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Document 52011IP0014

    Accordo di stabilizzazione e di associazione tra la CE e la Serbia Risoluzione del Parlamento europeo del 19 gennaio 2011 sul processo d’integrazione europea della Serbia

    GU C 136E del 11.5.2012, p. 27–35 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    11.5.2012   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    CE 136/27


    Mercoledì 19 gennaio 2011
    Accordo di stabilizzazione e di associazione tra la CE e la Serbia

    P7_TA(2011)0014

    Risoluzione del Parlamento europeo del 19 gennaio 2011 sul processo d’integrazione europea della Serbia

    2012/C 136 E/06

    Il Parlamento europeo,

    visto l’accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri e la Repubblica di Serbia, in corso di ratifica da parte degli Stati membri e del Parlamento europeo, e l’accordo interinale sugli scambi e sulle questioni commerciali tra la Comunità europea e la Repubblica di Serbia, entrato in vigore il 1o febbraio 2010,

    vista la decisione del Consiglio del 25 ottobre 2010 di invitare la Commissione a elaborare il suo parere sulla domanda della Serbia di adesione all’Unione europea e le conclusioni del Consiglio del 14 giugno 2010,

    visti la risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza dell’ONU (del 1999), il parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia del 22 luglio 2010 sulla questione della conformità della dichiarazione unilaterale d’indipendenza del Kosovo al diritto internazionale, e la risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 9 settembre 2010 che prende atto del contenuto del parere e plaude alla disponibilità dell’UE a favorire il dialogo tra Belgrado e Pristina (1),

    vista la decisione 2008/213/CE del Consiglio, del 18 febbraio 2008, relativa ai principi, alle priorità e alle condizioni contenuti nel partenariato europeo con la Serbia e che abroga la decisione 2006/56/CE (2),

    viste la relazione 2010 della Commissione sui progressi compiuti dalla Serbia (3) e la comunicazione della Commissione del 9 novembre 2010 intitolata «Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 2010-2011» (4),

    vista la dichiarazione congiunta dell’Assemblea interparlamentare UE - Serbia del 4-5 ottobre 2010,

    visti l’accordo di riammissione UE - Serbia stipulato l’8 novembre 2007 (5) e il regolamento (CE) n. 1244/2009 del Consiglio, del 30 novembre 2009, che modifica il regolamento (CE) n. 539/2001 che adotta l’elenco dei paesi terzi i cui cittadini devono essere in possesso del visto all’atto dell’attraversamento delle frontiere esterne e l’elenco dei paesi terzi i cui cittadini sono esenti da tale obbligo (6),

    vista la sua raccomandazione al Consiglio del 25 ottobre 2007 sulle relazioni tra l’Unione europea e la Serbia (7) e la sua risoluzione del 26 novembre 2009 sul documento 2009 di strategia per l’allargamento presentato dalla Commissione concernente i paesi dei Balcani occidentali, l’Islanda e la Turchia (8),

    viste le relazioni del Procuratore capo del Tribunale penale internazionale per l’ex Iugoslavia (ICTY) presentate al Consiglio di sicurezza dell’ONU rispettivamente il 18 giugno 2010 e il 6 dicembre 2010,

    viste la dichiarazione dell’8 settembre 2010 dell’AR/VP Catherine Ashton sulle prossime iniziative presso le Nazioni Unite riguardo al parere consultivo sul Kosovo,

    visto l’articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

    A.

    considerando che le conclusioni della Presidenza successive al Consiglio europeo di Salonicco del 19 e 20 giugno 2003, prevedevano l’impegno, nei confronti di tutti gli Stati dei Balcani occidentali, relativo allo loro adesione all’Unione europea una volta soddisfatti i criteri prestabiliti e che tale impegno era stato ribadito nel rinnovato consenso sull’allargamento adottato dal Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre 2006 e nelle conclusioni del Consiglio del 25 ottobre 2010 sulla Serbia,

    B.

    considerando che il ritmo dell’integrazione nell’UE dei paesi dei Balcani occidentali è individuale e dipende dal merito di ciascuno di essi, in particolare per quanto riguarda la determinazione a soddisfare tutti i requisiti, adempiere tutti gli obblighi, realizzare le riforme e adottare le necessarie misure che l’adesione all’UE comporta,

    C.

    considerando che approcci costruttivi nei confronti della cooperazione regionale e delle relazioni di buon vicinato sono elementi essenziali del processo di stabilizzazione e associazione; considerando che esse svolgono un ruolo decisivo nel processo di trasformazione dei Balcani occidentali in una zona di stabilità a lungo termine e di sviluppo sostenibile,

    D.

    considerando che la Serbia si trova nella posizione di svolgere un ruolo importante per la garanzia della sicurezza e della stabilità nella regione,

    E.

    considerando che l’UE è essa stessa fondata su principi quali la riconciliazione, il compromesso e la coesistenza pacifica; considerando che la politica dell’UE nei Balcani occidentali persegue le stesse finalità, allo scopo di migliorare le relazioni tra i popoli della regione; considerando che, in accordo con questa strategia, l’UE condanna tutti i crimini di guerra che ebbero luogo nell’ex Jugoslavia e sostiene il lavoro dell’ICTY (il Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia) e delle locali sezioni per i crimini di guerra nel loro sforzo di assicurare la giustizia e di far rispettare l’obbligo di rendere conto,

    1.

    ribadisce che il futuro della Serbia è nell’Unione europea, e incoraggia il paese a proseguire nel suo impegno per il raggiungimento di questo traguardo; elogia la Serbia per i progressi compiuti nel processo di riforma; accoglie con favore la decisione di aprire la procedura di ratifica dell’accordo di stabilizzazione e di associazione con la Serbia adottata dal Consiglio il 14 giugno 2010 e il fatto che undici Stati membri abbiano già ratificato l’accordo; invita i restanti Stati membri a procedere rapidamente con la procedura di ratifica;

    2.

    accoglie con favore la richiesta di adesione all’Unione europea, presentata dalla Serbia il 22 dicembre 2009, e la decisione presa dal Consiglio il 25 ottobre 2010 di chiedere alla Commissione di esaminare la domanda della Serbia; ritiene che la decisione del Consiglio dia un segnale positivo alla Serbia e la incoraggi ad accelerare le riforme necessarie per conformarsi ai criteri di Copenaghen; sottolinea che la decisione del Consiglio rappresenta un importante contributo alla stabilità dei Balcani occidentali; chiede alla Commissione di elaborare il proprio parere in materia, secondo la procedura stabilita all’articolo 49 del trattato sull’Unione europea;

    3.

    si compiace della decisione del Consiglio relativa alla liberalizzazione del regime dei visti, che consente ai cittadini serbi di viaggiare senza visto nello spazio Schengen a partire dal 19 dicembre 2009; accoglie con favore la decisione del governo serbo di consentire ai cittadini europei di recarsi in Serbia con le carte d’identità e chiede ulteriori iniziative per agevolare i contatti tra i cittadini e la mobilità delle persone nella regione dei Balcani occidentali; invita le autorità serbe ad adottare misure adeguate e a compiere ogni sforzo per limitare le possibilità di abusare del regime di esenzione dal visto, in particolare a garantire che i cittadini serbi siano correttamente informati dei loro diritti e obblighi derivanti dal regime di esenzione del visto;

    4.

    prende atto con soddisfazione che l’assistenza di preadesione (IPA) funziona bene in Serbia; incoraggia sia il governo che l’UE a semplificare le procedure amministrative per i finanziamenti IPA, con l’obiettivo di renderli più accessibili ai beneficiari minori e non centralizzati; sottolinea la necessità di mantenere un livello adeguato di sostegno di preadesione nella prossima revisione del quadro finanziario dell’UE;

    5.

    accoglie con favore la risoluzione congiunta UE-Serbia sul parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia concernente la conformità della dichiarazione unilaterale d’indipendenza del Kosovo al diritto internazionale, approvata per acclamazione dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 9 settembre 2010; si compiace della volontà del governo serbo di impegnarsi in un rinnovato dialogo con il Kosovo nel quadro dell’Unione e chiede che i colloqui vengano avviati senza indugio; invita la Serbia ad avviare un dialogo con il Kosovo astenendosi da ulteriori riferimenti a nuovi negoziati sullo status di quest’ultimo; esprime fiducia nel fatto che si possa adottare un approccio graduale, a vantaggio di tutti i cittadini del Kosovo; sottolinea che, per ottenere buoni risultati, è necessario che entrambe le parti partecipino al dialogo con impegno e disponibilità al compromesso, in vista del futuro comune europeo e del comune interesse a instaurare in modo duraturo pace, sicurezza e stabilità nella regione e a migliorare il benessere della popolazione; sottolinea che la capacità di agevolare questo processo costituisce un test per la credibilità dell’UE e per la sua capacità di visione politica in tutta la regione; ricorda che i rapporti di buon vicinato costituiscono, per tutti i paesi dei Balcani occidentali, una delle condizioni più importanti per effettuare progressi verso l’adesione all’UE;

    6.

    accoglie con favore il miglioramento della cooperazione con l’EULEX, ma sottolinea la necessità di ulteriori sforzi a tal fine, in particolare per migliorare lo scambio di informazioni; invita le autorità serbe a facilitare la cooperazione di EULEX con i serbi del Kosovo nei suoi sforzi per applicare lo stato di diritto nel nord del paese;

    7.

    sollecita il governo serbo a smantellare le strutture parallele serbe in Kosovo, che minano il processo di decentramento e impediscono la piena integrazione della comunità serba nelle istituzioni kosovare; chiede a tale riguardo alle autorità serbe di svolgere un ruolo costruttivo per quanto concerne la creazione e il funzionamento delle istituzioni municipali nei comuni serbi multietnici sia a nord che a sud del fiume Ibar;

    8.

    invita le autorità serbe ad assumere un atteggiamento costruttivo nei confronti delle imminenti elezioni politiche in Kosovo; ricorda che istituzioni stabili e multietniche in Kosovo sono nell’interesse sia della Serbia che degli altri paesi limitrofi e, a questo proposito, considera la partecipazione dei serbi del Kosovo al processo elettorale un elemento indispensabile al fine di evitare l’emarginazione della comunità serba del Kosovo;

    9.

    prende atto degli sforzi di Serbia e Kosovo per ritrovare i dispersi del conflitto 1998-1999 tramite il gruppo di lavoro sulle persone disperse in relazione agli eventi del Kosovo; sottolinea l’importanza di risolvere tale questione per superare il conflitto 1998-1999; prende atto, inoltre, dei circa 1 862 casi di persone ancora irreperibili e invita la Serbia e il Kosovo ad ampliare, per la ricerca di queste persone, tutte le possibili forme di cooperazione fra loro e con il Comitato internazionale della Croce rossa (CICR), l’EULEX e gli altri organismi;

    10.

    sottolinea che lo sviluppo della cooperazione regionale rimane una priorità essenziale per l’UE ed è visto come un catalizzatore per la riconciliazione, il buon vicinato e i contatti tra i cittadini nei Balcani occidentali; invita pertanto la Serbia a seguire un approccio costruttivo per una cooperazione regionale più inclusiva, permettendo di individuare una soluzione pratica e sostenibile per la rappresentanza del Kosovo nelle sedi regionali; valuta perciò positivamente la riunione ad alto livello UE-Balcani occidentali tenutasi a Sarajevo il 2 giugno 2010;

    11.

    ricorda che una piena cooperazione con il Tribunale penale internazionale per l’ex Iugoslavia (ICTY) costituisce una condizione fondamentale perché la Serbia effettui progressi nel cammino verso l’adesione all’UE; rileva che la Serbia continua a reagire adeguatamente alle richieste di aiuto dell’ICTY e invita il governo serbo a continuare a operare strettamente con il Tribunale, trasmettendo rapidamente tutti i documenti richiesti e ultimando tempestivamente le cause deferite dall’ICTY; fa tuttavia notare che, secondo l’ultima valutazione del Procuratore capo dell’ICTY, l’impegno della Serbia a favore della cattura degli ultimi due latitanti rimane problematico; sottolinea che la loro cattura e la loro estradizione all’Aia può essere considerata la prova più convincente di una piena collaborazione e chiede sforzi più sistematici per arrestarli, affinché possa essere finalmente realizzato il mandato del Tribunale; in particolare sollecita una rivalutazione dell’approccio attuale, in linea con le raccomandazioni dell’ICTY; pone l’accento sul fatto che la Serbia potrà ottenere lo status di candidata e/o avviare negoziati di adesione con l’UE solo se l’Ufficio del Procuratore dell’ICTY riterrà che il paese abbia offerto piena collaborazione;

    12.

    si compiace della risoluzione su Srebrenica, adottata dal Parlamento serbo, come un passo significativo nel processo di sensibilizzazione sulle atrocità verificatesi nel recente passato e di riconciliazione regionale; plaude alla decisione del presidente Tadić di partecipare alla commemorazione del 15o anniversario del genocidio di Srebrenica come un ulteriore passo in questa direzione, così come la sua visita a Vukovar, dove ha espresso il proprio rispetto e le proprie scuse alle vittime del massacro di Ovčara nel 1991, dando nuovo impulso allo sviluppo delle relazioni di buon vicinato tra Serbia e Croazia; accoglie con favore l’impegno e la professionalità dell’ufficio del procuratore speciale per i crimini di guerra, tra cui la sua rapida reazione in relazione alle indagini sul Lago Perucac;

    13.

    prende atto della riforma della magistratura e chiede ulteriori ed energici sforzi al fine di garantire l’indipendenza e l’imparzialità dei giudici e di migliorare l’efficienza del lavoro dei tribunali; accoglie con favore la decisione politica di avviare la procedura di rinnovo della nomina dei giudici, ma sottolinea la necessità che questa sia effettuata in modo trasparente, garantendo il diritto dei giudici non riconfermati di ricorrere effettivamente contro tali decisioni, e mette in guardia contro la politicizzazione di questo processo; richiama l’attenzione sui ritardi nell’adozione delle pertinenti misure legislative e chiede al governo di trasmettere rapidamente al Parlamento i progetti di legge non ancora adottati; chiede una trasparenza completa nell’amministrazione della giustizia; chiede, inoltre, che vengano destinate ai tribunali, compresa la Corte Costituzionale, ulteriori risorse finanziarie ed amministrative al fine di migliorarne il funzionamento ed eliminare il cumulo dei casi arretrati; a tal proposito, ritiene che la restituzione dei beni ai proprietari precedenti debba costituire una delle priorità principali; sottolinea che la presunzione di innocenza è uno degli strumenti giuridici fondamentali a garanzia dello stato di diritto; invita le autorità e in particolare l’esecutivo a rispettare rigorosamente questo principio;

    14.

    ricorda che gli sforzi per rispettare lo Stato di diritto dovrebbero costituire la priorità assoluta delle autorità; si compiace dei progressi effettuati nella lotta alla corruzione, evidenziati tra gli altri da recenti procedimenti giudiziari di alto profilo e dell’istituzione di un adeguato quadro giuridico, nonché dall’avvio delle attività dell’agenzia anticorruzione, nel gennaio 2010, ma sottolinea che la corruzione è ancora prevalente nel paese e chiede maggiori sforzi per sradicarla; rileva in particolare il ruolo svolto dal traffico illegale e le conseguenze negative di queste e di altre forme di attività illecite ai fini del sostegno alle reti criminali; richiama l’attenzione sulla pratica del doppio mandato, che presenta un grave rischio di conflitto di interesse e che dovrebbe essere affrontata in via prioritaria; a tale riguardo, è preoccupato per il fatto che le recenti modifiche alla legge sull’Agenzia anticorruzione stiano andando nella direzione opposta e prende atto che l’Agenzia ha adito la Corte costituzionale in merito alla costituzionalità di tale disposizione; invita le autorità a fornire tutto il necessario sostegno politico e amministrativo alle attività dell’Agenzia anticorruzione e sottolinea la necessità di indagare rapidamente i casi di corruzione segnalati dall’Agenzia; chiede l’adozione di modifiche alla legge sul finanziamento dei partiti politici, al fine di garantire la piena trasparenza e un efficace sistema di controllo del finanziamento ai partiti; incoraggia le autorità ad adottare norme legislative che assicurino una protezione efficace degli informatori; sottolinea l’importanza della restituzione delle proprietà come passo importante nell’amministrazione della giustizia; sottolinea l’importanza di seguire rigorosamente le procedure stabilite, al fine di rafforzare la fiducia della società nell’imparzialità dell’amministrazione della giustizia;

    15.

    si compiace dei progressi realizzati nella riforma della pubblica amministrazione; sottolinea la necessità di un maggiore impegno nella creazione di un pubblico impiego indipendente, a tal fine chiede l’introduzione di un sistema di carriera basato sul merito, comprese una procedura di assunzione professionale e trasparente e un’efficace gestione delle risorse umane, e richiama l’attenzione, in questo contesto, sulla deleteria prassi di assumere personale secondo modalità che violano la legge sul pubblico impiego, spesso sulla base di contatti politici; richiama l’attenzione sulla sottorappresentazione delle minoranze nazionali nella pubblica amministrazione e nei tribunali, così come nelle aziende statali; richiama l’attenzione sulla continua necessità di potenziamento delle capacità dell’amministrazione, sia a livello nazionale che locale, invitando a rafforzare ulteriormente le capacità e il coordinamento della pubblica amministrazione nel quadro dell’integrazione nell’UE e invita la Commissione a continuare ad assistere le autorità in tal senso, in coordinamento con altri donatori;

    16.

    accoglie con soddisfazione i progressi realizzati nell’ambito della riforma dei servizi di polizia e del rafforzamento della cooperazione in materia con i paesi limitrofi e con gli Stati membri dell’UE; si compiace, in particolare, dell’accordo sulla cooperazione di polizia con Croazia, Montenegro e Bosnia-Erzegovina; plaude alla firma di una tabella di marcia per la cooperazione con Europol in vista della conclusione di un accordo operativo proprio con l’Ufficio europeo di polizia; sottolinea, tuttavia, che sono necessari maggiori sforzi per far fronte alle sfide imposte dalla tabella di marcia, in particolare nei settori connessi con la protezione dei dati personali e di quelli classificati, ovvero elementi fondamentali anche per la conclusione di un accordo di cooperazione con Eurojust;

    17.

    richiama l’attenzione sui casi di comportamento scorretto da parte della polizia, ad esempio gli abusi di autorità e le violenze nei confronti dei cittadini ad opera di esponenti delle forze dell’ordine, e chiede di portare avanti con decisione l’impegno a punire i responsabili; a tal fine si compiace della cooperazione tra polizia e autorità di controllo indipendenti nonché dell’applicazione delle conoscenze di queste ultime; ritiene che la neutralità della polizia e in generale delle forze dell’ordine nelle relazioni con gli appartenenti alle varie minoranze sia una questione della massima priorità e chiede alle autorità di migliorare la formazione volta a sensibilizzare in tal senso; plaude agli sforzi finalizzati a incrementare la presenza femminile nelle forze di polizia;

    18.

    accoglie positivamente gli sforzi finora profusi per eliminare l’eredità lasciata dalle attività svolte in passato dai servizi di sicurezza; sottolinea, in tale contesto, la necessità di un’ulteriore riforma del settore, in particolare per quanto concerne il lustrismo e il miglioramento del controllo parlamentare nonché della sorveglianza sui servizi di sicurezza; ricorda alle autorità che la pubblicità degli archivi dei servizi segreti è un elemento indispensabile ai fini della riconciliazione regionale, soprattutto in relazione alle atrocità verificatesi durante e dopo la Seconda guerra mondiale; attira l’attenzione sull’insufficiente tutela del diritto alla riservatezza e chiede ulteriori riforme in materia;

    19.

    si compiace dell’esistenza di un miglior coordinamento tra polizia e magistratura e del fatto che tale circostanza stia dando ottimi risultati nella lotta alla criminalità organizzata e al traffico di stupefacenti, ovvero sfide comuni per l’UE e la Serbia; prende atto della firma di memoranda di cooperazione con i paesi dell’America Latina allo scopo di contrastare più efficacemente il traffico intercontinentale di stupefacenti; chiede ulteriori sforzi per migliorare le capacità interne della polizia e della magistratura, e sottolinea che il traffico di droga da e attraverso la Serbia è tuttora motivo di preoccupazione per l’UE;

    20.

    ricorda l’importanza di un buon funzionamento del parlamento quale istituzione fondamentale nel sistema democratico, e si compiace delle innovazioni procedurali introdotte con l’adozione della nuova legge sul parlamento nazionale; chiede l’abolizione immediata della pratica incostituzionale dei «mandati in bianco», che consente ai partiti politici di controllare le attività dei deputati; invita inoltre a porre un freno all’assegnazione arbitraria dei seggi in parlamento; esorta i partiti politici a introdurre quanto prima, e comunque entro la scadenza dell’attuale mandato parlamentare, apposite disposizioni in linea con i principi democratici europei; accoglie con favore l’adozione del nuovo regolamento del parlamento, chiede un rafforzamento del controllo sulle attività del governo e plaude all’introduzione formale delle audizioni pubbliche nel citato regolamento proprio a tale scopo; si compiace del fatto che per la prima volta siano state incluse nel regolamento disposizioni relative al controllo degli organismi indipendenti; esprime tuttavia preoccupazione per la possibile interferenza del parlamento nell’attività di tali organismi; chiede l’elaborazione di nuove disposizioni in linea con le raccomandazioni della Commissione di Venezia che ha istituito un quadro giuridico atto a garantire l’indipendenza degli organismi in questione nello svolgimento delle loro attività;

    21.

    plaude al lavoro svolto dal Mediatore nell’ambito della tutela dei diritti dei cittadini in relazione al corretto funzionamento delle istituzioni statali, anche per quanto concerne le iniziative a sostegno dei diritti dei minori e delle minoranze, a livello sia statale che provinciale; invita le autorità statali ad agevolare iniziative come quelle in questione garantendo altresì un adeguato seguito alle raccomandazioni del Mediatore; si compiace dell’istituzione di tre uffici locali del Mediatore nei comuni di Preševo, Bujanovac e Medvedja;

    22.

    ricorda l’estrema importanza per la democrazia di media forti e indipendenti, e chiede l’adozione di misure atte a garantire la loro indipendenza da pressioni politiche e altri tipi di influenza; si compiace degli sforzi del governo serbo per istituire un quadro giuridico che garantisca la libertà di parola, ma è preoccupato per i tentativi di controllare il settore dei media e interferire nello stesso; esprime preoccupazione per le polemiche che circondano la privatizzazione del quotidiano «Večernje novosti» e invita il governo a garantire la parità di trattamento per tutti gli investitori esteri e nazionali; condanna gli attacchi e le minacce nei confronti di giornalisti serbi e invita le autorità a effettuare indagini esaustive in materia nonché ad assicurare i responsabili alla giustizia; richiama l’attenzione sulla concentrazione della proprietà e sulla mancanza di trasparenza nel settore dei media; ricorda i casi di pubblicazione di dati personali e sottolinea la necessità di un’autoregolamentazione da parte dei giornalisti nonché quella di rispettare il codice etico; osserva che il livello di accesso a Internet è tuttora modesto, riconosce l’importanza di Internet per la libertà dei media e sollecita le autorità a intraprendere iniziative concrete in proposito;

    23.

    sottolinea l’importanza del processo di decentramento ai fini di un miglior funzionamento dello Stato, che risulta così più vicino ai cittadini e nel contempo rispettoso del loro diritto all’autonomia provinciale e all’amministrazione locale; in tale contesto accoglie con favore la promulgazione della legge sui consigli nazionali per le minoranze che disciplina le competenze e l’elezione dei citati consigli nel rispetto dei principi internazionali; riconosce i progressi realizzati nell’ambito dell’attuazione della Costituzione del novembre 2006 mediante l’adozione dello Statuto e della legge sulle competenze della Vojvodina; chiede che il processo di devoluzione prosegua con l’adozione della legge sulle entrate pubbliche e della legge sulla proprietà pubblica della Vojvodina e delle amministrazioni comunali locali, ovvero strumenti che consentiranno alla Vojvodina di iniziare a esercitare le competenze previste dal nuovo Statuto; chiede inoltre ulteriori sforzi politici per rispondere alle aspirazioni di autonomia amministrativa della minoranza albanese nella valle di Preševo attraverso la rapida concessione di finanziamenti adeguati, da distribuire di concerto con l’organo di coordinamento dei comuni di Preševo, Bujanovac e Medvedja; sottolinea, nel contempo, la fondamentale responsabilità dei rappresentanti della minoranza albanese e li esorta a scoraggiare una stridente retorica nazionalistica e secessionista, che è in netto contrasto con i valori europei fondamentali; sottolinea altresì l’importanza dell’integrazione dei serbi nelle amministrazioni locali in questione;

    24.

    si compiace degli sforzi profusi dalla Serbia nell’ambito della protezione delle minoranze; sottolinea tuttavia che, per quanto concerne l’accesso all’informazione e all’istruzione nelle lingue minoritarie, tuttora esiste un margine di miglioramento, soprattutto nel caso delle minoranze costituite da bosniaci, bulgari, bunjevci e rumeni;

    25.

    accoglie con favore la costituzione di gran parte dei consigli nazionali per le minoranze, che consentono a queste ultime di adottare decisioni in materia di istruzione, cultura, uso delle lingue minoritarie e informazione dei cittadini; rileva l’importanza di una piena attuazione delle competenze di tali organi di governo autonomo delle minoranze e la necessità che la legge sui consigli nazionali per le minoranze garantisca finanziamenti di bilancio adeguati; prende atto delle proteste per le irregolarità nel processo di preparazione e dei requisiti di legge per l’istituzione dei consigli nonché delle proteste per la violazione delle competenze garantite ai consigli nazionali da parte di taluni ministeri e amministrazioni comunali locali, e invita le autorità a fornire una risposta al riguardo; esprime preoccupazione in merito alla costituzione del consiglio nazionale bosniaco e chiede una rapida conclusione del processo nel rispetto delle norme e con una legittima rappresentanza di bosniaci nel consiglio stesso; è preoccupato per le crescenti tensioni nel Sangiaccato, evidenziate tra l’altro da recenti episodi di violenza, e insiste affinché i dissidi politici siano risolti attraverso il dialogo nel quadro di istituzioni democratiche;

    26.

    si compiace dei progressi realizzati nell’ambito della promozione della parità di genere, e in particolare dell’adozione della legge sulla parità di genere e del piano d’azione nazionale volto a migliorare la posizione delle donne e a promuovere la parità di genere; ricorda, tuttavia, che l’attuazione delle citate misure è tuttora in sospeso e che le donne continuano a essere discriminate, soprattutto sul mercato del lavoro; chiede pertanto alle autorità serbe di dare attuazione senza indugio al nuovo quadro giuridico sulla parità di genere e di affrontare la discriminazione basata sul genere in senso più ampio, occupandosi di problemi quali ad esempio il crescente livello di violenza domestica in Serbia;

    27.

    invita ad adottare ulteriori misure per attuare pienamente la legge anti-discriminazione e si compiace dei progressi compiuti in tal senso, in particolare dell’istituzione del Commissario per la tutela della parità in quanto passo importante verso la garanzia della parità di trattamento a tutti i cittadini della Serbia;

    28.

    ricorda che la libertà di espressione e la libertà di riunione sono valori europei fondamentali e si compiace del fatto che il 10 ottobre 2010 si sia svolta a Belgrado la parata del Gay Pride; considera l’evento un passo di fondamentale importanza verso la creazione di una società aperta, tollerante e diversificata nonché un impegno da parte del governo a sostenere i principi di tolleranza dell’UE e a proteggere le minoranze vulnerabili della società; si dichiara soddisfatto delle misure di sicurezza, ritenute adeguate, adottate a tutela dei partecipanti;

    29.

    deplora tuttavia i violenti scontri che hanno accompagnato la manifestazione provocando un elevato numero di feriti, soprattutto tra le forze dell’ordine; richiama l’attenzione sul fatto che gli estremisti coinvolti erano indirettamente sostenuti da alcuni partiti politici e da importanti personalità religiose; invita le autorità serbe a garantire lo Stato di diritto perseguendo i responsabili delle violenze che hanno guastato la manifestazione e mettendo al bando, una volta per tutte, le organizzazioni estremiste cui fanno capo; rileva che in passato, in particolare il 17 febbraio 2008, le citate organizzazioni si sono rese responsabili di gravi episodi di violenza; a tale proposito prende atto dell’esistenza di diverse cause legate a tali incidenti attualmente pendenti di fronte alla Corte costituzionale; chiede l’adozione di apposite misure per contrastare efficacemente ogni tipo di estremismo e di radicalismo nella società;

    30.

    sottolinea il fatto che molti rom vivono tuttora in condizioni di estrema povertà, con conseguenze particolarmente negative in termini di opportunità per i giovani appartenenti all’etnia; rileva inoltre che i rom sono vittima di discriminazione sul mercato del lavoro, tanto che solo il 5 % di essi ha un’occupazione a tempo indeterminato; invita le autorità ad adottare misure urgenti per migliorare tale situazione fornendo ai rom documenti d’identità nonché agevolando l’accesso, da parte degli appartenenti al citato gruppo etnico, ad alloggi adeguati, al mercato del lavoro, all’istruzione e all’assistenza sanitaria; richiama l’attenzione sulle persistenti discriminazioni e sui recenti casi di violenza contro la popolazione rom nonché sugli episodi di trasferimento forzato di membri della citata etnia ad opera delle autorità serbe;

    31.

    sottolinea che la Serbia è il paese con il più alto numero di rifugiati e sfollati interni in Europa; evidenzia la loro situazione critica per quanto concerne gli alloggi e la povertà, e invita le autorità serbe a rivedere la strategia nazionale per i rifugiati; si compiace delle iniziative serbe volte a rivitalizzare il processo regionale in vista di una soluzione duratura dei problemi dei rifugiati e invita i paesi firmatari della dichiarazione di Sarajevo a compiere progressi più significativi in tal senso; rileva, a tale proposito, il comune impegno dei presidenti di Serbia e Croazia a indagare sulla sorte delle persone scomparse e a risolvere le questioni dei rifugiati e dei rientri; invita la Commissione a utilizzare la sua influenza politica sui paesi della regione candidati e potenziali candidati all’adesione all’UE per garantire la rimozione degli ostacoli che impediscono il ritorno dei rifugiati; ricorda inoltre che si prevede il rientro di 150 000 persone a seguito degli accordi di riammissione con i paesi dell’UE, e che ai fini di un positivo reinserimento delle stesse saranno necessari accurati preparativi, in particolare a livello di autorità locali; sottolinea l’importanza del ruolo svolto dalle organizzazioni della società civile nell’ambito di tale processo;

    32.

    si compiace delle riforme in ambito militare, e in particolare della professionalizzazione dell’esercito serbo entrata in vigore il 1o gennaio 2011, in quanto passo importante verso la modernizzazione dell’esercito stesso e l’ulteriore rafforzamento del controllo civile sulle forze armate;

    33.

    sottolinea l’importanza del ruolo svolto dalla società civile nella definizione delle priorità politiche; pone l’accento sull’importanza del dialogo con le organizzazioni della società civile e sul ruolo fondamentale svolto dagli attori della società civile stessa nel contribuire al rafforzamento della cooperazione regionale sulle questioni sociali e politiche; si compiace del fatto che la nuova legge sulle associazioni adottata nel 2009 abbia chiarito lo status giuridico delle ONG e che si siano registrati miglioramenti a livello di cooperazione fra amministrazione serba e società civile; riconosce gli sforzi del governo in termini di consultazione della società civile; invita le autorità a intraprendere ulteriori iniziative atte a formalizzare e incrementare la partecipazione degli attori della società civile nel processo decisionale e nel controllo sul lavoro delle autorità; sottolinea la necessità di sostenere e proteggere i difensori dei diritti civili, in particolare gli attivisti LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender), le persone impegnate sul fronte dei crimini di guerra e quelle che si adoperano per migliorare le relazioni fra Serbia e Kosovo;

    34.

    esprime, a tale proposito, il proprio sostegno nei confronti dell’iniziativa RECOM (commissione regionale per l’accertamento e la divulgazione della verità sui crimini di guerra e altre gravi violazioni dei diritti umani nell’ex Iugoslavia) in vista di ulteriori progressi nel processo di sensibilizzazione e di riconciliazione in tutta la regione dei Balcani occidentali, e chiede che le autorità serbe e quelle degli altri paesi interessati offrano il proprio appoggio alla citata iniziativa;

    35.

    sottolinea l’estrema importanza del sistema scolastico per i giovani e le prospettive economiche future del paese; fa notare che un’istruzione moderna e di alto livello che formi generazioni di lavoratori altamente qualificati è uno dei principali prerequisiti per lo sviluppo sociale ed economico; si rammarica per l’elevato tasso di disoccupazione nel paese, in particolare tra i giovani, e per la bassa percentuale di laureati; invita le autorità ad attuare integralmente le disposizioni del processo di Bologna e ad adoperarsi affinché il sistema d’istruzione serbo sia in linea con gli standard europei; si compiace dei progressi compiuti nel campo della scienza e della ricerca, ma sottolinea che occorrono ulteriori sforzi se la Serbia intende aderire allo Spazio europeo della ricerca; invita inoltre le autorità ad aumentare gli investimenti nelle capacità di ricerca nazionali al fine di evitare che gli standard e le capacità di ricerca della Serbia accusino un ritardo rispetto a quelli europei;

    36.

    prende atto del contratto collettivo generale ampliato che il governo serbo ha firmato con i sindacati e le organizzazioni dei datori di lavoro nel novembre 2008; esorta il governo serbo a porre fine all’attuale sospensione del contratto; sottolinea che i diritti sindacali sono tuttora limitati nonostante le garanzie costituzionali, e invita la Serbia a rafforzare ulteriormente i diritti delle associazioni sindacali; è preoccupato per la persistente debolezza del dialogo sociale e per il carattere irregolare della consultazione delle parti sociali; riconosce che il Consiglio economico e sociale si è riunito più di frequente e che tutti gli organismi specializzati sono operativi, ma è preoccupato per le capacità, tuttora limitate, del Consiglio stesso; chiede l’adozione di ulteriori misure volte a rafforzare il Consiglio economico e sociale al fine di garantire a quest’ultimo la possibilità di partecipare attivamente al potenziamento del dialogo sociale e svolgere un ruolo consultivo più attivo nell’ambito del processo di legiferazione;

    37.

    ricorda la difficile situazione del sistema penitenziario e chiede che siano adottate apposite misure per porre rimedio al sovraffollamento delle carceri, migliorare le deplorevoli condizioni di detenzione e offrire ai detenuti opportuni programmi di riabilitazione e formazione;

    38.

    sottolinea le conseguenze negative della crisi finanziaria per il paese; prende atto della recente revisione dell’accordo di stand-by con il Fondo monetario internazionale (FMI), accompagnata dalla valutazione positiva delle politiche macroeconomiche del paese, e accoglie con favore la costituzione di un quadro per gli investimenti nei Balcani occidentali, finalizzato al proseguimento dell’integrazione e della ripresa economica nella regione, in grado di erogare prestiti per progetti relativi a infrastrutture prioritarie; invita ad ampliare il quadro al fine di includere il sostegno alle piccole e medie imprese, ed esorta la Serbia a sfruttare le nuove risorse finanziarie in questione, oltre che le opportunità offerte dall’assistenza IPA (strumento di preadesione), anche per proteggere più efficacemente i gruppi vulnerabili della società dalle conseguenze della crisi;

    39.

    rammenta che l’esistenza di monopoli costituisce un grave ostacolo per lo sviluppo di un’economia di mercato pienamente funzionante; invita pertanto il governo ad adottare misure concrete per garantire l’attuazione di un’efficace politica di concorrenza mediante l’abolizione dei monopoli stessi; ritiene che gli ostacoli che si frappongono all’ingresso delle piccole e medie imprese nell’economia siano tuttora eccessivi; accoglie con favore l’istituzione di autorità di regolamentazione del mercato in vari campi e auspica che le autorità garantiscano l’indipendenza di tali organismi in modo da evitare che gli stessi si trasformino in «facili prede»;

    40.

    rileva inoltre che le statistiche nazionali ed economiche del paese necessitano di ulteriori miglioramenti e chiede alle autorità di aggiornarle;

    41.

    invita le autorità e i movimenti politici serbi a impegnarsi con maggiore decisione a favore delle politiche di occupazione e di coesione sociale nonché a creare un ambiente favorevole allo sviluppo della democrazia, dello Stato di diritto, dell’economia di mercato e del rispetto dei diritti dell’uomo;

    42.

    chiede ulteriori sforzi per sviluppare una rete di trasporto pubblico sostenibile all’interno della Serbia e in tutta la regione dei Balcani occidentali, oltre che per migliorare le infrastrutture stradali anche attraverso il rapido completamento del Corridoio X nonché mediante la promozione del trasporto ferroviario e di quello fluviale, anch’essi ugualmente fondamentali; sottolinea l’importanza di un sistema di trasporto integrato, ai fini sia dello sviluppo economico delle regioni serbe che dell’aumento degli scambi a livello regionale; esprime particolare interesse per lo sviluppo della strategia del Danubio, al fine di migliorare i sistemi di collegamento e di comunicazione (con particolare riferimento ai trasporti, alle problematiche energetiche e alla società dell’informazione), di preservare l’ambiente, prevenire i rischi naturali e rafforzare lo sviluppo socioeconomico;

    43.

    deplora, a tale proposito, le pessime condizioni del trasporto pubblico, con particolare riferimento alle ferrovie; invita il governo serbo a sfruttare appieno i fondi IPA per sviluppare, potenziare e modernizzare la rete ferroviaria nonché per migliorare le interconnessioni con i paesi limitrofi in relazione al trasporto sia di passeggeri che di merci;

    44.

    elogia i progressi compiuti dalla Serbia in campo ambientale; tuttavia, considerando che i principali elementi dell’acquis in materia di energie rinnovabili non sono ancora stati recepiti e che tuttora manca un quadro normativo in materia di efficienza energetica, esorta a intensificare gli sforzi nei citati settori delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica;

    45.

    accoglie con favore l’adozione, da parte dell’Agenzia per le sostanze chimiche, di un codice che, oltre a imporre limiti o divieti alla produzione di prodotti chimici che presentano rischi per la salute umana e l’ambiente, rende il settore chimico maggiormente conforme alla regolamentazione dell’UE; si rammarica tuttavia per il fatto che l’attuazione di talune disposizioni che impongono tecnologie avanzate e l’effettuazione dei relativi investimenti sia stata ritardata a causa delle perdite finanziarie e dell’interruzione dell’attività industriale in Serbia paventate dagli esponenti del settore; chiede la rapida e piena attuazione del pacchetto normativo in materia di ambiente del 2009;

    46.

    accoglie favorevolmente non solo gli accordi con il Montenegro e la Croazia volti a consentire l’estradizione dei cittadini dei due paesi indagati per reati legati alla criminalità organizzata ma anche i colloqui previsti per la demarcazione dei confini tra Serbia e Croazia; incoraggia il governo serbo a concludere analoghi accordi con altri paesi limitrofi e si compiace per le misure adottate a tal fine da Serbia e Montenegro; incoraggia la Serbia a continuare a condividere con i paesi limitrofi informazioni e prove sulle reti criminali transfrontaliere, in particolare quelle coinvolte nel traffico di droga, al fine di contrastare efficacemente la criminalità transnazionale organizzata nella regione dei Balcani;

    47.

    sottolinea il ruolo fondamentale svolto dalla Serbia per la stabilità di tutta la regione dei Balcani occidentali e, in particolare, per la stabilità e la coesione di Bosnia ed Erzegovina; a tale proposito invita le autorità serbe a sostenere attivamente tutte le modifiche della Costituzione necessarie affinché le istituzionali statali della Bosnia-Erzegovina siano in grado di portare avanti riforme ambiziose nell’ambito del processo di integrazione europeo; chiede a Belgrado, in particolare, di sostenere il consolidamento, la razionalizzazione e il rafforzamento delle istituzioni bosniache;

    48.

    invita le autorità serbe a portare avanti il ravvicinamento alla legislazione e alle norme ambientali dell’UE nonché ad attuare e a far rispettare le regolamentazioni adottate;

    49.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché al governo e al parlamento della Serbia.


    (1)  A/RES/64/298.

    (2)  GU L 80 del 19.3.2008, pag. 46.

    (3)  SEC(2010)1330.

    (4)  COM(2010)0660.

    (5)  GU L 334 del 19.12.2007, pag. 46.

    (6)  GU L 336 del 18.12.2009, pag. 1.

    (7)  GU C 263 E del 16.10.2008, pag. 626.

    (8)  GU C 285 E del 21.10.2010, pag. 47.


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