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Document 52012DC0179
COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIAL COMMITTEE AND THE COMMITTEE OF THE REGIONS A strategy for e-procurement
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Una strategia per gli appalti elettronici
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Una strategia per gli appalti elettronici
/* COM/2012/0179 final */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Una strategia per gli appalti elettronici /* COM/2012/0179 final */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL
PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO
E AL COMITATO DELLE REGIONI Una strategia per gli appalti elettronici 1. Introduzione La presente comunicazione illustra l’importanza
strategica degli appalti elettronici (e‑procurement)[1] e definisce le principali
azioni attraverso le quali la Commissione intende accompagnare la transizione
verso la generalizzazione degli appalti elettronici nell’UE. Gli appalti elettronici possono semplificare
in modo significativo la gestione degli appalti, ridurre gli sprechi e ottenere
migliori risultati (prezzi inferiori, migliore qualità) stimolando la
concorrenza in tutto il mercato unico. Possono inoltre contribuire ad
affrontare due delle principali sfide alle quali l’economia europea è chiamata
a confrontarsi: la necessità di ottimizzare l’efficienza della spesa pubblica
in un contesto di restrizioni di bilancio e la necessità di trovare nuove fonti
di crescita economica. Le amministrazioni aggiudicatrici e gli enti
aggiudicatori che hanno già compiuto il passaggio agli appalti elettronici
segnalano generalmente un risparmio che si colloca tra il 5 e il 20%. Inoltre,
l’esperienza pratica dimostra che i costi di investimento possano essere
ammortizzati rapidamente. Date le dimensioni del mercato totale degli appalti
nell’UE, un risparmio del 5% porterebbe circa 100 miliardi di euro nelle casse
pubbliche. Gli appalti elettronici offrono inoltre notevoli vantaggi dal punto
di vista ambientale, riducendo il consumo di carta, i trasporti e la necessità
di locali per gli archivi, che comportano costi e consumo di energia. I
benefici economici e ambientali degli appalti elettronici vanno quindi di pari
passo, contribuendo all’obiettivo di crescita sostenibile previsto dalla
strategia Europa 2020. Inoltre, l’agenda digitale europea[2] e il piano d’azione eGovernment
2011-2015[3]
sottolineano l’importanza di collegare le capacità di gestire gli appalti per
via elettronica in tutto il mercato unico. Nonostante questi indiscutibili vantaggi, l’UE
è in ritardo rispetto sia ai propri obiettivi che a quelli internazionali.
Nonostante gli ambiziosi obiettivi politici, gli appalti elettronici sono al
momento utilizzati soltanto nel 5-10% delle procedure di appalto effettuate in
tutta l’UE[4].
A titolo di confronto, un mercato degli appalti interamente elettronico è stato
completato in Corea già nel 2007, cosa che ha consentito risparmi annui pari a 4,5
miliardi di dollari USA[5],
ossia circa l’8% della spesa annua totale per appalti pubblici. In Brasile l’80%
delle procedure di appalto pubblico viene effettuata per via elettronica. Per
sfruttare i benefici offerti dagli appalti elettronici e per evitare di perdere
competitività, l’UE è chiamata ad agire adesso. La
Commissione ha presentato una proposta ambiziosa ma realistica per modernizzare
il quadro giuridico dell’UE in materia di appalti pubblici[6] come previsto nell’atto per il
mercato unico del 2011[7].
Tali proposte mirano a completare la transizione verso gli appalti elettronici
nell’UE entro la metà del 2016[8].
L’obiettivo finale è quello di rendere la procedura per gli appalti elettronici
interamente automatizzata, in cui tutte le fasi, dalla pubblicazione (e‑notification)
al pagamento (e-payment), sono effettuate per via elettronica[9]. Ciò ottimizzerà l’efficienza
degli appalti elettronici per il settore pubblico e permetterà alle imprese
europee, in particolare alle PMI, di sfruttare pienamente i vantaggi del
mercato unico del digitale. 2. Cambiare in meglio – le ragioni
economiche a favore degli appalti elettronici Il mercato degli appalti pubblici dell’UE è
molto ampio: le vigenti direttive riguardano contratti per un valore di circa 447
miliardi di euro, mentre secondo le stime il valore del mercato complessivo per
l’acquisto di merci, servizi e lavori da parte del settore pubblico dell’UE
ammonta a oltre 2 400 miliardi di euro[10].
Su un mercato così grande, gli appalti elettronici possono contribuire a
migliorare significativamente l’efficienza: ·
gli appalti elettronici possono contribuire a
migliorare l’accesso alle gare di appalto e la loro trasparenza, in particolare
per le PMI, in modo da stimolare la concorrenza transfrontaliera, l’innovazione
e la crescita nel mercato unico. Possono anche contribuire a ridurre i tassi di
errore, ad esempio evitando la necessità, durante le diverse fasi della
procedura di aggiudicazione, di inserire più volte nei sistemi elettronici
informazioni disponibili su carta; ·
gli appalti elettronici possono anche consentire
notevoli riduzioni dei costi, sia riducendo il prezzo che il settore pubblico
paga per acquistare beni, servizi e lavori, sia riducendo i costi di
transazione per il settore pubblico e per gli operatori economici (anche grazie
alla riduzione della durata delle procedure d’appalto). I risparmi così
realizzati possono contribuire al risanamento del bilancio o essere impiegati
per iniziative intese a promuovere la crescita. Il lavoro di modellizzazione economica svolto
dai servizi della Commissione europea indica che le riduzioni dei prezzi negli
appalti pubblici[11]
possono avere un impatto macroeconomico significativo. Le riduzioni dei prezzi
ipotizzate in questa modellizzazione rientrano nella forchetta delle riduzioni
realizzate grazie ai sistemi per gli appalti elettronici esistenti e dopo cinque
anni potrebbero determinare un aumento del PIL pari allo 0,1-0,2%[12]. Un calcolo prudente e
sommario contenuto in un altro studio indica che la transizione completa verso
gli appalti elettronici potrebbe produrre risparmi compresi tra 50 e 75
miliardi di euro l’anno[13]. Gli esempi di soluzioni adottate con successo
in tutta Europa in materia di appalti elettronici sono numerosi[14]: ·
a seguito dell’introduzione degli appalti
elettronici gli ospedali portoghesi sono stati in grado di realizzare riduzioni
dei prezzi sui loro appalti pari al 18%. Nel complesso, si stima che il
passaggio agli appalti pubblici in Portogallo abbia consentito risparmi di
circa 650 milioni di euro per il primo anno che potrebbero avere raggiunto
quota 1,2 miliardi di euro se tutte le amministrazioni aggiudicatrici avessero
pienamente applicato le procedure elettroniche per gli appalti. I potenziali
risparmi si collocano pertanto fra il 6 e il 12% della spesa complessiva per
gli appalti pubblici. I risparmi sono dovuti in massima parte al fatto che la
maggiore concorrenza (numero più elevato di offerte per ciascuna procedura) ha
determinato prezzi inferiori, ma anche al miglioramento dell’efficienza
amministrativa; ·
XchangeWales, il programma di appalti elettronico
gallese, ha prodotto in tre anni risparmi pari a 58 milioni di sterline
(dicembre 2011). I costi d’investimento legati all’introduzione del programma
sono stati ammortizzati in un solo anno. Finora il programma ha consentito di
risparmiare circa 15 milioni di fogli di carta, ossia 101 tonnellate
di CO2. Al momento nel sistema sono registrati 56 000 fornitori
e sono stati pubblicati per via elettronica contratti per un valore di 18
miliardi di euro; ·
UGAP (Union des groupements d’achats publics),
la centrale di committenza francese, stima che il progressivo passaggio agli
appalti elettronici abbia ridotto del 10% gli oneri amministrativi a
carico degli acquirenti (ad esempio grazie ad una più rapida analisi delle
offerte e un agevole accesso ai documenti) e di un ulteriore 10% i costi
legati ai servizi giuridici (l’uso degli appalti elettronici ha ridotto il
numero di verifiche giuridiche necessarie). Nonostante la necessità di formare
il personale e di modificare i metodi di lavoro interni, i costi legati alla
realizzazione del sistema sono minimi rispetto ai benefici già realizzati; ·
uno studio relativo a 400 enti locali nei Paesi
Bassi mostra che il passaggio agli appalti elettronici consente un risparmio
sui costi superiore a 8 500 euro per gara. Lo studio si è basato sull’uso
di mezzi elettronici, dalla pubblicazione dei bandi e degli avvisi fino alla
presentazione delle offerte, ma non ha compreso la valutazione automatica (non
disponibile sulle piattaforme elettroniche al momento dello studio, ma che
adesso sta producendo ulteriori importanti risparmi). Due dei fattori
principali che contribuiscono a tali risparmi sui costi sono la riduzione dei
tempi (per ciascuna procedura, le amministrazioni aggiudicatrici risparmiano in
media fino a 3 giorni e gli offerenti fino a 1 giorno) e la riduzione
delle spese di stampa e di spedizione (stimate a 2 350 euro per gara); ·
da una recente indagine svolta presso i gestori
degli appalti pubblici in Norvegia è emerso che nessuno dei gestori che hanno
partecipato all’indagine vorrebbe tornare alla procedura di aggiudicazione
manuale, su supporto cartaceo. L’indagine indica che l’uso degli appalti
elettronici ha determinato una maggiore partecipazione delle imprese straniere
(22% degli intervistati) e delle PMI (30% degli intervistati), ha comportato un
numero maggiore di offerte per ciascuna gara (74% degli intervistati), ha
ridotto i costi d’acquisto (70% degli intervistati) e ha ridotto di oltre il 10%
i tempi richiesti da ciascuna gara (73% dei partecipanti). Pur non essendo
pienamente rappresentativi data l’esiguità del campione, tali risultati
illustrano i vantaggi che gli appalti elettronici sono in grado di offrire. L’attuazione degli appalti elettronici
comporta inevitabilmente alcuni costi immediati, ma l’esperienza dimostra che
essi possono essere ammortizzati in un periodo di tempo relativamente breve. I
sistemi già realizzati dimostrano che gli appalti elettronici possono essere un
mezzo potente per promuovere la partecipazione delle PMI, anche sul piano
transfrontaliero: per le PMI è infatti più facile individuare e sfruttare le
opportunità di gara utilizzando mezzi elettronici piuttosto che con la
tradizionale procedura cartacea. 3. Superare le barriere – la strada da
seguire Le ragioni economiche a favore degli appalti
elettronici sono molto valide e le tecnologie che li rendono possibili sono
adesso ampiamente disponibili. Tuttavia, la transizione verso la
generalizzazione degli appalti elettronici nell’UE continua ad essere
ostacolata da diverse barriere. Dalle risposte al Libro verde del 2010 sugli
appalti elettronici[15]
si evincono due principali fattori che spiegano la lentezza della loro
diffusione. 1. l’“inerzia” dimostrata
da alcune parti interessate. La sfida consiste nel persuadere gli acquirenti e
i fornitori riluttanti a modificare abitudini ormai radicate, convincendoli che
i benefici previsti sono realistici e che gli investimenti possono essere
ammortizzati entro un periodo ragionevole; 2. la frammentazione dei
mercati che può risultare dall’esistenza di una grande varietà di sistemi,
talvolta tecnicamente complessi, adottati nell’UE (e a volte nell’ambito di un
unico Stato membro), cosa che può causare un aumento dei costi per gli
operatori economici/fornitori. La sfida consiste pertanto nel convincere le
parti interessate ad accogliere nuove soluzioni elettroniche e nel garantire
che i nuovi sistemi favoriscano un più ampio accesso a questi importanti
mercati in tutta l’UE. I risultati della valutazione 2010 del piano d’azione[16] per gli appalti elettronici
dimostrano la necessità di misure supplementari per favorire la diffusione
degli appalti elettronici, visto che la tecnologia necessaria a condurre gli
appalti per via elettronica è ormai operativa. Per superare queste barriere, la
Commissione europea ha avviato una serie di iniziative, che prevedono misure
sia legislative che non legislative. Questo capitolo descrive tali iniziative. 3.1. Creare un quadro giuridico
efficace La strategia esposta nella presente
comunicazione si basa sulle disposizioni in materia di appalti elettronici
contenute nelle proposte legislative adottate dalla Commissione europea nel
dicembre 2011, che andranno a sostituire il vigente quadro legislativo. Essa si
fonda sul presupposto che tali proposte saranno adottate senza modifiche
sostanziali. Tuttavia, ciò non pregiudica l’esito dell’iter legislativo, di cui
dovranno tenere conto le organizzazioni che realizzano i sistemi per gli
appalti elettronici. La proposta relativa agli appalti pubblici in
generale[17]
prevede una transizione graduale verso la generalizzazione dei mezzi
elettronici di comunicazione. Entro il termine previsto per il recepimento,
tali mezzi di comunicazione diventeranno obbligatori per alcuni soggetti e per
alcune fasi della procedura di appalto, quali ad esempio la trasmissione elettronica
a TED[18]
e la pubblicazione elettronica dei bandi e degli avvisi. Entro tale termine
anche le centrali di committenza passeranno ad usare mezzi di comunicazione
integralmente elettronici, compresa la presentazione elettronica (e-submission)
delle offerte. Tutte le altre amministrazioni aggiudicatrici saranno tenute ad
espletare tutte le procedure di aggiudicazione degli appalti mediante mezzi di
comunicazione elettronici al più tardi due anni dopo il termine previsto per il
recepimento, salvo in circostanze debitamente giustificate. La proposta comprende anche la semplificazione
delle disposizioni che disciplinano talune procedure e strumenti elettronici,
quali i sistemi dinamici di acquisizione (DPS), le aste elettroniche (e-auctions)
e i cataloghi elettronici (e-catalogues). Inoltre, la piattaforma e‑CERTIS,
che diventerà una stanza di compensazione obbligatoria due anni dopo il termine
previsto per il recepimento, elencherà i certificati e gli attestati che
possono essere richiesti per ottenere la qualifica di offerente di appalti e
stabilirà i criteri di equivalenza da uno Stato membro all’altro. Ciò offrirà
maggiore chiarezza e certezza del diritto, in particolare per quanto riguarda
la presentazione transfrontaliera dei certificati e degli attestati che possono
essere richiesti dagli Stati membri[19]. Le disposizioni sugli appalti elettronici
contenute nella proposta relativa al settore dei servizi pubblici[20] sono sostanzialmente simili a
quelle relative agli appalti pubblici in generale. La proposta sulle
concessioni[21]
contiene anche requisiti sui mezzi di comunicazione elettronici e prevede un
periodo transitorio di cinque anni invece che di due. Se le proposte della
Commissione saranno adottate entro la fine del 2012 (termine approvato dal
Consiglio europeo informale del 30 gennaio 2012), la maggior parte delle
procedure di appalto disciplinate dalle proposte dovrebbe, in linea di
principio, essere effettuata mediante mezzi di comunicazione elettronici entro
la metà del 2016. Non da ultimo,
le proposte favoriscono la condivisione di informazioni e di migliori pratiche
e promuovono la cooperazione attraverso l’uso del sistema d’informazione del
mercato interno (IMI), un’applicazione online sicura che consente alle
autorità competenti nel SEE di comunicare rapidamente e facilmente con le loro
controparti in un altro paese. In futuro si potrebbe valutare la possibilità di
sinergie tra l’applicazione IMI ed e-CERTIS. L’approccio progressivo all’attuazione degli
appalti elettronici mira a dare a tutti i soggetti interessati il tempo di far
fronte alle sfide operative, assicurando nel contempo che il ritmo del
cambiamento acceleri e che tutti gli Stati membri seguano lo stesso calendario
generale. L’obiettivo è quello di evitare la coesistenza per troppo tempo di
procedure elettroniche e cartacee, che aumentano in misura significativa i
costi sia per le amministrazioni aggiudicatrici che per gli operatori
economici. La Commissione invita gli Stati membri ad avviare quanto prima i
lavori preparatori necessari per garantire che le disposizioni proposte siano
attuate nei tempi previsti. La Commissione seguirà i progressi degli Stati
membri e pubblicherà una relazione al riguardo, come previsto al punto 3.5. Le proposte della Commissione incoraggiano l’interoperabilità
tra i sistemi per gli appalti elettronici e contengono disposizioni intese a
garantire che i fornitori non incontrino barriere tecniche quando presentano
offerte su sistemi diversi. A tal fine, esse conferiscono alla Commissione il
potere di adottare atti delegati in una serie di ambiti specifici per rendere
obbligatorio l’uso di norme tecniche specifiche, che potrebbero essere
elaborate sulla base del lavoro svolto dagli organismi di normalizzazione
competenti e delle raccomandazioni formulate dal gruppo di esperti sui sistemi
di aggiudicazione elettronici (eTendering) (cfr. punto 3.2).
Inoltre, nel quadro dell’agenda digitale europea è in corso l’elaborazione di
orientamenti su come utilizzare gli standard quando si effettuano appalti
relativi ai sistemi di informazione e comunicazione (TIC)[22]. Pur senza rendere obbligatorio l’uso delle
firme elettroniche (e-signatures), le proposte legislative mirano a
conseguire un equilibrio migliore tra offrire flessibilità alle amministrazioni
pubbliche che desiderano utilizzare questo strumento e garantire una maggiore
interoperabilità transfrontaliera delle firme elettroniche. Se le
amministrazioni pubbliche richiedono l’uso di una firma elettronica avanzata
così come definita nella direttiva 1999/93/CE sulle firme elettroniche,
esse sono tenute ad accettare firme elettroniche basate su un certificato
elettronico qualificato di cui all’elenco di fiducia, secondo quanto previsto
dalla decisione della Commissione 2009/767/CE. La proposta consolida dunque l’approccio
sviluppato nel quadro della direttiva sui servizi. Per rafforzare la fiducia e la sicurezza e per
garantire la facilità d’uso e l’interoperabilità dei sistemi elettronici in
tutta l’UE, la Commissione sta attualmente valutando il quadro che disciplina l’identificazione,
l’autenticazione e le firme elettroniche. Una proposta legislativa al riguardo
è prevista entro la fine del secondo trimestre del 2012. Azioni fondamentali: (1)
Il Parlamento europeo e
il Consiglio concordano un nuovo quadro giuridico che
prevede la transizione verso la generalizzazione degli appalti elettronici. Termine: adozione entro la fine del 2012. (2)
Se necessario, la
Commissione europea armonizza i requisiti tecnici
attraverso atti delegati.
Termine: dopo l’adozione delle nuove direttive. (3)
La Commissione europea
propone un nuovo quadro giuridico per l’identificazione,
l’autenticazione e le firme elettroniche. Termine: entro il secondo trimestre del 2012. 3.2. Promuovere soluzioni pratiche
basate sulle migliori pratiche Le recenti proposte legislative sono una
condizione necessaria ma non sufficiente per attuare con successo gli appalti
elettronici nell’UE. Inoltre, per aiutare gli Stati membri durante il periodo
della transizione verso la generalizzazione degli appalti elettronici e per
risolvere determinati problemi pratici che attualmente ne limitano la
diffusione, sono necessarie alcune azioni di accompagnamento non legislative. Le tecnologie informatiche sono ormai mature
per una nuova generazione di sistemi per gli appalti elettronici. Nuovi paradigmi,
già utilizzati nel settore privato, si rendono disponibili agli acquirenti
pubblici, consentendo loro di semplificare e snellire il processo di acquisto
senza compromettere gli interessi pubblici di cui gli appalti devono tenere
conto, ad esempio in materia di trasparenza, concorrenza, inclusione delle PMI
e degli offerenti transfrontalieri, ecc. Riconoscendo questo potenziale, le proposte
legislative della Commissione sono basate sul principio della semplificazione,
priorità di cui tener conto nel valutare le possibili soluzioni per attuare
nella pratica gli appalti elettronici. Tali soluzioni dovrebbero cercare di
garantire un equilibrio ottimale tra risultati, rapporto costi/benefici e
accessibilità, rispettando nel contempo - come è ovvio - le norme del diritto
dell’UE. I sistemi per la gestione elettronica degli appalti dovrebbero essere
concepiti in modo da garantire la piena partecipazione delle PMI al mercato
degli appalti pubblici, in linea con lo “Small Business Act” e con il principio
“pensare anzitutto in piccolo” (think small first). Uno degli obiettivi
specifici dovrebbe essere quello di rendere la presentazione per via
elettronica quanto più accessibile possibile, eliminando le barriere che
attualmente spesso scoraggiano i nuovi arrivati dall’intraprendere le onerose
procedure di registrazione o autenticazione richieste da alcune piattaforme,
che in alcuni casi impongono l’uso di strumenti e risorse disponibili solo nel
paese interessato. Per far fronte a queste sfide, la Commissione
ha istituito un gruppo di esperti sui sistemi di aggiudicazione elettronici (eTendering
Expert Group, e-TEG) incaricato di definire, per la fase che precede l’aggiudicazione,
uno schema in grado di fornire una base per lo sviluppo di soluzioni ottimali.
L’obiettivo è quello di promuovere la ricerca di soluzioni che trovino l’equilibrio
ottimale tra la fruibilità e altre caratteristiche, tra cui ad esempio la
sicurezza. Un compito essenziale per l’e-TEG consiste nel definire un modello
efficace per la presentazione per via elettronica, al momento la strozzatura
più importante, che ostacola la diffusione degli appalti elettronici. L’attività
dell’e-TEG si fonderà sui lavori di normalizzazione in corso, quale ad esempio
quello svolto dal gruppo di lavoro CEN BII. Utilizzando questo schema come modello di
riferimento, l’e-TEG presenterà inoltre raccomandazioni sulle azioni che
dovranno essere prese dalle istituzioni dell’UE e dagli Stati membri per
assicurare la diffusione di piattaforme per gli appalti elettronici che
garantiscano l’accesso transfrontaliero e agevolino l’utilizzo da parte di
tutti gli operatori economici, in particolare le PMI, preservando comunque l’autonomia
degli Stati membri di definire le soluzioni che meglio si adattano alle
esigenze nazionali e che possono essere integrate nelle piattaforme esistenti. Parallelamente, la Commissione ha lanciato una
valutazione comparativa delle attuali pratiche relative agli appalti
elettronici in Europa. Sarà poi pubblicata una raccolta di casi (“Golden Book”),
che illustrerà le migliori pratiche di attuazione e descriverà le piattaforme
per gli appalti elettronici già in uso, esaminandone caratteristiche quali l’accessibilità,
la facilità d’uso e il rapporto costi/benefici. I risultati di tale lavoro
saranno usati per promuovere la convergenza degli Stati membri e delle
amministrazioni pubbliche che investono sulle infrastrutture per gli appalti
elettronici verso queste buone pratiche e la loro adozione. Azioni fondamentali: (4)
Il gruppo di esperti e-TEG formula raccomandazioni intese a promuovere sistemi ottimali per gli appalti
elettronici, che agevolino l’accesso
transfrontaliero e siano di facile uso per tutte le imprese. Termine: inizio
2013. (5)
La Commissione europea
pubblica una relazione sulle migliori pratiche in materia
di appalti elettronici. La
Commissione europea fa uso di questi risultati per promuovere le migliori
pratiche in tutta l’UE. Termine: metà del 2013. 3.3. Sostenere lo sviluppo dell’infrastruttura
per gli appalti elettronici La Commissione ha promosso l’attuazione di
soluzioni per gli appalti elettronici transfrontalieri attraverso PEPPOL (Pan-European
Public Procurement Online)[23],
un progetto pilota in parte finanziato mediante il programma per la
competitività e l’innovazione (Competitiveness and Innovation Programme
- CIP). Piuttosto che una piattaforma per gli appalti elettronici, il progetto
PEPPOL fornisce i punti di interoperabilità necessari per collegare le
piattaforme già esistenti negli Stati membri. Il progetto si conclude a metà
del 2012, ma la Commissione intende sostenere più a lungo termine una
serie di soluzioni interoperabili proposte da PEPPOL. Nel quadro del CIP,
inoltre, è attualmente aperto un nuovo invito a presentare proposte volte a
mettere a punto un insieme completo, coerente e riutilizzabile di moduli per i
servizi pubblici, mettendo insieme e completando il lavoro svolto da cinque
progetti pilota in corso nell’ambito del CIP (compreso PEPPOL)[24]. Nell’ambito del quadro
finanziario pluriennale, la Commissione ha proposto il lancio del “meccanismo
per collegare l’Europa” (Connecting Europe Facility - CEF)[25]. L’obiettivo del programma
sarebbe quello di sostenere gli investimenti nelle infrastrutture necessarie
per consentire la prestazione di servizi pubblici transfrontalieri (ossia le
infrastrutture di servizi elettronici essenziali di interesse pubblico). Lo
stanziamento proposto per tali infrastrutture è di circa 2 miliardi di euro e
gli appalti elettronici sarebbero uno dei servizi più importanti in esame.
Attualmente si stima che i progetti finanziati nell’ambito del CEF saranno
avviati nel 2014-2015. Inoltre, la Commissione utilizzerà i fondi
strutturali del quadro strategico comune (QSC) proposto per integrare gli
investimenti effettuati dal CEF e sostenere il ricorso agli appalti elettronici
per tutte le pubbliche amministrazioni in Europa. Azioni fondamentali: (6)
La Commissione europea contribuisce alla sostenibilità delle componenti di PEPPOL a partire dalla metà del 2012. (7)
La Commissione europea finanzia e sostiene lo sviluppo delle infrastrutture per gli appalti
elettronici in tutta l’Europa
attraverso il meccanismo per collegare l’Europa (Connecting
Europe Facility - CEF). La
Commissione europea lancia questi progetti a partire dal 2014-2015. (8)
La Commissione europea
promuove l’utilizzo dei fondi strutturali per favorire la
diffusione degli appalti elettronici in tutta l’Europa, come previsto dal quadro strategico comune per il
periodo 2014-2020. 3.4. Strategia di divulgazione Per superare l’inerzia dimostrata da alcune
parti interessate (cfr. capitolo 3), la Commissione porrà in essere un’ampia
strategia di divulgazione, destinata ad informare le amministrazioni
aggiudicatrici e i fornitori sui benefici degli appalti elettronici e su come
sfruttarli appieno. Tale strategia poggerà su una serie di strumenti, tra cui: ·
la rete Enterprise Europe Network, che
presterà consulenza mirata alle PMI europee illustrando loro le opportunità di
presentare offerte in tutta l’UE grazie agli appalti elettronici; ·
per informare gli enti regionali e locali circa i
vantaggi che possono trarre dagli appalti elettronici e dalle buone pratiche al
riguardo, la Commissione intende sfruttare le possibilità di creare reti
offerte dall’iniziativa Open Days - Settimana europea delle regioni e
delle città, dai programmi Urbact/INTERREG e da altri strumenti di diffusione
delle buone pratiche. La Commissione intende inoltre organizzare una
conferenza annuale ad alto livello sugli appalti elettronici, che riunirà una
vasta gamma di parti interessate per discutere gli ultimi sviluppi in materia
di appalti elettronici. La prima conferenza annuale avrà luogo entro la metà
del 2012. Azioni fondamentali: (9)
La Commissione europea
attua un’ampia strategia di divulgazione intesa ad informare le amministrazioni
pubbliche e le imprese circa le opportunità e i vantaggi offerti dagli appalti
elettronici. (10)
La Commissione europea
organizza una conferenza annuale sugli appalti
elettronici, a partire dalla
metà del 2012. 3.5. Sorvegliare la diffusione e i
benefici degli appalti elettronici Una delle condizioni necessarie affinché i
responsabili politici dell’UE e nazionali possano accompagnare e guidare la
diffusione degli appalti elettronici è la capacità di seguire gli sviluppi e di
misurare l’impatto dei cambiamenti. Per ottimizzare la transizione dalla
procedura tradizionale a quella elettronica, i responsabili politici a livello
UE, nazionale e locale sono accomunati dall’interesse di disporre di
informazioni attendibili e comparabili. È pertanto necessario mettere a punto
una serie di indicatori che consentano di tracciare un quadro globale sia della
diffusione degli appalti elettronici che degli incrementi di efficienza che
essa comporterà. Per soddisfare questo importante requisito, la
Commissione ha avviato uno studio volto a mettere a punto indicatori a livello
UE per gli appalti elettronici. Il progetto consentirà di seguire i progressi
della diffusione degli appalti elettronici e di gettare le basi concettuali per
un futuro regime di comunicazione di dati sull’impiego degli appalti
elettronici in tutta l’UE e sul loro impatto economico. Tale regime di
comunicazione si baserà sulla capacità delle piattaforme di appalti elettronici
di produrre indicatori omogenei una volta che la migrazione verso gli appalti
elettronici sarà completata. Tali dati possono essere raccolti ed elaborati a
vari livelli per acquisire, quasi in tempo reale, le informazioni richieste su
tutti gli appalti pubblici in tutta l’UE. Per promuovere la realizzazione di progressi
costanti verso l’obiettivo della generalizzazione degli appalti elettronici
nell’UE, la Commissione intende sorvegliare da vicino sia la diffusione degli
appalti elettronici che il loro impatto economico e pubblicherà una relazione
sugli appalti elettronici entro la metà del 2013. Tale relazione, che
individuerà sia i progressi realizzati che gli eventuali problemi ancora in
sospeso e formulerà raccomandazioni sulle tappe successive, poggerà anche sugli
indicatori messi a punto dallo studio di cui sopra. Azioni fondamentali: (11)
La Commissione europea
getta le basi dei sistemi elettronici di controllo della
spesa per appalti pubblici in
tempo reale. Termine: metà del 2013. (12)
La Commissione europea
elabora una relazione annuale sugli appalti elettronici. Termine: metà del 2013 (prima
relazione). 4. Dare l’esempio In qualità di committente importante, la
Commissione europea riconosce la propria responsabilità nell’ottenere il
miglior rapporto qualità/prezzo possibile e nell’assicurare che le proprie
procedure di appalto siano quanto più efficaci ed efficienti possibile. Ciò
comporta la valorizzazione del potenziale degli appalti elettronici. L’agenda digitale europea[26] e il piano d’azione per l’eGovernment
del 2010[27]
impegnano la Commissione europea ad attuare “un ambizioso piano d’azione per
una Commissione online (eCommission) per il periodo 2011-2015, che prevede la
generalizzazione delle procedure elettroniche per gli appalti pubblici, una
strategia di informazione del settore pubblico e una politica di trasparenza”.
La Commissione prevede di adottare il piano d’azione per la eCommission
entro la fine del secondo trimestre del 2012. La Commissione sta già conducendo progetti
pilota sia per quanto riguarda la fase che precede l’aggiudicazione del
contratto che in quella che la segue, quali ad esempio i progetti eTendering[28] ed e-PRIOR[29]. Questi progetti saranno
integrati in una soluzione globale che coprirà tutte le fasi della procedura di
appalto. Grazie al progetto e-PRIOR (attuato nell’ambito del programma
ISA[30]),
la fatturazione elettronica è in uso presso la direzione generale dell’Informatica
(DIGIT) della Commissione dal 2009, offrendo notevoli vantaggi rispetto alla
tradizionale fatturazione su supporto cartaceo, tra cui una migliore qualità
dei dati, tempi di elaborazione più rapidi, assenza di codifica dei dati o di
scansione degli allegati, cosa che riduce sensibilmente gli errori. Inoltre,
fin dall’inizio del 2012 la fatturazione elettronica (e-invoicing) e
progressivamente altre procedure relative agli appalti elettronici stanno
diventando obbligatorie per altre direzioni generali della Commissione e per le
agenzie europee che si avvalgono di contratti quadro della DG Informatica. Inoltre, la prossima fase di sviluppo si
concentrerà sulla messa a punto di un sistema per la presentazione elettronica
delle offerte, probabilmente l’aspetto di più difficile realizzazione della
fase che precede l’aggiudicazione. Uno studio di fattibilità e successivamente
l’attuazione pilota della presentazione elettronica delle offerte (e-submission)
sono previsti entro la fine del 2012. Il sistema è concepito in modo da essere
interoperabile con l’infrastruttura sviluppata nel quadro del progetto PEPPOL.
Inoltre, il software è stato e continuerà ad essere messo a disposizione
degli utenti esterni e degli sviluppatori su base open-source. Al
momento le amministrazioni aggiudicatrici di diversi paesi, quali la Grecia, la
Norvegia e il Portogallo, stanno sperimentando la soluzione “open e-PRIOR” o ne
stanno valutando l’attuazione. La Commissione europea intende completare la
transizione verso la generalizzazione degli appalti elettronici, comprese le
fasi che precedono l’aggiudicazione e quelle che la seguono, entro la fine di
giugno 2015, rispettando gli impegni previsti nell’agenda digitale europea e
nel piano d’azione eGovernment. Nel dicembre 2011 il comitato di alto livello
sull’informatica della Commissione ha deciso di avviare i lavori preparatori
necessari. La Commissione lavorerà inoltre in stretta collaborazione con le
altre istituzioni, organi e agenzie dell’Unione europea, al fine di aiutarli ad
integrare le soluzioni per gli appalti elettronici nelle loro procedure di
aggiudicazione. Azioni fondamentali: (13)
La Commissione generalizzerà l’uso degli appalti
elettronici entro la metà
del 2015 (un anno prima della data di scadenza prevista per gli Stati
membri). (14)
Per ridurre i costi di
investimento, la Commissione europea mette le sue
soluzioni per gli appalti elettronici a disposizione degli Stati membri che si stanno dotando delle infrastrutture
necessarie. 5. Dimensione internazionale degli appalti
elettronici Il vigente testo dell’accordo sugli appalti
pubblici (Government Procurement Agreement – GPA) dell’Organizzazione
mondiale del commercio (OMC) contiene disposizioni molto limitate circa gli
appalti elettronici. Esso si limita infatti a disporre che le parti si
consultino regolarmente sugli sviluppi in questo campo. Il testo del GPA
recentemente concordato segna una svolta in quanto riconosce l’importanza di
utilizzare e sostenere l’impiego di mezzi elettronici per gli appalti e include
esplicitamente gli appalti aggiudicati per via elettronica nell’ambito di
applicazione dell’accordo. Per l’uso di mezzi elettronici sono stabiliti
principi generali, mentre le norme specifiche riguardano, tra l’altro, la
pubblicazione elettronica dei bandi e degli avvisi e il ricorso alle aste
elettroniche. Al di là di queste norme giuridiche, per evitare nuovi ostacoli
ai contratti transfrontalieri sarà essenziale tenere consultazioni informali
tra le parti sull’uso dei sistemi per gli appalti elettronici. La presenza di
norme internazionali comuni di elevata qualità è il presupposto necessario per
realizzare il necessario livello di apertura e interoperabilità. Alla luce della crescente importanza della
dimensione internazionale degli appalti elettronici, è necessario garantire che
i sistemi per gli appalti elettronici siano aperti agli offerenti di tutte le
giurisdizioni, soprattutto alle parti contraenti dell’accordo GPA dell’OMC. La
Commissione europea cercherà quindi di intensificare la sua partecipazione ai
forum internazionali di normalizzazione che si occupano di appalti elettronici
e di includere l’argomento in modo più sistematico nei dialoghi bilaterali in
materia di regolamentazione con i suoi principali partner commerciali. Azioni fondamentali: (15)
La Commissione europea promuove il dialogo internazionale in materia di regolamentazione dei sistemi aperti per gli appalti
elettronici e segue attivamente i lavori internazionali di
normalizzazione in materia. 6. Conclusione Essenzialmente, le difficoltà legate alla
transizione verso la generalizzazione degli appalti elettronici non sono di
natura né tecnica né tecnologica. Si tratta in primo luogo di difficoltà
economiche e politiche, che non possono essere superate senza un forte impegno
al massimo livello politico. La Commissione invita pertanto gli Stati membri e
il Parlamento europeo a dare un chiaro segnale politico della loro
determinazione a far fronte a questa sfida, in particolare adottando il nuovo
pacchetto legislativo sugli appalti pubblici entro la fine di quest’anno, in
modo che la transizione verso la generalizzazione degli appalti elettronici
nell’UE sia completata entro la metà del 2016. [1] Uso di comunicazioni elettroniche e trattamento
elettronico delle operazioni da parte delle organizzazioni del settore pubblico
per l’acquisto di forniture e servizi o per l’aggiudicazione di appalti di
lavori pubblici. [2] COM(2010) 245 definitivo. [3] COM(2010) 743 del 15 dicembre 2010. [4] Secondo la dichiarazione ministeriale di Manchester del 24
novembre 2005, tutte le pubbliche amministrazioni europee dovranno essere in
grado, entro il 2010, di gestire elettronicamente il 100% dei loro appalti e
almeno il 50% degli appalti pubblici di importo superiore alla soglia UE: http://ec.europa.eu/information_society/activities/egovernment/docs/pdf/manchester_declaration.pdf. [5] Per ulteriori informazioni cfr. http://www.pps.go.kr/english/. [6] Proposte del 20 dicembre 2011: COM(2011) 895
definitivo; COM(2011) 896 definitivo e COM(2011) 897 definitivo. [7] L’atto per il mercato unico individua una serie di
misure intese a stimolare l’economia europea e a creare occupazione. [8] Le proposte prevedono l’uso obbligatorio degli appalti
elettronici entro due anni a decorrere dal termine previsto per il recepimento,
cosa che, secondo il calendario previsto per l’adozione, dovrebbe consentire
l’attuazione entro la metà del 2016. [9] Le procedure d’appalto prevedono due fasi principali: la
fase che precede l’aggiudicazione del contratto e la fase che la segue. La fase
che precede l’aggiudicazione comprende tutte le fasi intermedie della procedura
di appalto fino all’aggiudicazione del contratto (pubblicazione di bandi e
avvisi, accesso ai documenti di gara, presentazione delle offerte, valutazione
delle proposte e aggiudicazione del contratto). La fase che segue
l’aggiudicazione comprende tutte le fasi intermedie della procedura di appalto
successive all’aggiudicazione del contratto (ordine, fatturazione e pagamento).
[10] Cfr. relazione della Commissione europea sugli indicatori
degli appalti pubblici (2010): http://ec.europa.eu/internal_market/publicprocurement/docs/indicators2010_en.pdf. [11] Le amministrazioni aggiudicatrici e gli enti aggiudicatori
che hanno già compiuto il passaggio agli appalti elettronici segnalano
generalmente un risparmio che si colloca tra il 5 e il 20%, dovuto
essenzialmente alle riduzioni dei prezzi. [12] Cfr. Lukas Vogel, Macroeconomic effects of cost savings
in public procurement, Economic Papers 389, novembre 2009 (Commissione
europea, DG Affari economici e finanziari): http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/publication16259_en.pdf.
[13] Cfr. E-procurement - Public procurement worth two trillion
euros needs smarter spending, Deutsche Bank Research (febbraio 2011). Cfr. http://www.dbresearch.de/PROD/DBR_INTERNET_DE-PROD/PROD0000000000269867.PDF. [14] Questi esempi sono stati ottenuti dalla Commissione
europea tramite contatti diretti con varie amministrazioni pubbliche e parti
interessate. [15] Sintesi delle risposte al Libro verde sull’estensione
dell’uso degli appalti elettronici nell’UE: http://ec.europa.eu/internal_market/consultations/docs/2010/e-procurement/synthesis_en.pdf. [16] Cfr. il piano d’azione e i documenti connessi, compresa la
valutazione 2010: http://ec.europa.eu/internal_market/publicprocurement/e-procurement/documents/index_en.htm. [17] Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del
Consiglio sugli appalti pubblici (COM(2011) 896 definitivo). [18] TED (Tenders Electronic Daily) è la versione online
del supplemento della Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, dedicato agli
appalti pubblici europei. [19] Ulteriori informazioni su e-CERTIS sono disponibili sul
sito internet Europa, alla pagina: http://ec.europa.eu/internal_market/publicprocurement/e-procurement/e-certis/index_en.htm. [20] Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del
Consiglio sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori
dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, (COM(2011) 895
definitivo). [21] Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del
Consiglio sull’aggiudicazione dei contratti di concessione (COM(2011) 897
definitivo). [22] Azione prevista dall’agenda digitale europea: “indicazioni
in merito al legame tra standardizzazione delle TIC e appalti pubblici”. [23] http://www.peppol.eu/. [24] Cfr. http://ec.europa.eu/information_society/activities/ict_psp/projects/index_en.htm. [25] Il CEF è stato proposto nel 2011 come strumento comune di
finanziamento delle reti transeuropee. Cfr. la comunicazione della Commissione
dal titolo “Pacchetto per la crescita: integrazione delle infrastrutture
europee”, COM(2011) 676 e la proposta di regolamento del Parlamento europeo
e del Consiglio che istituisce il meccanismo per collegare l’Europa, COM(2011) 665. [26] COM(2010) 245 del 19 maggio 2010. [27] COM(2010) 743 del 15 dicembre 2010. [28] https://etendering.ted.europa.eu/ [29] e-PRIOR è una soluzione elaborata in seno alla Commissione
europea, resa disponibile agli utenti esterni come soluzione open-source
(“open e-PRIOR”).
Cfr. https://joinup.ec.europa.eu/software/openeprior/description. [30] http://ec.europa.eu/isa/