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Document 52021AE2707

Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Strategia dell’UE per la lotta alla criminalità organizzata 2021-2025 [COM(2021) 170 final]

EESC 2021/02707

GU C 517 del 22.12.2021, p. 91–96 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

22.12.2021   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 517/91


Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Strategia dell’UE per la lotta alla criminalità organizzata 2021-2025

[COM(2021) 170 final]

(2021/C 517/14)

Relatore:

Rafał Bogusław JANKOWSKI

Consultazione

Commissione europea, 31.5.2021

Base giuridica

Articolo 304 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea

Sezione competente

Occupazione, affari sociali, cittadinanza

Adozione in sezione

7.9.2021

Adozione in sessione plenaria

22.9.2021

Sessione plenaria n.

563

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astensioni)

226/0/4

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

Il CESE accoglie con favore la proposta della Commissione europea relativa a una strategia dell’UE per la lotta alla criminalità organizzata per il periodo 2021-2025, che stabilisce le priorità, le azioni e gli obiettivi da realizzare nei prossimi cinque anni. Un’iniziativa, questa, tanto più importante se si considera che si tratta della prima strategia in materia di criminalità organizzata proposta dopo l’entrata in vigore del trattato di Lisbona, tesa a fissare obiettivi specifici, di medio e lungo termine, da perseguire nel pieno rispetto dei diritti fondamentali.

1.2.

Il CESE osserva che la strategia si basa principalmente sul rafforzamento degli strumenti esistenti volti a sostenere la cooperazione transfrontaliera — compresa quella internazionale –, combattere i reati ad alta priorità, contrastare il finanziamento delle attività criminali e i metodi — corruzione compresa — usati dalle organizzazioni criminali per infiltrare l’economia legale, e sostenere le azioni volte a lottare contro l’impiego delle nuove tecnologie per finalità criminose.

1.3.

Il CESE ritiene che l’UE e gli Stati membri dovrebbero essere in grado di anticipare le attività delle organizzazioni criminali per mantenere una lunghezza di vantaggio, concentrandosi sul monitoraggio, sull’infiltrazione degli ambienti in pericolo, sulla raccolta e l’analisi dei dati, nonché sulle misure preventive. In tale contesto, un’importanza particolare deve essere attribuita allo sviluppo di forme moderne e globali di cooperazione internazionale, all’aumento della capacità funzionale dei sistemi e delle banche dati utilizzati, alla cooperazione con le organizzazioni della società civile e agli investimenti in strumenti che impieghino nuove tecnologie.

1.4.

Il CESE accoglie con favore l’idea di sviluppare ulteriormente le attività nell’ambito del ciclo programmatico dell’UE EMPACT (European Multidisciplinary Platform Against Criminal Threats — Piattaforma multidisciplinare europea di lotta alle minacce della criminalità). Il CESE ritiene pienamente giustificato l’annuncio di un aumento dei finanziamenti destinati a tale iniziativa nonché il sostegno allo sviluppo della cooperazione con i paesi terzi in questo ambito.

1.5.

Il CESE è convinto che una particolare attenzione andrebbe rivolta anche ai seguenti aspetti:

l’assistenza e il sostegno forniti da Europol e dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction — EMCCDA) nell’analisi dei rischi relativa ai reati connessi alla droga;

lo sviluppo e il miglioramento del funzionamento dei sistemi esistenti, come il sistema d’informazione Schengen (SIS), il quadro di Prüm, il codice di prenotazione (Passenger Name Record — PNR) e il sistema di informazioni anticipate sui passeggeri (Advance Passenger Information — API);

l’importanza di sviluppare e migliorare reti di cooperazione e azione internazionale per combattere efficacemente le organizzazioni criminali, come una piattaforma per le squadre investigative comuni e i cosiddetti «obiettivi di alto valore» (High Value Targets — HVT).

1.6.

Il CESE tiene a sottolineare il suo appoggio allo stanziamento di risorse aggiuntive volte ad assistere gli Stati membri con soluzioni informatiche avanzate, con l’obiettivo di acquisire informazioni elettroniche, salvaguardare prove informatiche e rendere disponibili attrezzature tecniche e software specifici da utilizzare attivamente in operazioni e indagini transfrontaliere.

1.7.

Il CESE riconosce che il «rafforzamento delle misure di recupero dei beni e di lotta al riciclaggio di denaro» e la «promozione delle indagini finanziarie per eliminare gli utili generati dalla criminalità organizzata e prevenirne l’infiltrazione nell’economia legale e nella società» sono azioni cruciali nella lotta contro la criminalità organizzata (1).

1.8.

Il CESE osserva che la criminalità organizzata può avere un forte impatto sulle comunità locali, sui servizi pubblici e comunali, sulla protezione dei gruppi vulnerabili, sull’ambiente per le attività imprenditoriali locali, in particolare per le PMI, nonché sul settore delle attività a favore della neutralità climatica. Il CESE raccomanda di rafforzare il ruolo dei seguenti soggetti nella lotta alla criminalità organizzata in senso lato, in particolare nell’ambito della prevenzione: le ONG, le organizzazioni della società civile, il mondo accademico, le organizzazioni giovanili, le istituzioni di controllo sociale e gli informatori.

1.9.

Il CESE incoraggia gli Stati membri a condurre campagne pubbliche sulla criminalità organizzata affinché i cittadini ricevano le informazioni necessarie in merito ai modi di operare delle organizzazioni criminali e alle precauzioni atte a evitare di esserne vittime. La cooperazione con la Rete europea di prevenzione della criminalità costituisce un’integrazione eccellente di questo tipo di attività. Ciascuno Stato membro dovrebbe adoperarsi al massimo per realizzare un sistema d’informazione chiaro e sicuro, che garantisca l’anonimato, riguardo agli eventi e ai fenomeni che possono essere collegati alla criminalità organizzata.

1.10.

Il CESE tiene a far notare che l’«adeguamento dei servizi di contrasto e del sistema giudiziario all’era digitale», compreso l’«accesso a indizi e prove digitali», costituisce uno degli aspetti più importanti della lotta contro la criminalità organizzata.

1.11.

Al fine di accrescere l’accesso della società civile all’informazione in materia, il CESE propone di istituire un meccanismo di riesame (valutazione intermedia e finale) dell’attuazione della strategia, sulla base delle informazioni fornite dalla Commissione europea.

1.12.

Il CESE osserva che, per prevenire e combattere efficacemente i gruppi criminali organizzati e garantire la sicurezza come una delle massime priorità per i cittadini dell’Unione europea, le autorità di contrasto devono avere accesso alle informazioni necessarie nel pieno rispetto dei diritti fondamentali. Non dovrebbero esservi preoccupazioni quanto alla tutela della vita privata e dei diritti fondamentali nel trattamento dei dati. Il trattamento dei dati personali è già disciplinato in modo molto rigoroso, e una legislazione aggiornata e armonizzata consentirebbe un esame più efficace delle questioni legate alla protezione dei dati.

1.13.

Il CESE accoglie con favore e sostiene l’iniziativa di sviluppare la cooperazione con i paesi terzi, in particolare:

l’avvio di negoziati per la conclusione di accordi di cooperazione tra Eurojust e i paesi terzi;

l’intensificazione dei negoziati sulla cooperazione tra Europol e i paesi terzi;

il rafforzamento, unitamente al Servizio europeo per l’azione esterna, della cooperazione internazionale con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali.

2.   Proposta della Commissione

2.1.

La strategia dell’UE per la lotta alla criminalità organizzata 2021-2025 proposta dalla Commissione europea mira ad affrontare in modo globale il problema, complesso ed ampio, della criminalità organizzata stabilendo le priorità, le misure e gli obiettivi da attuare nei prossimi cinque anni. Un’iniziativa, questa, tanto più importante se si considera che si tratta della prima strategia in materia di criminalità organizzata proposta dopo l’entrata in vigore del trattato di Lisbona, tesa a fissare obiettivi specifici, di medio e lungo termine, da perseguire nel pieno rispetto dei diritti fondamentali.

2.2.

La Commissione europea fa notare che la criminalità organizzata costituisce una minaccia fondamentale per la sicurezza delle persone in ogni parte dell’Unione europea. Vi è un numero crescente di gruppi criminali organizzati che operano in tutta l’UE, generando enormi profitti e utilizzandoli per espandere le proprie attività e infiltrarsi nell’economia legale.

2.3.

Le priorità stabilite dalla Commissione europea sottolineano la necessità di rafforzare l’azione a livello dell’UE per sostenere gli Stati membri nella lotta contro la criminalità organizzata. In particolare si tratta di:

promuovere la cooperazione tra autorità di contrasto e autorità giudiziarie;

smantellare le strutture della criminalità organizzata e contrastare i reati altamente prioritari;

eliminare gli utili generati dalla criminalità organizzata e prevenirne l’infiltrazione nell’economia legale e nella società;

adeguare i servizi di contrasto e il sistema giudiziario all’era digitale.

2.4.

Dato l’attuale contesto, e considerata l’eterogeneità delle minacce poste dalla criminalità organizzata e, più in generale, dalle forme gravi di criminalità, qualsiasi iniziativa volta a individuare e intensificare forme di cooperazione operativa, non operativa e nel campo della formazione è senz’altro importante, al pari delle (altre, diverse) iniziative che dimostrano che la sola opzione praticabile per compiere passi avanti consiste nel cooperare, lavorare insieme, condividere buone pratiche con i partner internazionali, migliorare il funzionamento dei sistemi esistenti e investire nello sviluppo di nuove tecnologie.

3.   Osservazioni generali e particolari

3.1.

La criminalità organizzata e le forme gravi di criminalità internazionale costituiscono una delle più gravi minacce globali allo sviluppo di società moderne. Le organizzazioni criminali sono estremamente mobili e, nella maggior parte dei casi, operano su scala internazionale, ragione per cui non è possibile per un singolo paese combatterle efficacemente da solo. Il carattere transfrontaliero della criminalità organizzata implica la necessità di una stretta cooperazione non solo tra i servizi e le istituzioni pertinenti, ma anche con i loro omologhi stranieri, sia all’interno dell’Unione europea che nelle agenzie internazionali. Il CESE ritiene pertanto che la strategia della Commissione sia tempestiva e rivesta una grande importanza.

3.2.

Le minacce attuali impongono non solo di estendere la cooperazione a nuovi ambiti, riunendo le competenze dei diversi soggetti che operano nei vari settori della sicurezza con l’obiettivo di potenziare i meccanismi di contrasto e lotta alla criminalità, ma anche di utilizzare altri strumenti e tecnologie. Il CESE reputa che in questo campo sia quindi necessaria una stretta cooperazione tra le istituzioni dell’UE e gli Stati membri, come anche un autentico coordinamento e la possibilità di avvalersi del sostegno operativo di Europol.

3.3.

Il CESE ritiene essenziale sviluppare ulteriormente il piano d’azione volto a combattere le organizzazioni criminali, gli obiettivi di alto valore che pongono le minacce più gravi, ricorrendo a task force operative, progetti internazionali e iniziative regionali. Sia le operazioni relative ai cosiddetti obiettivi di alto valore che le task force operative vanno considerate esempi di sostegno pratico ed effettivo agli Stati membri.

3.4.

Oggi si può osservare che, operando nel ciberspazio, la criminalità organizzata impiega soltanto tecnologie avanzate per commettere i reati «tradizionali» di traffico illegale di armi e munizioni, di sostanze usate per la produzione di esplosivi, di stupefacenti e di nuove droghe sintetiche. Il principale ostacolo a un’individuazione efficace dei reati di questo tipo è senza dubbio costituto dal fatto che, per commetterli, vengono impiegati strumenti di anonimizzazione. Il fatto che le relative comunicazioni siano criptate dalle diverse applicazioni, comprese quelle di messaggistica online, utilizzate da chi commette i suddetti reati rende altamente problematico il processo di individuazione dei loro autori.

3.5.

La mancanza di accesso, da parte delle autorità di contrasto, alle comunicazioni criptate utilizzate dalle organizzazioni criminali andrebbe considerata una delle carenze più gravi, in quanto l’impossibilità di accedere alle informazioni impedisce di agire in maniere efficace e in tempo utile. Pertanto, il CESE ritiene che il nuovo strumento di decrittografia di Europol lanciato dalla Commissione europea, che contribuirà ad affrontare tali sfide, vada considerato altamente pratico e necessario. Nondimeno, considerato il rapido sviluppo delle nuove tecnologie, sarà necessario continuare ad approfondire il lavoro in questo campo.

3.6.

Un altro aspetto della lotta contro la criminalità informatica è la darknet, ossia il lato «oscuro» della rete Internet, accessibile con il software Tor, che garantisce efficacemente l’anonimato dei criminali che utilizzano il «criptomercato» — servizi commerciali sotterranei mediante i quali si svolge tutta una serie di attività criminali: dal traffico illegale di armi e di stupefacenti a quello di dati di carte di credito sottratti illegalmente, dalla cessione di malware fino ai contatti con sicari per omicidi su commissione. I pagamenti per queste transazioni sono effettuati mediante valute virtuali (ad esempio bitcoin), che, in quanto strumenti per il trasferimento anonimo di fondi derivanti da attività criminali nel ciberspazio, possono essere utilizzate anche per riciclare denaro di provenienza illegale. Le autorità di contrasto, infatti, non dispongono degli strumenti giuridici adeguati per imporre ai fornitori di servizi di mettere a loro disposizione le chiavi crittografiche per accedere ai contenuti di tali comunicazioni, di trasmettere loro gratuitamente i dati utili ai fini dei procedimenti in corso o di registrare i dati degli utenti e gli indirizzi IP in relazione a chiamate e messaggi (SMS) telefonici.

3.7.

Il CESE esorta le istituzioni dell’UE a migliorare il quadro giuridico al fine di sostenere e rafforzare la capacità delle istituzioni specializzate negli Stati membri di contrastare efficacemente tali minacce. L’annuncio della Commissione di «sviluppare, attraverso il suo Centro comune di ricerca, uno strumento di monitoraggio per raccogliere informazioni sulle attività illegali che si sviluppano nella darknet», va considerato estremamente ambizioso. Nel contempo, la messa a punto di uno strumento siffatto può considerarsi una pietra miliare nella lotta contro la criminalità organizzata nel ciberspazio.

3.8.

La pratica e l’esperienza in materia di contrasto alla criminalità sembrano indicare che è aumentato il rischio che le criptovalute siano utilizzate per attività criminali quali il riciclaggio di denaro e le frodi, in particolare attraverso le reti informatiche e di comunicazione, ad esempio per pagare le somme estorte con ricatti commessi mediante appositi software (ransomware). Una minaccia altrettanto importante e prevedibile è la possibilità che i criminali utilizzino criptovalute per evitare il rischio che l’autorità giudiziaria ponga sotto sequestro i beni da loro acquisiti illegalmente. Il CESE raccomanda di adottare nuove misure per l’elaborazione di una regolamentazione relativa al monitoraggio e al controllo delle transazioni finanziarie che si avvalgono di questi tipi di strumenti.

3.9.

A giudizio del CESE, il settore tecnico costituisce un altro ambito in cui il sostegno agli Stati membri va accolto con estremo favore. La disponibilità di infrastrutture avanzate renderà le azioni più efficaci e ridurrà notevolmente l’onere finanziario per le singole istituzioni (aumentando l’efficacia dei fondi spesi a livello nazionale). In effetti, la sfida per gli Stati membri consiste nell’aggiornare le attrezzature e i software degli strumenti in grado di combattere efficacemente la criminalità informatica, aggiornamento che, data la rapida evoluzione del mercato e lo sviluppo da esso raggiunto, comporta un onere finanziario significativo per le singole istituzioni. Il CESE raccomanda pertanto alla Commissione e agli Stati membri di valutare meglio le esigenze delle istituzioni e di stanziare risorse sufficienti per consentire loro di agire efficacemente per contrastare tali minacce.

3.10.

Il CESE sostiene e considera estremamente importante l’annuncio, da parte della Commissione europea, di una proposta legislativa volta a migliorare la protezione dei minori dagli abusi sessuali, imponendo tra l’altro agli operatori di servizi online di individuare il materiale pedopornografico e di segnalarlo alle autorità competenti (2).

3.11.

Il pacchetto di strumenti dell’UE per la lotta alla contraffazione — nel quale sono stabiliti i principi per l’azione congiunta, la cooperazione e lo scambio di dati tra le autorità di contrasto, i titolari dei diritti e gli intermediari — sta adesso acquisendo nuova importanza, in particolare nel contesto della contraffazione di prodotti medici e sanitari durante la pandemia di COVID-19. La criminalità organizzata, infatti, si è lanciata anche nella produzione e nella fornitura di dispositivi di protezione, kit di analisi per i test e medicinali contraffatti. Il CESE ritiene che la cooperazione e lo scambio di dati costituiscano un elemento chiave, per cui sostiene l’ulteriore sviluppo di questo strumento.

3.12.

In quanto portavoce della società civile europea, il CESE reputa che le attività nel campo della protezione dell’ambiente e dei beni culturali richiedano un sostegno adeguato, anche mediante lo sviluppo di capacità per gli esperti, e una cooperazione strutturale.

3.13.

Secondo il CESE, è importante che gli Stati membri si avvalgano delle possibilità offerte da due reti internazionali informali: la rete operativa contro il riciclaggio di denaro (AMON), che collega unità antiriciclaggio delle autorità di contrasto, e la rete interagenzie Camden per il recupero dei beni (rete CARIN), che collega operatori delle autorità di contrasto e delle autorità giudiziarie specializzati nel reperimento, nel congelamento, nel sequestro e nella confisca dei beni.

3.14.

Il CESE sostiene la proposta della Commissione di sviluppare un sistema di formazione in materia di criminalità informatica, e raccomanda in particolare la creazione di «sistemi di certificazione/accreditamento per gli esperti in indagini digitali», in quanto costituirà una dimensione molto pratica della lotta contro la criminalità informatica.

3.15.

La criminalità organizzata e le forme gravi di criminalità costituiscono una delle più gravi minacce globali allo sviluppo di società moderne. La lotta contro la criminalità organizzata esige oggi un impegno senza precedenti. Le organizzazioni criminali, infatti, operano con metodi sempre più sofisticati; le loro attività sono sempre più specializzate e nascoste, dissimulate come sono sotto forma di svariate altre attività. Pertanto, dato l’attuale contesto geopolitico, e considerata l’eterogeneità delle minacce poste dalla criminalità organizzata e, più in generale, dalle forme gravi di criminalità, il CESE sostiene l’importanza di qualsiasi iniziativa volta a individuare e intensificare forme di cooperazione operativa, non operativa e nel campo della formazione: la sola opzione praticabile per compiere passi avanti consiste nel cooperare, lavorare insieme e condividere buone pratiche sulla mutata scena internazionale.

3.16.

L’azione di contrasto al finanziamento delle attività criminali, nonché le misure di recupero e confisca dei beni acquisiti illegalmente, sono fondamentali per smascherare le suddette attività, così come sono essenziali le azioni volte a smantellare le strutture criminali, a infrangere il codice del silenzio e a prevenire il compimento di nuove attività criminose. Tutto questo, inoltre, contribuisce a impedire l’infiltrazione dell’economia legale e della società. Eppure, nonostante lo sviluppo del quadro giuridico in questo campo e l’espansione delle tattiche impiegate dalle autorità di contrasto, oggi soltanto l’1 % dei proventi di reato è oggetto di confisca. Per quanto riguarda la lotta contro il traffico di droga nella darknet, il CESE ritiene che le sfide consistano principalmente nella rapidità con cui mutano i relativi mercati (che hanno una durata di vita molto breve) e nella complessità del sistema per individuare i pagamenti in criptovalute. La carenza di ampie conoscenze tra i funzionari delle autorità di contrasto nel campo della criminalità informatica, compresa quella connessa ai traffici di droga su Internet e nella darknet, costituisce un fattore di debolezza che può essere eliminato se le proposte della Commissione saranno attuate.

3.17.

Secondo il CESE, occorrerebbe prendere in considerazione la possibilità di adottare misure di prevenzione della criminalità attraverso la sensibilizzazione dell’opinione pubblica, ad esempio con campagne pubbliche che informino i cittadini in merito alle nuove minacce e ai nuovi ambiti di attività della criminalità organizzata, nonché al modus operandi di quest’ultima, dato che in molti casi la società e i cittadini non sono in grado di riconoscere il carattere criminoso delle attività delle organizzazioni criminali.

Creare un sistema in base al quale i cittadini dell’UE possano facilmente informare le autorità di contrasto (grazie all’anonimizzazione delle segnalazioni) qualora individuino possibili indizi di attività criminose potrebbe avere un impatto significativo sia sul senso di sicurezza dei cittadini stessi che sull’efficacia della lotta contro la criminalità organizzata.

3.18.

In tutto il mondo, la cosa più probabile è che le autorità di contrasto e i servizi di polizia intervengano soltanto dopo che un reato è stato commesso e, nella maggior parte dei casi, le une e gli altri non sono in grado di adottare contromisure prima che si sia verificato un reato. A giudizio del CESE, l’approccio ideale consisterebbe nell’agire per prevenire le attività criminali, ma tutti dovrebbero essere consapevoli del fatto che è estremamente difficile mantenere una lunghezza di vantaggio rispetto alle organizzazioni criminali. I criminali utilizzano le nuove tecnologie con facilità, non sono soggetti a vincoli di bilancio e non si preoccupano di rispettare le leggi o la correttezza politica: per loro il perseguimento del profitto viene prima della vita delle persone; essi si adeguano assai rapidamente al mutare delle condizioni, escogitano nuove modalità operative e penetrano in ambiti in cui prima non erano attivi: e la situazione venutasi a creare con la pandemia di COVID-19 potrebbe costituire un esempio in tal senso.

3.19.

Ogni anno, nel quadro di EMPACT, vengono predisposti piani d’azione operativi in risposta alle ultime tendenze delle attività criminali a livello europeo e mondiale. È importante sottolineare come il piano d’azione rispecchi le preoccupazioni dei paesi dell’Unione europea e di paesi terzi cooperativi come l’Islanda, la Norvegia e la Svizzera. Il loro lavoro, infatti, rende possibile non solo l’individuazione dei problemi in una fase precoce, ma anche la messa a punto di una metodologia di lavoro appropriata. È inoltre necessario sostenere finanziariamente le attività operative volte a contrastare la criminalità organizzata.

3.20.

Il CESE sottolinea l’importanza dei nuovi strumenti disponibili per contrastare la criminalità organizzata, quali: a) il sistema d’informazione Schengen (SIS), il quadro di Prüm, il codice di prenotazione (Passenger Name Record — PNR) e il sistema di informazioni anticipate sui passeggeri (Advance Passenger Information — API); b) la piattaforma di collaborazione tra le squadre investigative comuni per migliorare la comunicazione e lo scambio di informazioni, nonché — in questa stessa ottica — il potenziamento della cooperazione di Eurojust con i paesi terzi; c) i cosiddetti «obiettivi di alto valore» (High Value Targets — HVT) che utilizzano task force operative, progetti internazionali e iniziative regionali, al fine di sviluppare reti di cooperazione e azione internazionale per combattere in modo efficace le organizzazioni criminali.

3.21.

Le differenze tra le legislazioni e le prassi degli Stati membri sono spesso invocate come uno dei motivi della debolezza, quando non addirittura della mancanza, della cooperazione internazionale. Ragione di più per accogliere con favore l’iniziativa di istituire un codice di cooperazione di polizia dell’UE. In tale contesto risulterà indubbiamente utile uno studio esterno già avviato dalla Commissione europea per valutare la decisione quadro del Consiglio del 2008 relativa alla lotta contro la criminalità organizzata.

3.22.

Un ruolo importante nella promozione della dimensione locale, abbinato a un approccio amministrativo alla lotta alla criminalità organizzata, lo svolge il metodo che consente agli enti locali di cooperare con gli organi di contrasto e con la società civile utilizzando strumenti amministrativi per impedire alle organizzazioni criminali di infiltrare le imprese legali e l’infrastruttura amministrativa.

3.23.

Il problema della lotta alla criminalità organizzata, ampiamente discusso nella strategia della Commissione europea per il periodo 2021-2025, costituisce un fenomeno criminale in costante evoluzione che, in forme diverse, entra in tutti i settori della nostra vita e nella sfera politica e sociale. Esso si avvale delle nuove opportunità offerte dall’era digitale e, in genere, continua a sfruttare le fasce più povere della popolazione e a far leva sugli istinti più bassi, creando una dipendenza tra i più disperati e costringendoli con il terrore ad esercitare attività criminali. Il CESE è consapevole del fatto che, per affrontare questo problema, è indispensabile che l’UE e gli Stati membri adottino azioni congiunte e che si comprenda la necessità di avere una lunghezza di vantaggio sulle organizzazioni criminali, individuando nuove tendenze all’interno dei gruppi criminali che operano indipendentemente dai confini politici e amministrativi.

3.24.

Il CESE ha recentemente affrontato il tema della lotta contro il terrorismo in relazione alla lotta contro la criminalità organizzata in diversi pareri come pure in una relazione informativa. Il CESE, a nome della società civile, continuerà a seguire le misure che verranno adottate per contrastare i gruppi della criminalità organizzata, e prende atto con soddisfazione delle proposte presentate dalla Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo di coinvolgere, nel quadro di questo sforzo comune, il Servizio europeo per l’azione esterna, Eurojust ed Europol nei negoziati al riguardo con paesi terzi (3).

3.25.

Il CESE sottolinea che le organizzazioni della società civile, le istituzioni indipendenti deputate ai controlli e gli informatori dovrebbero essere consultati e coinvolti, con garanzia di piena protezione, nel meccanismo di lotta contro la criminalità organizzata, al fine di proteggere efficacemente i cittadini, l’economia europea e le comunità locali e salvaguardare lo Stato di diritto e i diritti fondamentali.

Bruxelles, 22 settembre 2021

La presidente del Comitato economico e sociale europeo

Christa SCHWENG


(1)  GU C 429 dell'11.12.2020, pag. 6.

(2)  GU C 374 del 16.9.2021, pag. 58.

(3)  SOC/673 — Rafforzamento del mandato di Europol ( GU C 341 del 24.8.2021, pag. 66 ), SOC/675 — Valutazione della direttiva sulla lotta al terrorismo, SOC/676 — Un programma di lotta al terrorismo dell’UE ( GU C 341 del 24.8.2021, pag. 71 ).


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