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Document 52010IE0560
Opinion of the European Economic and Social Committee on ‘Future strategy for the EU dairy industry for the period 2010-2015 and beyond’ (own-initiative opinion)
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Strategia futura per il settore lattiero-caseario europeo per il periodo 2010-2015 e oltre» (parere d'iniziativa)
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Strategia futura per il settore lattiero-caseario europeo per il periodo 2010-2015 e oltre» (parere d'iniziativa)
GU C 347 del 18.12.2010, p. 34–40
(BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
18.12.2010 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 347/34 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Strategia futura per il settore lattiero-caseario europeo per il periodo 2010-2015 e oltre»
(parere d'iniziativa)
(2010/C 347/05)
Relatore: Frank ALLEN
Il Comitato economico e sociale europeo, in data 16 luglio 2009, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 29, paragrafo 2, del proprio Regolamento interno, di elaborare un parere di iniziativa sul tema:
Strategia futura per il settore lattiero-caseario europeo per il periodo 2010-2015 e oltre.
La sezione specializzata Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 28 gennaio 2010.
Alla sua 460a sessione plenaria, dei giorni 17 e 18 febbraio 2010 (seduta del 17 febbraio), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 152 voti favorevoli, 6 voti contrari e 6 astensioni.
1. Conclusioni e raccomandazioni
1.1 Il settore lattiero-caseario è di importanza strategica a lungo termine, in quanto fornisce prodotti caseari sicuri e di alta qualità ai cittadini europei. L'UE deve assolutamente evitare di dipendere dalle fonti di approvvigionamento extracomunitarie e deve continuare a garantire i più elevati livelli di benessere animale, igiene, tracciabilità, medicina veterinaria, tutela ambientale e produzione sostenibile.
1.2 I produttori agricoli continueranno a produrre latte di qualità a condizione che il loro lavoro risulti redditizio (ma non a lungo termine se ciò non dovesse risultare vantaggioso). La produzione europea di latte è destinata a subire un declino e progressivamente a scomparire da alcune regioni, a meno che i prezzi non si stabilizzino garantendo un profitto. Occorre altresì tenere conto, in particolare, delle zone svantaggiate (ZS). I produttori lattieri devono inoltre ricevere una compensazione finanziaria in quanto offrono un modello di agricoltura multifunzionale, vale a dire «servizi pubblici non commerciali», come la conservazione e lo sviluppo del paesaggio rurale, della biodiversità, degli habitat naturali, dell'arte e della cultura rurale. Nei nuovi Stati membri dovrebbe essere presa in considerazione la possibilità di prevedere pagamenti diretti accoppiati per i produttori lattieri.
1.3 Per accrescere l'efficienza del settore lattiero-caseario a livello tanto delle aziende agricole che delle industrie di trasformazione, occorre destinare ingenti risorse alla ricerca, all'innovazione, allo sviluppo e alla zootecnia. Ciò richiede un migliore utilizzo di foraggi e mangimi a livello aziendale nonché nuovi prodotti al livello della trasformazione. Entrambi i livelli hanno bisogno di tecnologie nuove e più efficienti. È essenziale investire massicciamente nello sviluppo del settore affinché l'UE possa affermarsi come leader mondiale in quest'ambito.
1.4 È fondamentale scongiurare la volatilità dei prezzi registrata nel periodo 2007-2008. Per raggiungere questo obiettivo risultano necessarie adeguate misure di sostegno e un attento monitoraggio del mercato, al fine di garantire un giusto equilibrio tra l'offerta e la domanda.
1.5 L'UE ha la possibilità di rispondere alla situazione del mercato attraverso il sistema delle quote e altri strumenti di organizzazione dei mercati (almeno fino al 2015).
1.6 In linea con quanto sostenuto nella comunicazione elaborata dalla Commissione nel luglio 2009, è necessario definire e attuare una tabella di marcia per cercare di comprendere i motivi per cui i prezzi al consumo sono rimasti più alti del 14 % rispetto al periodo precedente all'aumento dei prezzi. È essenziale che vi sia trasparenza all'interno della catena alimentare.
1.7 Per garantire la sostenibilità del settore lattiero-caseario dell'UE oltre il 2015, continuerà ad essere necessario ricorrere a varie misure di politica agricola, combinate con un sistema di reti di sicurezza, allo scopo di sostenere e stabilizzare i prezzi di produzione, evitando che scendano al di sotto di un certo livello, limitare eccessive fluttuazioni dei prezzi, costituire riserve sufficienti per coprire penurie impreviste o intervenire in caso di calamità naturali. Un sistema con misure di mercato che agiscano sull'offerta e sulla domanda è essenziale per garantire un settore lattiero-caseario sostenibile e rispettoso dell'ambiente nel periodo successivo al 2015. L'alimentazione in generale e il latte in particolare sono troppo importanti per il benessere dei cittadini perché vengano lasciati alla mercé di un sistema di mercato libero e non regolamentato.
2. Introduzione
2.1 L'allevamento di bovini da latte è una delle principali attività agricole dell'UE. Nel 2008, un milione di agricoltori hanno prodotto 150 milioni di tonnellate di latte, per un valore di oltre 40 miliardi di euro, il che corrisponde al 14 % del valore della produzione agricola comunitaria. Oltre il 60 % dei manzi allevati nell'UE proviene da mandrie da latte. In base alle cifre fornite dalla Federazione internazionale dei produttori lattieri (International Dairy Federation, IDF), l'UE è il maggior produttore di latte del mondo. Essa contribuisce alla produzione mondiale per un 27 %, ed è seguita dall'India con il 20 % e dagli USA con il 16 %.
2.2 Il settore lattiero-caseario, dalla raccolta alla trasformazione, dà lavoro a circa 400 000 persone nell'UE.
2.3 La produzione e trasformazione di latte svolge un ruolo importantissimo nella conservazione del tessuto economico e sociale delle zone svantaggiate. In effetti, il 60 % delle aziende lattiero-casearie dell'UE a 25 sono situate nelle ZS. Oltre all'allevamento bovino e ovino, la produzione di latte è una delle attività imprenditoriali più adatte per mantenere le famiglie in queste zone e svolge una funzione essenziale nella conservazione e nello sviluppo del paesaggio e dell'ambiente.
3. Contesto
3.1 Negli ultimi due anni, si è assistito ad importanti oscillazioni dei prezzi dei prodotti lattiero-caseario sul mercato mondiale. Nel 2007 e all'inizio del 2008 c'è stato un aumento record dei prezzi globali delle materie prime lattiero-casearie, che ha dato luogo ad un incremento sostanziale dei prezzi del latte e dei prodotti lattiero-caseari. A questo ha fatto seguito, nel secondo semestre del 2008, una caduta ancor più vertiginosa dei prezzi di tali prodotti.
3.2 Gran parte dei prodotti lattiero-caseari viene consumato nelle regioni di produzione. Circa l'8 % della produzione mondiale di prodotti lattiero-caseari viene commercializzato sul mercato mondiale e di conseguenza un minimo cambiamento nella produzione globale può avere una grande influenza sul mercato mondiale. Ad esempio, un divario del 2 % tra la produzione globale e il consumo globale equivale a circa il 25 % del commercio mondiale di prodotti lattiero-caseari.
3.3 L'UE è il maggior esportatore di formaggi, ma sono i prodotti di base, ad esempio latte in polvere e burro, a costituire la maggior parte delle esportazioni di prodotti lattiero-caseari al di fuori dell'UE. In effetti, il mercato lattiero-caseario mondiale può essere descritto essenzialmente come un mercato di prodotti di base.
3.4 Dato che l'UE è autosufficiente al 109 % per quanto concerne i prodotti lattiero-caseari, il 9 % in eccedenza può essere esportato sul mercato mondiale. I principali prodotti esportati dall'UE sono burro/butteroil, latte scremato in polvere, formaggi, latte intero in polvere e latte condensato.
3.5 Dal 2000, il consumo globale di prodotti lattiero-caseari ha registrato un aumento medio del 2,5 % annuo. Questa percentuale è attualmente scesa all'1 % annuo.
3.6 Dal 2004 al 2006, il consumo globale di prodotti lattiero-caseari ha superato la produzione il che ha imposto di utilizzare tutte le riserve. Questa è la ragione principale dell'improvviso aumento dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari di base sul mercato mondiale. Dal 2008, il rapporto si è capovolto col risultato che attualmente la produzione supera la domanda.
3.7 Tale aumento improvviso del prezzo del latte ha infine provocato una caduta della quota di mercato, in quanto i consumatori hanno iniziato a preferire prodotti di sostituzione più economici, in particolare per quanto concerne gli ingredienti dei prodotti lattieri. La recessione mondiale e la caduta del prezzo del petrolio hanno contribuito a ridurre ulteriormente le vendite di prodotti lattiero-caseari. I paesi produttori di petrolio sono grossi importatori di prodotti lattiero-caseari e una caduta del prezzo del petrolio comporta una riduzione delle importazioni di tali prodotti che può determinare a sua volta il crollo dei prezzi delle materie prime lattiero-casearie mondiali.
3.8 Le oscillazioni di prezzo dei prodotti lattiero-caseari più pregiati sono più difficili da individuare rispetto ai prodotti di base ma è ovvio che anche le vendite di prodotti lattiero-caseari a valore aggiunto sono diminuite man mano che i consumatori hanno iniziato a comprare prodotti più economici.
3.9 Nella sua comunicazione al Consiglio del luglio 2009, la Commissione afferma che l'aumento dei prezzi nella seconda metà del 2007 ha provocato un repentino incremento dei prezzi del latte e un forte aumento dei prezzi al consumo. Invece la caduta dei prezzi registrata nella seconda metà del 2008 e nel 2009, che ha visto scendere i prezzi del burro (-39 %), del latte scremato in polvere (-49 %), del formaggio (-18 %) e del latte (-31 %), ha determinato a livello UE solo una riduzione media del 2 % dei prezzi al consumo. In realtà i prezzi al consumo sono, di media, rimasti più alti del 14 % rispetto al periodo precedente all'aumento dei prezzi. Tuttavia, in quei paesi che registrano grosse vendite di prodotti lattiero-caseari ai dettaglianti che vendono i loro prodotti a basso prezzo, nel 2009 si è assistito ad una «guerra dei prezzi» dato che tali prodotti vengono usati per fare concorrenza ad altri punti vendita (1).
3.10 La razionalizzazione e la crescente concentrazione all'interno del settore del commercio al dettaglio nell'UE ha dato a quest'ultimo un potere negoziale che non ha riscontro in altri settori della catena di approvvigionamento alimentare. I produttori agricoli subiscono i prezzi e non li fissano, soprattutto quando l'offerta di latte supera la domanda. Nel complesso, sembra che le autorità della concorrenza e le norme in materia abbiano arrecato maggiori benefici alla grande distribuzione piuttosto che ad un milione di allevatori di bovini da latte. Questi ultimo devono avere una posizione negoziale più forte per quanto riguarda i prezzi di produzione del latte in modo da riportare l'equilibrio nella catena alimentare.
3.11 L'Agenda 2000 e, successivamente, la revisione intermedia e la valutazione dello stato di salute della PAC, che erano intese a preparare l'agricoltura UE a un eventuale accordo OMC, hanno sancito una riduzione del prezzo d'intervento che, assieme a restrizioni quantitative agli interventi stessi, ha indebolito il meccanismo di sostegno dei prezzi. Di conseguenza, i prezzi di produzione del latte sono scesi a livelli inferiori a quelli precedenti l'introduzione di meccanismi di sostegno, uno dei quali è appunto l'intervento.
4. Le prospettive del mercato
4.1 L'Unione europea
4.1.1 Nel mercato lattiero-caseario dell'UE la produzione supera il consumo del 9 %.
4.1.2 L'UE importa anche prodotti lattiero-caseari da paesi terzi a tariffe ridotte. Le importazioni sono relativamente basse rispetto al consumo totale dell'UE. Ad esempio, nel 2007 e nel 2008 l'UE ha importato rispettivamente circa 330 000 e 300 000 tonnellate di prodotti lattiero-caseari. I prodotti lattiero-caseari importati nell'UE comprendono formaggi (1,1 % della produzione UE), burro (4,3 % della produzione UE) e latte in polvere scremato (2,4 % della produzione UE). Le importazioni di prodotti lattiero-caseari oscillano tra il 2 e il 3 % dell'equivalente latte della produzione lattiera dell'UE.
4.1.3 Fino al 40 % del latte europeo è trasformato in formaggio e circa il 30 % viene usato per prodotti lattiero-caseari freschi. Questi due tipi di prodotti sono stati i motori principali della crescita del consumo all'interno dell'UE negli ultimi dieci anni. Il rimanente 30 % è usato per produrre burro, latte in polvere e caseina.
4.1.4 Le scorte d'intervento di burro e di latte scremato in polvere hanno registrato un aumento a causa del consumo più limitato nell'UE, della contrazione dei prezzi sul mercato mondiale e della recessione internazionale. La quota UE è aumentata del 2 % nel 2008 e dell'1 % nel 2009 il che, tenendo conto del futuro incremento delle quote già deciso, potrebbe portare ad un incremento della produzione di latte nell'UE.
4.1.5 Il ricorso alle restituzioni alle esportazioni ha evitato che le scorte d'intervento diventassero ancora maggiori, mentre l'intervento era aperto.
4.1.6 Le azioni intraprese dalla Commissione hanno fatto in modo che i prezzi del latte dell'UE non scendessero a livello dei prezzi sul mercato mondiale (14-15 centesimi di euro il litro). Nell'UE il prezzo si è mantenuto al di sopra dei prezzi del mercato mondiale. Nei diversi Stati membri i prezzi vanno da un minimo di 16 centesimi in Lettonia a 25/27 centesimi al litro in molti altri Stati membri, prezzo che resta comunque inferiore al costo di produzione. Quale altra categoria lavora senza essere retribuita o addirittura per una retribuzione inferiore al minimo previsto dalla legge?
4.1.7 La produzione di latte è attualmente inferiore alla quota (–4,2 %) e dovrebbe rimanerlo anche nel periodo 2009-2010.
4.1.8 La ripresa dei prezzi UE (già iniziata) sarà, con ogni probabilità, molto graduale. L'esistenza di notevoli scorte d'intervento che incombono sul mercato potrebbe ritardare la ripresa a seconda di quando la Commissione decide di immettere le scorte d'intervento nel mercato.
4.1.9 Secondo i dati dell'UE, la macellazione delle vacche è aumentata. È probabile che sempre più vacche da latte vengano macellate, il che ridurrà la produzione lattiero-casearia nel prossimo futuro. Tuttavia, il progressivo aumento dei prezzi del latte porterà a breve scadenza ad un incremento della produzione in un numero limitato di paesi.
4.1.10 Dato che vi sarà una ripresa dei prezzi del latte nel medio termine, la produzione di latte aumenterà entro il 2015 e potrà procedere di pari passo con l'aumento delle quote stabilito nella valutazione dello stato di salute della PAC.
4.1.11 È probabile che la tendenza alla diminuzione della produzione di latte che si registra nell'Europa meridionale e in alcuni Stati membri dell'Europa settentrionale prosegua ulteriormente.
4.1.12 Il consumo di formaggio e di prodotti lattiero-caseari freschi europei probabilmente rimarrà basso a causa delle limitate prospettive di crescita del reddito.
4.1.13 La Commissione prevede un calo delle eccedenze di burro entro il 2015, a causa di una riduzione della produzione di burro e di una maggiore produzione di formaggi. Questo faciliterebbe la diminuzione, che è stata richiesta, delle restituzioni alle esportazioni, che sono attualmente oggetto di negoziati nell'ambito dell'OMC.
4.1.14 Alcuni esperti ritengono che le eccedenze di burro potrebbero sussistere a causa di una maggiore produzione di prodotti lattiero-caseari a basso contenuto di grasso e della mancata crescita del consumo di formaggi.
4.1.15 Le prospettive di mercato nell'UE entro il 2015 restano incerte ma è poco probabile che si verifichi una crescita pari a quella registrata negli ultimi dieci anni.
4.1.16 Negli ultimi anni il mercato del latte dell'UE è stato interessato in modo particolare dal problema della grande volatilità dei prezzi. Questa comporta gravi problemi per le aziende produttrici e provoca anche incertezza nei consumatori per via dei ripetuti cambiamenti dei prezzi. Occorrerebbe pertanto cercare di contenere, attraverso misure adeguate, tale elevata volatilità.
4.2 Gli Stati Uniti
4.2.1 Negli Stati Uniti, nei cinque anni precedenti il 2008, la produzione lattiero-casearia è aumentata ad un ritmo del 2,5 % annuo mentre il consumo è cresciuto di circa l'1 % annuo. Gli USA hanno registrato un'eccedenza esportabile annua che ha raggiunto i 5 milioni di tonnellate. La debolezza del dollaro ha favorito le esportazioni.
4.2.2 Le prospettive a breve scadenza per il settore lattiero-caseario statunitense non sono buone. C'è stata una diminuzione della produzione dell'1 % nel 2009 e si prevede un'ulteriore riduzione dell'1 % nel 2010. A medio termine, attraverso la ripresa dei prezzi del latte e grazie alla disponibilità di foraggi a costi abbordabili, è probabile che si registri una crescita della produzione che potrebbe concernere il formaggio ed essere destinata al consumo interno.
4.2.3 Secondo il servizio per la ricerca economica del ministero dell'Agricoltura degli Stati Uniti, nel 2010 i prezzi del latte dovrebbero salire negli USA a seguito di un aumento della macellazione delle vacche da latte e dell'esportazione di prodotti lattiero-caseari.
4.3 La Nuova Zelanda
4.3.1 La Nuova Zelanda è il principale esportatore di prodotti lattiero-caseari del mondo. La produzione è scesa di circa il 3 % nel 2007-2008, riducendo così le esportazioni, mentre nel 2008-2009 è aumentata dell'8 %. Gli esperti prevedono una crescita media del 3 % l'anno, seguita però da una nuova diminuzione entro il 2015. Dato che la produzione neozelandese dipende dal foraggio, le condizioni atmosferiche possono avere un grosso impatto sui livelli di produzione.
4.3.2 L'abbassamento dei prezzi non ha finora determinato una caduta nella produzione neozelandese. In futuro, a causa del sempre maggiore uso dei mangimi concentrati e dei fertilizzanti, è probabile che il ripetersi di una situazione caratterizzata da prezzi bassi possa portare ad una crescita più limitata nella produzione di latte.
4.3.3 Le questioni ambientali stanno assumendo sempre più importanza in Nuova Zelanda e anche questo potrebbe ostacolare la crescita a lungo termine.
4.3.4 È probabile che in Nuova Zelanda le esportazioni di prodotti lattiero-caseari continuino a crescere.
4.4 L'America meridionale
4.4.1 L'America meridionale diventa sempre più importante come esportatrice di prodotti lattiero-caseari ed è più probabile che entri in concorrenza con l'UE sui mercati africani piuttosto che con la Nuova Zelanda sui mercati asiatici. Il Brasile in particolare potrebbe registrare eccedenze esportabili fino al 2015.
4.5 La Cina
4.5.1 Lo sviluppo della produzione lattiero-casearia cinese è stato estremamente rapido negli ultimi dieci anni ma il ritmo di crescita probabilmente rallenterà nel prossimo decennio. La produzione cinese non è stata pari al consumo e tuttavia le importazioni di prodotti lattiero-caseari in Cina non sono state così importanti come ci si aspettava.
4.5.2 A medio termine si prevede un aumento sia delle importazioni cinesi di formaggi e di latte scremato in polvere sia delle esportazioni cinesi di latte intero in polvere.
4.5.3 A dicembre 2009 sono stati scoperti due nuovi casi di contaminazione del latte da melamina e ciò potrebbe pregiudicare seriamente le esportazioni di prodotti lattiero-caseari cinesi.
4.6 La Russia
4.6.1 In Russia la produzione lattiera molto probabilmente segnerà una ripresa nei prossimi cinque anni, visto che le vacche a basso rendimento vengono sostituite da vacche importate a più elevato rendimento. Per motivi di sicurezza alimentare la Russia intende passare dal 70 % al 95 % di autosufficienza in materia di prodotti lattiero-caseari. Per quanto concerne la produzione lattiera, l'obiettivo da raggiungere entro il 2012 è di 37 milioni di tonnellate. Di conseguenza è possibile che nel lungo periodo le importazioni russe di burro registrino un declino e le importazioni di formaggio un aumento.
4.7 Le prospettive del mercato mondiale indicano una crescita lenta e questo determinerà, a seconda della portata che avrà la ripresa economica globale, la crescita del consumo, specie nei paesi del terzo mondo.
4.8 Nei prossimi trent'anni, la crescita demografica si concentrerà soprattutto nei paesi del terzo mondo e questo dovrebbe comportare una maggiore domanda di prodotti lattiero-caseari. Tuttavia, senza un'adeguata crescita economica, i paesi poveri non potranno acquistare maggiori quantità di detti prodotti. Questi ultimi non fanno infatti parte dell'alimentazione tradizionale di base nei paesi asiatici e in alcuni paesi del terzo mondo.
4.9 Questioni quali le indicazioni nutrizionali e sulla salute per quanto concerne i prodotti lattiero-caseari saranno essenziali per il mantenimento e lo sviluppo della quota di mercato di tali prodotti. È essenziale promuovere la ricerca e l'innovazione in questi ambiti.
4.10 È importante che l'etichetta indichi l'autenticità del prodotto lattiero-caseario e che ne illustri adeguatamente le caratteristiche nutrizionali e gli effetti sulla salute dei consumatori. Il rispetto delle norme ambientali assumerà in futuro maggiore importanza per la produzione lattiero-casearia.
5. Il gruppo ad alto livello
5.1 Il commissario FISCHER BOEL ha creato un gruppo ad alto livello sul latte, gruppo che pubblicherà la sua relazione conclusiva entro la fine di giugno 2010.
5.2 Il gruppo ad alto livello discuterà le seguenti questioni:
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le relazioni contrattuali tra i produttori di latte e i caseifici al fine di garantire un maggiore equilibrio tra offerta e domanda sul mercato lattiero-caseario, |
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le azioni eventuali da prendere per rafforzare il potere negoziale dei produttori di latte, |
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la trasparenza e le informazioni da fornire ai consumatori, la qualità, le questioni relative alla salute e all'etichettatura, |
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l'innovazione e la ricerca al fine di rendere il settore più competitivo, |
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un possibile mercato dei future nel settore lattiero-caseario. |
6. L'iniziativa franco-tedesca
6.1 Il ministro francese dell'Agricoltura Le Maire ha evidenziato tre obiettivi chiave per l'agricoltura europea:
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l'esigenza di disporre di strumenti regolamentari forti per garantire agli agricoltori un reddito stabile e adeguato, |
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una maggiore trasparenza dei prezzi in tutta la catena di approvvigionamento alimentare, con l'eventuale nomina di un'autorità europea di vigilanza, e |
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l'innovazione e gli investimenti nel settore agroalimentare al centro dell'agenda di Lisbona. |
6.2 L'iniziativa franco-tedesca prevede, da parte dell'UE, maggiori interventi per proteggere gli allevatori di bovini da latte. Si propone di aumentare temporaneamente il prezzo minimo d'intervento UE, prezzo al quale la stessa UE si impegna ad acquistare le eccedenze dai produttori.
7. La politica di qui al 2015
7.1 La Commissione si oppone fermamente a qualsiasi modifica all'aumento delle quote deciso nella valutazione dello stato di salute della PAC. Attualmente tale incremento ha un impatto limitato in quanto l'UE è al 4,5 % al di sotto della quota ed è probabile che lo sarà anche nel prossimo anno. Tuttavia, una crescita del prezzo del latte a medio termine farà aumentare la produzione accrescendo il divario tra la produzione e il consumo di latte e tenderà così a ridurre i prezzi di produzione in funzione della situazione del mercato mondiale.
7.2 I prezzi dei prodotti lattiero-caseari di base sui mercati mondiali sono generalmente più bassi di quelli europei. Ciò dipende dalle differenti normative (e quindi dai diversi costi di produzione) che vigono all'interno e all'esterno dell'UE. Il modello europeo di produzione lattiero-casearia non sarà mai in grado di competere con la Nuova Zelanda e con altri paesi in quanto la struttura dei costi di produzione e la dimensione dei caseifici sono completamente diverse.
7.3 Le esportazioni di formaggi UE sono generalmente competitive ma un aumento del consumo al di fuori dell'UE dipende da una crescita economica globale costante per un certo periodo di tempo.
7.4 L'idea di aumentare le quote indipendentemente dal livello della domanda per conseguire il cosiddetto atterraggio morbido, in assenza di misure complementari, è contraddittoria se si vuole sviluppare il modello europeo di produzione agricola ed assicurare il mantenimento della produzione lattiera nelle zone svantaggiate. È necessario promuovere un ambiente rurale dinamico e in alcune zone la produzione lattiera costituisce il motore del futuro sociale, economico e culturale. In alternativa vi è la possibilità di abbandonare il territorio il che avrebbe conseguenze sociali ed ambientali nefaste.
7.5 Incrementare le quote latte a prescindere dalle condizioni del mercato e, in ultima istanza, procedere alla completa deregolamentazione del settore lattiero sarebbe logico qualora l'UE volesse seguire i modelli di produzione agricola neozelandese o americano. La presenza di grandi allevamenti di bestiame negli Stati Uniti che possono contare oltre 2 000 vacche è vista come la strada da seguire. Al ritmo attuale, tra breve basteranno 500 imprese agricole per produrre un terzo del latte degli Stati Uniti. Una politica del genere provocherebbe rischi notevoli per il patrimonio culturale, il paesaggio e lo sviluppo delle zone rurali dell'UE, pregiudicandone l'ambiente e la biodiversità, oltre a comportare l'abbandono delle aree montane e delle zone umide. Si assisterebbe pertanto alla eliminazione del modello europeo di agricoltura multifunzionale.
7.6 Il concetto di agricoltura multifunzionale significa che, oltre a produrre beni alimentari, l'agricoltura svolge altre funzioni come sviluppare i paesaggi rurali, accrescere il patrimonio naturale e culturale, sostenere l'economia rurale e garantire una maggiore sicurezza alimentare. La visione dell'OCSE di un'agricoltura multifunzionale prevede l'esistenza di un settore agricolo che produce una serie di beni commerciali (alimenti e fibre) insieme a tutta una serie di prodotti non commerciali come ad esempio prodotti e servizi ambientali e sociali.
7.7 La produzione lattiero-casearia su larga scala basata su questo sistema degli allevamenti di bestiame che non rispetta alcune normative, come ad esempio quella in materia di gestione dell'azoto nel suolo, provoca un grosso impatto sull'ambiente.
7.8 Attualmente, il 50 % della produzione lattiera dell'UE avviene sull'11 % del suo territorio. Indipendentemente dalle decisioni politiche adottate, in futuro la dimensione media delle mandrie comunitarie continuerà ad aumentare. Tuttavia, non è affatto auspicabile adottare soluzioni politiche che favoriscano allevamenti di bovini da latte importanti ed intensivi in zone che presentano un particolare vantaggio dal punto di vista dei costi di produzione. Una tale politica potrebbe comportare notevoli rischi ambientali.
7.9 Gli allevatori di bovini da latte contribuiscono alla sopravvivenza del modello europeo di agricoltura multifunzionale. Anche se la multifunzionalità aiuta gli allevatori a sopportare le difficoltà temporanee, in caso di costante volatilità dei prezzi di produzione, tale modello non sarebbe più sostenibile per loro. La stabilità dei prezzi di produzione, che consente ai produttori di ottenere un reddito adeguato, fa del bene non solo agli allevatori ma anche ai consumatori.
8. La politica dopo il 2015
8.1 Per garantire la sopravvivenza e lo sviluppo della produzione lattiero-casearia in tutta l'UE, occorre assicurare agli allevatori di bovini da latte un reddito equo che consenta loro non solo di vivere una vita normale ma anche di investire nel loro futuro di produttori. Per reddito equo si intende un reddito equiparabile a un reddito non agricolo medio.
8.2 L'articolo 33 del Trattato CE fissa gli obiettivi della PAC tra cui: a) assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola, b) stabilizzare i mercati, c) garantire la sicurezza degli approvvigionamenti, e d) assicurare prezzi ragionevoli nelle consegne ai consumatori.
8.3 Per accrescere l'efficacia del settore è essenziale destinare molte più risorse alla zootecnia, alla profilassi delle malattie del bestiame, nonché alla ricerca e all'innovazione al livello delle aziende agricole. È possibile rendere il settore lattiero-caseario più competitivo mediante un'utilizzazione più efficiente del foraggio e di altri mangimi. Occorre promuovere maggiormente la ricerca e l'innovazione a livello di trasformazione per sviluppare nuovi prodotti e quindi aumentare la quota di mercato. Le istituzioni educative e sanitarie e le organizzazioni della società civile dovrebbero promuovere il consumo di prodotti lattiero-caseari perché il latte è un alimento, una «medicina» e una bevanda rinfrescante. Si tratta di un settore in cui occorre intervenire con cambiamenti radicali. L'UE deve salvaguardare la sicurezza e la propria autosufficienza nell'approvvigionamento di latte sul proprio territorio. Sarebbe un grosso errore dipendere dalle importazioni di prodotti lattiero-caseari, come è avvenuto per la produzione europea di carne bovina a seguito dell'abbassamento dei prezzi di produzione.
8.4 Nella relazione speciale 14/2009, la Corte dei conti europea ha affermato (raccomandazione 1) quanto segue: «La Commissione deve continuare a vigilare sull'evoluzione del mercato del latte e dei prodotti lattiero-caseari, attuando le misure necessarie per evitare che la deregolamentazione del settore finisca col ricreare una situazione di sovrapproduzione. In mancanza di ciò, l'obiettivo della Commissione di attenersi ad un livello di regolamentazione minimo, che funga da rete di sicurezza, potrebbe rapidamente rivelarsi impossibile da conseguire». Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) è convinto che interventi del tipo rete di sicurezza e stoccaggio richiedano anche varie misure di stabilizzazione dei mercati nel contesto della domanda e dell'offerta.
8.5 Il Comitato giudica essenziale garantire le condizioni per la futura sostenibilità del settore lattiero-caseario in tutta l'UE.
8.6 Un sistema comprendente misure riguardanti sia il settore della domanda che quello dell'offerta e appropriati sistemi di sostegno diretto è essenziale per far sì che il settore lattiero-caseario comunitario risponda alle esigenze sociali, economiche e ambientali della società e si trasformi in un vero e proprio sistema multifunzionale dando nuovo impulso alle zone rurali dell'UE. Questo cambiamento apporterebbe innumerevoli vantaggi sociali, culturali ed economici allo sviluppo complessivo dell'UE.
9. Osservazioni specifiche
9.1 La possibilità di ricorrere ad un mercato dei future nel settore lattiero va valutata con estrema attenzione, tenendo conto della crisi finanziaria mondiale causata da un uso improprio dei prodotti finanziari. In un precedente parere il CESE afferma quanto segue: «Il valore dei prodotti alimentari si misura di conseguenza in modo completamente diverso rispetto ad es. ai prodotti industriali, il cui sito di produzione viene scelto primariamente in funzione di criteri di costo».
9.2 La maggior parte degli allevatori di bovini da latte si è organizzata in cooperative, e può pertanto influire in una certa misura sulla commercializzazione dei propri prodotti. Gli allevatori di latte che appartengono a una cooperativa alla quale vendono il proprio latte sono tutelati meglio rispetto a quelli che vendono il proprio prodotto a un caseificio privato. Sebbene i contratti volontari tra il singolo allevatore e gli acquirenti già esistano, nel caso di un caseificio privato il potere negoziale dell'allevatore è limitato. Tali contratti specificano le condizioni di fornitura, ma non possono influire sullo sviluppo complessivo del mercato nell'UE. Inoltre l'esperienza ha mostrato che bisogna migliorare, nell'ambito della filiera alimentare, la posizione di mercato dei produttori e delle cooperative che li rappresentano; pertanto occorre verificare anche le possibilità di cooperazione concesse dalla legislazione in materia di concorrenza.
9.3 Nei nuovi Stati membri, tuttavia, molti allevatori vendono il latte direttamente ai caseifici privati. Poiché il settore lattiero-caseario è sempre più concentrato, non vi è praticamente alcuna possibilità di scelta e i prezzi di produzione diminuiscono. Per rimanere competitivi nel settore del latte fresco, gli allevatori devono potersi organizzare autonomamente in cooperative in grado di vendere il latte all'industria.
9.4 La maggior parte dei produttori di latte nei nuovi Stati membri (Bulgaria e Romania) beneficia in maniera estremamente limitata dei pagamenti diretti, che sono completamente disaccoppiati e accordati per ettaro. Questo limitato sostegno, a cui si aggiungono una scarsa produttività, l'inadeguatezza del reddito ricavato dal mercato e le difficoltà di accesso al credito, impedisce ai produttori di realizzare gli investimenti necessari per rispettare le norme di igiene previste dall'UE.
9.5 Tutte le importazioni di prodotti lattiero-caseari nell'UE devono rispettare gli standard europei in particolare per quanto concerne la tracciabilità, il benessere animale, l'igiene, la somministrazione di farmaci per uso veterinario, la tutela ambientale, la sicurezza alimentare e i metodi di produzione sostenibili. La questione del contenuto di carbonio sta cominciando ad assumere una certa importanza.
9.6 Occorre assicurarsi che gli organismi esistenti come i comitati consultivi e i comitati di gestione dispongano di risorse sufficienti per analizzare l'offerta e la domanda sul mercato del latte. Bisogna inoltre mettere a punto gli strumenti necessari per assicurare ai produttori un prezzo adeguato che copra i costi e garantisca loro un utile. L'UE deve salvaguardare la sua capacità di produrre un'offerta adeguata di prodotti lattieri. Non possiamo permetterci di dipendere dall'offerta proveniente dai paesi extracomunitari. Ma se perseguiamo le politiche sbagliate, questa potrebbe essere un'eventualità a lungo termine.
9.7 Il mantenimento e lo sviluppo del lavoro a tempo pieno e a tempo parziale nel settore lattiero-caseario devono essere un obiettivo prioritario, soprattutto nelle aree rurali.
9.8 Non si possono ignorare la fame e la mancanza di sufficienti risorse alimentari nei paesi del terzo mondo. A livello mondiale, questioni quali il cambiamento climatico, i prezzi dei prodotti alimentari e l'offerta di prodotti alimentari sono tutte strettamente collegate. È nostra responsabilità aiutare i paesi in via di sviluppo.
Bruxelles, 17 febbraio 2010
Il Presidente del Comitato economico e sociale europeo
Mario SEPI
(1) GU C 128 del 18.5.2010, pag. 111 e il parere GU C 255 del 14.10.2005, pag. 44.
ALLEGATO
al parere del Comitato economico e sociale europeo
Il seguente emendamento, che ha ottenuto oltre un quarto dei voti espressi, è stato respinto nel corso della discussione:
Punto 7.7
Sopprimere il punto:
«7.7 |
.» |
Esito della votazione |
Voti favorevoli: 56 |
Voti contrari: 76 |
Astensioni: 25 |