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Document 52016IR2884

    Parere del Comitato europeo delle regioni — Digitalizzazione dell’industria europea

    GU C 88 del 21.3.2017, p. 28–33 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    21.3.2017   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 88/28


    Parere del Comitato europeo delle regioni — Digitalizzazione dell’industria europea

    (2017/C 088/06)

    Relatore:

    Kieran McCarthy (IE/AE), consigliere comunale di Cork

    Documento di riferimento:

    Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni: Digitalizzazione dell’industria europea — Cogliere appieno i vantaggi di un mercato unico digitale

    COM(2016) 180 final

    RACCOMANDAZIONI POLITICHE

    IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI

    Creare una società del cambiamento e dell’innovazione: le sfide future

    1.

    accoglie con favore la comunicazione della Commissione europea Digitalizzazione dell’industria europea — Cogliere appieno i vantaggi di un mercato unico digitale e il connesso pacchetto di incentivi, volti a mettere a frutto le opportunità offerte dalla strategia per il mercato unico digitale. Le prospettive future di crescita economica e di occupazione dell’Europa, ma anche la sua coesione sociale, dipendono sempre più dalla capacità di comprendere, fare propri e utilizzare nelle sue regioni tutti gli aspetti della società dell’innovazione;

    2.

    sottolinea che il mercato unico digitale dell’UE è sostenuto dai suoi 500 milioni di consumatori e costituisce il più importante strumento politico a disposizione dell’UE e dei suoi Stati membri e regioni per favorire l’innovazione, la crescita e l’occupazione;

    3.

    rileva che è in atto una rivoluzione industriale inarrestabile, spinta da nuove generazioni di tecnologie digitali, come i big data, e dalle nuove e diverse applicazioni di dette tecnologie alle problematiche settoriali e locali. In futuro, la sfida per l’industria europea sarà quella di cogliere pienamente e rapidamente tali opportunità digitali. Non si sottolineeranno mai abbastanza le opportunità per le imprese dei settori tradizionali e non tecnologici, in particolare le PMI, di accettare pienamente la digitalizzazione come strumento per rafforzare e garantire la propria competitività;

    4.

    riconosce che il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) dell’UE costituisce una quota importante dell’economia, che occupa più di 6 milioni di persone e rappresenta circa il 4 % del PIL. Studi recenti indicano che la digitalizzazione dei prodotti e dei servizi, se pienamente adottata, potrebbe far incrementare ogni anno le entrate dell’industria europea di oltre 110 miliardi di euro per i prossimi cinque anni;

    Far convergere tutti i settori

    5.

    concorda sul fatto che due fattori particolarmente importanti per poter trarre pienamente vantaggio da un mercato unico digitale sono (a) un’industria digitale europea altamente competitiva e (b) la disponibilità dei settori pubblico e privato ad adeguarsi di conseguenza, integrando le risultanti innovazioni digitali nelle rispettive attività al fine di garantire un’elevata qualità dei servizi per tutti i cittadini. Mette in rilievo che la rimozione degli ostacoli normativi, la riduzione degli oneri burocratici e la modernizzazione della regolamentazione UE costituiscono anch’esse un fattore importante;

    6.

    sottolinea che le imprese di tutte le dimensioni in tutte le regioni e in tutti i settori possono sfruttare i punti di forza europei in materia di TIC costruendo piattaforme industriali digitali al fine di sviluppare tecnologie digitali — dai componenti ai dispositivi e ai software — per i mercati dei beni di consumo, nonché piattaforme Internet e di dati e applicazioni e servizi pertinenti;

    7.

    rileva che la strategia per il mercato unico digitale, in particolare nel suo pilastro Massimizzare il potenziale di crescita dell’economia digitale, contiene tutte le leve principali per migliorare la digitalizzazione dell’industria con azioni in settori quali l’economia basata sui dati, l’Internet degli oggetti, il cloud computing, le competenze e l’e-Government. La convergenza di una serie di altre tecnologie, in particolare la robotica, l’intelligenza artificiale e la stampa in 3D, è un fattore sempre più importante del cambiamento digitale;

    8.

    incoraggia a proseguire con gli investimenti in tre dei partenariati pubblico-privati contrattuali trasversali nell’ambito di Orizzonte 2020: le fabbriche del futuro, le industrie di trasformazione sostenibili attraverso l’uso efficiente delle risorse e dell’energia (SPIRE) e l’impresa comune Bioindustrie (BBIJU);

    Riconoscere le disparità

    9.

    riconosce che la maggior parte dei responsabili del settore industriale hanno difficoltà a decidere quando investire, fino a quale livello e in quali tecnologie. Circa il 60 % delle grandi industrie e oltre il 90 % delle PMI si sentono in ritardo rispetto all’innovazione digitale;

    10.

    sottolinea che il rapido sviluppo e il crescente uso delle tecnologie digitali impone anche di modernizzare con urgenza l’attuale quadro normativo per poter tenere il passo con un ritmo di innovazione senza precedenti;

    11.

    concorda sul fatto che occorre anche fare di più per facilitare il coordinamento delle iniziative europee di ricerca, sviluppo e innovazione in altri settori chiave della tecnologia digitale, che sono consistenti ma frammentarie;

    12.

    insiste sul fatto che, per la diffusione dell’Internet degli oggetti e la trasmissione di un flusso ininterrotto di dati in tutte le regioni, è essenziale una maggiore comprensione dell’interoperabilità come qualcosa di pertinente non solo per le amministrazioni pubbliche ma per tutti i settori (ad esempio come mezzo per garantire che la libertà dei consumatori non sia compromessa dalle restrizioni imposte dai sistemi proprietari di singole imprese tecnologiche). La disponibilità di formati, norme e specifiche comuni è un requisito evidente;

    13.

    considera essenziale che il programma REFIT della Commissione europea, volto a migliorare la regolamentazione, sia incentrato sugli ostacoli all’innovazione e valuti le possibilità di una loro eliminazione o riduzione mediante nuovi approcci normativi, come indicato nella strategia per il mercato unico. a questo proposito sottolinea che gli enti locali e regionali devono essere trattati come partner indispensabili nel processo REFIT e non come portatori di interesse, dal momento che essi applicano gran parte delle decisioni prese al livello dell’UE;

    14.

    invita la Commissione a collaborare più strettamente con le industrie e le imprese di ogni dimensione, tutti i livelli di governo e i portatori d’interesse all’individuazione e alla riduzione degli ostacoli normativi che si frappongono alla digitalizzazione dell’industria europea, nonché alla semplificazione della regolamentazione esistente;

    15.

    ritiene che un efficace ambiente di normazione delle TIC sia fondamentale per la digitalizzazione dell’industria europea e per il mercato unico digitale, in quanto consente ai dispositivi e ai servizi di collegarsi senza soluzione di continuità attraverso le frontiere e tra le diverse tecnologie. Le iniziative in questo senso devono essere incentrate strategicamente su cinque ambiti prioritari per le attività di normazione: il 5G, il cloud computing, l’Internet degli oggetti, le tecnologie di dati e la sicurezza informatica;

    16.

    sottolinea che le norme prioritarie nel settore delle TIC per il mercato unico digitale devono essere tese a garantire un’equa redditività degli investimenti per incentivare la R&S e l’innovazione globali, e un processo di normazione sostenibile, assicurando nel contempo un’ampia disponibilità delle tecnologie in un mercato aperto e competitivo;

    17.

    osserva che in molti settori industriali, il tradizionale ciclo di sviluppo, test e normazione non è più adeguato alle tecnologie convergenti, complesse e in rapida evoluzione;

    18.

    rileva che anche le attività svolte in un’economia digitalizzata comporteranno una sempre maggiore enfasi sulle nuove competenze e capacità, ivi compreso un più elevato grado di creatività, comunicazione e adattabilità, che richiede una massiccia riqualificazione della forza lavoro a tutti i livelli;

    19.

    sottolinea che anche l’ulteriore sviluppo dell’Internet delle cose e dei big data pone sfide significative sul piano della fiducia e della sicurezza a tutte le imprese e per l’accettazione da parte dell’opinione pubblica;

    Riconoscere la necessità di sinergie

    20.

    invita a fare ogni possibile sforzo per creare in questo settore forti partenariati mirati a livello regionale, nazionale e dell’UE, al fine di favorire consistenti investimenti privati e di ottenere un notevole impatto di innovazione sulla competitività attraverso lo sviluppo di prodotti e servizi commercializzati, nonché per consentire scambi produttivi di esperienze, conoscenze e idee tra tali partenariati al fine di sfruttare le sinergie ed evitare la duplicazione degli sforzi, anche creando una rete di partenariati;

    21.

    incoraggia a studiare ulteriormente il valore aggiunto di una cooperazione rafforzata tra i decisori politici nazionali e regionali responsabili dell’innovazione, tenendo conto del concetto di specializzazione intelligente e delle emergenti iniziative interregionali promosse dal basso;

    22.

    ritiene opportuno incoraggiare gli investimenti da fonti private e pubbliche, ivi compresi contributi più ampi da parte delle imprese e di soggetti istituzionali come la Banca europea per gli investimenti (BEI, anche attraverso il piano di investimenti per l’Europa e il FEIS), e riaffermare l’importanza delle sinergie tra Orizzonte 2020, le iniziative Startup Europe e FIWARE, i fondi strutturali e di investimento europei (SIE) e gli strumenti politici nazionali e regionali in relazione ai più ampi obiettivi di competitività e di coesione perseguiti dall’UE;

    23.

    riconosce e accoglie con favore l’intenzione della Commissione europea di concentrare investimenti per 500 milioni di EUR a titolo di Orizzonte 2020 per un’ampia diffusione dei poli di innovazione digitale, nel qual caso il finanziamento di questi poli dev’essere garantito dalla dotazione finanziaria del secondo pilastro di Orizzonte 2020 — Leadership industriale — e non può andare a pesare sulle dotazioni delle altre parti del programma, e sottolinea che gli enti locali e regionali si trovano in una posizione privilegiata per contribuire a questa forma di centro di competenza e di sportello unico tecnologico per conto dei consumatori finali industriali; sottolinea inoltre che l’eccellenza scientifica resta il criterio determinante nella selezione dei progetti da finanziare e che occorre tenere in debito conto l’importante ruolo dell’istruzione superiore nel trasferimento di conoscenze e nel processo di innovazione, per poter accrescere ulteriormente l’effetto degli investimenti previsti a titolo di Orizzonte 2020. In questo contesto, si dovrebbe in particolare precisare ed, eventualmente, rivedere l’impatto delle attività riguardanti i poli d’innovazione digitale;

    24.

    rinnova la sua richiesta di continuare a garantire le risorse necessarie per gli investimenti digitali in quanto componente essenziale di una politica di coesione dell’UE lungimirante, preferibilmente con investimenti notevolmente più consistenti rispetto alla quota di spesa di 14 miliardi di euro assegnata dai fondi SIE a questo tema tra il 2007 e il 2013;

    Il finanziamento delle TIC nelle nostre regioni

    25.

    sottolinea che il carattere aperto di Internet e l’impressionante espansione dell’offerta e della domanda di contenuti e servizi rappresentano attualmente elementi propulsivi determinanti per la competitività, la crescita economica, lo sviluppo sociale e l’innovazione in Europa. Tuttavia, a causa dell’handicap rappresentato dai persistenti deficit infrastrutturali, in particolare nei contesti rurali, considerati meno redditizi dagli operatori privati, molti enti locali e regionali non sono ancora in grado di sfruttare appieno tali sviluppi;

    26.

    invita la Commissione europea a sostenere i suddetti enti nelle loro attività di finanziamento, innanzitutto continuando ad autorizzare l’assegnazione prioritaria dei fondi SIE alle infrastrutture digitali in tutte le regioni europee e, in secondo luogo, riconoscendo gli ostacoli tecnologici ai progetti di sviluppo digitale nelle zone rurali e scarsamente popolate, o nelle regioni che devono affrontare altre sfide demografiche, che devono essere considerati come servizi di interesse economico generale;

    27.

    continua a condividere le preoccupazioni del Parlamento europeo circa le conseguenze della decisione del Consiglio europeo del febbraio 2013 di ridurre la dotazione per le infrastrutture e i servizi digitali, a titolo del meccanismo per collegare, l’Europa da 9,2 miliardi di euro a 1 miliardo di euro soltanto, che ha imposto alla Commissione europea di riorientare radicalmente i propri piani;

    Promuovere l’innovazione e la competitività attraverso l’infrastruttura TIC

    28.

    sottolinea che gli enti locali e regionali sono in grado di promuovere l’innovazione e la competitività adottando soluzioni ad hoc dal lato sia della domanda che dell’offerta, ivi compresa la diffusione della banda larga, l’economia digitale, l’e-Inclusione e l’e-Government. Essi inoltre forniscono strutture per l’istruzione e la formazione, attuano le iniziative di finanziamento dell’UE, e facilitano una benefica cooperazione e proficui scambi con altri enti pubblici, anche attraverso le frontiere;

    29.

    accoglie con favore le opportunità offerte dalla BEI, che si è impegnata a incrementare i propri prestiti a favore delle infrastrutture a banda larga a 2 miliardi di euro l’anno e ha espressamente sottolineato l’importante ruolo del livello locale e regionale in questo tipo di investimenti orientati alla crescita. Sottolinea inoltre l’importanza di incoraggiare gli sforzi di tipo partecipativo, come le imprese comunitarie;

    30.

    invita a sostenere anche i nuovi strumenti d’investimento per accelerare la realizzazione di infrastrutture atte a conseguire gli obiettivi in materia di velocità della banda larga dell’elemento Agenda digitale per l’Europa della strategia Europa 2020, nonché per accelerare la piena diffusione dei servizi 4G (in anticipo sulle nuove tecnologie, come il 5G), mantenendo nel contempo la neutralità tecnologica, e rendere possibile un’effettiva concorrenza tra gli operatori;

    Sviluppare il potenziale dell’e-Government e dell’e-commerce

    31.

    insiste sul fatto che gli enti locali e regionali debbano darsi la priorità di fornire ai cittadini le giuste competenze digitali e imprenditoriali, mettendoli in condizione di utilizzare appieno le nuove tecnologie, di comprendere le questioni relative alla sicurezza informatica e la necessità di proteggere i dati personali, di accrescere la propria occupabilità e di creare nuove opportunità imprenditoriali, anche attraverso l’analisi dei big data;

    32.

    rileva che l’e-commerce rappresenta tuttora un’occasione perduta per molte piccole imprese, in particolare a causa dei costi proibitivi che comporta: il 65 % degli utenti europei di Internet fa acquisti online, ma, a fronte di questo notevole livello di domanda, solo il 16 % delle PMI europee vende online, e meno della metà (il 7,5 %) lo fa anche in altri paesi;

    33.

    chiede sia attribuita priorità alla rimozione degli ostacoli all’e-commerce derivanti da questioni come i geoblocchi e l’assenza di un sistema sicuro per il pagamento online tramite carta di credito, che comportano costi superflui, complicazioni e rischi di frode per i potenziali rivenditori online, in particolare quelli impegnati nella vendita transfrontaliera;

    34.

    mette in rilievo l’importanza del piano d’azione e-Government della Commissione europea per la modernizzazione dei servizi pubblici mediante la digitalizzazione, e in special modo l’accessibilità delle istituzioni pubbliche per i privati cittadini e le imprese attraverso gli strumenti elettronici, indipendentemente da dove si trovino fisicamente; pertanto sottolinea il proprio sostegno allo sviluppo di servizi pubblici transfrontalieri interoperabili e multilingue (in particolare per lo scambio di informazioni) in quanto strumento funzionale per superare la perifericità percepita;

    35.

    per quanto riguarda l’utilizzo delle potenzialità dell’e-Government per generare vantaggi sociali quali la riduzione dell’impronta di carbonio, la semplificazione delle procedure per le imprese, la promozione del turismo o la valorizzazione del patrimonio culturale, ricorda che sono spesso gli enti locali e regionali a svolgere un importante ruolo motore in termini di individuazione delle opportunità offerte dalle TIC e dei relativi attori, condivisione delle migliori pratiche tecnologiche, assegnazione di fondi da investire negli strumenti TIC, misurazione dei progressi compiuti e diffusione dei risultati raggiunti;

    36.

    osserva che, con l’aumento delle competenze digitali e dell’uso degli strumenti digitali, le imprese richiederanno anche maggiori possibilità di ricorrere a soluzioni digitali nei loro contatti con le autorità. Una pubblica amministrazione digitalizzata che funzioni bene offre alle imprese, alle organizzazioni e ai privati cittadini servizi elettronici e processi digitali efficaci che ne migliorano l’accessibilità, semplificano la gestione e riducono i tempi di trattamento delle pratiche da parte del settore pubblico. Una maggiore digitalizzazione offre agli attori pubblici, sul piano sia nazionale che regionale e locale, maggiori possibilità di liberare risorse, permettendo così di dedicare più tempo ai contatti con i clienti e meno tempo all’amministrazione e al controllo;

    37.

    sottolinea che l’interoperabilità dei sistemi di e-Government richiede non solo la compatibilità dei sistemi ma anche la capacità della pubblica amministrazione di lavorare in stretta collaborazione con i sistemi informatici, nonché la consapevolezza dell’opinione pubblica circa le possibilità che tali sistemi offrono. Il CdR propone pertanto di aggiungere le componenti della formazione delle capacità umane (in termini sia di competenze digitali sia di conoscenze linguistiche) e della sensibilizzazione al programma ISA2 per le soluzioni di interoperabilità a sostegno della modernizzazione della pubblica amministrazione;

    38.

    accoglie favorevolmente le proposte di interventi per il mercato interno delle comunicazioni elettroniche destinate ad accelerare lo sviluppo dinamico e sostenibile di tutti i settori economici e a creare nuovi posti di lavoro, nonché a garantire l’aggiornamento della normativa sul diritto d’autore tenendo conto della rivoluzione digitale e della modifica dei comportamenti dei consumatori;

    39.

    riconosce il potenziale che può essere ottenuto attraverso la cooperazione tra il CdR e la direzione generale Ricerca e innovazione (DG RTD) della Commissione nell’ambito della piattaforma di scambio delle conoscenze (Knowledge Exchange Platform, KEP) come mezzo per promuovere le nuove soluzioni R&I (ricerca e innovazione), i prodotti innovativi e le buone pratiche in risposta alle sfide sociali cui devono far fronte gli enti locali e regionali in Europa;

    Offrire istruzione e competenze adeguate

    40.

    sottolinea che alcune delle priorità dell’Agenda digitale per l’Europa, in particolare l’alfabetizzazione digitale e la riduzione del deficit di competenze, come pure le opportunità mancate nella risposta ai problemi della società, sono elementi fondamentali per la qualità di vita e l’attività sociale ed economica che possono essere affrontati nel modo migliore a livello locale e regionale per offrire servizi più efficienti e personalizzati ai cittadini e alle imprese locali;

    41.

    riconosce che, per quanto concerne i professionisti delle TIC, nel corso degli ultimi tre anni è stato creato in Europa oltre un milione di nuovi posti di lavoro. Ciononostante, si prevede che entro il 2020, per effetto della rapida crescita della domanda, in questo settore vi saranno più di 800 000 posti di lavoro vacanti;

    42.

    esorta a sviluppare ulteriormente la Grande coalizione per l’occupazione nel settore digitale della Commissione europea in quanto iniziativa transeuropea multipartecipativa volta a compensare lo squilibrio tra la carenza di competenze nel settore delle TIC e l’elevato numero di posti di lavoro vacanti offrendo un’adeguata formazione, apprendistati, tirocini, azioni volte ad agevolare la mobilità e/o realizzando attività di sensibilizzazione per incoraggiare i giovani a studiare e a scegliere una carriera in questo settore;

    43.

    ricorda che è al livello subnazionale che possono essere ottenute le informazioni più esatte e tempestive sui mercati del lavoro, e che gli enti locali e regionali possono svolgere un ruolo significativo nell’analisi dello squilibrio tra domanda e offerta di competenze, sostenendo lo sviluppo di adeguati programmi di formazione professionale e incoraggiando investimenti che rispondano alla domanda locale;

    44.

    chiede che gli erogatori di istruzione e formazione sviluppino approcci mirati a favore delle TIC. Le professioni del futuro richiederanno una combinazione adeguata di competenze di base, trasversali e tecniche, in particolare competenze digitali e relative a un settore specifico di attività, che i sistemi di istruzione e formazione non forniscono ancora interamente; È quindi necessario porre le basi di un sistema d’istruzione e formazione che metta l’accento più sulle esercitazioni pratiche degli alunni e degli studenti che sugli aspetti teorici;

    45.

    prende atto della creazione e riconosce l’importanza dell’Agenda per nuove competenze per l’Europa della Commissione europea e nota come essa offra un quadro globale per l’occupabilità, compresa la necessità di competenze abilitanti fondamentali sia digitali che complementari;

    46.

    sottolinea l’enorme importanza di garantire l’alfabetizzazione e le competenze digitali necessarie ai cittadini, ai lavoratori, agli studenti e alle persone in cerca di lavoro quale parte integrante di un’attuazione completa della digitalizzazione dell’economia e della società;

    47.

    riaffermando la necessità della cooperazione a livello europeo nel settore della gioventù (2010-2018), sottolinea l’importanza di sviluppare un pacchetto di base, che ogni Stato membro dovrebbe assicurare ai giovani studenti mediante la garanzia di accesso alla rete Internet a banda larga nel quadro del sistema di istruzione, offrendo in tal modo ai giovani una garanzia minima in materia di qualifiche e di competenze informatiche. Quest’ultimo aspetto deve valere non soltanto per il periodo della scuola dell’obbligo, ma anche per tutto l’arco della vita attraverso programmi innovativi e un perfezionamento al passo con l’evoluzione dei sistemi tecnologici;

    48.

    avverte che, a parte le prospettive economiche e occupazionali, non si deve permettere che la crescente influenza delle tecnologie digitali, soprattutto tra i giovani, abbia l’effetto di indebolire competenze umane fondamentali, ad esempio le capacità di leggere e scrivere e l’interazione tra persone;

    49.

    conclude affermando la necessità di riconoscere maggiormente l’importanza delle regioni dell’UE per quanto riguarda l’attuazione sostenibile dell’agenda digitale. Gli enti locali e regionali sono fra i principali destinatari delle raccomandazioni dell’agenda e devono figurare tra i principali artefici e partner della sua attuazione.

    Bruxelles, 11 ottobre 2016

    Il presidente del Comitato europeo delle regioni

    Markku MARKKULA


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