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Document 52014IP0032

    Risoluzione del Parlamento europeo del 15 gennaio 2014 sulla reindustrializzazione dell'Europa per promuovere la competitività e la sostenibilità (2013/2006(INI))

    GU C 482 del 23.12.2016, p. 89–109 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    23.12.2016   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 482/89


    P7_TA(2014)0032

    Reindustrializzare l'Europa per promuovere la competitività e la sostenibilità

    Risoluzione del Parlamento europeo del 15 gennaio 2014 sulla reindustrializzazione dell'Europa per promuovere la competitività e la sostenibilità (2013/2006(INI))

    (2016/C 482/13)

    Il Parlamento europeo,

    visto l'articolo 173 del titolo XVII del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (ex articolo 157 del trattato che istituisce la Comunità europea) relativo alla politica industriale dell'UE e riguardante, tra l'altro, la competitività dell'industria dell'Unione,

    vista la comunicazione della Commissione del 10 ottobre 2012 dal titolo «Un'industria europea più forte per la crescita e la ripresa economica. Aggiornamento della comunicazione sulla politica industriale» (COM(2012)0582),

    vista la direttiva 2012/27/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, sull'efficienza energetica (1),

    vista la proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 novembre 2012, presentata dalla Commissione, su un programma generale di azione dell'Unione in materia di ambiente fino al 2020 «Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta» (COM(2012)0710),

    vista la proposta di regolamento presentata dalla Commissione il 30 novembre 2011 che istituisce un programma per la competitività delle imprese e le piccole e le medie imprese (2014-2020) (COM(2011)0834),

    vista la comunicazione della Commissione del 31 luglio 2012 dal titolo «Strategia per la competitività sostenibile del settore delle costruzioni e delle sue imprese» (COM(2012)0433),

    vista la comunicazione della Commissione del 25 giugno 2008 dal titolo «Una corsia preferenziale per la piccola impresa — Alla ricerca di un nuovo quadro fondamentale per la Piccola Impresa» (COM(2008)0394),

    vista la comunicazione della Commissione del 4 novembre 2008 dal titolo «L'iniziativa 'materie prime' — rispondere ai nostri bisogni fondamentali per garantire la crescita e creare posti di lavoro in Europa» (COM(2008)0699),

    vista la comunicazione della Commissione del 3 marzo 2010 intitolata «Europa 2020: una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva» (COM(2010)2020),

    vista la comunicazione della Commissione del 6 ottobre 2010 dal titolo «Iniziativa faro Europa 2020 — L'Unione dell'innovazione» (COM(2010)0546),

    vista la comunicazione della Commissione del 20 settembre 2011 dal titolo «Tabella di marcia verso un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse» (COM(2011)0571),

    vista la comunicazione della Commissione del 14 ottobre 2011 dal titolo «Politica industriale: rafforzare la competitività» (COM(2011)0642),

    vista la comunicazione della Commissione del 15 dicembre 2011 dal titolo «Tabella di marcia per l'energia 2050» (COM(2011)0885),

    vista la comunicazione della Commissione del 13 febbraio 2012 dal titolo «L'innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l'Europa», (COM(2012)0060),

    vista la comunicazione della Commissione del 30 maggio 2012 dal titolo «Azione per la stabilità, la crescita e l'occupazione» (COM(2012)0299),

    vista la comunicazione della Commissione del 26 giugno 2012 dal titolo «Una strategia europea per le tecnologie abilitanti — Un ponte verso la crescita e l'occupazione» (COM(2012)0341),

    vista la comunicazione della Commissione del 20 marzo 2013 dal titolo «Libro verde — Il finanziamento a lungo termine dell'economia europea» (COM(2013)0150),

    vista la comunicazione della Commissione del 27 marzo 2013 dal titolo «Libro verde — Un quadro per le politiche dell'energia e del clima all'orizzonte 2030» (COM(2013)0169),

    visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione allegato alla comunicazione del 4 novembre 2008 dal titolo «L'iniziativa “materie prime”: rispondere ai nostri bisogni fondamentali per garantire la crescita e creare posti di lavoro in Europa» (COM(2008)0699) (SEC(2008)2741),

    visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 26 settembre 2012 dal titolo «La competitività delle industrie europee di punta» (SWD(2012)0286),

    visto il documento di lavoro della Commissione del 10 ottobre 2012 allegato alla comunicazione su «Un'industria europea più forte per la crescita e la ripresa economica. Aggiornamento della comunicazione sulla politica industriale» (SWD(2012)0297),

    visto il documento di lavoro della Commissione del 10 ottobre 2012 dal titolo «European Competitiveness report 2012. Reaping the benefits of Globalisation» (SWD(2012)0299),

    visto il documento di lavoro della Commissione dell'11 aprile 2013 dal titolo «Industrial relations in Europe 2012» (SWD(2013)0126),

    vista la comunicazione della Commissione del 18 giugno 2013 dal titolo "Seguito dato dalla Commissione alla consultazione delle PMI («TOP 10») sugli atti legislativi dell'UE (COM(2013)0446),

    visto il parere del Comitato economico e sociale europeo del 17 aprile 2013 dal titolo «Strategia per la competitività sostenibile del settore delle costruzioni e delle sue imprese» (2),

    visto il parere del Comitato economico e sociale europeo del 20 marzo 2013 dal titolo «Coinvolgimento e partecipazione dei lavoratori in quanto elementi fondamentali di un buon governo societario e di soluzioni equilibrate per superare la crisi» (3),

    vista la sua risoluzione dell'11 marzo 2010 sull'opportunità di investire nello sviluppo di tecnologie a basse emissioni di carbonio (Piano SET) (4),

    vista la sua risoluzione del 7 settembre 2010 sullo sviluppo del potenziale occupazionale di una nuova economia sostenibile (5),

    vista la sua risoluzione del 25 novembre 2010 sui diritti umani e le norme sociali e ambientali negli accordi commerciali internazionali (6),

    vista la sua risoluzione del 9 marzo 2011 su una politica industriale per l'era della globalizzazione (7),

    vista la sua risoluzione del 13 settembre 2011 su una strategia efficace per le materie prime in Europa (8),

    vista la sua risoluzione del 24 maggio 2012 su un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse (9),

    vista la sua risoluzione del 14 giugno 2012 intitolata «Atto per il mercato unico: i prossimi passi per la crescita» (10),

    vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2012 sulle piccole e medie imprese (PMI): competitività e opportunità commerciali (11),

    vista la sua risoluzione del 21 novembre 2012 sull'impatto ambientale delle attività di estrazione di gas e olio di scisto (12),

    vista la sua risoluzione del 21 novembre 2012 sugli aspetti industriali, energetici e di altro tipo legati a gas e olio di scisto (13),

    vista la sua risoluzione del 14 marzo 2013 sulla tabella di marcia per l'energia 2050, un futuro con l'energia (14),

    vista la sua risoluzione del 15 marzo 2012 su una tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050 (15),

    vista la sua risoluzione del 21 maggio 2013 sulle attuali sfide e opportunità per le energie rinnovabili nel mercato interno dell'energia europeo (16),

    vista la sua risoluzione del 21 maggio 2013 sulle strategie regionali per aree industriali nell'Unione europea (17),

    vista la sua risoluzione dell'11 giugno 2013 sull'edilizia popolare nell'Unione europea (18),

    vista la sua risoluzione del 2 luglio 2013 sul contributo delle cooperative al superamento della crisi (19),

    vista la sua discussione del 4 febbraio 2013, facente seguito alla dichiarazione della Commissione, sulla ripresa dell'industria europea nell'attuale difficile congiuntura (2013/2538(RSP)),

    viste le conclusioni della 3208a riunione del Consiglio Competitività del 10 e 11 dicembre 2012 dal titolo «Un'industria europea più forte per la crescita e la ripresa economica»,

    vista la relazione dal titolo «EU industrial structure 2011 — Trends and Performance» del 2011, elaborata per conto della Commissione,

    vista la relazione scaturita da un'indagine sulle iniziative di UE 2020 dal titolo «Una politica industriale per l'era della globalizzazione», condotta nell'aprile 2013 per conto del Comitato delle regioni,

    visto il parere del Comitato economico e sociale europeo del 18 giugno 2013 dal titolo «Un'industria europea più forte per la crescita e la ripresa economica — Aggiornamento della comunicazione sulla politica industriale» (20),

    visto il parere del Comitato delle regioni dell'11 aprile 2013 dal titolo «Un'industria europea più forte per la crescita e la ripresa economica» (21),

    visto l'articolo 48 del suo regolamento,

    visti la relazione della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia e i pareri della commissione per il commercio internazionale, della commissione per l'occupazione e gli affari sociali, della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, della commissione per lo sviluppo regionale e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A7-0464/2013),

    A.

    considerando che l'industria europea sta attraversando una crisi senza precedenti, che concentra numerosi handicap che nuocciono alla sua competitività;

    B.

    considerando che gli importi annunciati dalla Commissione europea sono ambiziosi ma condizionali, poiché legati a numerosi fattori non ancora ben identificati;

    C.

    considerando che l'industria europea svolge un ruolo chiave oltre a essere un elemento importante per la soluzione della crisi;

    D.

    considerando che per anni i concorrenti industriali europei hanno sviluppato forti strategie industriali;

    E.

    considerando che all'UE occorre una strategia per affrontare la crisi economica e finanziaria e dare nuovo impulso all'economia;

    F.

    considerando che è lodevole che la Commissione abbia affrontato la questione della politica industriale con la sua comunicazione relativa all'organizzazione di una ristrutturazione industriale;

    G.

    considerando che il futuro comune dell'Europa quale regione industriale risiede in un'offensiva di modernizzazione che rafforzi i centri di innovazione ed elimini i ritardi di sviluppo delle regioni deboli dal punto di vista industriale e strutturale;

    H.

    considerando che la ridotta disponibilità di crediti limita gli investimenti, ostacolando l'innovazione e l'adozione di nuove tecnologie efficienti; che una politica industriale in Europa richiede pertanto un'architettura finanziaria solida che promuova gli investimenti;

    I.

    considerando che le condizioni finanziarie nell'Europa meridionale sono più difficili e richiedono soluzioni di finanziamento su misura;

    J.

    considerando che gli Stati membri dovrebbero ispirarsi ai metodi di ristrutturazione industriale rivelatisi efficaci in Europa e in altri paesi del mondo;

    K.

    considerando che la Commissione ha messo in luce che le industrie dell'UE potrebbero riacquistare la loro attrattiva grazie a un previsto calo dei differenziali salariali globali;

    L.

    considerando che creare migliori condizioni generali per una politica industriale europea significa la realizzazione e il funzionamento effettivo del mercato interno dell'UE nell'ambito di un'economia sociale di mercato;

    M.

    considerando che la priorità principale dell'Europa deve essere la salvaguardia dei settori produttivi e del know-how, consentendo nel contempo un rapido recupero della propria competitività a livello mondiale;

    N.

    considerando che i costi energetici per l'industria e le crescenti differenze a livello di prezzi dell'energia tra l'Europa e gli altri paesi industrializzati (in particolare gli Stati Uniti) giocheranno un ruolo sempre più importante se le tendenze attuali non sono affrontate in modo adeguato;

    O.

    considerando che di fronte alle sfide globali è essenziale porre l'energia e l'impiego efficiente delle risorse alla base del rinnovamento industriale in Europa, affinché l'industria europea punti a conservare anche in futuro la sua competitività;

    P.

    considerando che all'UE occorre un approccio di politica industriale che unisca competitività, sostenibilità e occupazione dignitosa per raccogliere le principali sfide sociali;

    Q.

    considerando che è necessario garantire la coerenza della politica energetica, climatica, ambientale, industriale e commerciale dell'UE al fine di generare un equilibrio tra gli obiettivi della politica climatica e di protezione ambientale e gli obiettivi della strategia RISE;

    R.

    considerando che, negli ultimi decenni, la produttività della manodopera si è sviluppata molto più velocemente rispetto alla produttività delle risorse, e che secondo le stime la manodopera rappresenta meno del 20 % dei costi di produzione, mentre le risorse rappresentano il 40 % di tali costi;

    S.

    considerando che l'Unione europea dispone inoltre di un'immensa capacità di innovazione, con 6 Stati membri tra i primi 10 della classifica dei 50 paesi più innovativi al mondo;

    T.

    considerando che la politica industriale ha una forte dimensione sociale che interessa tutti gli strati della società;

    U.

    considerando che alla politica industriale europea occorre una forza lavoro solida, mentre in media solo il 7 % della manodopera scarsamente qualificata ha ricevuto una formazione;

    Strategia RISE (Renaissance of Industry for a Sustainable Europe): principi, obiettivi e governance

    1.

    plaude all'attenzione rivolta dalla Commissione alla politica industriale poiché una tale attenzione è essenziale per lo sviluppo economico e la competitività, per garantire una prosperità a lungo termine e risolvere il problema della disoccupazione, dato che le imprese creano un posto di lavoro su quattro, fornendo occupazione a circa 34 milioni di persone; sottolinea che la politica industriale deve affrontare le debolezze comparative dell'economia dell'UE, sia che si tratti della mancanza di investimenti in R&S, dell'evoluzione dei prezzi energetici, degli oneri burocratici o della difficoltà di accesso ai finanziamenti; osserva che l'80 % delle spese in materia di R&S è sostenuto dalle imprese e che quasi il 75 % delle esportazioni europee sono prodotti industriali; sottolinea che l'industria è responsabile in larga misura della creazione di valore nell'economia e che ogni posto di lavoro nell'industria crea circa due nuovi posti di lavoro nel settore dell'approvvigionamento e in quello dei servizi;

    2.

    sottolinea che il futuro industriale dell'Unione europea è legato alla strategia RISE (Renaissance of Industry for a Sustainable Europe — rinascita dell'industria per un'Europa sostenibile), che punta all'innovazione tecnologica, imprenditoriale, finanziaria e sociale nell'ottica di una terza rivoluzione industriale che includa una strategia efficace volta a reindustrializzare l'Europa, a rafforzare l'industria europea nel suo complesso e a rispondere alle crescenti sfide sociali; sostiene che la strategia RISE potrà far nascere nuovi mercati, anche per prodotti e servizi nuovi e innovativi, modelli aziendali e imprese e imprenditori creativi, nuova occupazione e posti di lavoro dignitosi, che favoriranno il rinnovamento industriale attraverso il dinamismo economico, la fiducia e la competitività; ritiene che una delle principali priorità sia quella di conservare un forte settore manifatturiero e il know-how e reputa che mercati aperti, la disponibilità energetica e di materie prime, così come l'innovazione, l'efficienza energetica e delle risorse costituiscano il pilastro fondamentale di tale strategia per la competitività; osserva che un'infrastruttura affidabile orientata al futuro per i trasporti, la produzione e la distribuzione di energia nonché le telecomunicazioni è altresì di grande importanza;

    3.

    ritiene che la strategia RISE debba essere integrata in un'economia di mercato ecologica e sociale, nel rispetto dei principi dell'imprenditorialità, della concorrenza leale, dell'obiettivo a lungo termine dell'internalizzazione delle esternalità, delle sane politiche finanziarie e dei quadri normativi consapevoli in ambito economico; sostiene che la politica industriale dell'Unione europea deve essere coerente con una visione ispirata all'innovazione, alla sostenibilità e alla competitività intese a rafforzare i settori manifatturieri, il know-how e l'economia circolare; prende atto del ruolo fondamentale svolto dall'industria e dalle imprese quali promotrici della sostenibilità e dell'importanza della trasparenza nelle filiere di approvvigionamento;

    4.

    sottolinea che alla strategia RISE occorre un'agenda a breve termine per salvaguardare l'apparato produttivo e il know-how, al fine di rispondere alle sfide urgenti (eccesso di capacità produttiva, ristrutturazioni, concorrenza sleale) di alcuni settori, un percorso e un calendario all'interno di un quadro di riferimento a lungo termine basato su un approccio con obiettivi e indicatori chiari e stabili, indicatori scientifici nonché un approccio basato sull'economia circolare e sul ciclo di vita il quale preveda incentivi per orientare gli investimenti verso la creatività, le competenze, l'innovazione e le nuove tecnologie, e che promuova la modernizzazione, la sostenibilità e la competitività della base industriale europea attraverso una politica consapevole dell'importanza della catena del valore che contempli le imprese di qualsiasi dimensione, presti la dovuta attenzione alle industrie di base e favorisca il mantenimento della catena produttiva in Europa; ritiene che tale modernizzazione debba essere realizzata tanto nell'ambito delle imprese chiave quanto nei nuovi settori industriali e che debba essere orientata alla crescita nel rispetto dei principi riguardanti lo sviluppo sostenibile;

    5.

    sottolinea che la politica industriale contempla tutti gli ambiti strategici che incidono sulle imprese; riconosce che la politica industriale deve affrontare le grandi sfide sociali e ambientali indicate nella strategia e negli obiettivi Europa 2020, tra cui i futuri obiettivi in materia di energia, risorse, occupazione, imprese e clima, ed essere integrata effettivamente nel quadro del semestre europeo e dei programmi nazionali di riforma, onde promuovere i necessari presupposti per gli investimenti e creare buoni posti di lavoro, in particolare per i giovani; invita la Commissione a perfezionare la sua comunicazione concernente i suoi impegni volti a sostenere la politica industriale, al fine di ripristinare la fiducia degli investitori, dei lavoratori e dei cittadini nell'azione dell'UE;

    6.

    constata che la quota dell'industria europea nel prodotto interno lordo (PIL) europeo aggregato ha subito in 15 anni un crollo dal 20 al 15 %;

    7.

    ritiene che la strategia RISE debba perseguire obiettivi industriali ambiziosi e realistici; osserva che l'obiettivo primario del 20 % richiederebbe la creazione di 400 000 nuovi posti di lavoro industriali all'anno; sostiene con forza l'obiettivo del 20 % e propone di considerarlo come un obiettivo di indirizzo allineato agli obiettivi 20/20/20 dell'UE;

    8.

    ritiene che tali obiettivi debbano riflettere le nuove realtà industriali quali l'integrazione del settore manifatturiero e di quello dei servizi nonché la transizione a un'economia basata sui dati e una produzione a valore aggiunto; invita la Commissione, a tale proposito, a valutare e convalidare le sue attività inerenti agli obiettivi e a ripensare la classificazione dei settori industriali;

    9.

    sottolinea che le attività dei settori industriali permettono di resistere alle crisi, anche mediante la creazione di un'economia dei servizi circostante;

    10.

    chiede alla Commissione di tener fede al suo impegno di elaborare degli indicatori che consentano di monitorare e valutare il processo di reindustrializzazione; sottolinea che tali indicatori devono essere non solo quantitativi ma anche qualitativi, onde assicurare che tale processo sia sostenibile e compatibile con la protezione dell'ambiente;

    11.

    prevede che mediante un'adeguata attuazione la strategia RISE possa rivitalizzare le imprese e far tornare la produzione nell'UE, prestando attenzione alla gestione della catena di approvvigionamento, tenendo conto delle culture e dei bisogni regionali e locali in tema di produzione e promuovendo nel contempo importanti settori emergenti necessari per un'economia e una società sostenibili;

    12.

    sottolinea che la strategia RISE avrà successo solo se viene sostenuta da un quadro macroeconomico adeguato, chiaro e prevedibile, senza conflitti tra politiche, e mediante le necessarie risorse di bilancio, al fine di sfruttare gli investimenti pubblici e privati e promuovere la competitività globale dell'UE; si rammarica che l'attuale politica macroeconomica predominante nell'UE non consenta un adeguato accesso ai capitali per gli investimenti e l'innovazione, in particolare per le PMI, contrastando in questo modo la politica industriale; chiede, in questo contesto, una strategia di crescita europea intelligente, sostenibile e inclusiva e deplora i tagli del Consiglio nei confronti della rubrica 1A del quadro finanziario pluriennale (QFP), in particolare nei confronti di Orizzonte 2020, COSME e del meccanismo per collegare l'Europa; invita gli Stati membri a rafforzare notevolmente la dotazione finanziaria di tali programmi;

    13.

    sottolinea che la creazione di risorse proprie nel bilancio europeo potrebbe essere utilizzata favorevolmente ai fini della reindustrializzazione dell'Europa;

    14.

    ribadisce che la politica industriale dell'UE deve essere definita in modo univoco, poiché attualmente nell'UE e negli Stati membri vigono molte pratiche e tendenze diverse nell'ambito della politica industriale;

    15.

    plaude all'approccio trasversale della Commissione nei confronti della politica industriale e sottolinea l'importanza di un approccio olistico il quale sia coerente e coordinato negli ambiti in cui tutti gli altri settori strategici (quali la concorrenza, il commercio, l'ambiente, l'innovazione, i Fondi strutturali, il mercato unico, ecc.) tengono conto degli obiettivi della strategia RISE; ricorda, in tale contesto, la Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA), che dimostra che nel settore della politica industriale sono possibili azioni efficaci, integrate e innovative, le quali generano crescita e occupazione, promuovono l'integrazione e coinvolgono le parti sociali; ritiene che la strategia RISE debba basarsi su un concetto di politica industriale orizzontale, e non verticale; ritiene che, pur prestando la dovuta attenzione ai settori industriali di base, le misure settoriali specifiche debbano sostenere la catena del valore e i comparti con un elevato potenziale di crescita ed essere collegate alla specializzazione settoriale, promuovendo la realizzazione di strategie high-tech e a elevato valore aggiunto, così come l'innovazione, le competenze, l'imprenditorialità, l'occupazione e la creatività; prende atto, a questo proposito, delle strategie settoriali nel comparto automobilistico (Cars 2020) e dell'acciaio (piano d'azione per l'acciaio) e invita la Commissione ad adottare misure adeguate volte ad attuare tali strategie; chiede agli Stati membri e alla Commissione di prestare inoltre sufficiente attenzione ai settori con un solido know-how, un elevato livello di investimenti in R&S, che creano valore aggiunto e contemplano l'innovazione dei processi;

    16.

    suggerisce alla Commissione di studiare in modo approfondito, per settori, il valore aggiunto della produzione industriale europea nelle catene di produzione mondiale, onde determinare l'ancoraggio di vari settori industriali negli Stati membri e costituire in modo più efficace una strategia comune di difesa degli interessi industriali europei;

    17.

    ritiene che l'Unione europea necessiti di un mix intelligente tra industria privata e istituzioni pubbliche, al fine di consolidare la creazione di catene di valore nell'UE;

    18.

    pone l'accento sul fatto che la futura politica di coesione sarà una delle principali politiche unionali che promuoveranno l'innovazione industriale attraverso la specializzazione intelligente, al fine di rispondere alle sfide legate all'energia sostenibile, al cambiamento climatico e all'uso efficiente delle risorse, sia materiali sia umane; ritiene pertanto che il sostegno da parte della futura politica di coesione e dei Fondi strutturali e d'investimento europei sia fondamentale per la reindustrializzazione dell'UE e delle sue regioni attraverso una politica industriale realmente moderna, che dovrà essere inclusiva, sostenibile, efficiente sotto il profilo energetico e altamente competitiva; chiede un migliore coordinamento e migliori sinergie tra la politica di coesione e i programmi di Orizzonte 2020, al fine di creare incubatori regionali di innovazione e di massimizzare l'innovazione a livello regionale;

    19.

    concorda con la Commissione sul fatto che la politica industriale deve possedere una struttura di governance efficace e integrata, che includa il monitoraggio delle attività; ricorda la raccomandazione del Parlamento europeo nella relazione Lange sull'industria, di istituire una task force permanente della Commissione sulla politica industriale composta dalle pertinenti Direzioni generali, che tenga conto dell'apporto delle parti interessate e coordini e monitori l'implementazione; sottolinea che il Parlamento dovrebbe essere regolarmente informato sugli sviluppi della politica industriale e chiede alla Commissione di riferire su base annua al Parlamento in merito ai progressi della strategia RISE e di indicare in che misura i relativi obiettivi sono conseguiti con gli strumenti disponibili; propone che anche le task force per le linee d'azione prioritarie pubblichino una relazione annuale; chiede altresì alla Commissione di studiare e identificare le sfide legate alla sovraccapacità e alle ristrutturazioni cui è confrontata l'industria europea e particolari settori, al fine di presentare soluzioni a breve termine ed invita la Commissione a monitorare qualsiasi delocalizzazione della produzione manifatturiera europea; sottolinea che alla strategia RISE occorrono un'alleanza tra e un partenariato con le parti interessate di diversi settori dell'industria (incluse le PMI), i sindacati, il mondo accademico e la società civile, quali gli organismi per la tutela dei consumatori e le organizzazioni non governative; invita la Commissione a sfruttare pienamente l'articolo 173, paragrafo 2, del trattato per fare avanzare la strategia RISE e mobilitare meglio le sue risorse; sottolinea l'importanza di migliorare la strategia di comunicazione dell'Unione della sua politica industriale ai cittadini, in particolare ai giovani, al fine di rafforzare il valore dell'industria europea, dei suoi mestieri e del suo know-how;

    20.

    ritiene che la strategia RISE debba fungere da stimolo per la creazione di un ambiente attraente e competitivo in Europa, che promuova flussi di investimenti in tutta l'UE e nelle sue regioni, specie nel sud dell'Europa, per rilanciare la crescita, in particolare attraverso la specializzazione intelligente e la formazione di cluster, anche transnazionali e regionali nonché reti commerciali;

    21.

    plaude al lavoro del Vicepresidente Tajani per un più stretto coordinamento della politica industriale con il Consiglio Competitività; riconosce che una politica industriale per la strategia RISE dovrebbe formare una base comune per l'UE, ma sottolinea che essa deve tenere conto delle diverse circostanze nazionali e regionali ed essere coordinata con la politica industriale degli Stati membri; sostiene l'idea di un Consiglio Competitività più forte che, in coordinamento con la Commissione, contribuisca al coordinamento verticale delle politiche a livello europeo, regionale e di Stati membri; nota tra l'altro che normative intelligenti e una riduzione della burocrazia sono requisiti essenziali per la crescita industriale;

    22.

    ritiene che i diversi livelli territoriali debbano essere pienamente coinvolti ed agire in maniera coordinata nel processo di reindustrializzazione, nell'identificazione delle priorità, delle potenzialità e degli sforzi dell'industria nei loro territori nonché nel sostegno allo sviluppo delle PMI; rammenta che le PMI sono state le prime vittime della crisi, pur rappresentando una carta vincente, dal momento che hanno le giuste dimensioni e la sufficiente capacità di reazione per rispondere ai mutamenti; chiede alla Commissione e agli Stati membri di attuare programmi specifici di sostegno e accompagnamento per le PMI e di aiutare queste ultime a diventare «campioni» industriali nel loro settore; plaude al lavoro intrapreso dal Comitato delle regioni e dalla Commissione riguardo alle strategie di specializzazione intelligente per la razionalizzazione dei finanziamenti dell'UE a favore degli obiettivi di Europa 2020;

    23.

    invita gli Stati membri, nel caso di eventuali modifiche dei trattati, ad istituire una politica industriale comune con un'ambizione e mezzi comparabili alla politica agricola comune, vale a dire un'autentica concertazione transnazionale per una strategia comune, importanti mezzi finanziari e strumenti di regolamentazione dei mercati analoghi a quelli di cui dispongono le altre grandi aree commerciali mondiali, come ad esempio lo strumento monetario o regole sugli aiuti di Stato adeguate alle esigenze della nostra industria, pur restando nella legalità internazionale;

    24.

    si compiace per l'interesse della Commissione nei confronti dei produttori, in particolare gli industriali, e non solo dei consumatori;

    25.

    lamenta, nella proposta della Commissione, la mancanza di misure contro il dumping salariale e sociale, e di misure volte alla partecipazione dei lavoratori e alla ristrutturazione;

    Un'offensiva per l'innovazione, l'efficienza e le tecnologie sostenibili

    26.

    sottolinea che una strategia per l'innovazione, l'efficienza e le nuove tecnologie, incluse le tecnologie per la sostenibilità, unita a nuovi modelli commerciali, creatività e produzione avanzata potrebbe rigenerare e modernizzare la base industriale dell'UE, rafforzando il fulcro della sua competitività a livello regionale e globale; ritiene che l'innovazione debba essere promossa in vari settori, tenendo conto di tutte le parti interessate, dall'innovazione sul campo e non tecnica alle attività di ricerca e sviluppo high-tech nei laboratori di ricerca; nota in tale contesto l'importanza di coinvolgere proattivamente i dipendenti nel processo di innovazione, stimolando le società innovative che svolgono un ruolo di leader in termini economici, sociali e ambientali; sottolinea la necessità di creare un ambiente favorevole e ritiene fondamentale garantire condizioni in cui le imprese possano cooperare ed essere competitive; ritiene che sia necessario rafforzare la base delle conoscenze dell'Europa, ridurre la frammentazione attraverso la promozione dell'eccellenza nella scienza e nell'istruzione, creare condizioni volte a tramutare le buone idee in prodotti commerciabili, incrementare l'accesso delle imprese innovatrici ai finanziamenti, creando un ambiente favorevole all'innovazione ed eliminando le diseguaglianze sociali e geografiche, mediante la diffusione dei vantaggi dell'innovazione in tutta Europa; sottolinea, in tale contesto, che occorre considerare in particolare il quadro di valutazione annuale della Commissione per la ricerca e l'innovazione («Innovation Union Scoreboard 2013») che mostra in che modo le innovazioni si ripercuotono sul rafforzamento della competitività sostenibile, fornisce una valutazione comparativa delle prestazioni erogate nell'ambito della ricerca e dell'innovazione dagli Stati membri dell'UE e presenta i relativi punti forti e deboli dei rispettivi sistemi di ricerca e innovazione;

    27.

    ritiene che i fondi dell'UE per la ricerca e l'innovazione debbano fungere da catalizzatori ed essere impiegati in modo sinergico con vari strumenti e fondi europei, nazionali e regionali; ricorda l'obiettivo del 3 % per la ricerca e lo sviluppo, con due terzi provenienti dal settore privato; sostiene l'istituzione di partenariati pubblico-privato (PPP) nel quadro di Orizzonte 2020 e invita la Commissione ad assicurare uno sfruttamento sufficiente degli investimenti del settore privato;

    28.

    accoglie favorevolmente il fatto che una quota pari al 4 % dei fondi sarà realizzata attraverso uno strumento dedicato per le PMI nel quadro del programma Orizzonte 2020;

    29.

    accoglie con favore l'attenzione della Commissione sulla progettazione ecocompatibile, la riciclabilità con specifiche cradle-to-cradle, i nuovi criteri di sostenibilità per i prodotti e i processi di costruzione e l'impiego efficiente delle risorse nell'ambito del concetto di economia circolare; chiede che i progetti legislativi e di studio sull'impiego efficace delle risorse tengano conto della sostenibilità di queste ultime secondo i criteri di efficacia, redditività ed effetti sul lungo periodo; chiede alla Commissione di promuovere ulteriormente il concetto di «ciclo di vita» attraverso una politica integrata sui prodotti (PIP) che tenga conto dell'intero ciclo di vita del prodotto (approccio cradle-to-cradle);

    30.

    accoglie con favore le linee d'azione della Commissione nonché i possibili PPP; è preoccupato, tuttavia, del fatto che non si tenga adeguatamente conto degli sviluppi relativi ai «big data» e alle tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni (TIC); invita pertanto la Commissione a integrare tali sviluppi in modo adeguato; ritiene che i servizi a banda larga siano fondamentali per lo sviluppo dell'industria dell'UE e potrebbero contribuire alla crescita economica e all'occupazione nell'UE, e che pertanto gli investimenti nelle infrastrutture per la banda larga al fine di realizzare reti a banda larga di capacità elevata e fibra nelle reti di accesso debbano continuare ad essere una delle priorità dell'UE; chiede alla Commissione di sostenere la formazione di cluster lungo le varie linee d'azione, per promuovere sinergie e ricadute reciproche;

    31.

    sottolinea il ruolo chiave delle TIC nella transizione verso un'economia sostenibile, che coinvolga settori quali dematerializzazione, monitoraggio ecologico, efficienza nei trasporti e nella logistica, servizi elettronici e sanità; accoglie con favore la nuova strategia industriale europea per l'elettronica che mira a raddoppiare la produzione di chip dell'UE portandola al 20 % della produzione mondiale; insiste sulla necessità di promuovere ulteriormente l'adozione delle TIC in settori industriali tradizionali nonché sullo sviluppo di nuovi prodotti e servizi digitali che contribuiscano agli obiettivi di sviluppo sostenibile;

    32.

    accoglie con favore la linea d'azione sulla fabbricazione avanzata; ritiene che essa trarrebbe beneficio da PPP come SPIRE; è del parere che il lancio della comunità della conoscenza e dell'innovazione entro il 2016 nell'ambito della fabbricazione a valore aggiunto sia una priorità; chiede alla Commissione di integrare le esperienze dell'EPEC (Centro europeo di consulenza per i partenariati pubblico-privati della BEI) nei futuri partenariati pubblico-privato; incoraggia la Commissione a creare sinergie nella produzione avanzata anche tra Stati membri, industria e istituti di ricerca; chiede alla Commissione di valutare fino a che punto lo statunitense National Network for Manufacturing Innovation possa fungere da modello;

    33.

    accoglie con favore la linea d'azione sulle reti intelligenti e ritiene che sarebbe opportuno ampliarne l'ambito di azione ed aggiungere ulteriori proposte; raccomanda che tale azione comprenda altresì aspetti che assicurino un'infrastruttura energetica, uno stoccaggio di energia e una capacità di riserva adeguati, come indicato dalla Commissione, tra cui la rete elettrica ad efficienza elevata con gli interconnettori per contribuire al completamento del mercato interno dell'energia e con la capacità di gestire le fonti di energia rinnovabile, come l'energia eolica off-shore e l'infrastruttura digitale di alta tecnologia;

    34.

    invita la Commissione a presentare una politica dei cluster e delle reti di cluster, sotto forma di cooperazione, in particolare nelle catene di valore, tra imprese collegate, fornitori, prestatori di servizi, università e centri di ricerca, che stimoli altresì lo sviluppo organico di cluster secondo una modalità «bottom-up» in risposta alle esigenze aziendali e/o di ricerca; sottolinea l'importanza di istituire cluster transnazionali, in particolare al fine di integrare le regioni deboli sul piano strutturale nella catena di valore industriale europea, sulla base della concorrenza a livello di Unione, incoraggiando la partecipazione dei paesi/regioni sottorappresentati e garantendo il trasferimento di know-how tra le comunità di ricerca di tutti gli Stati membri; ritiene che si tratti di un aspetto fondamentale da integrare nelle politiche industriali regionali; nota altresì che la Commissione dovrebbe prestare particolare attenzione al fatto di sostenere i cluster esistenti; incoraggia la Commissione ad istituire cluster incentrati sull'efficacia delle risorse, attraverso il futuro piano d'azione verde per le PMI;

    35.

    accoglie con favore la strategia nel campo delle tecnologie chiave, dove l'UE dispone di un forte vantaggio competitivo e del potenziale di incrementarlo, vista la sua solida base nell'ambito della ricerca, ma ritiene che siano necessari maggiori sforzi per sfruttare i risultati onde conseguire tale vantaggio; sostiene le azioni proposte per migliorare il coordinamento e le sinergie tra politiche e strumenti, compresi Orizzonte 2020, la BEI, i Fondi strutturali dell'UE e altri fondi pubblici e privati; accoglie con favore le iniziative che promuovono azioni specifiche dei cluster nell'ambito della promozione delle tecnologie chiave e della cooperazione transregionale rafforzata; chiede alla Commissione di evitare di istituire circoli chiusi per singoli consorzi o singole aziende; rileva che il finanziamento dell'infrastruttura di ricerca deve recare vantaggio e deve essere utilizzato da attori multipli;

    36.

    invita la Commissione a potenziare le reti di comunicazione sull'esempio dei progetti Smart Cities grazie alla collaborazione tra regioni, città e territori per gestire servizi condivisi, produrre e consumare energia in modo efficiente, incentivando interventi di riqualificazione energetica che favoriscano, ad esempio, la costruzione di edifici ad alto contenuto tecnologico e basso consumo energetico;

    37.

    rileva l'orientamento predominante a favore della tecnologia nei programmi della Commissione su ricerca e innovazione; intravede, in generale, la necessità di rafforzare le misure e le attività «stimolate dal mercato», che possono effettivamente apportare soluzioni nei mercati;

    38.

    chiede alla Commissione di collegare gli strumenti della politica sul versante dell'offerta con gli strumenti sul versante della domanda, mediante la creazione di partenariati per l'innovazione (come i programmi sulle città intelligenti, l'invecchiamento attivo o le materie prime) e lo sviluppo di «mercati di riferimento» al fine di promuovere l'assorbimento nel mercato di nuovi prodotti/servizi in grado di soddisfare le esigenze della società;

    39.

    chiede alla Commissione di elaborare una strategia atta a garantire che l'Europa attragga talenti stranieri, mantenendo al contempo le relazioni con i maggiori talenti europei all'estero; sottolinea l'importanza di collaborare con le comunità espatriate dall'UE, incoraggiandole a sfruttare le loro conoscenze e relazioni per realizzare opportunità commerciali nell'UE;

    40.

    ritiene che l'incentivo di forme di turismo sostenibile legate al consumo di produzioni locali sia in grado di stimolare la ripresa delle attività agricole e artigianali nonché la diffusione di microimprese nei territori e possa rappresentare un volano economico significativo tale da favorire la ripresa economica, garantendo nel contempo una corretta gestione dell'ambiente, la difesa delle culture e dei presidi umani e la prevenzione dei dissesti idrogeologici;

    41.

    ritiene che il settore delle scienze biologiche sia un settore strategico dell'Unione europea, per il suo potenziale di innovazione, per il posto che occupa nella produzione industriale europea, la sua importanza in termini di posti di lavoro diretti e indiretti nonché la sua capacità di esportare prodotti al di fuori dell'Unione;

    42.

    ritiene che, per sviluppare la propria politica industriale, l'Unione europea debba compiere delle scelte politiche e concentrare i propri sforzi su settori strategici che rispondano alle sfide sociali, basandosi nel contempo sul know-how europeo; esorta pertanto la Commissione a sviluppare un'agenda strategica per l'industria europea per le scienze della vita, come indicato nella comunicazione dal titolo «Un'industria europea più forte per la crescita e la ripresa economica — Aggiornamento della comunicazione sulla politica industriale»;

    Completamento del mercato interno e apertura dei mercati esterni per la strategia RISE

    43.

    sottolinea che il mercato unico europeo svolge un ruolo centrale come mercato interno per l'industria europea e che occorre sviluppare una strategia per il mercato interno che favorisca l'innovazione stimolata dalla domanda per promuovere l'impiego di nuove tecnologie, contribuendo quindi a creare nuovi mercati, modelli commerciali e settori industriali; ne enfatizza la particolare pertinenza ai fini della diffusione dei risultati della ricerca e dello sviluppo nel mercato; sottolinea che norme e standard prevedibili nel mercato interno — e la loro effettiva applicazione negli Stati membri — aiutano ad offrire alle imprese prospettive stabili; invita la Commissione e gli Stati membri a completare con urgenza il mercato unico dei beni, dell'energia, delle telecomunicazioni, dei trasporti, dei prodotti verdi (come indicato dalla Commissione nella sua iniziativa) e del capitale di rischio e a garantire la libera circolazione dei ricercatori, della conoscenza scientifica e della tecnologia; sottolinea che il mancato completamento del mercato interno rappresenta un ostacolo alla crescita ed invita la Commissione ad eseguire uno studio per valutare l'impatto della crisi sul mercato interno e far fronte alle disparità di costi nell'Unione europea, che possono determinare degli svantaggi per le imprese dell'UE rispetto alle loro concorrenti dei paesi terzi; avverte che la frammentazione del mercato interno potrebbe portare ad una distorsione della concorrenza tra gli Stati membri all'interno dell'Unione europea; chiede all'Unione europea di perseguire una più stretta cooperazione nei settori del diritto del lavoro e delle agevolazioni fiscali; sollecita la Commissione a promuovere l'uso del marchio «Made in Europe» per rafforzare il mercato unico e i prodotti di origine europea;

    44.

    plaude all'intenzione della Commissione di sviluppare un piano d'azione orizzontale per stimolare la domanda di beni e servizi innovativi; invita la Commissione a proseguire lo studio sul ciclo di vita dei prodotti, dalle materie prime al riciclo, per definire parametri di riferimento in materia di efficienza dei prodotti che tengano conto del rapporto costi-benefici e del potenziale di innovazione;

    45.

    sottolinea che gli appalti pubblici dovrebbero essere un fattore di stimolo per l'innovazione; ricorda che gli appalti pubblici sono parte integrante della politica industriale dei nostri partner commerciali; ritiene che gli orientamenti sugli aiuti di Stato dovrebbero promuovere la competitività dell'industria dell'UE anche tenendo conto delle migliori prassi e degli esempi positivi dei partner commerciali dell'UE, promuovere la cooperazione europea ed essere aperti a misure politiche di rafforzamento dell'innovazione; ritiene che la standardizzazione e il marchio di qualità ecologica, nonché la responsabilità sociale delle imprese, applicabili anche ai prodotti di importazione, possano svolgere un ruolo importante nel promuovere l'adozione di nuove tecnologie; chiede alla Commissione di assegnare priorità alle attività a sostegno della standardizzazione e dell'interoperabilità per prodotti, servizi e tecnologie nuovi ed emergenti, che rappresentano le colonne portanti della concorrenza interna europea e delle opportunità di scambi internazionali;

    46.

    riconosce che la vigilanza del mercato è un elemento fondamentale per garantire la sicurezza e la qualità dei prodotti all'interno del mercato interno; accoglie con favore il pacchetto proposto dalla Commissione sulla sicurezza dei prodotti e sorveglianza dei mercati, sottolineando l'importanza che l'indicazione di origine può svolgere, non solo per i consumatori, ma anche nell'ottica di una politica commerciale, interna ed estera, più trasparente; invita la Commissione a sfruttare il potere e l'efficacia di Internet per il proprio lavoro sulla vigilanza del mercato, consentendo alle persone di partecipare con proprie osservazioni riguardo ai prodotti; sottolinea, a tale proposito, l'importanza di una tutela del consumatore adeguatamente funzionante nell'Unione europea;

    47.

    enfatizza che il completamento del mercato unico digitale è un elemento importante della strategia industriale dell'UE; reitera l'importanza del mercato interno della digitalizzazione e lo sviluppo del commercio elettronico nel mercato interno per le PMI; reputa che il mercato del digitale e delle nuove tecnologie dell'informazione costituisca un'opportunità di sviluppo industriale che non è stata ancora pienamente sfruttata e per la quale l'Europa possiede un solido know-how; sottolinea l'esigenza imperativa di adeguare la politica UE di standardizzazione delle TIC agli sviluppi di mercato e politici che porteranno al conseguimento degli obiettivi della politica europea basati sull'interoperabilità, quali l'e-business, il commercio elettronico, il trasporto merci informatizzato e i sistemi di trasporto intelligente (STI) ecc.;

    48.

    enfatizza che il completamento del mercato unico digitale deve essere un elemento importante della strategia industriale dell'UE; sottolinea che deve essere applicato un quadro normativo equivalente ai mercati on line e off line per garantire una concorrenza leale e proteggere i consumatori;

    49.

    approva il riconoscimento, da parte della Commissione, di una definizione economica settoriale per le industrie culturali e creative di alta gamma, applicabile in maniera orizzontale ai segmenti superiori di vari mercati di prodotti e di servizi e fondata su caratteristiche specifiche, quali l'apporto culturale e creativo, il carattere del prodotto, la proprietà intellettuale, la qualità di fabbricazione, il design e l'innovazione, il marketing e la comunicazione nei confronti dei consumatori; invita la Commissione a riconoscere la natura specifica dei mestieri d'eccellenza appartenenti alle industrie europee, che creano occupazione in Europa e obbediscono a quattro criteri: creatività, eccellenza, know-how e apprendimento permanente;

    50.

    accoglie con favore l'intenzione della Commissione di sostenere la competitività del settore dei prodotti e servizi di alta gamma, che rappresenta il 3 % del PIL europeo e più di 1,5 milioni di posti di lavoro diretti e indiretti, e chiede alla stessa Commissione di porre in atto misure per far fronte al rischio della carenza di competenze in questo settore al fine di preservare la produzione e il know-how specifici europei;

    51.

    constata che la siderurgia europea lavora al 50 % delle proprie capacità e che la produzione europea di acciaio è crollata del 25 % dal 2008;

    52.

    constata che il settore automobilistico europeo, che nel 2007 produceva 16 milioni di autovetture, nel 2013 non sarà arrivato a produrne 12 milioni;

    53.

    ritiene che, data l'attuale crisi finanziaria, economica e sociale, gli investimenti pubblici e privati rappresentino un elemento essenziale di una strategia complessiva per la crescita sostenibile; sostiene a tale proposito la riforma generale del regime degli aiuti di Stato, attraverso l'applicazione di un approccio maggiormente basato sugli aspetti sociali ed economici e attraverso una maggiore flessibilità delle regole di concorrenza di cui agli articoli 101 e 102 TFUE; ribadisce l'importanza di tenere maggiormente conto della qualità e dell'efficacia della spesa pubblica;

    54.

    sottolinea che la politica industriale deve usare pienamente gli strumenti della politica sulla concorrenza per creare un quadro di norme uniformi e favorire la competitività dei mercati;

    55.

    suggerisce alla Commissione di valutare in che misura il rifiuto di un gruppo di dimensioni mondiali di cedere un sito che ha deciso di chiudere a un altro gruppo potenzialmente in grado di subentrarvi o a un'entità pubblica per un sostegno pubblico temporaneo è conforme con il diritto europeo della concorrenza;

    56.

    prende atto dell'indagine della Commissione riguardo alla riforma del mercato interno dei prodotti industriali; invita la Commissione a garantire che tali norme siano compatibili con il mercato;

    57.

    riconosce l'impulso dato dalla Commissione alla strategia «legiferare con intelligenza» per ridurre gli oneri a carico dell'industria senza mettere a repentaglio l'efficacia della legislazione, inclusi valutazioni di impatto, esami della competitività, controlli di idoneità e controllo delle PMI, in particolare per quanto riguarda le microimprese e le PMI, nonché la necessità di una stabilità normativa per promuovere gli investimenti; ritiene che oneri burocratici e politiche in conflitto tra loro siano spesso un ostacolo al miglioramento della competitività delle imprese industriali e che le iniziative volte a ridurre tali oneri debbano essere una delle massime priorità dell'agenda politica ed attende con vivo interesse le proposte della Commissione al riguardo, comprensive di obiettivi concreti; sostiene la coerenza regolamentare, un approccio normativo trasversale nonché un migliore esame della competitività che dovrebbe essere parte integrante e obbligatoria ai sensi degli orientamenti di valutazione dell'impatto; chiede agli Stati membri di utilizzare il test delle PMI e un migliore esame della competitività anche a livello nazionale; accoglie con favore gli sforzi profusi dalla Commissione per valutare gli effetti cumulativi della legislazione nel settore dell'acciaio e chiede alla Commissione di approfondire la metodologia e di identificare gli altri settori che potrebbero trarre beneficio da tale approccio;

    58.

    incoraggia a sfruttare meglio le potenzialità della procedura di notifica 98/34/CE e suggerisce che gli Stati membri introducano l'esame sulla competitività nelle valutazioni di impatto effettuate in sede di elaborazione delle procedure legislative nazionali, nel contesto più ampio del ''test del mercato unico'' chiesto nella risoluzione del Parlamento europeo del 7 febbraio 2013 recante raccomandazioni alla Commissione concernenti la governance del mercato unico;

    59.

    chiede la rapida attuazione dello «Small Business Act» a sostegno delle PMI europee; rileva l'importanza della rete Enterprise Europe a sostegno delle piccole e medie imprese negli scambi commerciali transfrontalieri nell'UE; sottolinea l'importanza di sostenere le piccole imprese per aiutarle a diventare medie imprese e far sì che le PMI diventino attori più importanti del settore, al fine di favorirne la competitività a livello globale; richiama l'attenzione sull'importanza economica di tessere dei legami tra imprese in alcuni settori, quali il settore della difesa, al fine di conseguire economie di scala e condividere progetti industriali comuni;

    60.

    ritiene che un accesso migliore, più rapido e meno costoso da parte delle PMI alle procedure antidumping sia fondamentale ai fini di una loro più efficace tutela dalle pratiche sleali dei partner commerciali; invita l'Unione europea a tenere conto di tale aspetto nella riforma degli strumenti di difesa commerciale;

    61.

    invita l'Unione europea a valorizzare la sua produzione industriale fornendo informazioni più precise ai consumatori, rendendo obbligatoria l'indicazione della provenienza dei prodotti dell'Unione e dei prodotti importati dai paesi terzi e facendo rispettare le indicazioni geografiche dei prodotti alimentari europei nei paesi terzi;

    62.

    ricorda che lo sviluppo tecnologico è un settore sensibile e fragile; ritiene che i diritti di proprietà intellettuale (DPI) siano una componente essenziale dell'economia della conoscenza e di una sana politica industriale capace di stimolare l'innovazione e la ricerca e di rafforzare l'industria europea; saluta al riguardo la creazione di un brevetto unitario UE e invita gli Stati membri a realizzarlo senza indugio; reputa che il processo che ha portato alla sua creazione debba essere integrato nelle buone pratiche in materia di rafforzamento dell'integrazione dell'industria e del mercato interno; è preoccupato del fatto che l'attuale regime dei DPI spesso non consegua lo scopo di generare innovazione; ritiene che la maggiore trasparenza, la gestione innovativa e le pratiche di concessione delle licenze possano portare più rapidamente soluzioni per il mercato; accoglie con favore in tale ambito il lavoro avviato dalla Commissione; chiede alla Commissione e agli Stati membri di potenziare anche la tutela dei DPI, segnatamente per combattere la contraffazione e lo spionaggio industriale; sottolinea la necessità di nuove strutture e forum di governance per la protezione dei DPI a livello internazionale; invita la Commissione a definire una strategia di protezione del segreto d'impresa a livello europeo;

    63.

    sottolinea l'importanza di attuare i DPI negli ambienti fisici e digitali per favorire la crescita e la creazione di posti di lavoro nelle industrie europee; in questo contesto accoglie con favore la riforma in atto sul sistema europeo dei marchi, che ha il potenziale di rafforzare la protezione dei marchi registrati online, offline e nell'intero mercato interno;

    64.

    appoggia la riforma in corso del sistema del diritto dei marchi, che rafforzerà la protezione dei marchi online, offline e in tutto il mercato interno nonché nel quadro degli scambi internazionali;

    65.

    accoglie con favore il riconoscimento del problema delle «selve di brevetti» e delle «imboscate brevettuali»; sostiene la modifica del sistema di regolamentazione per favorire le licenze incrociate proconcorrenziali o i pool di brevetti;

    66.

    chiede alla Commissione di proporre una normativa che consenta alle società europee di produrre nell'UE medicinali generici e biosimilari nel periodo del Certificato protettivo complementare (SPC) a seguito della scadenza del brevetto, per preparare il lancio immediato dopo la scadenza del Certificato o per esportare in paesi dove non sono previsti né il brevetto né il Certificato; ritiene che tali disposizioni possano contribuire a evitare l'esternalizzazione della produzione e favorire la creazione di posti di lavoro nell'UE oltre a creare un quadro normativo uniforme tra le società europee e i loro concorrenti nei paesi terzi;

    67.

    sottolinea che le relazioni esterne si spingono oltre gli accordi siglati in seno all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e che nel momento in cui si svilupperà la dimensione esterna della politica industriale, l'UE e gli Stati membri dovranno definire punti di vista comuni per garantire la parità di condizioni a livello globale;

    68.

    ricorda che nella sua Comunicazione congiunta del 7 febbraio 2013 dal titolo «Strategia dell'Unione europea per la cibersicurezza: un ciberspazio aperto e sicuro» (22), il Vicepresidente/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza si è impegnato a promuovere risorse industriali e tecnologiche in materia di cibersicurezza;

    69.

    insiste sulla necessità di migliorare la competitività delle imprese europee sul mercato mondiale; rileva l'importanza di una strategia commerciale dell'UE; chiede alla Commissione di riorganizzare la sua politica commerciale di fronte all'acuirsi della concorrenza dei partner commerciali dell'UE e di garantire che la politica dell'Unione in materia di commercio e concorrenza sia in linea con gli obiettivi della politica industriale europea senza compromettere il potenziale di innovazione e competitività delle imprese europee; chiede alla Commissione di sviluppare, insieme al Vicepresidente/Alto rappresentante, una strategia che preveda la presenza di sportelli per le PMI (PMI desk) presso le missioni dell'UE; rileva che questi desk devono tenere in considerazione l'operato delle camere di commercio e integrare l'esperienza maturata dai Centri europei d'impresa; chiede alla Commissione e agli Stati membri di rafforzare la cooperazione finalizzata all'accompagnamento delle imprese europee sui mercati esterni; li invita, in particolare, a dare particolare priorità agli strumenti di assistenza alle PMI e a centralizzare l'informazione destinata alle PMI attraverso la creazione di sportelli unici in tutta l'Unione; chiede alla Commissione di includere il test di migliorata competitività nelle valutazioni di impatto degli accordi commerciali e nelle valutazioni dei loro effetti cumulativi;

    70.

    constata che gli oneri ambientali che gravano sull'industria europea spingono sempre più spesso gli industriali europei a investire al di fuori dell'Unione;

    71.

    sottolinea l'importanza di inserire norme ambientali e sociali negli accordi commerciali bilaterali e nelle relazioni commerciali multilaterali, ai fini di un commercio giusto ed equo e di un quadro normativo uniforme; chiede alla Commissione, quando stipula nuovi accordi commerciali o riesamina quelli in vigore, di garantire parità di condizioni tra gli operatori rispettivamente con sede nell'UE e al di fuori dell'UE; sottolinea che l'UE dovrebbe sollevare seriamente la questione delle distorsioni che arrecano danno agli interessi industriali europei, imporre progressivamente il principio della reciprocità commerciale, specie in tema di accesso agli appalti pubblici, e migliorare la propria reattività, ciò al fine di contribuire all'apertura dei mercati;

    72.

    ricorda alla Commissione che i bassi salari e i bassi livelli di protezione dell'ambiente continuano a rappresentare un importante aspetto della concorrenza internazionale e che per una vera reindustrializzazione dell'Europa è urgente puntare a un allineamento di tali standard verso l'alto; invita al riguardo la Commissione a negoziare impegni vincolanti in fatto di diritti dei lavoratori e di protezione dell'ambiente negli ALS conclusi con i paesi terzi;

    73.

    prende atto dell'ammodernamento degli strumenti di difesa commerciale UE proposto dalla Commissione europea; auspica che tale modernizzazione possa migliorare l’efficacia di tali strumenti; chiede pertanto alla Commissione di non indebolirli, de iure o de facto, ma anzi di rafforzarli per proteggere più efficacemente, e il più rapidamente possibile, le imprese europee di ogni dimensione contro le pratiche commerciali illegali o sleali;

    74.

    rammenta la necessità di far ricorso, ogniqualvolta le circostanze lo giustifichino, agli strumenti di difesa commerciale nei confronti dei paesi che non rispettano le regole del commercio internazionale o gli accordi di libero scambio conclusi con l'UE; chiede inoltre un accesso agevolato, più rapido e meno oneroso da parte delle PMI alle procedure antidumping per consentir loro di meglio proteggersi dalle pratiche sleali;

    75.

    sottolinea l'importanza chiave della ricerca e dell'innovazione per la competitività delle imprese europee sui mercati mondiali e ribadisce la necessità che le imprese europee sappiano prevedere meglio i bisogni dei mercati terzi onde soddisfare la domanda internazionale;

    76.

    reputa indispensabile, nel quadro del rilancio della politica industriale, che l'Unione si doti di strumenti che permettano di:

    condurre una politica antidumping più attiva e reagire tra l'altro al finanziamento abusivo delle esportazioni praticato da taluni paesi terzi;

    attuare un'autentica politica dei cambi che difenda gli interessi commerciali europei;

    far prevalere il principio dello «commercio equo», fondato sulla reciproca osservanza delle norme sociali, ambientali e culturali o sul rispetto dei diritti umani negli scambi commerciali internazionali;

    77.

    invita la Commissione a migliorare notevolmente la sua attività valutativa in fatto di accordi commerciali, in particolare con riferimento alle valutazioni d'impatto, includendo il concetto di competitività del settore industriale, realizzando uno studio ex-post e procedendo a un'analisi cumulativa degli effetti sulla competitività dell'industria di tutti gli accordi passati e in corso di negoziazione; sottolinea l'importanza del Partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) per il raggiungimento degli obiettivi europei di reindustrializzazione, crescita e occupazione, Partenariato che ha la potenzialità di semplificare e incrementare le esportazioni di prodotti industriali europei, di migliorare la competitività dell'industria europea aumentando gli standard di produzione internazionali e di ridurre i costi delle importazioni di materie prime e lavorate per le imprese manifatturiere; raccomanda che il TTIP, come pure altri accordi commerciali, incorporino un capitolo sulle questioni energetiche che potrebbero avere conseguenze per il mercato interno; esorta la Commissione ad attuare lo smantellamento dei dazi doganali per migliorare le opportunità di accesso in relazione ai servizi e agli investimenti, per rafforzare la cooperazione regolamentare e per migliorare le norme concernenti gli appalti pubblici e la protezione della proprietà intellettuale, e a perseguire attivamente tali obiettivi nella politica di concorrenza e nel settore dell'energia e delle materie prime; sottolinea la necessità di implementare lo snellimento delle normative e la riduzione degli oneri regolamentari e amministrativi come previsto dal TTIP, tenendo rigorosamente in considerazione standard sociali e ambientali elevati e tutelando i diritti dei lavoratori; sottolinea che, quando sarà concluso, il TTIP schiuderà la prospettiva di un ampio spazio economico che a sua volta rafforzerà le relazioni dell'UE e fungerà da moltiplicatore per gli investimenti esteri diretti (IED) nell'Unione;

    78.

    invita la Commissione a studiare il modello Usa consistente nel permettere alle organizzazioni sindacali di sottoporre ricorsi commerciali, visto che le distorsioni del commercio possono incidere negativamente sull'industria e conseguentemente sui lavoratori, e le chiede di proporre analoghe misure per l'UE;

    79.

    sottolinea che la catena del valore industriale deve essere rafforzata in futuro attraverso contratti commerciali, accordi sugli investimenti e accordi sulla proprietà intellettuale e che l'idonea strategia deve essere prevista già in sede di definizione del mandato;

    80.

    invita la Commissione a sviluppare una strategia europea per l'esportazione di tecnologie per l'impiego efficiente delle risorse e dell'energia e dei relativi servizi; ciò deve comprendere la diplomazia della standardizzazione, onde garantire che le norme europee siano promosse in tutto il mondo;

    81.

    sottolinea che gli standard e i regolamenti tecnici svolgono un ruolo fondamentale per garantire che l'UE sia all'avanguardia nei settori innovativi, comprese le tecnologie verdi; invita, pertanto, la Commissione a migliorare la capacità dell'UE di elaborare norme e regolamentazioni tecniche internazionali nei settori innovativi; esorta inoltre la Commissione a migliorare la cooperazione con paesi terzi importanti — compresi quelli emergenti — al fine di istituire standard e norme tecniche comuni;

    Finanziare il Rinascimento Industriale

    82.

    prende atto della presenza di vincoli relativi ai prestiti bancari e del loro impatto negativo, in particolare sulle PMI; deplora che tali ostacoli riguardino anche gli strumenti messi a disposizione dall'Unione europea e ritiene che la Commissione debba esigere delle relazioni annuali dagli intermediari finanziari responsabili; plaude al Libro verde della Commissione sul finanziamento a lungo termine; sottolinea la necessità di rafforzare la solidità e la credibilità del settore bancario dell'UE attraverso Basilea III, l''Unione bancaria e il MES; sottolinea l'importanza che anche i nostri partner internazionali attuino le norme di Basilea III; ricorda che gli investimenti industriali sono investimenti a lungo termine; chiede alla Commissione e agli Stati membri di migliorare il quadro legislativo e finanziario al fine di renderlo più chiaro e prevedibile, in modo da incoraggiare gli investimenti industriali;

    83.

    ritiene che debbano essere esplorate vie di finanziamento nuove e creative, con particolare riguardo al finanziamento privato e al finanziamento attraversi emissioni azionarie (equity financing); rileva che anche la promozione dell'alfabetizzazione finanziaria svolge un ruolo importante in questo ambito, donde l'opportunità di integrarla nei programmi scolastici;

    84.

    sottolinea l'importanza dei mezzi di finanziamento per le start-up e le PMI affinché gli imprenditori dispongano delle risorse necessarie a portare sul mercato idee innovative;

    85.

    accoglie con favore l'iniziativa della Commissione di creare strumenti finanziari insieme alla BEI e prende atto dell'avallo dato dal Consiglio europeo nel giugno 2013 a tale iniziativa; si compiace del fatto che la Commissione e la BEI abbiano previsto di presentare al Consiglio europeo, prima del vertice dell'ottobre 2013, una relazione completa indicante obiettivi quantitativi e strumenti e corredata di un calendario;

    86.

    chiede al Consiglio, in consultazione con la Commissione e la BEI, di specificare senza indugio i parametri relativi a tali strumenti al fine di produrre un importante effetto leva; sottolinea la necessità che questi strumenti possano iniziare a funzionare prima della fine del 2013;

    87.

    saluta con favore l'aumento di capitale della BEI e le sue linee guida di recente pubblicazione, che legano la concessione di crediti a nuovi standard di performance in fatto di emissioni (EPS) pari a 550 gr. di CO2 per kilowatt/ora (g/kWh); considera che la BEI può contribuire ad alleviare i problemi della frammentazione dei mercati finanziari dell'UE; invita la BEI a continuare a studiare nuovi modelli di credito adeguati alle necessità dell'industria; invita infine la BEI a realizzare il suo piano di aumento dell'attività creditizia nell'UE di oltre il 50 % tra il 2013 e il 2015;

    88.

    segnala che la sussidiarietà comporta una grande diversità di politiche fiscali, sistemi creditizi e sovvenzioni da uno Stato europeo all'altro;

    89.

    invita la Commissione a valutare come sfruttare il mercato dei titoli garantiti da attivi e le formule alternative di finanziamento (con adeguata vigilanza prudenziale) per facilitare il finanziamento delle PMI; rileva il ruolo che il business development e le banche «infrastrutturali» possono svolgere negli investimenti in obbligazioni garantite strutturate emesse dalle banche, combinati con un incremento degli obiettivi di concessione di credito alle PMI; accoglie con favore la proposta sui partenariati di prestito tra privati in cui una compagnia di assicurazione e una banca si associano per erogare prestiti a breve e a lungo termine;

    90.

    ritiene importante favorire nuovi modelli di finanziamento innovativo per le PMI, specie quelle con elevato potenziale di crescita; nota il fiorire di iniziative di microfinanziamento diffuso (crowd funding) e di piattaforme elettroniche per i prestiti in Europa e i vantaggi finanziari e non finanziari queste forme di finanziamento apportano alle PMI e agli imprenditori: erogazione di crediti di avviamento, convalida di prodotti, feedback della clientela e struttura azionaria stabile e impegnata; invita la Commissione a pubblicare una Comunicazione sul crowd funding; chiede alla Commissione di sviluppare per il crowd funding un quadro regolamentare efficace, con fino a 1 milione di euro per progetto, che affronti anche i problemi relativi alla protezione degli investitori; chiede alla Commissione di considerare la messa a disposizione di un quantitativo limitato di fondi per i servizi di crowd funding, come già fatto da alcuni Stati membri;

    91.

    invita la Commissione a sostenere la creazione di mercati obbligazionari locali per le PMI per assicurare un finanziamento adeguato a lungo termine, in particolare nelle regioni in operano vincoli al credito; ritiene che i mercati azionari locali, come la borsa di Stoccarda, possano fungere da possibile modello;

    92.

    invita la Commissione a sostenere lo sviluppo di banche di investimento nazionali per le PMI e a consentire a quelle esistenti di estendere le loro attività in altri Stati membri e di partecipare al finanziamento di progetti fuori dei confini nazionali, elaborando delle linee guida che permettano di superare l'imperante stretta creditizia;

    93.

    ritiene che i ritardi di pagamento siano fonte d'instabilità e di perdita di competitività per le imprese, segnatamente per le PMI; plaude agli Stati membri che hanno dato piena attuazione alla direttiva sui ritardi di pagamento e ne chiede la piena attuazione in tutta l'UE; ritiene che gli aiuti e gli strumenti finanziari europei non siano sufficientemente conosciuti dagli attori economici, in particolare le PMI; chiede che in tutta l'Unione siano istituiti sportelli unici al fine di centralizzare l'informazione destinata alle PMI circa le opportunità relative ai finanziamenti europei; sottolinea l'importanza di sviluppare reti di associazioni imprenditoriali intermediarie senza scopi di lucro per la creazione, il supporto, la consulenza e il credito alle PMI, al fine di stimolare lo spirito imprenditoriale;

    94.

    ritiene che una concorrenza fiscale sleale tra Stati membri non giovi allo sviluppo di una politica industriale solida;

    95.

    è favorevole a un maggiore coordinamento dei sistemi di tassazione delle imprese nell'UE mediante l'introduzione di una base imponibile armonizzata;

    96.

    chiede alla Commissione di realizzare un'analisi comparata (senza indicazione dei costi) fra i fattori di competitività delle varie attività industriali condotte rispettivamente nell'UE (tempi di consegna, brevetti, qualità dei prodotti, servizio post-vendita, qualità dei trasporti, reti energetiche e informatiche) e nelle altre regioni del mondo; chiede alla Commissione di svolgere un'analisi costante della competitività macroeconomica dell'UE, segnatamente per quanto concerne le reti dei trasporti, dell'energia e le reti digitali, e di realizzare studi sul finanziamento a lungo termine delle infrastrutture — nuove o esistenti — necessarie affinché il territorio dell'Unione europea rimanga sempre competitivo;

    97.

    sottolinea l'importanza del capitale di rischio e delle reti di business angel, soprattutto per le donne; richiede la rapida realizzazione dei «portali online per imprenditrici»; accoglie con favore il sostegno dell'UE all'istituzione di business angel e incubatori; apprezza, in particolare, l'istituzione di uno strumento di equity nell'ambito di Orizzonte 20202 e COSME per supportare l'aumento quantitativo e qualitativo della disponibilità di capitale di rischio; ritiene che il Fondo europeo per gli investimenti possa svolgere un ruolo cruciale nello sviluppo dei mercati del capitale di rischio, in particolare per lo sviluppo delle nuove tecnologie; è del parere che la distinzione a fini fiscali tra equity e debito andrebbe eliminata;

    98.

    esorta la Commissione a effettuare uno studio sugli effetti moltiplicatori che le aziende guida (Leading Competence Units — LCU) producono sull'intera economia in termini di produzione, creazione di valore e reti occupazionali; è del parere che tali imprese non possano essere definite solo in base alle loro dimensioni, ma in base a una serie di criteri, quali ad esempio la vocazione internazionale, una data quota minima del mercato interno e globale, un'intensa attività di ricerca e sviluppo nonché una collaborazione/cooperazione con un'ampia rete di imprese; è dell'avviso che un tale studio potrebbe mettere in risalto innanzitutto l'interdipendenza tra le imprese industriali e le PMI e sfatare quindi alcuni stereotipi tipici riguardanti i settori industriali di base;

    Acquisizione delle competenze e della forza lavoro per un Rinascimento Industriale

    99.

    constata che, dall'inizio della crisi, sono state ristrutturate circa 5 500 imprese industriali europee, con la soppressione di circa 2,7 milioni di posti di lavoro;

    100.

    sottolinea che la strategia RISE offre l'opportunità di creare posti di lavoro stabili, di buona qualità e con retribuzioni dignitose; rileva che è indispensabile collaborare con le parti interessate, in particolare le parti sociali, le camere di commercio e le organizzazioni giovanili, nel contesto dell'integrazione dei giovani nella forza lavoro; invita la Commissione e gli Stati membri a intensificare il dialogo sociale anche a livello di categoria e di impresa; ritiene che il coinvolgimento delle parti sociali in una fase quanto più possibile precoce delle procedure legislative sia estremamente positivo; invita inoltre la Commissione a promuovere il ruolo delle parti sociali al suo livello, tenendo conto della diversità dei sistemi nazionali; invita le parti sociali ad impegnarsi in un dialogo a livello dell'Unione ogni volta che ciò divenga possibile;

    101.

    rileva che la strategia RISE richiede un maggiore e migliore accesso alla formazione, all'apprendimento permanente, a un'istruzione e formazione professionali in grado di soddisfare le esigenze future e all'istruzione universitaria, con un'enfasi particolare sugli ambiti STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) in particolare per le donne, nonché supporto all'imprenditoria; raccomanda l'inclusione di tali tematiche nei programmi scolastici; è favorevole allo sviluppo di sistemi di formazione-lavoro e di apprendistato e di un'idonea rete di sicurezza sociale, insieme a una politica della «seconda possibilità»; ritiene al riguardo che i programmi e gli strumenti dell'UE come Orizzonte 2020 e l'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT) debbano svolgere un ruolo importante;

    102.

    considera che il sostegno a una manodopera qualificata rappresenta un grande vantaggio per l'Europa e un motore importante per lo sviluppo degli investimenti in ricerca e sviluppo; richiede attenzione speciale per il sostegno dell'istruzione al fine di istituire centri di ricerca al vertice internazionale dell'eccellenza accademica;

    103.

    ritiene che l'innovazione sul luogo di lavoro, lo sviluppo delle competenze, la creatività e l'autonomia dei lavoratori e il lavoro di squadra siano importanti punto di forza nelle prestazioni sia sociali che economiche delle imprese; rileva l'opportunità di rafforzare la democratizzazione del posto di lavoro, che comprende la partecipazione attiva dei rappresentanti del personale e dei sindacati; invita gli Stati membri o gli organismi regionali interessati a creare il quadro necessario per la formazione continua — diritto individuale alla formazione o altri sistemi — affinché il patrimonio di competenze anticipi costantemente la domanda settoriale e sia capace di adattarsi a un nuovo mercato o, in caso di esuberi, di essere trasferito a un altro settore industriale; constata che i datori di lavoro e i lavoratori hanno una responsabilità comune riguardo all'apprendimento permanente; sottolinea inoltre che l'informazione e la consultazione sul luogo di lavoro è un diritto fondamentale sancito dal trattato;

    104.

    invita la Commissione a collaborare più strettamente con gli Stati membri e le parti sociali settoriali interessate per elaborare previsioni a medio e lungo termine riguardo alle competenze richieste dal mercato del lavoro, in particolare attraverso l'istituzione di consigli europei per le competenze industriali;

    105.

    invita gli Stati membri ad affrontare la carenza di competenze informatiche a tutti i livelli di istruzione e attraverso l'apprendimento permanente dal momento che gli sviluppi delle TIC possono avere nel lungo periodo un grande impatto sulle industrie emergenti in settori quali l'efficienza energetica, la pianificazione ambientale, gli obiettivi di sicurezza e altre risorse di comunicazione (p. es. sistemi di trasporto efficienti e intelligenti, sistemi di comunicazione da persona a persona, da persona a macchina e da macchina a macchina);

    106.

    sottolinea che la forza nelle tecnologie ingegneristiche e informative migliora la resilienza occupazionale; invita gli Stati membri, con il sostegno della Commissione, a valutare la possibilità di fissare obiettivi nazionali per incrementare il numero di studenti degli ambiti STEM; ritiene che la creazione di piattaforme STEM nazionali, regionali e europee per lo scambio delle buone prassi tra regioni, università e industria potrebbe andare a vantaggio della definizione degli obiettivi della strategia STEM; ritiene inoltre che le piattaforme europee, se istituite, possano rivelarsi importanti nel fornire coordinamento e cooperazione per le piattaforme nazionali a livello europeo; sottolinea in tale contesto che le competenze TIC di base devono essere stimolate anche nelle scuole e nei programmi di formazione professionale;

    107.

    invita la Commissione e gli Stati membri a prendere in esame il modello statunitense di finanziamenti C2C (College-to-Career) per la creazione di partnership tra il settore industriale e le università, al fine di formare i giovani al lavoro presso le industrie emergenti; prende nota dei piani per la creazione di istituti universitari tecnici (University Technical Colleges) insieme ai partner industriali, attualmente in discussione nel Regno Unito;

    108.

    sottolinea l'importanza di rafforzare la mobilità volontaria tra i giovani, attraverso la promozione del programma «Erasmus per tutti» e l'eliminazione delle barriere che si frappongono agli apprendistati, tirocini e stage transfrontalieri, oltre che con il rafforzamento della portabilità dei diritti relativi alla pensione, al lavoro e alla previdenza sociale in tutta l'UE; sottolinea in particolare la necessità di ampliare in modo significativo il programma «Erasmus per giovani imprenditori»;

    109.

    suggerisce di mobilitare l'insieme degli strumenti finanziari e normativi disponibili per favorire la rilocalizzazione dell'economia e invita alla creazione di centri d'informazione per sensibilizzare gli imprenditori ai vantaggi insiti nel mantenere o rilocalizzare la propria attività in Europa, grazie all'accorciamento delle catene di approvvigionamento, alla valorizzazione delle tradizioni manifatturiere locali, a una maggiore efficacia del settore e alla contestuale creazione di posti di lavoro a livello locale; sollecita uno sfruttamento quanto più possibile efficiente di EURES per utilizzare le competenze dei giovani europei in cerca di impiego; invita gli Stati membri a rendere più efficace l'attuazione della direttiva servizi e a eliminare i casi di dumping sociale;

    110.

    sottolinea che l'istruzione è un requisito di base e deve essere alla portata di tutti, dai gradi di istruzione più bassi fino all'istruzione superiore;

    111.

    sottolinea la necessità di ridurre il tasso di abbandono prematuro degli studi e osserva che chi abbandona prematuramente gli studi necessita di opportunità di formazione, come quelle offerte dalla «garanzia di formazione» in Austria;

    112.

    plaude alla decisione di implementare la Garanzia per i giovani e alle ambizioni ad essa sottese nonché alla volontà degli Stati membri dia destinare risorse finanziarie per combattere la disoccupazione giovanile; plaude alla promozione dell'Alleanza per gli apprendistati; sottolinea che l'apprendistato soffre, in alcuni Stati, di un deficit di integrazione nelle politiche per l'occupazione; invita la Commissione a elaborare indicatori comuni in materia di investimenti sociali, specialmente per quanto concerne la disoccupazione giovanile; invita l'industria a svolgere un ruolo attivo nell'attuazione della Garanzia per i giovani ai rispettivi livelli nazionali e a offrire laddove possibile posti di lavoro o tirocini di qualità ai giovani e a creare internati di qualità con una retribuzione dignitosa; invita gli Stati membri a rendere i progetti di apprendistato più interessanti per le imprese attraverso un ventaglio di misure;

    113.

    sottolinea che i mercati del lavoro degli Stati membri caratterizzati da solidi sistemi di formazione professionale si sono dimostrati relativamente resistenti durante la crisi; invita tutti gli Stati membri a prendere in esame e a introdurre tali sistemi d'intesa con le parti sociali e gli altri attori pertinenti, ad esempio le camere di commercio; prende atto della sfida riguardante l'incremento della compatibilità tra il sistema europeo di crediti per l'istruzione e la formazione professionali (ECVET) e il sistema europeo di trasferimento dei crediti (ECTS); sottolinea altresì l'importanza della comparabilità e di una maggiore compatibilità tra i diversi sistemi di formazione professionale nazionali, ai fini di una più agevole mobilità sul mercato del lavoro all'interno delle varie categorie professionali;

    114.

    segnala che gli istituti tecnici secondari e i sistemi di formazione professionale svolgono un ruolo fondamentale; appoggia inoltre le iniziative della Commissione volte a favorire gli scambi transfrontalieri tra Stati membri;

    115.

    ritiene che il rafforzamento dell'immagine dell'istruzione e della formazione professionali debba essere ottenuto non solo insistendo sul loro valore intrinseco, ma anche instaurando un collegamento con un possibile passaggio all'università o ad altre forme di istruzione superiore; constata che, a tal fine, è altresì necessario che alle qualifiche acquisite mediante istruzione e formazione professionali sia attribuita una classificazione superiore nei quadri di qualità nazionali degli Stati membri; rileva l'importanza di migliorare le competenze acquisite nel corso degli studi per innalzare la qualità dello sviluppo di nuove abilità manifatturiere, anche attraverso misure dell'UE finalizzate all'omogeneità delle politiche in materia di risorse umane, a partire dalla formazione di base;

    116.

    invita gli Stati membri a elaborare e attuare, in collaborazione con le parti sociali, programmi di orientamento professionale destinati ai giovani nelle discipline scientifiche e tecnologiche, al fine di promuovere lo sviluppo di un'economia redditizia e sostenibile, nonché a porre in essere misure di informazione e sensibilizzazione riguardo alle questioni ecologiche e ambientali, sia mediante il sistema scolastico formale sia nel quadro dei provvedimenti adottati dalle autorità locali e regionali;

    117.

    ritiene che l'ulteriore sviluppo della libera circolazione dei lavoratori grazie a strumenti quali il riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali e la formazione lungo tutto l'arco della vita, in particolare per i lavoratori vulnerabili, abbia elevate potenzialità in termini di attenuazione della carenza di personale qualificato e promozione di una crescita inclusiva;

    118.

    invita gli Stati membri a introdurre strumenti di microcredito per i giovani al fine di promuovere l'imprenditorialità;

    119.

    si aspetta che le misure e le azioni adottate per promuovere l'imprenditorialità a livello europeo o nazionale si applichino a tutte le tipologie di imprese, cooperative, attività artigianali, libere professioni e imprese dell'economia sociale;

    120.

    sottolinea che la strategia RISE dovrebbe essere guidata dal principio della «parità di retribuzione per un lavoro di pari valore», onde garantire sia il rispetto della parità di genere nei luoghi di lavoro sia condizioni paritarie per i lavoratori con diversi tipi di contratto;

    121.

    rammenta che, ogni anno, le donne rappresentano oltre la metà dei laureati in Europa; pone l'accento sull'impatto positivo che le competenze delle donne qualificate potrebbero avere sulle imprese, in particolare per la crescita, la produttività e la competitività dell'industria europea; invita, a tale proposito, gli attori economici, sociali e dell'istruzione, nonché la Commissione, a promuovere e rafforzare il ruolo delle donne nei settori legati all'industria in Europa;

    122.

    sottolinea l'importanza di evitare il tradizionale squilibrio di genere nell'industria; ritiene importante porre fine a tale squilibrio, così che tanto le donne quanto gli uomini abbiano la possibilità di partecipare pienamente al mercato del lavoro, soprattutto alla luce delle sfide demografiche che l'UE si trova ad affrontare;

    123.

    rileva l'importanza del ruolo delle lavoratrici nell'ambito della strategia RISE; pone l'accento sul fatto che l'assenza di prospettive di genere nell'ambito delle politiche industriali acuisce le disparità tra uomo e donna; ritiene importante porre fine all'attuale squilibrio di genere in modo che tanto le donne quanto gli uomini abbiano la possibilità di partecipare pienamente al mercato del lavoro sulla base del principio della parità di retribuzione per un lavoro di pari valore; invita la Commissione e gli Stati membri ad assicurarsi che le lavoratrici non siano sottorappresentate nell'ambito della formazione, dei progetti e dei programmi in materia di trasformazione ecologica o addirittura escluse dagli stessi; evidenzia altresì la necessità di integrare la prospettiva di genere; chiede agli Stati membri di attuare misure finalizzate alla conciliazione di vita professionale e familiare, in modo da ampliare al massimo le opportunità delle donne in termini di perseguimento di una carriera continua e regolare;

    124.

    constata che il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio non porterà solo alla creazione di nuovi posti di lavoro in nuovi settori economici, ma potrebbe anche comportare una perdita di occupazione nelle attività meno sostenibili; raccomanda, a tale proposito, di mettere a punto e rafforzare appositi strumenti per la tempestiva anticipazione dei cambiamenti, così da garantire un'agevole transizione da un lavoro a un altro;

    125.

    chiede alla Commissione di sviluppare e promuovere i vari strumenti di politica aziendale sostenibile (responsabilità sociale delle imprese, relazioni sulla sostenibilità, azioni volte a promuovere modelli di produzione a basse emissioni di carbonio o a bassa produzione di rifiuti);

    126.

    sottolinea la rilevanza della responsabilità sociale delle imprese in quanto strumento essenziale per una politica aziendale attenta a un uso efficiente delle risorse naturali, agli aspetti sociali relativi al rapporto con la comunità, con i lavoratori e i loro rappresentanti nonché agli aspetti economici afferenti alla corretta gestione d'impresa;

    127.

    invita gli Stati membri, d'intesa con le parti sociali e gli attori interessati, a valutare politiche volte a rendere l'orario lavorativo più flessibile durante le fasi di recessione economica;

    128.

    propone di inserire nell'ordine del giorno di uno dei vertici sociali trilaterali per la crescita e l'occupazione di cui all'articolo 152 del TFUE la questione dell'inclusione, nella catena dei costi di produzione dell'industria europea, della convergenza di norme sociali minime;

    Politica in materia di risorse ed energia per una ripresa dell'industria

    129.

    pone l'accento sul fatto che le risorse e l'energia sono al centro della strategia RISE in quanto fattori determinanti per la competitività internazionale; sottolinea che la disponibilità di materie prime è di importanza fondamentale per le possibilità di sviluppo dell'industria europea e avverte che, senza determinate materie prime di base, in futuro non sarà possibile alcuno sviluppo nella maggior parte dei settori strategici in Europa; invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare misure attive contro i costi eccessivi sia nel settore delle risorse che in quello dell'energia; auspica in entrambi i casi un approccio integrato basato sul triangolo «prezzi abbordabili — sostenibilità — accessibilità» che insista su tutte e tre le dimensioni puntando nel contempo a spezzare il legame tra crescita e maggiore utilizzo di risorse; sottolinea l'importanza di garantire un mercato dell'energia competitivo e trasparente che eviti sperequazioni tra gli Stati membri e che offra un agevole accesso a energia sicura, sostenibile, affidabile e a prezzi abbordabili; rileva la necessità di una strategia che agevoli l'integrazione del mercato europeo dell'energia e lo sviluppo di infrastrutture energetiche;

    130.

    accoglie con favore l'iniziativa europea «materie prime» (RMI), il partenariato europeo per l'innovazione concernente le materie prime nonché il relativo piano di attuazione e la tabella di marcia per un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse; evidenzia l'esigenza di affrontare il problema della scarsità di risorse fondamentali come quelle idriche, e invita la Commissione a portare avanti i lavori sui tre pilastri della sua strategia per le materia prime in relazione a partenariati e commercio sul piano internazionale, approvvigionamento nell'UE, efficienza sotto il profilo delle risorse, riciclaggio e riutilizzo; esorta la Commissione a includere gli obiettivi della politica in materia di rifiuti nel quadro del semestre europeo e delle raccomandazioni per paese, oltre che nei programmi di riforma nazionali; chiede alla Commissione di portare avanti lo sviluppo di parametri settoriali per l'efficienza sotto il profilo delle risorse, in particolare ai fini degli appalti pubblici; invita la Commissione a integrare una strategia delle 3R (ridurre, riutilizzare, riciclare) e a esaminare con attenzione le proposte che prevedono restrizioni per materie prime importanti; sottolinea l'importanza di un sistema globale di certificazione per il riciclaggio di prima trasformazione dei materiali provenienti da rifiuti pericolosi e rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE); rileva che in alcuni Stati membri esistono appositi sistemi per la raccolta presso gli immobili e il riciclaggio; osserva che le industrie estrattive europee vantano il rispetto di standard tra i più elevati al mondo e invita la Commissione a valutare entro due anni la proposta di istituire un Istituto geologico europeo; chiede alla Commissione di presentare misure volte ad armonizzare le disposizioni e le procedure di concessione delle licenze per l'estrazione di materie prime nell'UE; esorta gli Stati membri, gli operatori del settore, gli istituti geologici e la Commissione a collaborare in vista della mappatura dei giacimenti di materie prime;

    131.

    sottolinea il potenziale del passaggio a un'economia maggiormente basata sulle risorse biologiche, dal momento che le materie prime, ad esempio quelle provenienti dalle foreste, possono svolgere un ruolo centrale nella produzione di energie rinnovabili e nella produzione industriale sostenibile;

    132.

    chiede la rapida attuazione della direttiva sull'efficienza energetica e dei piani d'azione nazionali, con il sostegno di adeguati incentivi finanziari; invita a introdurre un'esenzione per categoria per tutti i sistemi di efficienza energetica notificati alla Commissione nell'ambito dei piani d'azione per l'efficienza energetica degli Stati membri; ritiene opportuno che gli Stati membri mettano a punto ambiziose strategie, in particolare ai fini dell'ammodernamento del patrimonio edilizio esistente nel rispetto di standard stabiliti di comune accordo; sottolinea il potenziale degli strumenti finanziari in termini di ulteriore promozione di un programma di efficienza; invita la Commissione ad adoperarsi per elaborare criteri di sostegno legati all'efficienza sotto il profilo dei costi in materia di energie rinnovabili; evidenzia che un approvvigionamento energetico affidabile, sicuro ed economicamente accessibile è essenziale per la competitività dell'industria europea; pone l'accento sull'importanza di fissare obiettivi chiari e a lungo termine in relazione al clima in modo da consentire alle imprese di effettuare investimenti, in particolare nei settori «verdi», ed esorta la Commissione a proporre un quadro giuridico stabile per un'azione a medio e lungo termine nell'ambito della politica europea per l'energia e il clima fino al 2030, al fine di incentivare gli investimenti nella riduzione del carbonio, nell'efficienza energetica e nelle energie rinnovabili;

    133.

    constata che l'Unione europea è l'unica ad avere un sistema di quote di emissione e che, oltre agli Stati membri, i paesi che continuano a rispettare il protocollo di Kyoto sono ormai meno di sei, peraltro responsabili di una percentuale delle emissioni mondiali di CO2 (Unione europea inclusa) inferiore al 15 %;

    134.

    invita la Commissione a presentare una strategia di politica industriale per le energie rinnovabili che spazi dalla ricerca al finanziamento al fine di garantire la leadership dell'UE nel settore delle energie rinnovabili;

    135.

    ritiene che l'industria europea, così come i singoli consumatori, possa trarre beneficio da un'eventuale modernizzazione dell'infrastruttura energetica e che, ad esempio, le reti intelligenti siano potenzialmente in grado di contribuire a ottimizzare il potenziale energetico autoctono nonché di integrare pienamente le fonti rinnovabili nell'approvvigionamento energetico;

    136.

    invita la Commissione ad assicurare l'esistenza di un quadro stabile per l'approvvigionamento energetico nei prossimi decenni, in modo da garantire la sicurezza degli investimenti e di conseguenza l'adozione di misure tese a incrementare la competitività sostenibile;

    137.

    pone l'accento sulle attuali tendenze a livello di prezzi globali dell'energia, che dipendono da risorse di petrolio e di gas non convenzionali negli Stati Uniti nonché dagli sviluppi in Medio Oriente; osserva inoltre che gli elevati prezzi dell'energia rappresentano un fattore importante che incide sulla competitività delle industrie europee; sottolinea la necessità di mettere a disposizione analisi dei fattori che influenzano il prezzo dell'energia; invita la Commissione a tenere conto di tale aspetto, come avvenuto per le sue valutazioni d'impatto, in sede di elaborazione di future proposte; sottolinea che la strategia RISE presuppone necessariamente una coerenza tra le politiche in campo industriale, climatico ed energetico; rileva che i minori prezzi dell'energia negli Stati Uniti hanno permesso investimenti aggiuntivi nell'industria; rimanda alle risoluzioni del Parlamento in materia; evidenzia il ruolo estremamente importante svolto dalle industrie ad alta intensità energetica in quanto produttrici di materiali di base fondamentali; attira l'attenzione sul fatto che le citate industrie sono soggette al rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e che sono pertanto necessarie speciali precauzioni per mantenerne la competitività; chiede alla Commissione di presentare raccomandazioni volte a scongiurare il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio;

    138.

    si rammarica per il fatto che la Commissione non ha affermato la propria adesione al principio di precauzione per i settori che utilizzano tecnologie per le quali non è dimostrata l'assenza di rischi;

    139.

    sottolinea che i prezzi del gas dei paesi dell'Europa meridionale sono i più alti del continente e che quindi le industrie, in particolare quelle ad alta intensità energetica, si trovano in una situazione di svantaggio competitivo in cui è altresì più alto il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio;

    140.

    invita la Commissione e gli Stati membri a valutare nuovamente le condizioni relative ai contratti a lungo termine in ambito energetico e a rivedere i contratti per la fornitura di gas basati su meccanismi di tariffazione indicizzati al prezzo del petrolio, in vista del passaggio a un sistema di fissazione dei prezzi maggiormente basato sui punti di interconnessione (hub) e quindi a un mercato interno caratterizzato da una maggiore concorrenza; chiede alla Commissione di offrire la propria assistenza nell'ambito dell'esame delle possibilità di rinegoziazione dei contratti in questione e dell'agevolazione del passaggio ad alternative più flessibili, in vista del conseguimento degli obiettivi riguardanti un miglior accesso al gas per tutti gli Stati membri;

    Una strategia RISE regionale che riservi particolare attenzione all'Europa meridionale

    141.

    auspica un approccio multiregionale alla politica industriale che rilanci la crescita sostenibile nelle economie in fase di contrazione o in quelle caratterizzate da basi industriali esposte a rischi significativi; prende atto della necessità di attuare con urgenza misure a sostegno dei settori industriali maggiormente interessati dalla crisi e dalla concorrenza internazionale; è favorevole a una strategia a elevato valore aggiunto per quanto riguarda l'integrazione delle economie regionali, con particolare riferimento a quelle meridionali, nelle catene di valore globali; ritiene che le strategie di specializzazione intelligente siano particolarmente pertinenti nel contesto in esame e che gli attuali punti di forza a livello industriale debbano essere promossi attraverso un incremento dell'innovazione e della specializzazione; è del parere che, parallelamente alle strategie di specializzazione intelligente, sia necessaria, per quanto riguarda l'accesso ai finanziamenti, una strategia di investimento per il Sud;

    142.

    sottolinea la necessità di migliorare la concessione di prestiti negli Stati membri colpiti dalla crisi; ritiene inoltre ipotizzabile l'introduzione di un programma di microcredito, finanziato dalla BEI o dalle banche di sviluppo nazionali, che consenta alle PMI di evadere gli ordini;

    143.

    rileva che diverse regioni sono condizionate dalla loro posizione periferica e che l'assenza di infrastrutture adeguate e ben collegate inficia la loro capacità di essere competitive nel mercato interno e al di fuori dall'Unione; constata che si tratta di un aspetto particolarmente importante per alcune aree del Sud dell'Europa ma che anche altre regioni, come quelle orientali e settentrionali del continente in cui si trova un'ampia quota delle risorse naturali dell'UE, necessitano di una migliore connessione con il resto dell'Unione; invita la Commissione a promuovere la piena integrazione delle infrastrutture europee soprattutto per quanto riguarda le economie del Sud, con particolare riferimento alle ferrovie, all'energia e alle TIC; sottolinea inoltre l'esigenza di utilizzare il meccanismo per collegare l'Europa in tal senso; chiede alle istituzioni dell'UE e agli Stati membri di garantire adeguati livelli di finanziamento e procedure burocratiche semplificate al fine di potenziare il partenariato pubblico-privato (PPP), il finanziamento dei progetti e le obbligazioni di progetto (project bond); deplora il fatto che la penisola iberica non sia pienamente integrata nel mercato ferroviario europeo e che, al pari di alcune aree dell'Europa meridionale e orientale, non sia integrata nel mercato europeo dell'energia;

    144.

    fa notare che le regioni meridionali dispongono di un grande potenziale per lo sviluppo del settore strategico delle fonti di energia rinnovabile; chiede l'introduzione di misure che diano impulso ai mercati delle citate regioni e includano azioni tese a incoraggiare la microgenerazione da parte delle imprese che intendono produrre autonomamente l'elettricità e vendere l'energia residua sulla rete;

    145.

    sottolinea che la diversificazione dell'approvvigionamento energetico e l'utilizzo di risorse autoctone, incluse le energie rinnovabili, possono svolgere un ruolo significativo nel rinnovamento delle economie del Sud; rileva che i paesi meridionali sono fortemente dipendenti dalle importazioni di energia, in alcuni casi da un unico fornitore;

    146.

    pone l'accento sull'importanza delle infrastrutture TIC, con particolare riferimento alle soluzioni flessibili e mobili, per quanto riguarda le possibilità dell'industria di svilupparsi anche nelle regioni periferiche e scarsamente popolate;

    147.

    rimarca l'importanza della condivisione delle buone prassi e dei meccanismi di prima applicazione commerciale; plaude alle proposte riguardanti il rafforzamento della cooperazione e della simbiosi industriale nonché lo sviluppo di reti di servizi di consulenza in materia di impiego efficiente delle risorse; ritiene che gli sforzi nell'ambito della simbiosi industriale possano contribuire a creare maggior valore e a far aumentare gli esempi di efficienza; constata che il modello di simbiosi industriale del Regno Unito può costituire un esempio da seguire per altri Stati membri;

    148.

    evidenzia che la trasformazione delle imprese di capitali in cooperative ha avuto successo in alcune regioni dove ha effettivamente assicurato un approccio a più lungo termine grazie al collegamento instaurato con l'economia locale e alla possibilità per le imprese in questione di partecipare allo sviluppo locale sostenibile; constata che le cooperative rappresentano un'importante realtà economica nell'UE, dove sono oltre 160 000 le imprese cooperative di proprietà di 123 milioni di membri (più di 50 000 delle quali appartengono al settore dell'industria e dei servizi) che danno a lavoro a 1,4 milioni di persone e contribuiscono mediamente al 5 % circa del PIL dei singoli Stati membri; ritiene, a tale proposito, che sia necessario tenere altresì conto dei modelli aziendali adottati dalle cooperative e che le loro specificità debbano essere prese in considerazione nelle pertinenti politiche dell'UE;

    149.

    ritiene che le economie dei paesi dell'Europa del sud possano beneficiare di nuovi mercati di esportazione e che si trovino in una posizione particolarmente strategica per i mercati del Mediterraneo meridionale, mentre i paesi dell'Europa dell'est possono analogamente trarre vantaggio dai nuovi mercati di esportazione nei paesi appartenenti alla Comunità di Stati indipendenti (CSI); invita ad abbracciare lo spirito imprenditoriale ed esorta gli emigrati dai paesi dell'Europa meridionale e orientale a creare imprese che possano accedere ai corrispondenti mercati di esportazione; chiede alla Commissione e agli Stati membri di promuovere relazioni imprenditoriali tra il Nord e il Sud del Mediterraneo; plaude inoltre alle missioni per la crescita del vicepresidente Tajani; ritiene che una maggiore concentrazione sui punti di forza industriali e sui cluster a livello regionale possa portare a un aumento della competitività per lo sviluppo strutturale dell'Europa; chiede di tenere debitamente conto dei citati aspetti per i futuri sviluppi europei in ambito istituzionale e strutturale;

    150.

    ritiene che una maggiore concentrazione sui punti di forza industriali e sui cluster a livello regionale possa portare a un aumento della competitività per lo sviluppo strutturale dell'Europa; chiede di tenere debitamente conto dei citati aspetti per i futuri sviluppi europei in ambito istituzionale e strutturale;

    o

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    151.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.


    (1)  GU L 315 del 14.11.2012, pag. 1.

    (2)  GU C 198 del 10.7.2013, pag. 45.

    (3)  GU C 161 del 6.6.2013, pag. 35.

    (4)  GU C 349 E del 22.12.2010, pag. 84.

    (5)  GU C 308 E del 20.10.2011, pag. 6.

    (6)  GU C 99 E del 3.4.2012, pag. 31.

    (7)  GU C 199 E del 7.7.2012, pag. 131.

    (8)  GU C 51 E del 22.2.2013, pag. 21.

    (9)  GU C 264 E del 13.9.2012, pag. 59.

    (10)  GU C 332 E del 15.11.2013, pag. 72.

    (11)  Testi approvati, P7_TA(2012)0387.

    (12)  Testi approvati, P7_TA(2012)0443.

    (13)  Testi approvati, P7_TA(2012)0444.

    (14)  Testi approvati, P7_TA(2013)0088.

    (15)  GU C 251 E del 31.8.2013, pag. 75.

    (16)  Testi approvati, P7_TA(2013)0201.

    (17)  Testi approvati, P7_TA(2013)0199.

    (18)  Testi approvati, P7_TA(2013)0246.

    (19)  Testi approvati, P7_TA(2013)0301.

    (20)  GU C 327 del 12.11.2013, pag. 82.

    (21)  GU C 139 del 17.5.2013, pag. 11.

    (22)  JOIN(2013)0001 — 7.2.2013.


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