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Document 52009AE1029

    Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito al Libro verde — Verso una rete energetica europea sicura, sostenibile e competitiva COM(2008) 782 def./2

    GU C 306 del 16.12.2009, p. 51–55 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    16.12.2009   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 306/51


    Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito al Libro verde — Verso una rete energetica europea sicura, sostenibile e competitiva

    COM(2008) 782 def./2

    2009/C 306/12

    La Commissione, in data 13 novembre 2008, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 262 del Trattato che istituisce la Comunità europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito al:

    «Libro verde — Verso una rete energetica europea sicura, sostenibile e competitiva»

    La sezione specializzata Trasporti, energia, infrastrutture, società dell'informazione, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 20 maggio 2009, sulla base del progetto predisposto dalla relatrice BATUT.

    Alla sua 454a sessione plenaria, dei giorni 10 e 11 giugno 2009 (seduta dell'11 giugno), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 124 voti favorevoli, 1 voto contrario e 4 astensioni.

    1.   Conclusioni e raccomandazioni

    In risposta alle domande poste dalla Commissione nel Libro verde, il Comitato economico e sociale europeo formula le seguenti osservazioni.

    In merito alla politica delle reti:

    1.1

    Ostacoli e livelli di azione: l'adozione di procedure armonizzate e controllabili democraticamente rafforzerebbe la trasparenza in materia di relazioni internazionali, scelte dell'UE, mercati, fissazione dei prezzi e profitti degli operatori (regolatori e gestori delle reti). È necessario ascoltare gli abitanti del luogo e informare i consumatori.

    1.2

    Controversie: gli Stati membri devono restare liberi di scegliere l'energia che intendono utilizzare. La Commissione può però svolgere una funzione di coordinamento, tenendo conto delle esigenze dei cittadini in materia di fornitura di energia e di gestione del territorio. Occorre definire chiaramente sia il ruolo dei gestori di rete associati (ENTSO-E) e dell'ACER (1) sia la forza giuridica e l'esecutorietà delle loro decisioni.

    1.3

    R&S: occorrerà valutare la quota dei finanziamenti destinata alla R&S, ed aumentarla. Tali fondi, infatti, contribuiscono all'efficienza delle reti, alla loro manutenzione e sostenibilità, nonché all'efficienza energetica che può liberare l'UE dalla sua dipendenza e traghettarla nella nuova era energetica.

    1.4

    L'attività più importante: senza mai perdere di vista l'interesse del consumatore finale, occorre completare le reti, come pure definire gli orientamenti strategici comuni e le regole di inquadramento del mercato, individuare e rimediare alle carenze per assicurare il trasporto di energia in tutta l'Unione, garantire l'approvvigionamento e lo stoccaggio nonché ripartire chiaramente le competenze e le responsabilità. L'interesse pubblico dipende dalla presenza di reti efficienti, dalla qualità del servizio fornito e da tutti i mezzi che ne garantiscono l'universalità, la sicurezza e la continuità ad un prezzo accessibile.

    1.5

    Relazioni con i paesi terzi: il CESE auspica che sui temi dell'energia e delle reti di trasporto di energia l'Unione si esprima con una sola voce sulla scena internazionale, tratti tali settori come un elemento costitutivo della propria azione diplomatica (PEV) e proponga delle norme di governance nei paesi di transito.

    Da questo punto di vista sarebbe opportuno sviluppare il dialogo con la Turchia. Occorre valutare adeguatamente i rischi legati agli investimenti rispetto ai vantaggi previsti, la tutela dei diritti dei lavoratori locali e il collegamento tra le attività energetiche e la politica di sviluppo. Il Comitato ritiene che l'energia, i trasporti e l'ambiente formino un trinomio indissociabile.

    In merito alle TEN-E:

    1.6

    Per quanto riguarda l'approccio, il sostegno e gli investimenti, soltanto l'Unione può disporre di una visione d'insieme dell'approvvigionamento ed agire a livello transfrontaliero. La sua diplomazia rappresenta un elemento di sostegno rispetto ai rischi locali e alle zone di influenza delle altre potenze. La Commissione dovrebbe chiarire se si riferisce alle infrastrutture o alle forniture. Le TEN-E sono importanti per le infrastrutture; esse devono essere sottoposte all'autorità pubblica e poter conservare all'interno del bilancio dell'UE un finanziamento specifico, da mantenere sempre ad un livello utile. L'ammortamento degli aiuti comunitari investiti in queste reti non dovrebbe ripercuotersi sui prezzi al consumo. I bilanci degli operatori devono essere trasparenti. Andrebbero inoltre sviluppate le possibilità di offrire garanzie comunitarie agli investitori e di concedere prestiti agli operatori. L'Unione deve creare una nuova governance pubblica degli investimenti.

    1.7

    Revisione degli orientamenti: il CESE auspica un miglioramento dell'efficienza delle infrastrutture tramite la ricerca e la sensibilizzazione dei cittadini all'importanza delle sfide attuali, e propone di 1) instaurare un autentico dialogo sociale e veri e propri dialoghi settoriali, e 2) effettuare degli studi sull'opportunità e sulla fattibilità di un SIG europeo dell'energia al servizio dei cittadini (2).

    1.8

    Estensione delle TEN-E: sì, per quanto riguarda le infrastrutture petrolifere, riservando gli aiuti comunitari — dopo aver effettuato un inventario della situazione — alle compagnie petrolifere deficitarie. No, per quanto riguarda il CO2. Il CESE giudica prematura l'ipotesi di estendere il campo di applicazione delle TEN-E alle reti per la cattura di CO2, finché non saranno stabiliti l'interesse e l'innocuità del suo trasporto in rete. Una scelta di questo tipo richiede infatti un ampio dibattito in seno alla società basato su proposte chiare che dovranno figurare nel testo.

    1.9

    Nuovi progetti prioritari: l'accento posto sulle carenze di interconnessione è un elemento positivo; il CESE è favorevole alla connessione della rete alle fonti di energia rinnovabili come i parchi eolici del Baltico e del Mare del Nord. Per i progetti da realizzare entro il 2050 bisognerebbe anche prevedere la connessione con le fonti in evoluzione (energia offshore sottomarina, ecc.).

    1.10

    Sicurezza dell'approvvigionamento e solidarietà: per conseguire un certo livello di visibilità presso i cittadini, si deve garantire una buona comunicazione e ottenere dei risultati in termini di prezzi al dettaglio. Il Libro verde non è esplicito sui mezzi per realizzare la solidarietà tra Stati membri. Il presupposto di tale solidarietà è che tutti gli Stati contribuiscano alla circolazione dell'energia all'interno dell'Unione e costituiscano delle scorte strategiche da mettere a disposizione di altri Stati membri in caso di emergenza. Gli Stati membri, insieme con l'Unione, dovrebbero difendere questa solidarietà energetica nel mondo, e nell'UE dovrebbero rispettare il principio dell'interesse pubblico.

    1.11

    Misure supplementari per un'infrastruttura sostenibile: la sostenibilità energetica dovrebbe risiedere nella connessione delle energie rinnovabili, ma non è stata definita. Per quanto riguarda le reti elettriche, va affrontata la questione della loro modernizzazione al fine di risolvere i problemi legati alle perdite lungo le linee, alla frequenza, al voltaggio, all'armonizzazione dei codici tra Stati membri; per quanto riguarda invece il gas, vanno migliorate la capacità e la sicurezza delle zone di stoccaggio.

    Inoltre:

    1.12

    Le TEN-E necessitano di una manutenzione di alta qualità che, a sua volta, richiede una manodopera estremamente qualificata. Il CESE ritiene che, per rispettare la strategia di Lisbona e la strategia per lo sviluppo sostenibile, sia indispensabile tenere conto dell'aspetto sociale: questo è invece ignorato dal Libro verde. Il CESE ritiene necessario sviluppare le competenze dei professionisti europei in materia di reti per preservare le capacità e tutelare l'occupazione in Europa. Esso auspica la creazione di un comitato consultivo europeo sull'energia e il cambiamento climatico.

    1.13

    Il CESE è favorevole alla creazione di un fondo europeo specifico che garantisca concretamente la solidarietà europea per i cittadini. Come corollario inevitabile di una politica energetica europea integrata, occorre mettere a punto una legislazione comunitaria in materia di responsabilità energetica delle compagnie nei confronti dei cittadini. È anche necessario che venga applicata la Carta europea dei diritti dei consumatori di energia.

    2.   Introduzione

    2.1

    La Commissione ritiene che lo stato attuale delle reti di energia dell'Unione non consenta a quest'ultima di realizzare le ambizioni in materia di politica energetica (garantire un'energia sostenibile, sicura e competitiva) né tanto meno di conseguire gli obiettivi «20-20-20» in materia di protezione del clima. È necessario procedere ad un aggiornamento delle TEN-E e della politica delle reti. Il Libro verde in esame riguarda la revisione degli orientamenti delle TEN e del loro strumento di finanziamento.

    2.2

    Negli ultimi mesi la situazione internazionale è stata molto tesa: è intervenuta una nuova crisi dei rifornimenti di gas ad est, un nuovo conflitto è esploso in Medio Oriente e una crisi finanziaria imperversa a livello mondiale. Tutti questi eventi potrebbero avere delle ripercussioni sul completamento delle TEN-E.

    3.   Sintesi del Libro verde

    3.1

    Il Libro verde prevede che l'Unione sviluppi la politica delle infrastrutture su sei assi regionali: l'interconnessione dei paesi baltici, il corridoio sudorientale per il gas, un anello per l'energia nel Mediterraneo, la connessione elettrica dei paesi centrali e sudorientali dell'Unione, un piano di azione per il gas naturale liquefatto (GNL), lo sviluppo della rete eolica nel nord dell'UE, le interconnessioni delle TEN-E e l'integrazione del mercato.

    3.2

    L'Unione potrebbe prevedere di:

    sviluppare la politica delle reti, comprese le reti di importazione,

    rafforzare la sicurezza dell'approvvigionamento e la solidarietà tra Stati membri, in particolare tramite progetti di infrastrutture volti a creare un'autentica rete energetica europea,

    realizzare studi generali a vantaggio di tutti, sostenendo al tempo stesso l'elaborazione di progetti specifici,

    connettere le nuove fonti energetiche e garantire l'integrazione delle possibilità a zero carbonio e delle nuove tecnologie di rete,

    stimolare l'afflusso di risorse private, procedere verso la messa a punto di un nuovo strumento di finanziamento,

    subordinare la concessione degli aiuti alla conformità dei piani strategici nazionali con i progetti prioritari europei,

    giustificare l'intervento del settore pubblico quando il mercato non risponde alle esigenze,

    contribuire a semplificare ovunque le procedure amministrative.

    3.3

    Il Libro verde è inteso a promuovere la comprensione e la solidarietà dell'opinione pubblica in modo da poter realizzare gli obiettivi del 2020.

    4.   Osservazioni generali

    4.1

    Il titolo e l'introduzione del Libro verde farebbero pensare ad un approccio globale inteso a rendere sicure e sostenibili le reti di energia. Il documento si concentra invece sulla creazione di collegamenti internazionali e non propone di effettuare una verifica della situazione per quanto riguarda la manutenzione delle strutture, le formazioni e le qualifiche del personale oppure le attività di ricerca e sviluppo, tutti elementi importanti per la sicurezza e la sostenibilità.

    4.2

    La concorrenza apporta vantaggi ai consumatori soltanto quando non è un fine di per sé bensì un mezzo, e consente loro di risparmiare offrendo, al tempo stesso, un servizio altrettanto affidabile che in un sistema monopolistico. Il ricorso al finanziamento privato e l'invito a creare dei partenariati per completare le TEN-E sono aspetti interessanti: essi sottolineano però quale sia il vero ostacolo allo sviluppo delle reti europee integrate di gas ed elettricità, ossia la mancanza di una volontà politica comunitaria forte e dotata delle risorse necessarie.

    4.3

    L'energia è un servizio d'interesse generale; gli investimenti privati sono poco adatti ai tempi lunghi. Il mercato non potrà garantire il passaggio alla nuova era energetica — al quale punta il pacchetto energia/cambiamento climatico — basandosi sui vecchi metodi di produzione e di trasporto. La Commissione, che vorrebbe stimolare le risorse private, può intervenire direttamente a livello transfrontaliero per costruire un nuovo piano d'insieme e proporre una nuova governance pubblica degli investimenti in modo che venga garantito, grazie alle reti, il principio di continuità del servizio di interesse generale della fornitura di energia.

    5.   Situazione della politica energetica europea

    5.1

    A giudizio del CESE, in materia di TEN è necessario assicurare il coordinamento di tutti gli attori coinvolti ad opera di un organismo necessariamente centralizzato, il che contrasta con l'auspicata logica di mercato. La Commissione dovrebbe proporsi esplicitamente come obiettivo la ricerca di soluzioni ottimali sul piano dei costi/benefici che vadano concretamente a vantaggio dei consumatori, altrimenti questi ultimi potrebbero chiedersi a che cosa serva il mercato interno dell'energia.

    Il ruolo delle agenzie ENTSO-E e ACER, così come è descritto nel Libro verde, risulta ambiguo. Esse saranno dei poli di coordinamento, ma non dovrebbero essere coinvolte nelle decisioni sull'utilizzo dei fondi pubblici. Inoltre l'UE dovrebbe preoccuparsi di garantire la continuità delle attività di ricerca e sviluppo: tale compito non può spettare alle agenzie.

    6.   Osservazioni specifiche

    Le reti

    6.1

    Se disponessero di risorse più consistenti, le reti attiverebbero la solidarietà energetica. L'Unione dovrebbe individuare gli anelli mancanti nelle sue connessioni e adoperarsi per colmare queste carenze. Il CESE ritiene che i successi della PEV sarebbero una garanzia di riuscita. Osserva che non è stato detto nulla sul limite geografico delle connessioni, sul modo in cui esse debbano essere realizzate, sugli organismi responsabili per il mantenimento della frequenza e del voltaggio elettrici, sulla politica da attuare in caso di problemi in una parte della rete e sulla ripartizione delle responsabilità e delle competenze, comprese quelle che spettano all'Unione nel suo ruolo di coordinamento.

    Ritiene che, trattandosi di infrastrutture molto pesanti, strutturanti e con una durata di vita molto lunga, occorra spiegare chiaramente agli investitori e ai cittadini, in piena trasparenza, quali siano le prospettive del mercato.

    Il CESE auspica che vengano effettuati degli studi sull'opportunità e la fattibilità di un SIG europeo dell'energia al servizio dei cittadini, con un approccio comune in materia di prezzi, fiscalità, regole finanziarie, sicurezza, continuità, sviluppo economico, tutela del clima.

    6.2

    La sostenibilità verrebbe ottenuta tramite la connessione alla rete delle energie rinnovabili (impianti eolici del Nord) e il trasporto del CO2 verso i siti di stoccaggio: tuttavia questo intervento, nei fatti, non garantisce la sostenibilità delle TEN-E. Per quanto riguarda le reti elettriche, la Commissione dovrebbe affrontare la questione della loro modernizzazione per risolvere i problemi legati alle perdite lungo le linee, alla frequenza, al voltaggio, all'armonizzazione dei codici tra Stati membri e allo sviluppo di reti intelligenti.

    6.3

    Il CESE, pur consapevole del fatto che la tecnica consente lo stoccaggio del CO2, giudica prematuro estendere il campo di applicazione delle TEN-E a delle reti per il trasporto di CO2. La questione dovrebbe innanzitutto essere oggetto di un vasto dibattito in seno alla società (3).

    Sicurezza dell'approvvigionamento

    6.4

    Per il CESE la sicurezza comporta due livelli:

    il livello internazionale: andrebbero conclusi degli accordi di investimento nei paesi terzi che potrebbero dare un contributo in tal senso; inoltre, la proposta di integrare gli oleodotti nelle TEN-E attenuerebbe i gravi rischi per la sicurezza marittima (4) e l'ecosistema derivanti dall'aumento dei volumi di petrolio trasportato via mare. Tale scelta richiede tuttavia delle valutazioni approfondite, poiché — dal punto di vista del cittadino — potrebbe essere pericoloso per l'UE pagare alle ricche compagnie petrolifere gli impianti che il mercato non sarebbe in grado di sostenere,

    il livello nazionale: il contributo a questo livello potrebbe essere rappresentato dallo sviluppo delle energie rinnovabili, dall'aumento delle capacità di stoccaggio e dal miglioramento della sicurezza fisica delle reti.

    Relazioni internazionali

    6.5

    Il Comitato ritiene che, in materia di reti per la trasmissione dell'energia, l'Unione dovrebbe parlare con una voce sola sulla scena internazionale. La dimensione energetica dovrebbe fare parte integrante della diplomazia dell'Unione e dare vita ad una nuova solidarietà politica tra Stati membri e con i paesi vicini. Il Libro verde avrebbe potuto indicare delle azioni concrete in questo campo.

    6.6

    Bisogna evitare che le reti divengano la posta in gioco di conflitti che potrebbero portare a scontri armati o alla creazione di sacche di illegalità, in particolare per i lavoratori. Al contrario, esse dovrebbero costituire un vettore della politica di sviluppo. Si dovrebbe portare avanti il dialogo sull'energia con la Turchia, in quanto zona strategica, e prevedere l'utilizzo sistematico dell'euro nelle transazioni.

    Solidarietà

    6.7

    La solidarietà energetica si estrinseca a tre livelli: tra Stati membri, tra i cittadini e l'Unione e, infine, tra operatori. Il Libro verde non è esplicito circa i mezzi per realizzare la solidarietà neanche tra Stati membri. Gli operatori dovrebbero difendere la loro solidarietà energetica nel mondo, ma le pratiche commerciali o contrattuali da essi adottate non favoriscono tale solidarietà (esigenze degli azionisti). Tutti dovrebbero contribuire alla circolazione dell'energia all'interno dell'Unione, senza rifiutare le interconnessioni né ostacolarle. Il CESE è favorevole all'adozione di strumenti di regolamentazione che consentirebbero, in caso di bisogno urgente e su decisione collettiva, di mettere sul mercato delle capacità inutilizzate (rivendita obbligatoria nel quadro di un meccanismo «use it or lose it»).

    6.8

    La creazione di un fondo di riserva europeo specifico destinato ad interventi urgenti potrebbe costituire un'altra manifestazione della solidarietà europea, con l'obiettivo di proteggere gli Stati membri e i cittadini dai rischi legati ai luoghi di produzione e alla loro situazione geografica e geopolitica.

    ENTSO-E e ACER, i pianificatori

    6.9

    Nella pianificazione delle TEN-E si dovrebbe assegnare un mandato chiaro all'ENTSO-E e all'ACER nonché definire il ruolo di mediazione dell'UE. Il Libro verde non è sufficientemente esplicito su questo punto. Il CESE si rammarica che la maggior parte dei regolatori europei abbia una missione ufficiale limitata alla creazione di un mercato concorrenziale, senza riferimenti alla sicurezza delle forniture, e che la competenza della Commissione in questo campo non sia definita chiaramente. Esso rileva inoltre che il fatto che i regolatori nazionali siano riuniti in un'Agenzia non ne fa comunque un regolatore europeo. Il CESE si interroga sulla natura giuridica di tale organo, sull'ampiezza dei suoi poteri e sul loro controllo. Il CESE ritiene che una delle funzioni della Commissione dovrebbe essere quella di agire per prevenire le controversie nella creazione delle reti, coinvolgendo gli enti locali in una fase molto precoce dei progetti di TEN-E.

    Dimensione europea dell'interesse pubblico

    6.10

    Questa dimensione viene citata nel testo in esame per giustificare l'intervento dell'autorità pubblica in caso di carenze del mercato. Il CESE sottolinea che tale dimensione è essenziale, ma deplora che non ne vengano precisate le condizioni.

    Finanziamento

    6.11

    Il finanziamento da parte dell'UE (5) funge da catalizzatore per la definizione di nuovi progetti. Gli Stati membri devono finanziare la maggior parte di tali progetti, ed è possibile concedere sovvenzioni dirette per progetti particolari. Per il periodo di programmazione 2007-2013 l'aiuto finanziario comunitario risulta pressoché stabile rispetto al periodo precedente, il che rappresenta quindi un passo indietro in euro costanti. La Commissione propone di effettuare degli studi generali che vadano a vantaggio di tutti.

    6.12

    Non sembra però che si sia tenuto conto dei seguenti fattori: 1) il consumo futuro; 2) lo stato delle reti e il costo della loro manutenzione; 3) l'incidenza delle nuove tecnologie (nuove fonti di energie rinnovabili, nuove modalità di trasporto — reti intelligenti — e di consumo, efficienza energetica).

    6.13

    Il Libro verde propone di combinare le modalità di finanziamento esistenti con un maggiore ricorso al settore privato. Il CESE osserva che il mercato non si presta volentieri ad investimenti che portino i loro frutti in tempi troppo lunghi; ciò nonostante è favorevole alla ricerca di modalità di finanziamento innovative per progetti strategici, a condizione che questo non incrementi gli oneri per il settore pubblico. Il CESE ritiene però che le TEN-E debbano essere sottoposte all'autorità pubblica.

    Competitività delle reti

    6.14

    La Commissione rammenta che «inizialmente le TEN erano uno strumento del mercato interno», dato che «si presupponeva che gli investimenti sarebbero stati sostenuti dagli operatori del mercato, che avrebbero trasferito i costi ai consumatori». Il CESE ritiene che l'Unione, se decide di cofinanziare le TEN-E, dovrebbe creare una nuova governance pubblica degli investimenti. L'ammortamento delle somme investite in queste reti non dovrebbe ripercuotersi sui prezzi al consumo.

    6.15

    Il Libro verde non spiega in che modo la nuova situazione sarà più «competitiva», né per quale motivo la maggiore fluidità del trasporto di energia consentirebbe una più grande concorrenza, né in che modo ciò potrebbe andare a vantaggio dei consumatori. Il CESE ricorda che la Commissione ha ipotizzato una sinergia tra tutte le reti transeuropee.

    Ricerca e formazione

    6.16

    Il Comitato ritiene che l'Unione dovrebbe concentrare i propri sforzi sulla ricerca, al fine di mantenere in Europa la piena padronanza delle tecnologie, condizione essenziale per l'efficienza energetica e il trasporto di energia.

    Occupazione

    6.17

    Dato che le competenze non sono sempre appannaggio dei paesi dove si trovano reti e interconnessioni, il CESE auspica un'applicazione non restrittiva della direttiva sul distacco dei lavoratori. Il CESE auspica la creazione di un comitato consultivo europeo sull'energia e il cambiamento climatico.

    Sensibilizzazione dei cittadini e comunicazione

    6.18

    Il CESE raccomanda di seguire l'indicazione della Commissione e di promuovere la «comprensione» da parte dei cittadini delle sfide in atto. I grandi progetti finanziati dall'Unione devono prefiggersi di migliorare le condizioni di vita dei cittadini e di assicurare la fornitura di servizi universali, per mezzo di tecniche atte a garantire i prezzi più accessibili: questo obiettivo non è automaticamente assicurato da un mercato concorrenziale. Inoltre, per aiutare gli Stati membri ad assistere i cittadini in caso di mancato rispetto degli impegni e/o di blocco delle reti, un fondo europeo di intervento urgente consentirebbe di assicurare la continuità del servizio malgrado il blocco delle reti (in caso di forza maggiore, guerra, fallimento, incidenti di borsa, ecc.). Si potrebbe esaminare la possibilità di istituire una responsabilità delle compagnie di rete nei confronti dei cittadini.

    6.19

    Gli organi di controllo e di valutazione devono aprirsi ad una partecipazione più ampia e associare tutti i soggetti interessati, sia le parti sociali che la società civile.

    6.20

    Per sollecitare la solidarietà del pubblico occorre compiere degli sforzi concreti in tal senso, al di là di quelli di comunicazione. Le ragioni dell'ostilità pressoché sistematica dei cittadini nei confronti di tutti i progetti di interconnessione (6) da realizzare sul loro territorio meritano di essere considerate e trattate con la massima trasparenza.

    6.21

    Il CESE ritiene che la sicurezza degli approvvigionamenti, la solidarietà tra Stati membri e la lotta contro il cambiamento climatico possano essere elementi in grado di contribuire ad una nuova crescita.

    6.22

    Il Comitato insiste sulla necessità di presentare congiuntamente, in un trinomio, le politiche in materia di energia/trasporti/ambiente.

    Bruxelles, 11 giugno 2009

    Il Presidente

    del Comitato economico e sociale europeo

    Mario SEPI


    (1)  L'ENTSO-E (European Network of Transmission System Operators for Electricity, «Rete europea degli operatori dei sistemi di trasmissione») raggruppa 42 gestori di reti di 34 paesi europei.

    L'ACER (Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia) svolge un ruolo di primo piano nello sviluppo del mercato interno dell'energia elettrica e del gas.

    (2)  GU C 175 del 28.7.2009, pag. 43.

    (3)  Per l'umanità l'ideale sarebbe poter utilizzare direttamente il CO2 come fonte di energia, senza che esso debba essere fossilizzato. La ricerca riuscirà un giorno a raggiungere questo risultato?

    (4)  Cfr. SEC(2008) 2869.

    (5)  Stabilito da regolamenti CE dal 2236/95 al 680/2007 per il periodo in corso 2007-2013.

    (6)  COM(2006) 846 def., Piano d'interconnessione prioritario, del10 gennaio 2007.


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