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Document 52014SC0126
COMMISSION STAFF WORKING DOCUMENT EXECUTIVE SUMMARY OF THE IMPACT ASSESSMENT Accompanying the document Proposal for a DIRECTIVE OF THE EUROPEAN PARLIAMENT AND OF THE COUNCIL on amending Directive 2007/36/EC as regards the encouragement of long-term shareholder engagement and Directive 2013/34/EU as regards certain elements of the corporate governance statement and COMMISSION RECOMMENDATION on the quality of corporate governance reporting (‘comply or explain’)
DOCUMENTO DI LAVORO DEI SERVIZI DELLA COMMISSIONE SINTESI DELLA VALUTAZIONE D'IMPATTO che accompagna il documento Proposta di DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO che modifica la direttiva 2007/36/CE per quanto riguarda l'incoraggiamento dell'impegno a lungo termine degli azionisti e la direttiva 2013/34/UE per quanto riguarda taluni elementi della relazione sul governo societario e RACCOMANDAZIONE DELLA COMMISSIONE sulla qualità dell'informativa sul governo societario (principio "rispetta o spiega")
DOCUMENTO DI LAVORO DEI SERVIZI DELLA COMMISSIONE SINTESI DELLA VALUTAZIONE D'IMPATTO che accompagna il documento Proposta di DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO che modifica la direttiva 2007/36/CE per quanto riguarda l'incoraggiamento dell'impegno a lungo termine degli azionisti e la direttiva 2013/34/UE per quanto riguarda taluni elementi della relazione sul governo societario e RACCOMANDAZIONE DELLA COMMISSIONE sulla qualità dell'informativa sul governo societario (principio "rispetta o spiega")
/* SWD/2014/0126 final */
DOCUMENTO DI LAVORO DEI SERVIZI DELLA COMMISSIONE SINTESI DELLA VALUTAZIONE D'IMPATTO che accompagna il documento Proposta di DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO che modifica la direttiva 2007/36/CE per quanto riguarda l'incoraggiamento dell'impegno a lungo termine degli azionisti e la direttiva 2013/34/UE per quanto riguarda taluni elementi della relazione sul governo societario e RACCOMANDAZIONE DELLA COMMISSIONE sulla qualità dell'informativa sul governo societario (principio "rispetta o spiega") /* SWD/2014/0126 final
1.
Introduzione
Negli ultimi anni sono emerse alcune carenze nel governo societario
delle società quotate europee con riferimento a differenti soggetti: gli
amministratori, gli azionisti (investitori istituzionali e gestori di attivi) e
i consulenti in materia di voto. Solo alcuni aspetti fondamentali del governo
societario sono stati armonizzati a livello di UE, in particolare mediante la
direttiva 2007/36/CE relativa all’esercizio di alcuni diritti degli azionisti
di società quotate. La direttiva contiene norme sulla partecipazione alle
assemblee. La necessità di potenziare il quadro vigente è stata evidenziata nel
piano d’azione della Commissione sul diritto europeo delle società e sul
governo societario[1]. La presente valutazione d’impatto esamina i vari modi possibili per
raggiungere gli obiettivi del piano d’azione.
2.
Definizione del problema
La valutazione d’impatto analizza una serie di
problemi in materia di governo societario. Una questione fondamentale in questo
campo è la separazione tra proprietà e controllo, che crea un rapporto
principale-agente tra azionisti e amministratori. La delega della gestione
della società dagli azionisti (“principali”) agli amministratori (“agenti”) dà
a questi ultimi la possibilità di agire più nel loro interesse che nell’interesse
degli azionisti, il che rischia di rendere subottimali il governo societario e
i risultati delle società. Attualmente gli investitori istituzionali e i
gestori di attivi sono attori importanti del mercato azionario e l’intermediazione
nella catena dell’investimento (delega della gestione quotidiana dell’investimento
ai gestori di attivi) è notevolmente aumentata. L’aumento dell’intermediazione
è stato all’origine di incentivi nella catena dell’investimento che sono spesso
incentrati sui risultati a breve termine e non sfruttano a sufficienza i
vantaggi derivanti dall’impegno degli azionisti. Di conseguenza, gli
investitori istituzionali e i gestori di attivi sono spesso assenti e non si
interessano alla gestione delle società. Questo accentua i problemi di agenzia
tra azionisti e amministratori delle società e porta a risultati subottimali
delle società quotate. Gli studi dimostrano che, oltre a migliorare i risultati
degli amministratori, l’impegno a lungo termine degli azionisti contribuisce a
rafforzare la competitività e i risultati delle società.
2.1.
Insufficiente impegno degli investitori
istituzionali e dei gestori di attivi
La crisi finanziaria ha evidenziato il
disfunzionamento del controllo degli azionisti nel settore finanziario. In
molti casi, gli azionisti hanno sostenuto, anziché contenerla, l’assunzione di
rischi eccessivi a breve termine da parte dei dirigenti. In genere gli
azionisti delle società quotate non sono molto diversi da quelli degli enti
finanziari ed è dimostrato che l’attuale livello di “monitoraggio” delle
società partecipate e di impegno degli investitori istituzionali e dei gestori
di attivi è subottimale. Gli studi evidenziano che gli investitori
istituzionali e i loro gestori di attivi non prestano sufficiente attenzione ai
risultati a lungo termine delle società, ma si concentrano sulle fluttuazioni
dei prezzi delle azioni e sulla struttura degli indici del mercato dei
capitali, il che può portare a rendimenti subottimali per i beneficiari finali
(ad esempio i futuri pensionati) e sottoporre le società a una pressione a
breve termine. L’eccessiva concentrazione sui risultati a
breve termine sembra trarre origine da un disallineamento degli interessi tra
proprietari e gestori di attivi. Sebbene i proprietari di attivi di elevata
entità, avendo passività a lungo termine, abbiano anche interessi a lungo
termine, per la selezione e la valutazione dei gestori degli attivi si basano
spesso su parametri di riferimento, quali gli indici di mercato, e i risultati
del gestore degli attivi sono spesso valutati su base trimestrale. Poiché, in
caso di risultati mediocri, i gestori degli attivi possono perdere il mandato,
per molti di essi la preoccupazione principale sono i risultati a breve termine
rispetto a un parametro di riferimento o ad altri gestori di attivi, anche se i
beneficiari finali sono interessati al rendimento a lungo termine dell’investimento
in termini assoluti. Gli incentivi a breve termine distolgono attenzione e
risorse dall’obiettivo di investire in base ai fondamentali e a prospettive a
più lungo termine e dall’incremento del valore a lungo termine attraverso l’impegno
degli azionisti, il che esercita pressioni a breve termine sulle società
scoraggiando gli investimenti volti a migliorare la competitività. Seppure ancora relativamente limitato, cresce
il numero degli investitori che cercano di combinare ottimi risultati
finanziari con la creazione di valore a lungo termine e le cui strategie di
investimento comportano anche un impegno nei confronti delle società partecipate.
2.2.
Insufficiente correlazione tra la remunerazione e i
risultati degli amministratori
Anche la sorveglianza degli azionisti sulla
remunerazione degli amministratori è risultata insufficiente. La remunerazione
degli amministratori riveste un ruolo fondamentale nell’allineare gli interessi
degli azionisti e degli amministratori e nel garantire che questi ultimi
agiscano nel migliore interesse della società. In mancanza di una sorveglianza
della remunerazione degli amministratori da parte degli azionisti, si rischia
che gli amministratori applichino strategie che li ricompensano personalmente
ma che possono non contribuire ai risultati a lungo termine della società. Nel
vigente quadro sono state riscontrate diverse carenze. In primo luogo, le
informazioni comunicate dalle società non sono complete, chiare e
confrontabili. In secondo luogo, gli azionisti spesso non dispongono di
strumenti sufficienti per esprimere il loro parere sulla remunerazione degli
amministratori.
2.3.
Insufficiente sorveglianza delle operazioni con
parti correlate da parte degli azionisti
Le operazioni con parti correlate, ossia le
operazioni tra una società e i suoi dirigenti, amministratori, soggetti
controllanti o azionisti, offrono la possibilità di acquisire un valore
appartenente alla società a scapito degli azionisti (di minoranza). Nella
maggior parte dei casi, gli azionisti non hanno accesso a informazioni
sufficienti prima dell’operazione prevista e non dispongono di strumenti
adeguati per opporsi alle operazioni abusive. Poiché nella maggior parte dei
casi gli investitori istituzionali e i gestori di attivi sono azionisti di
minoranza, un maggiore controllo delle operazioni con parti correlate
consentirebbe loro di tutelare meglio i propri investimenti.
2.4.
Insufficiente trasparenza dei consulenti in materia
di voto
I consulenti in materia di voto rivolgono
raccomandazioni agli investitori su come votare nelle assemblee delle società
quotate. Il gran numero di partecipazioni azionarie (transfrontaliere) detenute
da molti investitori istituzionali e gestori di attivi e la complessità delle
problematiche rendono in molti casi inevitabile il ricorso a consulenti in
materia di voto, che hanno pertanto un’influenza considerevole sui
comportamenti di voto di questi investitori. Sono state rilevate, in
particolare, carenze relative alla qualità delle consulenze nonché conflitti di
interesse.
2.5.
Difficoltà e onerosità dell’esercizio dei diritti
conferiti dalle azioni
Gli investitori hanno difficoltà a esercitare
i diritti conferiti dalle azioni che possiedono, soprattutto se si tratta di
azioni detenute a livello transfrontaliero. Nelle catene di detenzione mediante
intermediari, soprattutto quando l’amministrazione dei conti titoli è affidata
a molti di essi, le società non trasmettono le informazioni agli azionisti o i
voti degli azionisti vanno perduti. Vi è inoltre una maggiore probabilità di
abuso dei diritti di voto da parte degli intermediari. Le cause principali sono
tre: l’impossibilità per la società di identificare gli investitori, la mancata
trasmissione tempestiva delle informazioni e dei diritti nella catena dell’investimento
e la discriminazione basata sul prezzo delle partecipazioni transfrontaliere.
2.6.
Qualità insufficiente delle informazioni sul
governo societario
La qualità delle relazioni sul governo
societario elaborate dalle società quotate nell’UE è risultata carente, specie
per quanto riguarda le spiegazioni delle deviazioni dalle raccomandazioni sui
codici di governo societario. In più del 60% dei casi, le società non hanno
fornito spiegazioni sufficienti della loro scelta di non applicare le
raccomandazioni. L’inadeguatezza delle relazioni rende più difficile per gli
azionisti prendere decisioni di investimento con cognizione di causa e
impegnarsi nei confronti della società.
2.7.
Sussidiarietà
La competenza per l’azione si basa sull’articolo
50, paragrafo 2, lettera g), del TFUE. L’importanza crescente degli
investimenti azionari transfrontalieri (il 44% circa della capitalizzazione di
mercato totale delle società quotate dell’UE è detenuto da investitori esteri)
e i cambiamenti nella catena dell’investimento azionario giustificano l’adozione
di misure mirate a livello dell’Unione per tutelare gli interessi degli
azionisti e degli altri portatori di interesse. Solo un numero limitato di
Stati membri ha preso provvedimenti, o pensa di farlo, per affrontare i
problemi, ma queste misure non possono costituire soluzioni efficaci. L’adozione
di misure da parte dei singoli Stati membri darebbe probabilmente luogo a serie
di norme diverse, determinando una disparità di condizioni che potrebbe
compromettere o ostacolare ulteriormente il buon funzionamento del mercato
interno.
3.
Opzioni di intervento, valutazione d’impatto e
scelta dell’opzione preferita
3.1.
Aumento del livello di impegno degli investitori
istituzionali e dei gestori di attivi
|| Opzioni di intervento || || 1 Opzione dello status quo || || 2 Raccomandazione sulla trasparenza degli investitori istituzionali e dei gestori di attivi per quanto riguarda voto, impegno e taluni aspetti dei mandati di gestione degli attivi || || 3 Obbligo di trasparenza degli investitori istituzionali e dei gestori di attivi per quanto riguarda voto, impegno e taluni aspetti dei mandati di gestione degli attivi || Valutazione delle opzioni di intervento || Efficacia || Efficienza || Coerenza Opzione 1: status quo || 0 || 0 || 0 Opzione 2: raccomandazione sulla trasparenza degli investitori istituzionali e dei gestori di attivi || + || + || + Opzione 3: norme vincolanti sulla trasparenza degli investitori istituzionali e dei gestori di attivi || ++ || + || + L’opzione
preferita è la 3: quest’opzione aumenterebbe la trasparenza sul
modo in cui i proprietari di attivi incentivano i rispettivi gestori di attivi
ad agire nel migliore interesse a lungo termine dei beneficiari e ad applicare
strategie di investimento che implichino l’impegno degli azionisti. Ai gestori
di attivi si chiederebbe trasparenza sulle loro politiche di impegno, sui
relativi benefici e sul modo in cui assolvono al loro mandato. La disponibilità
di informazioni concrete e pertinenti permetterebbe ai proprietari di attivi di
decidere con maggior cognizione di causa le rispettive politiche di
investimento, stimolandoli a impegnarsi maggiormente nei confronti delle
società partecipate. La trasparenza sui costi delle frequenti rotazioni del portafoglio
da parte dei gestori di attivi potrebbe ridurre l’entità di tali operazioni,
contribuendo a spostare maggiormente l’attenzione sul valore fondamentale delle
società e aumentando tale valore attraverso l’impegno degli azionisti. A
termine queste misure potrebbero permettere di risparmiare sui costi e
aumentare il rendimento per i gestori di attivi e i beneficiari finali. In
particolare, una maggiore attenzione ai fondamentali e alla reale capacità
delle società di creare valore potrebbe risultare vantaggiosa per le PMI
quotate. Un maggiore impegno e una prospettiva a più lungo termine potrebbero
inoltre spingere le società a investire maggiormente nella ricerca e nella
competitività, creando quindi maggiore occupazione. L’adozione di norme vincolanti sulla
trasparenza sarebbe probabilmente la soluzione più adatta per innescare un
cambiamento positivo con costi limitati.
3.2.
Instaurare una migliore correlazione tra la
remunerazione e i risultati
Opzioni di intervento 1 Opzione dello status quo 2 Norme vincolanti sulla trasparenza delle remunerazioni 3 Voto degli azionisti sulle remunerazioni Valutazione delle opzioni di intervento || Efficacia || Efficienza || Coerenza Opzione 1: status quo || 0 || 0 || 0 Opzione 2: norme vincolanti sulla trasparenza delle remunerazioni || + || + || + Opzione 3: voto degli azionisti sulle remunerazioni || + || ++ || + Le opzioni preferite sono la 2 e la 3: la disponibilità di informazioni chiare, complete e confrontabili
riguardanti la politica retributiva e le singole remunerazioni degli amministratori
aiuterebbe gli azionisti ad esercitare una sorveglianza efficace. Armonizzando
gli obblighi di informativa a livello dell’UE si risolverebbe il problema dell’asimmetria
dell’informazione, riducendo al minimo i costi di agenzia. Questo sarebbe
inoltre vantaggioso per gli investimenti transfrontalieri, in quanto
semplificherebbe il raffronto delle informazioni e renderebbe l’impegno più
facile e meno costoso. In tal modo si aumenterebbe anche la responsabilità
delle società dinanzi ad altri portatori di interesse. Il diritto di voto sulle remunerazioni
fornirebbe agli azionisti uno strumento efficace per sorvegliare le
remunerazioni degli amministratori e impegnarsi nei confronti delle società,
rafforzando inoltre la correlazione tra la remunerazione e i risultati.
3.3.
Trasparenza e sorveglianza delle operazioni con
parti correlate
Opzioni di intervento 1 Opzione dello status quo 2 Strumenti normativi non vincolanti contenenti orientamenti 3 Maggiori obblighi di trasparenza per le operazioni con parti correlate 4 Voto degli azionisti sulle operazioni più significative Valutazione delle opzioni di intervento || Efficacia || Efficienza || Coerenza Opzione 1: status quo || 0 || 0 || 0 Opzione 2: strumenti normativi non vincolanti contenenti orientamenti || ≈ || ≈ || + Opzione 3: maggiori obblighi di trasparenza per le operazioni con parti correlate || + || + || + Opzione 4: voto degli azionisti sulle operazioni più significative || ++ || ++ || + Le opzioni preferite sono la 3 e la 4: la disponibilità di informazioni ex ante sulle operazioni più importanti
permetterebbe agli investitori (in particolare agli azionisti di minoranza) di
agire contro le operazioni non giustificate e di impegnarsi maggiormente nella
società, mentre il diritto di voto permetterebbe loro di opporsi alle
operazioni abusive. Il voto degli azionisti stimolerebbe inoltre la riflessione
delle società sulle operazioni con parti correlate. Questa combinazione
potrebbe avere effetti positivi sia sulla competitività e sulla sostenibilità
delle società che sugli investimenti transfrontalieri. È probabile che norme vincolanti siano più
efficaci rispetto a strumenti normativi non vincolanti contenenti orientamenti.
3.4.
Trasparenza dei consulenti in materia di voto
Opzioni di intervento 1 Opzione dello status quo 2 Raccomandazione sulla trasparenza della metodologia e sui conflitti di interesse 3 Obblighi stringenti di informativa sulla metodologia e sui conflitti di interesse 4 Quadro normativo dettagliato Valutazione delle opzioni di intervento || Efficacia || Efficienza || Coerenza Opzione 1: status quo || 0 || 0 || 0 Opzione 2: raccomandazione sulla trasparenza || ≈ || + || ++ Opzione 3: norme vincolanti sulla trasparenza || + || ++ || + Opzione 4: quadro normativo dettagliato || ++ || - || - L’opzione preferita è la 3: un obbligo di informativa sui due elementi più sensibili (metodologia e
gestione dei potenziali conflitti di interesse) eserciterebbe ulteriori
pressioni sui consulenti in materia di voto affinché definiscano procedure
adeguate in merito a questi aspetti fondamentali. L’imposizione di obblighi
vincolanti in materia di trasparenza sarebbe più efficace di strumenti normativi
non vincolanti e permetterebbe al tempo stesso di evitare oneri non flessibili
e sproporzionati legati a un quadro normativo dettagliato.
3.5.
Identificazione degli azionisti e facilitazione
dell’esercizio dei diritti degli azionisti da parte dei fornitori di conti
titoli
Opzioni di intervento 1 Opzione dello status quo 2 Norme minime dell’UE 3 Requisiti dettagliati per quanto riguarda la possibilità di identificare gli azionisti e obblighi relativi all’agevolazione dell’esercizio dei diritti degli azionisti da parte degli intermediari Valutazione delle opzioni di intervento || Efficacia || Efficienza || Coerenza Opzione 1: status quo || 0 || 0 || 0 Opzione 2: norme minime dell’UE || + || ++ || + Opzione 3: obblighi per gli intermediari relativi al meccanismo di identificazione degli azionisti || ++ || ++ || + L’opzione preferita è la 3: l’obbligo per gli intermediari che forniscono conti titoli di offrire
alla società un servizio di identificazione degli azionisti agevolerà i
contatti diretti tra l’azionista e la società. L’obbligo per questi
intermediari di trasmettere le informazioni relative all’azione, agevolare l’esercizio
dei diritti degli azionisti e giustificare le differenze di prezzo per questi
servizi se i diritti sono esercitati a livello transfrontaliero eviterà che i
voti degli azionisti vadano perduti e permetterà agli azionisti di impegnarsi
in modo più efficace al di là delle frontiere.
3.6.
Migliorare la qualità delle relazioni sul governo
societario
Opzioni di intervento 1 Opzione dello status quo 2 Raccomandazione contenente orientamenti 3 Requisiti dettagliati relativi alle relazioni sul governo societario Valutazione delle opzioni di intervento || Efficacia || Efficienza || Coerenza Opzione 1: status quo || 0 || 0 || 0 Opzione 2: raccomandazione contenente orientamenti || + || ++ || ++ Opzione 3: norme dettagliate || ++ || + || + L’opzione
preferita è la 2: la definizione di orientamenti sulle
spiegazioni delle deviazioni dai codici consentirà probabilmente alle società
di elaborare tali relazioni in modo più consapevole e ne migliorerà la qualità.
Questo incoraggerà inoltre le società a riflettere in modo più approfondito
sulle loro modalità di governo societario e a migliorarle, se necessario,
contribuendo a ottimizzare i risultati. Tali orientamenti potrebbero anche
promuovere gli investimenti transfrontalieri grazie alla maggiore trasparenza e
confrontabilità delle relazioni.
4.
Incidenza globale del pacchetto
L’approccio proposto costituisce un pacchetto di azioni complementari.
Il pacchetto, che fa parte del lavoro della Commissione sul finanziamento a
lungo termine dell’economia europea, contribuisce a fare in modo che gli
azionisti adottino una prospettiva più a lungo termine, il che garantisce
migliori condizioni di gestione per le società quotate. L’obiettivo delle opzioni preferite è garantire agli investitori una
disponibilità di informazioni chiare, complete e confrontabili in modo da
eliminare gli ostacoli all’impegno, specialmente per gli investitori
transfrontalieri. Oltre a permettere agli investitori e ai beneficiari finali
di decidere con maggior cognizione di causa, una maggiore trasparenza in merito
all’incidenza delle politiche di investimento motiverà gli investitori a
impegnarsi maggiormente nelle società partecipate. Un maggiore impegno degli
azionisti avrà probabilmente effetti positivi sia sul valore azionario che sull’efficienza,
sulla competitività e sui risultati della società interessata[2]. Il pacchetto proposto potrebbe quindi avere un’incidenza positiva sulla
sostenibilità a lungo termine delle società quotate, comprese le PMI, che
trarrebbero probabilmente vantaggio da un migliore accesso ai mercati dei
capitali. Si può ipotizzare anche qualche effetto positivo dal punto di vista
sociale, visto che società operanti in un’ottica a lungo termine potrebbero
creare più posti di lavoro. Non si prevede un impatto ambientale specifico. Il pacchetto aumenterebbe gli oneri
amministrativi, anche per le PMI quotate. Questi costi, tuttavia, sarebbero
limitati, visto che le misure previste riguardano per lo più la trasparenza e
la pubblicazione e che un certo grado di trasparenza viene già imposto o
applicato su base volontaria. Inoltre, i costi saranno ripartiti uniformemente
tra i vari gruppi di portatori di interesse.
5.
Valutazione
Dopo cinque anni dal termine per il
recepimento sarà eseguita una valutazione d’impatto del pacchetto, in base alla
quale si potrà vagliare l’opportunità di eventuali modifiche. [1] COM(2012) 740 final. [2] L’impegno degli azionisti nel governo societario, con
particolare attenzione alla remunerazione, può generare in media CAR e BHAR del
7-8% su un anno, ridurre il costo del capitale per le società e migliorarne
considerevolmente la gestione e la redditività.