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Document 52014DC0023
COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE COUNCIL AND THE EUROPEAN PARLIAMENT on the exploration and production of hydrocarbons (such as shale gas) using high volume hydraulic fracturing in the EU
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO sulla ricerca e la produzione di idrocarburi (come il gas di scisto) mediante la fratturazione idraulica ad elevato volume nell’UE
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO sulla ricerca e la produzione di idrocarburi (come il gas di scisto) mediante la fratturazione idraulica ad elevato volume nell’UE
/* COM/2014/023 final */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO sulla ricerca e la produzione di idrocarburi (come il gas di scisto) mediante la fratturazione idraulica ad elevato volume nell’UE /* COM/2014/023 final */
1. Introduzione In un paesaggio energetico in rapida
evoluzione, caratterizzato dalla necessità di "decarbonizzare" il
nostro sistema energetico, aumentando la concorrenza globale per le risorse e i
prezzi dell’energia e le differenze di prezzo con alcuni dei nostri principali
concorrenti, le economie e i cittadini europei devono poter disporre di
un'energia sostenibile, accessibile e con un approvvigionamento sicuro e
affidabile. Questi obiettivi costituiscono il motore della politica energetica
dell’Unione. Tuttavia,
adesso e nel prossimo futuro, l’UE sarà alle prese con una serie di sfide
energetiche, tra cui la crescente dipendenza dalle importazioni e i relativi rischi
per la sicurezza dell’approvvigionamento, il completamento del mercato interno
dell’energia e l’impatto dei prezzi dell’energia sulla competitività. Queste
sfide sono particolarmente evidenti nel settore del gas naturale, che
rappresenta attualmente un quarto del consumo di energia primaria dell’UE e
potrebbe contribuire alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra a
breve e medio termine, qualora sostituisse i combustibili fossili a maggiore
intensità di carbonio. Tuttavia, negli ultimi due decenni, la produzione dai
serbatoi convenzionali ha registrato un calo costante. La dipendenza dell'UE dalle
importazioni di gas naturale è incrementata fino al 67% nel 2011 ed è destinata
ad aumentare, ponendo l’Unione in una concorrenza diretta più aspra con la
domanda mondiale di gas naturale. Alcuni Stati membri fanno affidamento su un
unico fornitore e spesso lungo un’unica rotta di approvvigionamento per
l’80-100% del loro consumo di gas. La
forte dipendenza dalle importazioni e la scarsa diversificazione delle risorse
energetiche, tra vari altri fattori[1],
hanno contribuito all’aumento dei prezzi nell’UE, in particolare rispetto ad
alcuni dei suoi principali concorrenti. Pur rimanendo inferiori ai prezzi in
molti mercati asiatici, i prezzi del gas naturale sono da tre a quattro volte
superiori rispetto agli Stati Uniti. Ciò determina una notevole pressione sulle
industrie UE ad elevata intensità energetica che utilizzano il gas o eventuali
prodotti secondari come materie prime. I
progressi tecnologici hanno permesso di accedere a fossili non convenzionali la
cui estrazione in passato era troppo complessa sotto il profilo tecnico o
troppo costosa. Negli Stati Uniti i gas non convenzionali rappresentano
attualmente il 60% della produzione interna di gas, e tra questi il gas di
scisto registra i tassi di crescita più elevati. Questo significativo aumento
della produzione di gas naturale autoctona ha determinato una riduzione dei prezzi
del gas negli Stati Uniti - e temporaneamente influenzato i prezzi delle
importazioni di gas naturale liquefatto nell’UE - e dei costi delle
importazioni di carbone dagli USA, in particolare nell'UE, dove i prezzi del
carbone sono crollati di oltre un terzo dal 2011. Anche
in alcune regioni dell'Unione le potenziali riserve di gas naturale proveniente
da formazioni di scisto hanno suscitato notevoli aspettative: il gas di scisto
è un potenziale sostituto dei combustibili fossili ad elevata intensità di
carbonio, una fonte locale di gas naturale che riduce la dipendenza dai
fornitori di energia dei paesi terzi, un potenziale motore per l'occupazione e
la crescita economica e una fonte aggiuntiva di entrate pubbliche. Per questi
motivi, alcuni Stati membri sono attivamente impegnati nella ricerca di giacimenti
di gas di scisto. Allo
stesso tempo, i rischi - molti dei quali di carattere transfrontaliero - associati
alla tecnica della fratturazione idraulica ad elevato volume, comunemente
denominata "fracking", suscitano preoccupazioni circa gli effetti
sulla salute e sull’ambiente. Una parte considerevole della popolazione ritiene
che, in relazione alle attività legate al gas di scisto, il livello di cautela,
trasparenza e consultazione pubblica sia insufficiente. Alcuni Stati membri
hanno deciso di vietare la fratturazione idraulica o di decretare una
moratoria. In
questo contesto, l'UE è stata sollecitata ad intervenire per garantire la sicurezza
e la protezione dell'estrazione dei combustibili non convenzionali. Il
Parlamento europeo ha adottato due risoluzioni nel novembre 2012,
rispettivamente sugli impatti ambientali[2],
e sugli aspetti energetici, industriali e di altro tipo del gas di scisto e
dell’olio di scisto (shale oil)[3].
Nell'ottobre 2013 il Comitato delle regioni ha pubblicato un parere[4] relativo alla posizione
degli enti locali e regionali sugli idrocarburi non convenzionali. La maggior
parte dei partecipanti alla consultazione pubblica, condotta dalla Commissione
da dicembre 2012 a marzo 2013, ha auspicato un ulteriore intervento dell'UE nel
settore degli idrocarburi non convenzionali (come il gas di scisto) nell’UE.[5] Nel maggio 2013 il
Consiglio europeo ha sollecitato lo sfruttamento di fonti energetiche interne
per ridurre la dipendenza energetica dell'UE dall’esterno e stimolare la
crescita economica, sottolineando nel contempo la necessità di garantire
un'estrazione sicura, sostenibile ed efficace in termini di costi e di
rispettare la scelta del mix energetico degli Stati membri[6]. In
risposta a tali richieste, la Commissione ha deciso di mettere a punto un
quadro per la sicurezza e la protezione dell'estrazione di idrocarburi non
convenzionali nell’UE con i seguenti obiettivi: –
garantire che le opportunità di diversificare gli
approvvigionamenti energetici e migliorare la competitività in modo sicuro ed
efficace possano essere adeguatamente colte dagli Stati membri che lo
desiderano, –
offrire chiarezza e prevedibilità agli operatori del
mercato e ai cittadini, anche per quanto riguarda i progetti di ricerca, –
prendere pienamente in considerazione le emissioni
di gas a effetto serra e la gestione dei rischi ambientali e climatici, e
quelli per la salute, in linea con le aspettative del pubblico. Dal 2012 la Commissione ha pubblicato una serie di studi sui
combustibili fossili non convenzionali, in particolare sul gas di scisto,
incentrati sui potenziali impatti sul mercato energetico e il clima, i potenziali
rischi per l'ambiente e la salute umana, le disposizioni regolamentari
applicabili in determinati Stati membri e la registrazione nell’ambito di REACH[7] di talune sostanze che
potrebbero essere utilizzate nella fratturazione idraulica[8]. La
presente comunicazione illustra le potenziali nuove opportunità e sfide
derivanti dall’estrazione del gas di scisto in Europa. Accompagna una
raccomandazione contenente i principi minimi per la ricerca e la produzione di
idrocarburi mediante la fratturazione idraulica ad elevato volume[9]. Il duplice obiettivo
della presente raccomandazione è consentire lo sviluppo sicuro di tali risorse
e creare condizioni di parità per questo settore in tutti gli Stati membri
dell’UE che intendono sfruttare queste risorse. 2. Potenzialità
del gas di scisto nell'UE Si
ritiene che le riserve di idrocarburi non convenzionali dell'UE siano
significative. Dalle informazioni attualmente disponibili, risulta che la
produzione di gas naturale da formazioni di scisto offra le maggiori potenzialità
rispetto ad altri combustibili non convenzionali: si stima che le risorse di
gas di scisto tecnicamente recuperabili siano pari a circa 16 000 miliardi
di metri cubi, una quantità molto superiore rispetto al tight gas (3 000
miliardi di metri cubi) o al gas naturale in carbone (2 000 miliardi di
metri cubi)[10].
Tuttavia, sussiste ancora una notevole incertezza sulla parte economicamente
recuperabile di queste risorse. Con l'attuazione dei progetti di ricerca, si
acquisiranno ulteriori conoscenze sulle risorse economicamente recuperabili
dalle formazioni di scisto e da altre fonti non convenzionali di gas e
petrolio. Nell'UE
non la produzione commerciale del gas di scisto non è ancora stata avviata, ma
sono state realizzate alcune prove pilota di produzione. La produzione
commerciale potrebbe iniziare nel 2015-2017 negli Stati membri più progrediti
in questo settore. L’UE
non riuscirà a raggiungere l’autosufficienza in materia di gas naturale, ma la
produzione di gas naturale dalle formazioni di scisto potrebbe, almeno
parzialmente, compensare il calo della produzione di gas convenzionale ed
evitare un aumento della dipendenza dell’UE dalle importazioni di gas. In
effetti, secondo la previsione più ottimistica, questo tipo di produzione
potrebbe contribuire a fornire quasi la metà della produzione totale di gas
dell'UE e soddisfare circa il 10% della domanda nell'UE da qui al 2035[11]. Ciò consentirebbe agli
Stati membri fortemente dipendenti dalle importazioni la possibilità di
diversificare le fonti energetiche e rafforzare la sicurezza
dell’approvvigionamento. Queste stime devono essere considerate nel contesto,
nel migliore dei casi, di una quota complessiva di gas non convenzionale pari a
circa il 3% del mix energetico complessivo dell’UE entro il 2030[12]. L’effetto
diretto dei prezzi sui mercati regionali europei del gas dovrebbe restare
moderato, specialmente rispetto all’evoluzione osservata negli Stati Uniti. Ciò
si spiega con i volumi relativamente ridotti e i costi di produzione più
elevati previsti e con il fatto che i prezzi sono ancora in gran parte definiti
nell'ambito di contratti a lungo termine indicizzati sul petrolio. Ma
anche un modesto calo o il mancato aumento dei prezzi del gas - per esempio, grazie
al mantenimento o al rafforzamento della posizione negoziale nei confronti dei
fornitori di gas dei paesi terzi - sarebbero vantaggiosi per gli Stati membri,
in particolare per quelli fortemente dipendenti dalle importazioni, ma anche per
i consumatori e per le imprese, in particolare nei settori ad alta intensità
energetica. Le
attività legate al gas di scisto possono inoltre comportare potenziali benefici
economici diretti o indiretti per gli Stati membri, le regioni e le comunità
locali, nonché le imprese e i cittadini dell'UE, ad esempio attraverso
investimenti nelle infrastrutture, opportunità di lavoro dirette e indirette e
entrate pubbliche (grazie a imposte, tasse e canoni). In
determinate condizioni, il gas di scisto può produrre benefici climatici se va
a sostituire combustibili fossili a maggiore intensità di carbonio e non fonti
di energia rinnovabili. Le emissioni di gas a effetto serra derivanti dalla
produzione di gas di scisto in Europa, anche se secondo le stime dovrebbero essere
superiori da 1 a 5% per unità di elettricità prodotta rispetto alle emissioni
derivanti dall'estrazione del gas naturale convenzionale (purché le emissioni
siano adeguatamente controllate), potrebbero essere inferiori dal 41 al 49%
rispetto alle emissioni derivanti dalla produzione di energia elettrica dal
carbone, dal 2 al 10% rispetto all'elettricità generata da gas convenzionali trasportati
mediante gasdotto da paesi terzi, e dal 7% al 10% inferiori rispetto all'elettricità
generata dal GNL importato in Europa[13].
Tuttavia, affinché l'estrazione di gas di scisto determini un beneficio di
questo tipo rispetto alle importazioni di gas naturale, le emissioni di gas a
effetto serra associate al processo di estrazione, in particolare quelle di
metano, devono essere correttamente ridotte. 3. Rischi
ambientali e preoccupazioni dei cittadini Gli
esperti concordano sul fatto che l’estrazione del gas di scisto comporta
generalmente un impatto ambientale superiore rispetto allo sfruttamento del gas
convenzionale[14].
Ciò è dovuto al fatto che questo tipo di estrazione richiede una tecnica di
stimolazione dei pozzi più intensa, riguarda principalmente giacimenti
terrestri e si effettua in aree potenzialmente molto più ampie. Inoltre, visto
che la produttività dei pozzi di gas di scisto è inferiore a quella dei pozzi
convenzionali, occorre perforare un numero più elevato di pozzi. Alcuni di
questi rischi e impatti potrebbero avere implicazioni transfrontaliere, per
esempio nel caso dell'inquinamento idrico e atmosferico. Allo stato attuale dello sviluppo tecnologico,
l’estrazione del gas di scisto richiede il ricorso combinato alla fratturazione
idraulica ad elevato volume e alla perforazione direzionale (soprattutto
perforazione orizzontale). Finora in Europa ci si è avvalsi essenzialmente della
fratturazione idraulica a basso volume per l'estrazione di gas convenzionali e
di tight gas, per lo più mediante perforazione di pozzi verticali in
alcune rocce-serbatoio, che costituisce solo una piccola parte delle operazioni
condotte dall'UE nel settore degli idrocarburi e del gas. Traendo spunto
dall'esperienza del Nord America, che ha fatto ampio ricorso alla fratturazione
idraulica ad elevato volume, gli operatori stanno sperimentando questa tecnica
nell'UE. In
particolare, la fratturazione idraulica, processo mediante il quale i fluidi di
fratturazione – una miscela costituita generalmente da acqua, sabbia e additivi
chimici (in genere tra lo 0,5 e il 2% del volume totale dei fluidi di
fratturazione) – vengono iniettati ad alta pressione per rompere la roccia, crearvi
fessure e allargarle per consentire agli idrocarburi di fluire nel pozzo, ha
sollevato una serie di interrogativi sul piano ambientale. In funzione delle
condizioni geologiche, tra il 25 e il 90% dei fluidi di fratturazione iniettati
inizialmente resterebbero nel sottosuolo. Uno
dei principali problemi ambientali è il rischio di contaminazione delle acque
sotterranee e di superficie. Nella maggior parte degli Stati membri, le acque
sotterranee sono una preziosa fonte di acqua potabile o di acqua destinata ad
altri usi. I rischi di contaminazione sono legati soprattutto alle sostanze
chimiche utilizzate nel processo di fratturazione idraulica. La contaminazione
delle acque sotterranee può verificarsi in caso di perdite dovute, ad esempio, ad
un difetto di progettazione o di rivestimento dei pozzi, a fratture indotte che
sfuggono al controllo o ai pozzi abbandonati. Questi rischi possono essere
individuati e limitati grazie ad un’attenta selezione del sito sotterraneo,
basata sulla caratterizzazione dei rischi, e all'adeguata isolazione dei pozzi
dalle formazioni geologiche circostanti. La contaminazione delle acque di
superficie può verificarsi se l’elevato volume di acque reflue prodotte non è
adeguatamente gestito e trattato. Tali acque reflue di norma contengono
additivi chimici iniettati nel fluido di fratturazione, eventualmente acqua ad
elevato tasso di salinità, metalli pesanti e materiali radioattivi presenti
naturalmente nelle formazioni di scisto. Negli Stati Uniti sono stati segnalati
casi di contaminazione dell’acqua da parte del gas a causa dell'inadeguato
isolamento dei pozzi dalle formazioni geologiche. Un altro rischio
riguarda l’incidenza sulla domanda di acqua, in particolare nelle aree in cui
le risorse idriche sono limitate. L'estrazione del gas naturale dalle
formazioni di scisto mediante la fratturazione idraulica ad elevato volume
richiede maggiori quantità di acqua[15]
rispetto all'estrazione di gas da serbatoi convenzionali, e una parte di quest’acqua
non viene recuperata. L’estrazione dell’acqua per la perforazione e la
fratturazione idraulica può esercitare un'ulteriore pressione sulle falde
acquifere nelle zone in cui l’acqua è scarsa ed già è destinata ad altri
impieghi (ad esempio industria, agricoltura, acqua potabile). Ciò può avere un
impatto anche sugli ecosistemi locali, incidendo sulla biodiversità. L'elaborazione
di piani di gestione dell’acqua può contribuire a garantire che l’acqua sia
utilizzata in modo efficace. Il riutilizzo dell’acqua di riflusso che ritorna
in superficie dopo la fratturazione idraulica può contribuire a ridurre la
domanda di acqua dolce, a condizione che ciò avvenga in modo ecocompatibile e in
conformità con la normativa UE vigente. Se
non adeguatamente trattati, le perdite e gli spargimenti involontari di fluidi
di fratturazione e di acque reflue possono incidere sulla qualità del suolo. Durante
la ricerca o la produzione di gas di scisto possono verificarsi emissioni
fuggitive di metano che, se non vengono catturate e attenuate, hanno un impatto
negativo sulla qualità dell'aria e sul clima a livello locale. L'incremento dei
flussi di trasporto[16]
e l'utilizzo di certe attrezzature nel cantiere possono altresì determinare
emissioni atmosferiche. Esistono buone pratiche per prevenire e ridurre le
emissioni atmosferiche che dovrebbero essere sistematicamente applicate. Con
le tecnologie attualmente disponibili, per l'estrazione del gas di scisto occorrono
un numero elevato di pozzi e di infrastrutture. Ciò può avere ripercussioni
sulla frammentazione dei suoli e il traffico stradale locale, che a loro volta possono
incidere sulle comunità locali e la biodiversità. Occorre prevenire questo
rischio anche nel caso di usi concorrenti dei suoli in una determinata regione,
ad esempio per l’agricoltura e il turismo. Altri aspetti problematici che sono
stati individuati riguardano il rischio di sismicità indotta. Questi
rischi ambientali, che comportano anche rischi per la salute[17], hanno suscitato, in
varia misura, la preoccupazione del pubblico che non di rado si traduce in una
ferma opposizione ai progetti relativi ai gas di scisto. I
cittadini inoltre hanno la percezione che il livello delle precauzioni, della
trasparenza e del processo di consultazione applicato alle attività legate al
gas di scisto sia insufficiente. Circa il 60% degli intervistati nell'ambito di
una consultazione della Commissione[18]
hanno indicato tra i principali problemi da risolvere nello sviluppo di tale
settore la mancanza di trasparenza e la scarsa informazione del pubblico. In
particolare, hanno individuato l'asimmetria delle informazioni a disposizione degli
operatori, delle autorità competenti o del pubblico come un problema,
soprattutto per quanto riguarda la composizione dei fluidi di fratturazione e
le condizioni geologiche in cui avviene la fratturazione idraulica. Negli
ultimi anni la Commissione ha ricevuto un gran numero[19] di richieste di
chiarimenti da parte del pubblico o dei suoi rappresentanti, in cui si esprimevano
preoccupazione e dubbi circa l’efficacia dell’attuale quadro legislativo
dell’UE, in particolare la legislazione dell’UE in materia di rifiuti di
estrazione, la valutazione dell’impatto ambientale o la protezione dell’aria e
dell’acqua. Come avvenuto
per molte altre attività industriali che hanno un impatto ambientale, le
popolazioni locali tendono a opporsi ai progetti ubicati troppo vicino alle
loro abitazioni (l'effetto "non nel mio giardino").[20] In vari Stati membri,
le azioni dei cittadini hanno impedito il proseguimento di progetti di ricerca
di giacimenti di gas di scisto. Sono
state messe a punto alcune buone pratiche tecniche e regolamentari e la loro
applicazione sistematica alla ricerca e alla produzione del gas di scisto
potrebbe consentire di gestire e attenuare i rischi e le ripercussioni negative
potenziali. Ma fintanto che i rischi per l’ambiente e la salute non sono
adeguatamente affrontati, che permangono le incertezze giuridiche e che non si
assicura la trasparenza, le preoccupazioni del pubblico continueranno ad
esistere. Alcuni esperti[21]
ritengono che la scarsa accettazione del pubblico costituisca un ostacolo
all’ulteriore sviluppo del gas di scisto[22].
L’industria stessa del petrolio e del gas ha messo in evidenza questo elemento
come un aspetto chiave già riscontrato nella fase di ricerca dei giacimenti[23]. Per
poter trarre i potenziali benefici è indispensabile far fronte a questo tipo di
rischi e alle preoccupazioni dell’opinione pubblica circa la sicurezza delle
operazioni. 4. Garantire la protezione
dell'ambiente, del clima e della salute pubblica Alle attività legate al gas di scisto (dalla pianificazione
alla cessazione) si applicano sia la legislazione generica che elementi
specifici della normativa ambientale dell’UE[24]. Tuttavia,
via via che le attività legate alla ricerca del gas di scisto si sono
sviluppate, gli Stati membri hanno iniziato a interpretare la legislazione ambientale
dell'UE in materia di ambiente in modi divergenti, mentre altri stanno mettendo
a punto norme nazionali specifiche, divieti e moratorie. Ciò ha portato a prescrizioni divergenti da uno Stato
membro all’altro. Per tener conto degli effetti cumulativi
dei progetti sul gas di scisto, alcuni Stati membri, ad esempio, effettuano una
valutazione ambientale strategica prima di concedere un'autorizzazione e impongono
una valutazione di impatto ambientale sistematica in caso di ricorso alla
fratturazione idraulica, mentre in altri paesi ciò non avviene. Un altro
settore in cui si riscontrano evidenti divergenze di interpretazione è la
legislazione in materia di risorse idriche e quella sui rifiuti delle industrie
estrattive. Ne consegue un quadro operativo frammentato e sempre più
complesso che ostacola il corretto funzionamento del mercato interno. I diversi
approcci adottati dalle autorità pubbliche possono portare a condizioni non
paritarie e dare adito a preoccupazioni ricorrenti in merito all’idoneità delle
misure di tutela ambientale e di precauzione. Il rischio che le interpretazioni
nazionali siano contestate sul piano giuridico compromette ulteriormente la sicurezza
di cui hanno bisogno gli investitori. La legislazione ambientale dell'Unione è stata però
elaborata in un periodo in cui in Europa non si faceva ricorso alla
fratturazione idraulica ad elevato volume. Pertanto, alcuni aspetti ambientali
connessi con la ricerca e la produzione di idrocarburi mediante questa tecnica
non sono trattati in modo adeguato nella legislazione UE vigente, in
particolare per quanto concerne la pianificazione e la valutazione ambientale
strategica, la valutazione dei rischi sotterranei, l'integrità dei pozzi, il
monitoraggio delle condizioni iniziali e la sorveglianza operativa, la cattura
delle emissioni di metano e la divulgazione di informazioni sulle sostanze
chimiche utilizzate in ogni singolo pozzo 5. Verso
l'istituzione di un quadro dell'UE Diversi
esperti, dell’Agenzia internazionale dell’energia e di altri organismi
riconosciuti, hanno confermato la necessità di regole rigorose e chiare per
sostenere i progetti connessi al gas di scisto al fine di garantire la riduzione degli impatti negativi e la
prevenzione dei rischi. Nel
2011 i servizi della Commissione hanno pubblicato una guida che sintetizza i
principali atti applicabili della normativa ambientale dell’UE[25] e orientamenti
specifici sull’applicabilità della direttiva sulla valutazione di impatto
ambientale (2011/92/UE) ai progetti relativi al gas di scisto[26]. Tuttavia
alcune autorità nazionali e locali chiedono un ulteriore intervento urgente
dell'UE in questo settore. L’opinione pubblica chiede inoltre informazioni
chiare sulle condizioni necessarie per l’estrazione sicura del gas di scisto. Gli
orientamenti esistenti non sono stati dunque ritenuti sufficienti per fornire la
chiarezza e la prevedibilità necessarie per le autorità pubbliche, gli
operatori di mercato e i cittadini. Questo è il motivo per cui la Commissione
ha adottato una raccomandazione che delinea i principi minimi che, se applicati
integralmente, contribuiranno ad agevolare lo sviluppo di attività legate al
gas di scisto, garantendo al tempo stesso l'adozione di misure di sicurezza per
quanto riguarda il clima e l'ambiente. La presente raccomandazione è
complementare all’acquis dell’UE esistente e si basa sul precedente lavoro
svolto dai servizi della Commissione. Non obbliga gli Stati membri a svolgere
attività di ricerca o sfruttamento ricorrendo alla fratturazione idraulica ad
elevato volume se non lo desiderano né impedisce loro di mantenere o adottare
misure più specifiche adatte alle circostanze nazionali, regionali o locali. In
particolare, la raccomandazione invita gli Stati membri, nell’applicare o
adeguare la loro legislazione applicabile agli idrocarburi in caso di fratturazione
idraulica ad elevato volume, a garantire che: ·
sia effettuata una valutazione strategica
dell'impatto ambientale prima della concessione delle autorizzazioni per la
ricerca e/o la produzione di idrocarburi che comportino il ricorso alla
fratturazione idraulica ad elevato volume al fine di esaminare e prevedere i
mezzi per prevenire, gestire e ridurre gli effetti cumulati e gli eventuali
conflitti con altri usi delle risorse naturali o del sottosuolo; ·
siano effettuate una caratterizzazione e una
valutazione dei rischi associati al sito, sia per quanto riguarda l'area in
superficie che il sottosuolo, al fine di stabilire se un'area sia idonea alla
ricerca o alla produzione sicure di idrocarburi mediante la frammentazione
idraulica ad elevato volume. La caratterizzazione consentirebbe inoltre di individuare
i rischi di vie di esposizione sotterranee esistenti, come le fratture indotte,
le faglie esistenti o i pozzi abbandonati; ·
sia effettuata una valutazione delle condizioni
iniziali (ad esempio dell'acqua, dell’aria, della sismicità), al fine di stabilire
una situazione di riferimento per la successiva sorveglianza o in caso di
incidente; ·
il pubblico sia informato della composizione del fluido
utilizzato per la fratturazione idraulica in ogni pozzo, nonché della composizione
delle acque reflue, dei dati di base e dei risultati del monitoraggio. Ciò è
necessario per assicurare che le autorità e il pubblico dispongano di
informazioni fattuali sui rischi potenziali e le loro fonti. Una maggiore
trasparenza dovrebbe anche agevolare l’accettazione del pubblico; ·
i pozzi siano adeguatamente isolati dalle
formazioni geologiche circostanti, in particolare per evitare la contaminazione
delle acque sotterranee; ·
il venting (rilascio in atmosfera di gas)
avvenga unicamente in circostanze operative del tutto eccezionali, la
combustione in torcia (combustione controllata di gas, detta anche flaring)
sia ridotta al minimo e i gas siano catturati ai fini di un utilizzo successivo
(in loco o mediante gasdotti). Ciò è necessario per attenuare gli effetti
negativi delle emissioni sul clima, nonché sulla qualità dell’aria a livello
locale. È
altresì raccomandato agli Stati membri di garantire che le imprese applichino
le migliori tecniche disponibili (BAT), laddove possibile, e le buone pratiche
del settore per prevenire, gestire e ridurre gli impatti e i rischi associati
ai progetti di ricerca e produzione. L’industria dovrebbe adoperarsi per
raggiungere la massima trasparenza nelle sue operazioni e migliorare
costantemente le tecnologie e le pratiche operative. Al fine di elaborare i
documenti di riferimento sulle BAT, la Commissione organizzerà uno scambio di
informazioni tra gli Stati membri, le industrie interessate e le organizzazioni
non governative che promuovono la protezione ambientale. La
Commissione sta inoltre riesaminando il documento di riferimento (BREF) già
esistente sui rifiuti delle industrie estrattive ai sensi della direttiva vigente
in modo da coprire la gestione dei rifiuti provenienti dalle attività di
ricerca e produzione di idrocarburi mediante la fratturazione idraulica ad elevato
volume, al fine di garantire che i rifiuti siano adeguatamente manipolati e
trattati e che il rischio di inquinamento dell’acqua, dell’aria e del suolo sia
ridotto al minimo. Proporrà inoltre all’Agenzia europea per le sostanze
chimiche di apportare alcune modifiche alla banca dati esistente delle sostanze
chimiche registrate ai sensi del regolamento REACH in modo da migliorare e facilitare la ricerca di informazioni sulle sostanze
registrate utilizzate ai fini della fratturazione idraulica. Questo procedimento sarà oggetto di consultazione con le
parti interessate. È
inoltre necessario continuare ad approfondire le nostre conoscenze in materia
di tecnologie e pratiche di estrazione di idrocarburi non convenzionali, anche
al fine di ridurre ulteriormente il potenziale impatto e i rischi per la salute
e l’ambiente. In questo contesto, è anche essenziale che le informazioni siano
trasparenti e accessibili al pubblico. Per
favorire questo processo, la Commissione istituirà una rete europea della
scienza e della tecnologia sull’estrazione degli idrocarburi non convenzionali,
cui parteciperanno professionisti dell’industria, del settore della ricerca,
del mondo accademico e della società civile. La rete dovrà raccogliere,
analizzare e esaminare i risultati dei progetti di ricerca nonché valutare l’evoluzione
delle tecnologie utilizzate nei progetti concernenti il gas e il petrolio non
convenzionali. Il programma di lavoro 2014-2015 di "Orizzonte 2020"
prevede ulteriori ricerche sulla comprensione, la prevenzione e l'attenuazione
degli impatti ambientali e dei rischi della ricerca e dello sfruttamento del
gas di scisto. Nello stesso programma di lavoro è prevista inoltre una
sovvenzione volta a sostenere lo sviluppo di una base di conoscenze comprovate su
cui fondare le politiche di ricerca e di innovazione nel settore del gas e del
petrolio non convenzionali. Al
fine di garantire un’adeguata gestione dei rischi e evitare oneri
amministrativi per gli operatori, gli Stati membri devono garantire che le
autorità responsabili delle autorizzazioni dispongano delle risorse necessarie e
abbiano un'adeguata conoscenza del processo e che le procedure di
autorizzazione siano adeguatamente coordinate. Essi dovranno consultare i
cittadini e le parti interessate nella fase iniziale, prima che inizino le
operazioni. Gli Stati membri e le loro autorità competenti sono altresì
incoraggiati a scambiarsi le buone pratiche in materia di regolamentazione e
altre conoscenze. La Commissione agevolerà tale scambio tramite il gruppo di
lavoro tecnico degli Stati membri sugli aspetti ambientali dei combustibili
fossili non convenzionali. La
Commissione monitorerà da vicino l’applicazione della raccomandazione mediante
un quadro comparativo della situazione negli Stati membri messo a disposizione
del pubblico. In questo modo si intende aumentare la trasparenza e valutare i
progressi compiuti in ciascuno Stato membro nell'applicazione dei principi
fissati nella raccomandazione. Gli Stati membri e le
autorità nazionali competenti dovrebbero informare il pubblico sugli aspetti
principali di queste attività al fine di rafforzare la trasparenza e
ripristinare la fiducia del pubblico. Gli Stati membri sono invitati a
conformarsi ai principi enunciati nella raccomandazione entro 6 mesi dalla sua
pubblicazione e a informare la Commissione circa le misure che hanno adottato
in risposta alla raccomandazione. La Commissione
esaminerà in che misura questo approccio consenta effettivamente l’applicazione
dei principi enunciati nella raccomandazione e offra ai cittadini, agli
operatori e alle autorità pubbliche la prevedibilità e la chiarezza di cui
hanno bisogno. La Commissione riferirà al Parlamento europeo e al Consiglio,
entro 18 mesi dalla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale, e deciderà
sull'eventuale necessità di presentare proposte legislative. 6. Conclusioni Gli
Stati membri sono responsabili delle scelte operate in materia di mix
energetico, pur dovendo tenere in debita considerazione la necessità di
preservare e migliorare la qualità dell’ambiente. Spetta pertanto agli Stati
membri decidere se avviare attività di ricerca o di produzione del gas naturale
dalle formazioni di scisto o da altri idrocarburi non convenzionali. Tuttavia,
coloro che decidono di farlo devono assicurarsi che sussistano le condizioni
adeguate. A tal fine e anche per contribuire ad affrontare le preoccupazioni
del pubblico, dovranno adottare misure per prevenire, gestire e ridurre i
rischi associati a tali attività. Basandosi sulla legislazione vigente dell’UE e sulle pratiche e le
tecnologie esistenti e future, la Commissione invita gli Stati membri che
stanno esplorando o prevedono di esplorare le loro risorse di idrocarburi non
convenzionali, come il gas di scisto, a recepire e applicare correttamente la
normativa UE vigente; li esorta inoltre a tenere conto, in questa occasione o
quando adeguano le loro disposizioni attuative alle esigenze e alle peculiarità
dei combustibili fossili non convenzionali, della raccomandazione allegata per
assicurarsi che esistano le condizioni adeguate per il loro sviluppo sicuro,
tenendo conto anche dei possibili effetti sui paesi vicini. Con questa raccomandazione, la Commissione intende sostenere gli Stati
membri affinché garantiscano che l’ambiente sia salvaguardato, le risorse siano
utilizzate in modo efficiente e il pubblico sia informato, consentendo agli
Stati membri che lo desiderano di beneficiare pienamente dei vantaggi
potenziali in termini di sicurezza energetica e di competitività. Infine, va ricordato che l’obiettivo a lungo
termine dell’UE è diventare un’economia a basse emissioni di carbonio,
efficiente sotto il profilo delle risorse. Nel breve e medio termine, il gas
naturale e la disponibilità di nuove fonti di combustibili fossili locali, come
il gas naturale dalle formazioni di scisto, possono svolgere un ruolo nella
trasformazione del settore energetico, purché vadano a sostituire combustibili
fossili a maggiore intensità di carbonio. In ogni caso, l’obiettivo a lungo
termine della decarbonizzazione del nostro sistema energetico richiederà un
miglioramento costante dell’efficienza energetica, del risparmio energetico e un
maggiore ricorso alle tecnologie a basse emissioni di carbonio, in particolare
le energie rinnovabili. [1] Comunicazione della
Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e
sociale europeo e al Comitato delle regioni: Prezzi e costi energetici in
Europa [2] http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=TA&reference=P7-TA-2012-0443&language=EN [3] http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=TA&reference=P7-TA-2012-0444&language=EN [4] http://cor.europa.eu/en/news/Pages/fracking-environmental-impact.aspx [5] http://ec.europa.eu/environment/integration/energy/pdf/Shale%20gas%20consultation_report.pdf
[6] http://register.consilium.europa.eu/doc/srv?l=EN&t=PDF&gc=true&sc=false&f=ST%2075%202013%20REV%201&r=http%3A%2F%2Fregister.consilium.europa.eu%2Fpd%2Fen%2F13%2Fst00%2Fst00075-re01.en13.pdf [7] Regolamento (CE) n. 1907/2006 concernente la
registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze
chimiche (REACH). [8] http://ec.europa.eu/environment/integration/energy/uff_studies_en.htm [9] p.m to add reference when
available [10] Stime per OCSE Europa dalle "regole d'oro"
dell’Agenzia internazionale per l’energia (AIE) 2012. Le stime variano a
seconda delle fonti. Cfr. anche "Unconventional gas: potential energy
market impacts in the European Union" JRC 2012. [11] AIE 2012 [12] AIE 2012, si prevede che a produzione di gas non
convenzionale in Europa nel 2035 ammonterà al 27% di 285 bcm, ossia 77 bcm.
Alla stessa data, l’Europa consumerà 692 bcm di gas. Di conseguenza, nella
migliore delle ipotesi, la produzione europea di gas non convenzionale
rappresenterebbe circa l'11% del suo consumo di gas. Applicata alla quota di
gas prevista nel mix energetico di al massimo 30% (AIE), il gas non
convenzionale rappresenterebbe circa il 3% del mix energetico dell’UE nel 2030. [13] Studio AIE 2012 AEA 2012 "Climate impact of potential
shale gas production in the EU" commissionato dalla Direzione generale
"Azione per il clima" della Commissione europea, che si basa su un
ipotetico studio di caso utilizzando dati primari degli Stati Uniti e il
potenziale di riscaldamento globale del metano su 100 anni. Lo studio
sottolinea la necessità di raccogliere ulteriori dati. [14] AIE 2012 [15] Considerato rispetto all'unità di energia prodotta, è da
2000 a 10000 volte si più del gas convenzionale, Relazione dell'AIE sulle
"regole d'oro" Il consumo d’acqua per pozzo di gas di scisto varia in
funzione delle specificità geologiche, ma generalmente ammonta in media a circa
15 000 m³ per pozzo. [16] Ad esempio, di acqua, sostanze chimiche, sabbia per la
fratturazione idraulica e acque reflue che ne risultano. [17] Il ricorso a questa tecnica ai
livelli attuali è recente e per questo motivo la valutazione degli impatti
sulla salute è stata avviata da poco. Tuttavia, i principali motivi di
preoccupazione riguardano le ripercussioni dirette in termini di emissioni
atmosferiche e gli impatti indiretti in termini di potenziale inquinamento
delle acque causato dalle sostanze chimiche, alcune delle quali sono
considerate cancerogene. La contaminazione dell’acqua a sua volta può
comportare la contaminazione di animali vivi, prodotti alimentari e mangimi. I
pericoli per la salute legati al sito di produzione comprendono i rischi
derivanti dal silice, la manipolazione di sostanze chimiche, l’esposizione al
particolato diesel e ai gas di scarico derivanti dalle apparecchiature, nonché
gli elevati livelli di inquinamento acustico. [18] Tasso non ponderato che passa all’80% circa in caso di
ponderazione. [19] Alla Commissione sono pervenute oltre cento interrogazioni
parlamentari, più di 3800 e-mail e più di dieci petizioni, alcune delle quali
sottoscritte da oltre 15 000 cittadini. [20] Secondo un'indagine "Eurobarometro Flash" condotta
sulla base di interviste di oltre 25 000 cittadini europei nel settembre
2012, tre quarti degli intervistati sarebbero preoccupati se nella località in
cui vivono fosse avviato un progetto relativo al gas di scisto, e tra loro il
40% esprime una forte preoccupazione. [21] Relazione 2012 dell'agenzia internazionale dell'energia
sulle "regole d'oro". Relazione su 90 giorni del Ministero
dell'energia statunitense [22] L’accettazione da parte del pubblico rientra fra le tre
principali sfide individuate da coloro che hanno risposto alla consultazione
pubblica della Commissione europea. [23] Ad es. seminario sul gas di scisto dell'Istituto per
l'energia e i trasporti, marzo 2013 [24] Cfr. sezione 3.2 della valutazione d’impatto [insert ref
when available]. La legislazione applicabile comprende la direttiva VIA, la
direttiva sui rifiuti da estrazione, la direttiva quadro sulle acque, REACH, la
direttiva sui biocidi, Seveso II e III (a determinate condizioni), le direttive
Habitat e Uccelli selvatici e la direttiva sulla responsabilità ambientale (per
le attività elencate all’allegato III). [25] http://ec.europa.eu/environment/integration/energy/uff_news_en.htm [26] http://ec.europa.eu/environment/integration/energy/pdf/guidance_note.pdf