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Document 52011DC0886

COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO DIRITTI UMANI E DEMOCRAZIA AL CENTRO DELL’AZIONE ESTERNA DELL'UNIONE EUROPEA - VERSO UN APPROCCIO PIÙ EFFICACE

/* COM/2011/0886 definitivo */

52011DC0886

COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO DIRITTI UMANI E DEMOCRAZIA AL CENTRO DELL’AZIONE ESTERNA DELL'UNIONE EUROPEA - VERSO UN APPROCCIO PIÙ EFFICACE /* COM/2011/0886 definitivo */


INDICE

Il contesto: l’UE come forza mondiale per i diritti umani.................................................................. 5

Le sfide. 6

La risposta dell’UE....................................................................................................................... 6

A........... Riorganizzazione dell’attuazione: interventi efficaci e su misura.............................. 8

Massimizzare l’impatto sul territorio con strategie specifiche........................................................... 8

Ottenere risultati per le questioni trasversali mediante un approccio basato su campagne................. 8

Un nuovo approccio nei confronti degli Stati vicini e oltre............................................................... 9

Lavorare in partenariato con la società civile.................................................................................. 9

B........... Un approccio comune alle politiche........................................................................... 10

Democrazia ed elezioni................................................................................................................ 10

Cooperazione allo sviluppo......................................................................................................... 11

Clausole relative ai diritti umani.................................................................................................... 12

Politica commerciale................................................................................................................... 12

Tecnologie dell’informazione e della comunicazione...................................................................... 13

Imprese e diritti umani................................................................................................................. 13

Prevenzione dei conflitti............................................................................................................... 13

Gestione delle crisi...................................................................................................................... 14

Lotta contro il terrorismo............................................................................................................. 14

Libertà, sicurezza e giustizia......................................................................................................... 14

Coerenza politica a 360 gradi...................................................................................................... 15

C........... Creazione di forti partenariati................................................................................... 16

Cooperazione multilaterale.......................................................................................................... 16

Giustizia internazionale................................................................................................................. 16

Organizzazioni regionali............................................................................................................... 17

Risultati attraverso il dialogo........................................................................................................ 17

Reagire alle violazioni gravi.......................................................................................................... 17

D.......... sfruttare il peso collettivo dell’Europa..................................................................... 18

Parlamento europeo.................................................................................................................... 18

Stati membri............................................................................................................................... 18

Una struttura permanente per i diritti umani e la democrazia in seno al Consiglio dell'Unione europea 18

Creazione di una cultura dei diritti umani e della democrazia......................................................... 19

Una ridefinizione delle comunicazioni dell’UE............................................................................... 19

Le prossime tappe...................................................................................................................... 20

COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

DIRITTI UMANI E DEMOCRAZIA AL CENTRO DELL’AZIONE ESTERNA DELL'UNIONE EUROPEA - VERSO UN APPROCCIO PIÙ EFFICACE

Tutti i diritti umani – civili, politici, economici, sociali e culturali – hanno un carattere universale e sono validi per tutti, ovunque. Il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali è un elemento basilare dell'Unione europea. La tutela e la promozione dei diritti umani sono una costante di tutte le azioni dell’UE, sia interne che esterne. In materia di diritti umani e di democrazia, l'UE deve essere coerente quando si tratta delle norme e dei principi che vuole sostenere, dando prova di creatività e di assoluta determinazione per ottenere risultati concreti.

Scopo della presente comunicazione è avviare un dibattito con le altre istituzioni europee su come rendere la politica esterna dell’UE in materia di diritti umani e democrazia più attiva, coerente ed efficace. Per garantire un salto di qualità in termini di efficacia dell'UE, la comunicazione definisce il modo in cui l’UE intende ampliare, approfondire e razionalizzare il proprio operato sulla scena internazionale in modo da incidere davvero sulla vita delle persone.

La comunicazione propone di intervenire in quattro settori (dispositivi di attuazione, integrazione delle politiche, creazione di partenariati e necessità di parlare con una sola voce), chiede il parere del Consiglio e del Parlamento europeo su come si possano sfruttare le opportunità e raccogliere le sfide e fornisce orientamenti sui quali raccogliere pareri e dati concreti, anche da altre parti interessate, in modo da rafforzare la strategia esterna dell’UE in materia di diritti umani.

"L'azione dell'UE sulla scena internazionale si fonda sui principi

che ne hanno informato la creazione, lo sviluppo e l'allargamento

e che essa si prefigge di promuovere nel resto del mondo:

democrazia, Stato di diritto, universalità e indivisibilità dei diritti dell' uomo

e delle libertà fondamentali, rispetto della dignità umana,

principi di uguaglianza e di solidarietà e

rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale "

Trattato sull'Unione europea, articolo 21

Il contesto: l’UE come forza mondiale per i diritti umani

Sono passati dieci anni dalla comunicazione della Commissione dell’8 maggio 2001 intitolata “Il ruolo dell'Unione europea nella promozione dei diritti umani e della democratizzazione nei paesi terzi”. Da allora nel mondo si sono verificati avvenimenti sconvolgenti, dall’11 settembre alla Primavera araba. Gli eventi del 2011 nel Medio Oriente e nel Nord Africa dimostrano quanto siano importanti i diritti umani e la democrazia. Ora l'UE deve dar prova di un rinnovato impegno per rispondere efficacemente alle sfide cui sono confrontati i diritti umani e la democrazia in tutto il mondo.

L’UE ha elaborato, nella sua azione esterna, un ampio ventaglio di orientamenti e strumenti politici per mettere in pratica il proprio impegno a favore dei diritti umani e della democrazia, cooperando con gli Stati membri, il Parlamento europeo e la società civile. Diversi orientamenti adottati dal Consiglio (a cui si aggiunge una serie di dispositivi e strumenti analoghi) guidano l’azione dell’UE sulle principali questioni relative ai diritti umani, quali la pena di morte, la lotta contro la tortura, la tutela dei difensori dei diritti umani, la libertà di religione o di credo, i diritti dei minori e delle donne o l’orientamento sessuale. È stato istituito un Programma di azione che funge da nuova base per la risposta dell’UE in termini di sostegno alla democrazia.

È su queste basi che l'UE solleva con altri paesi le questioni riguardanti i diritti umani e la situazione delle persone sotto minaccia in un numero crescente di dialoghi e consultazioni in materia di diritti umani, in occasione di riunioni politiche e iniziative diplomatiche, oltre che nella sfera pubblica. L’UE ha fornito assistenza e appoggio per il consolidamento delle istituzioni democratiche e dei diritti umani e si è attivata per imporre misure restrittive a seguito di gravi violazioni degli stessi diritti. Un impegno coerente con la società civile e il sostegno a suo favore sono una caratteristica chiave dell’azione dell’UE.

Inoltre, l’UE ha svolto un ruolo di primo piano nell'istituzione di norme e meccanismi solidi per la promozione e la tutela dei diritti umani presso le Nazioni Unite, il Consiglio d'Europa e l'OSCE. L'UE ha collaborato con altre organizzazioni e parti interessate per garantire che le Nazioni Unite reagiscano alle gravi violazioni dei diritti umani che si verificano in determinati paesi e per affrontare le questioni fondamentali attinenti a tali diritti.

L'UE stessa ha posto i diritti umani al centro della sua politica di allargamento, che è disciplinata dai criteri di Copenaghen.

La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo stabilisce norme internazionali per tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite. Ogni paese membro dell’ONU aderisce ad almeno uno dei sei principali trattati in materia di diritti umani che la dichiarazione universale ha ispirato e l'80% degli Stati ne hanno ratificato quattro o più. Il processo di ratifica avanza ad un ritmo sostenuto. Nel settore dei diritti umani e del lavoro, le otto principali convenzioni dell’OIL vantano un alto tasso di ratifica a livello mondiale e sono state ratificate integralmente da tutti gli Stati membri dell'UE. Esiste dunque un quadro giuridico globale, ma la vera sfida consiste nel garantirne l’applicazione.

L’UE promuove i diritti umani all’interno e all’esterno dei suoi confini, ritenendoli indispensabili tanto per la dignità della persona quanto per la giustizia sociale e la promozione della pace, della prosperità e della stabilità internazionale.

Le sfide

Negli ultimi anni sono emerse molte sfide. In primo luogo, la legittimità delle norme internazionali sui diritti umani e la democrazia è stata messa in discussione, talvolta da potenze emergenti con le quali l'UE sta cercando di stabilire una cooperazione. Alcuni Stati hanno contestato in sede di Nazioni Unite norme consolidate in materia di diritti umani, facendo pensare, a torto, che le violazioni di tali diritti possano essere giustificate dalle differenze culturali. Sono state impiegate leggi sulla blasfemia per limitare la libertà di espressione. L’attuale crisi economica ha comportato ulteriori assestamenti nell’economia mondiale che a loro volta hanno indotto alcuni a mettere in discussione la natura universale e l’utilità dei diritti umani. Quando promuove i diritti umani in ambiti quali l’abolizione della pena di morte o l’orientamento sessuale, l’UE si scontra spesso con obiezioni.

Anche laddove le norme internazionali sono generalmente accettate, l’applicazione a livello nazionale continua spesso ad essere lenta. Le donne e le ragazze sono ancora vittime di discriminazione e violenza. La discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere è molto diffusa. Nell’ultimo decennio i progressi per quanto riguarda l’abolizione della tortura e dei trattamenti degradanti o la tutela e la promozione dei diritti dei minori sono stati insufficienti. L’UE è stata determinante nel concorrere a far approvare la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e vi ha aderito diventandone parte a pieno titolo, ma restano ancora notevoli problemi da affrontare per garantirne la piena applicazione.

Vi è anche la percezione che non vi sia sempre una corrispondenza piena tra le dichiarazioni dell’UE in materia di diritti umani e democrazia e le sue politiche esterne o interne. Nel contesto della Primavera araba si è discusso se in precedenza l’UE avesse fatto abbastanza per sostenere la società civile e promuovere il cambiamento anziché la stabilità. Al contempo, la situazione dei diritti umani all'interno dell’UE è sempre più sotto esame.

Infine, la globalizzazione comporta nuove sfide per la promozione dei diritti umani. Nel quadro della crescente globalizzazione e interdipendenza delle economie sono emersi nuovi soggetti, con implicazioni complesse in termini di diritti umani. Se da un lato gli obblighi che essi comportano sono tradizionalmente un aspetto di cui si occupano gli Stati, dall’altro sono molte oggi le cause all’origine delle violazioni di tali diritti, dall’espropriazione delle terre da parte degli Stati stessi ai danni delle popolazioni indigene all’esportazione di nuove tecnologie impiegate per esercitare la censura e la sorveglianza. Se è vero che in molti paesi la globalizzazione ha contribuito a migliorare le condizioni di un gran numero di persone, aiutandole ad uscire dalla povertà e rendendo le società più aperte, in altri si ritiene che abbia esacerbato le disuguaglianze, la discriminazione e lo sfruttamento.

La risposta dell’UE

L’UE non è sempre stata così efficace o coesa come avrebbe potuto. Il suo compito attuale è garantire una politica chiara, coerente ed efficace adottando un approccio maggiormente intelligente e strategico. La promessa del trattato di Lisbona di porre i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto al centro di tutta l’azione esterna, di assicurare coerenza fra tutti i settori interessati da questa azione e di applicare i principi della politica estera dell’UE, rende questo compito ancora più urgente.

Di seguito sono esposti gli elementi principali di un quadro strategico, ossia un'impostazione e iniziative alle quali le istituzioni europee possono contribuire con la loro esperienza e i loro punti di vista.

L’obiettivo dell’UE deve restare quello di prevenire le violazioni dei diritti umani e, ove queste si verifichino, garantire che le vittime abbiano accesso alla giustizia e a un risarcimento e che i responsabili ne rispondano.

Così facendo l’UE deve riaffermare il proprio impegno per l’universalità, l’indivisibilità e l’interdipendenza di tutti i diritti umani, siano civili, politici, economici, sociali e culturali, il cui rispetto è sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, dalla Carta delle Nazioni Unite e dai trattati internazionali in materia di diritti umani.

La democrazia è un valore universale basato sulla volontà dei popoli, liberamente espressa, di determinare il proprio ordinamento politico. I diritti umani e la democrazia vanno di pari passo con le libertà che conferiscono potere ai popoli – la libertà di espressione, di associazione e di riunione – su cui si fonda la democrazia. Eventi come la Primavera araba dimostrano una volta di più che la libertà non può essere soppressa.

L'UE ritiene che il rispetto dello Stato di diritto, che comprende l’accesso alla giustizia e il diritto a un equo processo, sia essenziale per la tutela dei diritti umani e dei principi democratici.

L’UE deve impegnarsi a promuovere e a proteggere la libertà, la dignità, l’uguaglianza e la giustizia per tutti come priorità chiave della sua politica estera. I diritti umani e la democrazia devono essere una costante delle politiche esterne dell’UE. La promozione di queste finalità è fondamentale per altri obiettivi quali la sicurezza, lo sviluppo, la partecipazione economica e l’inclusione sociale. I diritti umani e la democrazia devono essere presi in considerazione in ogni fase del processo decisionale riguardante la politica estera.

L’azione esterna dell’UE deve rispettare i diritti sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, diventata una normativa vincolante dell'UE in virtù del trattato di Lisbona, oltre ai diritti garantiti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Per promuovere questi principi, l’UE deve rivedere le sue strutture, i suoi processi e i suoi meccanismi di attuazione. Occorre intervenire in determinati settori, riflettendo in particolare sui seguenti aspetti:

– quanto ai meccanismi di attuazione esterna – un’impostazione dal basso verso l'alto, personalizzata e accompagnata da campagne trasversali a livello mondiale su temi specifici, non consentirebbe di conseguire più efficacemente gli obiettivi in termini di democrazia e diritti umani?

– Quanto al procedimento - in che modo l’UE può esprimere una maggiore coesione nell'insieme delle sue politiche ed istituzioni, oltre che sul fronte esterno, nel quadro della sua cooperazione con partner internazionali, ONG, associazioni regionali e organizzazioni internazionali?

– Quanto alle strutture interne – dobbiamo accordare priorità al completamento di una rete di punti focali per la democrazia e i diritti umani nelle varie delegazioni dell'UE nel mondo e dotare il Consiglio di risorse permanenti in materia di diritti umani esterni e democrazia?

A.           Riorganizzazione dell’attuazione: interventi efficaci e su misura

Massimizzare l’impatto sul territorio con strategie specifiche

L’UE ha tradizionalmente adottato un approccio dall’alto verso il basso per quanto riguarda la sua strategia in materia di diritti umani, concordando priorità su scala mondiale a Bruxelles e cercando successivamente di attuarle tramite dialoghi politici e riunioni con paesi terzi. Tuttavia, anche se i principi e gli obiettivi sono universali, le priorità immediate, e conseguentemente il percorso da seguire e la tabella di marcia, possono e devono cambiare da un paese all’altro.

Perciò, se gli obiettivi generali della politica dell’UE in materia di diritti umani e democrazia rimangono validi e inalterati, un approccio che cerchi di armonizzare gli obiettivi di un singolo paese con le realtà locali ha maggiori possibilità di conseguire risultati concreti rispetto a un approccio di tipo universale. Le strategie nazionali su misura in materia di diritti umani e democrazia devono pertanto costituire parte integrante della strategia generale dell’UE nei confronti di tale paese. Questo servirà a razionalizzare e organizzare per priorità il lavoro, specialmente quello delle delegazioni dell’UE e delle ambasciate degli Stati membri, oltre ad impiegare meglio il complesso di mezzi e strumenti pertinenti dell’UE e operare nei settori con maggiori probabilità di produrre miglioramenti e mutamenti duraturi. Questo non significa che l’UE non debba, per esempio, condannare l’uso della pena di morte in un paese che continua ad applicarla, ma significa che questa non deve essere l’unica finalità dell’impegno dell’UE in materia di diritti umani quando altri settori potrebbero registrare cambiamenti positivi.

L'UE sta attualmente elaborando strategie in materia di diritti umani per oltre 150 paesi (con l'obiettivo a termine di includerli tutti). Tali misure dovrebbero aiutare l'Unione europea a modulare la sua impostazione per incidere maggiormente sulla situazione in loco. Le strategie nazionali, che sono tese a raggruppare le risorse delle delegazioni e delle missioni diplomatiche degli Stati membri dell’UE nel settore, fissano obiettivi e priorità specifiche per paese, che possono essere integrati in tutte le politiche esterne dell'UE, segnatamente le politiche in materia di sviluppo, scambi e sicurezza, e rientrare così nella politica generale e nelle relazioni economiche con qualsiasi paese. Tali strategie vengono delineate in funzione delle opinioni espresse dalla società civile.

L'UE dovrebbe garantire che si tenga conto delle strategie nazionali in materia di diritti umani nel quadro dei dialoghi sui diritti umani, nei processi decisionali e in sede di programmazione e attuazione dell’assistenza finanziaria con i paesi terzi, compresi i documenti di strategia nazionale dopo il 2013.

Ottenere risultati per le questioni trasversali mediante un approccio basato su campagne

Oltre a definire strategie su misura per ciascun paese, l'UE deve individuare temi trasversali per fornire il suo sostegno comune sotto forma di campagne mirate e limitate nel tempo. Ne è un buon esempio l’impegno di lunga data a favore del Tribunale penale internazionale e per l’abolizione della pena di morte. Questo tipo di campagne deve essere oggetto di un’azione collettiva da parte di tutte le istituzioni e di tutti gli Stati membri dell'UE.

L'Alta rappresentante ha proposto di concentrarsi su tre tematiche nei prossimi tre anni:

– riforma dei sistemi giudiziari incentrata sul diritto a un equo processo;

– diritti delle donne, sviluppando ulteriormente l’impostazione globale dell’UE nei confronti delle donne, della pace e della sicurezza, nonché la strategia dell’UE per la parità tra donne e uomini;

– diritti dei minori, sviluppando ulteriormente il “Programma UE per i diritti dei minori” e le due serie di orientamenti dell’UE sui minori.

Le istituzioni dell'Unione e gli Stati membri devono essere coinvolti nell'elaborazione di obiettivi specifici, misurabili, realizzabili, realistici e di durata limitata, insieme ai piani di attuazione per ciascuna campagna.

Un nuovo approccio nei confronti degli Stati vicini e oltre

La recente revisione della politica europea di vicinato ha sviluppato ulteriormente le politiche dell’UE a sostegno della democrazia. La nuova impostazione si basa sulla responsabilità reciproca e su un maggiore impegno a favore dei valori universali dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto, senza trascurare un dialogo politico più intenso in questo ambito. Sono state introdotte due nozioni: “democrazia a tutti gli effetti”, per definire un quadro di riferimento delle realizzazioni necessarie sulla base delle quali valutare i progressi compiuti e “more for more”, in modo da premiare i paesi che sono disposti a compiere reali progressi verso la democrazia destinando ulteriori risorse alla cooperazione. Tale principio deve essere applicato anche all’inverso. I partenariati con la società civile verranno intensificati e si metterà a disposizione un maggior sostegno finanziario, anche grazie a un nuovo strumento di finanziamento specifico.

Lavorare in partenariato con la società civile

L’UE deve operare in stretta collaborazione con la società civile, avvalendosi delle proprie competenze e dei propri canali alternativi di comunicazione. Occorre inoltre sviluppare il dialogo da tempo avviato tra funzionari, ONG, imprese, sindacati e mezzi d'informazione. L’UE dovrà continuare a dare il proprio appoggio alle società civili dinamiche, che rivestono un’importanza vitale per gli Stati democratici, e alle parti sociali, che sono fondamentali per sostenere le riforme. Anche nei casi in cui le prospettive ragionevoli di un dialogo efficace con un governo siano scarse o nulle, i contatti con il popolo di quel paese non devono per questo diminuire. In quei casi è tanto maggiore la necessità che l’UE s’impegni insieme alla società civile e all'opposizione politica pacifica, sostenendo i difensori dei diritti umani esposti a rischi e minacce. L’UE dovrebbe continuare a prendere posizione su specifiche situazioni e violazioni dei diritti e sull’arretramento democratico, con particolare attenzione a mantenere o creare le opportunità necessarie allo sviluppo della società civile.

L’UE ha adottato un approccio sistematico in tutti gli aspetti della propria politica in materia di diritti umani relativamente alle consultazioni con le ONG internazionali e locali attive in tale ambito. Verrà accordata particolare attenzione alla promozione nei paesi terzi di condizioni che permettano alla società civile di operare liberamente. Il forum annuale UE-ONG sui diritti umani dovrà continuare a riesaminare l’azione dell’UE e contribuire a migliorarla.

I difensori dei diritti umani sono alleati indispensabili dell'UE per la promozione e la tutela dei diritti umani a livello mondiale e interlocutori chiave per le delegazioni dell'UE e le missioni diplomatiche degli Stati membri dell’UE nei paesi terzi. L’UE dovrebbe continuare a sostenere la concreta applicazione dei suoi orientamenti sui difensori dei diritti umani, anche attraverso la sensibilizzazione di tutte le parti interessate, e a offrire protezione immediata ai difensori dei diritti umani direttamente minacciati, segnatamente grazie a un programma di emergenza a livello dell'UE. L’appoggio politico ai difensori è integrato da un’assistenza finanziaria espressamente prevista dall’EIDHR, tenendo conto degli ostacoli specifici che queste persone affrontano nel proprio lavoro quotidiano.

Lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR), con una dotazione finanziaria pari a 1,1 miliardi di euro per il periodo 2007-2013, rispecchia l’impegno dell’UE nel promuovere e sostenere la democrazia e i diritti umani, fornendo appoggio alla società civile e alle istituzioni competenti in materia di diritti umani nel mondo. Per il prossimo quadro finanziario pluriennale 2014-2020, la Commissione ha proposto di aumentare il finanziamento a 1,4 miliardi di euro (prezzi 2011).

Nel contesto del quadro finanziario pluriennale, saranno formulati suggerimenti per rendere l’EIDHR più flessibile così da agire in modo più efficace, più rapidamente e su più vasta scala, per consentire a un maggior numero di organismi di accedere ai finanziamenti e garantire una risposta tempestiva alle esigenze della società civile nei paesi che si trovano ad affrontare le situazioni più urgenti e difficili.

B.           Un approccio comune alle politiche

L'UE è determinata a imperniare la propria azione esterna sui diritti umani e la democrazia, come filo conduttore di tutto il suo operato. Il trattato sull'Unione europea sancisce che i diritti umani e la democrazia sono principi guida per tutte le azioni dell’UE. È possibile adottare un approccio ancora più concertato nell’ampio ventaglio delle politiche dell'UE affinché esse producano il massimo effetto.

Diverse politiche dell’UE a dimensione esterna hanno un’evidente importanza per la democrazia e i diritti umani, comprese quelle in materia di cooperazione allo sviluppo, scambi, spazio di libertà, sicurezza e giustizia, lotta al terrorismo, gestione delle crisi, prevenzione dei conflitti e gestione di internet.

Tutte le azioni realizzate nel quadro di tali politiche (comprese le misure di attuazione adottate dagli Stati membri nei rispettivi settori di competenza) devono continuare ad essere pienamente compatibili con il rispetto, la tutela e la promozione dei diritti umani.

Democrazia ed elezioni

Quanto al sostegno alla democrazia, l’UE e i suoi Stati membri profondono un grande impegno a favore della democrazia, impegno che è sancito dai trattati e dalle costituzioni e che affonda le radici in solide tradizioni parlamentari. Nel 2009 l'UE ha adottato una strategia e un “Programma di azione” sul sostegno alla democrazia nell’ambito delle sue azioni esterne. Ciò ha richiesto una maggiore coerenza delle politiche e un impiego più coordinato degli strumenti, nello spirito del trattato di Lisbona.

Le elezioni svolgono un ruolo essenziale per una vasta gamma di diritti umani, quali la libertà di espressione, di riunione e di associazione. L’UE è un attore importante nel sostegno elettorale e aiuta i paesi partner ad attuare processi elettorali credibili, trasparenti e inclusivi. Inoltre, le sue missioni di osservazione elettorale sono uno strumento importante a disposizione dell’UE. Le loro raccomandazioni costituiscono un contributo estremamente utile per sostenere ulteriormente la democrazia e i diritti umani in un determinato paese. L’UE presterà maggiore attenzione, nelle sue attività di osservazione elettorale, alla partecipazione delle donne, delle minoranze nazionali e dei disabili, sia in qualità di candidati che di elettori. Garantire una sinergia tra il sostegno alle elezioni e l'osservazione elettorale è un elemento molto importante della strategia dell'UE, la quale intende utilizzare più attivamente le raccomandazioni formulate dalle missioni di osservazione elettorale.

Le elezioni da sole non bastano a sostenere la democrazia. La strategia dell'UE in materia di democrazia dovrebbe creare sinergie tra il sostegno diretto al processo elettorale (parlamenti e partiti politici, società civile e media) e il sostegno ad altre componenti fondamentali per il rafforzamento dello Stato, quali lo Stato di diritto, il sistema giudiziario, la riforma della pubblica amministrazione e il decentramento.

L’UE sta consolidando l’applicazione del Programma di azione sul sostegno alla democrazia: ha costituito un primo gruppo di paesi pilota, utilizzando la componente "democrazia" dell’EIDHR, e cerca di impiegare con maggiore coerenza gli strumenti politici e finanziari nel suo approccio generale per il sostegno della democrazia a livello globale. La risposta dell'UE ai recenti sviluppi nell'Africa settentrionale si è basata su iniziative adottate nell'ambito del riesame della politica europea di vicinato per migliorare le modalità di sostegno alle riforme che contribuiscono a una democrazia duratura. Lo scopo è applicare incentivi positivi e negativi, a seconda dei casi, e di elaborare criteri di riferimento per valutare i progressi compiuti in materia di diritti umani, democrazia e Stato di diritto.

Cooperazione allo sviluppo

Le agende sui diritti umani e la cooperazione allo sviluppo sono strettamente collegate. Il rispetto dei diritti umani è fondamentale per la completa realizzazione degli obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM). L'UE è da lungo tempo impegnata a garantire che il rispetto dei diritti umani e dello sviluppo democratico sia “integrato” nella cooperazione allo sviluppo. Questo si può tradurre in pratica assicurando la trasparenza nel processo decisionale, in modo da consentire la piena partecipazione delle donne e dei gruppi emarginati e da evitarne l'ulteriore esclusione. Occorre adoperarsi affinché i programmi e i progetti di sviluppo finanziati dall’UE contribuiscano al rispetto degli obblighi internazionali in materia di diritti umani dei paesi partner, comprese le raccomandazioni formulate dagli organismi delle Nazioni Unite nel corso della revisione periodica universale, nonché da altri organismi di controllo quali l'OIL. Associare diritti umani, democrazia e sviluppo è fondamentale se si vogliono ottenere buoni risultati in diversi campi, dall’accesso all’acqua e alle strutture igienico-sanitarie alla sicurezza alimentare.

La recente comunicazione “Potenziare l’impatto della politica di sviluppo dell'Unione europea: un programma di cambiamento” evidenzia la sfida costituita da un migliore sostegno agli sforzi dei paesi partner nell’attuazione dei loro obblighi interni e internazionali in materia di diritti umani. L’UE è impegnata a garantire che i risultati conseguiti da un paese in fatto di diritti umani, democrazia e Stato di diritto abbiano un impatto più diretto sulla programmazione, sulle modalità e sui canali di erogazione degli aiuti, nonché sulla revisione del sostegno diretto al bilancio.

Nell’ambito della valutazione dei contratti di sostegno diretto al bilancio, è possibile inserire condizioni specifiche per promuovere una democrazia che sia "profonda" e sostenibile, in linea con la comunicazione della Commissione “Il futuro approccio al sostegno dell'UE al bilancio dei paesi terzi”.

Le strategie nazionali per i diritti umani e un'impostazione basata sui diritti umani dovrebbero far sì che i diritti umani e la democrazia si riflettano in tutto il processo di cooperazione allo sviluppo e garantiscano continuità fra il dialogo politico e strategico sui diritti umani e la cooperazione allo sviluppo.

Clausole relative ai diritti umani

Dal 1995 l’UE inserisce una clausola sui diritti umani negli accordi politici quadro con i paesi terzi e ha riconfermato tale politica nel 2010. La clausola, attualmente contenuta in accordi con più di 120 Stati e in altri in fase di negoziazione, costituisce la base della cooperazione sui diritti umani e della loro promozione in tutti i settori interessati da questi accordi. La clausola forma anche la base giuridica delle misure prese in seguito a violazioni dei diritti dell’uomo: queste possono comprendere la sospensione delle riunioni e dei programmi di cooperazione tecnica con il paese interessato.

Politica commerciale

La politica commerciale comune è una delle manifestazioni più visibili dell'azione esterna dell'UE. Il programma dell'UE in materia di scambi e diritti umani dev'essere coerente, trasparente, prevedibile, fattibile ed efficace. La sfida consiste nell'utilizzare gli scambi commerciali affinché promuovano, anziché ostacolarle, le questioni relative ai diritti umani.

L’impostazione dell’UE sulla politica commerciale riguarda in particolare l’impiego di incentivi positivi e di preferenze commerciali al fine di promuovere i diritti umani, nonché un processo di dialogo sulle condizioni cui è subordinato il mantenimento di tali preferenze. I partner commerciali dell’UE sono assai differenti tra loro e il modo con cui si garantisce la coerenza nei confronti degli obiettivi in materia di diritti umani deve riflettere questa diversità. Un esempio concreto di questo approccio è il Sistema delle preferenze generalizzate (SPG+), che accorda ulteriori preferenze agli Stati che si impegnano ad aderire a valori universali fondamentali in materia di diritti umani, diritti dei lavoratori, ambiente e governance. Gli accordi di libero scambio dell’UE sono legati agli accordi quadro politici dell’UE (cfr. la precedente sezione "Clausole relative ai diritti umani"); la situazione dei diritti umani nel paese partner deve essere presa in considerazione quando l'UE decide se avviare o concludere i negoziati relativi ad accordi di libero scambio.

Il trattato di Lisbona ha conferito nuove competenze nel campo della politica degli investimenti. La politica comune dell’UE in questo ambito deve essere guidata dai principi e dagli obiettivi della sua azione esterna, compresa quella in materia di diritti umani.

Vengono altresì adottate misure specifiche di politica commerciale allo scopo di conseguire obiettivi attinenti ai diritti umani. Ne sono un esempio il regolamento n. 428/2009 sul controllo delle esportazioni di prodotti a duplice uso, il regolamento n. 1236/2005 relativo al commercio di determinate merci che potrebbero essere utilizzate per la pena di morte o per la tortura e la posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio sulle esportazioni di armi.

Tecnologie dell’informazione e della comunicazione

Gli sviluppi in materia di tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC), come Internet, la telefonia mobile e i media sociali, presentano un enorme potenziale di promozione dei diritti umani, ad esempio la libertà di espressione e di riunione. Il flusso di informazioni su scala mondiale può consentire alla società civile e ai difensori dei diritti umani di svolgere un ruolo più incisivo. D’altro canto, tali sviluppi tecnologici possono anche rafforzare gli Stati autoritari, offrendo loro maggiori opportunità di esercitare controllo e censura. Allo stato attuale non vi sono norme chiare per le imprese europee per quanto riguarda la vendita di tali tecnologie agli Stati autoritari o per la fornitura di servizi ex post, quali la formazione e la consulenza. Alla luce di ciò, il SEAE e i servizi competenti della Commissione elaboreranno misure atte a garantire che le persone non siano sottoposte a una censura indiscriminata o ad una sorveglianza di massa quando utilizzano Internet e le TIC, e possano realmente utilizzarli al meglio per promuovere i diritti umani, tenuto conto anche della protezione dei dati personali e della privacy.

Imprese e diritti umani

La responsabilità sociale delle imprese consente loro di integrare volontariamente le tematiche sociali ed ambientali nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate. Le imprese europee vanno incoraggiate a dar prova della debita diligenza per garantire che le loro operazioni rispettino i diritti umani, ovunque vengano effettuate.

La globalizzazione ha offerto alle imprese maggiori opportunità di contribuire al rispetto dei diritti dell’uomo, ma ha anche incrementato il rischio di coinvolgerle nelle violazioni di tali diritti. L’UE ha accolto con favore i principi guida dell’ONU sulle imprese e sui diritti umani, approvati all’unanimità nel giugno del 2011 dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Nell’ottobre del 2011 la Commissione europea ha pubblicato una comunicazione sulla responsabilità sociale delle imprese, esprimendo l’ambizione che tutte le imprese garantiscano il rispetto dei diritti umani, in linea con i principi guida delle Nazioni Unite. Sullo sfondo di questa comunicazione, la Commissione intende, tra l’altro, definire orientamenti in materia di diritti umani per le piccole e le medie imprese, nonché invitare gli Stati membri a elaborare i propri piani nazionali per l’attuazione dei principi guida dell’ONU e continuare a incoraggiare i paesi partner ad aderire alle norme sulla responsabilità sociale delle imprese riconosciute a livello internazionale, come gli orientamenti dell’OCSE per le imprese multinazionali e la Dichiarazione tripartita dell'OIL sulle imprese multinazionali e la politica sociale.

Prevenzione dei conflitti

Le violazioni dei diritti umani, la mancanza di libertà fondamentali e una cultura dominante di impunità, particolarmente nelle situazioni di fragilità, causano o inaspriscono l'instabilità politica e i conflitti violenti.

L’UE intensificherà l’attenzione verso la situazione dei diritti umani e il rispetto delle libertà fondamentali nella sua valutazione del rischio di conflitti e nei suoi sistemi di allarme rapido. L’UE dovrebbe inoltre continuare a intensificare il suo impegno per integrare i diritti umani e le libertà fondamentali nelle sue attività di prevenzione dei conflitti e di costruzione della pace, traducendo se del caso l’analisi e l’allarme rapido in possibilità di intervento rapido.

Gestione delle crisi

Le missioni e le operazioni di gestione delle crisi dell'UE operano in stretta interazione con le forze locali, spesso in un contesto di conflitto, e molte s’imbattono in casi di violazioni dei diritti umani. Dal 2003, anno della prima operazione UE di gestione delle crisi, sono state individuate le migliori pratiche per integrare i diritti umani e le considerazioni in materia di parità di genere nella pianificazione e nell’attuazione. L’UE si adeguerà alle migliori pratiche internazionali in fatto di pianificazione, formazione e dispiegamento delle risorse, seguendo l’approccio di interazione tra le agenzie delle Nazioni Unite per i diritti umani nelle operazioni di mantenimento della pace.

L’UE darà maggiore risalto agli aspetti relativi ai diritti umani, alla tutela dei minori e alla parità di genere nell’ambito della sua attività di prevenzione dei conflitti, di gestione delle crisi e di pacificazione, tenendo conto delle migliori pratiche internazionali e mirando a una soluzione democratica delle crisi, in cui alla violenza si sostituiscano meccanismi politici di risoluzione dei conflitti.

L’applicazione dell’approccio globale per l'attuazione, da parte dell'UE, delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1325 e 1820 sulle donne, la pace e la sicurezza e degli orientamenti sulla violenza nei confronti di donne e bambine e sulla lotta contro ogni forma di discriminazione verrà integrata nella politica dell’UE in materia di diritti umani nonché nella relazione annuale.

Verrà rafforzata anche l’attuazione degli orientamenti sul diritto umanitario internazionale.

Lotta contro il terrorismo

L'attività di lotta al terrorismo deve essere condotta nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e del diritto internazionale, il che comprende la legislazione sui diritti umani, il diritto umanitario e sui rifugiati, la libertà ed equità dei procedimenti giudiziari e la protezione dei dati personali e della vita privata. Nei suoi dialoghi in materia di diritti umani con i paesi terzi, l'UE solleva già la questione delle violazioni commesse con il pretesto di combattere il terrorismo. Vi è però margine per discuterne in modo più approfondito con i paesi terzi nell'ambito dei dialoghi sulla cooperazione nel campo della lotta al terrorismo. Nel quadro di tali dialoghi, l'UE esorta i paesi terzi a ratificare le convenzioni e i protocolli delle Nazioni Unite in materia di lotta al terrorismo. I diritti umani dovrebbero essere più saldamente integrati nella pianificazione e nell'attuazione dei progetti di assistenza ai paesi terzi per la lotta al terrorismo.

Libertà, sicurezza e giustizia

Nell'ambito della dimensione esterna dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, in cui rientrano la cooperazione giudiziaria e di polizia, la lotta contro la droga e la criminalità organizzata, il funzionamento e l'indipendenza del sistema giudiziario, la gestione delle frontiere, la tratta di esseri umani, la mobilità, l'asilo e la migrazione, la tutela dei diritti fondamentali è fondamentale. Nell'attuare la cooperazione con i paesi terzi in questi settori, è essenziale garantire che le pratiche rispettino pienamente i diritti umani, compresa la non discriminazione. Ad esempio, se vengono scambiate informazioni con le forze di polizia di paesi terzi, tali informazioni non devono essere ottenute sotto tortura o mediante trattamenti inumani e dev’essere prevista un’adeguata protezione.

Rafforzare il rispetto dei diritti umani e i diritti umani dei migranti nei paesi di origine, di transito e di destinazione è inoltre un aspetto fondamentale della strategia globale dell'UE in materia di migrazione e mobilità, che definisce la politica migratoria esterna dell’UE. È necessario accordare particolare attenzione alla tutela e al miglioramento della situazione dei migranti vulnerabili, come i minori non accompagnati, i richiedenti asilo, gli apolidi e le vittime della tratta di esseri umani.

Il fenomeno della tratta di esseri umani è di particolare rilievo in questo ambito. È importante garantire che la lotta alla criminalità/la sicurezza e i diritti umani vengano intesi come dimensioni complementari di una medesima questione e che si affrontino le cause profonde del fenomeno della tratta. In particolare, è fondamentale proteggere le donne contro le forme di violenza basata sul genere e contrastare la femminilizzazione della povertà. Nel quadro della sua azione esterna, l’UE continuerà ad accordare massima attenzione alla tratta di esseri umani dal punto di vista dei diritti umani. Questa definizione delle priorità, che si rifletterà sulle attività di finanziamento, formazione e scambio d’informazioni, andrà oltre la dimensione esterna dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Il coordinatore antitratta dell’UE e il SEAE hanno già stabilito contatti per cominciare a stilare un elenco di paesi o regioni con i quali concludere in via prioritaria i partenariati futuri nel settore della tratta degli esseri umani.

Per quanto riguarda la gestione delle frontiere, l’UE promuove l'integrazione della dimensione dei diritti umani ai fini di controlli di frontiera efficienti nei paesi terzi. In particolare, le guardie di frontiera devono essere adeguatamente attrezzate e formate per garantire che le persone bisognose di protezione che si presentano alla frontiera possano beneficiare di un'assistenza e di procedure adeguate.

Coerenza politica a 360 gradi

È fondamentale che l’UE dia l’esempio per quanto riguarda il rispetto dei diritti fondamentali, non soltanto per i cittadini che vivono sul suo territorio, ma anche per lo sviluppo dell'Unione stessa. Il conseguimento di risultati validi rafforzerà l'azione dell'UE per promuovere i diritti umani nel mondo.

Il trattato di Lisbona ha conferito alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea un valore giuridicamente vincolante. Essa deve essere rispettata allo stesso modo da tutte le istituzioni , organi, uffici e agenzie dell'UE, come pure dagli Stati membri quando danno attuazione al diritto dell’UE. L’obbligo dell’UE di rispettare i diritti umani comporta non soltanto il dovere generale di astenersi da qualsiasi atto che possa portare alla violazione di tali diritti, ma anche di tenerne conto nella realizzazione delle proprie politiche, a livello sia interno che esterno.

Nell'ottobre 2010 la Commissione ha adottato una strategia per l'attuazione effettiva della Carta dei diritti fondamentali, che spiega come la Carta debba essere messa in pratica dalle istituzioni dell'UE e dagli Stati membri. Questa strategia è stata accolta con favore dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell'UE. Ogni anno la Commissione pubblica una relazione sui progressi realizzati. Nel marzo 2011 è stata pubblicata la prima relazione sull'applicazione della Carta da parte delle istituzioni dell'UE.

L’impegno dell’UE ad aderire alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo è complementare alla solida protezione dei diritti umani che è già garantita nell'ordinamento giuridico dell'UE attraverso la Carta dei diritti fondamentali dell'UE e la giurisprudenza della Corte di giustizia dell’UE

Tali politiche dell’UE sono importanti ai fini della credibilità con la quale l'Europa chiede ad altri paesi di migliorare il rispetto dei diritti umani. Quando l'UE solleva questioni riguardanti i diritti umani con i paesi terzi, si basa su norme internazionali: si tratta in sostanza dei principali trattati delle Nazioni Unite in materia di diritti umani e delle norme fondamentali del lavoro, nonché (per i partner in Europa), delle norme del Consiglio d'Europa e dell'OSCE. È importante che l'UE e gli Stati membri, nei rispettivi settori di competenza, applichino le norme in modo visibile ed efficace.

C.           Creazione di forti partenariati

Cooperazione multilaterale

Perché l’azione dell’ONU risulti più incisiva, l’UE deve trovare una comunanza di intenti con i paesi partner. Negli ultimi anni ha investito molto nella capacità del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, a Ginevra, e del terzo comitato dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite di definire e proteggere le norme e gli standard internazionali in materia di diritti umani e di affrontare le violazioni gravi dei diritti umani. Questo ha permesso di ottenere alcuni notevoli successi, come il sostegno a livello mondiale alla moratoria sulla pena di morte o il raggiungimento di un consenso sulle iniziative connesse alla libertà di religione o di credo.

Il successo dipende in gran parte dalla capacità dell’UE di coinvolgere i paesi terzi partner, di ascoltarli e di partecipare a coalizioni interregionali avvalendosi anche delle proprie relazioni bilaterali. L’UE deve migliorare la propria capacità di raggiungere accordi su posizioni comuni ed esprimersi con un’unica voce, facendo leva sulle risorse e sul peso complessivo degli Stati membri tramite la ripartizione degli oneri e adottando un approccio più strategico nella definizione delle sue priorità. Occorre sviluppare una sinergia e un coordinamento migliori tra Ginevra, New York e Bruxelles, come anche con l’azione dell’UE in altre sedi multilaterali, quali il Consiglio d’Europa e l’OSCE.

L’UE dovrà adoperarsi per essere più incisiva in sede di Nazioni Unite, formando coalizioni interregionali, sostenendo i meccanismi delle Nazioni Unite sui diritti umani e promuovendo una sincronizzazione migliore con i propri interventi a livello bilaterale e in altre sedi multilaterali. L’UE elaborerà un approccio annuale alla definizione delle priorità presso l’ONU in tutte le riunioni sui diritti umani che si terranno a Ginevra e a New York, in linea con le priorità di intervento a medio termine definite in sede di Nazioni Unite.

Giustizia internazionale

L’UE è pienamente impegnata a promuovere la giustizia internazionale lottando contro l’impunità e sostenendo un ordine internazionale fondato sul diritto che prevenga il genocidio, i crimini contro l’umanità e i crimini di guerra e assicuri alla giustizia coloro che li commettono. L’UE continuerà a propugnare l'assunzione di responsabilità per le violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani e a fornire un valido sostegno alla Corte penale internazionale, come ad altri tribunali penali internazionali, e ad attivarsi a favore della ratifica universale dello Statuto di Roma. L'UE sostiene pienamente l'universalità e l'integrità dello Statuto di Roma della CPI e l'indipendenza della Corte. Inoltre è impegnata a dare piena efficacia alla Statuto di Roma mediante l'applicazione del principio di complementarità e il rafforzamento dei collegamenti tra i sistemi giudiziari nazionali e la Corte penale internazionale.

L'UE dovrebbe definire una politica specifica sulla giustizia di transizione nel quadro della sua azione esterna per aiutare le società ad affrontare il problema delle violazioni commesse in passato, grazie a meccanismi per ottenere giustizia, verità, risarcimenti e riforme istituzionali.

Organizzazioni regionali

L'UE rafforzerà la sua cooperazione in materia di diritti umani e democrazia con le organizzazioni regionali e intergovernative, sia a livello politico che locale, tra la sede centrale e le delegazioni dell'Unione, gli uffici locali o le missioni di tali organizzazioni. Intende inoltre avvalersi della cooperazione con il Consiglio d'Europa e l'OSCE in modo più sistematico. L'UE dovrebbe valutare la possibilità di approfondire la cooperazione con l'Unione africana, l'ASEAN, l’OSA e altri organismi, basandosi sui loro meccanismi consolidati o nuovi in materia di diritti umani e democrazia. Nell'ambito dei dialoghi con diverse regioni, quali ASEM, UE-ALC, UA/UE e ACP, l'UE potrà inoltre consolidare la cooperazione in materia di diritti umani.

L’UE dovrà promuovere ulteriormente i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto nel mondo arabo e oltre, mediante una più stretta cooperazione con altre organizzazioni come la Lega araba e l’OIC.

Risultati attraverso il dialogo

I diritti umani e la democrazia fanno parte integrante del dialogo dell’UE con altri paesi, anche a livello di riunioni al vertice. L'UE ha avviato una quarantina di dialoghi e consultazioni specificamente dedicati ai diritti umani, che potranno ottenere maggiori risultati se solidamente integrati nel tessuto globale delle relazioni dell’UE con un determinato paese.

Facendo tesoro dell’esperienza acquisita, per rendere più efficaci questi dialoghi l'UE dovrebbe:

– garantire una più stretta relazione tra i dialoghi sui diritti umani e altri strumenti politici;

– stabilire priorità, obiettivi e parametri di riferimento per la revisione dei dialoghi in combinazione con le strategie nazionali in materia di diritti umani;

– generalizzare le migliori pratiche attraverso le varie forme di dialogo sui diritti umani, compresi i dialoghi locali con i paesi ACP nel quadro dell'accordo di Cotonou (articolo 8);

– esaminare le possibilità di consolidamento del dialogo e della cooperazione con i partner strategici dell'UE.

Reagire alle violazioni gravi

In alcuni casi l’UE adotta misure (come il congelamento delle attività, l’embargo sulle armi o il rifiuto di rilascio dei visti) per reagire a gravi violazioni dei diritti umani in paesi terzi. Questi ultimi sono invariabilmente oggetto di particolare attenzione in conformità dei “principi base sul ricorso a misure restrittive” del 2004 e della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.

Le misure restrittive sono riesaminate regolarmente dal Consiglio dell'UE. È importante che contribuiscano all’obiettivo perseguito, che siano mirate, che non abbiano ripercussioni negative sulle popolazioni civili e che soddisfino i requisiti in termini di procedure giuste ed eque, compreso il diritto a un ricorso effettivo.

D.          sfruttare il peso collettivo dell’Europa

Per dare seguito all’impostazione delineata nei paragrafi precedenti, l’UE deve rafforzare le modalità con cui si occupa dei diritti umani e della democrazia nella sua azione esterna.

Parlamento europeo

Il Parlamento europeo ha fatto dei diritti umani e della democrazia una delle sue priorità principali. Facendosi sentire sistematicamente e pressantemente sulle questioni chiave di attualità, il Parlamento ha assunto un ruolo preminente nella promozione dei diritti umani nell’ambito di tutte le attività dell’UE. Il suo lavoro con altri parlamenti (mediante le commissioni parlamentari di cooperazione e le delegazioni presso le assemblee parlamentari regionali) è particolarmente prezioso quando si tratta di esporre in modo più incisivo la posizione dell’UE. Il Parlamento europeo potrebbe intensificare utilmente gli sforzi per diffondere il suo messaggio di vitale importanza sui diritti umani, senza limitarsi all’operato della specifica sottocommissione, affinché raggiunga le sue delegazioni nei paesi terzi.

Stati membri

Per essere più efficace e credibile nella promozione e nella tutela dei diritti umani e della democrazia, l'UE dovrà sfruttare il peso collettivo delle proprie istituzioni e di quelle degli Stati membri. Gli Stati membri devono mantenere una solida titolarità e responsabilità per la politica dell'UE in materia di diritti umani e democrazia, sia a livello multilaterale che nelle relazioni bilaterali con i paesi terzi. A questo scopo è necessario esprimere posizioni comuni forti sui diritti umani che incoraggino le istituzioni dell'UE e gli Stati membri a parlare con una sola voce. Sarà utile procedere a periodici scambi di opinioni su questioni attinenti ai diritti umani, anche a livello politico. Gli Stati membri sono inoltre chiamati a svolgere un ruolo importante, contribuendo all’attuazione della politica dell’UE in materia di diritti umani e democrazia tramite la ripartizione degli oneri e dei compiti.

Una struttura permanente per i diritti umani e la democrazia in seno al Consiglio dell'Unione europea

Il gruppo di lavoro sui diritti umani del Consiglio (COHOM) svolge un ruolo chiave nella guida della politica dell’UE in materia di diritti umani e nella consulenza per il CPS e il Consiglio. Attualmente il COHOM è composto da rappresentanti dei governi degli Stati membri, si riunisce soltanto una volta al mese e non riesce più a far fronte all'aumento delle richieste e del carico di lavoro. Per un’attuazione efficace della politica esterna dell’UE in materia di diritti umani è necessario che il COHOM si riunisca più frequentemente e anche che le Rappresentanze permanenti degli Stati membri a Bruxelles posseggano capacità e competenze stabili in materia di diritti umani e democrazia. La presenza di una formazione del COHOM a Bruxelles garantirebbe una maggior integrazione con l’operato del Consiglio, del COREPER e di altri gruppi di lavoro tematici o geografici del CPS. Inoltre, le riunioni mensili dei direttori incaricati dei diritti umani potrebbero concentrarsi sugli aspetti strategici della politica dell’UE in materia di tali diritti e di democrazia, mentre la rappresentanza di Bruxelles si occuperebbe dei temi oggetto di discussione.

Creazione di una cultura dei diritti umani e della democrazia

In seno al SEAE è stata istituita una Direzione per i diritti umani e la democrazia. Il principio generale è che la responsabilità dei diritti umani non compete solo agli esperti, ma è fondamentale per il lavoro di tutti. A questo scopo tutte le delegazioni dell’UE nel mondo dispongono ora di un centro d’informazione sui diritti umani; questo sistema dovrebbe essere strutturato come una rete per la conduzione di campagne trasversali. Una rete analoga di centri d’informazione è in corso di realizzazione in seno al SEAE e nei servizi della Commissione.

Tutti i capi delegazione, nonché il personale del SEAE e della Commissione, ricevono formazione in materia di diritti umani e democrazia.

Verrà messa a punto una rete di centri d’informazione sui diritti umani e sulla democrazia, utilizzando le tecnologie più avanzate, al fine di condividere le informazioni e le migliori pratiche.

Una ridefinizione delle comunicazioni dell’UE

In tutto il mondo, le reti dei media sociali forniscono una piattaforma per i difensori dei diritti umani che permette loro di aiutarsi e informarsi a vicenda, di mantenere i contatti con i loro sostenitori nel mondo e di documentare e riferire le loro esperienze personali, spesso eludendo i media controllati dallo Stato. Grazie ai servizi di condivisione di video e messaggi, per i regimi autoritari può essere più arduo nascondere la repressione dei diritti e il sovvertimento della democrazia. Al tempo stesso, questi servizi possono essere utilizzati per sorvegliare maggiormente i cittadini e raccogliere informazioni su di loro. Questa connettività – e la comunità di persone formatasi recentemente grazie alle reti dei media sociali – può servire anche per contatti e discussioni fra politici e cittadini. Per esempio, con una trasmissione in diretta via web, persone di tutto il mondo possono discutere temi riguardanti i diritti umani con leader politici dell’UE e dei suoi partner internazionali, abbattendo le barriere gerarchiche tradizionali e sormontando i problemi di accesso alle sfere politiche. Chiunque voglia avere voce in capitolo nella discussione ha soltanto bisogno dell’accesso a Internet.

L’impegno nei confronti dei diversi gruppi della società mediante la diplomazia digitale è un mezzo fondamentale per promuovere i valori e l'azione dell’UE nel mondo. La diplomazia digitale dell'UE si è notevolmente sviluppata attraverso l’uso dei media sociali, anche se è necessario fare di più per sviluppare queste nuove tecniche e attingere al potenziale delle sue delegazioni presenti nel mondo.

L’UE potrebbe incoraggiare le delegazioni più importanti a utilizzare i media sociali ai fini della diplomazia digitale avvalendosi delle risorse di comunicazione esistenti. L’UE fornirà un appoggio concreto a chi si serve dei media sociali per intensificare l’impegno civico sul terreno.

Le prossime tappe

L’UE ha la volontà e i mezzi per essere in prima linea nella tutela dei diritti umani e nel sostegno alla democrazia su scala mondiale.

La presente comunicazione è intesa come un contributo al dibattito in corso all’interno delle istituzioni europee su un'impostazione globale e più efficace in materia di diritti umani e democrazia. Essa intende raccogliere opinioni su una serie di possibili azioni e opzioni. La prossima fase dovrebbe consistere nell'integrare queste idee in un'impostazione concordata a livello dell'UE attraverso discussioni interistituzionali .

Per verificare i progressi compiuti nel conseguimento degli obiettivi stabiliti nella presente comunicazione, l’UE illustrerà il proprio operato nella relazione annuale sui diritti umani e sulla democrazia nel mondo. Ciò dovrebbe dare a tutte le parti che partecipano alla politica dell’UE, compresa la società civile, l’opportunità di valutare l’impatto dell’azione dell’UE e di contribuire alla definizione delle priorità future.

Il Consiglio e il Parlamento sono invitati a riesaminare periodicamente questi risultati e a rivedere gli obiettivi strategici dell'UE dopo cinque anni.

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