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Document 52019JC0008

RELAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Regione amministrativa speciale di Hong Kong: relazione anuale 2018

JOIN/2019/8 final

Bruxelles, 8.5.2019

JOIN(2019) 8 final

RELAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Regione amministrativa speciale di Hong Kong: relazione anuale 2018


RELAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Regione amministrativa speciale di Hong Kong:
relazione annuale 2018

Sintesi

Dal 1997, anno del passaggio di Hong Kong alla Repubblica popolare cinese (RPC), l'Unione europea (UE) e i suoi Stati membri seguono attentamente gli sviluppi politici ed economici nella regione amministrativa speciale (RAS) di Hong Kong secondo il principio "un paese, due sistemi". Conformemente all'impegno assunto nel 1997 con il Parlamento europeo, ogni anno viene pubblicata una relazione sull'evolversi della situazione ad Hong Kong. La presente relazione, la ventunesima, riguarda gli sviluppi registrati nel 2018. L'UE aderisce alla politica della "Cina unica" e sostiene il principio "un paese, due sistemi" e la sua applicazione.

Il 2018 è stato tuttavia un altro anno difficile per Hong Kong. Gli sviluppi politici hanno spinto la portavoce dell'Alto rappresentante/Vicepresidente dell'Unione a rilasciare dichiarazioni in tre diverse occasioni: l'imposizione di restrizioni al diritto di eleggibilità, la messa al bando di un partito politico e il rifiuto di rinnovare il visto di lavoro a un giornalista straniero per motivi politici.

Il principio "un paese, due sistemi", pietra angolare del successo economico di Hong Kong, continua a funzionare bene per la maggior parte delle sue componenti, anche se negli ultimi anni le preoccupazioni dovute al suo graduale deteriorarsi sono aumentate. L'erosione dei diritti civili e politici registra in effetti una chiara tendenza negativa, il che rende legittimo chiedersi se, a lungo termine, Hong Kong continuerà a mantenere il suo alto grado di autonomia e la sua capacità di richiamo quale centro d'affari internazionale. Questi sviluppi sono costantemente monitorati dalla comunità imprenditoriale e, nel 2018, numerose camere di commercio hanno rilasciato dichiarazioni pubbliche in cui hanno espresso preoccupazioni in merito.

Se la libertà di parola e di informazione è in genere rispettata, la libertà di espressione ha invece dinanzi a sé ostacoli senza precedenti, in particolare quando si tratta di argomenti politici sensibili.

Le preoccupazioni della comunità internazionale relativamente al deteriorarsi dei diritti civili e politici ad Hong Kong registrato in questi ultimi anni giustificano il numero insolitamente elevato di interrogazioni e raccomandazioni rivolte ad Hong Kong durante l'esame periodico universale (Universal periodic review, UPR) delle Nazioni Unite sulla Cina del novembre 2018. Le raccomandazioni formulate in tale occasione hanno riguardato anche l'attuazione di ulteriori azioni volte a migliorare la protezione di altri diritti umani, ad esempio dei lavoratori migranti, dei minori e delle persone LGBTI.

Salvo un certo numero di casi politicamente sensibili, lo Stato di diritto è in genere prevalso e il potere giudiziario ha continuato a dar prova di indipendenza e di costante rispetto del diritto al giusto processo.

Insieme all'efficienza dell'amministrazione pubblica e all'indipendenza del potere giudiziario, lo Stato di diritto, la trasparenza del quadro normativo e i livelli di corruzione e i tassi di criminalità molto bassi hanno contribuito a preservare e promuovere un clima favorevole agli investimenti, aspetto chiave del successo di Hong Kong. Hong Kong si è confermata centro finanziario e d'affari competitivo a livello internazionale, primo snodo mondiale degli scambi con la Cina continentale e importante centro nevralgico per la regione Asia-Pacifico. Attualmente vi hanno sede più di 2 200 aziende dell'UE, di cui circa la metà l'ha scelta come sede o ufficio regionale.

Nel 2018 sono stati inaugurati due importanti progetti infrastrutturali di collegamento tra Hong Kong e la Cina continentale: una linea ferroviaria ad alta velocità che collega Hong Kong ai 25 000 km di rete ferroviaria della terraferma e il ponte Hong Kong-Zhuhai-Macao. Sia il collegamento ferroviario che il ponte hanno aumentato la connettività delle città situate nella zona della Grande baia e contribuiranno a potenziare l'integrazione con la terraferma, creando contemporaneamente nuove opportunità e nuove sfide.

L'UE incoraggia la regione amministrativa speciale di Hong Kong e le autorità del governo centrale a riprendere, dopo una fase di stallo a tempo apparentemente indefinito, la via della riforma elettorale prevista dalla Legge fondamentale e a giungere ad un accordo su un sistema elettorale democratico, equo, aperto e trasparente. Il suffragio universale permetterebbe al governo di beneficiare di un consenso e di una legittimità popolari più ampi che gli consentirebbero di conseguire gli obiettivi economici di Hong Kong e di affrontare le sue problematiche socioeconomiche.

Sviluppi politici

Il 2018 è stato un anno denso di eventi politici: Hong Kong ha dovuto affrontare nuove sfide che hanno messo in discussione diritti e libertà fondamentali, quali il diritto di eleggibilità e la libertà di espressione o di associazione. In meno di un anno la portavoce ha rilasciato tre dichiarazioni 1 , il che non ha precedenti.

L'opposizione politica ad Hong Kong ha sempre minor spazio. A diversi candidati dell'opposizione, tra cui Agnes Chow e l'ex deputata Lau Siu-Lai, è stato vietato di presentarsi alle elezioni suppletive del Consiglio legislativo a causa della loro militanza o delle loro opinioni politiche. La decisione è stata presa dal presidente di seggio nominato dalla commissione per gli affari elettorali ed è stata successivamente appoggiata dal governo. La comunità giuridica di Hong Kong ne ha contestato la legalità e la costituzionalità. Nel mese di dicembre è stato vietato ad Eddie Chu, membro in carica del Consiglio legislativo, di candidarsi a un'elezione locale a causa delle sue posizioni politiche.

I candidati esclusi possono fare ricorso contro la convalida delle elezioni e chiederne il riesame giurisdizionale, ma si tratta di una procedura che può durare anni e che, pertanto, non rappresenta una soluzione giuridica efficace. Il diritto all'eleggibilità senza restrizioni irragionevoli è garantito dall'ordinanza sui diritti fondamentali di Hong Kong e dal Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici che Hong Kong ha ratificato. L'UE invita la regione amministrativa speciale di Hong Kong a difendere tali diritti.

Ad Hong Kong si è formato negli ultimi anni un movimento "localista" che rivendica l'autodeterminazione e addirittura l'indipendenza. Nonostante un consenso sociale molto limitato e l'assenza totale di sostegno a livello internazionale, gli indipendentisti fanno sentire la loro voce su questioni relative al confine tra legittima libertà di espressione e incitamento alla sedizione - questioni che devono essere ancora chiarite dal punto di vista giuridico. In quest'ultimo anno il governo della regione amministrativa speciale di Hong Kong, incoraggiato dal governo centrale, ha adottato una politica di tolleranza zero contro qualunque riferimento all'"autodeterminazione" o all'"indipendenza", per ragioni di sicurezza nazionale e di violazione della Legge fondamentale.

Il 24 settembre il Sottosegretario di Stato alla sicurezza ha vietato al Partito nazionale di Hong Kong (HKNP) di avviare o proseguire qualunque attività. L'HKNP, che contava pochissimi iscritti, perorava l'indipendenza di Hong Kong con mezzi pacifici quali il volantinaggio, dibattiti pubblici e sit-in silenziosi. Si è trattato della prima messa al bando di un partito politico ad Hong Kong. La decisione, contestata dalla comunità giuridica in quanto priva di fondamento giuridico, sproporzionata e non in linea con la giurisprudenza internazionale in materia, avrà con ogni probabilità un effetto deterrente più ampio sulla libertà di espressione e di associazione e sull'attività politica.

Il 5 ottobre il governo ha rifiutato il rinnovo del visto di lavoro di Victor Mallet, caporedattore del Financial Times per l'Asia e vicepresidente dell'associazione dei corrispondenti esteri (Foreign Correspondent Club). Ad agosto, quando l'HKNP non era stato ancora messo al bando, Mallet aveva partecipato in veste di moderatore ad una conferenza-dibattito di Chan Ho-tin, attivista indipendentista del partito. In assenza di altra spiegazione plausibile, la decisione sembra basarsi su motivazioni politiche. Una simile pressione sui giornalisti è senza precedenti ad Hong Kong e desta serie preoccupazioni quanto all'esercizio della libertà di stampa, senza contare il crescente timore che i giornalisti stessi si stiano autocensurando. Hong Kong si vanta di essere una metropoli internazionale aperta, in cui la libertà di espressione non viene messa in dubbio e la libertà di stampa e di informazione è pienamente rispettata. Imporre misure restrittive al lavoro dei giornalisti, inclusi quelli stranieri, danneggerebbe gravemente la sua reputazione e le sue credenziali in quanto centro nevralgico per la finanza e gli affari.

L'8 novembre Victor Mallet si è visto negare anche un visto turistico di ingresso ad Hong Kong. Per la seconda volta in un anno, a un cittadino dell'UE (dopo Benedict Rogers nell'ottobre 2017) è stata rifiutata l'autorizzazione ad entrare nel paese per presunti motivi politici.

Lo Stato di diritto è ancora abbastanza forte e le procedure giudiziarie e il giusto processo sono pienamente rispettati. L'indipendenza della magistratura non viene messa in dubbio. Negli ultimi anni si sono svolte numerose cause politicamente sensibili, alcune delle quali ancora in corso 2 . Nel 2018 la Corte suprema ha annullato molte condanne detentive per partecipazione ad azioni di protesta. A dicembre ha revocato le restrizioni relative alla Civic Square, uno spazio per le manifestazioni popolari situato di fronte alla sede del governo, rammentando a quest'ultimo l'importanza della libertà di riunione.

Ciononostante, l'attivismo del governo nel perseguire i reati e il suo irrigidimento relativamente ai reati collegati ad azioni di protesta quali le assemblee non autorizzate stanno già avendo effetti deterrenti sulla società civile, sulla militanza politica e, in ultima analisi, sul processo democratico.

Alcuni politici hanno messo in discussione il ruolo dei giudici stranieri all'interno dei tribunali di Hong Kong, sostenendo che essi potevano mettere in pericolo la sicurezza nazionale. Il Primo ministro si è tuttavia schierato prepotentemente a difesa di questa prassi, definita benefica per lo Stato di diritto di Hong Kong.

L'11 marzo e il 25 novembre si sono svolte elezioni suppletive per la sostituzione di cinque dei sei deputati destituiti. Non vi sono stati incidenti di rilievo. I filodemocratici hanno riconquistato solo due seggi, mentre i deputati filogovernativi hanno mantenuto il controllo della legislatura.

L'accordo controverso riguardante la co-locazione della linea ferroviaria ad alta velocità è stato approvato dal Consiglio legislativo ed è entrato in vigore nel 2018. Il collegamento ferroviario ad alta velocità con la Cina, operativo dal settembre 2018, migliorerà la connettività tra Hong Kong e la Cina, anche se l'accordo di co-locazione è di per sé oggetto di polemiche. Alla Cina è stata infatti concessa la giurisdizione pressoché esclusiva su una parte ben determinata del territorio della regione amministrativa speciale, nota come la Mainland Port Area (area portuale continentale). Molte revisioni giudiziali hanno messo in dubbio la legalità dell'accordo e la sua compatibilità sia con il principio "un paese, due sistemi" che con le disposizioni della Legge fondamentale. Il 12 dicembre il tribunale di primo grado ha stabilito che l'accordo era costituzionale e poteva restare in vigore, ma la sentenza verrà probabilmente impugnata.

Le nuove disposizioni concernenti l'assistenza e la protezione consolari nella Mainland Port Area sono state formalmente notificate ai consolati generali degli Stati membri dell'UE ad Hong Kong solo il 3 aprile 2019 3 .

Nel 2017 Gui Minhai, cittadino svedese scomparso nel 2015 e ultimo degli editori "scomparsi" (vicenda su cui ancora non è stata fatta sufficiente chiarezza), è stato rilasciato dalle autorità del continente per poi essere nuovamente arrestato nel gennaio 2018. Il 24 gennaio 2018 la portavoce dell'Alto rappresentante/Vicepresidente dell'Unione ha rilasciato una dichiarazione 4 in cui ne chiedeva l'immediata scarcerazione. Gui Minhai è ancora detenuto. In più occasioni alti rappresentanti dell'UE hanno sollevato il caso dinanzi alle autorità cinesi.

Pari opportunità, diritti e libertà

Hong Kong gode di un elevato grado di libertà. La libertà di espressione, la libertà dei mezzi di comunicazione e la libertà di informazione nell'ambito del principio "un paese, due sistemi" sono componenti essenziali dell'influenza e del successo di Hong Kong quale centro d'affari a livello mondiale.

Benché i mezzi di comunicazione godano ancora di un elevato grado di libertà, da vari anni i problemi non fanno che accumularsi. Nel 2018 Reporter senza frontiere, nel suo ruolo di vigilanza internazionale sulla libertà di stampa, ha collocato Hong Kong al 70° posto su 180 paesi e ha sottolineato la crescente ingerenza delle autorità cinesi sui mezzi di comunicazione. Nella sua relazione annuale 2018, l'associazione dei giornalisti di Hong Kong ha segnalato che, secondo la maggior parte dei giornalisti, la libertà di stampa era peggiorata rispetto al 2017. Ciò che più ha nociuto a tale libertà è stata la decisione del governo di Hong Kong di non rinnovare il visto di lavoro al caporedattore del Financial Times per l'Asia (cfr. sopra).

Alcuni elementi sembrano indicare un aumento dell'autocensura: si pensi alla cancellazione, da parte di un centro culturale, della partecipazione dello scrittore cinese in esilio Ma Jian a un festival letterario a causa delle sue opinioni politiche. Il centro ha successivamente annullato la sua decisione, ma l'incidente resta sintomatico del nuovo clima di restrizione e di autocensura che può risultare nocivo per la libertà di espressione.

Alcuni temi politici, in particolare l'autodeterminazione e l'indipendenza, sembrano essere ormai un tabù, senza che un quadro giuridico adeguato chiarisca quali siano esattamente le restrizioni in questo senso. Lo stesso dicasi per il dibattito in ambito universitario. Nel complesso, il mondo accademico ha continuato a godere di libertà, anche se vi sono chiari segni di crescenti ingerenze politiche all'interno dei campus.

In occasione dell'esame periodico universale (UPR) delle Nazioni Unite sulla Cina effettuato nel novembre 2018, Hong Kong è stata oggetto di un'attenzione senza precedenti. Dodici paesi hanno utilizzato l'audizione UPR per sottolineare le loro preoccupazioni sui diritti umani ad Hong Kong. Le domande/raccomandazioni formulate hanno riguardato: i) l'applicazione del principio "un paese, due sistemi", ii) il caso Gui Minhai, iii) le sfide connesse alle libertà di espressione, di stampa e di associazione e iv) i diritti delle persone LGBTI, dei lavoratori migranti e dei minori. Cinque Stati membri dell'UE hanno formulato domande o raccomandazioni su Hong Kong. Alcune ONG di Hong Kong si sono unite per prepararsi all'UPR e poter sollevare i problemi in modo più efficace.

Per quanto riguarda i diritti delle persone LGBTI, Hong Kong non dispone di una legge antidiscriminazione di portata generale che includa anche la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere. Tre cause emblematiche a favore della parità delle persone LGBTI intentate nel 2018 potrebbero tuttavia gettare le basi per un'apposita legge. Il 4 luglio la Corte suprema ha imposto alle autorità competenti in materia di immigrazione l'obbligo di concedere a partner dello stesso sesso la possibilità di ottenere un visto d'ingresso per il ricongiungimento al coniuge. Altre due cause sono ancora pendenti.

La tratta di esseri umani è ancora fonte di preoccupazione. Negli ultimi anni il governo di Hong Kong si è maggiormente adoperato per risolvere il problema, in particolare tramite la recente adozione di un apposito piano d'azione.

Nel marzo 2018 un comitato direttivo interservizi/interdipartimentale ad alto livello, presieduto dal Primo Segretario di Stato all'Amministrazione, ha approvato un piano d'azione volto a contrastare la tratta di esseri umani e a migliorare la protezione dei collaboratori domestici stranieri presenti ad Hong Kong. Il piano, che delinea una serie di misure riguardanti l'identificazione, la protezione e il sostegno delle vittime, le attività di indagine e di contrasto, l'azione penale, la prevenzione e il partenariato con vari portatori di interessi, rappresenta un passo avanti positivo, ma non può sostituirsi a un quadro giuridico di più ampia portata.

L'UE si impegna a proseguire la cooperazione con Hong Kong nella lotta alla tratta di esseri umani. Nel 2018 l'ufficio dell'UE, in collaborazione con l'ufficio del Segretario di Stato alla Sicurezza di Hong Kong, ha organizzato il terzo seminario riguardante la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime.

I circa 370 000 collaboratori domestici stranieri presenti ad Hong Kong hanno continuato a risentire della mancanza di tutele sociali e lavorative adeguate. Le preoccupazioni derivano in particolare da due leggi attualmente in vigore: l'obbligo di residenza presso il datore di lavoro e la regola delle "due settimane", secondo la quale i collaboratori domestici stranieri devono trovare lavoro entro due settimane dalla scadenza del contratto, pena l'espulsione dal paese. Il governo ha adottato misure miranti ad inasprire i controlli sulla servitù per debiti contratti e sulle pratiche irregolari degli uffici di collocamento. Il piano d'azione già menzionato, volto a contrastare la tratta di esseri umani e a migliorare la protezione dei collaboratori domestici stranieri, dovrebbe prevedere un quadro giuridico che permetta di affrontare il problema dei diritti di questa categoria di lavoratori. In tal senso, nel dicembre 2018 il ministero del Lavoro ha istituito un apposito numero verde al quale i collaboratori domestici stranieri possono rivolgersi per questioni riguardanti i loro diritti e obblighi lavorativi, per chiedere assistenza o per presentare denunce. Il numero è operativo 24 ore su 24 e mette a disposizione un servizio di interpretariato.

Povertà e disparità sociali: nonostante la prosperità e il notevole avanzo di bilancio di Hong Kong, la commissione "povertà" istituita dal governo classifica oggi ufficialmente come poveri circa 1,37 milioni di persone, vale a dire un residente su cinque. Nell'ultimo decennio la povertà è costantemente aumentata e, con essa, anche il numero degli "ultraricchi". Hong Kong, di conseguenza, è (secondo il coefficiente di Gini) una delle metropoli con il maggior tasso di disuguaglianza al mondo. Il divario si sta ampliando, con il 10 % dei nuclei familiari più ricchi che guadagna 44 volte di più rispetto al 10 % dei più poveri.

Il sistema di lotta alla corruzione si è mantenuto saldo e resiliente. Hong Kong vanta standard molto elevati in termini di trasparenza e di misure anticorruzione. Le autorità e i leader politici ed economici riconoscono che la trasparenza è indispensabile affinché Hong Kong possa continuare a svolgere un ruolo preminente in quanto centro d'affari internazionale.

Relazioni tra Hong Kong e la Cina continentale

Grazie ad iniziative quali la "zona della Grande baia", la "nuova Via della seta", la linea ferroviaria ad alta velocità, il nuovo ponte e molte altre di stampo economico e sociale, Hong Kong è sempre più integrata allo sviluppo nazionale della Repubblica popolare cinese. Il 19° congresso del partito comunista cinese svoltosi nel 2017 sembra aver innescato una nuova percezione del principio "un paese, due sistemi", dell'alto grado di autonomia di Hong Kong e del concetto che Hong Kong debba essere amministrata da "gente di Hong Kong". Le nozioni di "giurisdizione generale" e di "governance condivisa" e l'enfasi maggiore posta sui punti non negoziabili della sicurezza nazionale e dell'integrità territoriale preoccupano, in prospettiva, alcune fasce della società di Hong Kong.

Il documento strategico cinese sull'Unione europea pubblicato il 18 dicembre 2018 recita: "Il governo centrale cinese appoggia ed incoraggia i governi delle regioni amministrative speciali di Hong Kong e di Macao nello sviluppo di una cooperazione reciprocamente vantaggiosa e amichevole con l'UE e i suoi Stati membri in settori quali l'economia, il commercio, la cultura e il turismo, nel rispetto del principio "un paese, due sistemi" e delle disposizioni contenute nelle Leggi fondamentali delle due regioni. Poiché Hong Kong e Macao sono regioni amministrative speciali cinesi, le questioni che le riguardano rientrano negli affari interni della Cina e, su di esse, l'UE non dovrebbe esercitare alcuna ingerenza."

Tra i cittadini di Hong Kong e i visitatori provenienti dalla Cina continentale vi sono frequenti attriti che sfociano in manifestazioni di protesta, ad esempio quelle che hanno fatto seguito all'afflusso di turisti dal continente dopo l'apertura del ponte Hong Kong-Zhuhai-Macao. Nel mese di settembre più di 400 soldati in uniforme dell'esercito popolare di liberazione cinese sono stati dislocati nei parchi di Hong Kong per aiutare a rimuovere gli alberi divelti da un tifone - un'azione che, percepita come ulteriore segnale di erosione del principio "un paese, due sistemi", ha suscitato le preoccupazioni di alcuni deputati filodemocratici e di alcune parti della società di Hong Kong.

Sviluppi economici

A livello macroeconomico il dinamismo di Hong Kong è in fase di rallentamento. I fondamentali economici sono però ancora solidi. Con un tasso di disoccupazione del 2,8 % nell'ultimo trimestre del 2018 (il livello più basso in più di un ventennio), il mercato del lavoro ha continuato a registrare la piena occupazione. La pressione inflazionistica è rimasta moderata. Nel 2018 l'inflazione di fondo dei prezzi al consumo è stata del 2,4 %.

Nel corso dell'anno, tuttavia, il dinamismo economico ha subito un notevole rallentamento. Nel 2018 l'economia è cresciuta del 3 % (rispetto al 3,8 % del 2017) e, tra il primo e il quarto trimestre, ha registrato una graduale flessione, passando rispettivamente dal 4,6 % ad appena l'1,2 %. Si tratta di una tendenza che sostanzialmente rispecchia l'attuale rallentamento registrato nella Cina continentale, al quale si aggiungono gli effetti delle crescenti tensioni nella guerra commerciale tra USA e Cina. Entrambi i fattori pesano sul comparto estero e hanno un impatto negativo sulla fiducia delle imprese e dei consumatori. L'andamento positivo delle vendite al dettaglio è nettamente rallentato, il saldo della bilancia commerciale è diventato negativo verso la fine dell'anno e il mercato immobiliare si è raffreddato nel secondo semestre. Il mercato azionario ha subito perdite per la maggior parte del 2018, ma ha cominciato a riprendersi agli inizi del 2019.

Iniziative del governo a favore dello sviluppo economico: nel discorso programmatico del 2018, il capo dell'esecutivo Carrie Lam ha ribadito l'impegno del governo a diversificare l'economia, annunciando ulteriori ingenti finanziamenti per la ricerca, un'accelerazione del processo di reindustrializzazione (mediante il finanziamento di impianti produttivi intelligenti), la promozione del trasferimento tecnologico e l'avvio di politiche in materia di appalti pubblici favorevoli all'innovazione. Il governo intende migliorare lo status di Hong Kong quale centro del commercio e degli scambi internazionali mediante la conclusione di un maggior numero di accordi bilaterali e multilaterali. Ritiene inoltre che la partecipazione all'iniziativa cinese della nuova Via della seta e allo sviluppo della zona della Grande baia offra opportunità in grado di dare nuovo slancio all'economia.

Mercato immobiliare ed edilizia residenziale: nel 2018 il mercato immobiliare, alimentato dai bassi tassi di interesse, dall'eccesso di liquidità, dalla forte domanda degli investitori e dall'offerta limitata, ha raggiunto livelli record. In particolare, nei primi nove mesi dell'anno i prezzi degli immobili residenziali privati sono aumentati all'incirca del 14 % rispetto al 2017, facendo di Hong Kong uno dei mercati immobiliari più costosi al mondo. A fine anno, il mercato immobiliare ha subito una flessione, azzerando così totalmente l'aumento precedentemente registrato nel 2018. Hong Kong, tuttavia, resta la città più cara al mondo per chi vuole comprare casa. Negli edifici di nuova costruzione gli appartamenti sono diventati mediamente sempre più piccoli, così da risultare economicamente più accessibili ai nuovi acquirenti. Poiché i prezzi di vendita e affitto degli immobili residenziali privati hanno continuato a salire vertiginosamente, la domanda di edilizia popolare è più che mai aumentata. I tempi medi di attesa per la locazione di un alloggio popolare si sono allungati fino a 5,3 anni.

Per migliorare la situazione e aumentare l'offerta di alloggi, nel 2018 le autorità di Hong Kong hanno varato una serie di iniziative, tra cui: la riconversione del patrimonio immobiliare, la riassegnazione di aree precedentemente destinate all'edilizia privata a fini di edilizia sociale e l'introduzione di un'aliquota speciale per le abitazioni private vuote di prima occupazione.

Secondo le imprese internazionali i prezzi elevati degli immobili sono il principale motivo della perdita di vantaggio competitivo e di attrattiva di Hong Kong.

Politica di protezione ambientale: la protezione dell'ambiente, che resta una sfida considerevole per Hong Kong, ha cominciato ad attrarre l'attenzione dei politici solo di recente. Nel discorso programmatico di quest'anno l'inquinamento atmosferico è stato citato solo in relazione al traffico e le misure annunciate si incentrano esclusivamente sulla riduzione delle concentrazioni dei principali inquinanti atmosferici su strada. Per migliorare la situazione grave ed urgente della gestione dei rifiuti è stato proposto un progetto di tassazione dei rifiuti solidi. Il governo ha inoltre annunciato alcune misure di riduzione dei rifiuti di plastica, anche se solo nei suoi edifici. Per sostenere lo sviluppo delle energie rinnovabili, il governo ha introdotto un sistema di conto energia con tariffa di riacquisto, ha annunciato il varo di progetti di energia rinnovabile su larga scala e sta pensando ad un allentamento delle restrizioni all'installazione di sistemi fotovoltaici.

Ricerca, sviluppo e innovazione: nel discorso programmatico del 2018 il capo dell'esecutivo Carrie Lam si è impegnata a sviluppare Hong Kong quale polo internazionale per l'innovazione e la tecnologia e ha indicato un ampio ventaglio di misure tese ad incentivare lo sviluppo delle industrie innovative, tecnologiche e creative. Il governo si è inoltre preposto l'obiettivo di raddoppiare, dallo 0,73 % all'1,5 %, la spesa per la ricerca e lo sviluppo in percentuale del PIL. Nel suddetto discorso è stato ribadito l'impegno a realizzare questi obiettivi e sono stati annunciati ulteriori finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo, la reindustrializzazione e il trasferimento tecnologico. La strategia per l'innovazione, tuttavia, sembra incentrarsi esclusivamente sui progressi tecnologici, ma trarrebbe beneficio da un approccio più olistico e integrato.

Relazioni economiche con la Cina continentale

Hong Kong è un interporto importante per il continente: nel 2018 il 57 % delle riesportazioni di Hong Kong proveniva dalla Cina continentale, mentre il 55 % era destinato a quest'ultima.

Hong Kong è la più grande fonte di investimenti diretti esteri in Cina e la principale destinazione dei flussi di questo tipo di investimenti in uscita dalla Cina. Alla fine del 2018 il 46,3 % di tutti i progetti approvati nella Cina continentale finanziati con fondi esteri era legato a interessi di Hong Kong. A sua volta, alla fine del 2017 il volume degli investimenti diretti esteri cinesi in direzione di Hong Kong ammontava in tutto a 981 miliardi di dollari USA, vale a dire il 54,2 % del totale degli investimenti diretti esteri in uscita. Una parte non trascurabile di questi investimenti riguarda la tecnologia: secondo i dati del 2016, Hong Kong era la settima maggior fonte di importazioni tecnologiche per la Cina quanto al valore dei contratti, pari a 879 milioni di dollari USA, vale a dire il 2,9 % del totale.

Hong Kong è un centro chiave di raccolta di capitali offshore per le imprese cinesi. Al dicembre 2018, 1137 società cinesi erano quotate ad Hong Kong, con una capitalizzazione di borsa complessiva di circa 2 600 miliardi di dollari USA, pari al 68 % del mercato totale.

Hong Kong ha ulteriormente sviluppato i rapporti con il continente nel quadro dell'accordo di partenariato generale con la Cina. Il 14 dicembre 2018 Hong Kong e la Cina hanno firmato, nel quadro del suddetto accordo, un'intesa riguardante lo scambio di merci. A partire dal 1° gennaio 2019 le merci originarie di Hong Kong importate nella Cina continentale sono esenti da dazi. La nuova intesa, inoltre, prevede ulteriori impegni per facilitare il commercio con il continente e un nuovo capitolo dedicato specificamente a misure di agevolazione degli scambi nella zona della Grande baia Guangdong-Hong Kong-Macao. Nel quadro dell'accordo di partenariato sono state inoltre annunciate due nuove misure riguardanti lo scambio di servizi, attuate a partire dal 1° marzo 2019.

La zona della Grande baia Guangdong-Hong Kong-Macao ha continuato ad essere argomento di discussione fino al febbraio 2019, quando finalmente è stato pubblicato il programma tanto atteso che ha incluso Hong Kong tra le quattro città principali della regione (insieme a Shenzhen, Guangzhou e Macao). Hong Kong è destinata a svolgere un ruolo chiave nello sviluppo della zona grazie al consolidamento della sua posizione in quanto centro internazionale dei servizi finanziari, di trasporto e commerciali, al suo riconoscimento quale centro servizi giuridici e di risoluzione delle controversie a livello internazionale, al rafforzamento del suo status quale polo mondiale offshore delle attività in renminbi e allo sviluppo dell'innovazione e della tecnologia. Per collegare le città della Grande baia sono stati completati alcuni imponenti progetti infrastrutturali: in particolare, nel 2018 sono stati inaugurati il collegamento ferroviario ad alta velocità con la Cina continentale e il ponte Hong Kong-Zhuhai-Macao che, con i suoi 55 km, è il ponte sul mare più lungo del mondo.

Politica commerciale

Nel novembre del 2018 le politiche commerciali di Hong Kong sono state oggetto d'esame nell'ambito dell'OMC (WTO Trade Policy Review). Come unanimemente riconosciuto, Hong Kong resta una delle economie più aperte, più proiettate verso l'esterno e più liberali al mondo, poiché collocata ai primissimi posti per alcuni indicatori globali riguardanti la libertà economica, la competitività e la facilità del fare impresa. Il contesto favorevole alle imprese, la situazione geografica, l'esperienza dei suoi prestatori di servizi, lo Stato di diritto, il contesto normativo agile e la posizione unica nel quadro del principio "un paese, due sistemi" sono stati considerati la chiave del suo successo e l'elemento fondamentale della sua futura competitività.

Hong Kong ha continuato ad adoperarsi per stipulare altri accordi di investimento e di libero scambio ed è giunta ad un massimo storico di ben cinque accordi di libero scambio conclusi negli ultimi 18 mesi. Nel giugno 2018 ha firmato un accordo di libero scambio con la Georgia e nel novembre dello stesso anno ha concluso negoziati con le Maldive e con l'Australia. I negoziati riguardanti sei accordi di promozione e tutela degli investimenti (Australia, Bahrein, Maldive, Messico, Myanmar ed EAU) sono ormai terminati e in attesa di firma. Sono inoltre in corso negoziati con la Russia e l'Iran.

Relazioni bilaterali e cooperazione UE-Hong Kong nel 2018

Secondo l'ultima indagine effettuata dal governo della regione amministrativa speciale di Hong Kong nel 2018, più di 2 200 imprese dell'UE hanno sede ad Hong Kong e, di esse, circa la metà l'ha scelta come sede o ufficio regionale. Le imprese dell'UE operano in un'ampia gamma di settori, principalmente servizi finanziari e alle imprese, commercio, logistica, edilizia e vendita al dettaglio, e sono attori chiave in diversi comparti economici del paese, tra cui le banche, le assicurazioni e i valori mobiliari.

Nel 2018 Hong Kong era il 20° partner dell'UE per lo scambio di merci e l'8° partner commerciale dell'UE in Asia. Le esportazioni di merci dall'UE verso Hong Kong ammontavano a 36,6 miliardi di EUR, contro i 9,9 miliardi di EUR di importazioni da Hong Kong (equivalenti ad un calo del 10,7 % su base annua), il che ha rappresentato, per l'UE, un avanzo consistente pari a 25,8 miliardi di EUR, il quarto saldo più elevato dei suoi scambi bilaterali. Le principali esportazioni di merci dall'UE verso Hong Kong includono i macchinari e le attrezzature, i gioielli, l'abbigliamento, i beni di lusso, i prodotti alimentari, il vino e le automobili.

Nel 2018 l'UE si è confermata quale secondo partner commerciale di Hong Kong dopo la Cina continentale e, durante l'anno, si è collocata al secondo posto quale destinazione delle esportazioni di Hong Kong e al quarto posto fra i suoi fornitori di importazioni.

Hong Kong è un interporto importante per gli scambi tra la Cina e l'UE: nel 2017 quasi 10 miliardi di EUR di importazioni della Cina continentale dall'UE sono transitate da Hong Kong, contro i 33 miliardi di EUR di riesportazioni di merci originarie della Cina continentale verso l'UE.

Hong Kong è il quinto partner commerciale dell'UE in Asia nel settore dei servizi, dopo la Cina, il Giappone, Singapore e l'India. Nel 2017 (anno più recente per il quale sono disponibili dati) gli scambi bilaterali in questo settore sono ammontati a 26,6 miliardi di EUR. L'UE ha importato servizi da Hong Kong per 13,2 miliardi di EUR, contro i 13,4 miliardi di EUR di esportazioni verso Hong Kong, con un conseguente avanzo di 233 milioni di EUR a favore dell'UE.

I flussi di investimenti nei due sensi tra l'UE e Hong Kong sono notevolmente aumentati.

Secondo Eurostat, nel 2017 Hong Kong è stata la terza destinazione degli investimenti diretti esteri dell'UE in ordine di preferenza (17,9 miliardi di EUR). Sulla base dei dati statistici di Hong Kong, l'UE è il secondo investitore estero nel paese (dopo la Cina continentale) se si escludono i centri offshore, per un valore pari a 149 miliardi di EUR alla fine del 2016, corrispondenti al 10 % del volume totale degli investimenti diretti esteri (ultimi dati disponibili), principalmente grazie alla presenza di prestatori di servizi altamente qualificati, al contesto normativo prevedibile e allo Stato di diritto.

Nel 2017 Hong Kong è diventata a sua volta la principale fonte di investimenti diretti esteri nell'UE 5 (con 51,6 miliardi di EUR). La posizione preminente di Hong Kong nelle relazioni con l'UE in materia di investimenti è in parte dovuta al fatto che una quota considerevole di quelli che statisticamente sono registrati come "investimenti diretti esteri di Hong Kong" proviene in realtà dalla Cina continentale. In effetti, secondo il Consiglio per lo sviluppo del commercio (Trade Development Council) di Hong Kong, più del 60 % degli investimenti cinesi in uscita è diretto a o transita per Hong Kong. Analogamente, una percentuale significativa degli investimenti diretti esteri dell'UE in Cina transita per Hong Kong.

A Bruxelles, il 7 dicembre 2018 si è svolta la dodicesima riunione del dialogo strutturato tra l'UE e Hong Kong. Le parti hanno deciso di rafforzare la loro cooperazione all'interno dell'OMC, impegnandosi a collaborare e a sostenere gli sforzi attualmente in corso per riformare tale organizzazione. Hanno inoltre discusso in modo costruttivo riguardo all'eliminazione degli ostacoli agli scambi bilaterali, hanno fatto il punto dei progressi compiuti nell'ambito del piano d'azione UE-Hong Kong relativo alla cooperazione ai fini della tutela dei diritti di proprietà intellettuale da parte delle autorità doganali e hanno espresso interesse per l'avvio di un'ulteriore potenziale collaborazione nel quadro dell'iniziativa. A margine di questo dialogo strutturato si è tenuta una riunione di esperti sui servizi finanziari. Quest'anno, per la prima volta, un incontro tecnico specifico ha riguardato anche l'economia circolare. Guardando al futuro, l'UE e Hong Kong hanno inserito l'economia circolare (inclusi i rifiuti di plastica) tra le aree importanti della loro futura cooperazione. L'UE accoglie con favore le nuove iniziative del governo di Hong Kong in questo settore e lo incoraggia a prendere in considerazione l'ipotesi di un approccio più ambizioso e globale alle questioni ambientali. La cooperazione in materia di economia circolare potrebbe essere in tal senso un valido contributo.

Nel 2018 l'UE e Hong Kong hanno continuato a cooperare nel settore doganale nel quadro di un piano d'azione mirante a migliorare la protezione dei diritti di proprietà intellettuale, finanziato nell'ambito dell'iniziativa "IP Key". Quest'anno, per la prima volta, è stato effettuato uno scambio di visite tra funzionari doganali. Secondo la relazione annuale 2017 sull'azione delle dogane dell'UE a tutela dei diritti di proprietà intellettuale (pubblicata nel 2018), Hong Kong, per quanto riguarda il valore dei sequestri, è ancora al primo posto come luogo di provenienza di merci che violano i suddetti diritti. Le parti stanno entrambe valutando come migliorare la cooperazione in questo settore.

Nell'ottobre 2018 le autorità di Hong Kong hanno pubblicato una nuova richiesta di fondi destinati a sostenere i partecipanti a Orizzonte 2020 della regione amministrativa speciale. Ricercatori, imprese, istituti di ricerca e università della regione hanno la possibilità di relazionarsi con partner europei per partecipare a progetti previsti nel quadro di Orizzonte 2020 e sfruttare al meglio le opportunità in materia di ricerca e innovazione offerte dall'UE. Per l'esercizio 2018-2019 la dotazione totale è pari a 9 milioni di HK$ (circa 1 milione di EUR). Saranno presi in considerazione progetti di ricerca, sia di base che applicata, di alto valore accademico.

Nel corso del 2018 l'UE ha monitorato il rispetto degli impegni assunti da Hong Kong nel 2017, in base ai quali il Consiglio dell'Unione europea aveva deciso di non considerare il paese quale giurisdizione non cooperativa ai fini fiscali. In particolare, l'UE ha accolto con favore l'estensione, da parte della Repubblica popolare cinese, della Convenzione concernente la reciproca assistenza amministrativa in materia fiscale alla regione amministrativa speciale di Hong Kong e l'attivazione, da parte di quest'ultima, degli accordi necessari per lo scambio di informazioni. L'UE ha approvato la valutazione dell'OCSE riguardante tre regimi (centrali di tesoreria imprese, riassicurazione offshore e assicurazione "captive" offshore), a seguito delle modifiche che la regione amministrativa speciale di Hong Kong vi ha apportato per conformarli ai requisiti OCSE. Nel febbraio 2019 Hong Kong ha modificato i due regimi restanti riguardanti i fondi offshore e i fondi di private equity offshore per rispondere alle preoccupazioni del Consiglio dell'Unione europea relative alle loro caratteristiche di ring-fencing. Su tale base, nel marzo 2019 il Consiglio dell'Unione europea ha concluso che Hong Kong aveva portato a buon fine i suoi impegni relativi alla buona governance in materia fiscale.

L'UE e Hong Kong hanno continuato a collaborare per intensificare i contatti tra i cittadini, soprattutto nei settori della cooperazione universitaria, della mobilità degli studenti, della cultura e delle industrie creative.

L'Ufficio di rappresentanza dell'Unione europea a Hong Kong e Macao, le missioni diplomatiche dell'UE e gli istituti di cultura hanno collaborato per migliorare la visibilità dell'UE e si sono impegnati con i partner locali in molte attività di scambio interpersonale. Ne sono stati un esempio il Festival cinematografico dell'UE, la seconda partecipazione dell'UE alla Fiera del libro di Hong Kong, la Giornata europea delle lingue, un concorso per cortometraggi sul tema dell'UE organizzato con le scuole locali, una campagna di un mese per i diritti umani per celebrare il 70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e diversi seminari concernenti i diritti umani. L'UE auspica di mettere a frutto questo dinamismo per proseguire le attività con il governo, la società civile e le imprese di Hong Kong, al fine di promuovere il dibattito in materia di diritti e libertà.

Nel giugno del 2018 il capo dell'esecutivo Carrie Lam si è recata a Bruxelles per la sua prima visita ufficiale, nel corso della quale ha intavolato proficui colloqui con il Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, con l'Alto rappresentante/Vicepresidente Federica Mogherini e con la Commissaria Cecilia Malmström.

Sempre nel corso del 2018 si sono svolte numerose visite ad alto livello di rappresentanti delle istituzioni dell'UE e di deputati del Parlamento europeo ad Hong Kong. È opportuno menzionare, in particolare, le visite del presidente dell'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, Steven Maijoor, in rappresentanza dell'UE, al Forum finanziario asiatico e della commissione del Parlamento europeo per i trasporti e il turismo nel mese di ottobre. L'11 luglio il Parlamento europeo ha adottato una relazione sullo stato delle relazioni UE-Cina contenente una sezione su Hong Kong. Il Parlamento europeo ribadisce il suo sostegno al principio "un paese, due sistemi" e condivide la valutazione espressa nella relazione annuale dell'UE per il 2017 sulla sua progressiva erosione.

(1)

 1) Dichiarazione del 29 gennaio 2018 sulla decisione di vietare la candidatura di Agnes Chow alle elezioni suppletive del Consiglio legislativo  (testo disponibile solo in inglese e francese);

2) Dichiarazione del 24 settembre 2018 sulla decisione di mettere al bando il Partito nazionale di Hong Kong  (testo disponibile solo in inglese e francese);

3) Dichiarazione dell'8 ottobre 2018 sul rifiuto di rinnovare il visto a un giornalista straniero ad Hong Kong  (testo disponibile solo in inglese e francese).

(2)

 Si pensi, ad esempio, al processo dei nove leader di "Occupy Central", accusati di disturbo dell'ordine pubblico e di altri reati analoghi, che si è concluso a dicembre e la cui sentenza è attesa nell'aprile 2019.

(3)

Il 31 gennaio 2019 il ministero degli Affari esteri della Repubblica popolare cinese ha inviato una nota verbale alle ambasciate degli Stati membri a Pechino in cui le informava delle nuove disposizioni.

(4)

https://eeas.europa.eu/headquarters/headquarters-homepage_en/38678/Statement%20on%20the%20detention%20of%20Gui%20Minhai.

(5)

 Esclusi i centri offshore.

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