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Document 52016AE0078

    Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «L’innovazione come motore di nuovi modelli economici» (parere esplorativo)

    GU C 303 del 19.8.2016, p. 28–35 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    19.8.2016   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 303/28


    Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «L’innovazione come motore di nuovi modelli economici»

    (parere esplorativo)

    (2016/C 303/04)

    Relatrice:

    Ariane RODERT

    Correlatore:

    Oliver RÖPKE

    Il 16 dicembre 2015 Marcelis Boereboom, direttore generale presso il ministero olandese degli Affari sociali e del lavoro, ha chiesto al Comitato economico e sociale europeo, a nome della futura presidenza olandese del Consiglio, di elaborare un parere esplorativo sul tema:

    L’innovazione come motore di nuovi modelli economici

    (parere esplorativo)

    La sezione specializzata Mercato unico, produzione e consumo, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 10 maggio 2016.

    Alla sua 517a sessione plenaria, dei giorni 25 e 26 maggio 2016, (seduta del 25 maggio), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 131 voti favorevoli e 3 astensioni.

    1.   Conclusioni e raccomandazioni

    1.1

    L’Europa si trova dinanzi a sfide complesse che richiedono modelli sociali ed economici rinnovati. È necessaria una svolta verso un’economia basata sull’innovazione per creare progresso, crescita e benessere in Europa.

    1.2

    In tale contesto si vanno affermando concetti e modelli imprenditoriali innovativi, che indicano uno spostamento da un’innovazione di tipo tradizionale a un’innovazione che integra prospettive tecnologiche, ambientali e sociali e che si concentra sulla vita dei cittadini e sul loro benessere.

    1.3

    Il CESE invita pertanto la Commissione europea a sviluppare un quadro politico a sostegno di questi nuovi modelli imprenditoriali emergenti, attraverso il riconoscimento, il collegamento e la promozione di concetti centrali per tali modelli di imprese, basati su teorie come il valore condiviso, l’impatto collettivo, la misurazione dell’impatto, il partenariato a elica e l’innovazione sociale.

    1.4

    Il quadro politico comprende un ambiente propizio, con l’eliminazione delle barriere e l’ampliamento delle idee tradizionali d’impresa. Tra le questioni da analizzare figurano gli appalti pubblici, una regolamentazione favorevole all’innovazione, uno strumento finanziario su misura, un sostegno più mirato dei fondi strutturali, potenziali incentivi fiscali, la formazione, il sostegno e l’aggiornamento delle competenze, in quest’ultimo caso tenendo conto specificamente della digitalizzazione e della robotizzazione.

    1.5

    È essenziale che gli Stati membri e le istituzioni dell’UE riconoscano appieno e promuovano dei modelli economici «più equi», incentrati sulla creazione di innovazione a favore dello sviluppo sociale attraverso l’integrazione della misurazione dell’impatto sociale parallelamente alla rendicontazione dei progressi economici.

    1.6

    Il CESE sollecita la Commissione a tener pienamente conto dei principi del pacchetto Investimenti sociali e delle relazioni di quest’ultimo con l’innovazione sociale al momento di definire il pilastro europeo dei diritti sociali, dal momento che molti di questi nuovi modelli imprenditoriali costituiscono un’espressione concreta di tali principi.

    1.7

    Gli Stati membri e la Commissione devono garantire che l’innovazione sociale risulti perfettamente integrata nei programmi di innovazione. Il sostegno finanziario dell’UE all’innovazione sociale, nell’ambito, ad esempio, di Orizzonte 2020, dev’essere utilizzato integralmente e andrebbe valutato in funzione dell’assimilazione degli aspetti tecnici (da parte di ciascun diretto interessato) e del suo impatto politico.

    1.8

    Gli Stati membri e le istituzioni dell’UE devono integrare i principi dell’innovazione nella politica per le imprese per garantire una cultura propizia all’innovazione che la promuova, la faccia propria, la premi e la diffonda. Questa cultura comprende elementi come la sperimentazione, nuove configurazioni del partenariato e una visione allargata della creazione di valore nella società.

    1.9

    L’UE deve concentrarsi maggiormente sul sostegno e sulla protezione delle PMI, in particolare le imprese dell’economia sociale, le microimprese e le aziende familiari, e tutti i tipi di start-up, nelle iniziative previste dalla politica dell’innovazione al fine di migliorare le condizioni di sostenibilità e riproduzione/cambiamento di scala.

    1.10

    Nelle iniziative politiche destinate alla «rivoluzione industriale 4.0» e nelle politiche correlate, come l’economia circolare, l’economia della condivisione e l’economia funzionale, devono essere considerati appieno nuovi modelli imprenditoriali innovativi, incoraggiando l’adeguamento di tutte le imprese e tutti i modelli esistenti, favorendo l’affiorare di nuove forme non convenzionali di imprese e il formarsi di nuove relazioni e modelli adattati di cooperazione.

    1.11

    Il CESE invita la Commissione, nell’ambito dell’imminente revisione della strategia del mercato unico prevista nel 2017, ad incorporare integralmente questi nuovi modelli imprenditoriali e a proporre nuove misure in questa direzione.

    1.12

    Come per tutte le attività economiche, è essenziale che i principi del lavoro dignitoso, i diritti sociali dei lavoratori e il ruolo delle parti sociali siano pienamente rispettati nel contesto dei nuovi modelli imprenditoriali.

    2.   Introduzione

    2.1

    In Europa sta rapidamente emergendo un nuovo paesaggio della società che rende necessari nuovi modelli sociali ed economici per riconfigurare l’Europa come un’economia moderna e competitiva a livello globale.

    2.2

    Per creare progresso, crescita, coesione sociale e benessere, è necessaria una nuova mentalità nei confronti dell’innovazione. Le attività di innovazione e ricerca in tutto il mondo hanno adottato questa mentalità, come hanno fatto anche numerose imprese, che stanno lavorando già ora per produrre una crescita e un impatto sul piano sociale e ambientale, oltre che economico. Inoltre, le aspettative e la domanda dei consumatori testimoniano un sostegno a questo tipo di approccio, come è dimostrato chiaramente dall’emergere di iniziative quali l’economia collaborativa, l’economia circolare e l’economia della condivisione. Queste iniziative sono accomunate dal fatto di basarsi su un nuovo insieme di valori e di puntare a una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva per il progresso, che combina insieme innovazioni tecniche, ambientali e sociali.

    2.3

    Con il presente parere si vogliono studiare alcuni concetti nuovi centrali per l’idea dell’innovazione in quanto motore di nuovi modelli imprenditoriali. Esso utilizzerà, in particolare, a titolo di esempio, le imprese dell’economia sociale. Il parere si appoggia ai contributi già elaborati dal CESE in materia e soprattutto al lavoro svolto nel quadro del progetto del Comitato sull’impresa sociale (1). Nel parere non si affrontano concetti come l’economia circolare, l’economia collaborativa, l’economia funzionale o l’economia della condivisione, le politiche relative all’innovazione o alle PMI, che vengono analizzati in pareri del CESE correlati.

    3.   L’emergere di nuovi concetti

    3.1    Promuovere l’innovazione sociale e quella riguardante la società quale modello d’impresa

    3.1.1

    L’Europa si trova dinanzi a sfide complesse a livello della collettività, sfide cui i sistemi attuali non riescono a far fronte. Ciò indica un cambiamento di paradigma che richiede una nuova mentalità e soluzioni innovative. Queste innovazioni sono spesso definite innovazioni sociali o pertinenti alla società. «Un’innovazione è sociale tanto nelle finalità quanto nei mezzi. Tale definizione è integrata dalla seguente: le innovazioni sociali vengono concretamente definite come nuove idee (prodotti, servizi e modelli) che rispondono contemporaneamente ad esigenze sociali (in maniera più efficace rispetto alle alternative) e creano nuove relazioni sociali o collaborazioni. In altri termini le innovazioni, oltre a essere utili per la società, accrescono la capacità di azione della società stessa» (2). Le innovazioni sociali appaiono in tutti i settori e non rappresentano nulla di nuovo, ma sono accomunate dal fatto che finiscono per produrre un cambiamento sistemico.

    3.1.2

    Nel mondo accademico con innovazione oggi si intende più che il semplice sviluppo tecnico. I ricercatori ora sono concordi nell’affermare che l’innovazione e la ricerca devono integrare prospettive tecniche, ambientali e sociali. L’innovazione sociale, quella digitale e quella tecnica sono interdipendenti. La tecnologia digitale svolge in questo contesto il ruolo di strumento volto ad incoraggiare la condivisione e mettere i cittadini in condizione di agire, mentre l’innovazione sociale è l’obiettivo principale.

    3.1.3

    L’innovazione sociale assume forme diverse dall’innovazione tecnica. Essa è dettata da un bisogno, spesso intende rispondere a una sfida che si manifesta nella società o si rivolge a un gruppo di utenti specifico, integrando al tempo stesso prospettive sociali, ambientali ed economiche. Le innovazioni sociali di maggior successo implicano una riflessione globale che finisce per produrre un cambiamento sistemico, invece di affrontare un singolo aspetto o argomento.

    3.1.4

    L’innovazione sociale si fonda su un punto di vista etico, ideologico o di interesse generale, come dimostra il ruolo che la società civile svolge ora, e che ha svolto storicamente, nel dar forma ai sistemi di protezione sociale. L’innovazione sociale sarà anche un concetto nuovo, ma esiste di fatto da lungo tempo.

    3.1.5

    L’innovazione sociale si basa su una comunicazione aperta e su una risoluzione collaborativa dei problemi che coinvolge parti direttamente interessate e pratiche diverse al fine di catalizzare nuove soluzioni. L’innovazione sociale sta abbattendo i muri che separano settori e mercati, sostituendo la logica della concorrenza con soluzioni improntate alla collaborazione e al partenariato a lungo termine. Riguarda la condivisione, è collegata al movimento Open source e applica approcci non competitivi.

    3.1.6

    L’innovazione sociale è una frontiera fondamentale per l’Europa e promuoverà la «vera economia sociale di mercato» di cui parla l’articolo 2 del Trattato di Lisbona. Tale obiettivo si può però raggiungere solo se l’innovazione è chiaramente orientata verso obiettivi come l’inclusione e l’uguaglianza, e ciò, a sua volta, è destinato ad accelerare ulteriormente l’innovazione che riguarda l’intera società.

    3.2    Ridefinire la creazione di valore nell’ottica del valore condiviso

    3.2.1

    Si sta facendo strada la consapevolezza che una visione più ampia della creazione di valore, sotto il profilo economico, sociale e ambientale, sia alla base di un’opportunità economica interessante. Il fatto che il profitto economico sia generato o accresciuto garantendo un valore sociale e ambientale maggiore dimostra chiaramente che la crescita economica è legata al progresso sociale e ambientale. Questa situazione è definita come creazione di valore condiviso, un concetto analizzato da numerosi ricercatori (3).

    3.2.2

    Centrale per tale strategia, è uno spostamento dal criterio di ottimizzazione dei risultati finanziari a breve termine alla generazione di valore economico secondo modalità che producono anche progresso sociale e valore per la società. Il valore condiviso può sicuramente servire da motore per la prossima ondata di innovazione e di crescita della produttività nell’economia globale.

    3.2.3

    Per sostenere una vera economia sociale di mercato occorre incoraggiare forme di investimento appositamente concepite al fine di sostenere l’emergere di un’economia maggiormente partecipativa, democratica ed inclusiva. Ciò richiede un ecosistema finanziario completo nel quale in particolare è interessante prendere in considerazione le forme di capitale ibrido e misto, un argomento che il CESE ha già analizzato in precedenza (4).

    3.2.4

    Applicare la logica del valore condiviso significa che la creazione di valore non rappresenta più un trasferimento di valore esistente, quanto piuttosto un aumento del valore sociale, ambientale ed economico globale. Tale logica, inoltre, evidenzia il fatto che il mercato non è definito soltanto in termini economici, ma che esso incorpora anche aspetti sociali e ambientali. Un elemento fondamentale è costituito dal fatto che il valore condiviso si basa sulla forza e sulle differenze tra il settore privato e quello della società civile, applicando un modello di co-creazione che in ultima istanza crea nuovi mercati oltre a farne crescere altri.

    3.3    Basarsi su un approccio di partenariato

    3.3.1

    Affrontare sfide complesse riguardanti la società nel suo insieme spesso richiede una stretta collaborazione tra stato, mercato e società civile al fine di creare soluzioni efficaci. Questo partenariato si basa su una comprensione profonda delle prospettive di ciascuna parte interessata, su processi decisionali rapidi e su un approccio empatico.

    3.3.2

    La cooperazione, la co-creazione e l’innovazione che interessa trasversalmente più settori presentano vantaggi enormi rispetto alle modalità adottate in passato dalla società per affrontare le proprie questioni interne. A tal fine è d’importanza cruciale riunire tutti i diretti interessati in una fase precoce per definire congiuntamente un obiettivo condiviso per la società e le modalità con cui procedere.

    3.3.3

    Dal momento che l’innovazione spesso nasce in un contesto locale vicino alle esigenze reali, occorre segnalare che l’attenzione e il sostegno vanno rivolti a tutta la società. Grandi sono le opportunità di raccogliere e condividere queste esperienze locali, molte delle quali possono essere ripetute e riprodotte su scala regionale e nazionale.

    3.4    Puntare a un impatto collettivo

    3.4.1

    Come già indicato, un cambiamento sociale su larga scala richiede un ampio coordinamento, allineamento e partenariato tra settori. Inoltre, uno dei risultati dev’essere un impatto collettivo.

    3.4.2

    L’impatto collettivo si basa sull’impegno di un gruppo di diretti interessati centrali di diversi settori, raccolti intorno a un programma comune al fine di risolvere un determinato problema sociale o della collettività. Esso richiede inoltre un’infrastruttura centralizzata, personale apposito, un processo strutturato, un sistema di misurazione condiviso, una comunicazione continua e un appoggio reciproco delle attività tra tutti i partecipanti. Il cambiamento sociale su larga scala che ne deriverà sarà il risultato di un coordinamento migliore tra i diversi settori, invece di venire da singole organizzazioni.

    3.5    Misurare l’impatto sociale

    3.5.1

    Se si vuole che il concetto di innovazione comprenda considerazioni non solo tecniche, ma anche sociali e ambientali, il progresso va misurato in modo diverso. Il CESE ha già esplorato in passato dei temi, come la misurazione dell’impatto sociale (5) e l’economia del bene comune (6), da cui è emersa chiara la necessità di considerare i risultati e la rendicontazione in una prospettiva più ampia.

    3.5.2

    Gli indicatori economici sono stati per lungo tempo la norma per misurare i risultati. Tuttavia, il fatto che emergano con sempre maggior frequenza delle strutture ibride portatrici di innovazione fa nascere l’esigenza di una serie di indicatori nuovi e globali per misurare gli impatti sociali, ambientali ed economici.

    3.5.3

    L’applicazione dei principi di misurazione dell’impatto sociale comporta un approccio basato sul coinvolgimento dei soggetti interessati, una comprensione e una definizione comune dei risultati principali, oltre a richiedere la definizione concertata degli indicatori. Ciò contribuirà a cogliere il reale valore che è stato creato. L’attenzione deve spostarsi dalla rendicontazione economica alla misurazione di fattori, come i contributi, il prodotto, i risultati e l’impatto sociali. È importante che i diretti interessati abbiano la medesima comprensione di tali concetti, dal momento che questi ultimi sono applicati sia nel contesto dell’innovazione che in quello economico.

    3.6    Innovazione e lavoro dignitoso

    3.6.1

    L’innovazione sociale e tecnica può avere un forte impatto sull’organizzazione del lavoro e sulle condizioni dei lavoratori. Un aumento dell’individualizzazione e una maggiore autonomia e flessibilità nei rapporti di lavoro non dovrebbero portare al deterioramento della protezione sociale. Perché i modelli innovativi ottengano risultati positivi, occorre continuare a garantire i principi del lavoro dignitoso anche in un contesto mutato (7).

    3.6.2

    L’innovazione andrà di pari passo con il progresso sociale generale solo nel caso in cui tutti i diretti interessati siano coinvolti e ne traggano vantaggio, il valore aggiunto sia equamente ripartito e non vengano smantellati i diritti sociali. Occorre continuare a garantire la protezione sociale dei lavoratori anche se le condizioni sono mutate.

    3.6.3

    Lo stesso dicasi per i diritti sociali individuali dei lavoratori, in special modo le condizioni di lavoro e le retribuzioni. I modelli innovativi e la digitalizzazione, in particolare, spesso producono un più elevato livello di individualizzazione sul posto di lavoro, mettendo a rischio gli standard sociali. I modelli innovativi sostenibili devono rispettare i diritti dei lavoratori e le loro condizioni di lavoro anche in un mondo lavorativo in mutamento.

    3.6.4

    I nuovi modelli imprenditoriali innovativi devono promuovere i diritti collettivi dei lavoratori, la loro applicazione pratica e il ruolo delle parti sociali. Le parti sociali, i contratti collettivi e la partecipazione dei lavoratori sono spesso fonte di innovazione, in quanto creano le condizioni quadro necessarie.

    3.6.5

    Si dovrebbero continuare a promuovere il dialogo sociale e i contratti collettivi globali, dal momento che essi possono contribuire, tra l’altro, a migliorare le condizioni quadro di tipo sociale per il passaggio a modelli imprenditoriali innovativi. Le «regole sociali del gioco» hanno dovuto, in passato, essere adattate periodicamente ai nuovi sviluppi tecnologici e sociali, e altrettanto si dovrà fare anche in futuro. Si prenda ad esempio la redistribuzione del lavoro (tramite la riduzione dell’orario di lavoro).

    4.   Promuovere modelli diversi d’impresa — l’esempio delle imprese dell’economia sociale

    4.1

    Il CESE sostiene la necessità di riconoscere e promuovere, nella loro interezza, la diversità e la pluralità dei modelli economici e imprenditoriali che insieme costituiscono il mercato unico (8). Il CESE possiede conoscenze specifiche nel settore delle imprese dell’economia sociale. Insieme agli imprenditori sociali, tali imprese hanno assimilato molti dei concetti appena esaminati e rappresentano un buon esempio di queste forme ibride di modelli d’impresa che stanno affiorando in Europa.

    4.2

    In Europa esistono oltre 2 milioni di imprese sociali, che producono il 10 % del PIL. In molti Stati membri, però, si tratta di un comparto nuovo e ancora scarsamente sviluppato che presenta opportunità di crescita considerevoli. La società civile e l’economia sociale sono strettamente legate e, tramite l’innovazione, hanno contribuito a mutamenti sistemici di grande portata all’interno della società, per quanto riguarda ad esempio l’assistenza all’infanzia, gli ospedali, la promozione dell’autonomia personale e della vita indipendente degli anziani e delle persone con disabilità, l’equilibrio tra vita professionale e vita privata, l’inserimento lavorativo e l’edilizia (sociale), nonché numerose scoperte o invenzioni scientifiche.

    4.3

    Le imprese dell’economia sociale, che hanno come destinatari del loro impegno un gruppo di utenti specifico, una esigenza della società non soddisfatta o una lacuna da riempire, sperimentano e trovano soluzioni innovative svolgendo un’attività economica. Esse reinvestono i profitti per realizzare la loro missione sociale ed esercitare un impatto a livello della società. Tali imprese hanno acquisito di recente una grande visibilità in quanto forniscono una soluzione interessante creando valore in modo duplice: socialmente attraverso le loro attività (coesione o inclusione sociale) ed economicamente (attraverso gli scambi commerciali, la creazione di imprese e l’offerta di occupazione).

    4.3.1

    La promozione dell’innovazione e della creatività dipende da ciascuna delle parti interessate, nonché dai comportamenti e dagli atteggiamenti. È pertanto fondamentale non soltanto rafforzare il settore delle imprese dell’economia sociale, ma anche garantire un atteggiamento aperto verso altri modelli diversi emergenti. Occorre coltivare una cultura della cooperazione e dei valori condivisi, principio insito, ad esempio, nell’economia sociale, fin dai suoi inizi. Dalla constatazione che le imprese dell’economia sociale, tramite la loro innovazione, creano nuove opportunità di mercato deriva che occorre riservare un’attenzione specifica alla tutela di queste forme di imprese per consentir loro di continuare a svilupparsi.

    4.3.2

    Val la pena in particolare osservare che la ricerca evidenzia una più marcata presenza delle donne nelle imprese sociali che non in quelle tradizionali. Alcuni studi che hanno raccolto dati, disaggregati per sesso, su questo argomento hanno mostrato, per giunta, che in alcuni paesi europei il numero di imprenditrici sociali addirittura supera quello dei loro colleghi uomini. Tali studi sembrano indicare inoltre che le imprenditrici sociali sono più innovative degli imprenditori, spendendo però meno nell’innovazione (9). La ricerca individua quindi un ampio settore di sviluppo con una particolare attenzione per il sostegno all’imprenditoria sociale femminile.

    5.   Creare un ambiente propizio a modelli imprenditoriali nuovi e innovativi

    5.1

    Modelli imprenditoriali nuovi e innovativi come le imprese dell’economia sociale fanno parte dell’economia regolare e non sono in conflitto con altri modelli imprenditoriali. Con il mutare del paesaggio sociale in Europa, l’attenzione deve concentrarsi su come cogliere tutte le forme di innovazione che sfociano in nuovi modelli imprenditoriali. Mentre questi nuovi modelli si basano su molti dei concetti illustrati al capitolo 3, gran parte dei programmi esistenti di sostegno, sviluppo e avviamento delle imprese, al pari di altre condizioni necessarie come la normativa vigente e gli strumenti finanziari disponibili, spesso non riesce a sostenere questi modelli imprenditoriali diversi, in quanto il sostegno e la politica sono ancora in buona parte concepiti, oggi, per un modello e una logica di impresa standardizzata più tradizionale. Per riuscire, quindi, a ottenere un sostegno adatto all’intero ventaglio di modelli imprenditoriali diversi emergenti in Europa, andrebbero presi in considerazione i seguenti elementi.

    5.1.1

    Nel caso delle imprese dell’economia sociale, il CESE si sta attivando a favore di un ecosistema completo ritagliato sulle esigenze proprie di questo modello imprenditoriale specifico (10). Secondo un principio analogo, occorre creare ecosistemi anche per altri concetti imprenditoriali nuovi e ibridi. Il sostegno attualmente disponibile, inoltre, deve essere aggiornato e adattato in modo da cogliere questi nuovi modelli, nonché da aiutare le imprese esistenti ad adeguarsi a queste nuove tendenze e a metterle in pratica. L’ecosistema ideale comprende elementi come un ecosistema finanziario su misura con soluzioni che ricorrono a capitale ibrido, forme di appalto più appropriate, un sostegno su misura allo sviluppo delle imprese e l’applicazione della misurazione dell’impatto sociale. Tutti questi elementi sono fondamentali per sorreggere ciascun modello imprenditoriale nei suoi primi passi e favorirne la sostenibilità.

    5.1.2

    L’innovazione non è più lineare. La combinazione di prospettive innovative di tipo tecnico, ambientale e sociale è fondamentale per individuare le soluzioni future. La piena integrazione di questi concetti richiede una nuova idea di rendicontazione dei progressi compiuti, basata sul risultato o sull’impatto. Due elementi, in particolare, sono importanti: la creazione di valore condiviso e l’adozione di un «bilancio triplice» (garantendo cioè che i progressi sociali, ambientali ed economici abbiano uguale peso). Se si riconoscerà il valore totale dovuto all’impatto collettivo degli aspetti economici, sociali e ambientali, si faranno rapidamente strada nuove forme di imprese ibride. Il concetto di valore condiviso è ancora ai suoi primi passi. Pertanto, occorre che i manager sviluppino nuove competenze e nuove conoscenze, e i governi imparino a regolamentare secondo modalità che consentano, invece di ostacolare, la creazione di valore condiviso.

    5.1.3

    I mercati finanziari svolgono un ruolo fondamentale nella corretta allocazione delle risorse all’interno della società. La loro crescente concentrazione sul breve termine è in diretto conflitto, però, con il requisito di soddisfare le esigenze a lungo termine della società, una questione sollevata in numerosi studi (11). Le imprese devono disporre di margini per investire per il futuro, al fine di generare valore sia per gli investitori che per la società in generale. A tal fine si rendono necessari nuovi sistemi che premino il comportamento di chi investe a lungo termine. In questo caso l’importanza del finanziamento pubblico, spesso nell’ambito di soluzioni a capitale misto, costituisce un elemento di rilievo che di frequente rafforza lo sviluppo dell’impresa.

    5.1.4

    Perché l’innovazione dia impulso a nuovi modelli imprenditoriali, va promossa costantemente una cultura che le sia favorevole. Per incentivare una cultura dell’innovazione in Europa è essenziale incoraggiare iniziative sperimentali che accolgano ugualmente bene i successi e gli insuccessi (quali passi in un processo di apprendimento). Il «principio di innovazione» dovrebbe essere applicato come complemento a quello di precauzione, senza che quest’ultimo sia da ostacolo all’innovazione; il principio di innovazione comporta il fatto di tener conto dell’impatto delle normative e della regolamentazione in materia di innovazione. Come punto di partenza si possono elaborare processi e sistemi incentrati sul concetto di partenariato, coinvolgendo le principali parti interessate (promuovendo forum aperti, spazi di dialogo e riunioni cooperative). È quanto già avviene in diverse parti d’Europa, e questa pratica potrebbe essere facilmente ampliata, condivisa e diffusa (12).

    5.2

    La volontà e la titolarità politica sono fondamentali per incentivare la creazione di nuove imprese in Europa. Di importanza cruciale è la definizione di agende politiche coerenti a livello dell’UE e degli Stati membri, concepite in modo tale da sostenere modelli imprenditoriali diversi. È chiaro che, per poter creare crescita e benessere in Europa, è necessario un passaggio ad un’economia e a una società basate sull’innovazione. A tal fine si dovrebbe far opportunamente leva sulla legislazione e le politiche in materia di mercato interno. La revisione della strategia del mercato unico, prevista per il 2017, offre un’occasione per considerare nuove misure in questa direzione.

    5.2.1

    Un sostegno adeguato e costante alla ricerca di base e applicata, da cui germoglierà l’innovazione futura, riveste un’importanza cruciale, data l’importanza attribuita al valore condiviso e al bilancio triplice. Occorre inoltre procedere a rilevazioni statistiche delle attività di questi nuovi modelli imprenditoriali, per poter fornir loro il sostegno politico più adeguato.

    5.2.2

    È importante fare opera di sensibilizzazione riguardo alle varie forme di innovazione e di innovatori. Le imprese dell’economia sociale e la società civile spesso non pensano a definirsi come imprese innovatrici. Se si accrescerà la visibilità dell’innovazione sociale e si farà in modo che essa venga riconosciuta, attribuendo esplicitamente valore al suo vasto contributo alla società, si incoraggeranno più iniziative innovative in tutti i settori.

    5.2.3

    L’UE continua a svolgere un ruolo cruciale nel raccogliere e condividere le nuove iniziative, nel promuovere un ambiente propizio all’innovazione e nel garantire che iniziative politiche fondamentali riescano a cogliere queste nuove tendenze. La Commissione si trova nella posizione ideale per facilitare questo scambio di buone pratiche e di modelli da riprodurre.

    Bruxelles, 25 maggio 2016.

    Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

    Georges DASSIS


    (1)  http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.social-entrepreneurship-make-it-happen

    (2)  Fonte: http://ec.europa.eu/archives/bepa/pdf/publications_pdf/social_innovation.pdf

    (3)  https://hbr.org/2011/01/the-big-idea-creating-shared-value/ar/1

    (4)  GU C 13 del 15.1.2016, pag. 152.

    (5)  GU C 170 del 5.6.2014, pag. 18.

    (6)  GU C 13 del 15.1.2016, pag. 26.

    (7)  Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), i principi del lavoro dignitoso perseguono i seguenti obiettivi: attuazione delle norme fondamentali in materia di lavoro, opportunità di lavoro dignitoso con una retribuzione sufficiente, rafforzamento della sicurezza sociale e del dialogo tra le parti sociali.

    (8)  GU C 318 del 23.12.2009, pag. 22.

    (9)  WEstart: Mapping Women’s Social Entrepreneurship in Europe (Mappatura dell'imprenditorialità sociale al femminile in Europa), 2015.

    (10)  http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.social-entrepreneurship-make-it-happen

    (11)  Kay Review, 2012: https://www.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/253454/bis-12-917-kay-review-of-equity-markets-final-report.pdf.

    (12)  Europe Tomorrow — progetti Loss (FR) e unMonastery (IT).


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