui comitati che i membri utilizzano in modo più attivo ed efficiente, mentre si potrebbe decidere la sospensione di altri comitati, a meno che questi ultimi non siano convocati su esplicita richiesta di un membro (come già avviene per la maggior parte degli organi ausiliari del consiglio per gli scambi di servizi). L'attività di alcuni comitati potrebbe essere rilanciata rafforzando il loro contributo alle deliberazioni politiche, come, ad esempio, nel caso del comitato per il commercio e l'ambiente. Potrebbe inoltre essere rafforzato il ruolo del Consiglio generale nell'esaminare gli sviluppi che incidono sul sistema commerciale o nel discutere gli studi elaborati dal direttore generale in collaborazione con altre organizzazioni internazionali.

5.2    Il ruolo del direttore generale e del segretariato dell'OMC

La nomina del nuovo direttore generale rappresenta l'opportunità per un nuovo inizio. Affinché la riforma dell'OMC funzioni, il direttore generale deve essere coinvolto in modo proattivo e visibile. I membri possono fidarsi del direttore generale e dovrebbero incoraggiarlo a sostenerli nell'affrontare le principali sfide dell'OMC. Dovrebbero sostenere attivamente il direttore generale nell'adozione di iniziative volte a promuovere gli obiettivi dell'OMC e a proporre soluzioni per la deliberazione da parte dei membri. Sebbene si sottolinei spesso che i membri sono responsabili della definizione dell'agenda dei lavori dell'OMC, il ruolo di facilitatore del direttore generale è compatibile con il carattere di un'organizzazione guidata dai propri membri.

Il direttore generale e il segretariato, in particolare, possono rafforzare le funzioni di monitoraggio e deliberazione dell'OMC. In primo luogo, al fine di contribuire efficacemente alle deliberazioni dei membri, il segretariato dovrebbe poter contare sulla fiducia dei membri nella predisposizione di relazioni analitiche su temi pertinenti e nell'approfondimento della cooperazione con altre organizzazioni internazionali, senza la necessità di anticipazioni con i membri. In secondo luogo, la trasparenza sulle politiche commerciali dei membri trarrebbe beneficio da un rafforzamento delle attività di monitoraggio del segretariato.

Sebbene la cooperazione tra l'OMC e le organizzazioni internazionali, compresi gli organismi delle Nazioni Unite, sia generalmente funzionante, il direttore generale dovrebbe perseguire una cooperazione più mirata con l'obiettivo di contribuire congiuntamente al conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

5.3    Coinvolgimento più efficace dei portatori di interessi: imprese e società civile

Già nel 1996 i membri dell'OMC avevano riconosciuto "il ruolo che le ONG possono svolgere per sensibilizzare l'opinione pubblica in merito alle attività dell'OMC" e convenuto di "migliorare la trasparenza e sviluppare la comunicazione con le ONG", incaricando il segretariato dell'OMC di gestire i contatti diretti con la società civile. I principali canali di impegno sono il forum pubblico annuale, la partecipazione della società civile alle conferenze ministeriali, i briefing del segretariato, nonché la possibilità di presentare documenti di sintesi e discussioni tematiche. Dal 2016 anche i rappresentanti delle imprese partecipano a discussioni su argomenti di attualità e alla serie di dialoghi commerciali; una pagina dedicata sul sito web dell'OMC riporta informazioni selezionate per rispondere agli interessi delle varie imprese.

Potrebbe esservi margine per modernizzare e sviluppare ulteriormente le modalità di consultazione delle imprese e della società civile, con l'obiettivo di rilanciare il coinvolgimento di questi portatori di interessi nel dibattito commerciale. In primo luogo, mentre i briefing del segretariato con le ONG sono attualmente riservati alle ONG registrate con sede a Ginevra e nelle aree limitrofe, i mezzi elettronici e le piattaforme virtuali consentirebbero di ampliare la partecipazione delle ONG accreditate in tutto il mondo, permettendo in particolare la partecipazione delle ONG dei paesi in via di sviluppo che dispongono di mezzi limitati. In secondo luogo, si potrebbe istituire un comitato consultivo o di supporto con una selezione equilibrata di rappresentanti delle imprese e della società civile per raccogliere i contributi dei portatori di interessi su importanti sviluppi che interessano il sistema commerciale multilaterale e rimandarli ai negoziati e alle deliberazioni in corso. In terzo luogo, l'impegno su temi concreti potrebbe essere rafforzato organizzando dibattiti su questioni trasversali che siano relative, ad esempio, ad aspetti dello sviluppo sostenibile o ad accordi commerciali regionali. In quarto luogo, i membri dovrebbero studiare come aumentare la trasparenza consentendo al pubblico di partecipare a incontri o parti di essi attraverso mezzi virtuali.

6.Realizzare la riforma dell'OMC

6.1Costruire alleanze per realizzare la riforma dell'OMC

Per realizzare gli aspetti della riforma dell'OMC delineati nel presente allegato saranno necessari l'impegno e l'adesione di un numero significativo di membri. La realizzazione della riforma richiede la costruzione di alleanze, la rinuncia alla polarizzazione e la volontà dei membri di impegnarsi in un processo progressivo che condurrà a un compromesso. Quale grande potenza economica che crede fermamente in un commercio multilaterale basato su regole, l'UE deve continuare a dare prova di leadership.

Un esempio della collaborazione dell'UE con altri partner che condividono gli stessi principi è l'iniziativa sul commercio e la salute sviluppata attraverso il gruppo di Ottawa. Analogamente, l'UE ha collaborato con il gruppo "FAST" (Friends of Advancing Sustainable Trade) su come rilanciare i lavori dell'OMC in materia di commercio e ambiente 7 .

Sebbene gruppi di paesi che condividono gli stessi principi, come il gruppo di Ottawa e il gruppo FAST, siano importanti per ottenere un sostegno iniziale in vista della ricerca di un impegno più ampio da parte dei membri dell'OMC, un elemento essenziale per la riforma dell'OMC è rappresentato dall'elevato grado di convergenza nel programma di riforme tra gli Stati Uniti e l'UE. Nel corso della storia, la cooperazione UE-USA è stata la principale forza trainante per i progressi compiuti nei negoziati GATT/OMC. L'UE ha collaborato con gli Stati Uniti nel quadro dell'iniziativa trilaterale con il Giappone. L'elezione di un nuovo Presidente degli Stati Uniti impegnato nelle istituzioni multilaterali rappresenta un'opportunità per una stretta cooperazione transatlantica su tutti gli aspetti della riforma dell'OMC, compresa la riforma della risoluzione delle controversie dell'Organizzazione. Tale compito sarebbe notevolmente facilitato da un segnale tempestivo, da parte della nuova amministrazione statunitense, della sua intenzione di impegnarsi appieno nei negoziati per trovare un accordo sulle riforme dell'intesa sulla risoluzione delle controversie e per eliminare il blocco delle nomine dei membri dell'organo d'appello. In vista della CM12, l'UE e gli Stati Uniti potrebbero intensificare il loro impegno su tutti gli aspetti della riforma dell'OMC al fine di conseguire la massima convergenza sulle rispettive posizioni, comprese eventuali proposte congiunte. Anche i lavori del gruppo a tre con il Giappone dovrebbero essere intensificati al fine di presentare una proposta congiunta su come elaborare le regole dell'OMC per combattere meglio le distorsioni della concorrenza derivanti dagli interventi dello stato.

L'UE intende inoltre conferire una particolare priorità all'avvio di un dialogo con i paesi africani sul programma di riforme dell'OMC. Ciò potrebbe includere un'analisi su come integrare meglio gli OSS nelle attività dell'OMC, nonché su come garantire che qualsiasi iniziativa aperta e plurilaterale sia inclusiva e tenga conto dei vincoli di capacità dei paesi in via di sviluppo con piccole amministrazioni. Le discussioni potrebbero riguardare anche la questione del trattamento speciale e differenziato e il modo in cui l'OMC può sostenere l'integrazione attraverso la zona continentale di libero scambio per l'Africa. In tale contesto, l'UE continua a sostenere che l'Unione africana ottenga lo status di osservatore negli organi pertinenti dell'OMC.

L'UE continuerà ad avviare discussioni con la Cina e l'India sui diversi aspetti del programma di riforme dell'OMC. Il PIL pro capite della Cina è aumentato di 10 volte dall'adesione all'OMC, di cui la Cina è diventata il principale esportatore nel corso di soli due decenni. Molti membri dell'OMC ritengono che l'accesso al mercato cinese e altri impegni non riflettano sufficientemente la crescita del paese e che un'ulteriore liberalizzazione da parte della Cina conferirebbe maggiore legittimità al suo ruolo nell'organizzazione. L'India ha un'economia fortemente dinamica e svolge un ruolo di primo piano nel G20, anche se il suo livello globale di sviluppo e di competitività non è paragonabile a quello della Cina. Entrambi i paesi sono partner indispensabili per le discussioni sulle riforme dell'OMC. Il dialogo con la Cina e l'India dovrebbe aiutare a comprendere meglio le nostre rispettive prospettive, anche su questioni per le quali si dovrebbero registrare progressi in sede di CM12 e non solo.

6.2 Cosa si può ottenere con la CM12: le prossime tappe

L'agenda per la riforma dell'OMC deve essere ambiziosa, ma anche realistica. I diversi filoni di attività della riforma dell'OMC devono essere adeguatamente articolati. Non tutti gli aspetti possono o devono essere affrontati simultaneamente; piuttosto, componenti diverse seguiranno processi differenti e saranno portate avanti in diverse configurazioni (multilaterali o plurilaterali) e con gruppi di membri diversi. La prossima conferenza ministeriale dell'OMC sarà fondamentale per il processo di riforma dell'OMC, sia in termini di potenziale pacchetto di risultati che di avvio di nuovi processi e settori di lavoro che possano fungere da trampolino di lancio per il programma di riforme.

Tre settori in cui occorre intensificare i lavori prima dell'MC12 sono il commercio e la salute, le sovvenzioni alla pesca e la riforma del sistema di risoluzione delle controversie.

La CM12 potrebbe inoltre consentire il raggiungimento dei seguenti risultati:

1.raggiungimento di un accordo per rilanciare le attività dell'OMC in materia di commercio e ambiente, al fine di integrare le questioni relative alla sostenibilità nelle attività dell'OMC. Idealmente, ciò dovrebbe avvenire a livello multilaterale, anche se alcuni aspetti possono essere perseguiti solo da sottogruppi di membri dell'OMC interessati, come la liberalizzazione di determinati servizi ambientali e beni in grado di mitigare i cambiamenti climatici;

2.avvio di attività tra i paesi interessati per l'elaborazione di regole sulla neutralità competitiva, comprese regole aggiornate in materia di sovvenzioni all'industria;

3.progressi sostanziali per quanto riguarda le iniziative plurilaterali in materia di commercio elettronico e agevolazione degli investimenti. La dichiarazione congiunta sulla regolamentazione interna nel settore dei servizi potrebbe essere conclusa in sede di CM12;

4.rinnovo delle moratorie multilaterali sul commercio elettronico e TRIPS, che dovrebbe essere garantito in sede di CM12;

5.miglioramenti delle funzioni di lavoro regolari dell'OMC, attraverso accordi sulla trasparenza orizzontale delle notifiche e delle proposte su questioni commerciali;

6.in merito all'agricoltura, in sede di CM12 potrebbe essere raggiunto un accordo su un pacchetto di miglioramenti in materia di trasparenza a livello generale e di restrizioni all'esportazione. Anche l'iniziativa sull'esenzione degli acquisti umanitari del Programma alimentare mondiale dalle restrizioni all'esportazione potrebbe rientrare in tale risultato. L'UE è aperta alla discussione sui passi successivi alla CM12 relativamente ai principali aspetti dei negoziati, in particolare sulle misure di sostegno interno distorsive degli scambi commerciali.

Al di là di questi risultati, una dichiarazione ministeriale che definisca un impegno politico a favore delle riforme costituirebbe un importante elemento aggiuntivo in grado di sostenere le attività future. Tale dichiarazione potrebbe essere incentrata su questioni quali il miglioramento delle funzioni di negoziazione, monitoraggio e deliberazione dell'OMC, nonché l'esame dei miglioramenti istituzionali nel funzionamento dell'Organizzazione. La dichiarazione ministeriale potrebbe istituire un gruppo di lavoro sulla riforma dell'OMC incaricato di esaminare tali questioni e orientare i membri verso il raggiungimento dei risultati. La CM12 dovrebbe pertanto definire l'agenda delle attività ulteriori da condurre negli ambiti di riforma a medio e lungo termine, alcuni dei quali dovrebbero essere completati prima della successiva conferenza ministeriale (CM13).

(1)

     Con l'accordo precedente all'OMC, l'accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio (GATT).

(2)

     Jakubik, A. e Piermartini, R. (2019). How WTO commitments tame uncertainty!, documenti di lavoro dei servizi dell'OMC ERSD-2019-06, Organizzazione mondiale del commercio (OMC).

(3)

     Gruppo della Banca mondiale e Organizzazione mondiale del commercio (2015), The Role of Trade in Ending Poverty. Organizzazione mondiale del commercio: Ginevra. Cfr. anche Commission on Growth and Development (2018), The Growth Report: Strategies for Sustained Growth and Inclusive Development.

(4)

Dichiarazione dei leader del vertice del G20 di Riyadh, 21 e 22 novembre 2020.

(5)

I partecipanti al gruppo Ottawa sono: Australia, Brasile, Canada, Cile, Unione europea, Giappone, Kenya, Corea del Sud, Messico, Nuova Zelanda, Norvegia, Singapore e Svizzera.

(6)

  https://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2020/november/tradoc_159117.pdf  

(7)

L' iniziativa comprende 23 finanziatori - Australia, Canada, Ciad, Cile, Costa Rica, Unione europea, Gambia, Islanda, Giappone, Corea, Liechtenstein, Maldive, Messico, Moldova, Montenegro, Nuova Zelanda, Macedonia del Nord, Norvegia, Senegal, Svizzera, Taiwan, Penghu, Kinmen e Matsu e Regno Unito.

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