EUR-Lex Access to European Union law

Back to EUR-Lex homepage

This document is an excerpt from the EUR-Lex website

Document 52016IR5387

Parere del Comitato europeo delle regioni — Regolamentazione intelligente per le PMI

GU C 342 del 12.10.2017, p. 51–56 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

12.10.2017   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 342/51


Parere del Comitato europeo delle regioni — Regolamentazione intelligente per le PMI

(2017/C 342/08)

Relatore:

Christian Buchmann (AT/PPE), membro del Parlamento regionale della Stiria

RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI (CdR)

Un contesto normativo favorevole alle PMI

1.

sottolinea che le PMI, in quanto principale motore di crescita e occupazione, hanno bisogno di un contesto normativo semplice, chiaro, coerente e giuridicamente stabile, come anche di un contesto economico basato su un livello sufficiente di capacità di investimento pubbliche e private;

2.

mette in evidenza l'impatto sproporzionato che gli oneri burocratici hanno sulle PMI, per le quali la conformità alle normative vigenti in materia di fiscalità o di obblighi di notifica comporta costi, in proporzione, più elevati di quelli che gravano sulle imprese di più grandi dimensioni;

3.

insiste quindi sulla necessità di rendere il contesto normativo europeo più favorevole alle PMI affrontando i fattori che ostacolano la creazione e la crescita delle imprese a tutti i livelli;

4.

riconosce i progressi compiuti grazie allo Small Business Act per l'Europa del 2008 (1), alla revisione di quest'ultimo nel 2011 (2), e al piano d'azione Imprenditorialità 2020 del 2013 (3);

5.

conferma il suo sostegno all'obiettivo della Commissione di ridurre gli obblighi di registrazione e di notifica in materia di IVA nel quadro della strategia per il mercato unico, espresso nel parere sul tema Migliorare il mercato unico  (4); si rammarica, tuttavia, che i rappresentanti locali e regionali non siano stati formalmente consultati al fine di garantire piena considerazione delle loro preoccupazioni riguardanti, ad esempio, le esigenze delle PMI nelle regioni transfrontaliere;

6.

sottolinea la persistente necessità di una politica europea coerente, visibile e aggiornata in materia di PMI, che sia orientata verso i risultati e l'attuazione e, partendo dalle iniziative già intraprese, le rafforzi e integri il principio «pensare anzitutto in piccolo» a tutti i livelli di governo e in tutte le politiche;

7.

rinnova pertanto la sua richiesta di rivedere e potenziare lo Small Business Act, nonché di rafforzare il ruolo delle regioni e delle città nell'applicazione dei principi in esso contenuti; riafferma il suo impegno a promuovere l'attuazione dello Small Business Act attraverso l'iniziativa Regione imprenditoriale europea;

8.

prende atto del fatto che la rete degli SME Envoys (rappresentanti nazionali delle PMI) funge da interfaccia tra la Commissione europea e i responsabili delle politiche nazionali; invita la Commissione a includere in maniera formale e sistematica nella rete degli SME Envoys anche i rappresentanti delle PMI a livello regionale e locale;

9.

riconosce che l'UE dispone di un contesto normativo fondamentalmente favorevole alle imprese; tuttavia, fa presente che permangono differenze in relazione ai tempi, ai costi e al numero di procedure da espletare per la costituzione di un'impresa; invita gli Stati membri ad adoperarsi per allineare le rispettive norme a quelle dei paesi che presentano i risultati migliori, nel rispetto della sussidiarietà e dopo averne valutato l'opportunità; sottolinea che le buone pratiche quali, tra gli altri, la Iniciativa Lisboa, che consente di avviare un'impresa in 36 minuti, possono servire da esempio a questo riguardo;

10.

mette in evidenza il ruolo che svolgono i cluster nell'aiutare le piccole imprese a crescere grazie alle verifiche e alle analisi di mercato, alla generazione di innovazione e alla qualificazione, e raccomanda di sostenere in maniera mirata queste attività attraverso programmi quali COSME;

11.

sottolinea le conclusioni del seminario sul tema Regolamentazione intelligente, crescita intelligente, organizzato dalla commissione ECON a Seggauberg (Stiria), e del successivo dialogo con i cittadini, da cui emerge la necessità di raggiungere risultati concreti attraverso approcci nuovi e innovativi.

Integrare il principio «pensare anzitutto in piccolo»

12.

richiama l'attenzione sull'importanza di integrare il principio «pensare anzitutto in piccolo» in tutte le politiche dell'UE e lungo l'intero arco del processo decisionale; chiede che i criteri di valutazione dell'impatto vengano fatti pesare maggiormente a favore delle PMI e che l'impatto territoriale delle norme sia considerato in modo più sistematico;

13.

sottolinea che l'esistenza di disposizioni sovrapposte e contraddittorie afferenti alle diverse politiche dell'UE (in materia di politica regionale, di aiuti di Stato, di appalti pubblici, di tutela dell'ambiente, di tensione tra sostegno ai cluster e concorrenza, e di conformità) ha un impatto sproporzionato sulle PMI;

14.

esprime preoccupazione per le strozzature dovute a requisiti incoerenti e a definizioni contraddittorie nelle diverse politiche settoriali dell'UE, quali regolamentazioni distinte per gli appalti, la politica regionale e quella sulla concorrenza (5), o a definizioni divergenti riguardo all'innovazione nella politica regionale e in quella sulla concorrenza (6);

15.

è convinto che l'onere derivante dagli obblighi di notifica a carico delle PMI non possa essere affrontato semplificando un unico atto legislativo; esorta pertanto la Commissione e gli Stati membri ad adottare un approccio globale, basato su una valutazione complessiva di tutti i requisiti di notifica imposti alle PMI;

16.

propone di esplorare opzioni che consentano di ridurre il carico sulle PMI mediante misure consistenti, ad esempio, nell'istituire una soglia al di sotto della quale l'impresa è tenuta a fornire una quantità minore di informazioni, nel limitare il numero di questionari obbligatori e nell'evitare di creare nuovi questionari includendo, ad esempio, le informazioni statistiche in quelli già esistenti;

17.

si rallegra del fatto che nella nuova generazione di accordi di libero scambio dell'UE siano ormai dedicati alle PMI dei capitoli specifici per facilitare, in particolare alle PMI stesse, l'accesso al mercato della controparte, segnatamente grazie a una maggiore certezza giuridica, a una riduzione o eliminazione delle barriere non tariffarie, all'estensione dell'aggiudicazione al miglior offerente e al rafforzamento della tutela dei diritti di proprietà intellettuale e industriale; rimanda al riguardo al suo parere in merito al TTIP del 12 febbraio 2015.

Focalizzare maggiormente l'attenzione dell'agenda «Legiferare meglio» e del programma REFIT sulle esigenze delle PMI

18.

si compiace degli sforzi compiuti per ridurre l'onere gravante sulle PMI nel quadro dell'agenda «Legiferare meglio», del programma REFIT e dell'accordo interistituzionale «Legiferare meglio»;

19.

ribadisce la sua preoccupazione, già espressa nel parere sul programma REFIT (7), riguardo al fatto che i rappresentanti eletti degli enti locali e regionali, come anche il CdR in quanto organo che ne garantisce la rappresentanza istituzionale, non sono coinvolti nel summenzionato accordo, malgrado il peso e il mandato conferito loro dal Trattato di Lisbona;

20.

accoglie con favore l'integrazione dei principi di una migliore regolamentazione in tutto il ciclo di definizione delle politiche e l'estensione delle valutazioni d'impatto al Parlamento e al Consiglio; si rammarica che l'accordo interistituzionale non comprenda un impegno da parte del Consiglio e del Parlamento a eseguire sistematicamente le valutazioni d'impatto;

21.

sottolinea che l'introduzione di modifiche o di disposizioni supplementari nelle fasi successive del processo legislativo o in fase di recepimento delle direttive dell'UE da parte degli Stati membri dovrebbe andare di pari passo con l'impegno a effettuare le valutazioni d'impatto, al fine di evitare la sovraregolamentazione e garantire che la componente REFIT di una determinata disposizione non risulti indebolita;

22.

riconosce l'importanza delle consultazioni delle parti interessate nell'elaborazione delle proposte legislative; rileva, tuttavia, che i partecipanti, una volta consultati, possono essere lasciati nel dubbio circa la misura in cui le loro preoccupazioni sono state prese in considerazione; raccomanda di coinvolgere i rappresentanti locali e regionali nelle commissioni responsabili delle valutazioni d'impatto, in modo da consentire loro di fornire una disamina aggiuntiva delle proposte della Commissione;

23.

pone in risalto il fatto che il ruolo istituzionale del CdR nel quadro della piattaforma REFIT non dovrebbe essere confuso con quello di altre parti interessate; ritiene pertanto che i rappresentanti delle commissioni del CdR dovrebbero essere in grado di sostenere il rappresentante del CdR presso tale piattaforma partecipando alle riunioni di quest'ultima riguardanti i dossier collegati alle loro competenze;

24.

si impegna a integrare i principi di una migliore regolamentazione in tutti i suoi lavori avvalendosi delle competenze delle pertinenti commissioni tematiche nell'elaborazione di pareri in merito a dossier riguardanti le PMI;

25.

rileva che i lavori della piattaforma REFIT si concentrano principalmente su aspetti specifici della legislazione dell'UE che possono essere migliorati senza modificare sostanzialmente un intero atto legislativo; ritiene che questo ristretto ambito di attenzione dovrebbe essere integrato da un approccio più ambizioso, nell'ottica di apportare miglioramenti strutturali al quadro normativo dell'UE nel medio termine;

26.

ritiene che le priorità specifiche di regolamentazione intelligente per le PMI possano essere individuate nell'accesso di queste ultime agli appalti pubblici e nelle disposizioni in materia di IVA e fiscalità; ritiene altresì che vi sia una chiara necessità di intervento per favorire l'accesso delle PMI al mercato unico e ai finanziamenti, per sostenere le PMI attraverso i Fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE) e per trovare un migliore equilibrio tra le esigenze delle PMI e la tutela del lavoro, dei consumatori e dell'ambiente.

Partecipazione delle PMI agli appalti pubblici

27.

accoglie con favore la semplificazione della normativa europea sugli appalti introdotta con le nuove direttive in materia e il documento di gara unico europeo (8); invita gli Stati membri a garantire la piena attuazione e la corretta applicazione di questo sistema europeo semplificato in materia di appalti pubblici;

28.

sottolinea l'importante ruolo svolto dagli enti regionali e locali nell'accesso delle PMI agli appalti pubblici, e ritiene che sia quindi essenziale per le regioni e le città ridurre i fattori che ostacolano la partecipazione delle PMI agli appalti;

29.

esprime preoccupazione per il fatto che spesso le norme esistenti in materia di appalti favorevoli alle PMI non siano pienamente utilizzate; fa presente che tali norme devono essere integrate da una corretta attuazione;

30.

esorta le autorità pubbliche a tutti i livelli a garantire che le loro gare d'appalto siano favorevoli alle PMI e alle start-up in relazione ai requisiti di ammissibilità e alle modalità di pagamento, adattando le garanzie richieste alle caratteristiche delle PMI, riducendo i ritardi di pagamento e facendo rispettare i termini di pagamento; invita le autorità pubbliche a tutti i livelli a impegnarsi ad applicare standard comuni in materia di appalti favorevoli alle PMI;

31.

mette in risalto che le buone pratiche, quali, ad esempio, il servizio per gli appalti pubblici della città di Parigi, che ha aumentato in maniera significativa l'accesso delle PMI agli appalti pubblici e ha ridotto i ritardi di pagamento, possono servire da riferimento per le autorità pubbliche a tutti i livelli;

32.

invita tutte le autorità pubbliche a promuovere la partecipazione delle PMI agli appalti pubblici nel settore dell'innovazione evitando le specifiche eccessive, privilegiando la specificazione basata sui risultati, mettendo liberamente a disposizione le informazioni e utilizzando opzioni, quali il dialogo competitivo e la procedura competitiva con negoziazione, prima di precisare le condizioni definitive;

33.

rileva la maggior semplicità per le PMI ad accedere agli strumenti finanziari previsti nei programmi europei, in particolare a quelli del COSME. Questi ultimi risultano per le PMI molto meno complessi rispetto alle fonti di finanziamento più tradizionali. A tal riguardo sottolinea l'importanza della finestra dedicata alle PMI all'interno del Fondo europeo per gli investimenti strategici, che potrebbe promuovere all'interno anche delle linee di finanziamento a favore di start-up e microimprese bisognose di accesso al credito.

Disposizioni in materia di IVA e fiscalità favorevoli alle PMI

34.

chiede un'ulteriore semplificazione e armonizzazione delle disposizioni fiscali, ambito questo ritenuto il più gravoso dalla maggior parte delle PMI europee;

35.

rinnova il suo sostegno, espresso nel parere sul piano d'azione sull'IVA, alla proposta di abolire l'esenzione dell'IVA per l'importazione di piccole spedizioni provenienti da paesi terzi e di consentire che i controlli siano effettuati attraverso un audit unico delle imprese transfrontaliere, in modo da eliminare gli svantaggi a livello di concorrenza che tale esenzione determina per le PMI dell'UE rispetto a quelle di paesi terzi (9);

36.

sottolinea che la frammentazione e la complessità del sistema dell'IVA comportano notevoli costi di conformità per le PMI operanti a livello transfrontaliero e colpiscono in modo particolare le regioni di confine; chiede pertanto di semplificare ulteriormente le norme e le procedure legate ai diversi regimi dell'IVA nel commercio transfrontaliero, di estendere il principio del mini sportello unico, attualmente limitato ai servizi di telecomunicazione, di teleradiodiffusione e ai servizi forniti per via elettronica, ad altri tipi di vendite a distanza di beni e servizi, e di introdurre una soglia transfrontaliera comune a livello UE al di sotto della quale l'IVA non sia applicabile;

37.

chiede una riduzione degli oneri amministrativi collegati all'IVA, riguardo ad esempio agli obblighi di notifica, alle scadenze e ai periodi di conservazione della documentazione, e sollecita ad accelerare le pratiche amministrative per il trattamento delle dichiarazioni IVA.

Accesso delle PMI al mercato unico

38.

osserva che il mercato unico dei servizi è tuttora penalizzato da numerose restrizioni che colpiscono le PMI, in particolare licenze di esercizio, norme di stabilimento, prezzi fissi o tariffe minime, requisiti relativi alla forma giuridica e norme settoriali specifiche; chiede ambizione nella semplificazione e nell'armonizzazione del settore dei servizi, al fine di promuovere la crescita grazie alle economie di scala, di favorire l'innovazione attraverso il rafforzamento della concorrenza a livello di importazioni e di attirare gli investimenti stranieri riducendo la frammentazione del mercato;

39.

rileva che le differenze tra le regolamentazioni dei mercati nazionali rappresentano un ostacolo importante per le PMI, in quanto comportano la necessità di gestire diverse linee di prodotti in diversi Stati membri e impediscono lo sviluppo di catene di approvvigionamento paneuropee; invita la Commissione e gli Stati membri ad adoperarsi per una maggiore armonizzazione di questo settore.

Accesso delle PMI ai finanziamenti

40.

sottolinea l'importanza di modalità di finanziamento alternative per le nuove imprese; esprime preoccupazione per il fatto che le start-up non possono ancora avere pieno accesso al crowdfunding a causa di regimi nazionali divergenti che rendono loro difficile raccogliere fondi a livello transfrontaliero, e delle limitazioni all'offerta di capitale per un numero potenzialmente elevato di investitori dovute ai regimi societari «economici» che vengono di norma scelti dalle start-up;

41.

chiede un quadro normativo armonizzato per l'istituzione di un passaporto europeo per le piattaforme di crowdfunding, che richieda un'unica autorizzazione, rilasciata da un'autorità competente all'interno dell'UE, a offrire servizi transfrontalieri, consentendo così la nascita di un vero mercato europeo del crowdfunding.

Sostegno delle PMI attraverso i fondi SIE

42.

ribadisce la sua preoccupazione, espressa nel parere sulla semplificazione dei fondi SIE (10), per il fatto che le procedure per l'impiego dei fondi SIE diventano sempre più complesse e onerose; chiede pertanto di semplificare con urgenza le norme che disciplinano la struttura, gli obblighi di notifica e le regole di audit degli strumenti finanziari nell'ambito di tali fondi;

43.

fa presente che le PMI si trovano ad affrontare particolari difficoltà nell'impiego delle risorse dei fondi SIE, come risulta da un'indagine sulle regioni imprenditoriali europee effettuata nel 2016, dalla quale emerge che la partecipazione delle PMI ai progetti finanziati dai fondi SIE rappresenta la massima priorità per facilitare la vita alle PMI;

44.

ricorda l'importanza di ridurre la complessità normativa, l'eccessiva pressione derivante dalla revisione contabile e gli elevati costi di esecuzione che ostacolano il sostegno delle PMI attraverso i fondi SIE, e di semplificare non soltanto disposizioni specifiche, ma l'insieme degli atti delegati e di esecuzione, come anche le norme non vincolanti (soft law), quali le note orientative sia per le autorità pubbliche che per le PMI;

45.

sottolinea che, al fine di realizzare gli obiettivi dei fondi SIE e della politica dell'UE per le PMI, le norme sui suddetti fondi dovrebbero essere considerate sotto il profilo della proporzionalità, creando una sinergia a favore della semplificazione che tenga conto degli interessi di tutte le parti; chiede una relazione improntata alla fiducia e non invece la sfiducia di fondo manifestata spesso dalle istituzioni dell'UE nei confronti delle autorità nazionali, regionali e locali.

Trovare un equilibrio tra le esigenze delle PMI e la tutela del lavoro, dei consumatori e dell'ambiente

46.

sottolinea la necessità di un equilibrio tra i diritti dei lavoratori, le esigenze di salute e sicurezza, la tutela dei consumatori e dell'ambiente, da un lato, e gli oneri normativi a carico delle PMI, dall'altro;

47.

rileva che l'assunzione di un primo dipendente può costituire una sfida particolare per la crescita e l'espansione di un'impresa, e che il rispetto della legislazione sul lavoro ha un impatto maggiore sulle PMI rispetto alle aziende di grandi dimensioni, e ciò crea esitazione nelle PMI riguardo all'assunzione di dipendenti; sottolinea che i nuovi approcci in questo settore possono fornire un valido contributo nel ridurre, in particolare, la disoccupazione giovanile;

48.

propone pertanto di creare un sistema europeo «Take One» che incoraggi l'assunzione di un primo dipendente da parte di un'impresa individuale o di una microimpresa mediante incentivi finanziari e norme flessibili; ritiene che un tale sistema potrebbe essere finanziato attraverso il programma COSME;

49.

esorta la Commissione a promuovere azioni di semplificazione normativa a favore delle imprese artigiane e delle microimprese in quanto attualmente l'eccessiva complessità del sistema mette a rischio la loro operatività e il ruolo importante che esercitano nella creazione di posti di lavoro e nello sviluppo economico delle regioni e degli enti locali, oltre che a tutelare a volte il patrimonio culturale e locale;

50.

reputa che l'ambito di applicazione della definizione di «contratti negoziati fuori dei locali commerciali», di cui alla direttiva sui diritti dei consumatori, sia troppo esteso e rischi di recare danno agli artigiani che effettuano interventi presso il domicilio del cliente; chiede pertanto una definizione più mirata, che tenga conto delle esigenze delle PMI e delle microimprese.

Approcci innovativi in materia di regolamentazione

51.

fa presente che regolamentazione intelligente non significa necessariamente meno regolamentazione, il che può comportare un rischio di incertezza e di frammentazione normativa, bensì regole più chiare e più semplici che facilitano la vita alle PMI, consentendo nel contempo di realizzare gli obiettivi strategici in un determinato settore;

52.

sottolinea l'importanza di norme favorevoli all'innovazione che creino, ove del caso, spazio per la sperimentazione, anche con l'istituzione di «aree a regole ridotte» per progetti pilota e l'introduzione di clausole di temporaneità in settori innovativi e in rapida evoluzione, sull'esempio, tra l'altro, dell'iniziativa in materia messa in atto nelle Fiandre;

53.

mette in risalto che gli approcci quali l'autoregolamentazione volontaria (consistente in accordi o impegni su base volontaria o codici di condotta) possono promuovere una cultura della cooperazione tra imprese e pubblica amministrazione; ritiene che i lavori del gruppo scozzese per l'esame della regolamentazione possano fungere da buon esempio per le autorità pubbliche ai diversi livelli;

54.

richiama l'attenzione sul progetto danese Burden Hunter («caccia agli oneri») quale esempio di buona pratica a livello nazionale che consente di individuare gli ostacoli attraverso un dialogo diretto e di trovare insieme delle soluzioni; invita la Commissione a tenere pienamente conto degli esempi di questo tipo e a promuoverne, ove possibile, la messa in pratica e la diffusione;

55.

sottolinea la necessità di incoraggiare la cultura imprenditoriale a tutti i livelli di governo e di consentire soluzioni dal basso mediante la creazione di un meccanismo basato sul «diritto di contestazione» che consenta agli enti locali e regionali di sospendere temporaneamente le norme esistenti per testare soluzioni alternative, ove vi siano elementi indicanti che il ricorso a un approccio innovativo può consentire loro di realizzare gli obiettivi in modo più efficace.

Bruxelles, 13 luglio 2017.

Il presidente del Comitato europeo delle regioni

Markku MARKKULA


(1)  Comunicazione della Commissione del 25 giugno 2008 dal titolo Pensare anzitutto in piccolo (Think Small First) — Uno «Small Business Act» per l'Europa (COM(2008) 394 final/2).

(2)  Comunicazione della Commissione del 23 febbraio 2011 dal titolo Riesame dello «Small Business Act» per l'Europa (COM(2011) 78 final).

(3)  Comunicazione della Commissione del 9 gennaio 2013 dal titolo Piano d'azione imprenditorialità 2020 — Rilanciare lo spirito imprenditoriale in Europa (COM(2012) 795 final).

(4)  Cfr. il parere del CdR sul tema Migliorare il mercato unico, CdR 6628/2015, punto 12.

(5)  Cfr. Europa Decentraal (2016). Bridge! — Better EU regulation for local and regional authorities.

(6)  Cfr. House of the Dutch Provinces (2015). Dutch Provinces for Better Regulation.

(7)  Cfr. il parere del CdR sul tema Il programma REFIT: la prospettiva locale e regionale, CdR 983/2016, punto 5.

(8)  Direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE, 2014/25/UE e regolamento di esecuzione (UE) 2016/7.

(9)  Parere del CdR sul tema Piano d'azione sull'IVA — Verso uno spazio unico europeo dell'IVA, CdR 2419/2016, punto 34.

(10)  Cfr. il parere del CdR sul tema Semplificazione dei fondi SIE dal punto di vista degli enti locali e regionali, rif. COR-2016-00008-00-00-AC-TRA.


Top