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Document 52010IP0192

Unione per il Mediterraneo Risoluzione del Parlamento europeo del 20 maggio 2010 sull’Unione per il Mediterraneo (2009/2215(INI))

GU C 161E del 31.5.2011, p. 126–136 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

31.5.2011   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 161/126


Giovedì 20 maggio 2010
Unione per il Mediterraneo

P7_TA(2010)0192

Risoluzione del Parlamento europeo del 20 maggio 2010 sull’Unione per il Mediterraneo (2009/2215(INI))

2011/C 161 E/19

Il Parlamento europeo,

vista la dichiarazione di Barcellona adottata in occasione della conferenza euro-mediterranea dei ministri degli Affari esteri tenutasi a Barcellona il 27 e 28 novembre 1995, che istituisce un partenariato euro-mediterraneo,

vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio dal titolo «Il processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo» (COM(2008)0319),

vista l'approvazione da parte del Consiglio europeo di Bruxelles del 13 e 14 marzo 2008 del Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo,

vista la dichiarazione finale del vertice di Parigi per il Mediterraneo, tenutosi a Parigi il 13 luglio 2008,

vista la dichiarazione finale della riunione dei ministri degli Affari esteri dell'Unione per il Mediterraneo, tenutasi a Marsiglia il 3 e 4 novembre 2008,

viste le dichiarazioni dell'Ufficio dell’Assemblea parlamentare euro-mediterranea (APEM) di Parigi (12 luglio 2008), Il Cairo (22 novembre 2009) e Rabat (22 gennaio 2010),

viste le conclusioni della riunione inaugurale dell'Assemblea regionale e locale euro-mediterranea (ARLEM) di Barcellona del 21 gennaio 2010,

vista la dichiarazione finale del vertice euro-mediterraneo dei Consigli economici e sociali e delle istituzioni analoghe di Alessandria del 19 ottobre 2009,

viste le sue precedenti risoluzioni sulla politica mediterranea dell'Unione europea, comprese quelle del 15 marzo 2007 (1) e del 5 giugno 2008 (2), e la sua risoluzione sul processo di Barcellona: l’Unione per il Mediterraneo, del 19 febbraio 2009 (3),

viste le conclusioni della seconda conferenza ministeriale euro-mediterranea sul rafforzamento del ruolo delle donne nella società, tenutasi a Marrakech l’11 e 12 novembre 2009,

vista la sua risoluzione del 15 novembre 2007 sullo sviluppo della politica europea di vicinato (4),

viste le raccomandazioni delle commissioni dell’APEM adottate durante la sesta sessione plenaria tenutasi ad Amman il 13 e 14 marzo 2010,

vista la raccomandazione dell’APEM adottata il 13 ottobre 2008 in Giordania e trasmessa in occasione del primo incontro dei ministri degli Affari esteri del processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo di Marsiglia,

visto lo statuto del segretariato generale dell’Unione per il Mediterraneo, adottato il 3 marzo 2010,

visto l’articolo 48 del proprio regolamento,

visti la relazione della commissione per gli affari esteri e i pareri della commissione per il commercio internazionale nonché della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (A7–0133/2010),

A.

considerando che il bacino del Mediterraneo è un’area di importanza cruciale per l’UE e che in un mondo multipolare e interdipendente, i grandi insiemi regionali integrati saranno meglio in grado di rispondere alle sfide sociali, culturali, economiche, ambientali, demografiche, politiche e di sicurezza,

B.

considerando che l'Unione europea deve adottare una visione strategica che tenga conto di tutte queste sfide nei suoi rapporti con i suoi vicini del Sud ponendosi come priorità lo sviluppo sociale, economico e democratico della regione,

C.

considerando che, come stabilisce l’articolo 8 del trattato UE, l’Unione sviluppa con i paesi vicini rapporti preferenziali con l’obiettivo di creare uno spazio di prosperità e di buon vicinato basato sui valori dell’Unione e caratterizzato da stretti e pacifici rapporti fondati sulla cooperazione,

D.

considerando che l'Unione per il Mediterraneo (UpM) aiuta a rafforzare ulteriormente la dimensione regionale e multilaterale delle relazioni euro-mediterranee rilanciando la prospettiva di costruire uno spazio di pace, sicurezza e prosperità per 800 milioni di abitanti, e rappresenta il quadro ideale per raccogliere le sfide socioeconomiche, promuovere l’integrazione regionale e garantire il co-sviluppo degli Stati partner,

E.

considerando che la politica di vicinato, privilegiando l'approfondimento di relazioni bilaterali differenziate, non consente da sola di contribuire a un processo comune di integrazione e a riforme significative nella regione; considerando in questo quadro l'opportunità offerta dall'istituzione dell'UpM di rafforzare la complementarità tra le politiche bilaterali da un lato e regionali dall'altro onde rispondere più efficacemente agli obiettivi della cooperazione euro-mediterranea basati sul reciproco riconoscimento di valori condivisi come la democrazia, lo Stato di diritto, il buon governo e il rispetto dei diritti dell'uomo; considerando che occorre insistere affinché gli Stati membri si impegnino a condurre una politica europea di vicinato coerente e credibile conformemente all'articolo 8 del trattato UE,

F.

considerando indispensabile appoggiarsi sugli acquis del processo di Barcellona i cui obiettivi e le cui realizzazioni devono essere rafforzati dall'UpM conformemente alla dichiarazione di Parigi del 13 luglio 2008 non moltiplicando né sovrapponendo gli strumenti politici e i livelli istituzionali già esistenti per garantire l'efficacia e la coerenza dei numerosi strumenti di cooperazione euro-mediterranea,

G.

considerando che da una quindicina d’anni i paesi mediterranei conoscono una rapida diversificazione delle loro relazioni commerciali ed economiche (per esempio, con la Russia, la Cina, il Brasile e gli Stati del Golfo) e che le loro società sono oggetto di sostanziali trasformazioni (modi di consumo, mobilità, transizione demografica, ecc.) che non sono senza conseguenze sugli equilibri interni soprattutto territoriali,

H.

considerando che i limitati scambi culturali non sono in grado, da soli, di avvicinare i popoli del Mediterraneo e che l’Europa va perdendo gradatamente la propria influenza culturale sui suoi partner mediterranei,

I.

considerando l’importanza delle crescenti disparità tra gli Stati membri dell'Unione europea e i paesi terzi mediterranei nonché i preoccupanti problemi strutturali di carattere socioeconomico e istituzionale, che richiedono risposte forti e condivise nel comune interesse di tutti gli Stati membri dell’UpM; considerando che il potenziale di crescita economica dei paesi terzi mediterranei incoraggia tale prospettiva; considerando la necessità di un'integrazione Sud-Sud migliorata,

J.

considerando che il contesto regionale in cui prende forma l’UpM è segnato da conflitti e da tensioni politiche che ne hanno compromesso e rallentato lo sviluppo dopo il vertice di Parigi nel luglio 2008; considerando che il processo di pace nel Vicino Oriente è oggi ad un punto morto,

K.

considerando che gli effetti della crisi economica e finanziaria si sono sommati alle sfide politiche, economiche e sociali già esistenti nei paesi partner, soprattutto in relazione al problema della disoccupazione; considerando che è nell’interesse comune di questi paesi e dell’UE ridurre il numero di disoccupati nella regione e offrire alla popolazione, e soprattutto alle donne, ai giovani e alla popolazione rurale una speranza per il futuro,

L.

considerando che la ripresa del processo di pace nel Vicino Oriente e le concrete prospettive di una soluzione globale di lunga durata sono di primaria importanza per lo sviluppo delle relazioni euro-mediterranee e per il corretto funzionamento e la realizzazione dei progetti dell’UpM,

M.

considerando che le due principali innovazioni dell’UpM – l'una istituzionale (copresidenza, comitato congiunto permanente, segretariato dell'UpM) l'altra operativa (progetti integrati) – devono funzionare in modo efficace e trasparente onde migliorare le condizioni di vita dei cittadini quali principali beneficiari di questo progetto,

N.

considerando che il segretariato generale è chiamato a diventare il perno del dispositivo, che la sua efficacia dipenderà dalla capacità del suo personale di lavorare in modo indipendente e che d’altronde la presenza di un alto funzionario israeliano e di un alto funzionario palestinese che cooperano in seno a un'organizzazione internazionale su scala regionale è un fatto inedito e promettente,

O.

considerando che le regioni mediterranee sono direttamente interessate dalle problematiche transnazionali quali lo sviluppo sostenibile, la sicurezza dell'approvvigionamento energetico, i flussi migratori, gli scambi culturali e il turismo e che sono altresì confrontate a problematiche transfrontaliere quali la gestione dell'acqua e l'accesso a quest'ultima, l'inquinamento, lo sviluppo delle reti di trasporto e che pertanto le autorità locali e regionali costituiscono fattori chiave ai fini dell'ideazione di politiche territoriali sostenibili adatte alle particolarità locali e della realizzazione di progetti concreti e inclusivi,

P.

considerando la vasta problematica costituita dall’agricoltura nei paesi mediterranei, in ragione del suo peso socioeconomico, delle incidenze ambientali e delle implicazioni in materia di equilibrio territoriale,

Q.

considerando che il 60 % della popolazione mondiale povera d’acqua si concentra nella parte meridionale del bacino mediterraneo e nel Vicino Oriente e che, secondo le relazioni del PNUS sul mondo arabo e quelle del piano blu, 63 milioni di persone potrebbero trovarsi in carenza d’acqua entro il 2025,

R.

ricordando la decisione, adottata dalla conferenza ministeriale dell’UpM tenutasi a Marsiglia il 4 novembre 2008, di ridurre il divario digitale tra le due sponde del Mediterraneo, che ha dato vita alla proposta sulla BB-Med (banda larga per il Mediterraneo),

S.

considerando che dopo il vertice di Parigi i progetti annunciati nel quadro dell’UpM soffrono al giorno d'oggi di una mancanza di fondi a livello mondiale che rischia di ritardarne l'esecuzione,

T.

considerando l’importanza dei flussi migratori e delle diverse sfide che essi comportano per una sponda e l’altra del Mediterraneo sul piano umano, sociale, culturale ed economico,

U.

considerando l’importanza fondamentale dei flussi di capitali costituiti dalle commesse versate dai migranti alle popolazioni nei paesi della sponda sud,

V.

considerando la recente entrata in vigore del trattato di Lisbona con le modifiche istituzionali che ha comportato, da un lato, e i persistenti interrogativi relativi al funzionamento e al finanziamento dell’UpM, dall’altro, che rendono essenziale per il Parlamento europeo seguire da vicino gli sviluppi dell’UpM per dare il suo contributo alla piena riuscita del vertice di Barcellona,

1.

chiede ai capi di Stato e di governo dell’UpM che si riuniranno a Barcellona il 7 giugno 2010 di fare tutto il possibile affinché questo appuntamento si riveli, dopo due anni difficili, un successo per l’avvio delle istituzioni dell’UpM, l’attuazione di grandi progetti e registri progressi in tutti i capitoli della cooperazione euro-mediterranea;

2.

resta preoccupato, nonostante l’istituzione dell’UpM, per l’assenza di una definizione chiara della politica mediterranea dell’Unione europea e di una visione strategica a lungo termine per lo sviluppo e la stabilizzazione della regione; insiste sulla necessità che il processo di integrazione euro-mediterraneo ritorni a essere una priorità politica nell’agenda dell’UE;

3.

invita i governi dei paesi membri dell'UpM a rivedere in profondità e intensificare il dialogo politico; insiste sul fatto che il rispetto e la comprensione reciproci costituiscono elementi essenziali di tale dialogo e ricorda che la promozione e il rispetto della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti dell'uomo, siano essi civili, politici, economici, sociali o culturali, nonché i diritti collettivi devono essere chiaramente iscritti tra gli obiettivi di questa nuova iniziativa, soprattutto attraverso il rafforzamento dei meccanismi esistenti; insiste in tale ambito sull'importanza del rispetto delle libertà di espressione, di pensiero e di credo nonché sulla necessità di garantire i diritti delle minoranze, comprese quelle religiose; sottolinea che i diritti della donna, la pari opportunità e la lotta contro la discriminazione basate sull'orientamento sessuale esigono particolare attenzione; ribadisce il suo sostegno alle organizzazioni politiche democratiche e della società civile della sponda sud del Mediterraneo e rende omaggio al lavoro di qualità compiuto dalle organizzazioni femminili;

4.

è del parere che le tensioni politiche e i conflitti regionali nel Mediterraneo non debbano frenare la possibilità di compiere passi concreti verso operazioni settoriali e multilaterali e che attraverso la realizzazione di grandi progetti integratori e un dialogo politico aperto l'UpM contribuirà a sviluppare un clima di fiducia propizio al perseguimento degli obiettivi di giustizia e di sicurezza comune in uno spirito di solidarietà e di pace; sottolinea tuttavia che non vi potrà essere un successo pieno e completo dell'UpM senza una soluzione dei vari conflitti regionali nel rispetto del diritto internazionale che faccia del Mediterraneo un'unica area di pace;

5.

insiste sull'urgenza di pervenire a una soluzione giusta e duratura del conflitto nel Vicino Oriente ed è favorevole a un impegno determinato dell'UE e di tutti i paesi membri dell'UpM in tal senso; ribadisce il suo appello alla ripresa di seri negoziati nell'ambito del processo di pace per giungere alla coesistenza tra due Stati, uno Stato palestinese indipendente, democratico e vitale e lo Stato di Israele, che vivono fianco a fianco in pace, in sicurezza e con frontiere riconosciute internazionalmente; incoraggia il contributo importante che l'UpM può fornire ai fini del miglioramento delle relazioni tra Israele e l'Autorità nazionale palestinese, soprattutto grazie alla cooperazione tra i rappresentanti israeliani e palestinese presenti al suo interno;

6.

deplora che il processo di decolonizzazione del Sahara occidentale non sia ancora ultimato;

7.

si rallegra della nomina del segretario generale e dell’adozione dello statuto del segretariato e raccomanda che, in vista del vertice di Barcellona, sia definita l’architettura istituzionale e operativa dell’UpM sulla base dei seguenti assi:

dotare il segretariato di mezzi consoni, tanto finanziari quanto statutari, a permettergli di funzionare in modo efficace ed indipendente; insistere sull'urgenza di rendere il segretariato pienamente operativo e sulla necessità di selezionare il personale in base al merito, con la dovuta attenzione al principio della distribuzione geografica e delle pari opportunità;

chiarire i criteri di decisione, finanziamento e attuazione dei grandi progetti, in particolare la determinazione delle priorità per i prossimi tre anni;

assicurare, da parte dei partecipanti europei (Stati membri, Consiglio, Commissione) una rappresentanza comune conforme al trattato di Lisbona e favorire al tempo stesso una partecipazione attiva di tutti i paesi terzi mediterranei;

vigilare sulla legittimità democratica dell’UpM confermando l’APEM quale parte integrante dell’architettura istituzionale;

rafforzare il coordinamento con i progetti e i programmi comunitari approvati dalle conferenze ministeriali specializzate prestando particolare attenzione alle possibilità di sinergie;

permettere cooperazioni a geometria variabile, aperte ai paesi e alle istituzione multilaterali che desiderano lavorare insieme su progetti di interesse condiviso;

garantire una sana cooperazione tra il segretariato e la Commissione europea nonché una chiara delimitazione delle rispettive competenze; pregare la Commissione di collaborare attivamente con l'UpM e chiedere maggior chiarezza riguardo alla sua partecipazione in questa nuova struttura internazionale;

sviluppare azioni di comunicazione per garantire la visibilità delle attività dell’UpM, informare i cittadini dei grandi progetti e dei progressi dell’UpM soprattutto attraverso un sito Internet completo e potenziato;

vigilare sulla legittimità democratica dell’UpM in modo tale che le decisioni vengano prese in tutta trasparenza associando il Parlamento europeo, l’APEM e i parlamenti nazionali al processo decisionale; sottolineare che l’APEM dovrebbe essere riconosciuta quale parte integrante dell’UpM come rappresentanza parlamentare;

garantire il dialogo con tutti i soggetti interessati (enti locali e organizzazioni della società civile), associandoli nel processo decisionale che riguarda i progetti principali;

8.

ricorda che il Vertice di Parigi ha adottato sei grandi settori strategici orizzontali (protezione civile, autostrade del mare e autostrade terrestri, disinquinamento del Mediterraneo, piano solare mediterraneo, iniziativa di sviluppo degli affari nel Mediterraneo e università euro-mediterranea), la maggior parte dei quali sono già stati adottati nell’ambito del partenariato EuroMed; sottolinea pertanto l'importanza di una valutazione minuziosa dei programmi regionali e dei mezzi già posti in essere nell'ambito del partenariato euro-mediterraneo e auspica che la selezione dei progetti finanziati nell'ambito dell'UpM si basi sul criterio del valore aggiunto a livello sia regionale sia locale; plaude per la rapida attuazione di detti progetti prioritari;

9.

ritiene essenziale che i finanziamenti dei progetti previsti grazie all’apporto di fondi pubblici e privati vengano garantiti, accresciuti e mobilitati; a tal fine:

invita i membri dell’UpM a erogare ai progetti fondi all’altezza delle poste in gioco e attende un impegno storico da parte dei partecipanti al vertice di Barcellona;

insiste affinché nella fase che precede la conclusione delle prospettive finanziarie 2007–2013 ogni apporto finanziario dell’Unione non rechi pregiudizio ai progetti regionali euro-mediterranei in corso o previsti; sottolinea la necessità di un considerevole rafforzamento dei mezzi destinati alla componente meridionale della politica europea di vicinato nonché dei contributi dell’UE ai progetti dell’UpM nelle nuove prospettive finanziarie 2014–2020 dell’UE, pur tenendo conto degli effetti della crisi economica e finanziaria;

plaude all’azione delle istituzioni finanziarie nazionali, europee (BEI-FEMID, BIRD) e internazionali (Banca mondiale) già operanti nella regione; insiste sulla necessità di trovare sinergie intorno ai grandi progetti e propone la creazione di una banca euro-mediterranea di investimento e di sviluppo per rafforzare il carattere paritario Nord-Sud dell'UpM;

insiste sul ruolo della Banca europea per gli investimenti (BEI), che assicura il coordinamento di tre dei sei progetti prioritari (il disinquinamento del Mediterraneo, il piano solare e le autostrade del mare e terrestri);

sottolinea la necessità di creare le condizioni per una maggiore cooperazione e una migliore integrazione finanziaria ed economica tra i paesi membri dell'UpM, in particolare tra i paesi della sponda sud;

si compiace del recente varo di fondi di investimento destinati al finanziamento dei progetti dell’UpM, tra cui il fondo InfraMed, destinato ai progetti infrastrutturali e invita i vari operatori a favorire lo sviluppo di iniziative analoghe e a promuovere la cooperazione tra investitori, soprattutto tra investitori di lungo periodo;

auspica l’instaurazione di fondi di investimento destinati al finanziamento dei progetti degli enti locali o regionali in materia di sviluppo sostenibile;

10.

incoraggia a operare per migliorare il contesto economico e giuridico dei paesi terzi dando priorità all’instaurazione di istituzioni finanziarie subregionali durature e credibili in grado di attrarre gli investimenti stranieri; auspica altresì:

la predisposizione di una carta per la protezione degli investimenti comuni ai paesi terzi mediterranei che consentirebbe di armonizzare e migliorare la protezione degli investimenti e incoraggiarli;

la creazione di un sistema di assicurazione e di garanzia finanziaria per gli investitori ispirato al sistema dell’Agenzia multilaterale di garanzia degli investimenti (MIGA) e adattata al contesto euro-mediterraneo;

riforme volte a alleggerire i vincoli amministrativi e in particolare a migliorare e semplificare l’esecuzione dei contratti;

la promozione di un'armonizzazione progressiva e effettiva delle legislazioni del lavoro rispettando i diritti dei lavoratori nei paesi terzi dell'UpM;

il miglioramento dell’accesso al credito per le PMI e dell’offerta in tema di formule di credito e di microcredito;

11.

auspica un miglioramento del clima economico e giuridico nella regione, garanzia indispensabile per futuri investimenti; insiste sull'obiettivo dello sviluppo delle risorse umane e dell’occupazione conformemente agli obiettivi del Millennio per lo sviluppo relativi alla lotta contro la povertà; sottolinea che la salvaguardia e il potenziamento di solidi servizi pubblici costituiscono un altro elemento essenziale per garantire lo sviluppo sostenibile della regione;

12.

ritiene che una maggiore cooperazione economica bilaterale e multilaterale Sud-Sud recherebbe benefici concreti ai cittadini e migliorerebbe il clima politico nella regione;

13.

insiste sulla necessità vitale di accrescere gli scambi Sud-Sud, che rappresentano attualmente solo il 6 % degli scambi commerciali, e dunque di intraprendere azioni volte all’estensione dell’accordo di Agadir; ricorda l’interesse di questi paesi a intensificare le loro relazioni e i loro scambi onde costituire un polo economico unito, forte e attrattivo per gli investitori, in grado di difendere gli interessi della regione e valorizzarne lo sviluppo; sottolinea che l’UpM deve permettere di rispondere più facilmente alle richieste di assistenza tecnica e finanziaria onde promuovere l’integrazione economica Sud-Sud; considera che l’estensione e la semplificazione del cumulo d’origine paneuropeo-mediterraneo potrebbe contribuire a raggiungere tale obiettivo;

14.

ribadisce l’importanza dei negoziati in corso sulla zona di libero scambio Europa-Mediterraneo e invita i paesi membri dell’UpM ad adoperarsi per armonizzare le loro posizioni nell’ambito dei negoziati OMC;

15.

chiede alla Commissione di tener conto, nel corso dei negoziati sugli accordi commerciali, dei risultati degli studi di impatto esistenti e di valutare gli effetti sociali e ambientali del processo di liberalizzazione alla luce del cambiamento climatico e della crisi economica e sociale e permetterne un’attuazione progressiva e asimmetrica, tutelando su entrambe le sponde del Mediterraneo le produzioni simili, esposte a un maggiore rischio di concorrenza in relazione all'evoluzione del processo di liberalizzazione; chiede all’UpM di selezionare i progetti soprattutto in funzione dei bisogni sociali ed economici e della necessità di ridurre l’impatto sull’ambiente;

16.

auspica che gli accordi di associazione siano rivisti alla luce delle nuove necessità legate alla crisi finanziaria, economica e sociale nonché alle crisi alimentari e energetiche; ricorda che uno degli obiettivi principali della creazione di una zona euro-mediterranea di libero scambio deve restare quello di un commercio al servizio dello sviluppo e della riduzione della povertà e auspica che la tabella di marcia del vertice ministeriale del 9 dicembre 2009 permetterà di conseguire tale obiettivo;

17.

deplora che gli aspetti socioeconomici, commerciali ed energetici, come gli investimenti diretti esteri, l’occupazione, l’efficacia energetica, l’economia informale o la riduzione della povertà, siano stati trascurati nella dichiarazione di Parigi e chiede di rimediarvi al vertice di Barcellona;

18.

ricorda che le politiche migratorie costituiscono una delle priorità del partenariato euro-mediterraneo e invita gli Stati e le istituzioni che fanno parte dell'UpM a annettere particolare attenzione alla gestione coordinata dei flussi migratori; sottolinea che la costruzione dell'UpM è indissociabile dalla valorizzazione delle risorse umane e degli scambi tra le popolazioni del bacino del Mediterraneo e incoraggia, oltre che alla regolazione dei flussi e alla lotta contro l'immigrazione clandestina, l'agevolazione progressiva di una libera circolazione tra le due sponde, il rafforzamento dei dispositivi di integrazione dei migranti, l'elaborazione di politiche attive in favore dell'occupazione e il miglioramento delle condizioni di esercizio del diritto d'asilo; considera che occorre assicurare la continuità della conferenza ministeriale Euromed sulle migrazioni svoltasi a Albufeira il 18 e 19 novembre 2007;

19.

invita i membri dell’UpM ad agevolare i trasferimenti delle commesse versate dai migranti alle popolazioni dei loro paesi di origine, operando in particolare per ridurre i relativi costi;

20.

ricorda l’importanza del quarto capitolo della cooperazione euro-mediterranea (relativo alla migrazione, all'integrazione sociale, alla giustizia e alla sicurezza) e sottolinea la necessità per l'UpM di promuovere la cooperazione nell'ambito di tale capitolo;

21.

insiste sull’importanza strategica di settori come l’agricoltura, lo sviluppo rurale, l'adattamento al cambiamento climatico, l'utilizzazione razionale dell'acqua e dell'energia nei paesi mediterranei e chiede di fare della cooperazione in materia agricola una priorità politica; incoraggia gli Stati dell’UpM a procedere quanto più possibile verso un’armonizzazione delle rispettive posizioni nell’ambito dei negoziati dell’OMC e a progredire verso una maggiore convergenza delle politiche agricole euro-mediterranee soprattutto in materia di rispetto di appropriate norme sociali, di sicurezza alimentare, fitosanitaria e ambientale e di qualità dei prodotti; ritiene che tali politiche dovranno integrare le esigenze di uno sviluppo sostenibile (compresa la preservazione delle risorse naturali) consentendo a termine di far emergere mercati regionali e tenendo conto della situazione particolare e concorrenziale degli agricoltori mediterranei nonché della necessità di mantenere un settore agricolo forte;

22.

sottolinea la necessità di definire una politica agricola regionale secondo la tabella di marcia euro-mediterranea per l'agricoltura, che tuteli la produzione alimentare locale e la sicurezza alimentare, promuova la produzione, distribuzione e diversificazione dei prodotti tipici mediterranei, lo sviluppo delle piccole e medie imprese e sia compatibile con lo sviluppo sostenibile; chiede alla Commissione, alla luce dell’insicurezza alimentare crescente in numerosi paesi partner mediterranei, di accettare le richieste dei partner riguardanti l’estensione delle salvaguardie nonché le procedure accelerate per la loro applicazione in periodi di crisi alimentare;

23.

ribadisce il suo sostegno alla dimensione ambientale dell'UpM e ricorda l'importanza dell'iniziativa euro-mediterranea per il disinquinamento del Mediterraneo; si compiace a tale proposito dell'avvio della seconda fase del programma di investimenti per l'eliminazione delle principali fonti di inquinamento del Mediterraneo - meccanismo di finanziamento per la preparazione e attuazione dei progetti (MeHSIP PPIF); ritiene urgente progredire nel settore specifico della prevenzione dell'inquinamento marino e reputa che il mar Mediterraneo debba formare oggetto di particolare attenzione in quanto mare chiuso; precisa che tutti i progetti UpM dovrebbero essere previsti e seguiti in coerenza con i programmi esistenti relativi in particolare al piano d'azione per il Mediterraneo dell'UNEP per la convenzione di Barcellona;

24.

invita gli Stati partner, nel quadro dei grandi progetti dell’UpM in materia di trasporti terrestri e marittimi, a migliorare le infrastrutture per garantire una migliore circolazione di persone e merci nella regione del Mediterraneo e incentivare una politica dei trasporti che tenga conto delle esigenze di sviluppo sostenibile, di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, di efficienza energetica e di intermodalità; sottolinea che tali sforzi devono essere realizzati in linea soprattutto con la politica ambientale, industriale, di sanità pubblica e di gestione del territorio; insiste sulla necessità di sviluppare i progetti relativi alle autostrade del mare al fine di incoraggiare l’utilizzo di modi di trasporto alternativi e creare rotte commerciali sicure, pulite e sostenibili;

25.

ritiene che il potenziamento delle infrastrutture portuali e di trasporto terrestre possa essere un fattore di sviluppo economico e contribuire a stimolare gli scambi commerciali tra i paesi euro-mediterranei;

26.

sottolinea la necessità di rafforzare la cooperazione nel settore dell’energia e chiede l’immediata promozione di piani di sviluppo, che incoraggino la differenziazione delle fonti e delle rotte di approvvigionamento energetico, contribuendo così in modo determinante alla sicurezza energetica nell’area mediterranea;

27.

ricorda il grande potenziale delle fonti di energia rinnovabile nella regione euro-mediterranea, in particolare eolica e solare; sostiene una realizzazione rapida e coordinata del piano solare mediterraneo, il cui obiettivo principale è l'instaurazione, entro il 2020, di 20 GW di ulteriori capacità di produzione di energia rinnovabile nel Mediterraneo e di iniziative industriali come DESERTEC, nonché l'adozione di una strategia euro-mediterranea per l'efficienza energetica; auspica che i progetti corrispondano prioritariamente alle esigenze dei paesi fornitori e sottolinea a tal fine le ricadute in materia di sviluppo economico per i paesi partner del rafforzamento, in particolare sulla sponda Sud, delle infrastrutture di rete, della progressiva attuazione di un mercato regionale interdipendente e della creazione di un nuovo settore industriale connesso, ad esempio, alla fabbricazione di componenti per l'energia solare;

28.

chiede che l’iniziativa «Il solare per la pace» venga promossa e sostenuta nell’ambito del progetto per l’integrazione del mercato energetico euro-mediterraneo (MED-EMIP);

29.

raccomanda ai paesi partecipanti al processo euro-mediterraneo di aderire all’iniziativa «città intelligenti» prevista dal piano strategico per le tecnologie energetiche;

30.

sostiene la promozione delle interconnessioni transeuro-mediterranee nei settori dell’elettricità, del gas e del petrolio al fine di migliorare la sicurezza dell'approvvigionamento energetico; sottolinea l’importanza di completare lo snodo mediterraneo dell’elettricità e sostiene lo sviluppo di un corridoio meridionale per il gas; incoraggia l'uso di flussi inversi laddove sia giustificato in termini di sicurezza, efficienza dei costi e redditività;

31.

sottolinea che gli obiettivi climatici 20-20-20 avranno un notevole impatto sulla domanda di gas e ritiene pertanto che la creazione di un piano d’azione concernente il gas naturale liquefatto per i paesi membri dell’UpM possa migliorare la diversificazione e la sicurezza degli approvvigionamenti, soprattutto per i paesi che dipendono da fornitori unici;

32.

ribadisce l’importanza di realizzare progressi nella tecnologia del gas naturale liquefatto e di aumentare gli investimenti nelle capacità di trasporto via nave e nei terminal di rigassificazione del GNL; fa presente che oltre allo sviluppo delle infrastrutture è necessario garantire anche la sicurezza marittima;

33.

insiste sull’urgenza di sviluppare cooperazioni rafforzate in materia di protezione civile nel Mediterraneo per lottare contro le catastrofi naturali, soprattutto sismi, inondazioni e incendi boschivi; incoraggia la creazione di un istituto euro-mediterraneo per gli incendi boschivi;

34.

insiste sull'importanza di sviluppare nell'ambito dell'UpM nuovi progetti destinati all'insegnamento, agli scambi scolastici e universitari e alla ricerca, quali fattori di ravvicinamento e di sviluppo dei popoli delle sponde del Mediterraneo; ritiene prioritaria, grazie all'attivo coinvolgimento della società civile, la creazione di un vero e proprio spazio euro-mediterraneo dell'insegnamento superiore, della scienza e della ricerca e a tal fine:

si compiace della creazione dell'università euro-mediterranea EMUNI e invita le istituzioni partecipanti a approfondire il proprio impegno nello sviluppo delle sue attività;

chiede un rafforzamento dei finanziamenti destinati ai programmi di scambi universitari «Erasmus Mundus» e una migliore informazione sui programmi di scambi esistenti; invita in modo particolare a ispirarsi all'esperienza del programma europeo Averroè;

auspica l'attuazione di un ambizioso Erasmus euro-mediterraneo junior che consenta di intensificare gli scambi scolastici fra gli Stati membri dell'UpM;

chiede una cooperazione più strutturata nel settore dell'insegnamento superiore e della ricerca al fine di incoraggiare il reciproco riconoscimento dei diplomi, l'istituzione di diplomi congiunti e di scuole dottorali comuni onde accrescere in particolare la mobilità dei ricercatori, accompagnata da misure per lottare contro la fuga di cervelli;

auspica che particolare attenzione sia annessa al ravvicinamento dell'attività di formazione, di ricerca e d'innovazione ponendo in particolare l'accento sul dialogo tra università e imprese e sul partenariato pubblico-privato nel settore della ricerca;

35.

chiede che nuovi progetti volti a favorire gli scambi culturali e la reciproca cooperazione tra le società vengano rapidamente iscritti all'ordine del giorno dell'UpM, soprattutto attraverso l'adozione di una strategia euro-mediterranea in materia culturale e lo sviluppo del dialogo interculturale e interreligioso; incoraggia l'attuazione dei progetti della Conferenza permanente dell'audiovisivo mediterraneo (COPEAM) in particolare quello di una rete televisiva euro-mediterranea nonché la riedizione di iniziative che hanno avuto successo come la Settimana araba e EuroMedScola; plaude all'azione della Biblioteca di Alessandria, dell'Istituto del mondo arabo e della Fondazione Anna Lindh, in particolare l'organizzazione delle giornate del Forum per il dialogo interculturale a Barcellona nel marzo 2010 da parte di quest'ultima; chiede ai paesi e alle istituzioni che fanno parte dell'UpM di mantenere il proprio impegno nell'ambito dell'alleanza delle civiltà dell'ONU;

36.

plaude alla scelta della candidatura a Capitale europea della cultura per il 2013 di Marsiglia (Provenza) il cui progetto è risolutamente orientato a una dimensione euro-mediterranea per una ravvicinamento dei popoli delle due sponde del Mediterraneo; sottolinea la vocazione di tale progetto culturale altamente simbolico a intraprendere azioni concrete e innovative al servizio del dialogo delle culture dell’Europa e del Mediterraneo;

37.

rileva che occorre definire politiche industriali in grado di migliorare le economie di scala sostenendo nel contempo le piccole e medie imprese e potenziando i settori ad alta tecnologia; chiede ai paesi membri e alle istituzioni dell’UpM di svolgere un ruolo attivo nel sostenere le PMI, in particolare per quanto riguarda servizi finanziari efficienti e assistenza tecnica e amministrativa, in modo da creare una solida base imprenditoriale, soprattutto in settori che contribuiscono alla crescita economica nei paesi del Mediterraneo;

38.

sottolinea che l'APEM ha vocazione a diventare l'Assemblea parlamentare dell'UpM, garante della sua legittimità democratica, e sostiene la proposta della 6a sessione plenaria dell'APEM svoltasi a Amman il 13 e 14 marzo 2010 di ribattezzare l'APEM in Assemblea parlamentare-Unione per il Mediterraneo (AP-UpM);

39.

ribadisce le sue competenze nella procedura di bilancio dell’Unione europea e insiste sull’importanza per l’APEM di esercitare sin d'ora responsabilità più estese assumendo un ruolo di consulenza e di controllo democratico quanto alla definizione degli assi di lavoro, al regolare monitoraggio dei progetti e all’esecuzione di bilancio; invita le varie commissioni competenti dell'APEM a procedere alla regolare audizione del segretario generale e dei vicesegretari generali; ritiene che tale responsabilizzazione dovrebbe tuttavia andare di pari passo con un miglioramento del funzionamento e dei metodi di lavoro dell’APEM, ivi compresa l’assegnazione delle risorse umane e finanziarie necessarie nonché un miglior allineamento del lavoro dell'APEM a quello delle altre istituzioni dell'UpM; si rallegra delle decisioni adottate in tal senso in occasione della 6a sessione plenaria dell’APEM tenutasi ad Amman il 13 e 14 marzo 2010;

40.

si compiace della recente creazione dell’Assemblea regionale e locale euro-mediterranea (ARLEM) e chiede di vigilare sul corretto coordinamento dei lavori dell’ARLEM con quelli dell’APEM soprattutto per il tramite di riunioni congiunte o inviti reciproci di membri dei rispettivi uffici di presidenza alle riunioni di lavoro; insiste sull’interesse di tali assemblee, che riuniscono i rappresentanti eletti delle due sponde del Mediterraneo e favoriscono gli scambi di buone pratiche democratiche;

41.

insiste affinché la società civile, le parti sociali e le numerose organizzazioni professionali e socioprofessionali sviluppatesi nell’ambito del partenariato euro-mediterraneo vengano regolarmente consultate e associate alle attività e ai progetti dell’UpM; e incoraggia:

l'assemblea generale dei Consigli economici e sociali e di istituzioni analoghe a valutare l'instaurazione di un consiglio economico e sociale euro-mediterraneo;

lo sviluppo di progetti che facilitino le relazioni di affari, gli investimenti e le compartecipazioni fra imprese delle due sponde del Mediterraneo, come il progetto Invest in Med;

il collegamento in rete delle camere di commercio euro-mediterranee e delle associazioni sindacali e padronali euro-mediterranee;

l'allargamento alle organizzazioni rappresentative delle piccole e medie imprese del gruppo di cooperazione industriale incaricato di attuare la Carta euro-mediterranea per l'impresa affinché divenga lo strumento che consente di rimuovere gli ostacoli alla crescita e allo sviluppo delle PMI;

42.

si compiace per l'impegno ribadito in occasione della seconda Conferenza ministeriale euro-mediterranea sul rafforzamento del ruolo delle donne nella società (Marrakesh, 11 e 12 novembre 2009) inteso a favorire la parità de iure e de facto tra donne e uomini, la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e il rispetto dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali sia delle donne sia degli uomini; chiede con insistenza che vengano adottate misure concrete in tal senso e raccomanda l'adozione di un progetto nell'ambito dell'UpM sull'imprenditoria femminile e il rafforzamento della loro partecipazione alla vita pubblica; ricorda la sua posizione costante secondo cui il rispetto delle tradizioni e dei costumi non può servire da pretesto alla violazione dei diritti fondamentali delle donne;

43.

invita il Consiglio, la vicepresidente della Commissione/Alto Rappresentante dell'UE, la Commissione europea e il neocostituito Servizio europeo per l'azione esterna a fornire gli sforzi necessari per garantire la coerenza dell’UE nella partecipazione all’UpM e associare il Parlamento europeo alla definizione della politica europea;

44.

accoglie con favore la recente adesione all’UpM dei paesi dei Balcani occidentali, candidati all’adesione all’UE;

45.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al presidente del Consiglio dell’Unione europea, al presidente della Commissione europea, alla vicepresidente della Commissione/Alto Rappresentante dell’Unione europea, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, alla copresidenza e al segretario generale dell’UpM, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati partner.


(1)  GU C 301 E del 13.12.2007, pag. 210.

(2)  GU C 285 E del 26.11.2009, pag. 39.

(3)  GU C 76 E del 25.3.2010, pag. 76.

(4)  GU C 282 E del 6.11.2008, pag. 443.


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