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Document 52009DC0162

    Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo e al Consiglio - Costruire un futuro sostenibile per l’acquacoltura - Un nuovo impulso alla strategia per lo sviluppo sostenibile dell'acquacoltura europea {SEC(2009) 453} {SEC(2009) 454}

    /* COM/2009/0162 def. */

    52009DC0162

    Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo e al Consiglio - Costruire un futuro sostenibile per l’acquacoltura - Un nuovo impulso alla strategia per lo sviluppo sostenibile dell'acquacoltura europea {SEC(2009) 453} {SEC(2009) 454} /* COM/2009/0162 def. */


    [pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

    Bruxelles, 8.4.2009

    COM(2009) 162 definitivo

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

    Costruire un futuro sostenibile per l’acquacoltura Un nuovo impulso alla strategia per lo sviluppo sostenibile dell'acquacoltura europea

    {SEC( 2009) 453}{SEC(2009) 454}

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

    Costruire un futuro sostenibile per l’acquacoltura Un nuovo impulso alla strategia per lo sviluppo sostenibile dell'acquacoltura europea

    INTRODUZIONE

    La moderna acquacoltura rappresenta un’importante innovazione nel campo della produzione ittica e di alimenti di origine acquatica e, fra i settori alimentari, è quello che ha registrato il più rapido sviluppo, con un tasso di crescita media del 6-8% annuo su scala mondiale. Con una produzione complessiva di circa 52 milioni di tonnellate nel 2006, l’acquacoltura mondiale è aumentata di un terzo a partire dall’inizio del millennio, grazie soprattutto agli spettacolari sviluppi registrati in Asia e in Sudamerica. Essa già fornisce circa la metà dell’approvvigionamento ittico mondiale destinato al consumo umano e presenta considerevoli potenzialità di sviluppo[1]. Si tratta dunque di un settore chiave che consentirà di contribuire a soddisfare la futura domanda di pesce. Tuttavia, lo sviluppo dell’acquacoltura non elimina la necessità di ridurre la pesca eccessiva degli stock selvatici e, a termine, di eliminarla, per giungere ad uno sfruttamento sostenibile degli oceani. Essa offre pertanto immense possibilità ed è fonte di considerevoli sfide, in particolare per quanto concerne la sostenibilità ambientale della produzione nonché la qualità e la sicurezza dei prodotti. L’acquacoltura costituisce un’attività economica importante in alcune zone costiere e continentali dell’UE. Essa include la produzione di pesci di mare e di acqua dolce nonché di molluschi, ottenuti con vari sistemi di allevamento: chiuso o aperto, estensivo o intensivo, sulla terraferma, nei laghi, negli stagni – alimentati da fiumi o anche da acque sotterranee – in prossimità della costa o al largo. Varie politiche comunitarie hanno un impatto su questa attività e la politica strutturale a sostegno della politica comune della pesca ha contribuito in misura significativa all’evoluzione del settore in Europa. Nata come attività artigianale e su piccola scala, l’acquacoltura è divenuta un’industria ad alto contenuto di tecnologia che associa attività commerciali pienamente integrate. Nel 2006 il settore dell'acquacoltura dell'UE-27 ha prodotto circa 1,3 milioni di tonnellate di pesci, molluschi e crostacei, con un fatturato di circa 3 miliardi di euro e la creazione di circa 65 000 posti di lavoro. L’attuale domanda di consumo dell’UE corrisponde a circa 12 milioni di tonnellate.

    La strategia dell’UE per un’acquacoltura sostenibile[2] adottata nel 2002 ha definito una serie di orientamenti politici volti a promuovere lo sviluppo dell’acquacoltura. A distanza di sette anni, significativi progressi sono stati compiuti per garantire la sostenibilità ambientale, la sicurezza e la qualità della produzione acquicola dell’UE[3]. Tuttavia, nello stesso periodo, tale produzione ha subito nel complesso un rallentamento, in netto contrasto con l'alto tasso di crescita registrato nel resto del mondo.

    In un contesto di tecnologie in rapida evoluzione e di continue sfide economiche e ambientali è tempo di fare un bilancio dei punti di forza e delle carenze del settore dell’acquacoltura dell’UE. La presente comunicazione è volta a identificare ed analizzare le cause del ristagno per far sì che l'UE possa continuare a svolgere un ruolo chiave in questo settore strategico. Essa si basa sui risultati conseguiti dalla strategia per l’acquacoltura del 2002 e sul nuovo impulso dato alle attività marine dalla politica marittima integrata dell’UE.

    UNA VISIONE STRATEGICA PER IL FUTURO DELL’ACQUACOLTURA NELL’UE

    Sfide attuali e prospettive

    L’UE rappresenta uno dei maggiori mercati di alimenti di origine acquatica del mondo e dipende in misura crescente dalle importazioni per far fronte a una domanda in aumento. Essa può contare su un settore tecnologico e di ricerca dinamico e all’avanguardia, su attrezzature e mangimi di livello avanzato, su imprenditori qualificati in possesso di un’adeguata formazione e su imprese innovative, nonché su un solido quadro giuridico in materia di protezione dell’ambiente e della salute. Molte sono tuttavia le sfide che l’acquacoltura europea deve ancora affrontare: accesso limitato agli spazi e alle licenze; frammentazione del settore; accesso limitato al capitale di avviamento o ai prestiti a favore dell’innovazione in un contesto di rischio (tenuto conto, in particolare, dei cambiamenti incessanti della situazione economica e dei flussi commerciali); pressione esercitata dalle importazioni; insufficiente disponibilità di farmaci e vaccini. Inoltre, la presenza di rigide norme comunitarie, soprattutto in materia di protezione ambientale, limita le capacità concorrenziali del settore rispetto ai concorrenti asiatici o a quelli dell’America latina.

    L’UE dovrebbe investire nel mercato globale, vendendo le proprie tecnologie e conoscenze per riuscire ad affrontare le sfide in materia di sicurezza e sostenibilità.

    Il settore dell’acquacoltura è ancora relativamente sconosciuto alle autorità pubbliche e agli investitori. Esso deve far fronte alle sfide di una società in trasformazione, che compete per l’occupazione del territorio ed è sempre più attenta alla sostenibilità ambientale delle attività di allevamento.

    Costruire il futuro dell’acquacoltura dell’UE

    Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, il consumo mondiale di prodotti del mare continuerà ad aumentare. La cattura di pesci di origine selvatica non è sufficiente a soddisfare la domanda. Anche se gli stock selvatici venissero riportati ai livelli del rendimento massimo sostenibile, l'espansione della domanda è talmente rapida che essa dovrà comunque essere in parte soddisfatta tramite l’acquacoltura. L’UE deve rispondere a queste sfide e prepararsi a questo aumento della domanda per soddisfare le richieste dei consumatori.

    L’acquacoltura europea del futuro dovrebbe essere all’avanguardia in materia di sviluppo sostenibile. Occorre applicare misure adeguate per far sì che la nostra industria possa assumere un ruolo guida nell'ambito della "rivoluzione azzurra", con riguardo sia alla produzione alimentare in sé, alla tecnologia e all’innovazione, che alla fissazione di norme e procedure di certificazione a livello europeo e internazionale. Per raggiungere questo obiettivo, la presente comunicazione intende contribuire alla creazione delle condizioni necessarie allo sviluppo di un’acquacoltura redditizia e sostenibile che possa competere con successo sul mercato. Il settore dovrebbe essere in grado di coprire l’intera catena di approvvigionamento, inclusi i prodotti di elevato valore e quelli innovativi, che soddisfano le esigenze dei consumatori all'interno e all'esterno dell’UE, nonché la produzione di attrezzature di alto livello per le imprese acquicole.

    La produzione di alimenti e attrezzature deve essere sostenuta da livelli avanzati di ricerca e tecnologia. L’UE deve mantenere un forte vantaggio competitivo nel campo della ricerca e della tecnologia per rimanere all’avanguardia in questo settore strategico e migliorare la competitività dell’acquacoltura incoraggiandone il continuo sviluppo e l'uso di tecnologie e tecniche di gestione innovative. Un livello avanzato di ricerca e tecnologia deve inoltre contribuire a favorire la sostenibilità ambientale del settore. Ciò consentirebbe a un certo numero di imprese acquicole dell’UE e alle industrie tecnologiche ad esse associate di effettuare investimenti al di fuori delle frontiere comunitarie.

    Le condizioni di mercato determineranno il modo in cui il settore contribuirà a fornire prodotti di origine acquatica sani e sicuri riducendo al tempo stesso la dipendenza dell’UE dalle importazioni. I produttori comunitari dovrebbero presentare i propri prodotti sul mercato come prodotti di elevato valore in virtù del loro impatto ambientale, della loro tracciabilità e degli elevati standard sanitari a cui si conformano, nonché sviluppare ulteriormente i mercati all'interno e al di fuori dell'UE. A questo proposito, regimi volontari di etichettatura e di certificazione compatibili con le norme dell’OMC possono rafforzare la fiducia dei consumatori e migliorare la posizione dei prodotti dell’acquacoltura che soddisfano norme di qualità rigorose.

    Un livello avanzato di ricerca e tecnologia deve inoltre favorire la sostenibilità ambientale del settore. Si tratta di un aspetto necessario e i consumatori vogliono essere sempre più rassicurati sul fatto che la produzione e il trasporto dei prodotti dell'acquacoltura avvengano nel pieno rispetto di elevati requisiti ambientali. L’applicazione di requisiti elevati consentirà inoltre di migliorare l’immagine del settore e ne faciliterà l'accesso ai mercati.

    Alcune delle maggiori sfide che limitano lo sviluppo dell’acquacoltura europea dipendono direttamente da politiche e azioni adottate a livello nazionale o regionale. Le autorità pubbliche devono pertanto definire un contesto adeguato affinché lo scenario ipotizzato possa realizzarsi, e contribuire all’eliminazione degli ostacoli esistenti nella normativa nazionale. Tale contesto deve essere prevedibile, coerente ed efficiente sul piano dei costi per consentire al settore di realizzare il proprio potenziale.

    Questa strategia può dunque produrre risultati solo a patto che lo scenario e gli obiettivi da essa proposti ricevano il pieno appoggio di tutti e siano inoltre rafforzati e diffusi dalle autorità pubbliche a livello nazionale e regionale.

    PROMUOVERE LA COMPETITIVITÀ DELL'ACQUACOLTURA DELL’UE

    Perché lo scenario ipotizzato per l’acquacoltura europea possa realizzarsi, l’UE dovrebbe promuovere un settore competitivo e diversificato (anche con riguardo ai fornitori di attrezzature e tecnologia), sostenuto da un livello avanzato di ricerca e tecnologia, che copra l'intera catena di approvvigionamento e soddisfi in modo sostenibile le esigenze dei consumatori. Le necessità prioritarie per lo sviluppo di un’acquacoltura sostenibile saranno inoltre valutate nel quadro della riforma della politica comune della pesca e del suo futuro contesto finanziario. In quest’ambito la Commissione prenderà in esame la possibilità di creare possibilità di finanziamento specifiche per misure che vadano oltre la dimensione nazionale.

    Ricerca e sviluppo tecnologico

    L’UE ha fornito un contributo determinante alla ricerca e allo sviluppo tecnologico nel settore dell’acquacoltura. Nell’ambito del Sesto programma quadro per la ricerca, 98 milioni di euro sono stati destinati a progetti di ricerca per l’acquacoltura; di questi, 32 milioni erano riservati alle PMI. È di fondamentale importanza mantenere e rafforzare questo sostegno.

    Lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura dovrebbe essere accompagnato da un livello di eccellenza nel campo della ricerca e dell’innovazione. I maggiori esponenti del settore hanno di recente avviato un’iniziativa volta alla creazione di una piattaforma europea di tecnologia e innovazione per l’acquacoltura (EATIP) per consentire al settore di mantenere la sua leadership mondiale, dotarlo di una visione strategica e definirne le priorità in materia di ricerca e sviluppo tecnologico. Le innovazioni tecnologiche nei sistemi di allevamento si sono rivelate mezzi efficaci per consentire al settore dell'acquacoltura di ridurre il proprio impatto ambientale.

    È di fondamentale importanza continuare a sostenere l’eccellenza nel campo della ricerca e dello sviluppo tecnologico legati all’acquacoltura, promuovere iniziative private in quest'ambito ed estendere le possibilità di finanziamento. La ricerca finanziata dal settore pubblico può fungere da leva per le iniziative di R&S promosse dal settore privato e dovrebbe concentrarsi in particolare sulle priorità che non possono essere pienamente finanziate dalle PMI o che implicano rischi di investimento elevati. In quest’ambito è altresì opportuno individuare sinergie con le attività marittime (p. es. l’acquacoltura off-shore).

    La Commissione

    - continuerà a promuovere le iniziative di R&S legate all’acquacoltura e destinerà una parte sufficiente del bilancio dell’UE a progetti di acquacoltura finalizzati a un ulteriore sviluppo della base di conoscenze necessaria per elaborare pratiche di acquacoltura sostenibili e competitive. La Commissione si sforzerà inoltre di promuovere un uso più efficiente degli strumenti esistenti a livello europeo. Parallelamente, gli Stati membri e l’industria sono invitati ad aumentare i propri investimenti nel settore della ricerca legata all’acquacoltura nel quadro dello Spazio europeo della ricerca;

    - promuoverà l’ottimizzazione e lo sviluppo di infrastrutture chiave nel settore della ricerca e rafforzerà le reti e l’integrazione in reti scientifiche di più ampia portata per affrontare sfide globali come l’adattamento ai cambiamenti climatici nel quadro della nuova politica marittima e del suo programma strategico di ricerca[4];

    - invita gli Stati membri a riconoscere l’importanza delle forme estensive e tradizionali di acquacoltura nonché ad esaminare le possibilità di sviluppo della produzione in siti e strutture già esistenti.

    L’esistenza di tipi adeguati di assicurazioni, che coprano gli stock e/o i rischi di carattere tecnologico, può inoltre influire in modo decisivo sullo sviluppo del settore dell’acquacoltura, in particolare per quanto riguarda i progetti innovativi nel cui ambito l’impatto delle perdite può essere considerevole. La Commissione analizzerà pertanto l’impatto dei progetti e considererà l’opportunità di adattare le attuali linee direttrici per l'esame degli aiuti nazionali nel settore della pesca e dell'acquacoltura.

    Condizioni eque di concorrenza per lo spazio disponibile

    La crescente concorrenza per lo spazio disponibile rappresenta una sfida considerevole in vista di un ulteriore sviluppo o anche solo del mantenimento di tutte le forme di acquacoltura costiera, nonché della piscicoltura di acqua dolce.

    La scelta della zona è cruciale e la pianificazione territoriale è di fondamentale importanza per fornire orientamenti e dati affidabili per l’ubicazione di un’attività economica, poiché fornisce certezze agli investitori, evita l’insorgere di conflitti e consente di stabilire sinergie tra le attività e gli ambienti con il fine ultimo dello sviluppo sostenibile.

    La Commissione

    - proseguirà le proprie iniziative volte a promuovere lo sviluppo della pianificazione dello spazio marittimo e la gestione integrata delle zone costiere, secondo quanto previsto nell’ambito della nuova politica marittima dell’UE[5];

    - invita tutti gli Stati membri ad elaborare sistemi di pianificazione dello spazio marittimo in cui venga pienamente riconosciuta l’importanza strategica dell’acquacoltura. A questo proposito, nell’ambito della preparazione della prossima riforma della politica comune della pesca, la Commissione prenderà in esame la possibilità di rafforzare i collegamenti tra gli strumenti finanziari della Comunità e la questione dell'accesso agli spazi per le attività marittime, inclusa l'acquacoltura;

    - invita gli Stati membri a garantire che la pianificazione del territorio terrestre tenga pienamente conto delle esigenze e delle priorità dell'acquacoltura di acqua dolce.

    Permettere alle imprese acquicole di far fronte alle richieste del mercato

    L’industria dell'acquacoltura dell'UE dovrebbe essere in grado di rispondere alle richieste dei consumatori, di adattarsi all’evoluzione del mercato e di interagire su un piano di parità con gli altri operatori della catena di commercializzazione[6]. Nel 2009 la Commissione riesaminerà la politica di mercato dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura e

    - valuterà e prenderà in considerazione le necessità del settore dell’acquacoltura, in particolare per quanto concerne le organizzazioni di produttori, le associazioni interprofessionali, l’informazione dei consumatori e strumenti di commercializzazione quali l’etichettatura dei prodotti alimentari di origine acquatica, nell’ambito della futura riforma della politica di mercato per i prodotti della pesca e dell’acquacoltura;

    - proseguirà la propria collaborazione con gli Stati membri, con il Parlamento europeo e con le parti interessate al fine di sviluppare e promuovere norme di qualità (segnatamente in materia di acquacoltura biologica o di sistemi di eco-etichettatura);

    - proseguirà la collaborazione internazionale in materia di etichettatura e certificazione, in particolare con la FAO.

    La dimensione internazionale

    Un’industria innovativa offre anche ai settori associati (p. es. attrezzature, mangimi per pesci, industrie del settore zoosanitario) la possibilità di espandersi ed esportare il proprio know-how in altre parti del mondo.

    In proposito la Commissione:

    - esaminerà la possibilità di creare le basi per promuovere lo sviluppo dell’acquacoltura nei paesi terzi e di aumentare le opportunità commerciali per le aziende acquicole dell'UE, nell'ambito della dimensione esterna della politica comune della pesca;

    - svilupperà, nell’ambito del suo nuovo piano di azione per la salute degli animali, una strategia di esportazione a livello comunitario al fine di rafforzare il ruolo della Comunità nel negoziare le condizioni zoosanitarie applicabili alle esportazioni;

    - continuerà a promuovere a livello internazionale la necessità di uno sviluppo sostenibile dell'acquacoltura al fine di migliorare l’impatto ambientale di alcune delle pratiche attualmente in uso nonché di creare condizioni di concorrenza più omogenee per questo settore a livello globale.

    STABILIRE LE CONDIZIONI PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE DELL’ACQUACOLTURA

    La Comunità si adopererà affinché lo sviluppo dell’acquacoltura dell’UE risulti compatibile con un elevato livello di protezione dell’ambiente naturale. Nella stessa ottica, i prodotti alimentari di origine acquatica elaborati o importati nell’UE dovranno essere conformi ad elevate norme di protezione della salute e della sicurezza dei consumatori. La Comunità dovrebbe inoltre continuare a perseguire gli obiettivi fissati per conseguire un elevato livello di protezione della salute e del benessere degli animali acquatici di allevamento.

    Garantire la compatibilità fra acquacoltura e ambiente

    Un’acquacoltura rispettosa dell’ambiente

    L’UE si è impegnata al rispetto di un elevato livello di protezione ambientale e la normativa comunitaria si basa sul principio di precauzione. Disponiamo di tecnologie per la depurazione delle acque che consentono di eliminare residui e contaminanti e nei prossimi anni è previsto un ulteriore sviluppo di nuove tecnologie volte a ridurre gli effluenti. Il rispetto della normativa comunitaria in materia di acque costituisce un altro punto cruciale per garantire la qualità necessaria per produrre alimenti sicuri e di qualità.

    La Commissione:

    - continuerà a sottolineare nelle proprie politiche e azioni l’importanza di uno sviluppo dell'acquacoltura sostenibile dal punto di vista ambientale;

    - continuerà a sorvegliare il problema delle fuoriuscite di pesci e, se necessario, esaminerà il valore aggiunto derivante dall’adozione di misure a livello dell’UE.

    Un ambiente rispettoso dell’acquacoltura

    L’acquacoltura deve poter disporre di acque della massima qualità per garantire la salute degli animali acquatici e la sicurezza e la qualità dei prodotti.

    I primi piani di gestione dei bacini idrografici elaborati dagli Stati membri nell’ambito della direttiva quadro in materia di acque (direttiva WFD)[7] dovranno come minimo mantenere il livello di protezione delle zone di crescita dei molluschi attualmente garantito dalla direttiva sulla qualità delle acque destinate alla molluschicoltura[8]. La Commissione ritiene inoltre che il primo aggiornamento dei piani di gestione dei bacini idrografici previsto dalla direttiva WFD nel 2015 dovrebbe come minimo mantenere lo stesso livello di protezione e che le nuove zone designate per la molluschicoltura dovrebbero essere designate come zone protette ai sensi di tale direttiva. Sarà esclusa l’esistenza di regimi di regolamentazione distinti per i due tipi di zone, vecchie e nuove.

    In proposito la Commissione:

    - farà sì che gli Stati membri garantiscano un elevato livello di protezione delle acque destinate alla molluschicoltura nell’ambito dei primi piani di gestione dei bacini idrografici istituiti a norma della direttiva quadro in materia di acque;

    - promuoverà l'informazione destinata alle autorità competenti nazionali e all'industria per garantire l'adeguata applicazione della direttiva WFD e della direttiva quadro sulla strategia marittima[9] per quanto concerne le attività di acquacoltura, incluso lo sviluppo di orientamenti relativi all’applicazione della direttiva WFD alle zone destinate alla molluschicoltura;

    - valuterà la necessità di completare il quadro giuridico della protezione delle acque dell’UE in vista dell'abrogazione della direttiva sulla qualità delle acque destinate alla molluschicoltura.

    Dar vita ad un’industria acquicola ad alto rendimento

    Condizioni di allevamento ottimali, buone condizioni sanitarie e mangimi adeguati alle esigenze degli animali acquatici di allevamento costituiscono gli elementi essenziali per una crescita e una produzione ottimali. Il fatto di garantire il benessere dei pesci di allevamento contribuisce inoltre a una migliore immagine del settore dell’acquacoltura.

    Garantire la salute degli animali

    Il quadro normativo comunitario relativo alla salute degli animali acquatici e alla prevenzione e al controllo di talune malattie di tali animali è stato riveduto nel 2006. La Commissione garantirà la piena attuazione della direttiva 2006/88/CE e provvederà affinché le necessità sanitarie degli animali siano prese pienamente in considerazione nell’ambito della nuova strategia politica per la salute degli animali e del relativo piano di attuazione[10]. In proposito la Commissione:

    - valuterà ed eventualmente rivedrà, entro il 2011, l’elenco delle principali malattie che colpiscono gli animali acquatici[11];

    - riesaminerà, nel corso del 2009, le attuali disposizioni relative alle garanzie addizionali per talune malattie imposte a livello degli Stati membri, al fine di assicurare che tali misure non costituiscano ostacoli ingiustificati, mantenendo nel contempo un elevato livello di protezione della salute degli animali;

    - valuterà gli strumenti finanziari attualmente disponibili per sostenere le misure destinate alla salute degli animali acquatici (in particolare per quanto concerne la promozione di misure e formazione in materia di biosicurezza all’interno dell’azienda). Tale valutazione verrà integrata nell’ambito della riforma della politica comune della pesca e del quadro finanziario ad essa associato.

    Garantire il benessere degli animali

    Il benessere degli animali è un aspetto che interessa consumatori, responsabili delle politiche e produttori. Al di là della sua dimensione etica, esso risulta un criterio importante nella scelta dei consumatori.

    In materia di benessere degli animali, le basi scientifiche disponibili sono molto meno sviluppate per i pesci che per gli animali di allevamento terrestri. Pertanto, in linea con il piano di azione per il benessere degli animali[12], la Commissione

    - chiederà pareri sul benessere dei pesci, in funzione delle diverse specie, e promuoverà l’adozione di un approccio per specie nell’ambito dei consessi internazionali (in particolare l’Ufficio internazionale delle epizoozie);

    - lancerà nei prossimi due anni una valutazione del benessere dei pesci in acquacoltura al fine di esaminare possibili misure legislative e di altro genere. La Commissione intende inoltre rivedere le disposizioni vigenti del regolamento sul trasporto degli animali[13], che attualmente si applicano a tutti i vertebrati ma non risultano adatte agli animali acquatici;

    - incoraggerà le iniziative del settore volte ad assicurare il benessere dei pesci di allevamento.

    Soddisfare l’esigenza di disporre di farmaci veterinari

    Il problema delle malattie dei pesci riguarda sia la salute che il benessere degli animali. È dunque della massima importanza autorizzare un uso controllato e prudente dei farmaci sugli animali di allevamento. La limitata disponibilità di prodotti medicinali veterinari autorizzati per ovviare ai rischi sanitari resta tuttavia uno dei principali problemi per l'industria dell'acquacoltura.

    La Commissione:

    - incoraggerà gli Stati membri e le parti interessate ad applicare le raccomandazioni formulate dalla “Task force disponibilità” nella sua relazione del 2007[14] e parteciperà alle revisioni periodiche della situazione proposte;

    - contribuirà a migliorare lo scambio di informazioni fra le autorità competenti e i vari operatori del settore della salute dei pesci, in particolare organizzando riunioni fra esperti e parti interessate.

    Garantire la disponibilità di mangimi di elevata qualità prodotti secondo un metodo sostenibile

    La possibilità di accedere facilmente e a prezzi abbordabili ai mangimi resta un aspetto critico per lo sviluppo dell'acquacoltura. Le principali specie richieste dal mercato europeo sono carnivore e la loro alimentazione dipende ancora in larga misura dalla disponibilità di farine e oli di pesce. La dipendenza del settore dalle farine e dagli oli di pesce come ingredienti principali dei mangimi può far sorgere dubbi circa la loro sostenibilità economica e ambientale. Da un lato, la produzione di farine e oli di pesce incontra difficoltà nel soddisfare una domanda crescente, il che contribuisce ad un aumento dei prezzi. Dall’altro, l’uso di farine e oli provenienti dalla pesca industriale può mettere a rischio la sostenibilità del settore e nuocere alla sua immagine. Al tempo stesso, nella ricerca di alternative adeguate occorre tener conto di vari aspetti, che spaziano dalla protezione dei consumatori al benessere degli animali. Nel definire le norme e gli standard comunitari relativi ai mangimi per pesci occorre equilibrare i benefici derivanti da un’elevata protezione dei consumatori e i vincoli imposti sulla competitività del settore.

    Nell’ambito della sua politica volta a garantire un elevato livello di tutela dei consumatori, la Commissione contribuirà a favorire l’acquacoltura dell’UE migliorando la normativa comunitaria sui mangimi nei due modi seguenti:

    - aumentando la disponibilità degli additivi necessari per i mangimi, in particolare sulla base degli orientamenti volti a facilitare le procedure di autorizzazione per gli additivi dei mangimi, adottati nel maggio 2008;

    - garantendo l’adozione della sua proposta di revisione del regolamento sui sottoprodotti di origine animale[15], per far sì che gli animali acquatici possano essere alimentati con mangimi derivanti da animali acquatici impedendo al tempo stesso che una determinata specie venga alimentata con mangimi derivanti da pesci della stessa specie.

    Garantire la protezione della salute dei consumatori e riconoscere i vantaggi degli alimenti di origine acquatica per la salute

    Per garantire un elevato livello di protezione dei consumatori, le autorità competenti devono adottare misure preventive e imporre requisiti per garantire la qualità e la sicurezza degli alimenti, nonché per introdurre ove del caso controlli e divieti di commercializzazione. Ciò richiede una capacità di identificazione dei rischi fondata su solide basi scientifiche e condizioni di concorrenza omogenee. La Commissione:

    - continuerà ad adoperarsi per garantire che sia gli alimenti di origine acquatica prodotti nella Comunità che quelli importati dai paesi terzi siano sicuri per il consumatore;

    - garantirà la coerenza degli strumenti legislativi con le nuove conoscenze acquisite in materia di sicurezza alimentare al fine di far fronte nel modo più adeguato ai rischi legati alla sicurezza alimentare. In quest’ambito, la Commissione riesaminerà la situazione delle biotossine sulla base della relazione sulle biotossine marine che dovrebbe essere presentata dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) entro la metà del 2009;

    - continuerà a basare le proprie azioni su fondamenti scientifici e sul principio di precauzione. La Commissione provvederà inoltre a valutare e a tener conto dei benefici per la salute derivanti dal consumo di alimenti di origine acquatica.

    MIGLIORARE L’IMMAGINE E LA GOVERNANCE DEL SETTORE

    Un migliore contesto di governance apporterebbe benefici all'acquacoltura europea. È inoltre importante migliorare l’immagine del settore e creare eque condizioni di concorrenza a livello dell’UE che contribuiscano al suo sviluppo sostenibile. La consultazione con le parti interessate costituisce un elemento importante per migliorare il profilo delle imprese acquicole ma le autorità nazionali svolgono un ruolo essenziale nel determinare lo sviluppo dell’acquacoltura sul proprio territorio.

    Migliore applicazione della normativa dell’UE

    Una migliore applicazione della normativa dell’UE da parte degli Stati membri dovrebbe garantire condizioni eque di concorrenza tra gli operatori economici in merito alle decisioni che interessano lo sviluppo dell’acquacoltura.

    La Commissione contribuirà a questo obiettivo e

    - provvederà all’elaborazione di documenti di orientamento e all’organizzazione di seminari specifici con le parti interessate e con le autorità nazionali per facilitare la conoscenza e l’applicazione dei suoi principali strumenti di politica ambientale. In questo contesto verrà data la priorità ai documenti di orientamento sulle attività di acquacoltura e Natura 2000;

    - farà sì che gli Stati membri applichino in maniera adeguata la normativa europea sulla salute degli animali e la tutela dei consumatori, fornendo ove necessario ulteriori orientamenti. La Commissione continuerà a realizzare ispezioni e audit in loco e provvederà a garantire che i paesi terzi soddisfino requisiti almeno equivalenti a quelli previsti dalla normativa dell’UE. Essa presterà particolare attenzione al fatto che tutti gli Stati membri realizzino correttamente i test per rilevare la presenza di biotossine marine nei molluschi e applichino adeguatamente la nuova direttiva sulla politica sanitaria e il controllo delle malattie degli animali acquatici.

    Ridurre l’onere amministrativo

    Per promuovere lo sviluppo è essenziale ridurre l'onere amministrativo, soprattutto nel caso delle piccole e medie imprese.

    La Commissione

    - continuerà a sviluppare la propria politica di semplificazione del quadro legislativo e a ridurre l’onere amministrativo a livello dell’UE;

    - invita gli Stati membri ad adottare misure volte a facilitare lo sviluppo imprenditoriale e a ridurre l’onere amministrativo derivante dalle disposizioni nazionali, in particolare semplificando le procedure di rilascio di licenze per l’acquacoltura.

    Garantire un’adeguata partecipazione delle parti interessate e una corretta informazione del pubblico

    La realizzazione di ampie e adeguate consultazioni contribuisce efficacemente al miglioramento della normativa e della governance che la Commissione si è pienamente impegnata a realizzare. Il settore e le autorità pubbliche dovrebbero fornire informazioni trasparenti al fine di migliorare l’immagine dell’acquacoltura.

    La Commissione

    - valuterà la necessità di rivedere e migliorare il profilo del settore dell’acquacoltura e le possibilità di rafforzare il ruolo dei suoi rappresentanti;

    - creerà uno spazio di dialogo fra la piattaforma europea di tecnologia e innovazione per l’acquacoltura, la Commissione e i responsabili dei programmi di ricerca degli Stati membri al fine di facilitare la programmazione di attività di ricerca a livello comunitario e nazionale;

    - invita gli Stati membri a sostenere le iniziative proattive di informazione pubblica promosse dal settore dell’acquacoltura, ricorrendo in particolare alle possibilità offerte dal Fondo europeo per la pesca.

    Garantire un’adeguata sorveglianza del settore dell’acquacoltura

    Le politiche pubbliche devono potersi basare su indicatori affidabili. Fino a poco tempo fa, le statistiche ufficiali dell’UE sull’acquacoltura avevano una portata relativamente limitata. In proposito la Commissione:

    - sorveglierà il progresso e l’evoluzione di questo settore, in particolare tramite il nuovo regolamento sulle statistiche[16] e il nuovo contesto per la raccolta dei dati;

    - parteciperà attivamente a livello internazionale (in particolare con la FAO) all’ulteriore sviluppo e alla raccolta di indicatori globali e armonizzati per questo settore in espansione;

    - amplierà la sua base di informazioni relativa ai prezzi di mercato. La Commissione metterà in atto le misure necessarie per istituire un sistema di monitoraggio dei prezzi dei prodotti della pesca e dell'acquacoltura lungo l'intera catena di commercializzazione.

    CONCLUSIONE

    La situazione a livello mondiale e l’importanza strategica dell’acquacoltura in termini di sicurezza alimentare contribuiscono ad offrire a questo settore un promettente futuro.

    Nell'Unione europea, l'acquacoltura è divenuta un settore moderno e dinamico che fornisce prodotti sicuri, di elevato valore e di alta qualità, e si è inoltre dotata di mezzi che ne garantiscono la sostenibilità ambientale. Molte restano tuttavia le sfide da affrontare. La strategia proposta dovrebbe consentire all’acquacoltura europea il migliore potenziale di sviluppo possibile, tenendo conto sia dei suoi punti di forza che dei vincoli cui è soggetta.

    La presente comunicazione è volta ad accrescere la sensibilizzazione dei responsabili delle decisioni politiche e degli organismi pubblici circa l'importanza dell'acquacoltura nell'Unione europea. La strategia presentata dovrebbe inoltre fornire una guida e un orientamento di tipo comunitario alle parti interessate e alle amministrazioni al fine di garantire coerenza e chiarezza nella definizione delle politiche necessarie per lo sviluppo sostenibile dell'acquacoltura europea. Le sfide che quest’ultima si trova ad affrontare devono essere trasformate in opportunità.

    Affinché questi obiettivi ambiziosi possano essere realizzati tutte le parti, pubbliche e private, dovranno impegnarsi per il futuro dell'acquacoltura europea.

    La Commissione invita pertanto il Parlamento, il Consiglio e tutte le parti interessate a sostenere questa strategia per l’acquacoltura europea. Essa invita inoltre le autorità pubbliche e le parti interessate a lavorare in partenariato, a livello comunitario, nazionale e locale, per liberare il potenziale di sviluppo esistente, nel rispetto delle norme sanitarie più elevate e garantendo nel contempo la sostenibilità ambientale del settore.

    [1] FAO: Lo stato dell’acquacoltura mondiale 2008 (i dati non includono le piante acquatiche).

    [2] Comunicazione della Commissione “Una strategia per lo sviluppo sostenibile dell'acquacoltura europea”, COM(2002) 511.

    [3] Nel 2007 la Commissione ha effettuato un bilancio dei progressi realizzati ed ha avviato un’ampia consultazione pubblica e dibattiti con le parti interessate in merito alle prospettive del settore dell’acquacoltura in Europa:cfr. http://ec.europa.eu/fisheries/cfp/governance/consultations/consultation_100507_en.htm e http://ec.europa.eu/fisheries/meetings_events/events/archives/events_2007/conference_151107_en.htm

    [4] Comunicazione della Commissione "Una strategia europea per la ricerca marina e marittima" (COM (2008)534).

    [5] (COM(2007) 575 e COM(2008) 791: Tabella di marcia per la pianificazione dello spazio marittimo: definizione di principi comuni nell'UE.

    [6] Il progetto “Consensus” costituisce un esempio efficace di miglioramento del dialogo fra le parti interessate della catena di commercializzazione.

    [7] Direttiva 2000/60/CE.

    [8] Direttiva 2006/113/CE.

    [9] Direttiva 2008/56/CE.

    [10] COM(2008) 545.

    [11] In quest’ambito la Commissione ha già escluso la viremia primaverile delle carpe dall’elenco delle malattie coperte dalla direttiva 2006/88/CE.

    [12] COM(2006) 13.

    [13] Regolamento (CE) n. 1/2005 sulla protezione degli animali durante il trasporto e le operazioni correlate.

    [14] http://www.hma.eu/203.html http://www.hma.eu/uploads/media/TF_Report_Availability_Vet_Medicines.pdf

    [15] COM(2008) 345.

    [16] Regolamento (CE) n. 762/2008.

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