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Document 52021AE6493

    Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 575/2013 per quanto concerne i requisiti per il rischio di credito, il rischio di aggiustamento della valutazione del credito, il rischio operativo, il rischio di mercato e l'output floor [COM(2021) 664 final — 2021/0342 (COD)]

    EESC 2021/06493

    GU C 290 del 29.7.2022, p. 40–44 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    29.7.2022   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 290/40


    Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 575/2013 per quanto concerne i requisiti per il rischio di credito, il rischio di aggiustamento della valutazione del credito, il rischio operativo, il rischio di mercato e l'output floor

    [COM(2021) 664 final — 2021/0342 (COD)]

    (2022/C 290/07)

    Relatore:

    Bogdan PREDA

    Consultazioni

    Parlamento europeo, 17.1.2022

    Consiglio dell'Unione europea, 20.1.2022

    Base giuridica

    Articoli 114 e 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea

    Sezione competente

    Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale

    Adozione in sezione

    3.3.2022

    Adozione in sessione plenaria

    23.3.2022

    Sessione plenaria n.

    568

    Esito della votazione

    (favorevoli/contrari/astenuti)

    154/0/1

    1.   Conclusioni e raccomandazioni

    1.1.

    Il CESE raccomanda una politica patrimoniale sana, equilibrata e lungimirante, con una ponderazione del rischio basata sui rischi effettivi per la stabilità, che prenda in considerazione al tempo stesso la necessità di rafforzare la competitività delle banche dell'UE e di aumentare il finanziamento della crescita sostenibile. Il CESE invita quindi la Commissione a valutare ulteriormente in quale misura le proposte rispondano alle suddette sfide.

    1.2.

    Il CESE accoglie con favore l'attuazione dei restanti elementi dei principi internazionali concordati dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria («principi di Basilea III») (1), dal punto di vista sia temporale che della sostanza, in quanto mirano a rafforzare la stabilità del mercato finanziario nell'UE e quindi a non esporre i cittadini europei a maggiori rischi sui mercati finanziari.

    1.3.

    Il CESE sottolinea che la stabilità dei mercati finanziari è un prerequisito fondamentale per la stabilità economica complessiva, mentre una regolamentazione e una sorveglianza rigorose del settore bancario sono essenziali per prevenire la minaccia di turbolenze e crisi. I requisiti patrimoniali prudenziali sono fondamentali per raggiungere i suddetti prerequisiti, mentre il CESE invita i legislatori a garantire che le proposte prevedano un giusto equilibrio tra due obiettivi complementari, vale a dire i) garantire che le banche dell'UE diventino più resilienti e ii) assicurare la solidità finanziaria e la competitività del settore, anche dal punto di vista di un quadro equilibrato in materia di requisiti patrimoniali, per sostenere il ruolo delle banche nel finanziamento dell'economia reale.

    1.4.

    Il CESE invita la Commissione a effettuare valutazioni periodiche dell'impatto effettivo delle proposte, al fine di valutare se la loro attuazione contribuisca a rafforzare la stabilità dei mercati finanziari e la resilienza del settore bancario, tenendo conto nel contempo della competitività delle banche dell'UE. Il CESE riconosce inoltre che coefficienti patrimoniali solidi ed equilibrati contribuiscono alla competitività.

    1.5.

    Il CESE apprezza vivamente gli sforzi della Commissione volti a trasformare l'economia dell'UE in un'economia più verde e più resiliente, anche mediante la revisione e la valutazione costanti degli attuali strumenti previsti per aumentare la diffusione della finanza sostenibile. Il settore finanziario potrebbe diventare determinante per costruire un'economia a zero emissioni nette di carbonio. Il CESE accoglie pertanto con favore l'approccio della Commissione volto a rivolgere una maggiore attenzione ai rischi ambientali, sociali e di governance (ESG) nel quadro prudenziale (in linea con i flussi di lavoro internazionali, in particolare all'interno di Basilea III), anche attraverso una migliore contabilizzazione dei rischi dei mercati finanziari connessi ai cambiamenti climatici.

    1.6.

    Il CESE accoglie inoltre con favore le attività di divulgazione dei rischi ESG (2) condotte dall'Autorità bancaria europea (ABE) al fine di valutare adeguatamente i rischi ambientali delle banche e la loro strategia finanziaria per realizzare la transizione verso un'economia a zero emissioni di carbonio. Il CESE invita inoltre l'ABE ad accelerare la sua attività di valutazione sul primo pilastro del quadro, per stabilire se esso tenga sufficientemente conto degli aspetti unici dei rischi climatici. Una regolamentazione delle politiche macroprudenziali, comprese quelle basate sul capitale, può svolgere un ruolo importante attraverso una migliore contabilizzazione dei rischi dei mercati finanziari connessi ai cambiamenti climatici. Il CESE sollecita altresì l'ABE a intensificare gli sforzi volti ad affrontare le carenze delle attuali informative ESG a livello dell'UE, anche per quanto riguarda le attività connesse ai combustibili fossili e quelle soggette a eventi cronici e intensi legati ai cambiamenti climatici, in modo da incoraggiare un aumento sostanziale delle strategie di finanza sostenibile delle banche.

    2.   Introduzione

    2.1.

    Oggetto del presente parere è la proposta della Commissione europea di i) un regolamento che modifica il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (3) relativo ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi per quanto concerne i requisiti per il rischio di credito, il rischio di aggiustamento della valutazione del credito, il rischio operativo, il rischio di mercato e l'output floor («proposta di CRR») e ii) una direttiva che modifica la direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio (4) per quanto riguarda i poteri di vigilanza, le sanzioni, le succursali di paesi terzi e i rischi ambientali, sociali e di governance e che modifica la direttiva 2014/59/UE del Parlamento europeo e del Consiglio («proposta di CRD»).

    2.2.

    Come indicato nella relazione, i due atti normativi sono giustificati dalla necessità di attuare i principi di Basilea III e al tempo stesso affrontano anche diverse questioni importanti per la stabilità finanziaria e il finanziamento stabile dell'economia nel contesto della ripresa dopo la crisi di COVID-19. Queste comprendono il rafforzamento del quadro patrimoniale basato sul rischio, una maggiore attenzione ai rischi ESG nel quadro prudenziale e un'ulteriore armonizzazione dei poteri e degli strumenti di vigilanza.

    3.   Osservazioni generali

    3.1.

    Il CESE sottolinea che la stabilità dei mercati finanziari è un prerequisito fondamentale per la stabilità economica complessiva e rientra quindi nell'interesse pubblico comune. Una regolamentazione e una sorveglianza rigorose del settore bancario sono essenziali per prevenire la minaccia di turbolenze e crisi, mentre i requisiti patrimoniali prudenziali sono determinanti per evitare l'impiego di fondi pubblici per il salvataggio delle banche in difficoltà.

    3.2.

    Un'attuazione fedele ma equa dei principi di Basilea III è importante per le imprese e i posti di lavoro europei, ma anche per promuovere l'accesso alla proprietà residenziale e per stimolare le economie dell'UE orientate all'esportazione, da cui molte imprese dipendono per la crescita e molti cittadini per l'occupazione. Inoltre, tali principi internazionali sono attuati in un modello bancario dell'UE che è intrinsecamente più avverso al rischio e meno dipendente dai mercati dei capitali rispetto ad altre giurisdizioni.

    3.3.

    Il CESE accoglie con favore le proposte della Commissione di introdurre i restanti elementi dei principi di Basilea III, che mirano a limitare il rischio di arbitraggio regolamentare e a creare fiducia e prevedibilità per gli investitori e le autorità di regolamentazione. Il CESE riconosce che l'UE ha bisogno di regole per rispondere alle sfide (ripresa, clima e digitalizzazione), alle caratteristiche specifiche (il credito bancario è di gran lunga il principale canale di finanziamento dell'economia dell'UE) e alle ambizioni (Unione dei mercati dei capitali e Green Deal) dell'Unione europea. D'altro canto, è imperativo che i cittadini e i contribuenti europei non vengano esposti a maggiori rischi di crisi dei mercati finanziari; occorre quindi trovare un giusto equilibrio tra le suddette sfide e la sostanza e le discrezionalità previste dai principi di Basilea III. Pertanto, il CESE invita la Commissione a valutare ulteriormente le caratteristiche specifiche delle banche europee e il relativo impatto su di esse e sull'economia dell'UE, al fine di garantire che le proposte legislative trovino il giusto equilibrio tra l'attuazione fedele dei principi di Basilea III, l'esercizio delle discrezionalità nazionali previste dai suddetti principi e la necessità di proporre adeguamenti per tenere conto delle specificità dell'economia dell'UE e delle banche dell'UE.

    3.4.

    Il CESE osserva che l'attuazione di tali proposte dovrebbe salvaguardare la stabilità dei mercati finanziari, ma non dovrebbe comportare un aumento ingiustificato dei requisiti patrimoniali per le banche dell'UE, al di là di quanto previsto nella valutazione della Commissione. Il CESE invita pertanto la Commissione a garantire che l'impatto sui requisiti patrimoniali, anche per quanto riguarda le banche cooperative di piccole dimensioni e le piccole banche, non sia troppo gravoso e non incida quindi sulla loro competitività, pur avendo cura di garantire la stabilità dei mercati finanziari.

    3.5.

    Il CESE è inoltre pienamente consapevole del fatto che gli attuali requisiti patrimoniali hanno contribuito in maniera decisiva a rendere il sistema bancario più resiliente alle crisi, come dimostrato anche nel contesto della pandemia, in cui l'attuale livello di capitalizzazione ha consentito alle banche europee di superare la situazione pandemica in buone condizioni e di continuare a finanziare e sostenere l'economia europea, per resistere al grande shock economico della pandemia di COVID-19. Il CESE sottolinea altresì il ruolo cruciale della Banca centrale europea, la quale ha messo in atto una forte politica di sostegno contribuendo così alla resilienza delle banche durante la crisi della COVID-19.

    3.6.

    Il CESE invita pertanto la Commissione a garantire che la proposta attuale rafforzi le norme vigenti, in particolare nel contesto dei requisiti patrimoniali, per continuare a prevenire un'eccessiva assunzione di rischi, una leva finanziaria elevata e comportamenti speculativi. Tenuto conto dell'attuale contesto economico e sociale, vi sono molti rischi significativi che devono ancora essere affrontati adeguatamente, come ad esempio i rischi climatici o i crediti deteriorati. I requisiti patrimoniali dovrebbero essere sufficientemente elevati da prevenire la minaccia di fallimento nonché turbolenze e crisi dei mercati finanziari, ma non dovrebbero essere eccessivi. Al tempo stesso, il CESE riconosce che le banche dell'UE svolgono un ruolo centrale nel finanziamento dell'economia reale e nel sostegno alla transizione digitale e a quella sostenibile, con effetti indiretti sull'occupazione e sul tenore di vita. Le norme di regolamentazione concernenti i requisiti patrimoniali devono tenere conto di questi aspetti.

    3.7.

    Per quanto riguarda gli aspetti ESG (ambientali, sociali e di governance), il CESE sottolinea che i mercati finanziari possono e devono sostenere e promuovere la transizione verso un'economia più sostenibile e più verde, ma che il settore bancario da solo non può realizzare questo cambiamento duraturo. Secondo le ultime revisioni della Corte dei conti europea, oltre la metà degli Stati membri dell'UE continua a sovvenzionare i combustibili fossili più delle energie rinnovabili (5), mentre «il sostegno dell'UE agli investimenti deve essere meglio allineato ai principi della finanza sostenibile» (6). In tale contesto, il CESE chiede che le politiche industriali e i pertinenti quadri giuridici dell'UE e nazionali diventino pienamente coerenti al fine di i) promuovere opportunità di investimento sostenibili per influenzare l'assegnazione delle risorse economiche in questa direzione e ii) eliminare le sovvenzioni ai combustibili fossili e conciliare gli obiettivi climatici con le esigenze sociali. Il CESE accoglie pertanto con favore il rafforzamento delle disposizioni relative ai rischi ESG nelle proposte legislative, ma invita la Commissione a chiarire l'applicabilità delle disposizioni relative ai poteri delle autorità di vigilanza di «ridurre i rischi derivanti dalla loro discrepanza rispetto ai pertinenti obiettivi strategici dell'Unione e alle tendenze più generali in ordine alla transizione relative ai fattori ambientali, sociali e di governance», in modo da chiarire come tali poteri dovrebbero essere esercitati.

    3.8.

    Oltre all'informativa e alle prove di stress climatico, le politiche macroprudenziali, comprese le misure basate sul capitale, possono svolgere un ruolo importante nel tenere adeguatamente conto dei rischi ESG delle banche e nell'agevolare la distribuzione dei flussi di credito tra i settori che possono sostenere la transizione verso un'economia a zero emissioni nette di carbonio. Il CESE raccomanda pertanto che l'ABE e la BCE accelerino i loro lavori:

    i)

    sul primo pilastro, in modo da determinare in che misura l'attuale quadro normativo rifletta adeguatamente i rischi ESG e le relative misure necessarie, se del caso; e

    ii)

    sulla corretta e tempestiva calibrazione delle prove di stress per i rischi ESG.

    3.9.

    Il CESE accoglie con favore i mandati conferiti alla Commissione di monitorare l'attuazione delle norme in altre giurisdizioni al fine di garantire la coerenza per quanto riguarda i tempi e l'importanza dell'impatto sulle parti interessate, anche in termini di aumento dei requisiti patrimoniali. Il CESE mette tuttavia in guardia contro una spirale discendente delle norme di regolamentazione o un ulteriore ritardo nell'entrata in vigore delle norme, sottolineando l'applicazione più carente di norme specifiche in alcune giurisdizioni. Questi aspetti potrebbero comportare gravi rischi per la stabilità a livello mondiale.

    4.   Osservazioni particolari

    4.1.

    Il CESE accoglie con particolare favore le seguenti proposte formulate nella proposta della Commissione, ma raccomanda di analizzare alcuni ulteriori miglioramenti tecnici:

    i)

    L'applicazione dell'output floor (OF) al livello più elevato di consolidamento con un meccanismo di ridistribuzione basato sul rischio (per garantire un'adeguata capitalizzazione delle filiazioni nell'UE) per ciascun gruppo bancario, poiché questo non solo garantirebbe un'uniformità internazionale, ma eviterebbe anche gli effetti negativi che avrebbe l'applicazione a livello di entità.

    ii)

    Sono apprezzati i miglioramenti specifici riguardanti l'OF nei prestiti specializzati (articolo 495 ter), ma dovrebbero essere ulteriormente valutati nella prospettiva di conseguire una maggiore coerenza rispetto ai livelli minimi di input, tenendo conto delle specificità delle sottoclassi di finanziamenti specializzati, mentre le soglie minime per i parametri nell'ambito del metodo standardizzato non corrispondono ai rischi effettivi né riflettono la solidità di questi tipi di finanziamento.

    iii)

    Si apprezza in particolare il fatto che i fattori di sostegno alle PMI e alle infrastrutture (ISF) siano mantenuti insieme alle esenzioni per gli aggiustamenti della valutazione del credito (articoli 501 e 501 bis), in quanto costituiscono strumenti significativi che consentono alle banche di continuare a sostenere importanti segmenti dell'economia europea, in particolare nel contesto della ripresa post-COVID-19. Tuttavia, il CESE invita la Commissione a valutare l'opportunità di chiarire e semplificare ulteriormente i criteri per gli ISF al fine di promuovere il finanziamento delle infrastrutture, tenendo conto nel contempo dei relativi rischi e salvaguardando la stabilità finanziaria.

    iv)

    In linea di principio, la semplificazione del metodo look-through nel trattamento dei fondi d'investimento (OIC) è ben concepita, tuttavia il CESE ritiene che sia necessaria un'ulteriore correlazione delle relative regole di governance e delle limitazioni (ad esempio il fatto che ci si basi sui dati forniti da terzi nel calcolo del requisito dei fondi propri per il rischio di mercato verso gli OIC).

    v)

    È necessario mantenere la ponderazione del rischio del 100 % per gli investimenti strategici a lungo termine delle banche in strumenti di capitale, ma il CESE ritiene che andrebbe applicata equamente a tutte le banche, indipendentemente dal fatto che siano soggette a un approccio basato su modelli standardizzati o interni.

    vi)

    Gli stimoli per le banche a spostare risorse verso un'economia a zero emissioni nette di carbonio e l'impegno con la clientela sono elementi fondamentali per finanziare la transizione verde. A questo proposito, al fine di accelerare e rafforzare tale passaggio necessario, il CESE ritiene essenziale che l'UE e gli Stati membri attuino un cambiamento radicale negli incentivi e disincentivi all'economia sottostante, recepito nelle politiche industriali e nei quadri pertinenti. Il CESE chiede alla Commissione di valutare ulteriormente le disposizioni relative agli aspetti ESG nella proposta di CRR e di CRD alla luce di quanto precede.

    4.2.

    Nel frattempo il CESE suggerisce di ripensare una serie di questioni nell'ambito delle proposte. Il CESE sottolinea, in tale contesto, che l'interesse pubblico comune di salvaguardare la stabilità dei mercati finanziari costituisce una priorità assoluta e, a questo proposito, occorre raggiungere un giusto equilibrio con altri obiettivi politici, mentre bisogna assolutamente evitare di mettere a rischio la stabilità finanziaria. L'adozione dei principi di Basilea III nell'UE non deve compromettere l'obiettivo di rafforzare la stabilità dei mercati finanziari affinché siano maggiormente preparati ad affrontare le future turbolenze e crisi economiche. Inoltre, le misure proposte dovrebbero, in ogni caso, garantire un ulteriore rafforzamento della capitalizzazione delle banche, garantendone nel contempo la competitività:

    i)

    Eliminare la condizionalità basata sull'adozione dei rating per la soluzione transitoria volta a ridurre l'impatto dell'output floor (OF) sulle imprese prive di rating (articolo 465, paragrafo 3). Ciò è dovuto alla scarsa copertura dei rating esterni per il mercato dell'UE ed è inteso ad evitare un eccessivo affidamento su tali rating, in linea con la direttiva sulle agenzie di rating del credito.

    ii)

    Per quanto riguarda le disposizioni transitorie per le ipoteche su immobili residenziali per l'output floor , il CESE invita la Commissione a valutare l'opportunità di rivederlo da diverse prospettive (rapporto prestito/valore, asimmetria tra metodologie di rischio, sensibilità al rischio) per evitare conseguenze indesiderate sull'accesso alle ipoteche su immobili residenziali. Tuttavia, qualsiasi revisione a tale riguardo dovrebbe tenere conto anche della necessità di evitare qualsiasi rischio di bolle immobiliari.

    iii)

    Un'ulteriore revisione delle disposizioni relative al metodo basato sui rating interni (IRB) per applicare le scadenze reali invece delle scadenze fisse, al fine di riflettere il rischio reale insito.

    iv)

    Mantenere i fattori di conversione del credito (CCF) al 20 % per gli elementi contingenti relativi ad operazioni (fideiussioni a garanzia di offerte e di corretta esecuzione, garanzie) dato il suo ruolo essenziale nell'economia dell'UE, in modo da garantire la coerenza con i dati reali sui default del mercato in questione.

    v)

    Le disposizioni relative al mercato dei capitali dovrebbero essere oggetto di un'ulteriore valutazione per evitare i rischi di un impatto sproporzionato sui costi di copertura, liquidità e finanziamento per i soggetti sovrani e le imprese e contribuire quindi a rafforzare la capacità delle banche d'affari europee di competere sui mercati europei e internazionali.

    vi)

    Modificare il calcolo dei contributi reali degli interessi di minoranza al capitale consolidato, che attualmente è in contrasto con gli obiettivi dell'Unione dei mercati dei capitali e ostacola la propensione alla quotazione delle imprese.

    4.3.

    Il CESE sottolinea che i cambiamenti climatici comportano rischi che già interessano le banche e che potrebbero avere profonde implicazioni per la stabilità finanziaria delle banche, se non adeguatamente affrontati a livello sia normativo che bancario. A tale riguardo il CESE apprezza il lavoro svolto dal Comitato di Basilea e dalle autorità europee in materia di rischi finanziari legati al clima, al fine di individuare potenziali lacune nel quadro attuale e di prendere in considerazione possibili misure per colmare tali lacune. Inoltre, il CESE invita la Commissione a garantire che il principio della doppia rilevanza sia pienamente rispettato nell'ulteriore sviluppo del quadro pertinente per finanziare la transizione verso un'economia più verde.

    4.4.

    Il CESE invita la Commissione a valutare l'applicabilità del principio di proporzionalità alle banche che, in termini di dimensioni, ruolo ed esposizione ai rischi sistemici, sono piccole (in base alla definizione di entità piccola e non complessa di cui al regolamento sui requisiti patrimoniali), ma devono ancora rispettare requisiti più onerosi, tra cui gli obblighi di informativa e i requisiti patrimoniali, poiché fanno parte di un gruppo bancario «significativo». Tuttavia, qualsiasi valutazione del principio di proporzionalità deve tenere conto del fatto che le banche più piccole che fanno parte di un gruppo bancario significativo dispongono di maggiori risorse per soddisfare gli obblighi di informativa e i requisiti patrimoniali.

    Bruxelles, 23 marzo 2022

    La presidente del Comitato economico e sociale europeo

    Christa SCHWENG


    (1)  https://www.bis.org/bcbs/basel3.htm

    «Basilea III» è una serie di misure concordate a livello internazionale, elaborate dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria in risposta alla crisi finanziaria del 2007-2009. Tali misure sono volte a rafforzare la regolamentazione, la vigilanza e la gestione del rischio delle banche. Come tutte le norme emanate dal Comitato di Basilea, i principi di Basilea III sono requisiti minimi che si applicano alle banche che operano a livello internazionale. I membri del Comitato si impegnano ad attuare e applicare le norme nelle rispettive giurisdizioni entro i termini stabiliti dal Comitato stesso.

    (2)  https://www.eba.europa.eu/regulation-and-policy/transparency-and-pillar-3

    (3)  Noto come regolamento sui requisiti patrimoniali.

    (4)  Nota come direttiva sui requisiti patrimoniali.

    (5)  https://www.eca.europa.eu/it/Pages/DocItem.aspx?did=60760

    (6)  https://www.eca.europa.eu/Lists/ECADocuments/SR21_22/SR_sustainable-finance_IT.pdf


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