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Document 52016IR0982

Parere del Comitato europeo delle regioni - Riesame della politica europea di vicinato

GU C 88 del 21.3.2017, p. 64–68 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

21.3.2017   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 88/64


Parere del Comitato europeo delle regioni - Riesame della politica europea di vicinato

(2017/C 088/13)

Relatrice:

Anne Quart (DE/PSE), sottosegretaria di Stato per l’Europa e la tutela dei consumatori, ministero della Giustizia, degli affari europei e della tutela dei consumatori del Land Brandeburgo

Testo di riferimento:

JOIN(2015) 50 final

RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI

Osservazioni generali

1.

è dell’avviso che la promozione della stabilità e del benessere nei paesi del vicinato dell’Unione europea debba figurare tra le massime priorità della politica estera e di sicurezza dell’UE; chiede che si tenga conto delle potenzialità degli enti locali e regionali nella formulazione e attuazione della politica estera europea; ritiene che il CdR dovrebbe fornire un contributo significativo alla creazione di fiducia e alla cooperazione internazionale a livello regionale e locale;

2.

osserva che la politica europea di vicinato (PEV) può essere sostenibile solo se produce un vantaggio concreto per i cittadini dell’Unione europea e dei paesi vicini; chiede che, nell’attuazione della nuova strategia, si riservi a questo aspetto una posizione centrale;

3.

osserva che la PEV è più che altro un progetto delle istituzioni dell’Unione europea e dei governi degli Stati membri e dei paesi vicini. Sottolinea che il buon esito dell’attuazione dei programmi e dei progetti ha sensibili ricadute sui livelli locali e regionali sia degli Stati membri dell’Unione, sia dei paesi terzi coinvolti. Chiede che, nel quadro della PEV, siano rafforzate in via prioritaria la cooperazione a livello locale e regionale e l’interazione tra le società civili, e che a tal fine siano stanziate risorse adeguate; insiste perché gli enti locali e regionali e le loro associazioni siano coinvolti in ogni fase di attuazione della PEV — dalla programmazione al controllo democratico; è dell’avviso che gli enti locali e regionali e le loro associazioni debbano partecipare ai lavori dei comitati e dei consigli di associazione ed ottenere uno status permanente di osservatori;

4.

chiede progetti più concreti per promuovere i contatti interpersonali; giudica imprescindibile lo stanziamento di maggiori risorse a favore della cooperazione transfrontaliera, dei partenariati tra enti territoriali e degli scambi in ambito scientifico e culturale e tra giovani; ribadisce la sua richiesta di coinvolgere i paesi partner nei programmi dell’UE, come Erasmus; si compiace che la Commissione europea abbia attribuito un’elevata importanza all’agevolazione dei visti e abbia formulato proposte concrete riguardo all’Ucraina e alla Georgia; conferma il suo sostegno alle iniziative in materia di visti e mobilità in collaborazione con i paesi partner della PEV che lo desiderino, compresi i dialoghi sulla liberalizzazione e l’agevolazione dei visti;

5.

ribadisce le proposte formulate nel suo parere del 9 luglio 2015 sul tema Verso una nuova politica europea di vicinato; sollecita la Commissione e il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) a tenerne conto in maniera coerente nell’attuazione della strategia;

6.

osserva che i conflitti armati, l’uso della forza, le violazioni della sovranità territoriale, il non rispetto dei diritti umani e del principio della parità di diritti dei popoli, il terrorismo e la grave destabilizzazione di numerose nazioni e regioni del vicinato dell’UE hanno prodotto ingenti perdite di vite umane, un gran numero di feriti e di sfollati interni e una migrazione forzata di vaste proporzioni, oltre ad intralciare lo sviluppo di partenariati duraturi. Sottolinea l’importanza di mettere da parte le considerazioni e le illusioni geopolitiche e di fissare obiettivi realistici, basati su una valutazione pragmatica, nonché di organizzare relazioni di cooperazione tra partner che hanno un interesse reale a interagire e la capacità di conseguire risultati duraturi; insiste sull’esigenza di continuare a preservare, pur con le dovute distinzioni, un equilibrio tra il vicinato orientale e quello meridionale;

7.

rileva che un partenariato duraturo si può creare solo sulla base di condizioni di parità e di vantaggi reciproci; si compiace che la Commissione abbia attribuito particolare importanza a questo aspetto nel processo di riesame della PEV e chiede di mettere in pratica, per tale politica, il concetto della responsabilità reciproca e alla pari;

8.

sottolinea in particolare che non va messo in discussione il rispetto coerente dei diritti umani e delle norme del diritto umanitario internazionale. A tale riguardo, evidenzia come i conflitti che sconvolgono molti dei partner della PEV pongano nuove sfide circa la tutela dei rifugiati e il rispetto del diritto umanitario internazionale e come occorra adottare nuovi approcci per garantire l’integrazione di nuovi e più efficaci strumenti volti ad assicurare il pieno rispetto degli standard europei ed internazionali a protezione dei rifugiati. Sottolinea inoltre che l’imminente negoziazione dei patti globali sulla migrazione con molti paesi partner della PEV debba avvenire con il coinvolgimento degli enti locali e attraverso una integrazione maggiore tra politica migratoria e politica di vicinato al fine di evitare contraddizioni e disallineamenti.

La stabilità dell’UE e del suo vicinato

9.

sottolinea che l’influsso maggiore dell’Europa sulla stabilità e il benessere dei paesi vicini viene esercitato attraverso l’attrattiva del modello socioeconomico dell’UE, l’unità e la solidarietà tra i suoi Stati membri, lo sviluppo sostenibile, la democrazia e il rispetto dei diritti umani e delle libertà democratiche; sottolinea che il contributo più importante dell’UE alla stabilizzazione dei suoi vicini è dato dalla sua stessa stabilità e dal fatto di mantenersi fedele ai suoi principi e ai suoi valori;

10.

chiede che le minacce alla sicurezza siano analizzate in tutta la loro complessità, partendo dalle cause dell’instabilità; sottolinea che vanno affrontate in via prioritaria le ragioni socioeconomiche alla radice delle attuali sfide in termini di sicurezza e di migrazione; accoglie favorevolmente l’impegno assunto dall’UE a cooperare con i partner della PEV per realizzare gli obiettivi di sviluppo delle Nazioni Unite; chiede che venga dedicata maggiore attenzione alla promozione dei diritti sociali, in quanto uno sviluppo economico e sociale sostenibile è essenziale per un vicinato stabile; mette in evidenza che la creazione di posti di lavoro costituisce il fattore decisivo per il futuro della maggior parte dei paesi vicini; accoglie con favore l’attenzione prioritaria riservata alla lotta alla disoccupazione giovanile e alla promozione delle piccole e medie imprese; sottolinea che a questo scopo si rendono necessari un approccio multilivello — che vada dal livello nazionale a quello regionale e locale — e una cooperazione regionale, subregionale e transfrontaliera; chiede che i programmi di cooperazione settoriali siano configurati in modo tale da poter essere realizzati dagli enti locali e regionali;

11.

accoglie con favore la presentazione, da parte della Commissione, della proposta di creare un nuovo quadro di partenariato con i paesi terzi ed un nuovo piano europeo per gli investimenti esterni volto ad affrontare le cause all’origine della migrazione mobilitando gli investimenti, intensificando l’assistenza tecnica e sostenendo le riforme economiche e strutturali per migliorare il contesto imprenditoriale e politico generale; chiede che gli enti locali e regionali europei siano coinvolti fin dall’inizio in tale processo;

12.

si attende che i nuovi «patti sulla migrazione» che l’UE sta negoziando con la Giordania e il Libano nel quadro della comunicazione, del 7 giugno 2016, sulla creazione di un nuovo quadro di partenariato, trovino un buon equilibrio tra i bisogni dei profughi, le esigenze e le condizioni specifiche di tali paesi, e le aspettative dell’UE e dei suoi Stati membri, nel rispetto dei diritti umani e degli standard delle norme del diritto umanitario internazionale;

13.

ribadisce il proprio impegno nei confronti del popolo tunisino e invoca un autentico partenariato globale e approfondito tra l’UE e la Tunisia; sottolinea che la prosecuzione del suo processo di transizione pacifica e democratica verso la stabilità sotto il profilo sia economico che della sicurezza trasmetterebbe un segnale molto positivo a tutti i paesi della PEV; evidenzia la necessità di incrementare sensibilmente gli aiuti UE alla Tunisia per sostenere il consolidamento della transizione democratica e promuovere gli investimenti e lo sviluppo in tutti i settori dell’economia e della società, in particolar modo la creazione di occupazione e il mantenimento di servizi pubblici di qualità accessibili a tutti; prende atto dell’avvio dei negoziati per la stipula di un ambizioso accordo di libero scambio (zona di libero scambio globale e approfondita) tra l’UE e la Tunisia e invita la Commissione ad adottare un approccio completo che garantisca che tale accordo sia di vantaggio reciproco e, allo stesso tempo, tenga debitamente conto delle forti disparità economiche tra le due parti;

14.

chiede che gli enti locali e regionali sia nell’UE che nei paesi PEV siano aiutati in via prioritaria a fornire ai profughi servizi di base di qualità adeguata, invece di dirottarli verso paesi terzi, e che, in una prospettiva più a lungo termine, queste persone siano coinvolte nello sviluppo economico e sociale sostenibile dei loro comuni e regioni di provenienza; rileva che i profughi che giungono in Europa dai paesi vicini costituiscono in prospettiva un ponte tra l’UE e tali paesi;

15.

raccomanda, di fronte ai fenomeni di radicalizzazione religiosa, nazionalismo, estremismo e terrorismo, di elaborare strategie e di fornire strumenti adeguati per favorire il dialogo interculturale all’interno dell’UE e con le società dei paesi vicini; sottolinea inoltre la responsabilità e le potenzialità degli enti locali e regionali in questo campo; tale dialogo deve instaurarsi tra i politici, ma anche a livello di società civile e, in particolar modo, tra i cittadini;

16.

osserva che le relazioni di buon vicinato con i paesi del vicinato europeo e i paesi loro limitrofi sono imprescindibili per la stabilità in Europa; rileva che la cooperazione economica e il dialogo politico tra l’UE e la Federazione russa rivestono un’importanza particolare; ricorda che una normalizzazione dei rapporti economici e politici con la Russia dipende dall’attuazione integrale dell’accordo di Minsk; rileva che a livello subnazionale e tra attori della società civile e del mondo imprenditoriale la cooperazione e il dialogo proseguono e che tale potenziale andrebbe sfruttato meglio per superare le divergenze.

Differenziazione e cooperazione regionale

17.

sottolinea che la cooperazione con l’UE non dovrebbe portare i paesi vicini a competere tra loro per aggiudicarsi le migliori relazioni con l’UE, bensì a collaborare a livello regionale e territoriale; rileva che la dimensione multilaterale della PEV è essenziale; evidenzia che solo tramite la collaborazione sistematica tra tutti i partner di una regione sarà possibile far fronte alle sfide su più livelli poste dall’obiettivo di stabilizzare i paesi vicini; osserva che da parte dell’UE è necessario un impegno maggiore per dare nuovo slancio all’approccio multilaterale della politica di vicinato e assegnare agli enti locali e regionali una posizione centrale in questo processo;

18.

pone in rilievo l’impegno e il potenziale del CdR in materia di cooperazione regionale, in particolare tramite l’Assemblea regionale e locale euromediterranea (ARLEM), la Conferenza degli enti regionali e locali per il partenariato orientale (Corleap) e la task force per l’Ucraina; sollecita la Commissione e le delegazioni dell’UE a mettere maggiormente a frutto le competenze specialistiche di questi tre organi;

19.

osserva che, in previsione di benefici a lungo termine per il loro sviluppo democratico ed economico, la Georgia, la Repubblica di Moldova e l’Ucraina hanno scelto di rafforzare le relazioni con l’UE, con la quale hanno concluso un accordo di associazione; teme tuttavia che i costi sociali dei processi di riforma possano mettere a rischio l’accettazione del processo di avvicinamento da parte della popolazione, e sollecita l’UE a collaborare ancor più strettamente con i paesi interessati per trovare le modalità più appropriate per gestire questa sfida; sottolinea l’importanza delle riforme in materia di decentramento da condurre in tali paesi ai fini dell’attuazione degli accordi e chiede di promuovere in via prioritaria i processi di democratizzazione a livello locale e regionale;

20.

chiede che vengano messe a punto delle strategie per evitare che i paesi si trovino a dover decidere se cooperare più strettamente con l’UE oppure con altri partner; si compiace del fatto che, grazie ai negoziati avviati di recente tra l’UE e l’Armenia, si aprano nuove strade per consentire una stretta cooperazione con l’UE senza ostacolare l’adempimento di altri obblighi a livello internazionale; è dell’avviso che si debba far tesoro di queste esperienze anche nello sviluppo delle relazioni con la Bielorussia e l’Azerbaigian;

21.

chiede che vengano messe a punto strategie subregionali che tengano conto delle realtà e delle sfide estremamente diverse che caratterizzano il vicinato meridionale, vale a dire una strategia per la regione Adriatico-ionica, una per il Mediterraneo occidentale e un’altra per il Mediterraneo orientale;

22.

sollecita l’Alto rappresentante e la Commissione a presentare una strategia concreta intesa a includere i vicini dei vicini, in special modo la Federazione russa, tra i paesi aderenti alla PEV, al fine di dar corpo a tale approccio;

23.

sottolinea che il partenariato comincia nelle regioni frontaliere; sollecita la Commissione a riconoscerne il ruolo e a sostenere la cooperazione transfrontaliera emergente tra gli enti locali e regionali dei paesi vicini, creando così un esempio per altri paesi PEV; chiede l’elaborazione di un approccio globale e di più lungo respiro, che trascenda l’attuale periodo di programmazione; a tale riguardo chiede che siano realizzati dei GECT tra l’UE e le regioni limitrofe, e che sia concluso rapidamente un accordo sull’uso armonizzato dei fondi UE tra Interreg Europa e lo strumento europeo di vicinato per lo sviluppo di tutte le regioni dell’UE che confinano con i paesi PEV.

Responsabilità e approccio orientato al cittadino

24.

sottolinea che la responsabilità locale e regionale è indispensabile per la riuscita della PEV e che è opportuno definire le politiche e le misure dell’UE, con relativi finanziamenti, tenendo conto delle esigenze regionali; in questo caso occorrerà scegliere un approccio di ampio respiro che vada a vantaggio di tutte le componenti della società e appoggi lo sviluppo regionale; rileva che va potenziato il ruolo degli enti locali e regionali, specialmente di quelli situati nelle regioni di frontiera, nei piani d’azione bilaterali, rafforzando a tal fine i loro diritti e le loro competenze, nonché garantendo una dotazione di risorse che sia di livello sufficiente e accessibile ai suddetti enti;

25.

osserva che le conoscenze riguardo all’UE e agli accordi tra i paesi PEV e l’UE a livello locale e tra il grande pubblico sono scarsamente sviluppate; sollecita la Commissione, in collaborazione con le delegazioni dell’UE, ad aumentare sensibilmente la visibilità dei programmi di cooperazione a livello regionale e locale, garantire che gli attori locali e regionali siano meglio informati e formati, in particolare attraverso appositi programmi di formazione per gli insegnanti e lo scambio di materiale didattico, e rafforzare a livello subnazionale la creazione di capacità a beneficio dei programmi PEV;

26.

ritiene essenziale rafforzare l’impegno dei giovani e la partecipazione delle donne quali elementi chiave dello sviluppo dei paesi vicini;

27.

chiede che venga lanciato un maggior numero di progetti concreti sul campo, con risultati tangibili ed effetti positivi sulla vita quotidiana dei cittadini.

Buon governo, Stato di diritto e rispetto dei diritti umani e delle libertà civiche

28.

sottolinea che il buon governo, lo Stato di diritto, la democrazia e il rispetto dei diritti umani e delle libertà democratiche sono fondamentali per la stabilità; rileva che le società dei paesi vicini all’UE presentano ciascuna esperienze e condizioni storicamente differenti, e che gli standard in materia di democrazia e diritti umani non possono essere imposti dall’esterno o dall’alto, ma devono svilupparsi dal basso; evidenzia il ruolo degli enti locali e regionali nel radicamento della democrazia e dello Stato di diritto nella società; sottolinea che questi valori basilari sono i fondamenti della PEV e non possono essere oggetto di compromesso; evidenzia la necessità di includere negli accordi di partenariato meccanismi istituzionali più efficaci in grado di monitorare il rispetto di tali principi da parte dei paesi partner;

29.

rileva che nella maggior parte dei paesi vicini occorre migliorare le capacità amministrative; conferma la disponibilità sua, dei suoi membri, degli enti territoriali interessati e delle loro associazioni nazionali a contribuire ai programmi di potenziamento delle capacità amministrative nei paesi vicini; sollecita la Commissione a creare le condizioni amministrative e finanziarie richieste a tal fine; chiede che siano sostenute con maggior vigore le riforme, nei paesi del vicinato, a favore del decentramento; suggerisce di elaborare insieme ai suddetti paesi dei progetti pilota settoriali da realizzare sotto la responsabilità degli enti locali e regionali in modo da consentir loro di acquisire esperienza nei processi di decentramento;

30.

sollecita la Commissione a elaborare progetti destinati ai rappresentanti locali e regionali e alle amministrazioni locali, nel cui contesto poter organizzare lo scambio di esperienze con gli enti locali e regionali dell’UE; chiede che siano sostenute con maggior vigore le associazioni nazionali di enti locali e regionali per favorire lo scambio di esperienze tra tali enti nei singoli paesi PEV; si dichiara favorevole a un’estensione significativa dei programmi di partenariato tra città e dei progetti TAIEX (strumento di assistenza tecnica e scambio di informazioni), nonché del programma di gemellaggio; sollecita la Commissione a fornire un adeguato sostegno non soltanto politico ma anche finanziario ad attività dirette dallo stesso CdR e sviluppate nel quadro dell’ARLEM, della Corleap e della task force per l’Ucraina;

31.

rinnova la richiesta rivolta al SEAE di designare, quale misura concreta, un interlocutore di riferimento per gli enti locali e regionali in ciascuna delle 16 delegazioni della Commissione presso i paesi PEV.

Cooperazione nel settore dell’energia

32.

osserva che una stretta cooperazione sulle questioni legate all’energia rappresenta un elemento sostanziale delle relazioni dell’UE con i suoi vicini, dato che molti di questi paesi sono importanti fornitori di energia per gli Stati membri dell’UE; reputa che l’UE possa ridurre la sua dipendenza dai fornitori esterni e da fonti di provenienza esterna grazie al miglioramento della propria efficienza energetica in ciascuna fase della catena energetica, ricorrendo al massimo a fonti energetiche rinnovabili e ad altre fonti interne e privilegiando i combustibili e le tecnologie sostenibili sul piano ambientale. L’UE darà così un contributo anche al conseguimento degli obiettivi concordati alla COP 21 di Parigi; sottolinea che la cooperazione in campo energetico tra l’UE e i suoi vicini dovrebbe anzitutto riguardare i progetti per lo sviluppo di infrastrutture energetiche e per l’efficienza energetica;

33.

fa presente che il Patto dei sindaci per il clima e l’energia potrebbe essere una delle piattaforme per la cooperazione in questo ambito e, a questo proposito, offre le competenze e le conoscenze dei propri Ambasciatori del Patto dei sindaci per la realizzazione degli obiettivi climatici ed energetici nei paesi PEV;

34.

riconosce il diritto da parte degli Stati membri di decidere in merito al loro approvvigionamento energetico; chiede di tener conto costantemente delle istanze degli enti locali e regionali e dei punti di vista dei cittadini al riguardo; richiama l’attenzione sulla forte opposizione manifestata da numerosi comuni dell’UE rispetto all’estrazione di gas e petrolio con la tecnica della fratturazione idraulica e chiede che al centro della cooperazione energetica con i paesi PEV sia posto il rispetto delle norme ambientali UE più rigorose in materia di estrazione e raffinazione di gas e petrolio;

35.

chiede che venga migliorata l’interconnessione delle reti energetiche non solo all’interno dell’UE, ma anche tra l’UE e i paesi vicini, nonché tra questi e i loro vicini rispettivi;

36.

esprime preoccupazione di fronte al forte aumento dei prezzi dell’energia in alcuni paesi PEV e chiede che l’impegno della Commissione a favore dell’accessibilità economica dell’energia sfoci in misure concrete a sostegno della popolazione dei paesi PEV in condizioni di povertà energetica;

37.

è fermamente convinto che i nuovi progetti nel settore dell’energia debbano essere incentrati sulla diversificazione delle fonti e non debbano compromettere lo status dei paesi PEV in quanto paesi di transito delle risorse energetiche.

Creazione di sinergie

38.

raccomanda un migliore scambio delle esperienze maturate nella cooperazione con i paesi del vicinato sia orientale che meridionale, e plaude all’impegno profuso dai membri dell’ARLEM, della Corleap e della task force per l’Ucraina;

39.

chiede un più stretto coordinamento tra la PEV e i programmi elaborati dall’UE per alleviare le condizioni dei profughi nei paesi del vicinato;

40.

si compiace che la strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell’UE riconosca il ruolo delle regioni in quanto esse «rappresentano spazi critici di governance in un mondo privo di centro» e si impegni a «promuovere e sostenere ordini regionali cooperativi in tutto il mondo»; chiede all’Alto rappresentante e al SEAE di tener conto e di avvalersi dell’esperienza maturata dagli enti locali e regionali.

Risorse finanziarie

41.

sottolinea che i finanziamenti stanziati a titolo dello Strumento europeo di vicinato non sono commisurati alle ambizioni politiche dell’UE e alle sfide poste dal vicinato, e si rammarica che non si sia colta l’occasione del riesame della PEV per raccomandare un aumento delle risorse finanziarie;

42.

osserva che attualmente l’UE si trova ad affrontare una serie di crisi senza precedenti, tra cui in particolare l’emergenza dei profughi, catastrofi naturali e conflitti armati, che hanno messo in pericolo i valori fondamentali; rileva che, al momento di decidere in merito al quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020, le suddette crisi non erano ancora prevedibili; sollecita quindi la Commissione a presentare una proposta di revisione del QFP che ne innalzi i massimali a titolo di questa rubrica 4, come anche della rubrica 3, producendo così anche un significativo aumento degli stanziamenti a favore della PEV, tra l’altro per far fronte alla crisi dei migranti e dei profughi e garantire le attività di accoglienza e integrazione dei migranti, le quali sono organizzate principalmente dagli enti locali e regionali; il nuovo QFP offre l’opportunità di aumentare le risorse destinate specificamente alla realizzazione delle priorità dell’agenda europea sulla migrazione, anche nella sua dimensione esterna;

43.

chiede di ridurre progressivamente la pratica di concentrare le risorse finanziarie per la PEV in via prioritaria sulla cooperazione con i livelli nazionali; chiede che siano fissate delle quote per quanto possibile commisurate alle condizioni dei singoli paesi per il finanziamento di progetti a livello subnazionale; insiste sulla necessità di adattare le risorse finanziarie dell’UE ai bisogni specifici degli attori locali e regionali, sostenendo, tra l’altro, i progetti di piccole dimensioni e utilizzando il co-finanziamento in modo flessibile; propone alla Commissione di valutare la possibilità di reintrodurre lo Strumento per l’amministrazione locale (Local Administration Facility — LAF) utilizzato dai paesi candidati all’adesione, estendendone il campo di applicazione ai paesi PEV e dotandolo di norme più severe in materia di rimborso, che richiedano l’attuazione di progetti più concreti e sostenibili; chiede che l’utilizzo delle risorse finanziarie sia soggetto a un controllo scrupoloso, anche da parte della società civile.

Bruxelles, 11 ottobre 2016

Il presidente del Comitato europeo delle regioni

Markku MARKKULA


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