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Document 52013PC0090

Proposta di DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO concernente la mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, a norma del punto 28 dell'accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria (domanda EGF/2012/023 IT/Antonio Merloni SpA, Italia)

/* COM/2013/090 final - 2013/ () */

52013PC0090

Proposta di DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO concernente la mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, a norma del punto 28 dell'accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria (domanda EGF/2012/023 IT/Antonio Merloni SpA, Italia) /* COM/2013/090 final - 2013/ () */


RELAZIONE

Il punto 28 dell'accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria[1] consente, grazie a un meccanismo di flessibilità, di mobilitare il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) oltre i limiti delle pertinenti rubriche del quadro finanziario, senza superare l'importo annuo massimo di 500 milioni di EUR.

Le regole applicabili ai contributi del FEG sono stabilite nel regolamento (CE) n. 1927/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 dicembre 2006, che istituisce un Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione[2].

Il 29 dicembre 2011 l'Italia ha presentato la domanda EGF/2011/023 IT/Antonio Merloni al fine di ottenere un contributo finanziario del FEG a seguito dei licenziamenti presso la Antonio Merloni SpA in Italia.

In seguito a un attento esame della domanda, la Commissione è giunta alla conclusione, conformemente all'articolo 10 del regolamento (CE) n. 1927/2006, che le condizioni per un contributo finanziario a norma di tale regolamento sono rispettate.

RIASSUNTO DELLA DOMANDA E ANALISI

Dati principali: ||

N. di riferimento FEG: || EGF/2011/023

Stato membro || Italia

Articolo 2 || a)

Impresa principale || Antonio Merloni SpA

Fornitori e produttori a valle || 0

Periodo di riferimento || 23.8.2011 – 23.12.2011

Data di inizio dei servizi personalizzati || 29.3.2012

Data di applicazione || 29.12.2011

Licenziamenti durante il periodo di riferimento || 1 517

Licenziamenti prima e dopo il periodo di riferimento || 0

Totale licenziamenti ammissibili || 1 517

Lavoratori licenziati destinati a ricevere un sostegno || 1 517

Spese per i servizi personalizzati (EUR) || 7 451 972

Spese di attuazione del FEG[3] (EUR) || 298 000

Spese di attuazione del FEG (%) || 3,84

Bilancio complessivo (EUR) || 7 749 972

Contributo del FEG (65%) (EUR) || 5 037 482

1.           La domanda è stata presentata alla Commissione il 29 dicembre 2011 e integrata con informazioni complementari fino al 4 settembre 2012.

2.           La domanda soddisfa le condizioni di mobilitazione del FEG di cui all'articolo 2, lettera a), del regolamento (CE) n. 1927/2006 ed è stata presentata entro il termine di 10 settimane di cui all'articolo 5 di detto regolamento.

Legame tra i licenziamenti e i grandi cambiamenti strutturali nei flussi commerciali mondiali dovuti alla globalizzazione o alla crisi economica e finanziaria mondiale

3.           Per dimostrare il nesso tra i licenziamenti e la crisi economica e finanziaria mondiale, le autorità italiane affermano che il mercato degli elettrodomestici è stato duramente colpito dalla crisi. I dati disponibili[4] confermano la significativa contrazione della fabbricazione di elettrodomestici, dovuta principalmente alla diminuzione delle esportazioni, in particolare verso gli Stati Uniti (-30,5% nel 2009 rispetto al 2008) e il Giappone (-11,40% nello stesso periodo). La produzione di elettrodomestici è diminuita nell'UE-27 per tre anni consecutivi (dal 2007 al 2009) rispetto all'anno precedente pertinente e si è leggermente ripresa soltanto nel 2010.

Fabbricazione di elettrodomestici - Indice della produzione industriale (variazione percentuale rispetto all'anno precedente)

|| 2006 || 2007 || 2008 || 2009 || 2010

UE27 || 5,5 || -3,1 || -8,8 || -17,6 || 1,2

Italia || 4,0 || -1,4 || -13,8 || -24,2 || -6,3

Fonte: Eurostat

4.           La produzione in Italia ha seguito la stessa tendenza negativa della media dell'UE-27 e la contrazione delle esportazioni è stata superiore alla media dell'UE-27. Le esportazioni verso gli Stati Uniti sono diminuite del 44,59% nel 2009 rispetto al 2008 e quelle verso il Giappone del 29,87%. Nel 2010 la tendenza negativa è continuata per gli elettrodomestici italiani.

5.           Per mantenere la sua quota di mercato nei confronti dei paesi concorrenti a basso costo di manodopera, come la Cina e la Turchia, la Antonio Merloni SpA., il quinto maggiore produttore di elettrodomestici dell'UE nel 2002, ha modificato la sua strategia di vendita e nel 2006 ha cominciato a vendere i suoi prodotti direttamente attraverso i propri marchi. Con l'insorgere della crisi economica e finanziaria mondiale, la società si è trovata in difficoltà finanziarie, che si sono ulteriormente aggravate a causa dell'improvviso irrigidimento delle condizioni di accesso al credito finanziario. Nel 2007, con un fatturato di quasi 900 milioni di euro, la Antonio Merloni ha dovuto far fronte a debiti e passività per un totale di circa 500 milioni di euro. La contrazione della produzione, che seguiva la tendenza negativa a livello europeo, unita ai vincoli finanziari, ha portato ad una domanda di ammissione alle procedure di amministrazione delle grandi imprese in difficoltà, presentata al Ministero dello sviluppo economico, e infine alla cessazione dell'attività della Antonio Merloni SpA. Un totale di 2 217 lavoratori sono stati licenziati, di cui 700 sono stati riassorbiti dalla società QA Group SpA. La presente domanda riguarda pertanto i 1 517 lavoratori che hanno perso il lavoro in seguito alla chiusura della Antonio Merloni SpA.

6.           Nella sua valutazione della domanda EGF/2009/010 LT/Snaigė, la Commissione ha già sottolineato l'impatto della crisi economica e finanziaria sulle imprese che operano nel settore della fabbricazione di elettrodomestici.

Dimostrazione del numero di licenziamenti e della conformità ai criteri dell'articolo 2, lettera a)

7.           L'Italia ha presentato la presente domanda in base ai criteri d'intervento di cui all'articolo 2, lettera a), del regolamento (CE) n. 1927/2006, che prevede il licenziamento di almeno 500 dipendenti di un'impresa nell'arco di quattro mesi in uno Stato membro, compresi i lavoratori in esubero dei fornitori o dei produttori a valle di tale impresa.

8.           La domanda riguarda 1 517 licenziamenti avvenuti presso la Antonio Merloni SpA nel periodo di riferimento di quattro mesi compreso fra il 23 agosto 2011 e il 23 dicembre 2011. Tutti questi licenziamenti sono stati calcolati a norma dell'articolo 2, secondo comma, terzo trattino, del regolamento (CE) n. 1927/2006. La Commissione ha ricevuto la conferma prescritta all'articolo 2, secondo comma, terzo trattino, che questo è il numero effettivo di licenziamenti effettuati.

Spiegazione della natura imprevista dei licenziamenti

9.           Le autorità italiane sostengono che la crisi economica e finanziaria ha portato ad un crollo improvviso dell'economia mondiale che ha avuto un impatto enorme su molti settori. La natura della recessione che ha colpito la fabbricazione di elettrodomestici, con un improvviso irrigidimento delle condizioni di accesso al credito finanziario e un drastico rallentamento dei nuovi ordini, non ha precedenti negli ultimi anni. A causa della crisi, dal 2008 l'andamento dell'economia non ha più seguito le tendenze degli anni precedenti. La chiusura della Antonio Merloni SpA e i licenziamenti non potevano pertanto essere previsti o evitati facilmente.

Identificazione delle imprese che hanno effettuato i licenziamenti e dei lavoratori ammessi all'assistenza

10.         La domanda riguarda 1 517 licenziamenti presso la Antonio Merloni SpA. Tutti questi lavoratori sono oggetto delle misure cofinanziate dal FEG.

11.         I lavoratori ammessi all'assistenza sono ripartiti come segue:

Categoria || Numero || Percentuale

Uomini || 1 063 || 70,07

Donne || 454 || 29,93

Cittadini UE || 1 450 || 95,58

Cittadini non UE || 67 || 4,42

Età da 15 a 24 anni || 0 || 0,00

Età da 25 a 54 anni || 1 322 || 87,15

Età da 55 a 64 anni || 193 || 12,72

Età superiore a 64 anni || 2 || 0,13

12.         Dei lavoratori ammessi all'assistenza 71 sono disabili o hanno problemi di salute di lunga durata.

13.         In termini di categorie occupazionali, la ripartizione è la seguente:

Categoria || Numero || Percentuale

Dirigenti e quadri || 8 || 0,53

Professioni intellettuali e scientifiche || 14 || 0,92

Professioni tecniche e assimilate || 23 || 1,52

Impiegati di ufficio || 50 || 3,30

Artigiani e operai specializzati || 72 || 4,75

Operatori ed installatori di impianti e attrezzature || 1 308 || 86,22

Professioni non qualificate || 42 || 2,76

14.         Secondo quanto disposto dall'articolo 7 del regolamento (CE) n. 1927/2006, l'Italia assicura che è stata applicata e continuerà a essere applicata una politica di parità tra uomini e donne e di non discriminazione nelle varie fasi di esecuzione del FEG e in particolare nell'accesso al FEG.

Descrizione del territorio in questione, delle sue autorità e degli altri soggetti interessati

15.         I territori interessati dai licenziamenti sono le regioni Marche e Umbria e in particolare le province di Ancona e Perugia, dove si trovavano gli stabilimenti di produzione della Antonio Merloni SpA.

16.         In conseguenza della crisi economica e finanziaria mondiale, il numero di imprese attive in entrambe le province è diminuito. Vi è stata anche una progressiva terziarizzazione che ha portato al ridimensionamento dell'agricoltura, del commercio e dell'industria. Ad Ancona le aziende agricole sono diminuite dell'1,2% e costituiscono attualmente il 18,8% del totale delle imprese attive. Il settore manifatturiero è rimasto piuttosto stabile, mentre il numero di imprese nel settore del commercio ha registrato un lieve aumento (+0,3%) e costituisce attualmente il 26,4% del totale delle imprese nella provincia. Tale percentuale è tuttavia inferiore alla media nazionale (27,2%). Tutti questi dati si riferiscono al 2010 raffrontato all'anno precedente. A Perugia nello stesso periodo il numero di aziende agricole è diminuito dello 0,9%, ma continua a rappresentare il 22,6% del totale delle imprese attive nella provincia. Anche il settore manifatturiero è leggermente diminuito (-0,6%), mentre le imprese nel settore del commercio sono aumentate (+1,1%) e rappresentano attualmente il 23,4% del totale delle imprese. Tuttavia, come nel caso di Ancona, la quota di attività commerciali come percentuale di tutte le imprese della provincia (23,4%) è inferiore alla media nazionale.

17.         I principali soggetti interessati sono la regione Umbria e la regione Marche, in particolare le autorità pubbliche di Perugia e Ancona, unitamente alle seguenti organizzazioni sindacali: FIM-CISL[5], FIOM-CGIL[6], UILM-UIL[7], UGL metalmeccanici[8] e RSU[9].

Impatto previsto dei licenziamenti sull'occupazione locale, regionale o nazionale

18.         Negli anni precedenti la crisi, le province di Ancona e Perugia avevano un tasso di disoccupazione inferiore alla media nazionale. Nel 2009 la disoccupazione è aumentata del 40% rispetto all'anno precedente, mentre nel 2010 il tasso di disoccupazione è rimasto stabile a Perugia ed è diminuito ad Ancona, principalmente in seguito alla riduzione del tasso di attività piuttosto che ad un aumento dei posti di lavoro. Nel 2009 rispetto all'anno precedente il PIL regionale è diminuito del 3% circa e il fatturato dell'industria si è ridotto del 14,6% nelle Marche e del 16,4% in Umbria. Questa contrazione ha portato ad un aumento delle ore di CIG[10] nel settore manifatturiero pari al 368% nelle Marche e al 444% in Umbria. I 1 517 licenziamenti della Antonio Merloni SpA oggetto della presente domanda hanno ulteriormente aggravato la situazione.

Pacchetto coordinato di servizi personalizzati da finanziare e ripartizione dei costi stimati, compresa la complementarità con le azioni finanziate dai Fondi strutturali

19.         Tutte le seguenti misure, combinate assieme, formano un pacchetto coordinato di servizi personalizzati destinati a reinserire i lavoratori nel mercato del lavoro:

– Orientamento professionale: una serie di colloqui strutturati e di strumenti mirati, quali l'analisi delle competenze e il profilo di impiegabilità, per individuare gli ambiti in cui i lavoratori possono migliorare le proprie abilità e ottenere assistenza nella definizione dei propri obiettivi occupazionali.

– Assistenza alla ricerca attiva: questa azione comprende l'elaborazione di una strategia personalizzata di autopromozione e azioni per la ricerca di un lavoro. I lavoratori vengono aiutati a candidarsi ai posti di lavoro presso le imprese interessate e ricevono sostegno lungo il processo di selezione e, se necessario, una formazione specifica per aiutarli ad accettare le offerte di lavoro delle imprese.

– Assistenza all'autoimprenditorialità: sostegno e tutoraggio ai lavoratori licenziati che hanno idee imprenditoriali nella pianificazione di nuove attività.

– Voucher formativo: i lavoratori licenziati ricevono un voucher formativo del valore medio di 1 300 EUR da spendere per il loro percorso formativo. Il voucher può essere speso in un istituto di formazione qualificato o in un'impresa dove il lavoratore in esubero segue corsi di riqualificazione dopo essere stato assunto o in un'impresa che offre formazione sul posto di lavoro. Il voucher è strettamente legato al percorso concordato di reinserimento di ciascun lavoratore.

– Misure specifiche di stimolo per lavoratori maturi: questa azione mira a fornire sostegno specifico ai lavoratori ultracinquantenni, per incoraggiarli a restare sul mercato del lavoro.

– Indennità per la ricerca attiva: per ogni giornata di partecipazione alle misure del FEG, i lavoratori ricevono un'indennità equivalente a una giornata di CIGS (cassa integrazione guadagni straordinaria).

– Bonus assunzionali: questo incentivo va a vantaggio dei lavoratori licenziati poiché agevola il loro reinserimento professionale con contratti a tempo indeterminato in un'altra impresa. L'importo relativamente elevato di 5 000 euro per lavoratore, versato al nuovo datore di lavoro per l'assunzione dei lavoratori più svantaggiati e meno istruiti, riflette l'investimento richiesto al nuovo datore di lavoro per la riqualificazione dei nuovi assunti e per prepararli alle loro nuove mansioni.

– Contributo per la mobilità formativa: i lavoratori che partecipano alle misure ricevono fino a 300 EUR quale contributo alle spese di viaggio, se devono percorrere una distanza superiore a 25 km per raggiungere la città dove le misure sono attuate.

– Bonus per la mobilità territoriale: i lavoratori che accettano un lavoro che comporta un cambiamento di residenza ricevono un assegno di mobilità di 5 000 EUR a copertura delle spese sostenute. L'assegno è versato quale contributo una tantum su presentazione della prova delle spese sostenute.

20.         Le spese di attuazione del FEG comprese nella domanda conformemente all'articolo 3 del regolamento (CE) n. 1927/2006, coprono le attività di preparazione, di gestione e controllo, nonché le attività di informazione e pubblicità.

21.         I servizi personalizzati prospettati dalle autorità italiane sono misure attive del mercato del lavoro che rientrano nelle azioni ammissibili definite all'articolo 3 del regolamento (CE) n. 1927/2006. Le autorità italiane stimano i costi complessivi a 7 749 972 EUR, dei quali 7 451 972 EUR di spese per i servizi personalizzati e 298 000 EUR (3,84% dell'importo totale) di spese di attuazione del FEG. Il contributo totale richiesto al FEG ammonta a 5 037 482 EUR (65% dei costi totali).

Azioni || Numero previsto di lavoratori ammessi all'assistenza || Stima dei costi per lavoratore ammesso all'assistenza (EUR) || Costi complessivi (FEG e cofinanziamento nazionale) (EUR)

Servizi personalizzati (articolo 3, primo comma, del regolamento (CE) n. 1927/2006)

Orientamento professionale || 1 517 || 36 || 54 612

Assistenza alla ricerca attiva || 1 517 || 180 || 273 060

Assistenza all'autoimprenditorialità || 280 || 240 || 67 200

Voucher formativo || 1 011 || 1 300 || 1 314 300

Misure specifiche di stimolo per lavoratori maturi || 280 || 210 || 58 800

Indennità per la ricerca attiva || 1 517 || 2 000 || 3 034 000

Bonus assunzionali || 400 || 5 000 || 2 000 000

Contributo per la mobilità formativa || 500 || 300 || 150 000

Bonus per la mobilità territoriale || 100 || 5 000 || 500 000

Totale parziale dei servizi personalizzati || || 7 451 972

Spese di attuazione del FEG [articolo 3, terzo comma, del regolamento (CE) n. 1927/2006]

Attività di preparazione || || 30 000

Gestione || || 125 000

Informazione e pubblicità || || 36 000

Attività di controllo || || 107 000

Totale parziale delle spese di attuazione del FEG || || 298 000

Stima dei costi totali || || 7 749 972

Contributo del FEG (65% dei costi totali) || || 5 037 482

22.         L'Italia conferma che le misure di cui sopra sono complementari alle azioni finanziate dai Fondi strutturali. Secondo le autorità italiane, l'assenza di doppi finanziamenti è garantita da un coordinamento permanente tra gli attori istituzionali responsabili della pianificazione e della gestione delle risorse finanziarie dei fondi strutturali e del FEG.

Data di inizio effettivo o previsto dei servizi personalizzati per i lavoratori interessati

23.         Il 29 marzo 2012 l'Italia ha avviato la prestazione di servizi personalizzati ai lavoratori interessati inclusi nel pacchetto coordinato proposto per il cofinanziamento del FEG. Tale data rappresenta pertanto l'inizio del periodo di ammissibilità per qualsiasi assistenza concessa dal FEG.

Procedure per la consultazione delle parti sociali

24.         La possibilità di utilizzare il sostegno del FEG è stata inserita nell'accordo di programma firmato nel 2010 dal Ministero dello sviluppo economico e dalle regioni Emilia-Romagna, Marche e Umbria e successivamente approvato dalle parti sociali. Nel novembre 2011 le parti sociali sono state consultate in merito al pacchetto coordinato di misure cofinanziate dal FEG. Inoltre, l'attuazione delle misure del FEG sarà controllata dal gruppo di coordinamento dell'accordo di programma.

25.         Le autorità italiane hanno confermato che sono state rispettate le condizioni relative ai licenziamenti collettivi stabilite nella legislazione nazionale e nella normativa dell'UE.

Informazioni sulle azioni prescritte dalla legislazione nazionale o dai contratti collettivi

26.         Per quanto riguarda i criteri di cui all'articolo 6 del regolamento (CE) n. 1927/2006, nella domanda le autorità italiane:

· hanno confermato che il contributo finanziario del FEG non sostituisce le azioni che sono di competenza delle imprese in forza della legislazione nazionale o dei contratti collettivi;

· hanno dimostrato che le azioni previste sono destinate a fornire sostegno ai singoli lavoratori e non vanno utilizzate per la ristrutturazione di imprese o settori;

· hanno confermato che le azioni ammissibili di cui sopra non ricevono aiuti da altri strumenti finanziari dell'UE.

Sistemi di gestione e di controllo

27.         L'Italia ha notificato alla Commissione che il contributo finanziario sarà gestito e controllato dagli stessi organismi che gestiscono e controllano il FSE. Le regioni Marche e Umbria saranno gli organismi intermedi dell'autorità di gestione.

Finanziamento

28.         Sulla base della domanda dell'Italia, il contributo proposto del FEG al pacchetto coordinato di servizi personalizzati è pari a 5 037 482 EUR (comprese le spese di attuazione del FEG), ovvero al 65% del costo complessivo. Lo stanziamento proposto dalla Commissione nell'ambito del fondo si basa sulle informazioni fornite dall'Italia.

29.         Tenuto conto dell'importo massimo possibile di un contributo finanziario del FEG, di cui all'articolo 10, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1927/2006, nonché del margine previsto per la riassegnazione degli stanziamenti, la Commissione propone di mobilitare il FEG per l'importo totale di cui sopra, da assegnare a titolo della rubrica 1a del quadro finanziario.

30.         L'importo proposto consente di avere ancora a disposizione oltre il 25% dell'importo massimo annuale del FEG per stanziamenti nel corso dell'ultimo quadrimestre dell'anno, come previsto dall'articolo 12, paragrafo 6, del regolamento (CE) n. 1927/2006.

31.         Con la presente proposta di mobilitazione del FEG, la Commissione avvia la procedura di consultazione a tre in forma semplificata, di cui al punto 28 dell'accordo interistituzionale del 17 maggio 2006, al fine di ottenere l'accordo dei due rami dell'autorità di bilancio sulla necessità di ricorrere al FEG e sull'importo necessario. La Commissione invita il primo dei due rami dell'autorità di bilancio che raggiunga un accordo sul progetto di proposta di mobilitazione, al livello politico adeguato, a informare delle sue intenzioni l'altro ramo e la Commissione. In caso di disaccordo di uno dei due rami dell'autorità di bilancio, sarà indetta una riunione ufficiale di consultazione a tre.

32.         La Commissione presenta separatamente una richiesta di storno per iscrivere nel bilancio 2013 gli specifici stanziamenti di impegno, in conformità al punto 28 dell'accordo interistituzionale del 17 maggio 2006.

Fonte degli stanziamenti di pagamento

33.         Gli stanziamenti della linea di bilancio del FEG saranno utilizzati per coprire l'importo di 5 037 482 EUR necessario per la presente domanda.

Proposta di

DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO

concernente la mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, a norma del punto 28 dell'accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria (domanda EGF/2012/023 IT/Antonio Merloni SpA, Italia)

IL PARLAMENTO EUROPEO E IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

visto l'accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria[11], in particolare il punto 28,

visto il regolamento (CE) n. 1927/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 dicembre 2006, che istituisce un Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione[12], in particolare l'articolo 12, paragrafo 3,

vista la proposta della Commissione europea[13],

considerando quanto segue:

(1)       Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) è stato istituito per fornire sostegno supplementare ai lavoratori licenziati come conseguenza dei grandi cambiamenti strutturali nei flussi commerciali mondiali dovuti alla globalizzazione e per assisterli nel reinserimento nel mercato del lavoro.

(2)       L'ambito di applicazione del FEG è stato ampliato per le domande presentate dal 1° maggio 2009 al 30 dicembre 2011 al fine di includere un sostegno per i lavoratori licenziati come conseguenza diretta della crisi finanziaria ed economica mondiale.

(3)       L'accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 consente la mobilitazione del Fondo entro il massimale annuo di 500 milioni di EUR.

(4)       Il 29 dicembre 2011 l'Italia ha presentato una domanda di mobilitazione del FEG in relazione ai licenziamenti nell'impresa Antonio Merloni SpA e ha inviato ulteriori informazioni a completamento della stessa fino al 4 settembre 2012. La domanda è conforme ai requisiti per la determinazione dei contributi finanziari di cui all'articolo 10 del regolamento (CE) n. 1927/2006. La Commissione propone quindi di stanziare un importo di 5 037 482 EUR.

(5)       Occorre pertanto procedere alla mobilizzazione del FEG per fornire un contributo finanziario in relazione alla domanda presentata dall'Italia,

HANNO ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

Articolo 1

Nel quadro del bilancio generale dell'Unione europea stabilito per l'esercizio 2013, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) è mobilitato per fornire l'importo di 5 037 482 EUR in stanziamenti di impegno e di pagamento.

Articolo 2

La presente decisione è pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.

Fatto a Bruxelles, il

Per il Parlamento europeo                            Per il Consiglio

Il presidente                                                   Il presidente

[1]               GU C 139 del 14.6.2006, pag. 1.

[2]               GU L 406 del 30.12.2006, pag. 1.

[3]               Conformemente all'articolo 3, terzo comma, del regolamento (CE) n. 1927/2006.

[4]               Eurostat, EU27 Trade since 1988 di CTCI.

[5]               Federazione italiana metalmeccanici – Confederazione italiana sindacato lavoratori.

[6]               Federazione impiegati e operai metallurgici.

[7]               Unione Italiana lavoratori metalmeccanici – Confederazione generale italiana del lavoro.

[8]               Unione Generale del Lavoro Metalmeccanici.

[9]               Rappresentanza sindacale unitaria.

[10]             La cassa integrazione guadagni (CIG) è un istituto previsto dalla legge italiana, consistente in una prestazione economica erogata dall'Inps in favore dei lavoratori sospesi dall'obbligo di eseguire la prestazione lavorativa o che lavorano a orario ridotto.

[11]             GU C 139 del 14.6.2006, pag. 1.

[12]             GU L 406 del 30.12.2006, pag. 1.

[13]             GU C […] del […], pag. […].

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