This document is an excerpt from the EUR-Lex website
Document 52010AE0640
Opinion of the European Economic and Social Committee on the ‘Communication from the Commission to the European Parliament, the Council, the European Economic and Social Committee and the Committee of the Regions — Solidarity in health: reducing health inequalities in the EU’ COM(2009) 567 final
Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Solidarietà in materia di salute: riduzione delle disuguaglianze sanitarie nell'UE» — COM(2009) 567 definitivo
Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Solidarietà in materia di salute: riduzione delle disuguaglianze sanitarie nell'UE» — COM(2009) 567 definitivo
GU C 18 del 19.1.2011, p. 74–79
(BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
19.1.2011 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 18/74 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Solidarietà in materia di salute: riduzione delle disuguaglianze sanitarie nell'UE»
COM(2009) 567 definitivo
2011/C 18/13
Relatrice: CSER
Correlatrice: HEINISCH
La Commissione europea, in data 20 ottobre 2009, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 262 del Trattato che istituisce la Comunità europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Solidarietà in materia di salute: riduzione delle disuguaglianze sanitarie nell'UE
COM(2009) 567 definitivo
La sezione specializzata Occupazione, affari sociali, cittadinanza, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 23 marzo 2010.
Alla sua 462a sessione plenaria, dei giorni 28 e 29 aprile 2010, (seduta del 29 aprile 2010), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 51 voti favorevoli, 1 voto contrario e nessuna astensione.
1. Raccomandazioni
1.1 Il principio della «salute in tutte le politiche» (Health in all politics) dovrebbe diventare una realtà per tutte le politiche dell'UE. La Commissione dovrebbe pertanto valutare le proprie misure e verificare se tutte le politiche contribuiscono ad assicurare un elevato livello di protezione della salute e a ridurre le disuguaglianze sanitarie. Essa dovrebbe inoltre introdurre dei meccanismi in grado di riorientare le proprie misure politiche che incidono negativamente sulla salute e creano disuguaglianze.
1.2 A giudizio del CESE è importante che gli Stati membri e la Commissione concordino una serie di indicatori comparabili e di obiettivi misurabili entro un limite di tempo adeguato, in modo da consentire alle autorità nazionali di valutare i progressi conseguiti nella riduzione delle disuguaglianze sanitarie, agevolando altresì i settori in cui le iniziative europee potrebbero integrare gli sforzi compiuti dagli Stati membri.
1.3 Il CESE invita tutti gli Stati membri a partecipare ai progetti della Commissione che puntano al miglioramento della base di conoscenze e di dati, nonché dei meccanismi per misurare, controllare e comunicare le informazioni in materia di disuguaglianze sanitarie.
1.4 Il CESE invita la Commissione a stabilire, in collaborazione con gli Stati membri, nuovi indicatori per il controllo delle disuguaglianze in materia di salute e una metodologia per la verifica della situazione sanitaria negli Stati membri, al fine di identificare i settori prioritari da migliorare e le buone pratiche.
1.5 Il CESE invita gli Stati membri e la Commissione a creare uno schema di sviluppo economico e sociale globale che generi una maggiore crescita economica e una migliore giustizia sociale, ma anche un livello più elevato di solidarietà, coesione e salute. Questo obiettivo dovrebbe figurare tra le priorità della strategia Europa 2020, senza però dimenticare il ruolo essenziale, per l'attuazione di questa priorità, dei fondi strutturali europei.
1.6 Il CESE invita la Commissione e gli Stati membri a rendere disponibili i mezzi necessari per sostenere la lotta contro l'insieme delle disuguaglianze sociali - che sono all'origine delle disuguaglianze sanitarie - soprattutto in materia di istruzione, urbanistica e potere d'acquisto.
1.7 Devono essere intensificati gli sforzi per ridurre le disuguaglianze sanitarie nelle zone rurali, tenuto conto soprattutto delle sfide derivanti dall'evoluzione demografica.
1.8 La Commissione dovrebbe valutare l'impatto che le piattaforme e i forum esistenti a livello europeo (alimentazione, alcool, ecc.) esercitano sui gruppi vulnerabili.
1.9 Il CESE invita la Commissione e gli Stati membri a riconsiderare le numerose raccomandazioni formulate nei suoi precedenti pareri in materia sanitaria e sociale, le quali, se messe in pratica, contribuirebbero a ridurre le disuguaglianze in materia di salute (1).
2. Contesto – Le disuguaglianze sanitarie nell'UE
2.1 Oggigiorno l'età media dei cittadini europei si è allungata e le loro condizioni di salute sono migliori, benché esse presentino notevoli e sempre maggiori discrepanze su tutto il territorio dell'UE, il che desta forti preoccupazioni e costituisce una sfida da affrontare. La situazione è ulteriormente aggravata dalla crescita della disoccupazione indotta dalla crisi economica e finanziaria. La comunicazione della Commissione intende lanciare un dibattito per stabilire le misure di accompagnamento a livello europeo da introdurre per aiutare gli Stati membri e altri soggetti a livello nazionale o regionale a definire le possibili risposte a questa situazione critica.
2.1.1 Alcuni esempi servono ad illustrare le diverse condizioni di salute degli abitanti dell'UE: il tasso di mortalità infantile è fino a cinque volte superiore nei bambini al di sotto di un anno di età. Inoltre, la speranza di vita presenta variazioni dell'ordine di 14 anni per gli uomini e di 8 anni per le donne. Forti differenze in fatto di salute si riscontrano anche tra regioni e zone rurali e urbane.
2.1.2 In funzione del livello di istruzione e delle condizioni socioeconomiche, la speranza di vita alla nascita può variare fino a 10 anni per gli uomini e a 6 anni per le donne. Anche i lavoratori che svolgono in prevalenza mansioni manuali o ripetitive presentano - tendenzialmente - condizioni di salute peggiori. Vi è inoltre un'importante dimensione di genere: le donne vivono più a lungo degli uomini, ma trascorrono un periodo maggiore della loro vita in condizioni di salute precaria.
2.1.3 Le disuguaglianze in materia di salute trovano origine nelle differenze sociali collegate a un'ampia gamma di fattori: condizioni di vita, modelli comportamentali, livello d'istruzione, professione e reddito, servizi di assistenza sanitaria, prevenzione delle malattie e promozione della salute, nonché politiche pubbliche che influiscono sulla quantità, sulla qualità e sulla distribuzione di questi fattori. Altri fattori critici per la salute delle persone sono le disuguaglianze subite in termini di accesso all'istruzione, all'occupazione e all'assistenza sanitaria, così come quelle basate sul sesso e sulla razza. La combinazione tra povertà e altri fattori di vulnerabilità (come l'infanzia o la vecchiaia, la disabilità o l'appartenenza ad una minoranza) aggrava ulteriormente i rischi per la salute.
2.1.4 I fattori socioeconomici influiscono sulle condizioni di vita e di salute: ad esempio in alcune zone dell'UE non tutta la popolazione ancora ha accesso a reti idriche e impianti igienico-sanitari adeguati.
2.1.5 L'accesso all'assistenza sanitaria è ostacolato dai seguenti fattori: mancanza di un'assicurazione (soprattutto in termini di regime obbligatorio di assicurazione malattia), costi elevati delle cure, scarse informazioni sui servizi disponibili e barriere linguistiche e culturali; inoltre i gruppi sociali più poveri ricorrono in misura minore all'assistenza sanitaria.
2.1.6 Le disuguaglianze in materia di salute non sono inevitabili, sono fortemente influenzate dai singoli individui, dai governi, dai diretti interessati e dalle comunità e possono essere contrastate con politiche ed azioni appropriate. I comportamenti individuali in materia di salute non sono però il fattore principale all'origine delle disuguaglianze osservate, che sono invece da ricollegare principalmente alle condizioni socioeconomiche, sanitarie e politiche di ciascun paese, il cui effetto cumulativo influisce sulle persone nell'arco di tutta la loro vita.
3. Contenuto della proposta della Commissione
3.1 Lo scopo della comunicazione della Commissione è avviare la discussione necessaria per definire le possibili misure di accompagnamento a livello dell'UE in appoggio alle azioni adottate dagli Stati membri e da altri soggetti per contrastare le disuguaglianze sanitarie.
3.2 Malgrado le iniziative già intraprese dall'UE (2) per contribuire a contenere le disuguaglianze sanitarie, la Commissione ritiene di poter aiutare ulteriormente gli Stati membri a ridurre i fattori all'origine di tali disuguaglianze.
3.3 La comunicazione della Commissione individua cinque questioni fondamentali da affrontare:
— |
distribuzione equa dell'assistenza sanitaria come fattore di sviluppo sociale ed economico, |
— |
miglioramento della base di dati e conoscenze, nonché dei meccanismi per misurare, controllare, valutare e comunicare le informazioni, |
— |
accrescere l'impegno nella società, |
— |
soddisfare i bisogni dei gruppi vulnerabili, |
— |
sviluppare il contributo delle politiche dell'UE. |
Per ognuna delle questioni è previsto un elenco di azioni a livello di UE che la Commissione e gli Stati membri dovranno portare avanti.
4. Osservazioni generali – Adottare misure contro le disuguaglianze in materia di salute
4.1 Il CESE condivide l'opinione espressa nella comunicazione della Commissione, secondo la quale la portata delle disuguaglianze sanitarie tra persone che vivono in parti diverse dell'UE e tra cittadini socialmente favoriti e sfavoriti costituisce una sfida, in quanto riconosce che tali disuguaglianze minano l'impegno dell'UE a favore della solidarietà, della coesione sociale ed economica, dei diritti umani e delle pari opportunità.
4.2 La comunicazione è il risultato di un'ampia consultazione il cui esito finale non è completo. Purtroppo, infatti, alcuni aspetti importanti sono stati trascurati o citati solo brevemente. Numerosi rientrano tra le competenze degli Stati membri, anche se la Commissione potrebbe svolgere un ruolo complementare nell'affrontare tali aspetti e nell'individuare soluzioni.
4.3 La comunicazione definisce gli ambiti di azione comunitaria (politica di protezione sociale, ambiente, istruzione, ecc.) che sono interconnessi con le disuguaglianze in materia sanitaria e si rafforzano reciprocamente. Il CESE sottolinea pertanto che è importante che la Commissione e gli Stati membri valutino l'impatto di diverse politiche a TUTTI i livelli - locale, regionale, europeo - sullo stato di salute della popolazione. Il CESE ricorda che la riduzione di tali disuguaglianze è frutto di scelte politiche e non un fenomeno naturale.
4.4 Il CESE ritiene che la Commissione dovrebbe utilizzare al meglio gli strumenti disponibili (ad esempio, metodo aperto di coordinamento, valutazioni d'impatto, programmi di ricerca, indicatori, cooperazione con le organizzazioni internazionali) e dovrebbe esaminare con gli Stati membri nuovi metodi per assicurare che le politiche e le azioni dell'UE tengano conto dei fattori che sono all'origine o in parte responsabili delle disuguaglianze sanitarie nell'UE. Le misure adottate dalla Commissione per sostenere gli Stati membri devono essere tuttavia conformi al principio di sussidiarietà e alle disposizioni dei Trattati.
4.5 Il CESE sostiene il ruolo della Commissione nel coordinare le politiche e le azioni dell'UE, garantire la coerenza politica, promuovere lo scambio di informazioni e conoscenze tra gli Stati membri, individuare e diffondere le buone pratiche e sostenere l'elaborazione di politiche ad hoc per questioni specifiche concernenti determinati gruppi sociali. Il CESE auspica una migliore cooperazione con le parti direttamente interessate - CESE compreso - a livello comunitario e internazionale.
4.6 Il CESE pone tuttavia l'accento sul fatto che agli Stati membri spetta il ruolo di assicurare a livello locale una copertura sanitaria onnicomprensiva, di elevata qualità, accessibile a tutti e personalizzata, poiché questo è il fattore chiave per ridurre le disuguaglianze nelle condizioni sanitarie. Ciò vale in particolare per i bambini, i malati cronici o affetti da patologie multiple e gli anziani, che hanno bisogno di trascorrere la convalescenza nel loro ambiente familiare, a contatto con parenti, amici e conoscenti. Nessun cittadino, e tanto meno i gruppi vulnerabili, dovrebbe essere costretto a trasferirsi in altri luoghi, caratterizzati da una maggiore concentrazione di strutture sanitarie, per sfuggire alle disuguaglianze nell'accesso alle cure.
4.7 Il CESE sottolinea che gli Stati membri sono responsabili dell'attuazione dell'assistenza sanitaria. Quando si affronta la questione delle disuguaglianze in campo sanitario, è importante tener conto del ruolo dei governi nazionali nel garantire la presenza di sistemi di protezione sociale e la disponibilità di personale accuratamente formato per la fornitura di servizi su base locale, in modo tale da non recar pregiudizio alle comunità che vivono in zone remote o a gruppi vulnerabili.
4.8 Sebbene le disuguaglianze in materia di salute trovino per lo più origine in fattori esterni al sistema sanitario, sono proprio i sistemi sanitario e sociale a poter rimediare a condizioni di salute precaria. In alcuni casi però i nuovi sviluppi in ambito sanitario possono accrescere tali disuguaglianze (3). Le nuove tecnologie non dovrebbero produrre nuove disuguaglianze.
4.9 Occorre in particolare sensibilizzare le nuove generazioni al fatto che uno stile di vita sano riduce il rischio di malattia. Grazie a questa consapevolezza, i giovani, che diventeranno a tempo debito genitori, potranno esercitare un impatto determinante sui loro figli e sulle future generazioni.
5. Osservazioni specifiche sulle questioni fondamentali da affrontare
5.1 Una distribuzione equa dell'assistenza sanitaria come fattore di sviluppo sociale ed economico globale
5.1.1 Le disuguaglianze sanitarie si ripercuotono anche sul processo di Lisbona, poiché le perdite di produzione e i costi delle terapie e delle prestazioni sociali possono condizionare negativamente l'economia e la coesione sociale.
5.1.2 Il CESE condivide l'opinione della Commissione riguardo all'importanza di creare un schema di sviluppo economico e sociale globale che generi una maggiore crescita economica e una migliore giustizia sociale, ma anche un livello più elevato di solidarietà, coesione e salute. Questo obiettivo dovrebbe figurare tra le priorità della strategia Europa 2020 che dovrebbe prevedere un indicatore di misurazione delle disuguaglianze in materia di salute per monitorare il progresso sociale conseguito nell'ambito di detta strategia. Non bisogna però dimenticare il ruolo essenziale, per l'attuazione di questa priorità, dei fondi strutturali europei.
5.1.3 Il CESE ricorda agli Stati membri l'importanza della protezione sociosanitaria, dell'accesso ai servizi sanitari e del finanziamento del settore sanitario per eliminare le disuguaglianze nei risultati in termini di salute. Questo aspetto assume particolare importanza se si considerano le attuali tendenze demografiche nell'UE.
5.1.4 Va osservato che la protezione sociale in materia di salute (i meccanismi di finanziamento della sanità quali i regimi nazionali di assicurazione sanitaria o i sistemi basati sulla fiscalità) deve essere attuata ed estesa secondo il principio della solidarietà nel finanziamento e nella messa in comune del rischio. Questo è infatti un requisito indispensabile per assicurare l'uguaglianza di accesso ai servizi sanitari. Un accesso efficace ai servizi sanitari dovrebbe presentare le seguenti caratteristiche: accessibilità in termini di costi, disponibilità, qualità, protezione finanziaria e informazioni su una serie di servizi essenziali (4).
5.1.5 Le disuguaglianze sanitarie dovrebbero essere affrontate con una strategia pragmatica mirata ad assicurare una copertura universale e un accesso efficace, secondo i criteri definiti sopra, coordinando tutti i sistemi e i regimi di finanziamento della sanità (assicurazione sociale e privata, regimi di assistenza sociale, sistemi sanitari pubblici, ecc.) per colmare le lacune in materia di accesso (ad esempio da parte dei meno abbienti, delle minoranze, come i migranti, a prescindere dalla loro situazione amministrativa, i gruppi etnici o religiosi) e le disuguaglianze legate all'età e al genere.
5.1.6 Le riforme in materia dovrebbero sfociare in un approccio fondato sui diritti e sul dialogo sociale, allo scopo di assicurare un ampio consenso e quindi la sostenibilità delle soluzioni di finanziamento, nonché condizioni di lavoro dignitose sia per gli assicurati che per i lavoratori del settore sanitario. In questo contesto, il CESE ritiene che una privatizzazione ulteriore potrebbe avere effetti negativi, introducendo un sistema basato sulla concorrenza piuttosto che sulla solidarietà.
5.2 Miglioramento della base di dati e conoscenze, nonché dei meccanismi per misurare, controllare, valutare e comunicare le informazioni
5.2.1 Il CESE, al pari della Commissione, ritiene che una «misurazione» delle disuguaglianze in materia di salute sia il primo passo fondamentale per assicurare interventi e controlli efficaci e compiere progressi concreti.
5.2.2 Pertanto il CESE invita TUTTI gli Stati membri a partecipare ai progetti della Commissione che puntano al miglioramento della base di dati e conoscenze, nonché dei meccanismi per misurare, controllare e comunicare le informazioni in materia di disuguaglianze sanitarie (compreso l'impatto economico e sociale). A questo proposito è estremamente importante che gli Stati membri si impegnino a fornire dati comparabili in tempi rapidi.
5.2.3 Tenuto conto della particolare importanza dei dati e delle attuali carenze in materia, il CESE invita la Commissione a stabilire, in collaborazione con gli Stati membri, nuovi indicatori per il controllo delle disuguaglianze in materia di salute e una metodologia per la verifica della situazione sanitaria negli Stati membri, al fine di identificare i settori prioritari da migliorare e le buone pratiche.
5.2.4 Il CESE è favorevole ad inserire la misurazione e il controllo dell'efficacia dell'accesso ai servizi sanitari e la copertura universale della protezione sociosanitaria tra gli indicatori per stabilire i progressi compiuti e sostiene inoltre l'importanza di ripartire i dati in funzione del sesso e dell'età, delle condizioni socioeconomiche e dell'area geografica. Il CESE incoraggia la Commissione e gli Stati membri ad approfittare delle esperienze acquisite in materia dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), dall'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), dalla Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro di Dublino e dall'Agenzia dell'UE per i diritti fondamentali.
5.2.5 Per quanto riguarda la ricerca e la base di conoscenze, il CESE condivide la maggiore attenzione del programma quadro di ricerca dell'UE per le questioni inerenti alla salute e alla dimensione socioeconomica. Il programma di sanità pubblica dell'UE dovrà altresì prevedere, nel prossimo periodo di programmazione finanziaria, alcune azioni prioritarie di lotta alle disuguaglianze sanitarie.
5.2.6 Parimenti la Commissione dovrà sviluppare un quadro operativo e alcuni strumenti utili per consentire agli Stati membri di scambiarsi i risultati della ricerca, e far sì che le risorse disponibili possano essere condivise tra i vari paesi.
5.2.7 Il CESE riconosce che la lotta contro le disuguaglianze in materia di salute è un processo di lungo periodo. Le azioni descritte nella comunicazione sono destinate a stabilire il contesto per un'azione di grande portata in questo ambito; il CESE attende quindi con interesse la prima relazione sull'evoluzione della situazione che dovrebbe essere pubblicata nel 2012.
5.3 Accrescere l'impegno nella società
5.3.1 Il CESE esprime apprezzamento per l'intenzione manifestata dalla Commissione di collaborare con gli Stati membri e consultare le parti interessate competenti a livello europeo e nazionale per conseguire i seguenti obiettivi:
— |
inserire le disuguaglianze in materia di salute tra gli ambiti prioritari nel quadro degli attuali accordi di cooperazione sulla salute, |
— |
mettere a punto azioni e strumenti di formazione professionale nel settore della lotta contro le disuguaglianze sanitarie utilizzando il programma di sanità, il Fondo sociale europeo (FSE) e altri meccanismi, |
— |
stimolare la riflessione sullo sviluppo di obiettivi nell'ambito del comitato per la protezione sociale mediante documenti di discussione. |
5.3.2 Il CESE ribadisce che lo sviluppo di un forte impegno diffuso a tutta la società dipende non solo dai governi ma anche, e soprattutto, dalla partecipazione attiva della società civile e delle parti sociali. Il processo di consultazione, elaborazione ed attuazione delle politiche dovrebbe infatti coinvolgere le parti interessate a livello europeo, nazionale e locale; il CESE ritiene che si possa accrescere l'efficacia di questi aspetti, sviluppare i partenariati e diffondere le buone pratiche secondo modalità migliori. Negli Stati membri vanno elaborati programmi di controllo e valutazione ben definiti che consentano di misurare i progressi realizzati.
5.3.3 Se si creano partenariati più efficaci con le parti interessate, risulterà più facile promuovere azioni sui vari determinanti sociali e contribuire a ridurre le disuguaglianze in termini di salute. Tali collaborazioni possono ad esempio svolgere un ruolo prezioso per migliorare l'accesso ai servizi sanitari e la loro adeguatezza, promuovere la salute e l'assistenza sanitaria preventiva per i migranti, le minoranze etniche o altri gruppi vulnerabili, incentivare lo scambio di informazioni e di conoscenze, identificare e diffondere buone prassi e facilitare l'elaborazione di politiche ad hoc destinate a temi specifici prevalenti nei diversi Stati membri e/o in determinati gruppi sociali. Le parti interessate possono anche contribuire a misurare le disuguaglianze in materia di salute delle persone sul posto di lavoro e nel tempo libero all'interno della comunità, oltre a fornire ai professionisti della salute e ad operatori di altri settori il supporto necessario per conseguire le conoscenze e la formazione necessarie.
5.3.4 Il CESE auspica una consultazione più efficace con i gruppi vulnerabili e sarebbe inoltre ben lieto di poter approfondire ulteriormente questo aspetto con la Commissione.
5.4 Soddisfare i bisogni dei gruppi vulnerabili
5.4.1 Non va dimenticato che i gruppi vulnerabili saranno le prime vittime delle attuali crisi, in termini sia di salute che di accesso all'assistenza sanitaria.
5.4.2 Il CESE valuta quindi positivamente le seguenti azioni:
— |
iniziative della Commissione in collaborazione con gli Stati membri al fine di migliorare l'accesso ai servizi sanitari e all'assistenza sanitaria preventiva per i gruppi vulnerabili, |
— |
misure di riduzione delle disuguaglianze sanitarie nel quadro delle future iniziative dedicate alla promozione dell'invecchiamento in buona salute, |
— |
attività relative alle disuguaglianze in materia di salute nell'ambito dell'Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale 2010, |
— |
ricorso alla politica di coesione e ai fondi strutturali, in previsione dell'evoluzione demografica, a sostegno dello stato di salute dei gruppi vulnerabili, |
— |
attenzione concentrata su un numero limitato di misure, che devono però essere sviluppate in maniera più approfondita. |
5.4.3 Il CESE raccomanda che le disuguaglianze in materia di salute e i gruppi vulnerabili - compresi i disabili - siano esaminati dal punto di vista generale dell'equità e della discriminazione. A titolo di esempio si cita la dimensione del genere nel fenomeno dell'invecchiamento. Le donne tendono a vivere più a lungo, ma in condizioni di salute precaria; per di più, a causa di una carriera lavorativa generalmente più breve, una volta in pensione esse ottengono benefici previdenziali più bassi, con conseguenti ripercussioni dirette sull'accesso all'assistenza sanitaria e ai farmaci. Particolare attenzione merita inoltre la situazione delle donne migranti, specialmente per quanto riguarda l'educazione alla salute e l'accesso all'assistenza sanitaria.
5.4.4 La prevenzione sanitaria e i programmi di screening, così come la promozione della salute e l'educazione sanitaria (stili di vita sani, trattamenti disponibili, diritti dei pazienti, ecc.) sono molto importanti, soprattutto all'interno delle comunità meno favorite. Il CESE raccomanda alla Commissione e agli Stati membri di promuovere campagne e servizi destinati specificamente ai gruppi vulnerabili interessati. Le campagne sanitarie rivolte alla popolazione in generale tendono ad avere un tasso di penetrazione ridotto all'interno dei gruppi meno favoriti. Campagne più mirate dovrebbero spingere le comunità meno favorite a partecipare più attivamente alla definizione delle proprie esigenze e all'opera di informazione.
5.4.5 In questo scenario la Commissione dovrebbe valutare l'impatto che le piattaforme e i forum europei esistenti (alimentazione, alcool, ecc.) esercitano sui gruppi vulnerabili. Il CESE propone di organizzare una piattaforma che serva alle organizzazioni di pazienti per condividere le esperienze e fare opera di informazione.
5.4.6 Secondo il CESE la qualità e l'accessibilità dell'istruzione per la prima infanzia rappresentano una delle condizioni necessarie per impedire l'insorgere di disuguaglianze sanitarie tra le future generazioni. La disponibilità di vari tipi di servizi di custodia è una componente essenziale dello sviluppo socioeconomico e svolge un ruolo particolarmente cruciale nelle aree svantaggiate e per i gruppi meno favoriti e le famiglie che vivono in condizioni altrimenti buone. L'offerta di servizi di custodia dei bambini può contribuire ad affrontare i problemi sociali, economici e sanitari di queste famiglie e favorire l'integrazione sociale dei gruppi esclusi (5). Analogamente, dal momento che le disuguaglianze sanitarie derivano principalmente da disuguaglianze scolastiche, il CESE ritiene essenziale garantire parità di accesso ad una scolarizzazione e un'istruzione di qualità, perché ciascun individuo possa acquisire le competenze che gli consentano di riprendere il controllo della propria vita.
5.5 Sviluppare il contributo delle politiche dell'UE
5.5.1 Il CESE invita gli Stati membri a rendere prioritaria l'eliminazione delle disuguaglianze sanitarie e a garantire un coordinamento, un controllo e una valutazione migliori delle politiche che presentano un impatto sugli aspetti sociali, economici e sanitari allo scopo di promuovere le buone pratiche e fare opera di informazione su tutto il territorio dell'UE.
5.5.2 Si dovrebbe valutare l'impatto delle diverse politiche comunitarie sulle condizioni di salute in generale.
5.5.3 Il contributo delle politiche dell'UE a favore della riduzione delle disuguaglianze sanitarie può essere rafforzato, ad esempio mediante una migliore comprensione del loro impatto sulla salute o una maggiore integrazione delle varie politiche: istruzione, condizioni di lavoro, sviluppo territoriale, politica ambientale, politica dei trasporti, ecc. La Commissione, tuttavia, deve innanzitutto assicurare che le misure proposte non si traducano in nuove disuguaglianze, specie nel caso in cui esse abbiano un'incidenza sui gruppi vulnerabili (6).
5.5.4 L'obiettivo di garantire un elevato livello di protezione della salute umana occupa, nel Trattato di Lisbona, una posizione analoga alla realizzazione del mercato unico. Il Trattato assegna inoltre all'UE un ruolo complementare nella salvaguardia del benessere dei cittadini europei. Il CESE spera che il Trattato di Lisbona possa dare nuovo ossigeno al motto salute in tutte le politiche; finora si trattava infatti solo di «parole vuote» a livello comunitario impiegate per mascherare lo squilibrio esistente di fronte alla predominanza dell'onnipresente mercato unico.
5.5.5 In questo contesto, il CESE invita la Commissione ad adottare le seguenti azioni:
— |
effettuare una valutazione delle proprie misure (prima, durante e dopo la realizzazione) in tutti i settori di intervento, per verificare se tutte le politiche contribuiscano ad assicurare un elevato livello di protezione della salute e a ridurre le disuguaglianze sanitarie (7), |
— |
mettere a punto dei meccanismi per valutare l'impatto sulla salute delle politiche esistenti (ex ante e ex post) in diversi gruppi della popolazione allo scopo di produrre informazioni destinate all'ulteriore sviluppo di tali politiche, |
— |
introdurre meccanismi in grado di riorientare le misure d'intervento della Commissione che incidono negativamente sulla salute e creano disuguaglianze, |
— |
realizzare interventi volti a sensibilizzare gli Stati membri, le associazioni e i professionisti sull'impatto reale delle disuguaglianze, sui fattori che le producono e sui mezzi per superarle. |
5.5.6 Il CESE invita inoltre gli Stati membri a inserire il tema delle disuguaglianze sanitarie nei loro programmi di lavoro e a sviluppare adeguate strategie trasversali.
5.5.7 Il CESE sostiene la proposta della Commissione di aiutare gli Stati membri a coordinare con maggior efficacia le misure d'intervento, analizzare il rapporto tra queste politiche e i risultati in termini di salute per i diversi gruppi nei vari Stati membri. La lotta contro le disuguaglianze in materia di salute dovrebbe essere corroborata dai seguenti interventi: uso più appropriato della politica di coesione comunitaria, migliore opera di informazione sui fondi di coesione e miglior coordinamento di tali fondi, capacità rafforzata di investire nei settori dell'assistenza sociale e sanitaria negli Stati membri, disponibilità di opzioni nell'ambito della politica di sviluppo rurale e della politica agricola comune.
5.5.8 In tal caso la Commissione deve tuttavia rispettare le responsabilità degli Stati membri in materia di organizzazione e finanziamento dei servizi sanitari e di assistenza medica, per quanto riguarda in particolare la definizione e l'attuazione di un livello elevato di protezione della salute umana (cfr. articolo 168 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea).
5.5.9 Devono essere intensificati gli sforzi per ridurre le disuguaglianze sanitarie nelle zone rurali, tenuto conto soprattutto delle sfide derivanti dall'evoluzione demografica. A questo proposito, va riconosciuto e sostenuto in maniera speciale il ruolo chiave svolto dai piccoli fornitori di servizi sanitari (soprattutto i medici liberi professionisti) che assicurano una copertura sanitaria globale, personalizzata e localizzata.
5.5.10 Il CESE accoglie con favore:
— |
la proposta di sviluppare un dialogo politico con gli Stati membri e con le parti interessate su temi quali l'equità e altri valori fondamentali per la salute, definiti nell'ambito della politica comunitaria in materia di salute e della strategia comunitaria in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro, e la proposta di gestire un forum sulla salute e la ristrutturazione per analizzare le misure in grado di ridurre le disuguaglianze sanitarie, |
— |
l'iniziativa della Commissione a livello internazionale volta ad offrire aiuto ad altri paesi nel settore della sanità e in altri ambiti collegati, attraverso lo scambio delle esperienze comunitarie in tema di lotta alle disuguaglianze sanitarie. |
Bruxelles, 29 aprile 2010
Il presidente del Comitato economico e sociale europeo
Mario SEPI
(1) Cfr. i pareri sui seguenti temi:
|
Servizi di custodia ed educazione per la prima infanzia (parere d'iniziativa), relatrice: HERCZOG |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
(2) Ad esempio: la raccomandazione del Consiglio relativa allo screening dei tumori; le iniziative in materia di salute mentale, tabagismo e HIV/AIDS; la compilazione di un repertorio europeo delle buone prassi; le misure volte a migliorare la raccolta dei dati e la creazione di reti tra gli Stati membri e i principali soggetti interessati. Un ulteriore sostegno viene fornito tramite i programmi quadro di ricerca e i programmi d'azione (compreso Progress) che finanziano studi e innovazioni nelle politiche. Contribuiscono al miglioramento della salute anche la legislazione dell'UE nei settori del diritto del lavoro e della salute e sicurezza professionali, la politica ambientale dell'UE e le politiche di mercato nell'ambito della politica agricola comune, mentre il Fondo di coesione e il Fondo di sviluppo rurale aiutano a ridurre le disuguaglianze regionali.
(3) In Francia, ad esempio, l'accesso limitato al trattamento antiretrovirale ha aumentato le disuguaglianze nelle condizioni di salute dei pazienti HIV positivi.
(4) Convenzioni, obiettivi approvati a livello nazionale e internazionale, prestazioni in caso di maternità, compresi i congedi per malattia e maternità; tra le principali convenzioni e raccomandazioni dell'OIL in materia di protezione sociosanitaria figurano la convenzione 130 sulle cure mediche e la convenzione 102 sulle norme minime di sicurezza sociale, che riguarda in particolare la protezione sociosanitaria. Quest'ultima è stata firmata da molti paesi e di recente anche dalla Romania e dalla Bulgaria. Per la piena ratifica da parte dell'UE, mancano soltanto due Stati Baltici e la Finlandia (contrari alla formulazione per ragioni di genere).
(5) Servizi di custodia ed educazione per la prima infanzia (parere d'iniziativa), relatrice: HERCZOG.
(6) Tra i gruppi particolarmente vulnerabili figurano le persone affette da patologie che ne ostacolano la mobilità, i soggetti che non sono in grado di attivarsi per cercare il miglior trattamento possibile, oppure quelli che non conoscono la lingua del paese in cui hanno scelto di farsi curare, non dispongono dei mezzi finanziari necessari per sostenere le spese di una prestazione specialistica o di una cura all'estero, o esitano nel farsi curare all'estero o in un centro distante dal loro luogo di residenza. In particolare, con l'evoluzione demografica si apriranno nuove sfide per il settore della salute.
(7) Benché molti atti legislativi prevedano già una valutazione d'impatto, nella maggior parte dei casi non si effettua alcuna valutazione per stabilire se gli obiettivi siano stati conseguiti realmente e in maniera efficace. Questo sistema di verifica è ancora più necessario nell'attuale crisi finanziaria ed economica, che interessa in misura crescente l'occupazione e il finanziamento del sistema sanitario, con ripercussioni sulla salute pubblica.